Il ritorno dei dragoni
Dopo aver finito di leggere il diario, il gruppo, oramai riposato, esce dalla grotta, sempre seguiti da Drawol, e anche dal lupo che li segue al fianco di Zeph. -“Ehi! È una mia impressione o quel lupo ci segue?” esclama Rhea, che si è accorta del secondo animale. -“In effetti, hai ragione Rhea. È da quando siamo usciti che mi rimane al fianco” risponde Zeph, osservando il lupo. -“Speriamo che almeno lui non cominci a « lavare » le persone come il draghetto” continua poi, guardando l’animale e poi il draghetto, facendo la faccia schifata al solo pensiero di ritrovarsi entrambi gli animali addosso. -“Non credo che lo farà” -“Sai Zeph, credo che si sia affezionato a te” suppone Celine. -“Dici?”-“Beh, ti ha dato il diario, ci sta seguendo ed è sempre al tuo fianco…secondo me vuole che tu sia il suo padrone in qualche modo” -“Va beh…potrebbe sempre esserci utile” -“Ora gli servirebbe un nome” propone Leonard. Zeph annuisce e comincia a pensare a qualche nome per oramai il suo lupo. -“Uhm…ti chiamerò…Lyko, che ne dici?” il lupo abbaia, sembrando contento del suo nuovo nome e si lascia accarezzare dal suo nuovo padrone. Durante il cammino, il gruppo continua a leggere i vari pezzi della storia, e ora anche Celine, Leonard e Zeph riescono a leggerlo anche senza lo spirito, persino Kronhos che lo legge nella sua lingua. -“~Una parte del vostro destino si compirà, quando raggiungerete la terra dei giganti~ Chissà cosa vorrà dire” si domanda Rhea, mettendo le braccia incrociate al petto e cominciando a pensare. -“Forse c’è qualcosa che può esserci molto utile” risponde Shana, rileggendo il pezzo. -“Tu che ne pensi Drako?” chiede Leonard alla spada. -“Non lo so, ma…vorrei proprio sapere anch’io cosa” -“A te non viene in mente niente Kronhos?” domanda l’alata al gigante. -“Io non sapere. Io sapere solo che in terra di giganti, giganti forgiare armi poi distribuite in tutta Endiness e prima mandate a Kadessa se esse venire rese magiche. In terra di giganti solo giganti abitare e solo con permesso di famiglia reale o con gigante come accompagnatore umani e alati potere entrare” -“Beh, noi abbiamo te, quindi su questo punto non abbiamo problemi” esclama Leonard. -“Ehi, guardate qui!” richiama Shana, che ha il diario in mano. -“Che succede ancora?” chiede quasi esasperato Drakan avvicinandosi come il resto del gruppo. -“La frase…non sta ferma. Scompare e ricompare” spiega la ragazza. -“E’ veramente strano” continua Celine, osservando ancora la frase che, comparsa, scompare di nuovo e ricompare qualche istante dopo. -“Forse nella terra dei giganti ci capiremo qualcosa” risponde Rhea. Tutti sembrano d’accordo, e continuano la strada, mentre Shana continua a chiedersi il significato di quella frase, rimanendo così un po’ distanziata dalle altre due ragazze, e rimanendo praticamente tra Kronhos e Drakan. -“Almeno siamo riusciti a riavere il diario. Siamo proprio fortunati” esclama Celine. -“Già” continua Leonard. -“Forse il mostro non riusciva a leggerlo, e allora voleva sbarazzarsene” spiega Drako. -“Uhm…può essere” Attraversano finalmente le terre fiorite, arrivando a Donau dove, però, non trovano i genitori di Zeph come si aspettavano. Il gruppo entra nell’unica locanda che c’è e Zeph chiede al padrone se ha visto i suoi genitori e comincia a descriverli. -Sì, li ho visti. Quando è iniziata la pioggia sono venuti qui, poi quando ha smesso se ne sono andati. Ora saranno al sicuro a Xanto- risponde l’uomo, facendo risollevare Zeph che si sentiva in ansia. -“Bene, allora possiamo ripartire” esclama Drakan, cominciando a incamminarsi fuori da Donau. -“COSA? Scordatelo musone! Io non faccio più un passo. Sono stanca!” risponde Rhea, infuriata. -“Già, anch’io. Abbiamo passato tutte le Terre Fiorite, e non è uno scherzo. Lo siamo tutti” continua Celine, prendendo l’approvazione di tutti. -“A parte tu” finisce Rhea. -“Uff…e va bene, per sta notte ci fermiamo qui. Ma domani si parte e non ci si ferma più fino alla Dimora dei Giganti, è chiaro?” -“Va bene…musone!” e così l’alata assieme agli altri si dirige verso la locanda per riposare, mentre Drakan se ne và chissà dove. La mattina dopo sono tutti riposati, così lasciano la città di Donau dirigendosi verso la Dimora dei Giganti. Dopo un po’, però, arrivano in un altro posto. -“E questo che è?” chiede Zeph. -“La Valle Rocciosa” risponde Shana. -“Questa essere stata una volta chiamata Valle della Gravità Perduta. Poi con passare di millenni, gravità essersi stabilizzata, arrivando a gravità di resto di Endiness. Essere stato costruito sentiero lungo di roccia, difficile da percorrere ma sempre con piedi a terra” -“Kronhos ha ragione. Una volta si poteva passare solo con il permesso del re di Tiberoa, e per attraversarlo bisognava spostare grazie a dei massi che galleggiavano nell’aria” conferma Drakan. -“E tu come fai a sapere tutto questo?” chiede l’alata. -“Se tu leggessi i libri ragazzina…” Rhea gli fa la linguaccia, poi il gruppo entra nella valle incamminandosi lungo il sentiero, abbastanza difficile. All’improvviso, da un masso di roccia, sbuca un mostricciatolo, un grosso uccello. -“E questo chi è? Che vuole?” -“Ma non lo vedi che è un mostro ragazzina?” -“Lo sapevo!” -“Come no…” -“Finitela di litigare e pensate a combattere piuttosto” -“Shana ha ragione. Forza!” Così ognuno prende le sue armi e attacca il mostro: Zeph e Shana sono avvantaggiati e lo colpiscono con le loro frecce; Rhea e Leonard lo feriscono con la loro sciabola e spada volando con le ali da alati, Celine lancia i pugnali, Drakan e Kronhos con i loro spadoni, non riuscendo a colpirlo sempre comunque. Dopo svariati attacchi, il mostro è sconfitto e trovano qualche Gold a terra che subito mettono nel fondo comune, per poi proseguire verso la Dimora dei Giganti. Alla fine, attraversato un masso di roccia, si ritrovano davanti al gigantesco cancello della Dimora dei Giganti. -“Siamo arrivati” esclama Kronhos indicando il cancello, mentre gli altri stanno riprendendo il fiato per la lunga camminata e lo scontro che li ha provati, tranne Drakan.
Shana
Shana
Il gruppo si trova davanti ad un grande cancello, sulla destra c’è un sensore, probabilmente per far aprire il cancello –“Che ne dite di entrare?” chiede Rhea mentre si avvicina al sensore
vicino al cancello –“Hai ragione Rhea” dice Leonard mentre gli altri guardano sospettosi il sensore –“Io non lo farei” aggiunge Celine che continua ad osservare il sensore sospettando che non avrebbe funzionato –“Beh, meglio provare invece di rimanere qui no?” dice Rhea toccando il sensore. Poco dopo l'alata viene respinta e cade indietro rotolando –“Ahia che botta. Ma che gli prende a quel coso?” si domanda Rhea dolorante –“Se mi avessi fatto finire ti avrei detto che sicuramente noi umani non possiamo toccarlo. Credo che solo Kronhos possa farlo” conclude Celine mentre aiuta Rhea a rialzarsi –“Faresti meglio a non fare cose avventate ragazzina” la sgrida Drakan come al suo solito –“Sono sicura che nemmeno tu lo sapevi!” replica Rhea per tutta risposta –“Su non litigate. Non è il momento” dice Shana rivolgendosi ai due –“Giusto. Kronhos, che ne dici di provare ad attivare questo sensore?” domanda Zeph al gigante –“Io aprire cancello” dice Kronhos che tocca il sensore facendo aprire il cancello –“Brava Celine. Avevi proprio ragione” dice Shana all'amica mentre questa si guarda intorno
-“Grazie, non so come facevo a saperlo” risponde la ragazza ancora più agitata –“Cos'hai Celine? Sembri agitata” domanda Rhea mentre guarda Celine che si guarda intorno agitata.
-“Nulla nulla, sto bene” risponde lei mentre entra nella città seguendo Kronhos. Il gruppo entra, ai lati ci sono botteghe ovunque, armerie dove lavorano moltissimi giganti. Ci sono anche molte donne che lavorano nelle officine. Altre nelle armerie e altre ancora nelle botteghe. –“Nostro compito è trovare spirito” spiega Kronhos mentre continua a guidare il gruppo. –“Salve Kronhos, come stare?” domanda il gigante dell'armeria –“Andare tutto bene, questi essere miei amici umani” spiega Kronhos al gigante suo amico –“Piacere ragazzi” risponde il gigante
-“Noi stiamo cercando uno spirito, ne sapete qualcosa?” domanda Shana che fa da porta voce per tutti –“Io non sapere nulla di “spirito” chiedere ad altri” risponde il gigante riprendendo a lavorare. Il gruppo chiede qua e là finché non arrivano alla sala centrale –“Bentornato Kronhos. Loro essere tuoi amici?” dice una voce proveniente proprio dalla sala –“Si. Loro essere miei compagni di avventura. Ragazzi lui essere Capo dei giganti, Hidari” spiega il gigante mentre presenta i suoi amici -“Quindi voi cercare spirito” domanda Hidari, il gruppo annuisce, tutto d'un tratto gli spiriti risuonano e brillano tantissimo al centro della sala. I ragazzi si guardano intorno e notano una piastrella diversa –“Capo, potere noi rompere piastrella?” domanda Kronhos, ricevendo il consenso. Il gigante spacca la piastrella e trova un interruttore che preme. In quel momento si apre una botola poco lontana dall'interruttore –“Le tre prove. Fare attenzione” raccomanda Hidari, mentre il gruppo scende e si trova a dovere superare appunto, tre prove. –“Ora quale scegliamo?” chiede Rhea non ricevendo risposta. –“Io dico la prova a tempo” afferma Celine indicando la prima porta –“E’ meglio procedere con l'ordine stabilito. Non vorrei che succedesse qualcosa di strano se cambiassimo strada” continua Celine quasi preoccupata –“Ha ragione, nessuno sa cosa ci aspetterà dentro queste grotte” dice Shana mentre tutti annuiscono. –“Stiamo attenti, non voglio brutti incontri” dice Drako che si è svegliato in quel momento –“Drako ha ragione. Stiamo molto attenti a come ci muoviamo” dice Zeph mentre osserva la grotta. Il gruppo entra nella grotta seguito dai due animali, Drawol e Lyko. –“La prima prova è a tempo quindi” Rhea non fa in tempo a finire che il soffitto inizia a muoversi verso il basso –“Correte!” urla Celine iniziando a correre velocemente attraverso la grotta, come se fosse sicura di dove andava evitando cosi le miriadi di trappole diffuse nella grotta –“Sei sicura che sia da questa parte?” chiede Leonard seguendo la ragazza insieme al restante gruppo –“Non so spiegare come ma sento dentro di me che dobbiamo andare di qua” afferma Celine continuando a correre. Dopo diversi bivi giungono all'uscita della prima prova –“Ce l'abbiamo fatta” dice Rhea stanca per la corsa –“Aspetta a cantar vittoria ragazzina. Non siamo sicuri che questa sia davvero l'uscita” replica Drakan, facendo cosi innervosire Rhea –“Dici? Allora quelle cosa sono? Ologrammi?” risponde Rhea arrabbiata e ancora stanca –“Non litigate.. Ci aspettano altre due prove e non saranno tanto semplici” afferma Celine preoccupata per le altre due prove. Appena il gruppo si è riposato un po' si dirigono verso la seconda prova: la prova di coraggio. –“”Prova di coraggio”. Chissà che tipo di trappole ci saranno qui” afferma Drako un po' preoccupato –“Se era una prova di chi mangia più porzioni, Rhea era la migliore” afferma ridacchiando Leonard, facendo ridere anche gli altri tranne Drakan che rimane serio –“Sta attento a te Leonard” lo avverte Rhea facendogli una linguaccia –“Su ragazzi entriamo” dice Shana entrando seguita dal gruppo. Il gruppo si trova a cercare la via giusta in una grotta buia senza luci. –“Seguitemi” dice Drakan quasi ad ordinarlo. Il gruppo lo segue, infatti arrivano alla fine della grotta. Ma adesso li attende la vera prova di coraggio. –“Un muro di fuoco. E noi dovremmo oltrepassarlo vero?” domanda Rhea per niente spaventata –“Credo proprio di si” afferma Drako non facendo sentire meglio di certo gli altri membri del gruppo –“Io non ho problemi. Il fuoco è il mio elemento non può farmi nulla” dice Zeph sicuro di sé –“Non ne sarei tanto sicura, ora che non hai più il dragone è un po' difficile che si resista a quella temperatura” spiega Shana quasi a volerlo avvertire –“Io passerò per prima, seguitemi ci penso io a lui” dice Rhea avviandosi verso il muro seguita dal restante gruppo. Tutti passano, eccetto Celine –“Celine! Muoviti prima che torni intenso!” le dice Rhea dall'altra parte, cercando di farla passare –“Io..Io. Io ho paura del Fuoco!!!” afferma Celine urlandolo –“Ce la puoi fare Celine! Non pensarci!” le dice Rhea cercando di aiutarla. –“Io.Ce la devo fare. Il fuoco non può farmi nulla. Io sono forte” Celine si fa forza e anche se timorosa mentre oltrepassa il muro esso sparisce. Il gruppo si allontana. Ora si trovano davanti all'ultima prova –“Non ho capito cosa è successo. Come ha fatto a sparire il muro di fuoco?” si chiede Rhea guardando da lontano il luogo dove prima c'era il fuoco –“Non ne ho la più pallida idea” afferma Shana, guardando anche lei in quel punto. –“Manca solo una prova” afferma Zeph mentre accarezza Lyko –“Questa essere ultima prova, prova di forza e intelligenza” spiega Kronhos –“Dovrebbe essere la più difficile. Seguitemi” afferma Drakan sicuro di sé che avanza fino ad arrivare davanti a un masso. Kronhos lo spacca e il gruppo prosegue. Incontrano un'altra roccia. Sempre Kronhos la distrugge. Va avanti cosi per altre quattro volte –“Ma questo è un vicolo cieco” afferma Rhea che si siede in terra, stufa di camminare –“Non aver paura o prode viaggiatore, trova la strada tu che non sei un Dragone” –“Eh?” si domandano tutti sentendo Celine pronunciare quelle parole. –“Di cosa parli Celine?” chiede Leonard a carico di tutti –“Niente, leggevo l'iscrizione sul muro!” afferma Celine avvicinandosi alla parete, per poi toccarla –“Wow si è aperto un passaggio. Come hai fatto?” domanda Rhea vedendo un passaggio aprirsi davanti a loro –“Io. Ho solo toccato la parete ed essa si è aperta” spiega Celine ancora sconcertata. I ragazzi trovano lo spirito di Terra finalmente. Esso si dirige verso Celine, è lei che ne avrà il potere –“Il mio spirito. Ecco cos'era quella sensazione di agitazione!! Sono troppo felice!!” dice Celine saltellando felice di aver il suo Dragone finalmente –“Arrivederci!” esclama un gigante, mentre un altro si avvicina al gruppo –“Tenete. Questa essere per voi. A noi non servire avere trovata mentre noi scavare” dice il gigante, per poi salutare il gruppo –“Celine, questa spada è di elemento Terra, per questo è tua ora” dice Rhea a Celine dandole la spada. Il gruppo esce dalla Terra dei Giganti, iniziano a camminare quando… vengono circondati –“Siamo circondati…” osserva Zeph, guardandosi intorno vedendo Mikhail, 4 scagnozzi, il mostro che aveva rubato il diario, l'alato che ha preso il suo dragone, ora trasformato appunto in esso e un alato di elemento Terra –“Finalmente avete trovato lo spirito di Terra vedo” dice l'alato, guardando Celine –“Chi sei?!” dice Celine abbastanza alterata, sicuramente voleva prenderglielo –“Mi chiamo Sekai” dice l'alato continuando a guardare Celine –“Bene Sekai. Primo: Smettila di guardarmi. Secondo: Non avrai mai il mio spirito!” dice Celine alterata ma decisa –“Ehi ehi, se la prende davvero a cuore! Vai Celine!!” dice Rhea incoraggiando la ragazza –“Sai, vi ho pedinato fino ad adesso. Non mi andava di trovare un piano per prendere lo spirito. Ho aspettato che lo prendeste voi per poi rubarvelo!” confessa l'alato facendo ancora più infuriare Celine –“Fatevi sotto!” dice dando inizio alla battaglia. Shana combatte contro Mikhail, Celine contro l'alato, Drakan contro il dragone rosso mentre gli altri aiutano con gli scagnozzi. La battaglia va avanti per le lunghe. Nessuno riesce a disarmare il proprio nemico, mentre Zeph non può aiutare Drakan perché infastidito dal mostriciattolo –“Dannazione questo mostriciattolo non mi vuole far aiutare Drakan! Cosi non posso” Zeph non può aiutare Drakan, mentre il lupo allora giunge in aiuto e uccide il mostriciattolo. Drawol attacca Mikhail con una fiammata ustionandogli la mano –“AHHHHHHHHHHHH!” urla mentre spicca il volo, inseguito da Rhea mentre spariscono nella nebbia. Anche Celine non riesce a disarmare l'alato e questo le sta per rubare lo spirito… -“Lo spirito…” mentre Sekai sta per prendere lo spirito, Zeph libero dal mostro giunge in soccorso di Celine. Tutti gli scagnozzi tranne uno vengono sconfitti. Anche il dragone rosso si trova in difficoltà e urla ritirata, mentre si smaterializza. Anche l'alato che combatteva contro Celine si alza in volo, mentre Zeph prova a seguirlo ma a mezz'aria si smaterializza anche quest'ultimo. Rhea ritorna senza Mikhail –“Ragazzi, l'ho perso è come se fosse sparito nel nulla” –“Come gli altri due insomma” risponde Drako. Il gruppo decide quindi di far parlare l'ultimo scagnozzo rimasto –“Parla o ti uccido!” lo minaccia Drakan, già abbastanza irritato per aver perso Mikhail e il dragone rosso. Il ragazzo sta per parlare, terrorizzato da Drakan quando d'un tratto prende fuoco sotto gli occhi increduli di tutto il gruppo –“Quanta crudeltà” commenta Celine allibita e stanca. Tutto il gruppo è stremato per la lotta e le prove superate e ancora una volta non hanno recuperato lo spirito di Zeph.
Celine
vicino al cancello –“Hai ragione Rhea” dice Leonard mentre gli altri guardano sospettosi il sensore –“Io non lo farei” aggiunge Celine che continua ad osservare il sensore sospettando che non avrebbe funzionato –“Beh, meglio provare invece di rimanere qui no?” dice Rhea toccando il sensore. Poco dopo l'alata viene respinta e cade indietro rotolando –“Ahia che botta. Ma che gli prende a quel coso?” si domanda Rhea dolorante –“Se mi avessi fatto finire ti avrei detto che sicuramente noi umani non possiamo toccarlo. Credo che solo Kronhos possa farlo” conclude Celine mentre aiuta Rhea a rialzarsi –“Faresti meglio a non fare cose avventate ragazzina” la sgrida Drakan come al suo solito –“Sono sicura che nemmeno tu lo sapevi!” replica Rhea per tutta risposta –“Su non litigate. Non è il momento” dice Shana rivolgendosi ai due –“Giusto. Kronhos, che ne dici di provare ad attivare questo sensore?” domanda Zeph al gigante –“Io aprire cancello” dice Kronhos che tocca il sensore facendo aprire il cancello –“Brava Celine. Avevi proprio ragione” dice Shana all'amica mentre questa si guarda intorno
-“Grazie, non so come facevo a saperlo” risponde la ragazza ancora più agitata –“Cos'hai Celine? Sembri agitata” domanda Rhea mentre guarda Celine che si guarda intorno agitata.
-“Nulla nulla, sto bene” risponde lei mentre entra nella città seguendo Kronhos. Il gruppo entra, ai lati ci sono botteghe ovunque, armerie dove lavorano moltissimi giganti. Ci sono anche molte donne che lavorano nelle officine. Altre nelle armerie e altre ancora nelle botteghe. –“Nostro compito è trovare spirito” spiega Kronhos mentre continua a guidare il gruppo. –“Salve Kronhos, come stare?” domanda il gigante dell'armeria –“Andare tutto bene, questi essere miei amici umani” spiega Kronhos al gigante suo amico –“Piacere ragazzi” risponde il gigante
-“Noi stiamo cercando uno spirito, ne sapete qualcosa?” domanda Shana che fa da porta voce per tutti –“Io non sapere nulla di “spirito” chiedere ad altri” risponde il gigante riprendendo a lavorare. Il gruppo chiede qua e là finché non arrivano alla sala centrale –“Bentornato Kronhos. Loro essere tuoi amici?” dice una voce proveniente proprio dalla sala –“Si. Loro essere miei compagni di avventura. Ragazzi lui essere Capo dei giganti, Hidari” spiega il gigante mentre presenta i suoi amici -“Quindi voi cercare spirito” domanda Hidari, il gruppo annuisce, tutto d'un tratto gli spiriti risuonano e brillano tantissimo al centro della sala. I ragazzi si guardano intorno e notano una piastrella diversa –“Capo, potere noi rompere piastrella?” domanda Kronhos, ricevendo il consenso. Il gigante spacca la piastrella e trova un interruttore che preme. In quel momento si apre una botola poco lontana dall'interruttore –“Le tre prove. Fare attenzione” raccomanda Hidari, mentre il gruppo scende e si trova a dovere superare appunto, tre prove. –“Ora quale scegliamo?” chiede Rhea non ricevendo risposta. –“Io dico la prova a tempo” afferma Celine indicando la prima porta –“E’ meglio procedere con l'ordine stabilito. Non vorrei che succedesse qualcosa di strano se cambiassimo strada” continua Celine quasi preoccupata –“Ha ragione, nessuno sa cosa ci aspetterà dentro queste grotte” dice Shana mentre tutti annuiscono. –“Stiamo attenti, non voglio brutti incontri” dice Drako che si è svegliato in quel momento –“Drako ha ragione. Stiamo molto attenti a come ci muoviamo” dice Zeph mentre osserva la grotta. Il gruppo entra nella grotta seguito dai due animali, Drawol e Lyko. –“La prima prova è a tempo quindi” Rhea non fa in tempo a finire che il soffitto inizia a muoversi verso il basso –“Correte!” urla Celine iniziando a correre velocemente attraverso la grotta, come se fosse sicura di dove andava evitando cosi le miriadi di trappole diffuse nella grotta –“Sei sicura che sia da questa parte?” chiede Leonard seguendo la ragazza insieme al restante gruppo –“Non so spiegare come ma sento dentro di me che dobbiamo andare di qua” afferma Celine continuando a correre. Dopo diversi bivi giungono all'uscita della prima prova –“Ce l'abbiamo fatta” dice Rhea stanca per la corsa –“Aspetta a cantar vittoria ragazzina. Non siamo sicuri che questa sia davvero l'uscita” replica Drakan, facendo cosi innervosire Rhea –“Dici? Allora quelle cosa sono? Ologrammi?” risponde Rhea arrabbiata e ancora stanca –“Non litigate.. Ci aspettano altre due prove e non saranno tanto semplici” afferma Celine preoccupata per le altre due prove. Appena il gruppo si è riposato un po' si dirigono verso la seconda prova: la prova di coraggio. –“”Prova di coraggio”. Chissà che tipo di trappole ci saranno qui” afferma Drako un po' preoccupato –“Se era una prova di chi mangia più porzioni, Rhea era la migliore” afferma ridacchiando Leonard, facendo ridere anche gli altri tranne Drakan che rimane serio –“Sta attento a te Leonard” lo avverte Rhea facendogli una linguaccia –“Su ragazzi entriamo” dice Shana entrando seguita dal gruppo. Il gruppo si trova a cercare la via giusta in una grotta buia senza luci. –“Seguitemi” dice Drakan quasi ad ordinarlo. Il gruppo lo segue, infatti arrivano alla fine della grotta. Ma adesso li attende la vera prova di coraggio. –“Un muro di fuoco. E noi dovremmo oltrepassarlo vero?” domanda Rhea per niente spaventata –“Credo proprio di si” afferma Drako non facendo sentire meglio di certo gli altri membri del gruppo –“Io non ho problemi. Il fuoco è il mio elemento non può farmi nulla” dice Zeph sicuro di sé –“Non ne sarei tanto sicura, ora che non hai più il dragone è un po' difficile che si resista a quella temperatura” spiega Shana quasi a volerlo avvertire –“Io passerò per prima, seguitemi ci penso io a lui” dice Rhea avviandosi verso il muro seguita dal restante gruppo. Tutti passano, eccetto Celine –“Celine! Muoviti prima che torni intenso!” le dice Rhea dall'altra parte, cercando di farla passare –“Io..Io. Io ho paura del Fuoco!!!” afferma Celine urlandolo –“Ce la puoi fare Celine! Non pensarci!” le dice Rhea cercando di aiutarla. –“Io.Ce la devo fare. Il fuoco non può farmi nulla. Io sono forte” Celine si fa forza e anche se timorosa mentre oltrepassa il muro esso sparisce. Il gruppo si allontana. Ora si trovano davanti all'ultima prova –“Non ho capito cosa è successo. Come ha fatto a sparire il muro di fuoco?” si chiede Rhea guardando da lontano il luogo dove prima c'era il fuoco –“Non ne ho la più pallida idea” afferma Shana, guardando anche lei in quel punto. –“Manca solo una prova” afferma Zeph mentre accarezza Lyko –“Questa essere ultima prova, prova di forza e intelligenza” spiega Kronhos –“Dovrebbe essere la più difficile. Seguitemi” afferma Drakan sicuro di sé che avanza fino ad arrivare davanti a un masso. Kronhos lo spacca e il gruppo prosegue. Incontrano un'altra roccia. Sempre Kronhos la distrugge. Va avanti cosi per altre quattro volte –“Ma questo è un vicolo cieco” afferma Rhea che si siede in terra, stufa di camminare –“Non aver paura o prode viaggiatore, trova la strada tu che non sei un Dragone” –“Eh?” si domandano tutti sentendo Celine pronunciare quelle parole. –“Di cosa parli Celine?” chiede Leonard a carico di tutti –“Niente, leggevo l'iscrizione sul muro!” afferma Celine avvicinandosi alla parete, per poi toccarla –“Wow si è aperto un passaggio. Come hai fatto?” domanda Rhea vedendo un passaggio aprirsi davanti a loro –“Io. Ho solo toccato la parete ed essa si è aperta” spiega Celine ancora sconcertata. I ragazzi trovano lo spirito di Terra finalmente. Esso si dirige verso Celine, è lei che ne avrà il potere –“Il mio spirito. Ecco cos'era quella sensazione di agitazione!! Sono troppo felice!!” dice Celine saltellando felice di aver il suo Dragone finalmente –“Arrivederci!” esclama un gigante, mentre un altro si avvicina al gruppo –“Tenete. Questa essere per voi. A noi non servire avere trovata mentre noi scavare” dice il gigante, per poi salutare il gruppo –“Celine, questa spada è di elemento Terra, per questo è tua ora” dice Rhea a Celine dandole la spada. Il gruppo esce dalla Terra dei Giganti, iniziano a camminare quando… vengono circondati –“Siamo circondati…” osserva Zeph, guardandosi intorno vedendo Mikhail, 4 scagnozzi, il mostro che aveva rubato il diario, l'alato che ha preso il suo dragone, ora trasformato appunto in esso e un alato di elemento Terra –“Finalmente avete trovato lo spirito di Terra vedo” dice l'alato, guardando Celine –“Chi sei?!” dice Celine abbastanza alterata, sicuramente voleva prenderglielo –“Mi chiamo Sekai” dice l'alato continuando a guardare Celine –“Bene Sekai. Primo: Smettila di guardarmi. Secondo: Non avrai mai il mio spirito!” dice Celine alterata ma decisa –“Ehi ehi, se la prende davvero a cuore! Vai Celine!!” dice Rhea incoraggiando la ragazza –“Sai, vi ho pedinato fino ad adesso. Non mi andava di trovare un piano per prendere lo spirito. Ho aspettato che lo prendeste voi per poi rubarvelo!” confessa l'alato facendo ancora più infuriare Celine –“Fatevi sotto!” dice dando inizio alla battaglia. Shana combatte contro Mikhail, Celine contro l'alato, Drakan contro il dragone rosso mentre gli altri aiutano con gli scagnozzi. La battaglia va avanti per le lunghe. Nessuno riesce a disarmare il proprio nemico, mentre Zeph non può aiutare Drakan perché infastidito dal mostriciattolo –“Dannazione questo mostriciattolo non mi vuole far aiutare Drakan! Cosi non posso” Zeph non può aiutare Drakan, mentre il lupo allora giunge in aiuto e uccide il mostriciattolo. Drawol attacca Mikhail con una fiammata ustionandogli la mano –“AHHHHHHHHHHHH!” urla mentre spicca il volo, inseguito da Rhea mentre spariscono nella nebbia. Anche Celine non riesce a disarmare l'alato e questo le sta per rubare lo spirito… -“Lo spirito…” mentre Sekai sta per prendere lo spirito, Zeph libero dal mostro giunge in soccorso di Celine. Tutti gli scagnozzi tranne uno vengono sconfitti. Anche il dragone rosso si trova in difficoltà e urla ritirata, mentre si smaterializza. Anche l'alato che combatteva contro Celine si alza in volo, mentre Zeph prova a seguirlo ma a mezz'aria si smaterializza anche quest'ultimo. Rhea ritorna senza Mikhail –“Ragazzi, l'ho perso è come se fosse sparito nel nulla” –“Come gli altri due insomma” risponde Drako. Il gruppo decide quindi di far parlare l'ultimo scagnozzo rimasto –“Parla o ti uccido!” lo minaccia Drakan, già abbastanza irritato per aver perso Mikhail e il dragone rosso. Il ragazzo sta per parlare, terrorizzato da Drakan quando d'un tratto prende fuoco sotto gli occhi increduli di tutto il gruppo –“Quanta crudeltà” commenta Celine allibita e stanca. Tutto il gruppo è stremato per la lotta e le prove superate e ancora una volta non hanno recuperato lo spirito di Zeph.
Celine
Il morale dei ragazzi é a terra, non sono riusciti a recuperare il Dragone di fuoco e gli scagnozzi di Mikhail li perseguitano. Sono demoralizzati e stanchi a causa di tutta la vicenda.
Ciononostante decidono di continuare la ricerca, sperando che il diario li possa aiutare, ma dall'oggetto non arrivano suggerimenti.
Hanno appena fatto ritorno dalla terra dei giganti e stanno discutendo sul da farsi, seduti in una locanda di Donau.
-“ Cosa si fa? ”- domanda Celine, rivolta a chiunque le sappia rispondere
-“ Non lo so, il diario non dice nulla di nuovo, anzi, sembra essersi bloccato su di una frase ”– commenta Leonard indicando la pagina su cui campeggia la scritta "Chi si vanta del proprio potere scompare davanti a chi il potere lo possiede davvero..."
-“ Oggetto inutile ”– borbotta stizzita Rhea, rovistando nella bisaccia alla ricerca di qualcosa di commestibile. Un pezzo di stoffa scivola sul tavolo, quel pezzo di stoffa che Drawol trovò tempo addietro. Il delicato blu e il bordo dorato paiono sbiaditi e spenti. Qualche macchia risalta sulla superficie, vivere nello zaino di Rhea deve essere un'esperienza traumatizzante.
-“ Stupido pezzo di stoffa ”– sibila inviperita, lanciandolo per terra con malagrazia.
La stoffa cade ai piedi di un vecchio signore con la barba bianca, che incuriosito lo raccoglie.
-“ Signorina, penso le sia caduto... ”- ma non finisce la frase che, inorridito, chiede a Rhea dove lo abbia trovato. Dopo un piccolo riassunto della travagliata storia del pezzo di stoffa il vecchio signore esclama
-“ Mia figlia, é di mia figlia. Lei aveva comperato quel maledetto vestito il giorno prima delle sue nozze ”– afferma disperato carezzando il pezzo di stoffa
-“ Lei è il mercate Nacoru? ”–
-“ Come fate a saperlo?”–
-“ Una vecchina ci ha raccontato che cosa è successo… Ci disse che Saori si era innamorata di un ragazzo, che però teneva il piede in due staffe, se mi permette l’espressione ”– spiega Rhea
-“ faceva la corte sia alla principessa Aliciana che a sua figlia. Allora lei è fuggita non appena ha avuto il vestito ”–
-“ Oh no, la vecchia Cornelia… poverina è così impegnata a scoprire tutto ciò che succede intorno a lei che fa confusione. Probabilmente ha sovrapposto ciò che è successo alla mia Saori con quello che è successo a Lilit, la figlia di un nobile locale, il signor Mayer. È lei che è stata corteggiata da quel mascalzone, Saori invece è fuggita con addosso quel vestito ”– sospira il mercante, passandosi una mano fra i capelli bianchi
–“ Vuole raccontarci cosa é successo? ”- domanda cortesemente Shana
-“ Mi chiamo Sullivan Nacoru, sono un mercante di Fletz, e percorro tutte le regioni per affari. All’epoca dei fatti, invece lavoravo a Furni e la mia piccola Saori si trovava con me quando, per affari, provai a commerciare a Deningrad. Si innamorò subito di quel vestito, e le promisi che, se avessi concluso dei buoni affari, avrei potuto regalarglielo.
Passammo quasi un mese a Deningrad, gli affari stentavano ad avviarsi. Durante quel momento di crisi conobbi il signor Simon Grundy, il quale si invaghì di Saori e mi assicurò molti aiuti se gli avessi combinato le nozze. Non potevo rifiutare, avevo già dovuto licenziare due garzoni per i problemi che stavo avendo. Saori non fu felice della decisione. Mi accusò di venderla per i miei affari, si paragonò ad un oggetto, ad un vestito nemmeno troppo costoso, che veniva ceduto per poter soddisfare i miei capricci.
Non é assolutamente vero, io pensavo di fare il suo bene. Si sarebbe sposata con un ricco signore e avrebbe avuto una vita piena di agi. Non pensavo solo a me, ma anche al suo futuro.
Ammetto che il signor Grundy non fosse il giovane che speravo per lei. La mia piccola Saori aveva da poco compiuto i vent'anni, mentre questo mio amico veleggiava verso i quarantaquattro. Ventiquattro anni di differenza sono molti, ne sono cosciente, ma pensavo sarebbe stata felice.
Simon é un uomo di cultura e di maniere raffinate, dovete sapere che rimase vedovo dopo nemmeno tre anni di matrimonio, la moglie era una debole ragazza cagionevole di salute, e la mia Saori gliela ricordava tanto. Ho sperato di poter aiutare un amico ed accasare mia figlia, ma non fu possibile.
Dopo molte discussioni, pianti e notti insonni Saori acconsentì alle nozze. Pensavo di averla convinta di star facendo la scelta giusta. Lei pretese come dono di fidanzamento un prezioso anello, e Simon acconsentì più che volentieri a regalarglielo. Saori iniziò a chiedere regali sempre più costosi, bracciali, collane, orecchini. Simon era così felice di poter accontentare la sua promessa sposa che non badava a spese. Si arrivò a decidere il giorno delle nozze, e Saori chiese l'abito come dono di nozze. Andarono lei e Simon ad ordinarlo, lei pretese di averlo su misura, dicendo che lo voleva assolutamente pronto per il giorno prima delle nozze.
In quei giorni di attesa mi sembrò inquieta, faceva lunghe passeggiate per i boschi, cercava di stare da sola il più possibile. Era pensierosa e cupa. Aveva perso tutta la sua allegrezza e fui sul punto di annullare le nozze, quella non era la mia Saori, era semplicemente la sua brutta copia sbiadita. Provai a parlarne con lei, ma mi disse che non sarebbe stato cortese.
Cortese capite?
Non mi disse che non voleva, che si era innamorata di lui.
Non mi disse che voleva rinunciare alle nozze, che la stavo liberando da un impegno che non aveva mai voluto.
Mi disse che non sarebbe stato cortese, rimasi allibito. La mia Saori non si sarebbe mai espressa in quel modo. Rinuncia ad annullare le nozze, attesi sperando che la mia figliola si riprendesse. Volevo convincermi che il suo stato d'animo fosse dovuto solo alla tensione dovuta al grande passo. Ammetto che chiusi gli occhi davanti alla crisi famigliare e mi concentrai sui miei affari. Con l'aiuto di Simon riprendevano a gonfie vele, mi consigliò e mise una buona parola per me a corte.
Gli fui molto riconoscente, finalmente potevo ripagare i debiti accumulati.
Vedevo poco Saori, gli affari assorbivano il mio tempo, quella settimana prima delle nozze passò senza che me ne accorgessi, e senza che Saori mi dicesse più di dieci parole in tutto.
Come accordato andarono a ritirare il vestito il giorno prima delle nozze, lei era così emozionata che indossò l'abito direttamente in negozio. Sembrava essere tornata la Saori di sempre, il perenne sorriso sulle labbra le illuminava il volto.
Simon mi raccontò che quel giorno Saori gli parlava allegra. Cosa mai successa prima, in quanto lei cercava di tenere sempre un certo gelido distacco. Simon pensava che finalmente Saori avesse accettato le nozze, e ne fu molto contento. Invece la mia figliola aveva progettato ben altro.
Pretese anche di acquistare un piccolo borsello e poi tornarono a casa. Si chiuse in camera sua con la scusa di darsi una rinfrescata, mentre io e Simon discutevamo dei dettagli. Scese poco dopo, chiedendo di poter uscire per una passeggiata. Chi poteva immaginare che cosa sarebbe successo?
Io e Simon acconsentimmo a lasciarla andare da sola, dovevamo discutere di un paio di questioni. Saori mi diceva sempre che sono terribilmente noioso quando lavoro.
Io e Simon ci attardammo fino a sera, eravamo rimasti nel mio studio, e pensammo che Saori fosse andata in camera sua, senza salutarci per non disturbare. Andai a bussare alla sua porta, Simon voleva salutarla, ma trovammo la camera vuota. Una lettera era stata poggiata vicino allo specchio. Era di Saori.
Mi scriveva che non voleva sposarsi, e che era fuggita con un garzone che avevo licenziato nel periodo di crisi. Mi pregò di non cercarla più, e chiese scusa a Simon per l’inganno. Sottolineò il fatto che non le era stata data possibilità di scelta.
Simon si adirò molto. Ovviamente si sentiva preso in giro da tutta la questione e mi disse che me ne sarei pentito amaramente. Mantenne la sua parola. Non potei più mettere piede a Deningrad, gli affari precipitarono e mi rifugiai qui a Tiberoa.
Non ebbi più notizie di Saori, e decisi di cercarla, ma non approdai mai a risultati concreti.
Vi prego, aiutatemi a ritrovare mia figlia, o per lo meno a dirle che non sono adirato con lei, capisco di aver sbagliato, e lo sbaglio più grande è stato quello di non annullare il matrimonio. ”–
I ragazzi restano turbati e scossi dal racconto di Nacoru, per una manciata di secondi regna un silenzio imbarazzante, è Shana a romperlo.
-“ La aiuteremo volentieri, ma ci servirebbe una descrizione di sua figlia e del garzone ”– Drakan sbuffa irritato, possibile che debbano sempre giocare ai piccoli detective? Li trovano tutti loro i problematici di Endiness? Un’occhiata gelida di Rhea lo raggiunge, ed un sibilo lo informa che potrebbe avere un po’ più di rispetto per il dolore di un padre.
-“ Saori è… bellissima. Bionda, con gli occhi neri, minuta e candida ”– descrive il padre, con le lacrime agli occhi. Drakan sbuffa nuovamente, mezza popolazione di Endiness rientra sotto questa descrizione, questa volta Rhea non lo guarda nemmeno, l’indifferenza è l’arma migliore.
-“ Ho anche un piccolo dipinto con me ”– aggiunge, estraendo un piccolo cammeo dalla borsa. Saori è davvero molto bella, proprio come l’ha descritta il padre.
-“ Può darci il cammeo per la ricerca? ”– domanda garbatamente Zeph –“ Sempre che non voglia venire con noi ”–
-“ Caro ragazzo, sono oramai vecchio per questo genere di viaggi, e poi non posso tornare a Deningrad, perché immagino sarà il primo posto in cui andrete ”– si scusa Nacoru, lasciando il cammeo ai ragazzi.
-“ Forse dovremo andare a parlare col signor Grundy “– propone Leonard
-“ Col rischio che ci urli addosso? “– fa notare Celine scuotendo il capo.
-“ Effettivamente… “- concorda il ragazzo
-“ Per ora dobbiamo raggiungere Deningrad, non ci sono molte alternative “– esclama Rhea, rimettendo il pezzo di stoffa nello zaino.
-“ Vero, andiamo adesso, la Furia Regina parte fra poco “– fa notare Zeph, alzandosi.
-“ Se voi andare a Deningrad, io restare qui “– esclama Kronhos, ricordandosi il mal di mare.
-“ Non puoi restare qui da solo “– fa notare Celine
-“ Io andare da giganti, passare del tempo con loro “– annuncia deciso. Dopo vari tentativi di convincimento i ragazzi decidono di dividersi, il gigante ha promesso di farsi trovare a Fletz, dove ci sarà anche Nacoru, il quale deve concludere degli affari.
Il signor Nacoru li ringrazia sentitamente e lascia partire i ragazzi, che si imbarcano diretti verso Deningrad. Il viaggio procede senza intoppi, i ragazzi ne approfittano per riposarsi e pensare ai loro problemi, c’è chi pensa alla famiglia lontana, chi agli amici, chi al futuro.
Arrivati a Deningrad, dopo essere passati da Furni, i ragazzi decidono di andare alla ricerca del signor Grundy. L’impresa si rivela fin troppo semplice, infatti ascoltano involontariamente una conversazione fra due cameriere che lavorano nell’osteria dove si sono fermati a mangiare.
-“ Hai sentito? “-
-“ Che cosa?” –
-“ Grundy ha chiesto la mano della figlia di Alrich” –
- “Davvero, quella bella figliola?” –
- “Si, oh guarda, eccolo col padre di lei” – sussurra indicando due uomini seduti ad un tavolo.
- “Certo che la piccola Nacoru gli ha fatto proprio un brutto scherzo…” -
- “Scappare così il giorno delle nozze” – conclude l’altra
- “Eppure non so biasimarla, lui è così poco adatto per una giovane come lei” – mormora in tono confidenziale la cameriera.
- “Scusi?” – domanda cortesemente Shana – “ho involontariamente ascoltato la vostra conversazione, sapreste dirci qualcosa di più su questa storia?” – le due donne paiono raggelate dalla richiesta, ma Celine si premura di tranquillizzarle
- “Vi prego, siamo incuriosite dall’accaduto, sapete che cosa è successo alla sposa?” – i ragazzi decidono di stare zitti, la parte dei pettegoli non si addice molto a tre ragazzi armati. Le interpellate, invece, non si fanno pregare e si lanciano in una dettagliata descrizione della coppia.
Ai ragazzi salta subito all’occhio un’evidente incongruenza. Grundy non è quell’amabile signore innamorato della moglie deceduta che ha descritto Nacoru.
- “Dovete sapere che non è il primo matrimonio organizzato per Grundy che finisce pressappoco così. Quattro anni fa una giovane ragazza, bella tanto quanto Saori, aveva acconsentito a sposarlo.
Non era passato nemmeno un mese dalle nozze, che la sposa, dopo un furioso litigio, fuggì piantando marito e amici” –
- “Che cosa successe con Saori?” – domanda Rhea, cercando di arrivare al punto cruciale.
-“ Saori scappò il giorno prima delle nozze, si dice che fuggì col garzone che il padre aveva licenziato in un periodo di crisi” –
- “Per ora non ci hanno detto nulla che già non sapessimo” – ringhia Drakan a bassa voce.
- “Shh, magari riusciamo a scoprire qualcosa su questo tizio” – gli risponde Rhea, sorridendo alle due donne.
- “Un garzone” – strilla Celine in una perfetta imitazione di pettegola curiosa
- “Oh si” – inizia a raccontare compiaciuta una delle due cameriere – “un così bel giovane, nevvero Marì?” –
- “Vero Clara, verissimo, e di buone maniere” –
- “Lewis Kensu mi pare si chiamasse” –
- “Si, aveva anche deciso di diventare militare, poverino. Non sapeva più come mantenersi” –
- “Per caso sapete dove sia ora?” – domanda Shana, speranzosa
- “No, se ne è andato poco prima del giorno delle nozze, senza dire a nessuno dove fosse diretto” –
Drakan sibila qualcosa di incomprensibile, ma che di certo non è un complimento per le cameriere. Leonard e Zeph hanno oramai smesso di ascoltare, preferiscono raccontarsi storielle a vicenda.
Anche Rhea inizia a dare segni di insofferenza, mentre Celine e Shana cercano di reggere il gioco il più a lungo possibile, continuando a chiedere spiegazioni sui particolari.
- “Forse Lalla sa qualcosa di più” – afferma Marì, dopo mezzora di commenti sulla vicenda
- “Lalla chi?” – domanda Rhea improvvisamente interessata
- “Lalla, è la vecchia balia di Saori, poverina anche lei è stata sfortunata. Ha avuto una tresca col signor Nacoru, ed è per questo che è stata licenziata” – sussurra in tono complice Clara
- “Poi la piccola Saori si confidava spesso con lei, all’insaputa del padre” – aggiunge l’altra sempre con lo stesso tono. Dopo aver ricavato l’indirizzo di questa balia i ragazzi si recano a farle visita.
Dapprima la donna nega tutto, spaventata da questo gruppo di sconosciuti che vogliono a tutti i costi sapere qualcosa della sua pupilla
- “La prego, ci manda il signor Nacoru, vede? Ci ha dato lui questo cammeo” – supplica spazientita Celine, mostrando il piccolo ritratto.
- “Il vecchio testardo si è finalmente deciso a perdonarla?” – domanda dubbiosa la donna
- “Così pare, per favore, siamo stati due ore ad ascoltare le chiacchiere delle cameriere della taverna, può dirci qualcosa di utile per trovare Saori?” – risponde Rhea oramai stanca di chiacchiere e pettegolezzi.
- “Non so se faccio bene a dirvelo ma, Sullivan non si sarebbe mai separato da questo dipinto, potrei fidarmi… “- le esitazioni della donna sono la goccia che fa traboccare il vaso, per lo meno quello di Drakan, che le piazza sotto gli occhi una lettera con lo stemma di Nacoru
- “Questa è la lettera per la figlia perduta, ci creda, non vogliamo farle nulla. Fosse per me non mi sarei nemmeno imbarcato in questa situazione” – specifica – “ma ci sono dentro, allora ci dice qualcosa o dobbiamo portare a Nacoru la notizia che la sua vecchia amante non ci ha aiutati?” – ringhia rabbioso. La balia, intimorita dalla sfuriata, risponde immediatamente
- “Vedo che Nacoru è intenzionato a farsi perdonare da Saori, però non so molto.
Saori venne da me, quando le annunciarono le nozze. Era disperata. Lei aveva già progettato di sposarsi con Lewis, e prima che me lo chiediate non ho suoi ritratti. Posso dirvi che è un normale ragazzo dai capelli e dagli occhi castani. Non è di aiuto, anzi, ne potreste trovare mille corrispondenti a questa descrizione.
Fatto sta che Saori e Lewis progettarono di fuggire, ma lei non ne aveva il coraggio. Infatti ha indugiato sino al giorno prima delle nozze, questa decisione la prese anche perché aveva sentito storie inquietanti su Nacoru e i suoi precedenti matrimoni.
Due settimane prima del matrimonio venne da me disperata, mi disse che Lewis era stato stanziato ad Hoax, lontanissimo da qui. Lei aveva continui dubbi sul da farsi, fino a quando mi disse che sarebbe fuggita. Mi promise che mi avrebbe scritto, non appena lei e Lewis si fossero sistemati.
Di più non so, mi è arrivata una sola lettera, nella quale mi dice di essere arrivata a Serdio, e di star cercando un lavoro per mantenersi.” –
- “Non so come ringraziarla” – esclama Shana, profondamente riconoscente per queste informazioni.
Dopo i saluti di rito i ragazzi partono per Hoax, dall’altro capo del continente. Drakan non è assolutamente in accordo con la decisione, d’altronde il diario non da segni di vita, ognuno ha il proprio dragone e non ci sono pericoli che incombono sulle loro teste.
L’unico che avrebbe diritto a lamentarsi è Zeph, al quale è stato rubato il dragone, ma egli non fa obiezioni.
Rassegnato si limita a seguire il gruppo durante il lungo viaggio. Anche Drawol non è felicissimo di questi continui spostamenti, il doppio viaggio sulla Furia Regina lo ha innervosito.
I ragazzi varcano il confine con Serdio quando il sole sta calando, con al seguito solo Drawol, il quale però viene prontamente spedito nella foresta da Drakan.
- “Un drago non passerebbe inosservato, tutt’altro” – si giustifica con l’animaletto da compagnia, che riluttante si allontana. Lyko, invece, li ha abbandonati all’inizio dell’avventura, così come Kronhos.
Dopo molte ore di viaggio, percorso sia a piedi che con altri mezzi il gruppo giunge a destinazione.
- “Che strana città” – mormora Rhea fissando le palizzate che si ergono a difesa di Hoax
- “È una città-fortino” – spiega telegraficamente Drakan
- “Ma a cosa serve? Non ci sono guerre in corso” – domanda Zeph incuriosito
- “Serve ad addestrare le nuove leve” – spiega Leonard, osservando un gruppo di ragazzi impegnati in duri allenamenti fisici. Rhea fa per varcare le mura della città, ma Shana la blocca
- “Non vorrai essere trafitta da un centinaio di frecce” – esclama poi, indicando un gruppo di arcieri appostati sulle suddette mura
- “Ci è concesso il permesso di entrare in città” – domanda cortesemente Drakan, mettendo bene in mostra la spada, ed invitando gli altri a fare altrettanto.
- “Perché stiamo mostrando le armi?” – domanda Rhea scettica
- “Per far vedere che non abbiamo nulla da nascondere, se decideranno di trattenerci le armi non potremo opporci, in teoria…” – ringhia in risposta Drakan. La sentinella concede il permesso, senza nemmeno pretendere il fermo delle armi.
Il sollievo è grande, soprattutto perché la stanchezza si è accumulata ed i ragazzi vogliono solo dormire in un letto comodo.
- “Ho una proposta” – annuncia Celine – “rimandiamo a domani le ricerche di Saori” –
- “Mi associo” – risponde Zeph, seguito a ruota dagli altri. Si inizia quindi la ricerca di un albergo, ma sembra complicato trovarlo. In compenso vi sono moltissimi negozi di armi ed armature. Interessata, Rhea, si ferma ad osservare una vetrina. Uno strano bastone bianco con una pietra viola campeggia al centro, il biglietto col prezzo riporta anche scritta una piccola descrizione:
“Arma usata dagli alati per convogliare e potenziare il proprio potere magico”
- “Bellissima” – mormora, rapita dall’idea di poter lanciare incantesimi in maniera facilitata.
- “Cosa?” – domanda Celine avvicinandosi
- “Quella” –
- “Oh si, solo che il costo…” -
- “Lo so, però nulla mi impedisce di sognare” –
- “Penso che il costo sia influenzato tantissimo dalla pietra viola” – commenta Leonard, aggiungendo subito dopo – Credo sia una pietra preziosa, o comunque incantata. –
- “Ma se Rhea facesse montare lo spirito al posto della pietra?” – propone Zeph fissando il bastone – “Il prezzo si dovrebbe notevolmente abbassare” -
- “Sì, sì vi prego!” – supplica Rhea cercando di entrare nel negozio, ma la porta è chiusa.
- “È tardi! Ovviamente è tutto chiuso” – commenta Drakan gelido
- “Possiamo tornare domani?” – domanda Rhea implorante
- “Va bene, così ne approfitteremo anche per vedere che cosa offre a noi, credo troveremo articoli interessanti” – risponde Shana. La ricerca di un posto per la notte prosegue, Hoax è molto animata anche di notte, soldati e nuove leve si allenano, sorvegliano e discutono. Stufi dell’infruttuosa ricerca decidono di chiedere ad una sentinella, la quale indica un edificio in fondo alla strada.
Finalmente giungono a destinazione, la taverna è piccolina ed accogliente. La proprietaria, una florida donna di cinquant’anni, li fa accomodare nelle stanze.
- “Sapete, non abbiamo mai molti turisti. Di solito alloggiano da noi le fidanzate o le mogli dei soldati” – spiega, mentre sistema le lenzuola sui letti.
- “Per caso ha alloggiato da voi una certa Saori?” – domanda con noncuranza Shana
- “Saori? Fatemi pensare… “- risponde lei, picchiettandosi il mento col dito – “No, non mi pare, ma sapete, le nostre clienti si fermano sempre per pochi giorni. Con tutto questo viavai un nome è molto difficile da ricordare” – si giustifica sorridendo – “Però adesso è tardi, vi lascio riposare, immagino siate molto stanchi” – e detto questo lascia i ragazzi nelle loro stanze. Drakan invece, per nulla affaticato dal viaggio, ne approfitta per visitare Hoax di notte. Ovviamente all’insaputa degli altri.
Mentre vaga per la città viene avvicinato da tre guardie alticce, che iniziano a commentare il suo aspetto
- “Ma che bel cappotto nero” –
- “Vuoi mettere coi suoi capelli?” –
- “Ragazzi non vi sembra sospetto? Tutto vestito di nero, che bazzica per la città di notte…” - Drakan vorrebbe ignorarli, non gli sembra il caso di iniziare una rissa. Questo fino a quando uno dei tre ragazzi lo afferra per un braccio.
- “Mossa sbagliata” – sibila, prima di mandarlo a sbattere contro il muro di una casa. I due compari sembrano voler vendicare l’amico, ma vengono strizzati come due stracci, e lasciati in mezzo alla strada per smaltire la sbornia.
La mattina dopo i ragazzi si trovano fuori dalle loro stanze, tutti tranne Drakan, il quale li raggiunge nell’atrio. I ragazzi non fanno domande, è normale che Drakan non dorma o si riposi come loro.
Finalmente si iniziano le indagini per trovare Saori. Hoax è grande, e soprattutto è una specie di porto di mare. Sono pochi gli abitanti stabili. La maggior parte della popolazione è composta da soldati che vengono continuamente spostati da un luogo all’altro.
La mattinata è passata e non si hanno risultati concreti, solo voci non confermate di pettegolezzi forse inventati. Il gruppo decide quindi di tornare al negozio di armi.
Un giovanotto li accoglie domandando cosa desiderino
- “Allora” – inizia Rhea – “ieri sera ho notato quel bastone in vetrina, è possibile sostituire la pietra con questa?” – domanda allungando lo spirito sul bancone
- “Certo ma… ne è sicura? La pietra è incantata, ha delle proprietà…” -
- “Anche questa ha delle proprietà particolari” – assicura Rhea
- “Il prezzo?” – domanda poi Zeph
- “Direi che uno sconto si può fare, contando che non volete la pietra” –
- “Io non lascerei la pietra incustodita” – ringhia Drakan giocherellando con una spada trovata nel negozio
- “Sarà solo questione di un paio d’ore” – assicura Rhea – “se proprio non ti fidi puoi sempre restar a fare la guardia” –
- “Ti ricordo che io ho la mia pietra, fai come ti pare” – conclude uscendo.
- “Mi raccomando, se succede qualcosa alla mia pietruzza…” - minaccia Rhea scherzando
- “Ehm… si… certamente” – risponde il commesso quasi spaventato dal comportamento della cliente. Si avvia quindi nel retrobottega, tornando poco dopo dicendo di tornare nel pomeriggio, così che si possano apportare le modifiche.
I ragazzi escono e tornano alla taverna per pranzare. Il pasto è abbondante e cucinato squisitamente.
- “Forse sono stati qui solo per poco” – ipotizza Leonard
- “Oppure non si è fatta chiamare Saori, ed anche Lewis ha un’altra identità” – replica Shana
- “Vero, ma Lewis non può cambiare nome come se nulla fosse, ci sono dei registri precisi nell’esercito” – fa notare Leonard
- “Che rompicapo” – mormora sconsolata Celine, Drakan sta fissando il diario, covando la speranza che dia un altro indizio e possano così andarsene da Hoax. Il diario, però, non collabora
- “Vuoi consumarlo?” – domanda ironica Rhea, lo sguardo gelido di Drakan non le impedisce comunque di continuare – “Sembra proprio che per te sia una tortura essere venuti sino ad Hoax” –
- “La tortura è aver dovuto abbandonare la missione” – risponde algido
- “Missione?” –
- “Si, cercare lo spirito di Zeph, cercare lo spirito mancante, cercare Mikahil…” - elenca sardonico, contando sulla punta delle dita tutto ciò che si dovrebbe fare –” Invece siamo qui, alla ricerca di una ragazzina viziata che non vuole tornare a casa” – conclude ferocemente, lasciandosi ricadere pesantemente contro lo schienale della sedia e passandosi una mano fra i lunghissimi capelli scuri.
- “Posso farti solo un piccolissimo appunto?” – domanda cauta Rhea, che si rende conto di aver fatto un casino. Drakan si da al mutismo e Rhea prosegue – “Come facciamo a fare tutte quelle cose se non abbiamo nessuna informazione?” –
- “Poi se Mikahil o Nicholas vogliono qualcosa, saranno loro a trovarci” – commenta Zeph – “Come hanno sempre fatto, d’altronde” – Drakan continua a non rispondere. Un silenzio imbarazzante cala sui commensali, ed il pranzo procede senza ulteriori commenti.
Una giovane cameriera si avvicina domandando gentilmente se gradiscono altro. La risposta dei ragazzi è negativa, e dopo aver pagato il conto, tornano al negozio per recuperare l’arma di Rhea.
- “Salve” – saluta cortesemente il giovanotto, porgendo l’oggetto a cui sono state apportate le dovute modifiche. Rhea decide di controllare le proprietà della nuova bacchetta e inizia a ghiacciare un’alabarda, sciogliendo il ghiaccio subito dopo. Il commesso è sconvolto, ma non può far nulla: il cliente ha sempre ragione! Soddisfatta del risultato la ragazza paga ed esce seguita a ruota dai compagni.
- “Dove andiamo adesso?” – domanda Zeph
- “Non ne ho idea, dovremo cercare Saori, ma sembra che non abbia mai messo piede ad Hoax” – replica Shana sconsolata
- “Potremo mostrare il ritratto, invece che chiedere il nome” – propone Celine – “se davvero ha cambiato nome non la troveremo mai” –
- “A chi potremo chiedere?” – chiede Leonard
- “Alle solite vecchiette che sanno tutto di tutti” – ghigna Rhea avviandosi al mercato
- “Scusi, mi sono trasferita qui da poco e stavo cercando la mia amica, è bionda con gli occhi neri” – Rhea si ferma un momento per estrarre dalla borsa il piccolo ritratto e mostrandolo alla signora che ha appena fermato.
- “Mi dispiace, ma non penso di averla mai vista” – risponde l’interrogata
- “Iniziamo bene” – commenta Shana, le ricerche non procedono, altre domande ed altre risposte negative.
- “Non possiamo arrenderci così” – insiste Celine mirando ad un’altra possibile fonte di informazioni – “Andiamo dal Gran Sacerdote di Hoax, se si sono sposati devono essere andati là” –
- “Accidenti, come abbiamo fatto a non pensarci prima?” – commenta Leonard – “Celine sei un genio!” –
- “Grazie, lo so” – risponde con finta modestia la ragazza, scoppiando poi a ridere.
Giungono finalmente alla cattedrale di Hoax, la quale è molto frequentata dalle giovani coppie che intendono sposarsi, magari all’insaputa dei parenti. Chiedono ad un giovane paggio di poter parlare con il Sacerdote.
- “Attendete, vedrò se può ricevervi” – replica cortesemente, facendoli accomodare in un lussuoso ufficio. Poco dopo il Gran Sacerdote Froser entra nella stanza
-“ Una giovane coppia di innamorati che vuole sposarsi immagino!”- afferma, sorridendo benevolo verso i ragazzi.
Celine e Shana sono sedute vicine, con Leonard e Zeph alle loro spalle, mentre Rhea e Drakan sono in piedi,e stanno discutendo a bassa voce.
-“Immagino siano loro a voler celebrare le nozze”- dice Froser indicando Rhea e Drakan , Zeph inizia ad annuire, seguito a ruota dagli altri. I due interessati invece non si sono accorti di nulla, sono troppo impegnati ad insultarsi a vicenda
-“ Siete i testimoni?” – domanda cortesemente il Sacerdote, Celine e Shana vorrebbero scoppiare a ridere, ma annuiscono di nuovo
-“Bene, iniziamo?”- annuncia battendo le mani per richiamare l’attenzione
-“Iniziare cosa?”- domanda Rhea perplessa
-“La celebrazione, mi sembra ovvio”-
-“Celebrazione?”- chiede Drakan
-“Del matrimonio”- spiega impaziente il Sacerdote. Drakan e Rhea lo fissano come se gli fosse spuntata una testa in più
-“ Non siate timidi”- li incoraggia lui
-“Io, e lui?”- mormora Rhea in un tono fra lo schifato e lo stupito
-“Io, e lei?”- commenta nello stesso momento Drakan fissando Rhea
-“MAI”- è la risposta strillata all’unisono dai due fidanzatini. Drakan se ne va velocemente borbottando parole sconnesse come: gabbia di matti, scherzi stupidi, nemmeno per sogno.
-“Se non siete venuti qui per sposarvi che cosa cercate?”- domanda avvilito il Gran Sacerdote, era così felice all’idea di poter celebrare un matrimonio.
- “Una ragazza, Saori Nacoru, ed il suo sposo Lewis Kensu” – risponde Rhea, mostrando speranzosa il piccolo ritratto, dopo un momento di riflessione il Gran Sacerdote soddisfa la richiesta dicendo
- “Mi ricordo di lei, perché mi diede dei gioielli in cambio della celebrazione del matrimonio, di solito non voglio nulla per farlo. Certo non disdegno le donazioni, ma non le pretendo.
Suppongo fosse il classico caso di matrimonio non approvato dai genitori, erano entrambi molto agitati” –
- “Per caso sa dove siano adesso? Dobbiamo consegnare una lettera a Saori” – domanda urgentemente Shana
- “Penso che siano ancora qui ad Hoax, Lewis è una sentinella alle porte della città, probabilmente vivono in un piccolo appartamentino per le coppie giovani, ad Hoax è normale. Molti soldati vivono in questa maniera” – spiega il Gran Sacerdote alzandosi – “Chiedete al comandante Carlos, potrebbe esservi di aiuto” – conclude conducendoli all’uscita dell’ufficio.
Leonard e Zeph decidono di andare da una parte e le ragazze dall’altra. Divisi avranno più probabilità di trovare l’ufficiale Carlos. Dato che oramai è sera si limiteranno a raccogliere informazioni da esaminare a cena.
-“Forse riusciremo a trovarla” – annuncia Rhea al settimo cielo –“ dove sarà andato Drakan?”- aggiunge guardandosi attorno
-“ Preoccupata?” – butta lì Shana maliziosamente,
-“Sì, per le guardie di Hoax, non oso immaginare che cosa succederebbe loro se lo importunassero”- replica Rhea seriamente –“Inoltre non ha un aspetto, come dire, rassicurante. Non vorrei che lo scambiassero per qualche malintenzionato”- spiega
-“ Effettivamente con quel cappotto addosso”- commenta Celine, addentrandosi in un vicolo
-“ Sapete che reagisce leggermente male se qualcuno si permette di infastidirlo. È proprio un ragazzo problematico”- conclude Rhea ridendo
-“Scusi, lei conosce questo ragazzo tutto vestito di nero e coi capelli lunghi?”- domanda una giovane recluta che ha ascoltato il discorso delle ragazze
-“ Drakan? Sì, è un ragazzaccio cattivo. No sto scherzando, è solo un po’ irascibile, perché?”-
-“ Vede questo livido?”- domanda alterato, mostrando il braccio –“Me lo ha lasciato il suo amico come ricordo”-
-“ Per curiosità, lei che le ha fatto?”- il ragazzo arrossisce e mormora
-“ Eravamo un po’ sbronzi, ma non è un buon motivo per spezzare un braccio ad Alan”-
-“ Alan?”-
-“ Un mio compagno”-
-“ Ripeto, che cosa gli avete fatto?”- domanda Rhea meno cortesemente di prima
-“ Nulla di che, lo abbiamo fermato perché ci sembrava un tipo sospetto, Alan lo ha afferrato per un braccio e si è ritrovato sbattuto contro un muro e col braccio rotto”- il sorriso di Rhea diventa un’espressione di gelida rabbia
-“ Di grazia, se eravate sbronzi non eravate di certo in servizio, quindi con che diritto lo avete fermato?”- domanda gentilmente Celine, Shana intuisce che i ragazzi vorrebbero vendicarsi. Ovviamente non su Drakan, ma su di loro.
-“Siamo pur sempre guardie, e visto che voi lo conoscete dovrete darci le informazioni che ci servono per trovarlo”-
-“Anche se lo trovaste… cosa pensate di fare?”-
-“ Indubbiamente questo Drakan è un tipo pericoloso”- afferma un'altra recluta, che mostra un bellissimo livido violaceo attorno all’occhio destro –“Quindi dobbiamo trovarlo ed incarcerarlo”-
Le tre ragazze scoppiano a ridere, Drakan in carcere? Impossibile!
Le risate evidentemente indispongono i giovincelli, che sono diventati quattro nel frattempo, che sibilano
-“ Non ci troviamo nulla di divertente, volete che vi costringiamo a collaborare?” –
-“ Costringerci? E come?”- domanda dolcemente Shana, Celine è sconvolta, non vedono forse che sono tutte e tre armate? Forse ritengono che non sappiano usarle
-“ Siete solo tre ragazze, che potete pensare di fare?”- commenta arrogantemente uno dei quattro
-“ Santo cielo, Celine, Shana, siamo solo delle povere fanciulle deboli ed indifese”- mormora Rhea poggiandosi le mani davanti alla bocca, in una parodistica imitazione di paura.
-“ Rhea, chiamiamo qualche baldo giovane che ci difenda”- aggiunge Shana incrociando le braccia sul petto
-“ Ho tanta paura, ci faranno tanto male questi cattivoni”- commenta Celine, fingendo di nascondersi dietro alle amiche. I soldati percepiscono fin troppo il tono sarcastico delle ragazze, e decidono di usare le maniere forti. Per non fanno in tempo ad avvicinarsi che Rhea ghiaccia loro i piedi al terreno
-“ Funziona benissimo”- commenta ridendo, mentre Celine giocherella col pugnale e Shana osserva la sua spada.
-“Davvero volete farci combattere?”- domanda Celine cauta.
-“Non vi conviene, ve lo assicuro”- aggiunge Shana –“ Rhea, lasciali, è scorretto così”-
-“Anche quattro contro tre è sleale”- borbotta sciogliendo il ghiaccio, non fanno in tempo a scontrarsi che una voce dietro di loro tuona
-“Che sta succedendo?”-
-“Comandante Carlos”- mormora una delle reclute
-“Non vi avevo detto di cercare il sospetto che ha rotto un braccio ad Alan?”- continua prima di accorgersi delle tre ragazze
-“Voi, che cosa state facendo?”-
-“Noi?”- strilla Rhea incredula –“Loro hanno attaccato briga”-
-“Cosa?” – il comandate Carlos è furioso –“Voi stavate attaccando queste fanciulle, siete sospesi, andate immediatamente in caserma. Nezumi, li accompagni. Voi state bene? Vi hanno fatto qualcosa?”-
-“Non ci hanno fatto nulla, fortunatamente”- afferma Celine rabbiosa
-“Inoltre non siamo indifese”- sottolinea Shana
-“Comunque il sospetto è nostro amico, ed è stato trattato come noi, solo che noi non abbiamo avuto il tempo di spezzare braccia e gambe”- afferma Rhea inviperita
-“Se è vostro amico forse potrete convincerlo ad arrendersi”-
-“Perché? Dov’è?”- domanda Rhea allarmata. Il comandante Carlos li scorta in una piazza in cui Drakan è circondato da delle guardie, il tipico sorriso sarcastico dipinto sulle labbra
-“Cosa diavolo stai facendo?”- strilla Rhea volando in mezzo alla piazza
-“Cosa vuoi ragazzina?”-
-“Vorrei tirarti fuori dai guai per una volta, abbiamo trovato Carlos”-
-“Guai? Tu sei il mio peggior guaio”- sbraita
-“Io?”- strilla in risposta la ragazza. Le guardie sono sbalordite, per prima cosa un’alata è volata in mezzo alla piazza vicino al sospetto, secondo gli sta urlando addosso senza tanti problemi.
Leonard e Zeph arrivano proprio in quel momento
-“Ehi Celine, Shana”- urla Leonard per attirare la loro attenzione –“Altra litigata fra i nostri fidanzatini?”- domanda malizioso
-“Oh si, la vita di coppia li stressa”- replica Shana ridendo
-“Quei due sono fidanzati?”- si intromette Carlos stupito
-“No, è una lunga storia”- risponde Celine, raccontando l’episodio avvenuto dal Gran Sacerdote. Nel frattempo Rhea e Drakan continuano ad urlarsi addosso, circondati dai soldati
-“Smettila di fare la primadonna”-
-“Primadonna?”- replica incredulo Drakan –“Io sarei la primadonna di cosa?”–
-“Guarda lo spettacolino che hai organizzato?”-
-“Spettacolino? Organizzato? Hanno fatto tutto loro”- si giustifica indicando le guardie che li stanno osservando basiti
-“Loro? E tu non hai fatto nulla vero? Non hai spezzato un braccio ad Alan, non hai picchiato altre due reclute”-
-“Come lo sai?”-
-“Perché ci hanno fermate per avere informazioni su di te! E non sono stati gentili! Quando capirai che le tue azioni, adesso, si posso ripercuotere su tutto il gruppo?”- domanda Rhea acida.
-“Le ripercussioni? Da quando ti interessano? Sei tu la prima che si mette nei guai”-
-“Io non faccio a botte con delle guardie”- sottolinea
-“Quelle non sono guardie, sono ragazzini dediti all’alcool che mi hanno infastidito, questi ragazzi sono la rovina dell’esercito. Io li ho solo rimessi un attimo in riga”- specifica Drakan
-“Non è compito tuo farlo”-
-“Non mi interessa, non dovevano infastidirmi, tu che avresti fatto?”- domanda malizioso, Rhea rimane in silenzio un momento
-“Non avrei comunque spezzato alcun braccio”- tenta di difendersi
-“Bugiarda!”- accusa Drakan
-“Ragazzi, che ne dite di calmarvi?”- suggerisce Leonard
-“Dillo a questa pazza isterica”-
-“Dillo a questo esaltato”
Leonard scuote il capo, non c’è nulla da fare, Carlos ha la brutta idea di avvicinarsi ai due ragazzi per poter parlare a Drakan
-“Chi è lei?”- lo fredda il ragazzo
-“Lui è il comandante Carlos, ci aiuterà a trovare Lewis”- spiega Rhea
-“Drakan, è vero che lei ha rotto un braccio ad Alan e ferito intenzionalmente anche Juan e Dick?”-
-“Legittima difesa”- replica lui
-“Visto che le piace tanto usare le mani può insegnare alle reclute, sarà un modo per rimediare a ciò che ha fatto”-
-“Si va bene”- risponde Rhea per lui, mormorando poi a Drakan –“ci servono le sue informazioni, comportati bene, se vuoi andartene da Hoax al più presto”-
-“Lei signorina”- dice poi rivolgendosi a Rhea –“aiuterà a mettere a posto la palestra”-
-“Cosa?”- sibila
-“Comportati bene Rhea”- sussurra sardonico Drakan
Poco dopo si ritrovano nella palestra Carlos assicura che fra loro ci sarà anche Lewis, solo che non si ricorda esattamente chi sia, sa che fa parte del secondo squadrone.
Lì sono radunate delle reclute che si stanno allenando con delle spade finte. Rhea nota che un sacco di ragazzi che non sanno nemmeno tenere in mano la spada, altri la maneggiano come fosse una forchetta.
-“Ishikawa, questi due ragazzi ti aiuteranno, Rhea metterà a posto gli strumenti, Drakan invece può aiutarti con le dimostrazioni pratiche”-
-“Perché io devo fare la donnina di casa?”- domanda stizzita Rhea
-“Perché tu sei una donna”- commenta Drakan.
L’allenatore Ishikawa annuncia di voler insegnare loro un po’ di corpo a corpo, ed userà Drakan come manichino. Come sembra ovvio non è una grande idea, tutt’altro.
La prima mossa prevede che Drakan finisca a gambe all’aria, quello che finisce per terra è invece Ishikawa. La risata di Rhea rompe il silenzio imbarazzante.
-“Zitta, tu devi solo mettere a posto”-
-“Se l’allenatore è così scarso, non oso immaginare questi poveri ragazzi”- si limita a commentare Rhea
-“Rhea, non mancare di rispetto all’allenatore”- la riprende Drakan sghignazzando. Carlos non sa che dire, è troppo imbarazzato per rispondere qualsiasi cosa. Ishikawa intanto si è rialzato e riprende gli allenamenti come se nulla fossa. Altra mossa altra figuraccia, le reclute iniziano ad inquietarsi, mentre l’allenatore viene umiliato da questo ragazzo ed e soggetto alle battute della ragazza.
Stanco di questa situazione Ishikawa abbandona la palestra
-“Tutto quello che vi ha insegnato quell’individuo è inutile”- annuncia Drakan, preparandosi a tenere la prima lezione utile per quelle reclute
-“Adesso vi insegnerò un paio di trucchi, poi li proverete uno alla volta come me”-
-“Io devo ancora fare da sguattera?”- domanda Rhea
-“Fai quello che ti pare, basta che lo fai in silenzio”-
-“Siamo nervosetti nevvero tesoro?”- chiede Rhea dolcemente
-“Certo cara”- risponde Drakan calcando sulla parola cara
-“Dovresti sfogarti sai, non fa bene tenersi tutto dentro”-
-“Oh non potrei mai”- risponde Drakan candidamente –“ci sei tu che fai la parte della pazza isterica ipersensibile, non voglio rubarti la parte”-
-“Ti diverti a giocare al lupo solitario, vero?”-
-“E tu ti diverti a giocare alla psicologa?”-
-“Diciamo che è interessante studiare la tua complessa personalità”-
-“Vogliamo far notte o insegniamo qualcosa a questi ragazzi, per ora abbiamo insegnato solo come offendersi gratuitamente”-
-“Quando vuoi”- replica Rhea inchinandosi. Drakan finalmente può iniziare la lezione, con Rhea come assistente.
Dopo aver spiegato il primo esercizio chiama un ragazzo
-“Tu, come ti chiami?”-
-“Kiba Rikuwa”-
-“Bene Kiba, prova quello che ho appena spiegato, con Rhea”- il ragazzino è in imbarazzo
-“Ma, maestro, lei è una… ragazza”- bisbiglia come se fosse un segreto di stato
-“Tutti che mi ritengono piccola ed indifesa”- piagnucola Rhea, poi afferra il ragazzino e lo fa volare dall’altra parte della palestra –“Visto? So difendermi”- li rassicura con un sorriso.
I ragazzi più che esserne rassicurati ne sono spaventati, le dimostrazioni continuano, Drakan insegna, Rhea rimprovera i ragazzi di usarle troppa gentilezza
-“Ragazzi sveglia! Non sono fatta di cristallo, vi lascereste uccidere da una ragazza? No! Non abbiate paura di farmi male, vi ho dimostrato di sapermi difendere. Male che vada vi posso sempre gelare”- aggiunge, e come dimostrazione pratica usa il bastone per ghiacciare una spada di legno.
-“Bene, vieni tu”-
-“Lewis Kensu, signore”- si presenta il ragazzo. Rhea e Drakan si scambiano uno sguardo, ma fanno finta di nulla. Finite le lezioni Drakan ferma Lewis.
-“Tu, sei sposato con Saori vero?”- senza aspettare gli da la lettera dicendo –“gliela manda suo padre, se vorrà parlarci ci troverà alla locanda di Kazumi”- e si allontanano, lasciando Lewis con la lettera in mano ad interrogarsi.
Tornati alla locanda ci sono tutte le dovute spiegazioni del caso, i ragazzi decidono di restare in attesa, ed avvertono la locandiera che, se arriverà Saori, loro saranno pronti a riceverla.
Saori non si presenta in serata, ed i ragazzi decidono di andare in una camera e parlare della giornata appena trascorsa. Si fa presto notte fonda, ed i ragazzi decidono di riposarsi un poco.
La mattina dopo, mentre si stanno dedicando alla colazione, arriva Saori.
-“Siete voi che avete consegnato questa lettera a Lewis?”-
-“Si”- risponde Shana
-“Voi… avete incontrato mio padre?”-
-“Sì”-
-“Lui… mi ha perdonata?”-
-“Sì, altrimenti non saremo mai venuti a cercarti”- risponde Rhea
-“Come sta mio padre?”-
-“Bene, è solo preoccupato per te”- dice Zeph. Iniziando poi a raccontare come si sono incontrati e cosa li ha portati alla sua ricerca.
-“Grundy, quel vecchiaccio”- commenta Saori disgustata –“voleva solo una cosa da me, la stessa cosa che voleva da tutte le sue mogli. Un erede, non gli interessava come stessi o cosa desiderassi. Mi ha regalato tutti quei gioielli… non poteva immaginare che li avrei usati per pagarmi la libertà. Per i primi tempi, qui ad Hoax, ho vissuto di rendita, mentre Lewis riceveva la paga da soldato semplice”- spiega la ragazza con le lacrime agli occhi –“non è stato semplice, anzi. Per il primo tempo ho soggiornato in una locanda, dopo esserci sposati abbiamo potuto ottenere un piccolo appartamentino per me e Lewis. Adesso sono felice, e capisco anche le decisioni di mio padre. Ho… ho scritto una risposta, tornerete da lui per consegnargliela?”-
-“Certamente, ha deciso di perdonarlo?”-
-“Si, è pur sempre mio padre, non posso restare arrabbiata con lui. Non so come ringraziarvi”-
-“Di nulla”- assicura Leonard -“È stato un piacere, anche se è stato difficile trovarvi”-
-“Oh si, per il primo tempo ho usato un altro nome, non potevo rischiare che Grundy mi trovasse, ma fonti fidate mi dicono che ha puntato un’altra ragazza”-
-“La tua balia?”-
-“Come fate a conoscerla?”-
-“È stata lei a dirci che ti eri diretta ad Hoax”- spiega Celine. Dopo altre spiegazioni ed altre rivelazioni i ragazzi salutano Saori e si avviano per tornare a Fletz, ma vengono intercettati dal comandante Carlos
-“Drakan, vorrei offrirle un posto come insegnante alla caserma”- propone schiettamente
-“Grazie, ma devo declinare l’offerta, devo sistemare degli affari personali”- replica
-“Rhea? Propongo la stessa cosa anche a te”-
-“No grazie, primo perché non penso che i suoi ragazzi mi prenderebbero sul serio, e non posso farne volare uno ad ogni lezione, poi ho anche io delle cose da fare, gente da vedere, posti da visitare”-
Carlos capisce che nessuno dei ragazzi accetterebbe il posto e li saluta, augurando loro ogni fortuna.
Appena usciti dalla città, Drawol si avventa su Rhea, felice di rivederla, e come è ovvio facendola cadere e sbavandole addosso
-“Drakan, toglimi la tua bestiona di torno! Subito!”-
-“Drawol, lasciala stare, non è commestibile”- lo richiama il padrone, regalandogli un coniglietto appena ucciso. Sfamato il drago, i ragazzi tornano nuovamente a Fletz.
Riescono a trovare il padre di Saori praticamente subito, e dopo le dovute spiegazioni consegnano la lettera di Saori. Il signor Nacoru, per ringraziarli, regala loro soldi e gioielli, guadagnati con fruttuosi affari.
-“Non so davvero come sdebitarmi, se aveste mai bisogno di aiuto non esitate a chiamarmi, qualsiasi cosa vi serva io ci sarò”- assicura il padre con le lacrime agli occhi.
Dopo essersi salutati i ragazzi si dirigono verso una locanda, per riposarsi. Il viaggio è stato lungo e faticoso. L’indomani aspetteranno Kronhos per poi proseguire il viaggio.
Ciononostante decidono di continuare la ricerca, sperando che il diario li possa aiutare, ma dall'oggetto non arrivano suggerimenti.
Hanno appena fatto ritorno dalla terra dei giganti e stanno discutendo sul da farsi, seduti in una locanda di Donau.
-“ Cosa si fa? ”- domanda Celine, rivolta a chiunque le sappia rispondere
-“ Non lo so, il diario non dice nulla di nuovo, anzi, sembra essersi bloccato su di una frase ”– commenta Leonard indicando la pagina su cui campeggia la scritta "Chi si vanta del proprio potere scompare davanti a chi il potere lo possiede davvero..."
-“ Oggetto inutile ”– borbotta stizzita Rhea, rovistando nella bisaccia alla ricerca di qualcosa di commestibile. Un pezzo di stoffa scivola sul tavolo, quel pezzo di stoffa che Drawol trovò tempo addietro. Il delicato blu e il bordo dorato paiono sbiaditi e spenti. Qualche macchia risalta sulla superficie, vivere nello zaino di Rhea deve essere un'esperienza traumatizzante.
-“ Stupido pezzo di stoffa ”– sibila inviperita, lanciandolo per terra con malagrazia.
La stoffa cade ai piedi di un vecchio signore con la barba bianca, che incuriosito lo raccoglie.
-“ Signorina, penso le sia caduto... ”- ma non finisce la frase che, inorridito, chiede a Rhea dove lo abbia trovato. Dopo un piccolo riassunto della travagliata storia del pezzo di stoffa il vecchio signore esclama
-“ Mia figlia, é di mia figlia. Lei aveva comperato quel maledetto vestito il giorno prima delle sue nozze ”– afferma disperato carezzando il pezzo di stoffa
-“ Lei è il mercate Nacoru? ”–
-“ Come fate a saperlo?”–
-“ Una vecchina ci ha raccontato che cosa è successo… Ci disse che Saori si era innamorata di un ragazzo, che però teneva il piede in due staffe, se mi permette l’espressione ”– spiega Rhea
-“ faceva la corte sia alla principessa Aliciana che a sua figlia. Allora lei è fuggita non appena ha avuto il vestito ”–
-“ Oh no, la vecchia Cornelia… poverina è così impegnata a scoprire tutto ciò che succede intorno a lei che fa confusione. Probabilmente ha sovrapposto ciò che è successo alla mia Saori con quello che è successo a Lilit, la figlia di un nobile locale, il signor Mayer. È lei che è stata corteggiata da quel mascalzone, Saori invece è fuggita con addosso quel vestito ”– sospira il mercante, passandosi una mano fra i capelli bianchi
–“ Vuole raccontarci cosa é successo? ”- domanda cortesemente Shana
-“ Mi chiamo Sullivan Nacoru, sono un mercante di Fletz, e percorro tutte le regioni per affari. All’epoca dei fatti, invece lavoravo a Furni e la mia piccola Saori si trovava con me quando, per affari, provai a commerciare a Deningrad. Si innamorò subito di quel vestito, e le promisi che, se avessi concluso dei buoni affari, avrei potuto regalarglielo.
Passammo quasi un mese a Deningrad, gli affari stentavano ad avviarsi. Durante quel momento di crisi conobbi il signor Simon Grundy, il quale si invaghì di Saori e mi assicurò molti aiuti se gli avessi combinato le nozze. Non potevo rifiutare, avevo già dovuto licenziare due garzoni per i problemi che stavo avendo. Saori non fu felice della decisione. Mi accusò di venderla per i miei affari, si paragonò ad un oggetto, ad un vestito nemmeno troppo costoso, che veniva ceduto per poter soddisfare i miei capricci.
Non é assolutamente vero, io pensavo di fare il suo bene. Si sarebbe sposata con un ricco signore e avrebbe avuto una vita piena di agi. Non pensavo solo a me, ma anche al suo futuro.
Ammetto che il signor Grundy non fosse il giovane che speravo per lei. La mia piccola Saori aveva da poco compiuto i vent'anni, mentre questo mio amico veleggiava verso i quarantaquattro. Ventiquattro anni di differenza sono molti, ne sono cosciente, ma pensavo sarebbe stata felice.
Simon é un uomo di cultura e di maniere raffinate, dovete sapere che rimase vedovo dopo nemmeno tre anni di matrimonio, la moglie era una debole ragazza cagionevole di salute, e la mia Saori gliela ricordava tanto. Ho sperato di poter aiutare un amico ed accasare mia figlia, ma non fu possibile.
Dopo molte discussioni, pianti e notti insonni Saori acconsentì alle nozze. Pensavo di averla convinta di star facendo la scelta giusta. Lei pretese come dono di fidanzamento un prezioso anello, e Simon acconsentì più che volentieri a regalarglielo. Saori iniziò a chiedere regali sempre più costosi, bracciali, collane, orecchini. Simon era così felice di poter accontentare la sua promessa sposa che non badava a spese. Si arrivò a decidere il giorno delle nozze, e Saori chiese l'abito come dono di nozze. Andarono lei e Simon ad ordinarlo, lei pretese di averlo su misura, dicendo che lo voleva assolutamente pronto per il giorno prima delle nozze.
In quei giorni di attesa mi sembrò inquieta, faceva lunghe passeggiate per i boschi, cercava di stare da sola il più possibile. Era pensierosa e cupa. Aveva perso tutta la sua allegrezza e fui sul punto di annullare le nozze, quella non era la mia Saori, era semplicemente la sua brutta copia sbiadita. Provai a parlarne con lei, ma mi disse che non sarebbe stato cortese.
Cortese capite?
Non mi disse che non voleva, che si era innamorata di lui.
Non mi disse che voleva rinunciare alle nozze, che la stavo liberando da un impegno che non aveva mai voluto.
Mi disse che non sarebbe stato cortese, rimasi allibito. La mia Saori non si sarebbe mai espressa in quel modo. Rinuncia ad annullare le nozze, attesi sperando che la mia figliola si riprendesse. Volevo convincermi che il suo stato d'animo fosse dovuto solo alla tensione dovuta al grande passo. Ammetto che chiusi gli occhi davanti alla crisi famigliare e mi concentrai sui miei affari. Con l'aiuto di Simon riprendevano a gonfie vele, mi consigliò e mise una buona parola per me a corte.
Gli fui molto riconoscente, finalmente potevo ripagare i debiti accumulati.
Vedevo poco Saori, gli affari assorbivano il mio tempo, quella settimana prima delle nozze passò senza che me ne accorgessi, e senza che Saori mi dicesse più di dieci parole in tutto.
Come accordato andarono a ritirare il vestito il giorno prima delle nozze, lei era così emozionata che indossò l'abito direttamente in negozio. Sembrava essere tornata la Saori di sempre, il perenne sorriso sulle labbra le illuminava il volto.
Simon mi raccontò che quel giorno Saori gli parlava allegra. Cosa mai successa prima, in quanto lei cercava di tenere sempre un certo gelido distacco. Simon pensava che finalmente Saori avesse accettato le nozze, e ne fu molto contento. Invece la mia figliola aveva progettato ben altro.
Pretese anche di acquistare un piccolo borsello e poi tornarono a casa. Si chiuse in camera sua con la scusa di darsi una rinfrescata, mentre io e Simon discutevamo dei dettagli. Scese poco dopo, chiedendo di poter uscire per una passeggiata. Chi poteva immaginare che cosa sarebbe successo?
Io e Simon acconsentimmo a lasciarla andare da sola, dovevamo discutere di un paio di questioni. Saori mi diceva sempre che sono terribilmente noioso quando lavoro.
Io e Simon ci attardammo fino a sera, eravamo rimasti nel mio studio, e pensammo che Saori fosse andata in camera sua, senza salutarci per non disturbare. Andai a bussare alla sua porta, Simon voleva salutarla, ma trovammo la camera vuota. Una lettera era stata poggiata vicino allo specchio. Era di Saori.
Mi scriveva che non voleva sposarsi, e che era fuggita con un garzone che avevo licenziato nel periodo di crisi. Mi pregò di non cercarla più, e chiese scusa a Simon per l’inganno. Sottolineò il fatto che non le era stata data possibilità di scelta.
Simon si adirò molto. Ovviamente si sentiva preso in giro da tutta la questione e mi disse che me ne sarei pentito amaramente. Mantenne la sua parola. Non potei più mettere piede a Deningrad, gli affari precipitarono e mi rifugiai qui a Tiberoa.
Non ebbi più notizie di Saori, e decisi di cercarla, ma non approdai mai a risultati concreti.
Vi prego, aiutatemi a ritrovare mia figlia, o per lo meno a dirle che non sono adirato con lei, capisco di aver sbagliato, e lo sbaglio più grande è stato quello di non annullare il matrimonio. ”–
I ragazzi restano turbati e scossi dal racconto di Nacoru, per una manciata di secondi regna un silenzio imbarazzante, è Shana a romperlo.
-“ La aiuteremo volentieri, ma ci servirebbe una descrizione di sua figlia e del garzone ”– Drakan sbuffa irritato, possibile che debbano sempre giocare ai piccoli detective? Li trovano tutti loro i problematici di Endiness? Un’occhiata gelida di Rhea lo raggiunge, ed un sibilo lo informa che potrebbe avere un po’ più di rispetto per il dolore di un padre.
-“ Saori è… bellissima. Bionda, con gli occhi neri, minuta e candida ”– descrive il padre, con le lacrime agli occhi. Drakan sbuffa nuovamente, mezza popolazione di Endiness rientra sotto questa descrizione, questa volta Rhea non lo guarda nemmeno, l’indifferenza è l’arma migliore.
-“ Ho anche un piccolo dipinto con me ”– aggiunge, estraendo un piccolo cammeo dalla borsa. Saori è davvero molto bella, proprio come l’ha descritta il padre.
-“ Può darci il cammeo per la ricerca? ”– domanda garbatamente Zeph –“ Sempre che non voglia venire con noi ”–
-“ Caro ragazzo, sono oramai vecchio per questo genere di viaggi, e poi non posso tornare a Deningrad, perché immagino sarà il primo posto in cui andrete ”– si scusa Nacoru, lasciando il cammeo ai ragazzi.
-“ Forse dovremo andare a parlare col signor Grundy “– propone Leonard
-“ Col rischio che ci urli addosso? “– fa notare Celine scuotendo il capo.
-“ Effettivamente… “- concorda il ragazzo
-“ Per ora dobbiamo raggiungere Deningrad, non ci sono molte alternative “– esclama Rhea, rimettendo il pezzo di stoffa nello zaino.
-“ Vero, andiamo adesso, la Furia Regina parte fra poco “– fa notare Zeph, alzandosi.
-“ Se voi andare a Deningrad, io restare qui “– esclama Kronhos, ricordandosi il mal di mare.
-“ Non puoi restare qui da solo “– fa notare Celine
-“ Io andare da giganti, passare del tempo con loro “– annuncia deciso. Dopo vari tentativi di convincimento i ragazzi decidono di dividersi, il gigante ha promesso di farsi trovare a Fletz, dove ci sarà anche Nacoru, il quale deve concludere degli affari.
Il signor Nacoru li ringrazia sentitamente e lascia partire i ragazzi, che si imbarcano diretti verso Deningrad. Il viaggio procede senza intoppi, i ragazzi ne approfittano per riposarsi e pensare ai loro problemi, c’è chi pensa alla famiglia lontana, chi agli amici, chi al futuro.
Arrivati a Deningrad, dopo essere passati da Furni, i ragazzi decidono di andare alla ricerca del signor Grundy. L’impresa si rivela fin troppo semplice, infatti ascoltano involontariamente una conversazione fra due cameriere che lavorano nell’osteria dove si sono fermati a mangiare.
-“ Hai sentito? “-
-“ Che cosa?” –
-“ Grundy ha chiesto la mano della figlia di Alrich” –
- “Davvero, quella bella figliola?” –
- “Si, oh guarda, eccolo col padre di lei” – sussurra indicando due uomini seduti ad un tavolo.
- “Certo che la piccola Nacoru gli ha fatto proprio un brutto scherzo…” -
- “Scappare così il giorno delle nozze” – conclude l’altra
- “Eppure non so biasimarla, lui è così poco adatto per una giovane come lei” – mormora in tono confidenziale la cameriera.
- “Scusi?” – domanda cortesemente Shana – “ho involontariamente ascoltato la vostra conversazione, sapreste dirci qualcosa di più su questa storia?” – le due donne paiono raggelate dalla richiesta, ma Celine si premura di tranquillizzarle
- “Vi prego, siamo incuriosite dall’accaduto, sapete che cosa è successo alla sposa?” – i ragazzi decidono di stare zitti, la parte dei pettegoli non si addice molto a tre ragazzi armati. Le interpellate, invece, non si fanno pregare e si lanciano in una dettagliata descrizione della coppia.
Ai ragazzi salta subito all’occhio un’evidente incongruenza. Grundy non è quell’amabile signore innamorato della moglie deceduta che ha descritto Nacoru.
- “Dovete sapere che non è il primo matrimonio organizzato per Grundy che finisce pressappoco così. Quattro anni fa una giovane ragazza, bella tanto quanto Saori, aveva acconsentito a sposarlo.
Non era passato nemmeno un mese dalle nozze, che la sposa, dopo un furioso litigio, fuggì piantando marito e amici” –
- “Che cosa successe con Saori?” – domanda Rhea, cercando di arrivare al punto cruciale.
-“ Saori scappò il giorno prima delle nozze, si dice che fuggì col garzone che il padre aveva licenziato in un periodo di crisi” –
- “Per ora non ci hanno detto nulla che già non sapessimo” – ringhia Drakan a bassa voce.
- “Shh, magari riusciamo a scoprire qualcosa su questo tizio” – gli risponde Rhea, sorridendo alle due donne.
- “Un garzone” – strilla Celine in una perfetta imitazione di pettegola curiosa
- “Oh si” – inizia a raccontare compiaciuta una delle due cameriere – “un così bel giovane, nevvero Marì?” –
- “Vero Clara, verissimo, e di buone maniere” –
- “Lewis Kensu mi pare si chiamasse” –
- “Si, aveva anche deciso di diventare militare, poverino. Non sapeva più come mantenersi” –
- “Per caso sapete dove sia ora?” – domanda Shana, speranzosa
- “No, se ne è andato poco prima del giorno delle nozze, senza dire a nessuno dove fosse diretto” –
Drakan sibila qualcosa di incomprensibile, ma che di certo non è un complimento per le cameriere. Leonard e Zeph hanno oramai smesso di ascoltare, preferiscono raccontarsi storielle a vicenda.
Anche Rhea inizia a dare segni di insofferenza, mentre Celine e Shana cercano di reggere il gioco il più a lungo possibile, continuando a chiedere spiegazioni sui particolari.
- “Forse Lalla sa qualcosa di più” – afferma Marì, dopo mezzora di commenti sulla vicenda
- “Lalla chi?” – domanda Rhea improvvisamente interessata
- “Lalla, è la vecchia balia di Saori, poverina anche lei è stata sfortunata. Ha avuto una tresca col signor Nacoru, ed è per questo che è stata licenziata” – sussurra in tono complice Clara
- “Poi la piccola Saori si confidava spesso con lei, all’insaputa del padre” – aggiunge l’altra sempre con lo stesso tono. Dopo aver ricavato l’indirizzo di questa balia i ragazzi si recano a farle visita.
Dapprima la donna nega tutto, spaventata da questo gruppo di sconosciuti che vogliono a tutti i costi sapere qualcosa della sua pupilla
- “La prego, ci manda il signor Nacoru, vede? Ci ha dato lui questo cammeo” – supplica spazientita Celine, mostrando il piccolo ritratto.
- “Il vecchio testardo si è finalmente deciso a perdonarla?” – domanda dubbiosa la donna
- “Così pare, per favore, siamo stati due ore ad ascoltare le chiacchiere delle cameriere della taverna, può dirci qualcosa di utile per trovare Saori?” – risponde Rhea oramai stanca di chiacchiere e pettegolezzi.
- “Non so se faccio bene a dirvelo ma, Sullivan non si sarebbe mai separato da questo dipinto, potrei fidarmi… “- le esitazioni della donna sono la goccia che fa traboccare il vaso, per lo meno quello di Drakan, che le piazza sotto gli occhi una lettera con lo stemma di Nacoru
- “Questa è la lettera per la figlia perduta, ci creda, non vogliamo farle nulla. Fosse per me non mi sarei nemmeno imbarcato in questa situazione” – specifica – “ma ci sono dentro, allora ci dice qualcosa o dobbiamo portare a Nacoru la notizia che la sua vecchia amante non ci ha aiutati?” – ringhia rabbioso. La balia, intimorita dalla sfuriata, risponde immediatamente
- “Vedo che Nacoru è intenzionato a farsi perdonare da Saori, però non so molto.
Saori venne da me, quando le annunciarono le nozze. Era disperata. Lei aveva già progettato di sposarsi con Lewis, e prima che me lo chiediate non ho suoi ritratti. Posso dirvi che è un normale ragazzo dai capelli e dagli occhi castani. Non è di aiuto, anzi, ne potreste trovare mille corrispondenti a questa descrizione.
Fatto sta che Saori e Lewis progettarono di fuggire, ma lei non ne aveva il coraggio. Infatti ha indugiato sino al giorno prima delle nozze, questa decisione la prese anche perché aveva sentito storie inquietanti su Nacoru e i suoi precedenti matrimoni.
Due settimane prima del matrimonio venne da me disperata, mi disse che Lewis era stato stanziato ad Hoax, lontanissimo da qui. Lei aveva continui dubbi sul da farsi, fino a quando mi disse che sarebbe fuggita. Mi promise che mi avrebbe scritto, non appena lei e Lewis si fossero sistemati.
Di più non so, mi è arrivata una sola lettera, nella quale mi dice di essere arrivata a Serdio, e di star cercando un lavoro per mantenersi.” –
- “Non so come ringraziarla” – esclama Shana, profondamente riconoscente per queste informazioni.
Dopo i saluti di rito i ragazzi partono per Hoax, dall’altro capo del continente. Drakan non è assolutamente in accordo con la decisione, d’altronde il diario non da segni di vita, ognuno ha il proprio dragone e non ci sono pericoli che incombono sulle loro teste.
L’unico che avrebbe diritto a lamentarsi è Zeph, al quale è stato rubato il dragone, ma egli non fa obiezioni.
Rassegnato si limita a seguire il gruppo durante il lungo viaggio. Anche Drawol non è felicissimo di questi continui spostamenti, il doppio viaggio sulla Furia Regina lo ha innervosito.
I ragazzi varcano il confine con Serdio quando il sole sta calando, con al seguito solo Drawol, il quale però viene prontamente spedito nella foresta da Drakan.
- “Un drago non passerebbe inosservato, tutt’altro” – si giustifica con l’animaletto da compagnia, che riluttante si allontana. Lyko, invece, li ha abbandonati all’inizio dell’avventura, così come Kronhos.
Dopo molte ore di viaggio, percorso sia a piedi che con altri mezzi il gruppo giunge a destinazione.
- “Che strana città” – mormora Rhea fissando le palizzate che si ergono a difesa di Hoax
- “È una città-fortino” – spiega telegraficamente Drakan
- “Ma a cosa serve? Non ci sono guerre in corso” – domanda Zeph incuriosito
- “Serve ad addestrare le nuove leve” – spiega Leonard, osservando un gruppo di ragazzi impegnati in duri allenamenti fisici. Rhea fa per varcare le mura della città, ma Shana la blocca
- “Non vorrai essere trafitta da un centinaio di frecce” – esclama poi, indicando un gruppo di arcieri appostati sulle suddette mura
- “Ci è concesso il permesso di entrare in città” – domanda cortesemente Drakan, mettendo bene in mostra la spada, ed invitando gli altri a fare altrettanto.
- “Perché stiamo mostrando le armi?” – domanda Rhea scettica
- “Per far vedere che non abbiamo nulla da nascondere, se decideranno di trattenerci le armi non potremo opporci, in teoria…” – ringhia in risposta Drakan. La sentinella concede il permesso, senza nemmeno pretendere il fermo delle armi.
Il sollievo è grande, soprattutto perché la stanchezza si è accumulata ed i ragazzi vogliono solo dormire in un letto comodo.
- “Ho una proposta” – annuncia Celine – “rimandiamo a domani le ricerche di Saori” –
- “Mi associo” – risponde Zeph, seguito a ruota dagli altri. Si inizia quindi la ricerca di un albergo, ma sembra complicato trovarlo. In compenso vi sono moltissimi negozi di armi ed armature. Interessata, Rhea, si ferma ad osservare una vetrina. Uno strano bastone bianco con una pietra viola campeggia al centro, il biglietto col prezzo riporta anche scritta una piccola descrizione:
“Arma usata dagli alati per convogliare e potenziare il proprio potere magico”
- “Bellissima” – mormora, rapita dall’idea di poter lanciare incantesimi in maniera facilitata.
- “Cosa?” – domanda Celine avvicinandosi
- “Quella” –
- “Oh si, solo che il costo…” -
- “Lo so, però nulla mi impedisce di sognare” –
- “Penso che il costo sia influenzato tantissimo dalla pietra viola” – commenta Leonard, aggiungendo subito dopo – Credo sia una pietra preziosa, o comunque incantata. –
- “Ma se Rhea facesse montare lo spirito al posto della pietra?” – propone Zeph fissando il bastone – “Il prezzo si dovrebbe notevolmente abbassare” -
- “Sì, sì vi prego!” – supplica Rhea cercando di entrare nel negozio, ma la porta è chiusa.
- “È tardi! Ovviamente è tutto chiuso” – commenta Drakan gelido
- “Possiamo tornare domani?” – domanda Rhea implorante
- “Va bene, così ne approfitteremo anche per vedere che cosa offre a noi, credo troveremo articoli interessanti” – risponde Shana. La ricerca di un posto per la notte prosegue, Hoax è molto animata anche di notte, soldati e nuove leve si allenano, sorvegliano e discutono. Stufi dell’infruttuosa ricerca decidono di chiedere ad una sentinella, la quale indica un edificio in fondo alla strada.
Finalmente giungono a destinazione, la taverna è piccolina ed accogliente. La proprietaria, una florida donna di cinquant’anni, li fa accomodare nelle stanze.
- “Sapete, non abbiamo mai molti turisti. Di solito alloggiano da noi le fidanzate o le mogli dei soldati” – spiega, mentre sistema le lenzuola sui letti.
- “Per caso ha alloggiato da voi una certa Saori?” – domanda con noncuranza Shana
- “Saori? Fatemi pensare… “- risponde lei, picchiettandosi il mento col dito – “No, non mi pare, ma sapete, le nostre clienti si fermano sempre per pochi giorni. Con tutto questo viavai un nome è molto difficile da ricordare” – si giustifica sorridendo – “Però adesso è tardi, vi lascio riposare, immagino siate molto stanchi” – e detto questo lascia i ragazzi nelle loro stanze. Drakan invece, per nulla affaticato dal viaggio, ne approfitta per visitare Hoax di notte. Ovviamente all’insaputa degli altri.
Mentre vaga per la città viene avvicinato da tre guardie alticce, che iniziano a commentare il suo aspetto
- “Ma che bel cappotto nero” –
- “Vuoi mettere coi suoi capelli?” –
- “Ragazzi non vi sembra sospetto? Tutto vestito di nero, che bazzica per la città di notte…” - Drakan vorrebbe ignorarli, non gli sembra il caso di iniziare una rissa. Questo fino a quando uno dei tre ragazzi lo afferra per un braccio.
- “Mossa sbagliata” – sibila, prima di mandarlo a sbattere contro il muro di una casa. I due compari sembrano voler vendicare l’amico, ma vengono strizzati come due stracci, e lasciati in mezzo alla strada per smaltire la sbornia.
La mattina dopo i ragazzi si trovano fuori dalle loro stanze, tutti tranne Drakan, il quale li raggiunge nell’atrio. I ragazzi non fanno domande, è normale che Drakan non dorma o si riposi come loro.
Finalmente si iniziano le indagini per trovare Saori. Hoax è grande, e soprattutto è una specie di porto di mare. Sono pochi gli abitanti stabili. La maggior parte della popolazione è composta da soldati che vengono continuamente spostati da un luogo all’altro.
La mattinata è passata e non si hanno risultati concreti, solo voci non confermate di pettegolezzi forse inventati. Il gruppo decide quindi di tornare al negozio di armi.
Un giovanotto li accoglie domandando cosa desiderino
- “Allora” – inizia Rhea – “ieri sera ho notato quel bastone in vetrina, è possibile sostituire la pietra con questa?” – domanda allungando lo spirito sul bancone
- “Certo ma… ne è sicura? La pietra è incantata, ha delle proprietà…” -
- “Anche questa ha delle proprietà particolari” – assicura Rhea
- “Il prezzo?” – domanda poi Zeph
- “Direi che uno sconto si può fare, contando che non volete la pietra” –
- “Io non lascerei la pietra incustodita” – ringhia Drakan giocherellando con una spada trovata nel negozio
- “Sarà solo questione di un paio d’ore” – assicura Rhea – “se proprio non ti fidi puoi sempre restar a fare la guardia” –
- “Ti ricordo che io ho la mia pietra, fai come ti pare” – conclude uscendo.
- “Mi raccomando, se succede qualcosa alla mia pietruzza…” - minaccia Rhea scherzando
- “Ehm… si… certamente” – risponde il commesso quasi spaventato dal comportamento della cliente. Si avvia quindi nel retrobottega, tornando poco dopo dicendo di tornare nel pomeriggio, così che si possano apportare le modifiche.
I ragazzi escono e tornano alla taverna per pranzare. Il pasto è abbondante e cucinato squisitamente.
- “Forse sono stati qui solo per poco” – ipotizza Leonard
- “Oppure non si è fatta chiamare Saori, ed anche Lewis ha un’altra identità” – replica Shana
- “Vero, ma Lewis non può cambiare nome come se nulla fosse, ci sono dei registri precisi nell’esercito” – fa notare Leonard
- “Che rompicapo” – mormora sconsolata Celine, Drakan sta fissando il diario, covando la speranza che dia un altro indizio e possano così andarsene da Hoax. Il diario, però, non collabora
- “Vuoi consumarlo?” – domanda ironica Rhea, lo sguardo gelido di Drakan non le impedisce comunque di continuare – “Sembra proprio che per te sia una tortura essere venuti sino ad Hoax” –
- “La tortura è aver dovuto abbandonare la missione” – risponde algido
- “Missione?” –
- “Si, cercare lo spirito di Zeph, cercare lo spirito mancante, cercare Mikahil…” - elenca sardonico, contando sulla punta delle dita tutto ciò che si dovrebbe fare –” Invece siamo qui, alla ricerca di una ragazzina viziata che non vuole tornare a casa” – conclude ferocemente, lasciandosi ricadere pesantemente contro lo schienale della sedia e passandosi una mano fra i lunghissimi capelli scuri.
- “Posso farti solo un piccolissimo appunto?” – domanda cauta Rhea, che si rende conto di aver fatto un casino. Drakan si da al mutismo e Rhea prosegue – “Come facciamo a fare tutte quelle cose se non abbiamo nessuna informazione?” –
- “Poi se Mikahil o Nicholas vogliono qualcosa, saranno loro a trovarci” – commenta Zeph – “Come hanno sempre fatto, d’altronde” – Drakan continua a non rispondere. Un silenzio imbarazzante cala sui commensali, ed il pranzo procede senza ulteriori commenti.
Una giovane cameriera si avvicina domandando gentilmente se gradiscono altro. La risposta dei ragazzi è negativa, e dopo aver pagato il conto, tornano al negozio per recuperare l’arma di Rhea.
- “Salve” – saluta cortesemente il giovanotto, porgendo l’oggetto a cui sono state apportate le dovute modifiche. Rhea decide di controllare le proprietà della nuova bacchetta e inizia a ghiacciare un’alabarda, sciogliendo il ghiaccio subito dopo. Il commesso è sconvolto, ma non può far nulla: il cliente ha sempre ragione! Soddisfatta del risultato la ragazza paga ed esce seguita a ruota dai compagni.
- “Dove andiamo adesso?” – domanda Zeph
- “Non ne ho idea, dovremo cercare Saori, ma sembra che non abbia mai messo piede ad Hoax” – replica Shana sconsolata
- “Potremo mostrare il ritratto, invece che chiedere il nome” – propone Celine – “se davvero ha cambiato nome non la troveremo mai” –
- “A chi potremo chiedere?” – chiede Leonard
- “Alle solite vecchiette che sanno tutto di tutti” – ghigna Rhea avviandosi al mercato
- “Scusi, mi sono trasferita qui da poco e stavo cercando la mia amica, è bionda con gli occhi neri” – Rhea si ferma un momento per estrarre dalla borsa il piccolo ritratto e mostrandolo alla signora che ha appena fermato.
- “Mi dispiace, ma non penso di averla mai vista” – risponde l’interrogata
- “Iniziamo bene” – commenta Shana, le ricerche non procedono, altre domande ed altre risposte negative.
- “Non possiamo arrenderci così” – insiste Celine mirando ad un’altra possibile fonte di informazioni – “Andiamo dal Gran Sacerdote di Hoax, se si sono sposati devono essere andati là” –
- “Accidenti, come abbiamo fatto a non pensarci prima?” – commenta Leonard – “Celine sei un genio!” –
- “Grazie, lo so” – risponde con finta modestia la ragazza, scoppiando poi a ridere.
Giungono finalmente alla cattedrale di Hoax, la quale è molto frequentata dalle giovani coppie che intendono sposarsi, magari all’insaputa dei parenti. Chiedono ad un giovane paggio di poter parlare con il Sacerdote.
- “Attendete, vedrò se può ricevervi” – replica cortesemente, facendoli accomodare in un lussuoso ufficio. Poco dopo il Gran Sacerdote Froser entra nella stanza
-“ Una giovane coppia di innamorati che vuole sposarsi immagino!”- afferma, sorridendo benevolo verso i ragazzi.
Celine e Shana sono sedute vicine, con Leonard e Zeph alle loro spalle, mentre Rhea e Drakan sono in piedi,e stanno discutendo a bassa voce.
-“Immagino siano loro a voler celebrare le nozze”- dice Froser indicando Rhea e Drakan , Zeph inizia ad annuire, seguito a ruota dagli altri. I due interessati invece non si sono accorti di nulla, sono troppo impegnati ad insultarsi a vicenda
-“ Siete i testimoni?” – domanda cortesemente il Sacerdote, Celine e Shana vorrebbero scoppiare a ridere, ma annuiscono di nuovo
-“Bene, iniziamo?”- annuncia battendo le mani per richiamare l’attenzione
-“Iniziare cosa?”- domanda Rhea perplessa
-“La celebrazione, mi sembra ovvio”-
-“Celebrazione?”- chiede Drakan
-“Del matrimonio”- spiega impaziente il Sacerdote. Drakan e Rhea lo fissano come se gli fosse spuntata una testa in più
-“ Non siate timidi”- li incoraggia lui
-“Io, e lui?”- mormora Rhea in un tono fra lo schifato e lo stupito
-“Io, e lei?”- commenta nello stesso momento Drakan fissando Rhea
-“MAI”- è la risposta strillata all’unisono dai due fidanzatini. Drakan se ne va velocemente borbottando parole sconnesse come: gabbia di matti, scherzi stupidi, nemmeno per sogno.
-“Se non siete venuti qui per sposarvi che cosa cercate?”- domanda avvilito il Gran Sacerdote, era così felice all’idea di poter celebrare un matrimonio.
- “Una ragazza, Saori Nacoru, ed il suo sposo Lewis Kensu” – risponde Rhea, mostrando speranzosa il piccolo ritratto, dopo un momento di riflessione il Gran Sacerdote soddisfa la richiesta dicendo
- “Mi ricordo di lei, perché mi diede dei gioielli in cambio della celebrazione del matrimonio, di solito non voglio nulla per farlo. Certo non disdegno le donazioni, ma non le pretendo.
Suppongo fosse il classico caso di matrimonio non approvato dai genitori, erano entrambi molto agitati” –
- “Per caso sa dove siano adesso? Dobbiamo consegnare una lettera a Saori” – domanda urgentemente Shana
- “Penso che siano ancora qui ad Hoax, Lewis è una sentinella alle porte della città, probabilmente vivono in un piccolo appartamentino per le coppie giovani, ad Hoax è normale. Molti soldati vivono in questa maniera” – spiega il Gran Sacerdote alzandosi – “Chiedete al comandante Carlos, potrebbe esservi di aiuto” – conclude conducendoli all’uscita dell’ufficio.
Leonard e Zeph decidono di andare da una parte e le ragazze dall’altra. Divisi avranno più probabilità di trovare l’ufficiale Carlos. Dato che oramai è sera si limiteranno a raccogliere informazioni da esaminare a cena.
-“Forse riusciremo a trovarla” – annuncia Rhea al settimo cielo –“ dove sarà andato Drakan?”- aggiunge guardandosi attorno
-“ Preoccupata?” – butta lì Shana maliziosamente,
-“Sì, per le guardie di Hoax, non oso immaginare che cosa succederebbe loro se lo importunassero”- replica Rhea seriamente –“Inoltre non ha un aspetto, come dire, rassicurante. Non vorrei che lo scambiassero per qualche malintenzionato”- spiega
-“ Effettivamente con quel cappotto addosso”- commenta Celine, addentrandosi in un vicolo
-“ Sapete che reagisce leggermente male se qualcuno si permette di infastidirlo. È proprio un ragazzo problematico”- conclude Rhea ridendo
-“Scusi, lei conosce questo ragazzo tutto vestito di nero e coi capelli lunghi?”- domanda una giovane recluta che ha ascoltato il discorso delle ragazze
-“ Drakan? Sì, è un ragazzaccio cattivo. No sto scherzando, è solo un po’ irascibile, perché?”-
-“ Vede questo livido?”- domanda alterato, mostrando il braccio –“Me lo ha lasciato il suo amico come ricordo”-
-“ Per curiosità, lei che le ha fatto?”- il ragazzo arrossisce e mormora
-“ Eravamo un po’ sbronzi, ma non è un buon motivo per spezzare un braccio ad Alan”-
-“ Alan?”-
-“ Un mio compagno”-
-“ Ripeto, che cosa gli avete fatto?”- domanda Rhea meno cortesemente di prima
-“ Nulla di che, lo abbiamo fermato perché ci sembrava un tipo sospetto, Alan lo ha afferrato per un braccio e si è ritrovato sbattuto contro un muro e col braccio rotto”- il sorriso di Rhea diventa un’espressione di gelida rabbia
-“ Di grazia, se eravate sbronzi non eravate di certo in servizio, quindi con che diritto lo avete fermato?”- domanda gentilmente Celine, Shana intuisce che i ragazzi vorrebbero vendicarsi. Ovviamente non su Drakan, ma su di loro.
-“Siamo pur sempre guardie, e visto che voi lo conoscete dovrete darci le informazioni che ci servono per trovarlo”-
-“Anche se lo trovaste… cosa pensate di fare?”-
-“ Indubbiamente questo Drakan è un tipo pericoloso”- afferma un'altra recluta, che mostra un bellissimo livido violaceo attorno all’occhio destro –“Quindi dobbiamo trovarlo ed incarcerarlo”-
Le tre ragazze scoppiano a ridere, Drakan in carcere? Impossibile!
Le risate evidentemente indispongono i giovincelli, che sono diventati quattro nel frattempo, che sibilano
-“ Non ci troviamo nulla di divertente, volete che vi costringiamo a collaborare?” –
-“ Costringerci? E come?”- domanda dolcemente Shana, Celine è sconvolta, non vedono forse che sono tutte e tre armate? Forse ritengono che non sappiano usarle
-“ Siete solo tre ragazze, che potete pensare di fare?”- commenta arrogantemente uno dei quattro
-“ Santo cielo, Celine, Shana, siamo solo delle povere fanciulle deboli ed indifese”- mormora Rhea poggiandosi le mani davanti alla bocca, in una parodistica imitazione di paura.
-“ Rhea, chiamiamo qualche baldo giovane che ci difenda”- aggiunge Shana incrociando le braccia sul petto
-“ Ho tanta paura, ci faranno tanto male questi cattivoni”- commenta Celine, fingendo di nascondersi dietro alle amiche. I soldati percepiscono fin troppo il tono sarcastico delle ragazze, e decidono di usare le maniere forti. Per non fanno in tempo ad avvicinarsi che Rhea ghiaccia loro i piedi al terreno
-“ Funziona benissimo”- commenta ridendo, mentre Celine giocherella col pugnale e Shana osserva la sua spada.
-“Davvero volete farci combattere?”- domanda Celine cauta.
-“Non vi conviene, ve lo assicuro”- aggiunge Shana –“ Rhea, lasciali, è scorretto così”-
-“Anche quattro contro tre è sleale”- borbotta sciogliendo il ghiaccio, non fanno in tempo a scontrarsi che una voce dietro di loro tuona
-“Che sta succedendo?”-
-“Comandante Carlos”- mormora una delle reclute
-“Non vi avevo detto di cercare il sospetto che ha rotto un braccio ad Alan?”- continua prima di accorgersi delle tre ragazze
-“Voi, che cosa state facendo?”-
-“Noi?”- strilla Rhea incredula –“Loro hanno attaccato briga”-
-“Cosa?” – il comandate Carlos è furioso –“Voi stavate attaccando queste fanciulle, siete sospesi, andate immediatamente in caserma. Nezumi, li accompagni. Voi state bene? Vi hanno fatto qualcosa?”-
-“Non ci hanno fatto nulla, fortunatamente”- afferma Celine rabbiosa
-“Inoltre non siamo indifese”- sottolinea Shana
-“Comunque il sospetto è nostro amico, ed è stato trattato come noi, solo che noi non abbiamo avuto il tempo di spezzare braccia e gambe”- afferma Rhea inviperita
-“Se è vostro amico forse potrete convincerlo ad arrendersi”-
-“Perché? Dov’è?”- domanda Rhea allarmata. Il comandante Carlos li scorta in una piazza in cui Drakan è circondato da delle guardie, il tipico sorriso sarcastico dipinto sulle labbra
-“Cosa diavolo stai facendo?”- strilla Rhea volando in mezzo alla piazza
-“Cosa vuoi ragazzina?”-
-“Vorrei tirarti fuori dai guai per una volta, abbiamo trovato Carlos”-
-“Guai? Tu sei il mio peggior guaio”- sbraita
-“Io?”- strilla in risposta la ragazza. Le guardie sono sbalordite, per prima cosa un’alata è volata in mezzo alla piazza vicino al sospetto, secondo gli sta urlando addosso senza tanti problemi.
Leonard e Zeph arrivano proprio in quel momento
-“Ehi Celine, Shana”- urla Leonard per attirare la loro attenzione –“Altra litigata fra i nostri fidanzatini?”- domanda malizioso
-“Oh si, la vita di coppia li stressa”- replica Shana ridendo
-“Quei due sono fidanzati?”- si intromette Carlos stupito
-“No, è una lunga storia”- risponde Celine, raccontando l’episodio avvenuto dal Gran Sacerdote. Nel frattempo Rhea e Drakan continuano ad urlarsi addosso, circondati dai soldati
-“Smettila di fare la primadonna”-
-“Primadonna?”- replica incredulo Drakan –“Io sarei la primadonna di cosa?”–
-“Guarda lo spettacolino che hai organizzato?”-
-“Spettacolino? Organizzato? Hanno fatto tutto loro”- si giustifica indicando le guardie che li stanno osservando basiti
-“Loro? E tu non hai fatto nulla vero? Non hai spezzato un braccio ad Alan, non hai picchiato altre due reclute”-
-“Come lo sai?”-
-“Perché ci hanno fermate per avere informazioni su di te! E non sono stati gentili! Quando capirai che le tue azioni, adesso, si posso ripercuotere su tutto il gruppo?”- domanda Rhea acida.
-“Le ripercussioni? Da quando ti interessano? Sei tu la prima che si mette nei guai”-
-“Io non faccio a botte con delle guardie”- sottolinea
-“Quelle non sono guardie, sono ragazzini dediti all’alcool che mi hanno infastidito, questi ragazzi sono la rovina dell’esercito. Io li ho solo rimessi un attimo in riga”- specifica Drakan
-“Non è compito tuo farlo”-
-“Non mi interessa, non dovevano infastidirmi, tu che avresti fatto?”- domanda malizioso, Rhea rimane in silenzio un momento
-“Non avrei comunque spezzato alcun braccio”- tenta di difendersi
-“Bugiarda!”- accusa Drakan
-“Ragazzi, che ne dite di calmarvi?”- suggerisce Leonard
-“Dillo a questa pazza isterica”-
-“Dillo a questo esaltato”
Leonard scuote il capo, non c’è nulla da fare, Carlos ha la brutta idea di avvicinarsi ai due ragazzi per poter parlare a Drakan
-“Chi è lei?”- lo fredda il ragazzo
-“Lui è il comandante Carlos, ci aiuterà a trovare Lewis”- spiega Rhea
-“Drakan, è vero che lei ha rotto un braccio ad Alan e ferito intenzionalmente anche Juan e Dick?”-
-“Legittima difesa”- replica lui
-“Visto che le piace tanto usare le mani può insegnare alle reclute, sarà un modo per rimediare a ciò che ha fatto”-
-“Si va bene”- risponde Rhea per lui, mormorando poi a Drakan –“ci servono le sue informazioni, comportati bene, se vuoi andartene da Hoax al più presto”-
-“Lei signorina”- dice poi rivolgendosi a Rhea –“aiuterà a mettere a posto la palestra”-
-“Cosa?”- sibila
-“Comportati bene Rhea”- sussurra sardonico Drakan
Poco dopo si ritrovano nella palestra Carlos assicura che fra loro ci sarà anche Lewis, solo che non si ricorda esattamente chi sia, sa che fa parte del secondo squadrone.
Lì sono radunate delle reclute che si stanno allenando con delle spade finte. Rhea nota che un sacco di ragazzi che non sanno nemmeno tenere in mano la spada, altri la maneggiano come fosse una forchetta.
-“Ishikawa, questi due ragazzi ti aiuteranno, Rhea metterà a posto gli strumenti, Drakan invece può aiutarti con le dimostrazioni pratiche”-
-“Perché io devo fare la donnina di casa?”- domanda stizzita Rhea
-“Perché tu sei una donna”- commenta Drakan.
L’allenatore Ishikawa annuncia di voler insegnare loro un po’ di corpo a corpo, ed userà Drakan come manichino. Come sembra ovvio non è una grande idea, tutt’altro.
La prima mossa prevede che Drakan finisca a gambe all’aria, quello che finisce per terra è invece Ishikawa. La risata di Rhea rompe il silenzio imbarazzante.
-“Zitta, tu devi solo mettere a posto”-
-“Se l’allenatore è così scarso, non oso immaginare questi poveri ragazzi”- si limita a commentare Rhea
-“Rhea, non mancare di rispetto all’allenatore”- la riprende Drakan sghignazzando. Carlos non sa che dire, è troppo imbarazzato per rispondere qualsiasi cosa. Ishikawa intanto si è rialzato e riprende gli allenamenti come se nulla fossa. Altra mossa altra figuraccia, le reclute iniziano ad inquietarsi, mentre l’allenatore viene umiliato da questo ragazzo ed e soggetto alle battute della ragazza.
Stanco di questa situazione Ishikawa abbandona la palestra
-“Tutto quello che vi ha insegnato quell’individuo è inutile”- annuncia Drakan, preparandosi a tenere la prima lezione utile per quelle reclute
-“Adesso vi insegnerò un paio di trucchi, poi li proverete uno alla volta come me”-
-“Io devo ancora fare da sguattera?”- domanda Rhea
-“Fai quello che ti pare, basta che lo fai in silenzio”-
-“Siamo nervosetti nevvero tesoro?”- chiede Rhea dolcemente
-“Certo cara”- risponde Drakan calcando sulla parola cara
-“Dovresti sfogarti sai, non fa bene tenersi tutto dentro”-
-“Oh non potrei mai”- risponde Drakan candidamente –“ci sei tu che fai la parte della pazza isterica ipersensibile, non voglio rubarti la parte”-
-“Ti diverti a giocare al lupo solitario, vero?”-
-“E tu ti diverti a giocare alla psicologa?”-
-“Diciamo che è interessante studiare la tua complessa personalità”-
-“Vogliamo far notte o insegniamo qualcosa a questi ragazzi, per ora abbiamo insegnato solo come offendersi gratuitamente”-
-“Quando vuoi”- replica Rhea inchinandosi. Drakan finalmente può iniziare la lezione, con Rhea come assistente.
Dopo aver spiegato il primo esercizio chiama un ragazzo
-“Tu, come ti chiami?”-
-“Kiba Rikuwa”-
-“Bene Kiba, prova quello che ho appena spiegato, con Rhea”- il ragazzino è in imbarazzo
-“Ma, maestro, lei è una… ragazza”- bisbiglia come se fosse un segreto di stato
-“Tutti che mi ritengono piccola ed indifesa”- piagnucola Rhea, poi afferra il ragazzino e lo fa volare dall’altra parte della palestra –“Visto? So difendermi”- li rassicura con un sorriso.
I ragazzi più che esserne rassicurati ne sono spaventati, le dimostrazioni continuano, Drakan insegna, Rhea rimprovera i ragazzi di usarle troppa gentilezza
-“Ragazzi sveglia! Non sono fatta di cristallo, vi lascereste uccidere da una ragazza? No! Non abbiate paura di farmi male, vi ho dimostrato di sapermi difendere. Male che vada vi posso sempre gelare”- aggiunge, e come dimostrazione pratica usa il bastone per ghiacciare una spada di legno.
-“Bene, vieni tu”-
-“Lewis Kensu, signore”- si presenta il ragazzo. Rhea e Drakan si scambiano uno sguardo, ma fanno finta di nulla. Finite le lezioni Drakan ferma Lewis.
-“Tu, sei sposato con Saori vero?”- senza aspettare gli da la lettera dicendo –“gliela manda suo padre, se vorrà parlarci ci troverà alla locanda di Kazumi”- e si allontanano, lasciando Lewis con la lettera in mano ad interrogarsi.
Tornati alla locanda ci sono tutte le dovute spiegazioni del caso, i ragazzi decidono di restare in attesa, ed avvertono la locandiera che, se arriverà Saori, loro saranno pronti a riceverla.
Saori non si presenta in serata, ed i ragazzi decidono di andare in una camera e parlare della giornata appena trascorsa. Si fa presto notte fonda, ed i ragazzi decidono di riposarsi un poco.
La mattina dopo, mentre si stanno dedicando alla colazione, arriva Saori.
-“Siete voi che avete consegnato questa lettera a Lewis?”-
-“Si”- risponde Shana
-“Voi… avete incontrato mio padre?”-
-“Sì”-
-“Lui… mi ha perdonata?”-
-“Sì, altrimenti non saremo mai venuti a cercarti”- risponde Rhea
-“Come sta mio padre?”-
-“Bene, è solo preoccupato per te”- dice Zeph. Iniziando poi a raccontare come si sono incontrati e cosa li ha portati alla sua ricerca.
-“Grundy, quel vecchiaccio”- commenta Saori disgustata –“voleva solo una cosa da me, la stessa cosa che voleva da tutte le sue mogli. Un erede, non gli interessava come stessi o cosa desiderassi. Mi ha regalato tutti quei gioielli… non poteva immaginare che li avrei usati per pagarmi la libertà. Per i primi tempi, qui ad Hoax, ho vissuto di rendita, mentre Lewis riceveva la paga da soldato semplice”- spiega la ragazza con le lacrime agli occhi –“non è stato semplice, anzi. Per il primo tempo ho soggiornato in una locanda, dopo esserci sposati abbiamo potuto ottenere un piccolo appartamentino per me e Lewis. Adesso sono felice, e capisco anche le decisioni di mio padre. Ho… ho scritto una risposta, tornerete da lui per consegnargliela?”-
-“Certamente, ha deciso di perdonarlo?”-
-“Si, è pur sempre mio padre, non posso restare arrabbiata con lui. Non so come ringraziarvi”-
-“Di nulla”- assicura Leonard -“È stato un piacere, anche se è stato difficile trovarvi”-
-“Oh si, per il primo tempo ho usato un altro nome, non potevo rischiare che Grundy mi trovasse, ma fonti fidate mi dicono che ha puntato un’altra ragazza”-
-“La tua balia?”-
-“Come fate a conoscerla?”-
-“È stata lei a dirci che ti eri diretta ad Hoax”- spiega Celine. Dopo altre spiegazioni ed altre rivelazioni i ragazzi salutano Saori e si avviano per tornare a Fletz, ma vengono intercettati dal comandante Carlos
-“Drakan, vorrei offrirle un posto come insegnante alla caserma”- propone schiettamente
-“Grazie, ma devo declinare l’offerta, devo sistemare degli affari personali”- replica
-“Rhea? Propongo la stessa cosa anche a te”-
-“No grazie, primo perché non penso che i suoi ragazzi mi prenderebbero sul serio, e non posso farne volare uno ad ogni lezione, poi ho anche io delle cose da fare, gente da vedere, posti da visitare”-
Carlos capisce che nessuno dei ragazzi accetterebbe il posto e li saluta, augurando loro ogni fortuna.
Appena usciti dalla città, Drawol si avventa su Rhea, felice di rivederla, e come è ovvio facendola cadere e sbavandole addosso
-“Drakan, toglimi la tua bestiona di torno! Subito!”-
-“Drawol, lasciala stare, non è commestibile”- lo richiama il padrone, regalandogli un coniglietto appena ucciso. Sfamato il drago, i ragazzi tornano nuovamente a Fletz.
Riescono a trovare il padre di Saori praticamente subito, e dopo le dovute spiegazioni consegnano la lettera di Saori. Il signor Nacoru, per ringraziarli, regala loro soldi e gioielli, guadagnati con fruttuosi affari.
-“Non so davvero come sdebitarmi, se aveste mai bisogno di aiuto non esitate a chiamarmi, qualsiasi cosa vi serva io ci sarò”- assicura il padre con le lacrime agli occhi.
Dopo essersi salutati i ragazzi si dirigono verso una locanda, per riposarsi. Il viaggio è stato lungo e faticoso. L’indomani aspetteranno Kronhos per poi proseguire il viaggio.
Rhea
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
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- Messaggi: 10
- Iscritto il: domenica 2 novembre 2008, 20:18
Riposatisi ad una locanda di Fletz, escono dalla capitale, mentre il sole sta ancora salendo nel cielo. Nel mentre che si dirigono verso l’uscita della città, chiedono alle guardie lì presenti se hanno visto un gigante nei paraggi, ma tutte le sentinelle dicono di non averlo visto. Il gruppo decide, così, di andare a vedere nella Dimora dei Giganti se il loro amico Kronhos è ancora lì o se se ne è andato e chiedere a loro dove possa essere finito. Escono quindi dalla capitale, dirigendosi verso la Dimora dei Giganti. Inutile dire che quando il gruppo si è allontanato dalla città, Rhea è scaraventata a terra dal simpaticissimo draghetto Drawol, il quale le fa la doccia mattutina.
-“Ma perché ogni volta che mi vede mi assale? E soprattutto… perché solo a me?” esclama l’Alata dopo esser riuscita ad allontanare il draghetto sbavante da lei anche grazie a Drakan che lo porta via.
-“Ti avrà preso in simpatia” risponde Leonard.
-“Oppure ti vuole conquistare” ribattono Celine e Shana, sghignazzando divertite. Rhea sbuffa a questa ultima risposta e cerca di pulirsi come il solito dalla bava dell’animale assalitore.
-“Drawol… te l’ho già detto che hai dei gusti pessimi” confessa il padrone al proprio animale il quale lo guarda come se non avesse capito.
-“Toh, arriva un altro animaletto” esclama Drako che dalla sua visuale riesce a vedere Lyco.
-“L’adunata degli animali” osserva Drakan, quasi infastidito da questo, ma nessuno gli da molto conto e s’incamminano verso la meta già predestinata.
Fanno una sola sosta, per riposarsi un momento, e poi ricominciano a camminare. Arrivati a destinazione, Lyko se và scappando di nuovo, lasciando un po’ triste Zeph.
-“Che ti prende?” gli domanda Shana, notando l’amico in quelle condizioni.
-“Niente. È che… mi ci sono affezionato a quel lupo e mi preoccupo, quando scappa così” le risponde. L’amica gli mette una mano sulla spalla, quasi volendolo rassicurare.
-“Vedrai che non c’è niente da preoccuparsi. Saprà sicuramente cavarsela” gli dice. Il ragazzo annuisce rassicurato da quelle parole, poi i due si riavvicinano al gruppo per entrare in città e vengono fatti entrare dato che oramai li conoscono. Fermano uno dei giganti lì presente, domandandogli se sa qualcosa di Kronhos.
-“Ci dispiace ma noi non sapere dove essere Kronhos. È rimasto per un po’, poi essere andato via chissà dove” risponde il gigante. I ragazzi ringraziano e poi escono dalla città, per tornare verso Fletz.
-“Chissà dov’è andato a finire…” si chiede Leonard, mentre camminano verso la capitale.
-“Già. Poteva almeno avvertire qualcuno di dove andava. Peggio del musone” continua Rhea, un po’ innervosita.
-“Ci verrà lui a cercare. Non possiamo mica andare in giro per tutto il continente” ribatte Drakan. Tutti annuiscono, anche se sono preoccupati per il gigante.
Fatta un’altra sosta a metà strada, proseguono per Fletz dove, arrivati, sono lasciati da Drawol che se ne và anche lui, dato che in città non può entrare. Entrati, Shana si avvicina alle guardie di ronda all’entrata e chiede loro se hanno visto Kronhos. Loro scuotono la testa in segno di diniego e la ragazza, dopo aver ringraziato, torna dal gruppo dicendo che il gigante non s’è fatto vedere nemmeno a Fletz. I ragazzi decidono di chiudere la questione Kronhos concordando che sarà il gigante a cercare loro e non l’inverso.
-“Perché non andiamo a trovare Elen e Alexander?” domanda Rhea ad un tratto, quasi spaventando il gruppo.
-“Tanto non abbiamo nient’altro da fare, a parte ritrovare il mio spirito” risponde Zeph, sconsolato. La risposta diventa quindi unanime e il gruppo si dirige a palazzo con Shana in testa in modo da passare senza problemi.
Entrati nella rocca, sono accolti calorosamente dalle guardie e sono scortati nella sala del trono dove trovano seduti ai loro posti sia Alexander che Elen cui era stato annunciato l’arrivo del gruppo.
-“Ragazzi, sono contento che siate qui. Non vi ringrazierò mai abbastanza di aver liberato Elen” esclama il principe, alzandosi in piedi, mentre la sorella scende dagli scalini e và ad abbracciare le tre ragazze.
-“Grazie Alexander, ma era nostro dovere liberare Elen, per la salvaguardia e la felicità del regno” risponde Shana che è abbracciata poi dalla principessa, in un abbraccio molto strangolatore.
-“Elen, così mi soffochi” protesta l’arciere di Tiberoa scostando la principessa da sé.
-“Ops, scusami Shana, ma sono così felice di rivedervi” si difende lei, sorridendo. Alla fine torna tutto alla normalità e i ragazzi raccontano le ultime vicende di cui sono stati protagonisti, come il ritrovamento del Dragone della Terra, del diario con scritta la storia dei Dragoni e il mistero svelato del vestito che tanto aveva assillato Rhea e soprattutto la principessa a causa dell’alata a Hellena quando l’avevano liberata.
-“Sono contento per voi che siete riusciti a svelare molti dei misteri che vi attanagliavano. Naturalmente questa sera sarete nostri ospiti e potete esserlo fin quando volete” esclama infine il principe. I ragazzi accolgono l’offerta positivamente e sono subito accompagnati dalla loro compagna nella stanza degli ospiti dove riposano. Quando tutti si risvegliano, constatano che oltre al solito Drakan sparito, manca anche Shana.
-“Adesso dove sono finiti quei due…” esclama Rhea, quasi esasperata.
-“Ho visto l’uomo andarsene fuori della rocca verso la città, mentre Shana si è diretta al cimitero” risponde una voce dall’ingresso che si scopre essere quella d’Elen.
-“Shana al cimitero? A fare che?” chiede sempre l’alata, sorpresa.
-“Sarà andata alla tomba dei suoi genitori” le risponde Celine, quasi sussurrando, mentre Elen china la testa, triste e anche gli altri rimangono in silenzio. All’improvviso arriva una guardia che accompagna una ragazza, dai lineamenti molto simili a quelli di Shana, che tiene gli occhi chiusi e la mano alla guardia che le fa in sostanza da guida e sostegno.
-“Elen, con chi stai parlando?” domanda la ragazza alla principessa.
-“Shaila, non dovresti essere nella tua stanza a riposare?” le chiede Elen, preoccupata, non rispondendo alla domanda della bionda.
-“Scusami, ma ho sentito che è arrivata Shana e volevo parlarle” le risponde.
-“Ho capito. Ad ogni modo sto parlando con il gruppo d’avventurieri cui si è unita Shana. Mi pare di avertene parlato”
-“Sì, mi ricordo. Piacere di conoscervi. Shana non è con voi?” chiede, rattristata dato che non ha sentito la voce della sorella.
-“E’ andata al cimitero” risponde Celine.
-“Ah già, è vero… Scusatemi, non mi sono presentata. Io sono Shaila e sono la sorella di Shana” continua la presentazione, facendo un mezzo inchino, mentre la guardia rimane sempre vicina a lei. Anche il gruppo si presenta alla ragazza che, anche se cieca, riesce subito a distinguere le diverse voci e quindi i ragazzi.
Rhea nota qualcosa tra le mani della ragazza, sembra un pacchetto regalo.
-“Scusami Shaila ma quel pacchetto per chi è?” le domanda l’alata, curiosa come il solito.
-“E’ per Shana. Oggi è il suo compleanno” risponde, sorridendo, stringendo tra le mani il pacchetto avvolto da una carta argentata e chiuso da un nastro con fiocco blu.
-“E’ il suo compleanno??!!” domandano sorpresi tutti quanti, tranne Elen e la guardia che sembrano saperlo.
-“Si, ma a lei non piace festeggiarlo, da quando abbiamo perso i genitori. Io, Elen ed Alexander le facciamo un regalo, ma niente festa” spiega la biondina, chinando la testa, evidentemente triste.
-“Beh, quest’anno invece la festa si farà” esclama Rhea, convinta.
-“Ma lei non sarà mai d’accordo” ribatte Elen.
-“Faremo una festa a sorpresa. Sono sicura che le piacerà” replica l’alata, decisa. Oramai gli altri si sono arresi. Quando Rhea si mette qualcosa in testa è difficile farle cambiare idea. E così si mettono all’opera per preparare questa festa a sorpresa, anche con l’aiuto del principe.
-“Che diavolo state combinando?” domanda Drakan non appena torna dalla sua passeggiata chissà dove per la città, vedendo che la sala del trono è preparata per una festa.
-“Siamo facendo una festa a sorpresa per Shana” gli risponde Rhea che torna a terra dopo esser volata assieme a Leonard per appendere uno striscione.
-“E per quale motivo dovete farle una festa?” chiede ancora.
-“Perché è il suo compleanno” gli risponde Shaila. L’uomo la osserva attentamente, mentre lei rimane girata verso di lui, come se lo stesse osservando anche se non lo può vedere, e affianco ha la guardia che la tiene per mano.
-“E tu chi sei?” domanda, quasi innervosito.
-“Sono Shaila, la sorella di Shana. E tu?” risponde.
-“Drakan” risponde semplicemente, scrutandola attentamente, poi alla fine decide di guardare i compagni come preparano la festa.
Arriva il tramonto, e di Shana ancora niente, mentre la festa a sorpresa è stata debitamente preparata e tutti attendono l’arrivo della ragazza che è annunciato da una guardia che era stata messa a fare il “palo”. Tutti si mettono ai loro posti, tranne Drakan che rimane comodamente seduto dove è sempre rimasto. Non appena la porta si apre e compare la figura di Shana, i ragazzi sbucano fuori all’improvviso, augurandole buon compleanno, seguiti dai due principi e da Shaila. L’arciere li osserva, stranita.
-“Ma che diavolo…” fa per dire, non capendo.
-“E’ il tuo compleanno Shana, dovevamo festeggiarlo, no?” risponde Celine, sorridendole e abbracciandola.
-“Allora, piaciuta la sorpresa?” domanda Rhea, felice.
-“Avrei preferito passare questa giornata come l’ho sempre passata, ma evidentemente ho sperato invano” esclama, fredda, osservando i presenti.
-“E’ il momento che ti porti tutto alle spalle e che non ci pensi più” ribatte Drako che si è risvegliato.
-“Pensi che non ci abbia mai provato?” chiede lei, cercando di rimanere calma. La spada rimane in silenzio, riaddormentandosi.
-“Lo stesso. Dovresti provarci ancora sorellina” le dice Shaila, avvicinandosi a lei grazie alla guardia che la guida.
-“Va bene” risponde, quasi rassegnata. Non può dir di no alla sorella. Rhea esulta, felice, e comincia a festeggiare, mangiando tutto il cibo che hanno preparato quel pomeriggio. Così passano la serata festeggiando, discutendo tra loro e, naturalmente, ballando.
-“Shaila, posso chiederti una cosa su tua sorella?” domanda Celine alla ragazza seduta poco distante da Drakan, mentre la guardia che le sta sempre affianco sta ora ballando con la principessa.
-“Dimmi pure… Celine” risponde, pensando prima di dire il nome della ragazza.
-“Shana ha una cotta per il principe?” chiede Rhea, arrivata in quel momento sedendosi alla sinistra della bionda, prendendole di sorpresa.
-“Sì” risponde Shaila, sorridendo
-“Ed è ricambiata?” domanda ancora l’alata.
-“A questa domanda non posso rispondere, mi dispiace” replica la bionda, sorridendo angelicamente.
-“E dai” insiste la rossa.
-“Posso solo dirti che fin da quando si sono conosciuti sono praticamente inseparabili. E anche se sono cieca, lo so perché capisco subito mia sorella” spiega lei. Le altre due ragazze osservano Shana e Alexander che proprio ora stanno ballando assieme. Lei tiene lo sguardo lievemente chino per non guardarlo negli occhi e lui ha uno sguardo freddo, ma si vede che si sforza di esserlo.
-“Ma lasciate che facciano tutto da soli” continua, dato che conosce la voglia d’impicciarsi negli affari altrui di Rhea grazie alla sorella che prima le parlava dei suoi compagni.
La festa ha termine verso la tarda sera e se ne vanno tutti a dormire, stanchi ma felici di aver festeggiato assieme a Shana che naturalmente ha avuto i suoi regali da un po’ tutti.
Il giorno dopo, non appena si risvegliano, decidono di allenarsi un po’, mentre pensano a che fare e aspettando il ritorno di Kronhos.
Shana
-“Ma perché ogni volta che mi vede mi assale? E soprattutto… perché solo a me?” esclama l’Alata dopo esser riuscita ad allontanare il draghetto sbavante da lei anche grazie a Drakan che lo porta via.
-“Ti avrà preso in simpatia” risponde Leonard.
-“Oppure ti vuole conquistare” ribattono Celine e Shana, sghignazzando divertite. Rhea sbuffa a questa ultima risposta e cerca di pulirsi come il solito dalla bava dell’animale assalitore.
-“Drawol… te l’ho già detto che hai dei gusti pessimi” confessa il padrone al proprio animale il quale lo guarda come se non avesse capito.
-“Toh, arriva un altro animaletto” esclama Drako che dalla sua visuale riesce a vedere Lyco.
-“L’adunata degli animali” osserva Drakan, quasi infastidito da questo, ma nessuno gli da molto conto e s’incamminano verso la meta già predestinata.
Fanno una sola sosta, per riposarsi un momento, e poi ricominciano a camminare. Arrivati a destinazione, Lyko se và scappando di nuovo, lasciando un po’ triste Zeph.
-“Che ti prende?” gli domanda Shana, notando l’amico in quelle condizioni.
-“Niente. È che… mi ci sono affezionato a quel lupo e mi preoccupo, quando scappa così” le risponde. L’amica gli mette una mano sulla spalla, quasi volendolo rassicurare.
-“Vedrai che non c’è niente da preoccuparsi. Saprà sicuramente cavarsela” gli dice. Il ragazzo annuisce rassicurato da quelle parole, poi i due si riavvicinano al gruppo per entrare in città e vengono fatti entrare dato che oramai li conoscono. Fermano uno dei giganti lì presente, domandandogli se sa qualcosa di Kronhos.
-“Ci dispiace ma noi non sapere dove essere Kronhos. È rimasto per un po’, poi essere andato via chissà dove” risponde il gigante. I ragazzi ringraziano e poi escono dalla città, per tornare verso Fletz.
-“Chissà dov’è andato a finire…” si chiede Leonard, mentre camminano verso la capitale.
-“Già. Poteva almeno avvertire qualcuno di dove andava. Peggio del musone” continua Rhea, un po’ innervosita.
-“Ci verrà lui a cercare. Non possiamo mica andare in giro per tutto il continente” ribatte Drakan. Tutti annuiscono, anche se sono preoccupati per il gigante.
Fatta un’altra sosta a metà strada, proseguono per Fletz dove, arrivati, sono lasciati da Drawol che se ne và anche lui, dato che in città non può entrare. Entrati, Shana si avvicina alle guardie di ronda all’entrata e chiede loro se hanno visto Kronhos. Loro scuotono la testa in segno di diniego e la ragazza, dopo aver ringraziato, torna dal gruppo dicendo che il gigante non s’è fatto vedere nemmeno a Fletz. I ragazzi decidono di chiudere la questione Kronhos concordando che sarà il gigante a cercare loro e non l’inverso.
-“Perché non andiamo a trovare Elen e Alexander?” domanda Rhea ad un tratto, quasi spaventando il gruppo.
-“Tanto non abbiamo nient’altro da fare, a parte ritrovare il mio spirito” risponde Zeph, sconsolato. La risposta diventa quindi unanime e il gruppo si dirige a palazzo con Shana in testa in modo da passare senza problemi.
Entrati nella rocca, sono accolti calorosamente dalle guardie e sono scortati nella sala del trono dove trovano seduti ai loro posti sia Alexander che Elen cui era stato annunciato l’arrivo del gruppo.
-“Ragazzi, sono contento che siate qui. Non vi ringrazierò mai abbastanza di aver liberato Elen” esclama il principe, alzandosi in piedi, mentre la sorella scende dagli scalini e và ad abbracciare le tre ragazze.
-“Grazie Alexander, ma era nostro dovere liberare Elen, per la salvaguardia e la felicità del regno” risponde Shana che è abbracciata poi dalla principessa, in un abbraccio molto strangolatore.
-“Elen, così mi soffochi” protesta l’arciere di Tiberoa scostando la principessa da sé.
-“Ops, scusami Shana, ma sono così felice di rivedervi” si difende lei, sorridendo. Alla fine torna tutto alla normalità e i ragazzi raccontano le ultime vicende di cui sono stati protagonisti, come il ritrovamento del Dragone della Terra, del diario con scritta la storia dei Dragoni e il mistero svelato del vestito che tanto aveva assillato Rhea e soprattutto la principessa a causa dell’alata a Hellena quando l’avevano liberata.
-“Sono contento per voi che siete riusciti a svelare molti dei misteri che vi attanagliavano. Naturalmente questa sera sarete nostri ospiti e potete esserlo fin quando volete” esclama infine il principe. I ragazzi accolgono l’offerta positivamente e sono subito accompagnati dalla loro compagna nella stanza degli ospiti dove riposano. Quando tutti si risvegliano, constatano che oltre al solito Drakan sparito, manca anche Shana.
-“Adesso dove sono finiti quei due…” esclama Rhea, quasi esasperata.
-“Ho visto l’uomo andarsene fuori della rocca verso la città, mentre Shana si è diretta al cimitero” risponde una voce dall’ingresso che si scopre essere quella d’Elen.
-“Shana al cimitero? A fare che?” chiede sempre l’alata, sorpresa.
-“Sarà andata alla tomba dei suoi genitori” le risponde Celine, quasi sussurrando, mentre Elen china la testa, triste e anche gli altri rimangono in silenzio. All’improvviso arriva una guardia che accompagna una ragazza, dai lineamenti molto simili a quelli di Shana, che tiene gli occhi chiusi e la mano alla guardia che le fa in sostanza da guida e sostegno.
-“Elen, con chi stai parlando?” domanda la ragazza alla principessa.
-“Shaila, non dovresti essere nella tua stanza a riposare?” le chiede Elen, preoccupata, non rispondendo alla domanda della bionda.
-“Scusami, ma ho sentito che è arrivata Shana e volevo parlarle” le risponde.
-“Ho capito. Ad ogni modo sto parlando con il gruppo d’avventurieri cui si è unita Shana. Mi pare di avertene parlato”
-“Sì, mi ricordo. Piacere di conoscervi. Shana non è con voi?” chiede, rattristata dato che non ha sentito la voce della sorella.
-“E’ andata al cimitero” risponde Celine.
-“Ah già, è vero… Scusatemi, non mi sono presentata. Io sono Shaila e sono la sorella di Shana” continua la presentazione, facendo un mezzo inchino, mentre la guardia rimane sempre vicina a lei. Anche il gruppo si presenta alla ragazza che, anche se cieca, riesce subito a distinguere le diverse voci e quindi i ragazzi.
Rhea nota qualcosa tra le mani della ragazza, sembra un pacchetto regalo.
-“Scusami Shaila ma quel pacchetto per chi è?” le domanda l’alata, curiosa come il solito.
-“E’ per Shana. Oggi è il suo compleanno” risponde, sorridendo, stringendo tra le mani il pacchetto avvolto da una carta argentata e chiuso da un nastro con fiocco blu.
-“E’ il suo compleanno??!!” domandano sorpresi tutti quanti, tranne Elen e la guardia che sembrano saperlo.
-“Si, ma a lei non piace festeggiarlo, da quando abbiamo perso i genitori. Io, Elen ed Alexander le facciamo un regalo, ma niente festa” spiega la biondina, chinando la testa, evidentemente triste.
-“Beh, quest’anno invece la festa si farà” esclama Rhea, convinta.
-“Ma lei non sarà mai d’accordo” ribatte Elen.
-“Faremo una festa a sorpresa. Sono sicura che le piacerà” replica l’alata, decisa. Oramai gli altri si sono arresi. Quando Rhea si mette qualcosa in testa è difficile farle cambiare idea. E così si mettono all’opera per preparare questa festa a sorpresa, anche con l’aiuto del principe.
-“Che diavolo state combinando?” domanda Drakan non appena torna dalla sua passeggiata chissà dove per la città, vedendo che la sala del trono è preparata per una festa.
-“Siamo facendo una festa a sorpresa per Shana” gli risponde Rhea che torna a terra dopo esser volata assieme a Leonard per appendere uno striscione.
-“E per quale motivo dovete farle una festa?” chiede ancora.
-“Perché è il suo compleanno” gli risponde Shaila. L’uomo la osserva attentamente, mentre lei rimane girata verso di lui, come se lo stesse osservando anche se non lo può vedere, e affianco ha la guardia che la tiene per mano.
-“E tu chi sei?” domanda, quasi innervosito.
-“Sono Shaila, la sorella di Shana. E tu?” risponde.
-“Drakan” risponde semplicemente, scrutandola attentamente, poi alla fine decide di guardare i compagni come preparano la festa.
Arriva il tramonto, e di Shana ancora niente, mentre la festa a sorpresa è stata debitamente preparata e tutti attendono l’arrivo della ragazza che è annunciato da una guardia che era stata messa a fare il “palo”. Tutti si mettono ai loro posti, tranne Drakan che rimane comodamente seduto dove è sempre rimasto. Non appena la porta si apre e compare la figura di Shana, i ragazzi sbucano fuori all’improvviso, augurandole buon compleanno, seguiti dai due principi e da Shaila. L’arciere li osserva, stranita.
-“Ma che diavolo…” fa per dire, non capendo.
-“E’ il tuo compleanno Shana, dovevamo festeggiarlo, no?” risponde Celine, sorridendole e abbracciandola.
-“Allora, piaciuta la sorpresa?” domanda Rhea, felice.
-“Avrei preferito passare questa giornata come l’ho sempre passata, ma evidentemente ho sperato invano” esclama, fredda, osservando i presenti.
-“E’ il momento che ti porti tutto alle spalle e che non ci pensi più” ribatte Drako che si è risvegliato.
-“Pensi che non ci abbia mai provato?” chiede lei, cercando di rimanere calma. La spada rimane in silenzio, riaddormentandosi.
-“Lo stesso. Dovresti provarci ancora sorellina” le dice Shaila, avvicinandosi a lei grazie alla guardia che la guida.
-“Va bene” risponde, quasi rassegnata. Non può dir di no alla sorella. Rhea esulta, felice, e comincia a festeggiare, mangiando tutto il cibo che hanno preparato quel pomeriggio. Così passano la serata festeggiando, discutendo tra loro e, naturalmente, ballando.
-“Shaila, posso chiederti una cosa su tua sorella?” domanda Celine alla ragazza seduta poco distante da Drakan, mentre la guardia che le sta sempre affianco sta ora ballando con la principessa.
-“Dimmi pure… Celine” risponde, pensando prima di dire il nome della ragazza.
-“Shana ha una cotta per il principe?” chiede Rhea, arrivata in quel momento sedendosi alla sinistra della bionda, prendendole di sorpresa.
-“Sì” risponde Shaila, sorridendo
-“Ed è ricambiata?” domanda ancora l’alata.
-“A questa domanda non posso rispondere, mi dispiace” replica la bionda, sorridendo angelicamente.
-“E dai” insiste la rossa.
-“Posso solo dirti che fin da quando si sono conosciuti sono praticamente inseparabili. E anche se sono cieca, lo so perché capisco subito mia sorella” spiega lei. Le altre due ragazze osservano Shana e Alexander che proprio ora stanno ballando assieme. Lei tiene lo sguardo lievemente chino per non guardarlo negli occhi e lui ha uno sguardo freddo, ma si vede che si sforza di esserlo.
-“Ma lasciate che facciano tutto da soli” continua, dato che conosce la voglia d’impicciarsi negli affari altrui di Rhea grazie alla sorella che prima le parlava dei suoi compagni.
La festa ha termine verso la tarda sera e se ne vanno tutti a dormire, stanchi ma felici di aver festeggiato assieme a Shana che naturalmente ha avuto i suoi regali da un po’ tutti.
Il giorno dopo, non appena si risvegliano, decidono di allenarsi un po’, mentre pensano a che fare e aspettando il ritorno di Kronhos.
Shana
Leonard e Zeph si scambiano lezioni sulle rispettive tecniche di combattimento mentre Rhea, Shana e Celine sembrano più intente a fare salotto piuttosto che allenarsi tanto che vengono richiamate dai due ragazzi che vengono intralciati dalle tre.
– Dai ragazze… Se non avete voglia di allenarvi seriamente almeno non disturbate gli altri – le riprende Leonard urtato per l’ennesima volta da Rhea nel tentativo di eseguire un calcio volante.
– Già… oltre che noi state disturbando anche questi soldati. E per loro l’allenamento è sicuramente più importante che per noi – aggiunge Zeph indicando alcune guardie si stanno esercitando con le spade nella piccola palestra al primo piano della rocca.
– Uffa, sempre a brontolare voi due. E poi provaci voi ad esercitarvi nella lotta a mani nude dopo l’abbuffata di ieri – ribatte la ragazza con aria insofferente
– Ehm, credo abbiano ragione loro Rhea. Stiamo dando troppo fastidio – concorda Celine valutando meglio la situazione
– E poi allenandoci in questo modo difficilmente miglioreremmo. Dobbiamo trovare qualcuno esperto che ci possa insegnare – aggiunge Shana dando ragione agli altri
– Bah… Oggi c’è l’avete tutti con me. Ho capito… me ne vado a prender un po’ d’aria. Tanto qui non si combina niente – dice stizzita Rhea uscendo per poi dirigersi alla terrazza alla base delle torri.
– Ma che ha oggi Rhea? Mi sembra più svampita del solito – chiede Zeph non appena l’alata esce dalla palestra.
– Secondo me è gelosa – afferma Leonard con aria sicura
– Gelosa di cosa? – si interroga Zeph
– Ma è chiaro… Di Shana e Celine – risponde il ragazzo suscitando l’incomprensione degli altri – Pensaci su. Sia Shana che Celine hanno il loro dolce principe che le pensano mentre lei non ha nessuno – inizia a spiegare Leonard mimando un dolce abbraccio mentre le due ragazze, che nel frattempo sono arrossite, prendono la rincorsa per saltargli addosso – No… ahi…. Basta!... Zeph, aiut – tenta di dire Leonard mentre le sue amiche si vendicano
– No, no. Se cerco di darti una mano le prendo pure io. Chiedi aiuto a Drak... Ehi, sapete dov’è finito? – Chiede Zeph attirando l’attenzione di Shana
– Ecco! Drakan. Lui sicuramente potrebbe insegnarci qualcuna delle sue mosse – esclama la ragazza rialzandosi
– Si, ma prima dobbiamo ritrovarlo. L’ultima volta che l’ho visto è stato poco dopo il tuo arrivo alla festa di ieri sera – dice Celine che ha anche lei smesso di maltrattare Leonard
– Si, è uscito subito dopo l’inizio dei festeggiamenti. Non era nemmeno in camera ieri notte quando siamo andati a dormire – Conferma Zeph
– Beh, sicuramente sarà da qualche parte a Fletz. Vado a cercarlo… – dice Celine salutando gli altri
– Vado pure io… le lotte corpo a corpo sono il mio punto debole. E tu mettici del ghiaccio – consiglia Shana a Leonard prima di allontanarsi
– Ma che c’ha messo il cuoco nella torta di ieri? Fa uno strano effetto sulle ragazze – dice Leonard rialzandosi tutto dolorante
– Sarà l’aria di mare – gli risponde sorridendo Zeph – Andiamo a fare due passi in città, magari incontriamo qualche ragazza carina –
– No, no… per oggi ne ho abbastanza di ragazze – risponde Leonard mentre si avvia all’uscita zoppicando con Zeph.
Celine esce verso la terrazza pensando di poter vedere Drakan nel caso sia all’esterno del palazzo ma senza risultato. Ne approfitta allora per godersi la vista dalla seconda terrazza, quella dietro la stanza del sole, vista mare. Casualmente incontra proprio Drakan intento a meditazioni
– Eccoti qua. Giusto te cercavo. Dov’eri finito? E’ da ieri sera che non ti si vede in giro – esordisce Celine senza però ottenere alcuna attenzione dal ragazzo – Senti, io e le altre ci stavamo allenando nelle arti marziali ma con scarso successo. Non è che tu potresti insegnarci qualcosa? Ti abbiamo visto usarle diverse volte senza mai sbagliare un colpo – chiede la ragazza ancora completamente ignorata – Certo che intavolare con te un discorso è molto difficile – dice ancora Celine dopo essersi seduta sulla panchina al suo fianco dondolando le gambe con lo sguardo rivolto verso il basso. – Posso chiederti una cosa personale?... Non hai una ragazza che ti aspetta da qualche parte? – chiede leggermente imbarazzata Celine
– No – risponde telegrafico Drakan
– Mai avuta una? – continua lei
– No –
– Hai mai pensato di cercarne? –
– No – gli risponde per l’ennesima volta. Celine non sa più cosa chiedergli, riceve solo risposte negative o viene ignorata… finché non si ricorda di quello che ha detto Leonard
– Senti ma hai mai pensato di trattare Rhea un po’ più da donna invece di –
– Stai cercando di farmi mettere insieme a Rhea forse? – la interrompe Drakan con aria piuttosto seccata
– No, no… è che entrambi mi sembrate abbastanza soli. Non parlate quasi mai del vostro passato, e comunque molto vagamente. Magari al posto di litigare in continuazione potreste cercare di andare maggiormente d’accordo – si spiega la ragazza
– Sarebbe tempo e fiato sprecato. Rhea è solo una mocciosa infantile che gioca a fare il guerriero. Persino Atlas ha colto l’occasione di liberarsene… e se l’ha fatto lui che la conosce da anni figurati quanto possa interessarmi andare d’accordo con lei. Mi limiterò ad aiutarla nei combattimenti ma niente di più – spiega molto rozzamente Drakan
– Beh, ma allora a lei ci tieni almeno un po’ visto che la difenderesti – risponde Celine accennando un sorriso
– Soltanto perché è un dragone. Se non avesse lo spirito non avrei nemmeno quell’obbligo – continua a tono il ragazzo.
– Accidenti che insensibile – mormora Celine distratta subito dopo da una goccia calda che gli cade sulla mano. Celine guarda immediatamente in alto incuriosita da questo strano evento, non c’è nemmeno una nuvola in cielo, e scorge di sfuggita la sagoma di Rhea che scappa. Era seduta proprio sulle panchine nella terrazza sopra di loro.
– Accidenti… era Rhea. Deve aver sentito tutto. Ecco, hai visto cosa hai combinato? – Dice Celine rivolgendosi a Drakan che però non la degna minimamente di attenzione. Decide così di raggiungerla per consolarla.
– Ehi Celine hai trovato Drakan? – chiede la ragazza appena arrivata
– Scusa ma devo andare… ti spiego dopo – risponde l’amica correndo per raggiungere l’alata
– Vanno tutti di fretta oggi, prima Rhea che corre a testa bassa e poi Celine… mah – dice la ragazza ancora girata verso le scalinate
– Oh, ciao Drakan. Non è che centri qualcosa con la strana fuga di Rhea e Celine? – chiede in tono scherzoso Shana
– La notte questo posto è più tranquillo – risponde il ragazzo seccato
– Già, immagino di si. Comunque volevo ringraziarti per la festa di ieri, vi siete datti tutti da fare –
– Sbagli. Io non ho fatto proprio niente. Me ne sono andato subito dopo il tuo arrivo – le risponde Drakan
– Anche a te non piacciono i compleanni? Ricordano anche a te qualche avvenimento triste del tuo passato? – chiede Shana
– Per come la vedo io sono delle feste inutili –
– Feste inutili… è la prima volta che sento dare questa definizione ai compleanni. Dai, spiegami perché la pensi così – gli chiede poi
– Che cosa si festeggia e come a queste feste? – risponde con un’altra domanda Drakan
– Beh, si festeggia la persona che ha compiuto un altro anno di vita dandogli dei regali –
– E per quale motivo? –
– Uff… giochetto noioso questo. Comunque non so. Non c’ho mai pensato seriamente – risponde Shana infastidita dal modo rispondere di Drakan
– Nel giorno del compleanno di una persona tutti si danno da fare per rendere felice quella persona. Magari donandogli cose molto importanti o che vanno contro le regole morali di qualcuno. Inoltre si fanno i compleanni anche a persone che non se lo meritano. E per finire è un’idiozia festeggiare il tempo che passa… ti avvicini sempre di più alla vecchia e alla morte, e sono pochi quelli che invecchiando diventano saggi – risponde freddamente Drakan lasciando senza parole la ragazza.
– E’ così avete paura di invecchiare e morire, eh signor Drakan? – chiede sarcastica Shaila che ha sentito l’ultima frase mentre si avvicinava ai due – E si diverte nel far soffrire le altre persone. Come la sua compagna alata. E’ per colpa sua se se n’è andata piangendo – aggiunge subito dopo
– Ok. Questo posto è troppo frequentato – risponde Drakan alzandosi, prendendo la propria spada appoggiata li vicino ed avviandosi.
– Allora è così! Dovevo sospettarlo che era come al solito colpa tua… hei, vieni qui. Stai scappando forse? – gli urla Shana – Scusami Shaila, sai per caso dove sono andate Rhea e Celine? –
– Purtroppo no. Rhea m’è venuta addosso scendendo la scalinata qui dietro. Subito dopo è passata Celine che si è scusata per lei e mi ha accennato velocemente cos’è successo. Sicuramente però sono uscite dal palazzo –
– OK, grazie sorella. Ci vediamo più tardi al bar? I ragazzi sono già li e appena trovo Celine e Rhea c’è le porto anche loro – dice Shana avviandosi alla ricerca delle amiche.
– Dai Rhea. Fermati! – urla Celine all’amica che sta attraversando l’atrio
– Lo sai com’è fatto, no? Non prendertela. E soprattutto guarda dove vai… stai facendo un sacco di danni – continua la ragazza passando al volo ad una guardia un vaso prezioso che stava cadendo.
– Non lo sopporto più quello stupido! – dice ancora singhiozzando l’alata una volta afferrata da Celine in mezzo alla scalinata che porta al palazzo
– D’accordo ma scappare non serve a nulla –
– Forse, ma di certo non dovrò più sentire queste cattiverie –
– Ma lo sai che è così… –
– Lui non sa nulla di Atlas e me! – strilla Rhea, in preda ad una crisi isterica – Atlas non l’ha fatto per quel motivo, non mi ha lasciata… lui… – i singhiozzi le impediscono di parlare.
– Sicuramente era solo una battutaccia di pessimo gusto –
– Non può fare così – sbotta Rhea
– E tu gli dai solo soddisfazioni a piangere – continua Celine ignorandola. Magari la psicologia inversa funziona.
– Che mi veda piangere, se la cosa gli fa così piacere. Se ha intenzione di continuare così io me ne vado. Lascio tutto e vado via. Non ho intenzione di star male per un… un uomo – risponde, sputando le parole come se fossero bocconi amari.
– Non puoi, siamo dragoni… –
– Beh, allora cercherò qualcun altro che sia riconosciuto dal mio dragone –
– E farlo vincere? – continua Celine, sperando di toccarle l’orgoglio
– Non è vincere… –
– Sì invece, lo sai anche tu. Lui ti stuzzica per vedere se hai i nervi adatti, vuoi dargliela vinta? –
– No! Mai! –
– Hei ragazze… eccovi qua – le interrompe Shana arrivata di corsa –Rhea, non ho ben capito cos’è successo ma non preoccuparti. Drakan ha sicuramente torto su tutto – la rassicura la ragazza
– Ben detto, andiamo a comprare qualcosa, vedrai che dopo ti sentirai meglio –
– Ehm… per l’amor delle nostre finanze forse è meglio evitare – osserva Shana ridendo – piuttosto andiamo al bar di Fletz, li ci sono anche Leonard e Zeph – propone ricevendo i consensi delle due
Poco dopo entrano nel bar dove trovano al tavolino in un angolo i due amici, Leonard sta intrattenendo due ragazze raccontando le loro avventure mentre Zeph tenta di non fare la figura dell’imbranato, di conseguenza uno scherzo è obbligatorio.
– LEONARD! CHE DIAVOLO STAI FACENDO? – urla Celine spaventando la metà dei presenti
– Ma Celine? Che vuoi che faccia? Dopo avermi mazzuolato per bene l’unica cosa che c’è rimasta da fare e venire qui – risponde il ragazzo non capendo il motivo di tutta quella rabbia
– E anche tu, Zeph. Sempre con il tuo amico Don Giovanni. Noi a casa ad aspettarvi mentre voi fate i cascamorti… ah ma questa volta non ve la cavate – aggiunge Shana
– Giusto! Questa volta vi trovate le valige in strada! Siamo stufe di esser prese in giro da voi – conclude Celine avendo ormai raggiunto il suo scopo, i due ragazzi sono senza parole mentre le due ragazze che li stavano ascoltando si allontanano in silenzio confabulando cose irripetibili tra loro
– Ahahaahh… dovreste vedere le vostre facce ragazzi. Troppo divertenti – dice ridendo di gusto non appena le due ragazze escono dal bar
– Ma siete impazzite? Noi eravamo qua tranquilli a svagarci un po’ e voi arrivate urlando come delle pazze solo per farci uno scherzo – chiede il ragazzo incredulo
– Esatto… e c’è venuto anche bene. Vero Rhea? – aggiunge la ragazza
– Umh… si… divertente – risponde la ragazza con aria non molto convinta. Nel frattempo anche le altre persone nel bar hanno capito del scherzo e si stanno facendo grasse risate
– Allora… che vi porto da bere? – chiede la barista ridendo sotto ai baffi?
– Una pietra della sparizione c’è l’avete? In questo momento vorrei sparire – risponde Zeph tutto rosso per la vergogna
– Mi spiace, solo bevande e cibo – risponde scherzando – E a voi tre cosa porto? – chiede a Celine, Shana e Rhea
– Qualcosa di forte, è ovvio! – risponde sicura Shana
– Qualcosa di forte? Ma siete completamente andate… Per loro solo bevande analcoliche. Già da sobrie ne combinano di tutti i colori – ribatte Leonard con aria preoccupata
– Zitto moccioso… per noi ragazze adulte ci vuole qualcosa da adulto… altro che le vostre spremute – commenta Shana con fare superiore
Dopo qualche istante impiegato per sistemarsi intorno al tavolo con una bella vista sulla città arrivano le bevande. Tra una battuta e l’altra i bicchieri si svuotano, tranne quello di Rhea ancora pensierosa
– Rhea, che ti prende? Non hai ancora aperto bocca. Vuoi che andiamo a chiamare Drakan? Con lui hai sempre qualcosa da dire… AHIOH! – urla infine Leonard prendendosi un bel calcione negli stinchi
– Lasciamo fuori quello stupido. Non merita nemmeno di essere nominato un essere come quello – Dice Celine facendo l’occhiolino ai ragazzi che capiscono il motivo del silenzio di Rhea
– Ecco, lo vedi? Drakan le fa arrabbiare e loro si sfogano su di noi – dice sottovoce Leonard a Zeph che annuisce
– Su con la vita Rhea… mandalo giù tutto d’un fiato e vedrai che poi andrà tutto meglio – Incoraggia la ragazza
– Certo, oltre a deprimermi devo anche ubriacarmi? – commenta Rhea sardonica – Mi dispiace, ma oggi non è giornata –
– Cosa ti ha detto di tanto grave, per ridurti così? – domanda Zeph curioso
– Oltre a ribadire che sono infantile? Che Atlas mi ha abbandonata perché non mi sopportava più? Che, se non fossi un dragone, mi lascerebbe morire senza tanti problemi? Oh, nulla di che – replica la ragazza con durezza mentre i ragazzi restano in silenzio non sapendo cosa dire… Drakan è solito fare di queste uscite ma è sempre difficile abituarcisi.
Dopo qualche secondo di silenzio dall’esterno si sente un potente frastuono, come di qualcosa che crolla e successivamente delle grida. I ragazzi si girano per guardare fuori dalla finestra e vedono che il ponte all’entrata della città è crollato e fatalità è accaduto proprio mentre ci stava passando sopra Shaila. La guardia incaricata di scortarla era rimasta indietro ed ora non sa cosa fare, anche la stessa Shana è impietrita alla finestra che osserva gli ultimi massi del ponte pericolanti cadere nell’acqua mentre la sorella viene trascinata dalla corrente del fiume verso un percorso sotterraneo prima di sfociare nel mare. Improvvisamente compare Drakan che in corsa getta cappotto e armi sul bordo destro del fiume e si tuffa per ripescare la ragazza. Ritornano all’asciutto sul lato sinistro, proprio davanti al negozio di pozioni, tutti accorrono per aiutare la ragazza che sta ancora tossendo per aver bevuto molta acqua mentre Drakan si allontana noncurante verso le sue armi. Nel tragitto si toglie la maglietta nera per strizzarla e resta a torso nudo. I ragazzi sono appena usciti dal bar seguiti da tutti i presenti e si avviano verso Shaila passando sul lato sinistro dove si trova Drakan
– Hei bei capelli – lo apostrofa la barista accorsa con tutti gli altri passandogli davanti – Complimenti per il fisico – continua la donna additando le numerose cicatrici sparse un po’ ovunque, mentre Celine e Zeph notano di sfuggita un strano pendente che finora è sempre stato nascosto sotto la maglia. Ma tutti si concentrano su Shaila già raggiunta da sua sorella.
La guardia che doveva scortarla continua a scusarsi in continuazione dicendo che non avrebbe dovuto chiedere a Shaila di aspettarlo un attimo per aiutare un cittadino a caricare della merce pesante sul carretto. D’altra parte Shaila lo rincuora, è stata lei che ha voluto proseguire da sola e non ha notato il cartello che avvisava dello stato pericolante del ponte.
– Ehii Drakan – dice Rhea avvicinandosi al ragazzo che sta tornando a palazzo lasciando una scia d’acqua – Com’è che salvi cani e porci mentre non daresti nemmeno una mano a me se non fossi un dragone? – urla l’alata attirando l’attenzione di tutti
– Non è ne il momento ne il luogo dove fare scenate – si limita a dire Drakan senza nemmeno voltarsi
– No, no. Il momento è perfetto e del luogo non me ne importa niente. Io voglio una risposta… e la voglio ora! – ribatte la ragazza nel suo solito modo isterico
– Lo vedi? Sei solo una stupida mocciosa viziata. Se non ti decidi a crescere lo spirito ti abbandonerà di sua spontanea volontà in cerca di qualcuno più maturo – risponde con la sua solita insensibilità
– Tutto qui? È solo una questione di maturità? Sai che ti dico? Tienitelo! Trovati una persona matura e responsabile a cui affidarlo – risponde stizzita la ragazza, strappando il dragone dal bastone e lanciandolo ai piedi di Drakan
– Ecco… ora sono una normale ragazza… anzi, alata. Ma non ti preoccupare, non mi metterò nei guai per poi implorarti di salvarmi… Ah... – aggiunge – Ti auguro di trovare presto un sostituto, prima che arrivi il cattivone di turno! – termina Rhea, prendendo il volo. Non saluta nemmeno i compagni, tanto è arrabbiata.
Il ragazzo si limita a raccogliere lo spirito ed avviarsi verso la rocca ancora tutto gocciolante mentre tutta la città osserva la scena. Molti di loro non hanno ben capito cos’è successo tra i due ed ipotizzano che siano fidanzati e che a causa dell’ennesima sfuriata la ragazza abbia deciso di ridarle il regalo di fidanzamento ed andarsene. I loro compagni non sanno cosa fare, finora i due avevano sempre bisticciato, a volte erano passati alle mani ma un evento del genere non l’avevano mai nemmeno immaginato.
Rimangono basiti, osservando Rhea diventare un puntino lontano. È Zeph il primo a risvegliarsi dal torpore
– No! Dannazione, Rhea torna indietro – urla invano
– Drakan, fermala – aggiunge Celine senza alcun risultato – Andiamo, lei è un dragone non potete fare così solo perché non andate d’accordo – ma Drakan non vuole sentire ragioni, ormai è già a metà scalinata e di sicuro non torna indietro
– Leonard, tu sei l’unico che sappia volare senza doverti trasformare, prova a raggiungerla – esclama concitata Shana. Il mezzo alato segue il consiglio e vola via.
– Torniamo anche noi nella rocca, qui c’è troppa gente che ci osserva. Tra l’altro anche Shaila ha bisogno di cambiarsi – suggerisce il ragazzo seguito dagli altri
Nel frattempo Rhea sta volando verso una meta precisa: tornare a Kazas e parlare con Atlas, la strada è lunga, ma tanto non avrebbe alcun posto dove tornare. Casa sua? Kadessa era la sua casa, e tanto le bastava. Si era licenziata, e quindi aveva perso la sua unica dimora. Non era stato ne previdente, ne furbo farlo, ma credeva di poter restare coi ragazzi per molto tempo.
– Ricaccia indietro le lacrime e pensa a cosa fare – si ordina, continuando a volare.
Una volta trovato Atlas che cosa avrebbe fatto? Non poteva restare con lui, o forse sì? Sarebbe potuta tornare ad Hoax, e vedere se il posto che le aveva offerto il comandante Carlos era ancora libero. Si rende conto solo in quel momento di non avere con se bagagli di alcun genere, nemmeno il suo solito zainetto. Quello probabilmente giaceva abbandonato nelle camere della rocca ma tornare indietro per recuperarlo e rischiare di vedere Drakan? Assolutamente no! Che si tengano zaino, vestiti, soldi e pozioni. Si sarebbe arrangiata, non era la prima volta che le capitava.
– Rhea, fermati! – la voce di Leonard la distrae dai suoi pensieri. Non gli presta attenzione, accelerando l’andatura e sperando di superarlo – Maledizione, vuoi fermarti? –
– No! Non ne ho alcuna intenzione. Lasciami in pace e tornatene a Fletz – lo gela lei.
– Non puoi, sei un dragone! –
– Ero. E sottolineo il verbo al passato. Ero un dragone. Ho rinunciato ai poteri, ho rinunciato a tutto. Ora lasciatemi in pace – strilla, bloccandosi per poter parlare faccia a faccia con Leonard.
– Sei infantile! Ci sono cose più importanti dei tuoi battibecchi con Drakan – sbotta il mezzo alato.
– Lo so, è per questo che me ne sono andata. Non sono in grado di reggere la situazione. Non ho intenzione di star male per nessuno. Fammi un favore, torna indietro e dì agli altri che non mi hai trovata – mormora poi, lasciandosi cadere delicatamente al suolo. La foresta che costeggia la strada principale le ricorda quella di Deningrad, dove passava tutti i pomeriggi.
– Perché vuoi dar ragione a Drakan? – le chiede, cercando di planare alla meno peggio
– Forse perché ha ragione, non credi? – conclude lei, prima di sparire nella foresta. Leonard non sa cosa fare, Rhea è già sparita ai suoi occhi. La foresta e folta e buia, ritrovare una persona che vi si vuole nascondere è praticamente impossibile. Sconsolato decide di tornare dagli altri, riferendo tutto quello che ha sentito.
Cicaleggii e cinguettii accompagnano i passi della ragazza, che ha deciso di restare al sicuro fra gli alberi, così da non incontrare scocciatori di alcun genere. Manca poco al confine di Tiberoa, e da lì a Kazas ancor meno.
Più si avvicina, più sente il bisogno di correre, sempre più lontana da Drakan, sempre più vicina ad Atlas. Come è sempre stato, aveva bisogno del suo sostegno.
Arrivata alle porte di Kazas realizza che non sa dove sia Atlas. Inizia a chiedere informazioni, non è così difficile trovare l’unico insegnante di lotta in una città piena di professori.
– Atlas? Certo, sta tenendo una lezione nel prato interno, vedi laggiù? – indica il ragazzo a cui Rhea a chiesto informazioni
– Sì, grazie mille –
– Bene ragazzi, vedo che iniziate a maneggiare le spade con più abilità… Rhea? Che ci fai qui? –
– Sono venuta a trovarti, come ai vecchi tempi – ride lei, mostrando i graffi che le contornano le gambe.
– Proprio come ai vecchi tempi – mormora lui sospettoso – e gli altri? – domanda lui, congedando gli studenti con un gesto.
– Mh, sono in giro, a Fletz – risponde lei vagamente.
– Sei scappata – la accusa
– Non sono proprio scappata, ho solo deciso di andarmene –
– Perché? –
– Tu non te ne sei andato perché non mi sopportavi più? Vero? – domanda lei urgentemente
– Ma certo che sì – ride lui, bloccandosi subito. – Chi te l’ha detto? Dai Rhea, lo sai benissimo che non era per quello. Non mi piace il pericolo, non mi piace rischiare la vita. Quindi me ne sono andato per quello – spiega seriamente
– Grazie, comunque adesso anch’io sono libera come l’aria –
– No, tu devi tornare indietro e riprenderti il dragone –
– No! Non voglio, non ne ho alcuna intenz… –
– Non hai più quindici anni. Non puoi scappare ogni volta che qualcosa non va e non puoi sistemarla a suon di pugni. Devi imparare ad affrontare i problemi e superarli… e poi spiegami chi ti ha messo in testa che ti ho mollato perché non ti sopportavo –
La ragazza si limita a guardare in alto senza aggiungere nulla.
– Scommetto che si tratta di Drakan… è l’unico a cui potrebbe saltare in testa una cosa simile. Non è la prima volta che ti capita, impara dagli errori, gente come lui ne troverai sempre, vuoi scappare ogni volta? –
– NO, NON VOGLIO PIÙ SCAPPARE! – urla Rhea nascondendo il viso – ma cosa posso farci? –
– Drakan non merita tutta questa considerazione. Come non la meritava… beh lo sai. Come ti ho già detto fuggire di nuovo non risolverà il problema –
– Ucciderlo lo risolverebbe –
– Buona fortuna – ridacchia Atlas
– Non ho detto che ci riuscirei, ho detto che la situazione si risolverebbe… Atlas, ma chi me l’ha fatto fare di imbarcarmi in questa situazione? –
– Tu stessa? –
– Hai ragione, questa volta non posso nemmeno dar la colpa a qualcun altro. Però… però io non voglio tornare –
– Sì invece, altrimenti non stringeresti quel pezzo di legno che, suppongo, portasse in cima il tuo dragone –
– Mi mancano gli altri, mi mancano le ragazze –
– E… –
– E mi manca il mio dragone –
– Vedi, dai torna e fai la pace… –
– La pace proprio no! Un patto di non belligeranza, se proprio –
– Come preferisci, hai fame? –
– Effettivamente sì –
– Dai, che ti offro il pranzo, qui c’è una locanda che fa uno stufato da favola –
– Grazie Atlas –
– Ma di che? Se non ci aiutiamo fra noi... –
Intanto alla rocca Drakan si è ritirato nelle proprie stanze per darsi una sistemata e non accenna ad uscire nonostante Celine, Shana e Zeph siano li fuori ad aspettarlo. Poco dopo arriva Leonard di ritorno spiegando l’accaduto
– Avanti Drakan. Esci fuori. Vuoi stare chiuso in stanza tutto il giorno pur di non parlare con noi? Lo sai che questa è una situazione che dobbiamo risolvere alla svelta – dice Celine bussando con forza alla porta
– Scusate – dice una inserviente che passava di la – se cercate il vostro amico coi capelli lunghi neri l’ho visto qualche minuto fa dalle parti della lavanderia –
– Ma com’è possibile? Noi siamo qui a piantonarlo da sempre – si chiede Celine – Dobbiamo trovare il modo di entrare in questa stanza –
– Lasciate fare a me… a Lohan davo una mano a mio nonno come fabbro… aprire questa serratura sarà facile – dice Leonard aprendo la porta in pochi secondi
– Effettivamente qui non c’è… ma come ha fatto ad uscire senza farsi vedere? – si chiede la ragazza guardandosi in giro
– Mi sa che è uscito da qua – suggerisce Celine indicando una finestra aperta
– Ma è impossibile… siamo a strapiombo sulla scogliera. E lui non ha le ali… o forse si? – considera Zeph guardando verso il basso fuori dalla finestra non stupendosi più di nulla.
– Bah… comunque ora è inutile stare qua. Usciamo ed andiamo a cercarlo. Leonard ricordati di richiudere la porta – dice shana uscendo dalla stanza
– Hem, che ne diresti piuttosto di andare a pranzo? Ormai è ora ed il mio stomaco si fa sentire – suggerisce Leonard con un mezzo sorriso
– Pensi sempre a mangiare… anche in momenti come questo – ribatte la ragazza facendo poi finta di non aver sentito il proprio stomaco brontolare – Ok… per questa volta passi – aggiunge leggermente imbarazzata
– Vedo che ti piace molto questo posto – dice Shaila trovando Drakan sulla terrazza dove aveva passato buona parte della mattina – Non so se ringraziarti per avermi salvata o se sgridarti per il modo in cui tratti i tuoi compagni – aggiunge dopo aver congedato la sua guardia–guida ed essersi appoggiata alla balaustra di fianco a Drakan che per cause di forza maggiore è in abiti “civili”… ma sempre con il suo prezioso spadone sulla schiena.
– A quanto mi ha riferito Shana tu non sei sempre così silenzioso… mi dice sempre che litighi animatamente con Rhea – dice poi per spronare Drakan a parlare
– Taglia corto. Cosa vuoi? – risponde seccato
– Mi incuriosisce il tuo comportamento. Fai sempre il duro e non ti fermi davanti a niente, non ti importa nemmeno di far star male le persone che ti sono vicine. Ma sotto sotto sento di potermi fidare di te… che il tuo atteggiarti sia solo una copertura. Non ho ragione? –
– Qualsiasi tipo di risposta ti dia farai una diagnosi diversa. Non mi piace chi si diverte a psicanalizzarmi –
– Allora rispondimi sinceramente senza cercare di mascherare il tuo vero io –
– A che scopo? E poi perché dovrei parlare di me ad una sconosciuta? –
– Hai paura di una povera cieca che sarebbe morta annegata se qualcuno non l’avesse salvata? –
– Ti ripeto che queste domande trabocchetto non mi piacciono –
– Sai che stai bene con dei vestiti “normali”? –
– Adesso cambi pure discorso cercando di confondermi? –
– Esatto… prima o poi metterai delle parole fuori posto – risponde sorridendo la ragazza
– E poi non sei cieca? Come fai a sapere come sono vestito? –
– E’ vero… non vedo come le persone normali. Ma posso usare gli altri sensi. Per esempio i tuoi soliti vestiti odorano di pelle e quando ti muovi o vengono mossi dal vento fanno un certo rumore che ora non sento –
– Bah… immagino che non mi mollerai finché non otterrai quello che vuoi, giusto? – risponde Drakan andando a sedersi sulla panchina
– Giusto. Voglio sapere perché tratti tutti così freddamente –
– E perché vorresti saperlo? –
– Diciamo che sono una gran impicciona –
– Tu che idea ti sei fatta? –
– Se vai avanti così non ti libererai mai di me –
– Mi sono liberato di una ragazzina petulante proprio questa mattina… e con te è ancora più facile visto che non ci vedi –
– Ma quanto sei simpatico. Mettendo sempre in mezzo il mio difetto non mi farai scappare via piangendo –
– Allora cambierò tattica –
– Questa mattina, quando ti ho sentito parlare dei compleanni, pensavo che avessi paura di morire. Ma a ripensarci uno che fa la tua vita sempre con le armi in mano e non ci pensa due volte prima di buttarsi a salvare chiunque non può avere paura di morire –
– Potrebbe anche essere un modo per esorcizzare questa paura, no? –
– Quanti anni hai? –
– Che c’entra questo? Ah, ho capito. Stai tentando di nuovo di confondermi le idee –
– Generalmente le persone giovani non pensano mai alla morte. Pensano solo a cercare avventure e divertirsi con gli amici –
– Generalmente… poi crescono e scoprono come stanno veramente le cose –
– Esatto. L’unico modo che ha una persona giovane di arrivare ad un certo livello di maturità è di subire un forte trauma da piccoli –
– Suppongo che ora dovrei distendermi su questa panchina, chiudere gli occhi e cercare di ricordare quello che è successo mentre tu prendi appunti –
– Odi Rhea perché lei sa ancora vivere divertendosi mentre tu non ci riesci più. Sfoghi la tua solitudine su di lei –
– Quale solitudine? Se mi sentissi solo farei di tutto per stare in compagnia – ribatte lui mettendosi comodo e chiudendo gli occhi
– E che mi dici di quel ciondolo?... Si, quello che stai nascondendo nella maglia proprio ora –
– Niente di che… solo un regalo che mi ha fatto una vecchia amica –
– Senti… ho congedato la mia guida. Ed ora mi rendo conto che non è stata una buona idea. Potresti aiutarmi a tornare nella mia stanza? – chiede Shaila dopo qualche istante di mutismo
– Non ti conviene farlo… non con me – risponde criptico il ragazzo che si alza per raccogliere la spada appoggiata al muro e porgere la mano alla ragazza per fargli da guida
– Ti ho chiesto solo di aiutarmi… non mi sembra di rischiare chissà cosa – risponde lei con aria innocente
– Io ti ho avvertita… poi fai come ti pare – conclude Drakan prendendo la mano di Shaila che ovviamente non riesce a vedere la sua
– Hai paura che veda nel tuo passato qualcosa che poi ti costringa ad uccidermi? – aggiunge lei mentre si avviano
– No… So bene che è impossibile mantenere certi segreti per sempre. Ma non tutti sono in grado di portarne il peso –
– Credi che io non ne abbia già viste di cose penose? Ti ricordo che cieca ci sono diventata… la vita non è stata dura solo con te. So per esperienza che tenersi tutto dentro fa male e ti mangia da dentro, molto lentamente finché il dolore diventa insopportabile… Vedrai che poi ti sentirai meglio – Shaila decide di ignorare gli avvertimenti di Drakan e di sfruttare il suo contatto fisico con lui per vedere cosa faccia tanto soffrire il ragazzo. Questo la porta però a perdere le forze e cadere a terra in preda alle convulsioni con gli occhi sbarrati. Drakan la prende in braccio come se nulla fosse e la porta nella sua stanza.
Una volta raggiunta l’ala della rocca dove si trovano le stanze da letto vengono visti dai ragazzi che hanno appena finito il pranzo.
– SHAILA! – urla Shana vedendo la sorella in preda alle convulsioni trasportata da Drakan nella sua stanza – Che cosa le è successo… No, cosa le hai fatto?!? – chiede istericamente in direzione del ragazzo
Mentre distende Shaila, che nel frattempo sembra essersi calmata,sul letto il ciondolo di Drakan scivola fuori dalla maglia attirando l’attenzione di Leonard che nel frattempo è entrato seguito anche da Celine e Zeph
– DRAKAN! DIMMI IMMEDIATAMENTE COSA LE HAI FATTO… O GIURO CHE TI UCCIDO! – urla inviperita Shana in direzione di Drakan che è già uscito dalla stanza
– Non cercare di punire me per gli errori di tua sorella. Vedrai che tra non molto starà meglio – risponde lui con aria tranquilla poco prima di voltare l’angolo
Quella sera è una cena alquanto strana, solo Celine, Zeph e Leonard si presentano e sono tutti assorti negli stessi pensieri in cerca di risposte, Rhea è scappata, Drakan come al solito se ne sta sulle sue, Shana non si vede e Kronhos è sparito.
- Che tristezza – commenta Zeph – siamo in tre su una tavola preparata per sette –
- Vedrai che è solo temporaneo – lo rassicura Leonard
- Tutta colpa di quello stupido di Drakan. Con il suo comportamento da insensibile cronico. Bisognerebbe insegnargli che non può trattare tutti come incapaci – scatta Celine battendo i pugni sul tavolo – come se non bastasse ha preso di mira anche Shaila. Non oso nemmeno immaginare cosa abbia potuto farle –
- Dovremo portare la cena a Shana. Non è ancora uscita dalla stanza di sua sorella –
- Ci penso io, non ti preoccupare –
- Ci andremo tutti invece… - conclude Celine finendo di mangiare e chiedendo ad una cameriera le porzioni per Shana da portarle in camera.
- Heilà Shana… come non detto s’è addormentata - commenta Leonard arrivato in camera
- Uh? Ah no… stavo solo pensando – risponde Shana rialzandosi dal letto
- Beh, in ogni modo ti abbiamo portato la cena –
- Come sta Shaila? – chiede preoccupata Celine
- Non so. Sembra semplicemente dormire. Colpi fisici non ne ha subiti ma non ho idea di cosa abbia potuto fargli per ridurla in questo stato – spiega Shana
- Siamo sicuri che sia stata colpa sua? In fin dei conti ti ha anche rassicurato sul fatto che sarebbe stata meglio – chiede Leonard rimediandosi un’occhiataccia dalle due
- Proprio per questo siamo certe che la colpa sia sua – ribatte Celine
- Ah, ma domani mi sente. Sta volta non la passa liscia – promette Shana
- Ben detto! Conta pure su di me. Capirà che deve smetterla –
- Non contate su di me. Anche se non so ancora fino a che punto fidarmi di lui... siamo ancora tutti vivi ed interi… in genere ai suoi nemici non va così di lusso –
- Non fa nulla… faremo a meno di te se hai paura –
- Non contate nemmeno me… e non perché ho paura di lui –
- Si, come no. Ma se sei sempre il primo a lamentare la sua mancanza –
- Solo quando voi due fate le prepotenti insieme a Rhea… in questo non sembrate tanto diverse da lui –
- Ma quando mai abbiamo fatto le prepotenti? –
- Vuoi la lista? Ti ricordi questa mattina? –
- Beh, ma questa mattina te lo meritavi… con battute del genere –
- Finitela voi due. Vi state comportando come due marmocchi – li interrompe Zeph – Piuttosto, avete visto quel pendaglio che aveva Drakan al collo? –
- Si, ma cosa c’entra? –
- Umh… niente… era solo per cambiare discorso, ero stufo di sentirvi litigare –
- Parlatemi di questa cosa… non c’ho fatto caso e mi incuriosisce –
- Come mai ti interessa? Pensi che possa essere quello che lo fa agire così? –
- No, mi interessa per una eventuale vendetta – risponde Shana con un ghigno
- Lascia perdere le vendette, almeno finché non sai di cosa si tratta. Supponi che quel gioiello abbia le stesse capacità di quello che avevo trovato io… se facciamo un passo falso rischiamo veramente la pelle – avverte Zeph
- Il solito pessimista – commenta Celine
- Sarà… comunque ci penseremo domani. Ora è tardi ed io me ne vado a dormire – conclude il ragazzo salutando seguito da Leonard
Drakan
– Dai ragazze… Se non avete voglia di allenarvi seriamente almeno non disturbate gli altri – le riprende Leonard urtato per l’ennesima volta da Rhea nel tentativo di eseguire un calcio volante.
– Già… oltre che noi state disturbando anche questi soldati. E per loro l’allenamento è sicuramente più importante che per noi – aggiunge Zeph indicando alcune guardie si stanno esercitando con le spade nella piccola palestra al primo piano della rocca.
– Uffa, sempre a brontolare voi due. E poi provaci voi ad esercitarvi nella lotta a mani nude dopo l’abbuffata di ieri – ribatte la ragazza con aria insofferente
– Ehm, credo abbiano ragione loro Rhea. Stiamo dando troppo fastidio – concorda Celine valutando meglio la situazione
– E poi allenandoci in questo modo difficilmente miglioreremmo. Dobbiamo trovare qualcuno esperto che ci possa insegnare – aggiunge Shana dando ragione agli altri
– Bah… Oggi c’è l’avete tutti con me. Ho capito… me ne vado a prender un po’ d’aria. Tanto qui non si combina niente – dice stizzita Rhea uscendo per poi dirigersi alla terrazza alla base delle torri.
– Ma che ha oggi Rhea? Mi sembra più svampita del solito – chiede Zeph non appena l’alata esce dalla palestra.
– Secondo me è gelosa – afferma Leonard con aria sicura
– Gelosa di cosa? – si interroga Zeph
– Ma è chiaro… Di Shana e Celine – risponde il ragazzo suscitando l’incomprensione degli altri – Pensaci su. Sia Shana che Celine hanno il loro dolce principe che le pensano mentre lei non ha nessuno – inizia a spiegare Leonard mimando un dolce abbraccio mentre le due ragazze, che nel frattempo sono arrossite, prendono la rincorsa per saltargli addosso – No… ahi…. Basta!... Zeph, aiut – tenta di dire Leonard mentre le sue amiche si vendicano
– No, no. Se cerco di darti una mano le prendo pure io. Chiedi aiuto a Drak... Ehi, sapete dov’è finito? – Chiede Zeph attirando l’attenzione di Shana
– Ecco! Drakan. Lui sicuramente potrebbe insegnarci qualcuna delle sue mosse – esclama la ragazza rialzandosi
– Si, ma prima dobbiamo ritrovarlo. L’ultima volta che l’ho visto è stato poco dopo il tuo arrivo alla festa di ieri sera – dice Celine che ha anche lei smesso di maltrattare Leonard
– Si, è uscito subito dopo l’inizio dei festeggiamenti. Non era nemmeno in camera ieri notte quando siamo andati a dormire – Conferma Zeph
– Beh, sicuramente sarà da qualche parte a Fletz. Vado a cercarlo… – dice Celine salutando gli altri
– Vado pure io… le lotte corpo a corpo sono il mio punto debole. E tu mettici del ghiaccio – consiglia Shana a Leonard prima di allontanarsi
– Ma che c’ha messo il cuoco nella torta di ieri? Fa uno strano effetto sulle ragazze – dice Leonard rialzandosi tutto dolorante
– Sarà l’aria di mare – gli risponde sorridendo Zeph – Andiamo a fare due passi in città, magari incontriamo qualche ragazza carina –
– No, no… per oggi ne ho abbastanza di ragazze – risponde Leonard mentre si avvia all’uscita zoppicando con Zeph.
Celine esce verso la terrazza pensando di poter vedere Drakan nel caso sia all’esterno del palazzo ma senza risultato. Ne approfitta allora per godersi la vista dalla seconda terrazza, quella dietro la stanza del sole, vista mare. Casualmente incontra proprio Drakan intento a meditazioni
– Eccoti qua. Giusto te cercavo. Dov’eri finito? E’ da ieri sera che non ti si vede in giro – esordisce Celine senza però ottenere alcuna attenzione dal ragazzo – Senti, io e le altre ci stavamo allenando nelle arti marziali ma con scarso successo. Non è che tu potresti insegnarci qualcosa? Ti abbiamo visto usarle diverse volte senza mai sbagliare un colpo – chiede la ragazza ancora completamente ignorata – Certo che intavolare con te un discorso è molto difficile – dice ancora Celine dopo essersi seduta sulla panchina al suo fianco dondolando le gambe con lo sguardo rivolto verso il basso. – Posso chiederti una cosa personale?... Non hai una ragazza che ti aspetta da qualche parte? – chiede leggermente imbarazzata Celine
– No – risponde telegrafico Drakan
– Mai avuta una? – continua lei
– No –
– Hai mai pensato di cercarne? –
– No – gli risponde per l’ennesima volta. Celine non sa più cosa chiedergli, riceve solo risposte negative o viene ignorata… finché non si ricorda di quello che ha detto Leonard
– Senti ma hai mai pensato di trattare Rhea un po’ più da donna invece di –
– Stai cercando di farmi mettere insieme a Rhea forse? – la interrompe Drakan con aria piuttosto seccata
– No, no… è che entrambi mi sembrate abbastanza soli. Non parlate quasi mai del vostro passato, e comunque molto vagamente. Magari al posto di litigare in continuazione potreste cercare di andare maggiormente d’accordo – si spiega la ragazza
– Sarebbe tempo e fiato sprecato. Rhea è solo una mocciosa infantile che gioca a fare il guerriero. Persino Atlas ha colto l’occasione di liberarsene… e se l’ha fatto lui che la conosce da anni figurati quanto possa interessarmi andare d’accordo con lei. Mi limiterò ad aiutarla nei combattimenti ma niente di più – spiega molto rozzamente Drakan
– Beh, ma allora a lei ci tieni almeno un po’ visto che la difenderesti – risponde Celine accennando un sorriso
– Soltanto perché è un dragone. Se non avesse lo spirito non avrei nemmeno quell’obbligo – continua a tono il ragazzo.
– Accidenti che insensibile – mormora Celine distratta subito dopo da una goccia calda che gli cade sulla mano. Celine guarda immediatamente in alto incuriosita da questo strano evento, non c’è nemmeno una nuvola in cielo, e scorge di sfuggita la sagoma di Rhea che scappa. Era seduta proprio sulle panchine nella terrazza sopra di loro.
– Accidenti… era Rhea. Deve aver sentito tutto. Ecco, hai visto cosa hai combinato? – Dice Celine rivolgendosi a Drakan che però non la degna minimamente di attenzione. Decide così di raggiungerla per consolarla.
– Ehi Celine hai trovato Drakan? – chiede la ragazza appena arrivata
– Scusa ma devo andare… ti spiego dopo – risponde l’amica correndo per raggiungere l’alata
– Vanno tutti di fretta oggi, prima Rhea che corre a testa bassa e poi Celine… mah – dice la ragazza ancora girata verso le scalinate
– Oh, ciao Drakan. Non è che centri qualcosa con la strana fuga di Rhea e Celine? – chiede in tono scherzoso Shana
– La notte questo posto è più tranquillo – risponde il ragazzo seccato
– Già, immagino di si. Comunque volevo ringraziarti per la festa di ieri, vi siete datti tutti da fare –
– Sbagli. Io non ho fatto proprio niente. Me ne sono andato subito dopo il tuo arrivo – le risponde Drakan
– Anche a te non piacciono i compleanni? Ricordano anche a te qualche avvenimento triste del tuo passato? – chiede Shana
– Per come la vedo io sono delle feste inutili –
– Feste inutili… è la prima volta che sento dare questa definizione ai compleanni. Dai, spiegami perché la pensi così – gli chiede poi
– Che cosa si festeggia e come a queste feste? – risponde con un’altra domanda Drakan
– Beh, si festeggia la persona che ha compiuto un altro anno di vita dandogli dei regali –
– E per quale motivo? –
– Uff… giochetto noioso questo. Comunque non so. Non c’ho mai pensato seriamente – risponde Shana infastidita dal modo rispondere di Drakan
– Nel giorno del compleanno di una persona tutti si danno da fare per rendere felice quella persona. Magari donandogli cose molto importanti o che vanno contro le regole morali di qualcuno. Inoltre si fanno i compleanni anche a persone che non se lo meritano. E per finire è un’idiozia festeggiare il tempo che passa… ti avvicini sempre di più alla vecchia e alla morte, e sono pochi quelli che invecchiando diventano saggi – risponde freddamente Drakan lasciando senza parole la ragazza.
– E’ così avete paura di invecchiare e morire, eh signor Drakan? – chiede sarcastica Shaila che ha sentito l’ultima frase mentre si avvicinava ai due – E si diverte nel far soffrire le altre persone. Come la sua compagna alata. E’ per colpa sua se se n’è andata piangendo – aggiunge subito dopo
– Ok. Questo posto è troppo frequentato – risponde Drakan alzandosi, prendendo la propria spada appoggiata li vicino ed avviandosi.
– Allora è così! Dovevo sospettarlo che era come al solito colpa tua… hei, vieni qui. Stai scappando forse? – gli urla Shana – Scusami Shaila, sai per caso dove sono andate Rhea e Celine? –
– Purtroppo no. Rhea m’è venuta addosso scendendo la scalinata qui dietro. Subito dopo è passata Celine che si è scusata per lei e mi ha accennato velocemente cos’è successo. Sicuramente però sono uscite dal palazzo –
– OK, grazie sorella. Ci vediamo più tardi al bar? I ragazzi sono già li e appena trovo Celine e Rhea c’è le porto anche loro – dice Shana avviandosi alla ricerca delle amiche.
– Dai Rhea. Fermati! – urla Celine all’amica che sta attraversando l’atrio
– Lo sai com’è fatto, no? Non prendertela. E soprattutto guarda dove vai… stai facendo un sacco di danni – continua la ragazza passando al volo ad una guardia un vaso prezioso che stava cadendo.
– Non lo sopporto più quello stupido! – dice ancora singhiozzando l’alata una volta afferrata da Celine in mezzo alla scalinata che porta al palazzo
– D’accordo ma scappare non serve a nulla –
– Forse, ma di certo non dovrò più sentire queste cattiverie –
– Ma lo sai che è così… –
– Lui non sa nulla di Atlas e me! – strilla Rhea, in preda ad una crisi isterica – Atlas non l’ha fatto per quel motivo, non mi ha lasciata… lui… – i singhiozzi le impediscono di parlare.
– Sicuramente era solo una battutaccia di pessimo gusto –
– Non può fare così – sbotta Rhea
– E tu gli dai solo soddisfazioni a piangere – continua Celine ignorandola. Magari la psicologia inversa funziona.
– Che mi veda piangere, se la cosa gli fa così piacere. Se ha intenzione di continuare così io me ne vado. Lascio tutto e vado via. Non ho intenzione di star male per un… un uomo – risponde, sputando le parole come se fossero bocconi amari.
– Non puoi, siamo dragoni… –
– Beh, allora cercherò qualcun altro che sia riconosciuto dal mio dragone –
– E farlo vincere? – continua Celine, sperando di toccarle l’orgoglio
– Non è vincere… –
– Sì invece, lo sai anche tu. Lui ti stuzzica per vedere se hai i nervi adatti, vuoi dargliela vinta? –
– No! Mai! –
– Hei ragazze… eccovi qua – le interrompe Shana arrivata di corsa –Rhea, non ho ben capito cos’è successo ma non preoccuparti. Drakan ha sicuramente torto su tutto – la rassicura la ragazza
– Ben detto, andiamo a comprare qualcosa, vedrai che dopo ti sentirai meglio –
– Ehm… per l’amor delle nostre finanze forse è meglio evitare – osserva Shana ridendo – piuttosto andiamo al bar di Fletz, li ci sono anche Leonard e Zeph – propone ricevendo i consensi delle due
Poco dopo entrano nel bar dove trovano al tavolino in un angolo i due amici, Leonard sta intrattenendo due ragazze raccontando le loro avventure mentre Zeph tenta di non fare la figura dell’imbranato, di conseguenza uno scherzo è obbligatorio.
– LEONARD! CHE DIAVOLO STAI FACENDO? – urla Celine spaventando la metà dei presenti
– Ma Celine? Che vuoi che faccia? Dopo avermi mazzuolato per bene l’unica cosa che c’è rimasta da fare e venire qui – risponde il ragazzo non capendo il motivo di tutta quella rabbia
– E anche tu, Zeph. Sempre con il tuo amico Don Giovanni. Noi a casa ad aspettarvi mentre voi fate i cascamorti… ah ma questa volta non ve la cavate – aggiunge Shana
– Giusto! Questa volta vi trovate le valige in strada! Siamo stufe di esser prese in giro da voi – conclude Celine avendo ormai raggiunto il suo scopo, i due ragazzi sono senza parole mentre le due ragazze che li stavano ascoltando si allontanano in silenzio confabulando cose irripetibili tra loro
– Ahahaahh… dovreste vedere le vostre facce ragazzi. Troppo divertenti – dice ridendo di gusto non appena le due ragazze escono dal bar
– Ma siete impazzite? Noi eravamo qua tranquilli a svagarci un po’ e voi arrivate urlando come delle pazze solo per farci uno scherzo – chiede il ragazzo incredulo
– Esatto… e c’è venuto anche bene. Vero Rhea? – aggiunge la ragazza
– Umh… si… divertente – risponde la ragazza con aria non molto convinta. Nel frattempo anche le altre persone nel bar hanno capito del scherzo e si stanno facendo grasse risate
– Allora… che vi porto da bere? – chiede la barista ridendo sotto ai baffi?
– Una pietra della sparizione c’è l’avete? In questo momento vorrei sparire – risponde Zeph tutto rosso per la vergogna
– Mi spiace, solo bevande e cibo – risponde scherzando – E a voi tre cosa porto? – chiede a Celine, Shana e Rhea
– Qualcosa di forte, è ovvio! – risponde sicura Shana
– Qualcosa di forte? Ma siete completamente andate… Per loro solo bevande analcoliche. Già da sobrie ne combinano di tutti i colori – ribatte Leonard con aria preoccupata
– Zitto moccioso… per noi ragazze adulte ci vuole qualcosa da adulto… altro che le vostre spremute – commenta Shana con fare superiore
Dopo qualche istante impiegato per sistemarsi intorno al tavolo con una bella vista sulla città arrivano le bevande. Tra una battuta e l’altra i bicchieri si svuotano, tranne quello di Rhea ancora pensierosa
– Rhea, che ti prende? Non hai ancora aperto bocca. Vuoi che andiamo a chiamare Drakan? Con lui hai sempre qualcosa da dire… AHIOH! – urla infine Leonard prendendosi un bel calcione negli stinchi
– Lasciamo fuori quello stupido. Non merita nemmeno di essere nominato un essere come quello – Dice Celine facendo l’occhiolino ai ragazzi che capiscono il motivo del silenzio di Rhea
– Ecco, lo vedi? Drakan le fa arrabbiare e loro si sfogano su di noi – dice sottovoce Leonard a Zeph che annuisce
– Su con la vita Rhea… mandalo giù tutto d’un fiato e vedrai che poi andrà tutto meglio – Incoraggia la ragazza
– Certo, oltre a deprimermi devo anche ubriacarmi? – commenta Rhea sardonica – Mi dispiace, ma oggi non è giornata –
– Cosa ti ha detto di tanto grave, per ridurti così? – domanda Zeph curioso
– Oltre a ribadire che sono infantile? Che Atlas mi ha abbandonata perché non mi sopportava più? Che, se non fossi un dragone, mi lascerebbe morire senza tanti problemi? Oh, nulla di che – replica la ragazza con durezza mentre i ragazzi restano in silenzio non sapendo cosa dire… Drakan è solito fare di queste uscite ma è sempre difficile abituarcisi.
Dopo qualche secondo di silenzio dall’esterno si sente un potente frastuono, come di qualcosa che crolla e successivamente delle grida. I ragazzi si girano per guardare fuori dalla finestra e vedono che il ponte all’entrata della città è crollato e fatalità è accaduto proprio mentre ci stava passando sopra Shaila. La guardia incaricata di scortarla era rimasta indietro ed ora non sa cosa fare, anche la stessa Shana è impietrita alla finestra che osserva gli ultimi massi del ponte pericolanti cadere nell’acqua mentre la sorella viene trascinata dalla corrente del fiume verso un percorso sotterraneo prima di sfociare nel mare. Improvvisamente compare Drakan che in corsa getta cappotto e armi sul bordo destro del fiume e si tuffa per ripescare la ragazza. Ritornano all’asciutto sul lato sinistro, proprio davanti al negozio di pozioni, tutti accorrono per aiutare la ragazza che sta ancora tossendo per aver bevuto molta acqua mentre Drakan si allontana noncurante verso le sue armi. Nel tragitto si toglie la maglietta nera per strizzarla e resta a torso nudo. I ragazzi sono appena usciti dal bar seguiti da tutti i presenti e si avviano verso Shaila passando sul lato sinistro dove si trova Drakan
– Hei bei capelli – lo apostrofa la barista accorsa con tutti gli altri passandogli davanti – Complimenti per il fisico – continua la donna additando le numerose cicatrici sparse un po’ ovunque, mentre Celine e Zeph notano di sfuggita un strano pendente che finora è sempre stato nascosto sotto la maglia. Ma tutti si concentrano su Shaila già raggiunta da sua sorella.
La guardia che doveva scortarla continua a scusarsi in continuazione dicendo che non avrebbe dovuto chiedere a Shaila di aspettarlo un attimo per aiutare un cittadino a caricare della merce pesante sul carretto. D’altra parte Shaila lo rincuora, è stata lei che ha voluto proseguire da sola e non ha notato il cartello che avvisava dello stato pericolante del ponte.
– Ehii Drakan – dice Rhea avvicinandosi al ragazzo che sta tornando a palazzo lasciando una scia d’acqua – Com’è che salvi cani e porci mentre non daresti nemmeno una mano a me se non fossi un dragone? – urla l’alata attirando l’attenzione di tutti
– Non è ne il momento ne il luogo dove fare scenate – si limita a dire Drakan senza nemmeno voltarsi
– No, no. Il momento è perfetto e del luogo non me ne importa niente. Io voglio una risposta… e la voglio ora! – ribatte la ragazza nel suo solito modo isterico
– Lo vedi? Sei solo una stupida mocciosa viziata. Se non ti decidi a crescere lo spirito ti abbandonerà di sua spontanea volontà in cerca di qualcuno più maturo – risponde con la sua solita insensibilità
– Tutto qui? È solo una questione di maturità? Sai che ti dico? Tienitelo! Trovati una persona matura e responsabile a cui affidarlo – risponde stizzita la ragazza, strappando il dragone dal bastone e lanciandolo ai piedi di Drakan
– Ecco… ora sono una normale ragazza… anzi, alata. Ma non ti preoccupare, non mi metterò nei guai per poi implorarti di salvarmi… Ah... – aggiunge – Ti auguro di trovare presto un sostituto, prima che arrivi il cattivone di turno! – termina Rhea, prendendo il volo. Non saluta nemmeno i compagni, tanto è arrabbiata.
Il ragazzo si limita a raccogliere lo spirito ed avviarsi verso la rocca ancora tutto gocciolante mentre tutta la città osserva la scena. Molti di loro non hanno ben capito cos’è successo tra i due ed ipotizzano che siano fidanzati e che a causa dell’ennesima sfuriata la ragazza abbia deciso di ridarle il regalo di fidanzamento ed andarsene. I loro compagni non sanno cosa fare, finora i due avevano sempre bisticciato, a volte erano passati alle mani ma un evento del genere non l’avevano mai nemmeno immaginato.
Rimangono basiti, osservando Rhea diventare un puntino lontano. È Zeph il primo a risvegliarsi dal torpore
– No! Dannazione, Rhea torna indietro – urla invano
– Drakan, fermala – aggiunge Celine senza alcun risultato – Andiamo, lei è un dragone non potete fare così solo perché non andate d’accordo – ma Drakan non vuole sentire ragioni, ormai è già a metà scalinata e di sicuro non torna indietro
– Leonard, tu sei l’unico che sappia volare senza doverti trasformare, prova a raggiungerla – esclama concitata Shana. Il mezzo alato segue il consiglio e vola via.
– Torniamo anche noi nella rocca, qui c’è troppa gente che ci osserva. Tra l’altro anche Shaila ha bisogno di cambiarsi – suggerisce il ragazzo seguito dagli altri
Nel frattempo Rhea sta volando verso una meta precisa: tornare a Kazas e parlare con Atlas, la strada è lunga, ma tanto non avrebbe alcun posto dove tornare. Casa sua? Kadessa era la sua casa, e tanto le bastava. Si era licenziata, e quindi aveva perso la sua unica dimora. Non era stato ne previdente, ne furbo farlo, ma credeva di poter restare coi ragazzi per molto tempo.
– Ricaccia indietro le lacrime e pensa a cosa fare – si ordina, continuando a volare.
Una volta trovato Atlas che cosa avrebbe fatto? Non poteva restare con lui, o forse sì? Sarebbe potuta tornare ad Hoax, e vedere se il posto che le aveva offerto il comandante Carlos era ancora libero. Si rende conto solo in quel momento di non avere con se bagagli di alcun genere, nemmeno il suo solito zainetto. Quello probabilmente giaceva abbandonato nelle camere della rocca ma tornare indietro per recuperarlo e rischiare di vedere Drakan? Assolutamente no! Che si tengano zaino, vestiti, soldi e pozioni. Si sarebbe arrangiata, non era la prima volta che le capitava.
– Rhea, fermati! – la voce di Leonard la distrae dai suoi pensieri. Non gli presta attenzione, accelerando l’andatura e sperando di superarlo – Maledizione, vuoi fermarti? –
– No! Non ne ho alcuna intenzione. Lasciami in pace e tornatene a Fletz – lo gela lei.
– Non puoi, sei un dragone! –
– Ero. E sottolineo il verbo al passato. Ero un dragone. Ho rinunciato ai poteri, ho rinunciato a tutto. Ora lasciatemi in pace – strilla, bloccandosi per poter parlare faccia a faccia con Leonard.
– Sei infantile! Ci sono cose più importanti dei tuoi battibecchi con Drakan – sbotta il mezzo alato.
– Lo so, è per questo che me ne sono andata. Non sono in grado di reggere la situazione. Non ho intenzione di star male per nessuno. Fammi un favore, torna indietro e dì agli altri che non mi hai trovata – mormora poi, lasciandosi cadere delicatamente al suolo. La foresta che costeggia la strada principale le ricorda quella di Deningrad, dove passava tutti i pomeriggi.
– Perché vuoi dar ragione a Drakan? – le chiede, cercando di planare alla meno peggio
– Forse perché ha ragione, non credi? – conclude lei, prima di sparire nella foresta. Leonard non sa cosa fare, Rhea è già sparita ai suoi occhi. La foresta e folta e buia, ritrovare una persona che vi si vuole nascondere è praticamente impossibile. Sconsolato decide di tornare dagli altri, riferendo tutto quello che ha sentito.
Cicaleggii e cinguettii accompagnano i passi della ragazza, che ha deciso di restare al sicuro fra gli alberi, così da non incontrare scocciatori di alcun genere. Manca poco al confine di Tiberoa, e da lì a Kazas ancor meno.
Più si avvicina, più sente il bisogno di correre, sempre più lontana da Drakan, sempre più vicina ad Atlas. Come è sempre stato, aveva bisogno del suo sostegno.
Arrivata alle porte di Kazas realizza che non sa dove sia Atlas. Inizia a chiedere informazioni, non è così difficile trovare l’unico insegnante di lotta in una città piena di professori.
– Atlas? Certo, sta tenendo una lezione nel prato interno, vedi laggiù? – indica il ragazzo a cui Rhea a chiesto informazioni
– Sì, grazie mille –
– Bene ragazzi, vedo che iniziate a maneggiare le spade con più abilità… Rhea? Che ci fai qui? –
– Sono venuta a trovarti, come ai vecchi tempi – ride lei, mostrando i graffi che le contornano le gambe.
– Proprio come ai vecchi tempi – mormora lui sospettoso – e gli altri? – domanda lui, congedando gli studenti con un gesto.
– Mh, sono in giro, a Fletz – risponde lei vagamente.
– Sei scappata – la accusa
– Non sono proprio scappata, ho solo deciso di andarmene –
– Perché? –
– Tu non te ne sei andato perché non mi sopportavi più? Vero? – domanda lei urgentemente
– Ma certo che sì – ride lui, bloccandosi subito. – Chi te l’ha detto? Dai Rhea, lo sai benissimo che non era per quello. Non mi piace il pericolo, non mi piace rischiare la vita. Quindi me ne sono andato per quello – spiega seriamente
– Grazie, comunque adesso anch’io sono libera come l’aria –
– No, tu devi tornare indietro e riprenderti il dragone –
– No! Non voglio, non ne ho alcuna intenz… –
– Non hai più quindici anni. Non puoi scappare ogni volta che qualcosa non va e non puoi sistemarla a suon di pugni. Devi imparare ad affrontare i problemi e superarli… e poi spiegami chi ti ha messo in testa che ti ho mollato perché non ti sopportavo –
La ragazza si limita a guardare in alto senza aggiungere nulla.
– Scommetto che si tratta di Drakan… è l’unico a cui potrebbe saltare in testa una cosa simile. Non è la prima volta che ti capita, impara dagli errori, gente come lui ne troverai sempre, vuoi scappare ogni volta? –
– NO, NON VOGLIO PIÙ SCAPPARE! – urla Rhea nascondendo il viso – ma cosa posso farci? –
– Drakan non merita tutta questa considerazione. Come non la meritava… beh lo sai. Come ti ho già detto fuggire di nuovo non risolverà il problema –
– Ucciderlo lo risolverebbe –
– Buona fortuna – ridacchia Atlas
– Non ho detto che ci riuscirei, ho detto che la situazione si risolverebbe… Atlas, ma chi me l’ha fatto fare di imbarcarmi in questa situazione? –
– Tu stessa? –
– Hai ragione, questa volta non posso nemmeno dar la colpa a qualcun altro. Però… però io non voglio tornare –
– Sì invece, altrimenti non stringeresti quel pezzo di legno che, suppongo, portasse in cima il tuo dragone –
– Mi mancano gli altri, mi mancano le ragazze –
– E… –
– E mi manca il mio dragone –
– Vedi, dai torna e fai la pace… –
– La pace proprio no! Un patto di non belligeranza, se proprio –
– Come preferisci, hai fame? –
– Effettivamente sì –
– Dai, che ti offro il pranzo, qui c’è una locanda che fa uno stufato da favola –
– Grazie Atlas –
– Ma di che? Se non ci aiutiamo fra noi... –
Intanto alla rocca Drakan si è ritirato nelle proprie stanze per darsi una sistemata e non accenna ad uscire nonostante Celine, Shana e Zeph siano li fuori ad aspettarlo. Poco dopo arriva Leonard di ritorno spiegando l’accaduto
– Avanti Drakan. Esci fuori. Vuoi stare chiuso in stanza tutto il giorno pur di non parlare con noi? Lo sai che questa è una situazione che dobbiamo risolvere alla svelta – dice Celine bussando con forza alla porta
– Scusate – dice una inserviente che passava di la – se cercate il vostro amico coi capelli lunghi neri l’ho visto qualche minuto fa dalle parti della lavanderia –
– Ma com’è possibile? Noi siamo qui a piantonarlo da sempre – si chiede Celine – Dobbiamo trovare il modo di entrare in questa stanza –
– Lasciate fare a me… a Lohan davo una mano a mio nonno come fabbro… aprire questa serratura sarà facile – dice Leonard aprendo la porta in pochi secondi
– Effettivamente qui non c’è… ma come ha fatto ad uscire senza farsi vedere? – si chiede la ragazza guardandosi in giro
– Mi sa che è uscito da qua – suggerisce Celine indicando una finestra aperta
– Ma è impossibile… siamo a strapiombo sulla scogliera. E lui non ha le ali… o forse si? – considera Zeph guardando verso il basso fuori dalla finestra non stupendosi più di nulla.
– Bah… comunque ora è inutile stare qua. Usciamo ed andiamo a cercarlo. Leonard ricordati di richiudere la porta – dice shana uscendo dalla stanza
– Hem, che ne diresti piuttosto di andare a pranzo? Ormai è ora ed il mio stomaco si fa sentire – suggerisce Leonard con un mezzo sorriso
– Pensi sempre a mangiare… anche in momenti come questo – ribatte la ragazza facendo poi finta di non aver sentito il proprio stomaco brontolare – Ok… per questa volta passi – aggiunge leggermente imbarazzata
– Vedo che ti piace molto questo posto – dice Shaila trovando Drakan sulla terrazza dove aveva passato buona parte della mattina – Non so se ringraziarti per avermi salvata o se sgridarti per il modo in cui tratti i tuoi compagni – aggiunge dopo aver congedato la sua guardia–guida ed essersi appoggiata alla balaustra di fianco a Drakan che per cause di forza maggiore è in abiti “civili”… ma sempre con il suo prezioso spadone sulla schiena.
– A quanto mi ha riferito Shana tu non sei sempre così silenzioso… mi dice sempre che litighi animatamente con Rhea – dice poi per spronare Drakan a parlare
– Taglia corto. Cosa vuoi? – risponde seccato
– Mi incuriosisce il tuo comportamento. Fai sempre il duro e non ti fermi davanti a niente, non ti importa nemmeno di far star male le persone che ti sono vicine. Ma sotto sotto sento di potermi fidare di te… che il tuo atteggiarti sia solo una copertura. Non ho ragione? –
– Qualsiasi tipo di risposta ti dia farai una diagnosi diversa. Non mi piace chi si diverte a psicanalizzarmi –
– Allora rispondimi sinceramente senza cercare di mascherare il tuo vero io –
– A che scopo? E poi perché dovrei parlare di me ad una sconosciuta? –
– Hai paura di una povera cieca che sarebbe morta annegata se qualcuno non l’avesse salvata? –
– Ti ripeto che queste domande trabocchetto non mi piacciono –
– Sai che stai bene con dei vestiti “normali”? –
– Adesso cambi pure discorso cercando di confondermi? –
– Esatto… prima o poi metterai delle parole fuori posto – risponde sorridendo la ragazza
– E poi non sei cieca? Come fai a sapere come sono vestito? –
– E’ vero… non vedo come le persone normali. Ma posso usare gli altri sensi. Per esempio i tuoi soliti vestiti odorano di pelle e quando ti muovi o vengono mossi dal vento fanno un certo rumore che ora non sento –
– Bah… immagino che non mi mollerai finché non otterrai quello che vuoi, giusto? – risponde Drakan andando a sedersi sulla panchina
– Giusto. Voglio sapere perché tratti tutti così freddamente –
– E perché vorresti saperlo? –
– Diciamo che sono una gran impicciona –
– Tu che idea ti sei fatta? –
– Se vai avanti così non ti libererai mai di me –
– Mi sono liberato di una ragazzina petulante proprio questa mattina… e con te è ancora più facile visto che non ci vedi –
– Ma quanto sei simpatico. Mettendo sempre in mezzo il mio difetto non mi farai scappare via piangendo –
– Allora cambierò tattica –
– Questa mattina, quando ti ho sentito parlare dei compleanni, pensavo che avessi paura di morire. Ma a ripensarci uno che fa la tua vita sempre con le armi in mano e non ci pensa due volte prima di buttarsi a salvare chiunque non può avere paura di morire –
– Potrebbe anche essere un modo per esorcizzare questa paura, no? –
– Quanti anni hai? –
– Che c’entra questo? Ah, ho capito. Stai tentando di nuovo di confondermi le idee –
– Generalmente le persone giovani non pensano mai alla morte. Pensano solo a cercare avventure e divertirsi con gli amici –
– Generalmente… poi crescono e scoprono come stanno veramente le cose –
– Esatto. L’unico modo che ha una persona giovane di arrivare ad un certo livello di maturità è di subire un forte trauma da piccoli –
– Suppongo che ora dovrei distendermi su questa panchina, chiudere gli occhi e cercare di ricordare quello che è successo mentre tu prendi appunti –
– Odi Rhea perché lei sa ancora vivere divertendosi mentre tu non ci riesci più. Sfoghi la tua solitudine su di lei –
– Quale solitudine? Se mi sentissi solo farei di tutto per stare in compagnia – ribatte lui mettendosi comodo e chiudendo gli occhi
– E che mi dici di quel ciondolo?... Si, quello che stai nascondendo nella maglia proprio ora –
– Niente di che… solo un regalo che mi ha fatto una vecchia amica –
– Senti… ho congedato la mia guida. Ed ora mi rendo conto che non è stata una buona idea. Potresti aiutarmi a tornare nella mia stanza? – chiede Shaila dopo qualche istante di mutismo
– Non ti conviene farlo… non con me – risponde criptico il ragazzo che si alza per raccogliere la spada appoggiata al muro e porgere la mano alla ragazza per fargli da guida
– Ti ho chiesto solo di aiutarmi… non mi sembra di rischiare chissà cosa – risponde lei con aria innocente
– Io ti ho avvertita… poi fai come ti pare – conclude Drakan prendendo la mano di Shaila che ovviamente non riesce a vedere la sua
– Hai paura che veda nel tuo passato qualcosa che poi ti costringa ad uccidermi? – aggiunge lei mentre si avviano
– No… So bene che è impossibile mantenere certi segreti per sempre. Ma non tutti sono in grado di portarne il peso –
– Credi che io non ne abbia già viste di cose penose? Ti ricordo che cieca ci sono diventata… la vita non è stata dura solo con te. So per esperienza che tenersi tutto dentro fa male e ti mangia da dentro, molto lentamente finché il dolore diventa insopportabile… Vedrai che poi ti sentirai meglio – Shaila decide di ignorare gli avvertimenti di Drakan e di sfruttare il suo contatto fisico con lui per vedere cosa faccia tanto soffrire il ragazzo. Questo la porta però a perdere le forze e cadere a terra in preda alle convulsioni con gli occhi sbarrati. Drakan la prende in braccio come se nulla fosse e la porta nella sua stanza.
Una volta raggiunta l’ala della rocca dove si trovano le stanze da letto vengono visti dai ragazzi che hanno appena finito il pranzo.
– SHAILA! – urla Shana vedendo la sorella in preda alle convulsioni trasportata da Drakan nella sua stanza – Che cosa le è successo… No, cosa le hai fatto?!? – chiede istericamente in direzione del ragazzo
Mentre distende Shaila, che nel frattempo sembra essersi calmata,sul letto il ciondolo di Drakan scivola fuori dalla maglia attirando l’attenzione di Leonard che nel frattempo è entrato seguito anche da Celine e Zeph
– DRAKAN! DIMMI IMMEDIATAMENTE COSA LE HAI FATTO… O GIURO CHE TI UCCIDO! – urla inviperita Shana in direzione di Drakan che è già uscito dalla stanza
– Non cercare di punire me per gli errori di tua sorella. Vedrai che tra non molto starà meglio – risponde lui con aria tranquilla poco prima di voltare l’angolo
Quella sera è una cena alquanto strana, solo Celine, Zeph e Leonard si presentano e sono tutti assorti negli stessi pensieri in cerca di risposte, Rhea è scappata, Drakan come al solito se ne sta sulle sue, Shana non si vede e Kronhos è sparito.
- Che tristezza – commenta Zeph – siamo in tre su una tavola preparata per sette –
- Vedrai che è solo temporaneo – lo rassicura Leonard
- Tutta colpa di quello stupido di Drakan. Con il suo comportamento da insensibile cronico. Bisognerebbe insegnargli che non può trattare tutti come incapaci – scatta Celine battendo i pugni sul tavolo – come se non bastasse ha preso di mira anche Shaila. Non oso nemmeno immaginare cosa abbia potuto farle –
- Dovremo portare la cena a Shana. Non è ancora uscita dalla stanza di sua sorella –
- Ci penso io, non ti preoccupare –
- Ci andremo tutti invece… - conclude Celine finendo di mangiare e chiedendo ad una cameriera le porzioni per Shana da portarle in camera.
- Heilà Shana… come non detto s’è addormentata - commenta Leonard arrivato in camera
- Uh? Ah no… stavo solo pensando – risponde Shana rialzandosi dal letto
- Beh, in ogni modo ti abbiamo portato la cena –
- Come sta Shaila? – chiede preoccupata Celine
- Non so. Sembra semplicemente dormire. Colpi fisici non ne ha subiti ma non ho idea di cosa abbia potuto fargli per ridurla in questo stato – spiega Shana
- Siamo sicuri che sia stata colpa sua? In fin dei conti ti ha anche rassicurato sul fatto che sarebbe stata meglio – chiede Leonard rimediandosi un’occhiataccia dalle due
- Proprio per questo siamo certe che la colpa sia sua – ribatte Celine
- Ah, ma domani mi sente. Sta volta non la passa liscia – promette Shana
- Ben detto! Conta pure su di me. Capirà che deve smetterla –
- Non contate su di me. Anche se non so ancora fino a che punto fidarmi di lui... siamo ancora tutti vivi ed interi… in genere ai suoi nemici non va così di lusso –
- Non fa nulla… faremo a meno di te se hai paura –
- Non contate nemmeno me… e non perché ho paura di lui –
- Si, come no. Ma se sei sempre il primo a lamentare la sua mancanza –
- Solo quando voi due fate le prepotenti insieme a Rhea… in questo non sembrate tanto diverse da lui –
- Ma quando mai abbiamo fatto le prepotenti? –
- Vuoi la lista? Ti ricordi questa mattina? –
- Beh, ma questa mattina te lo meritavi… con battute del genere –
- Finitela voi due. Vi state comportando come due marmocchi – li interrompe Zeph – Piuttosto, avete visto quel pendaglio che aveva Drakan al collo? –
- Si, ma cosa c’entra? –
- Umh… niente… era solo per cambiare discorso, ero stufo di sentirvi litigare –
- Parlatemi di questa cosa… non c’ho fatto caso e mi incuriosisce –
- Come mai ti interessa? Pensi che possa essere quello che lo fa agire così? –
- No, mi interessa per una eventuale vendetta – risponde Shana con un ghigno
- Lascia perdere le vendette, almeno finché non sai di cosa si tratta. Supponi che quel gioiello abbia le stesse capacità di quello che avevo trovato io… se facciamo un passo falso rischiamo veramente la pelle – avverte Zeph
- Il solito pessimista – commenta Celine
- Sarà… comunque ci penseremo domani. Ora è tardi ed io me ne vado a dormire – conclude il ragazzo salutando seguito da Leonard
Drakan
Dopo una gustosa cena, offerta da una delle tante locande di Kazas, Atlas cerca di convincere Rhea a riunirsi al gruppo.
– Allora, cosa pensi di fare? – le domanda, giocando con la forchetta.
– Darmi per dispersa – risponde tetra la ragazza
– Ma non avevamo sistemato la faccenda? Non volevi tornare? –
– Non lo so. Non credo di poter sopportare la vista di quell’arrogante, superbo, insensibile… –
– Drakan, sì ho capito – replica annoiato il ragazzo.
– Speravo che si addolcisse a stare in compagnia, ma è avvenuto quasi il contrario – sbuffa
– Cosa vorresti dire? –
– Quando lo abbiamo incontrato era scontroso, ma ho pensato che un po’ di vita sociale lo avrebbe reso più umano. Però ho capito che è impossibile, così è e così rimane. E dato che non mi piace essere trattata da mocciosa da uno come lui, non voglio tornare. D’altro canto ho anche delle responsabilità come Dragone. Non posso abbandonare i miei compagni in questo modo. Celine, Shana ed io eravamo un ottimo trio –
– Torna, non parlargli nemmeno. Torna e ignoralo, in fondo non mi è mai sembrato che a lui interessasse coltivare i rapporti con voi –
– Sì, ma che cosa gli dico? Rieccomi qui, e ridammi lo spirito? –
– Beh, schietta, diretta. Potrebbe quasi funzionare – sghignazza Atlas – Però mancherebbe il “musone” –
– No! Non mi prenderò più queste libertà. Ha chiaramente detto che sono un peso per lui. Se è così, mi rifiuto di rivolgergli la parola, se non è strettamente necessario – conclude rabbiosa.
– Non è che forse era un po’ alterato per qualche motivo? – domanda Atlas, ancora abbastanza stupito – Ok, Drakan non è il massimo in quanto a simpatia o sensibilità, ma queste cattiverie gratuite sono quasi troppo anche per lui… o forse no? –
– Forse gli è andata di traverso la colazione – sbotta Rhea sarcastica – Oppure è sceso dal letto col piede sbagliato – aggiunge sempre con lo stesso tono.
– Seriamente. Anche a te sembra troppo, altrimenti non ti saresti comportata in quella maniera –
– Non lo so, forse non ha voluto dirlo direttamente a me, perché non voleva sorbirsi i miei patemi. O forse è semplicemente un ipocrita – ipotizza, fortemente amareggiata
– Non mi sembra un ipocrita. Quello che doveva dire lo ha sempre detto. Forse non a parole così chiare, ma… –
– Forse. Atlas, sembrerà una frase fatta, ma sono confusa. Non so cosa pensare. Se davvero prova così tanto astio nei miei confronti… cioè… se decidesse che l’ho irritato troppo? – domanda preoccupata
– Non esagerare. Sì è sempre dimostrato leale, e tu lo sai. Non ti farebbe mai male. Avrebbe avuto così tante occasioni e, se decidi di ignorarlo, il problema non dovrebbe porsi – cerca di tranquillizzarla lui, ottenendo dei risultati.
– Dici che posso tornare senza rischiare la vita? – domanda lei, in tono molto più rilassato
– Certo, e secondo me gli altri saranno solo felici – i due ragazzi pagano il conto ed escono per strada.
– Questa notte posso restare qui? Vorrei evitare di incamminarmi al buio, senza Dragone e senza i miei incantesimi – si giustifica Rhea
– Certo, anzi, posso approfittarne per farti vedere il mio appartamento – propone lui, incamminandosi per la strada
– Come ti trovi qui a Kazas? –
– Bene, i ragazzi mi rispettano. I professori mi aiutano tanto, mi tengono delle lezioni private sulle cose che più mi interessano –
– Come va con le reclute? –
– Alcuni sono davvero pessimi, tengono la spada come se fosse un forcone. Altri non hanno la minima resistenza fisica. Li faccio correre per dieci minuti e sono già esausti! – si lamenta ridendo
– Debolucci, sicuro che non ti serva una mano? –
– No! Tu devi tornare a reclamare lo spirito! –
– Uffa… potrei esserti utile…– lo sguardo assassino di Atlas parla da solo – Va bene… –
– Brava! –
– Io continuo ad essere preoccupata, comunque – sottolinea lei corrucciata.
– Drakan non ti farà nulla… – replica lui, ormai stanco della discussione
– Appunto, e se anche in battaglia facesse così? Se decidesse di non aiutarmi? –
– No, sei un Dragone, per aiutarti ti aiuta –
– Secondo me – commenta Rhea – inizia a sfogliare una margherita alla: “la salvo?” “non la salvo?” – Atlas scoppia a ridere, ed anche Rhea si rende conto di cosa ha prospettato. Una scena assolutamente ridicola.
– Ti vedo molto più tranquilla, se arrivi a scherzarci sopra è un buon segno… oh eccoci! – esclama il ragazzo, aprendo la porta di casa – Benvenuta nella mia reggia – asserisce in tono ossequioso.
– Ma è così carino qui! Quanti libri… oh, il vecchio manuale di scuola: Elementi fondamentali di incantesimi – Rhea inizia a girare per casa. Armi, libri e fogli sono sparsi ovunque. Mentre delle lampade illuminano tenuemente le stanze.
– La tua camera da letto è un po’ spartana – commenta lei, osservando il letto e l’armadio. Unici mobili presenti
– Sto aspettando che mi arrivi il resto – spiega lui, tornando in salotto, e liberando il divano.
– Dove mi posso accampare? –
– Dove preferisci, domani mattina io devo tenere una lezione, quindi mi sveglierò presto. Resto io sul divano, così non ti disturbo –
– Preferirei di no. Voglio vedere com’è una tua lezione… –
– Devi tornare a Fletz –
– Lo so… ma sono curiosa, poi ti prometto che parto –
– Come vuoi, oramai sei abbastanza grande per decidere da sola –
– Questa frase l’ho sentita anche troppe volte, per i miei gusti! – ride lei, continuando a sfogliare i vari libri.
– Non hai mai pensato di tornare a casa? – domanda a bruciapelo
– No – un improvviso gelo riempie la stanza
– Però… –
– No. Non ho nessuna casa in cui tornare – replica Rhea, chiudendo il tomo e rimettendolo sulla libreria – Scusami Atlas, ma sono stanca, preferirei dormire –
– Devi parlarne, devi sfogarti – insiste
– L’ho già fatto, non ricordi? –
– Ci stai ricadendo, stai attenta –
– Oh non credo. Non arriverò di certo a quei livelli –
– Kairan mi ha scritto. Voleva sapere di te –
– Dopo quattro anni? – il sarcasmo di Rhea è fin troppo evidente
– No, in realtà mi ha scritto molto prima. Una settimana dopo la tua… partenza – specifica, iniziando a rovistare fra le varie carte che coprono il tavolo
– Come mai a me non ha scritto? –
– Sapeva che avresti cestinato tutto –
– E quindi? –
– L’ultima sua lettera mi è arrivata circa una settimana fa. Mi ha chiesto dove fossi, ed io gli ho risposto che con ogni buona probabilità ti avrebbe trovata a Fletz – continua lui, porgendogliela – Deve parlarti –
– Oh, e tu quando pensavi di dirmelo? –
– Ti ho mandato una lettera. Cioè, l’ho spedita ad Andrè, Elen e Sabina. Prima o poi sareste tornati da almeno uno di loro, e te l’avrebbero consegnata. Però alla fine sei venuta qui tu –
– Capisco, ma non ho alcuna intenzione di parlare con Kairan –
– Perché? Lui non ti ha fatto nulla! –
– Mi farebbe troppo male rivangare i bei tempi andati. Ora scusami, devo preparami per la notte – dicendo così, Rhea tronca il discorso e si dirige verso il bagno. Atlas rinuncia a qualsiasi opera di convincimento, e si limita a sdraiarsi sul divano, rimuginando su quanto sia testarda la sua amica.
La notte passa senza intoppi, e la mattina dopo Rhea parte.
– Non volevi assistere ad una mia lezione? – chiede Atlas deluso
– Scusami, ma devo partire, se resto ancora mi stabilisco qui – si giustifica
– Non essere arrabbiata con me –
– Perché, dovrei? – la vena sarcastica è percettibile
– Kairan è solo preoccupato, come lo sono io – sottolinea lui duramente
– Come hai già detto sono abbastanza grande per arrangiarmi. Non mi serve un possente uomo che mi difenda dalle insidie della vita. Dannazione, sono un Dragone. So difendermi da sola! E poi… Kairan deve badare alla sua Nerumi –
– Rhea… –
– Atlas, basta, ti prego. Non ho la forza di affrontare anche te. Adesso devo andare –
– Va bene, però continua a tenermi aggiornato su ciò che succede –
– Certo, non mancherò! – promette Rhea, salutandolo.
Il viaggio da Kazas a Fletz è tranquillo, nonostante la ragazza si senta a disagio per l’alterco avuto con Atlas
– Perché deve sempre essere tutto così complicato? – domanda a se stessa, calciando un sasso – Non poteva semplicemente ospitarmi, senza ricordarmi di Kairan, della mia fuga e di tutto il resto? Perché non ha fatto finta di nulla? Lo sa anche Atlas che Kairan mi manca. In fondo era come un fratello maggiore per me – ammette lei, tormentandosi una ciocca di capelli – Non capisco perché si debbano preoccupare per me. Soprattutto Kairan, sono passati quattro anni dall’ultima volta che ci siamo visti… adesso lui dovrebbe avere circa ventiquattro anni – conteggia rapidamente – E dovrebbe essere sposato, con qualche pargolo, probabilmente. Sì, sposato con Nerumi. Mi dispiace solo che mia sorella non sia riuscita a tenersi un ragazzo simile – commenta sarcastica. Non ricorda nemmeno il nome dell’attuale marito di Carry, in fondo lei se n’è andata a quindici anni. Carry era sposata già da due anni, ed aveva anche un bambino…
– Rhea, sei una zia! – commenta fra se l’alata, scuotendo la testa – Non voglio ricordare il passato. Ho visto mio nipote solo tre volte. Non ricordo nemmeno che faccia abbia. Basta pensarci! – si ordina, continuando a camminare verso Fletz.
– Devo solo riuscire ad evitare Kairan, farmi restituire il Dragone e parlare con Drakan il meno possibile. Nulla di più semplice – cerca di auto–convincersi, ottenendo scarsissimi risultati.
Le sue riflessioni l’accompagnano per tutta la strada, e cinque ore di viaggio sono lunghe. Ne approfitta per godersi il panorama. Boschi alla sua destra ed alla sua sinistra, una lunga strada deserta e, come rumori di sottofondo, solo il cinguettio proveniente dalle fronde.
– Sola, come al solito – mormora, prendendo il volo per velocizzare il percorso. Questo le permette di evitare inutili scontri con bestie selvatiche, non ha nemmeno i suoi pugnali con cui difendersi. Fissa il bastone che ha comprato ad Hoax, senza spirito ha perduto quasi tutti i suoi poteri.
– Come faccio a farmi ridare lo spirito? – si domanda preoccupata – Drakan vorrà collaborare, oppure mi caccerà con infamia? –
Continuando con queste domande Rhea si ritrova ben presto alle porte di Fletz.
– Un respiro profondo! Avanti, non fare la codarda. Entra! – si comanda decisa. L’ora di pranzo è passata da un pezzo, ma ovviamente il suo stomaco vuoto sta reclamando il mancato pasto.
– Beh, per riprendermi un momento posso sempre mangiare – tergiversa, entrando in una locanda. Solo dopo essersi seduta si rende conto che non ha realmente fame. È troppo agitata per esserlo. Decide quindi di andarsene al castello, cercando di scoprire dove sono finiti i suoi compagni. Arrivata quasi a destinazione, desiste. Non ha il coraggio di affrontarli.
Delusa, si siede sui gradini del Planetario.
– Ok, va bene, nulla di preoccupante, sei solo una vigliacca, come al solito… – alza lo sguardo giusto in tempo per vedere Zeph e Leonard avvicinarsi. – Oh no! Non loro, non adesso – mormora, defilandosi per un vialetto della città.
I due ragazzi non sembrano averla vista, stanno parlando fra loro
– Credo che dovrei tornare da lei, forse non avrei dovuto darle ascolto – Leonard sembra preoccupato, mentre Zeph scuote la testa
– No, hai fatto bene, è impossibile parlarle, quando si mette in testa qualcosa. Conosci Rhea, sai che è così –
– Shana e Celine si stanno preparando per andare a cercarla, spero solo che non litighino fra loro –
– Rhea litiga con tutti, quando entra in crisi – decreta Zeph, allontanandosi.
– Bene, adesso Celine e Shana hanno deciso di farsi ore di strada inutilmente! Coraggio, fifona, vai alla Rocca, recupera le tue cose e vai almeno a salutarle! – la ragazza si avvia per la seconda volta verso il palazzo, sperando di riuscire ad entrarci.
– Briciola! – una voce fin troppo conosciuta la ferma a nemmeno un paio di metri dalla porta. Dannazione, è il suo primo pensiero, quale malvagia divinità mi sta facendo tutto questo?
– Come, scusi? – proviamoci, riflette Rhea, fingendo di non riconoscere il ragazzo che le si è parato davanti.
– Rhea, sono io, Kairan! Non mi riconosci più? – l’alata boccheggia mostrandosi sorpresa, un’ottima attrice.
– Kairan, ciao! È da tanto che non ci incontriamo –
– Verissimo, quasi troppo tempo, vieni, andiamo a sederci così possiamo parlare con calma – Incastrata! Ci mancava solo la rimpatriata coi vecchi amici. Sorridendo nervosamente Rhea inizia a scuotere la testa.
– Scusami Kairan ma… ecco io devo assolutamente andare… vedi, devo parlare con una persona… – cercando di arretrare sino alla porta del palazzo, Rhea si scontra con Celine e Shana, entrambe sorprese di vederla a Fletz.
– Oggi non me ne va dritta una – borbotta la ragazza a bassa voce, mentre le sue due amiche la investono di domande.
– Dove sei stata? –
– Sei già tornata? –
– Eravamo preoccupate per te! –
– Non devi ascoltare Drakan… –
– Fatti ridare il Dragone e torna –
– Ragazze! Calma, respirate e smettetela di urlare. Vi chiedo scusa, ma ho avuto un leggero collasso, ed ho deciso di allontanarmi per una giornata. Diciamo che dovevo farmi passare… ecco a causa di Drakan… Così ho potuto riflettere su cosa voglio davvero e… –
– Scricciolo, cos’è successo? Problemi col tuo fidanzato? –
– No! Kairan, cosa vai a pensare, quel… quel… ah, lasciamo perdere che è meglio! –
– Non hai ancora messo su famiglia? – Shana e Celine vorrebbero chiedere chi è il ragazzo che ha così tanta confidenza con Rhea, ma la curiosità prende il sopravvento e si limitano ad ascoltare la conversazione.
– Non è nei miei progetti né presenti né futuri. Anzi, tu invece? Non vedo Nerumi, dov’è? –
– Nerumi? –
– Sì, la tua promessa sposa, quella che mi tormentava con le sue sfuriate gelose – specifica Rhea ironica.
– Ah, ci siamo lasciati, nemmeno due mesi dopo la tua fuga –
– Non sono fuggita… è stata una partenza strategica – ricordandosi solo ora delle amiche, Rhea si affretta a fare le presentazioni.
– Celine, Shana, vi presento Kairan, mio fratello –
– Non sono tuo fratello – protesta lui
– È come se lo fossi – commenta Rhea, accompagnando le parole con gesto della mano. Si guarda attorno ansiosa, mancano solo Zeph e Leonard all’appello. Drakan non lo conta, meno lo vede meglio sta.
– Se stai cercando Drakan, non possiamo aiutarti – la informa Shana, interpretando male l’ansia dell’amica
– È sparito come al solito, portandosi via anche il tuo Dragone. Abbiamo provato a farcelo dare, ma non ne ha voluto sapere – aggiunge Celine dispiaciuta.
– Figuratevi, sapevo che avrei dovuto affrontare Drakan, per tornare indietro. Non che la cosa mi entusiasmi, sia chiaro… –
– Rhea – continua imperterrito Kairan – Chi è questo Drakan? –
– Lasciamo perdere, stendiamo un velo… anzi una lapide su questa situazione – replica Rhea infastidita. Dopo quattro anni che non la vede, l’unica cosa che lo preoccupa è Drakan?! Uno sconosciuto nominato per caso?
– Rhea, io sono preoccupato per te, se posso fare qualcosa dimmelo – l’immagine di Kairan che affronta a muso duro Drakan la fa scoppiare a ridere. Perché quel benedetto ragazzo sta cercando una morte così rapida?
– Davvero, lascia stare. Sono questioni fra me e lui, risolverò tutto –
– Questioni di coppia? – il tono duro e un po’ sgarbato sorprende l’alata.
– Kairan, si può sapere che diavolo di prende? No! Nessuna questione di coppia con quello, non mi voglio ancora così male – assicura lei, fissandolo per la prima volta negli occhi. – Non sarai mica geloso! – strilla all’improvviso. Nessuna risposta. – Kairan, non sarai geloso, mi auguro – ripete lei, questa volta arrabbiata. Lui! Come si permette di pensare anche solo all’evenienza di... No!
– Rhea, non sei più una bambina, dovresti considerare… –
– Considerare cosa? – la nota lievemente isterica nella voce di lei fa preoccupare Shana e Celine, che stanno ascoltando in silenzio – Non ho bisogno di un uomo – scandisce cupa – Non voglio che nessun maschio si senta in diritto di dirmi cosa fare, chi frequentare e come comportarmi – il tono continua ad essere basso e leggermente stridulo. – Non voglio – sottolinea poi – che tu, tu che per me sei come un fratello, venga a dirmi di “considerare” l’idea di un qualsiasi rapporto romantico! Maledizione, mi conosci bene, lo sai! Non devo spiegarti nulla, non ho alcuna intenzione di spiegarti nulla –
– Sposami – replica brevemente lui
– Tu non stai bene – commenta Rhea, allontanandosi di qualche passo, disgustata. Non accorgendosi che anche Zeph e Leonard sono arrivati ed hanno sentito tutto. – Tu sei impazzito – rincara lei.
– No, affatto. Quella che non sta bene sei tu! Sei nelle stesse condizioni di quando te ne sei andata dalla Foresta, sei nervosa, agitata. Non vuoi davvero stare qui. Ti stai costringendo a restare. Io ti offro un’alternativa. Vieni via con me – Rhea si è improvvisamente zittita, si limita a scuotere la testa, sconvolta.
– Ascolta, io adesso devo incontrarmi con un mercante, per affari. Dammi una sera, non ti chiedo molto. Questa sera, da soli, senza tutto questo pubblico – afferma, accennando ai ragazzi che ascoltano curiosi.
– Sai che non cambierò idea – mormora lei confusa.
– Non ne sono così sicuro. Comunque ti aspetto alla locanda, per l’ora di cena –
Senza darle possibilità di replica, il ragazzo si allontana, lasciando a Rhea il gravoso compito di spiegare cosa sia successo. In quel momento sente di odiare profondamente Kairan, respira profondamente e si gira verso i suoi compagni.
– Prima che qualcuno inizi a subissarmi di domande, lasciate che vi spieghi la mia versione della storia – premette, zittendoli tutti e quattro.
– Per prima cosa, il folle che ha fatto mi ha fatto quella proposta insensata, e suppongo scherzosa, è Kairan. Lo conosco da molto tempo, anche se ho sempre pensato a lui come ad un fratello. Ha avuto una relazione con mia sorella… ma non è importante! Oltre a questo non c’è molto altro da sapere. Secondo, sono tornata perché mi mancavate, sento di non aver finito il mio compito, e voglio tornare nel gruppo. Vi chiedo scusa, immensamente, per quella sfuriata, ma… ero distrutta, non riuscivo davvero più a… e poi Drakan è così… – le parole non riescono a trovare una collocazione logica nelle frasi di Rhea, che sconsolata lascia cadere le braccia sui fianchi, in un chiaro segno di sconfitta.
– Domande? – domande ce ne sarebbero tante: “Hai una sorella? Adesso dov’è?”; “Come mai non parli mai della tua famiglia?”; “Hai intenzione di sposarti con quello?”; “Come mai sei così sconvolta?”; “Come pensi di convincere Drakan a ridarti lo spirito?” ma Rhea è troppo agitata e confusa per riuscire a spiegare decentemente qualcosa.
– Senti Rhea – inizia con calma Zeph – Che ne dici se andiamo alla Rocca? Ti riprendi dal il viaggio, mangi qualcosa e ti rilassi? –
– No, non posso, io devo trovare Drakan, farmi ridare lo spirito… –
– Sai che se Drakan è in giro, difficilmente lo troverai. Lo aspettiamo al palazzo, andiamo? – Zeph parla nello stesso tono con cui si rivolgerebbe ad un bambino di tre anni.
– Oh sì… ma Kairan… no, io non voglio vederlo ma… Ok, forse hai ragione – acconsente l’alata, stravolta. Un bagno caldo, pensa all’improvviso, un bagno caldo è quello che le serve.
Rhea si accampa così nella vasca, decisa a non uscirne per molto, moltissimo tempo. Si immerge completamente, svuotando la testa da tutti i pensieri che la affollano. I risultati di questa tentata astrazione sono miserevoli. Una risatina isterica le gorgoglia in gola, mentre ripensa ai folli accadimenti di poco prima.
Kairan che le chiede di sposarlo! Non riesce più a trattenersi e scoppia a ridere sguaiatamente. Kairan! il suo fratellone, l’ex ragazzo di sua sorella Carry, quello che la faceva giocare anche se avrebbe preferito di gran lunga infrattarsi con la maggiore di casa Aldaran.
Rhea continua a ridere, spruzzando acqua saponata su tutto il pavimento.
Sposarsi!
Che idea folle, lei! Lei che è da sempre contro a qualsiasi parvenza di rapporto di coppia!
– Diventerò di certo un’ottima casalinga – afferma sarcastica lei, cercando di calmarsi. Ma l’immagine di lei che aspetta ansiosa il rientro del marito, col pasto in tavola, è esilarante.
– Poveretto, lo avvelenerei senza volerlo, io non so cucinare bene – sospira, concedendosi per un momento di pensare a come sarebbe se… – Non voglio! Ho visto troppe volte i miei genitori litigare per nulla. Gelosi l’uno dell’altro in maniera quasi ossessiva. Dove sei andata? Cosa hai fatto? Con chi sei uscito? Erano le domande di rito in casa mia. Kairan già si dimostra geloso di Drakan, Drakan! Nemmeno se fosse l’ultimo esemplare maschio sulla faccia del mondo intero… mai! – i problemi di cuore dell’alata sono balzati in testa a tutte le altre preoccupazioni. All’improvviso farsi ridare il Dragone diventa una questione di poco conto.
– Ovvio no, mi rivede dopo quattro anni, e dico quattro anni!, e mi chiede di sposarlo – scuote la testa, ripensando alla sua vita nella foresta, alla scuola, a quando Atlas e lei facevano a gara a chi riusciva a far più danni col minor numero di ingredienti.
Quella memorabile volta in cui era riuscita a riempire Atlas di puntini giallo–oro con solo tre componenti! Indimenticabile! La madre del ragazzo non aveva più voluto che Rhea gli si avvicinasse, per almeno due mesi.
E quando se ne era vantata con Kairan? Lui le aveva detto che sono cose che non si fanno. Rhea aveva undici anni, Kairan sedici, e lei si era sentita come se fosse stata sua sorella Carry a riprenderla. Aveva messo il broncio e si era allontanata offesa.
Non ha mai pensato a lui come a… a un fidanzato. Non Kairan!
Come quella volta che aveva visto sua sorella e Kairan baciarsi! Non aveva provato gelosia o altro. Solo un po’ di schifo, insomma, chissà che cosa c’era di così piacevole nello scambiarsi saliva. Proprio non lo capiva. In compenso aveva involontariamente ottenuto un ottimo argomento con cui ricattare Carry.
Chissà che cosa è saltato in mente a quel ragazzo. Riflette lei, giocando con le bolle di sapone. Non ha intenzione di scoprirlo, decide poi, lei se ne resterà in quella vasca per almeno tre giorni di fila.
Affrontare Kairan? Gli era bastata Nerumi! Come poteva una ragazza di vent’anni essere gelosa di lei? Una quindicenne con l’acne ed un carattere che definire pessimo non è che un leggero eufemismo? Senza nemmeno rendersene conto, Rhea scuote la testa sorridendo. Non c’è nulla da fare, la gelosia è cieca, quasi come l’amore.
Cinicamente si chiede quanto Nerumi abbia pianto, dopo che Kairan l’ha lasciata.
– Se sapesse che mi ha chiesto di sposarlo… – bisbiglia poi fra sé e sé – probabilmente mi caverebbe gli occhi! Eppure mi piacerebbe vedere la sua reazione. Poi penserà sicuramente che anche quando avevo quindici anni, tramavo per avere Kairan, come se non avessi avuto altri problemi di cui occuparmi! Non che adesso sia un periodo roseo – aggiunge poi, tornando a concentrarsi sullo spirito Blu – Drakan non mi ridarà mai lo spirito, ed ha ragione, sono totalmente inaffidabile. E capricciosa, infantile… ha ragione lui! Però, se il Dragone mi ha scelta, un motivo c’è. Probabilmente non sono così pessima come crede lui, una qualche utilità l’avrò pure – borbotta Rhea, sprofondando sempre più nella vasca. Non ha nessun valido argomento a sua difesa, e di sicuro l’arrogante glielo smonterebbe in pochissimi secondi.
Drakan, il suo grosso problema.
– Non riesco a non stuzzicarlo, è troppo solitario e scorbutico per essere lasciato in pace, ed è un saputello! Un maledetto saputello. Lui dice di andare da quella, lui dice che dobbiamo fare quell’altro… è insopportabile! – ma l’alata sa benissimo che lo sta denigrando gratuitamente, senza di lui, lei, non sarebbe che una poltiglia appiccicata ai piedi di un Golem. Sospira delusa, non può scaricare le sue colpe su Drakan. Per quanto, comunque, si sia comportato come un mostro d’insensibilità e freddezza.
– Almeno hai capito di non stargli molto simpatica – si dice – non che ci volesse un genio per capirlo, ma almeno adesso sei sicura al cento per cento che la sua non è una maschera… è così e basta! Non vale a nulla aver combattuto per mesi fianco a fianco, a lui interessano solo i Dragoni e il Diario. Se può salvare fanciulle indifese lo fa anche, ma tu non sei indifesa, ed a stento potresti essere definita fanciulla – si rimprovera sarcastica – Magari, se facessi la svenevole e impedita signorina di corte gli starei più simpatica, non gli piace che una ragazza gli risponda per le rime. Ma, dato che fino a prova contraria lui è molto, molto più forte di te… ignoralo. Cerca di non infastidirlo con nessuna battutaccia, anzi, dagli sempre ragione… – Rhea scoppia a ridere. Lei è testarda tanto quando Drakan, non riuscirebbe mai a star zitta e a dargli ragione, se secondo lei sta sbagliando – La mia coscienza sta impazzendo, io sto impazzendo! Forse Kairan ha ragione, anche questa vita inizia ad andarmi stretta. Ma dubito che la vita che lui mi sta offrendo mi andrebbe meglio… anzi, andrebbe decisamente peggio –
Stufa di tutte queste elucubrazioni mentali, decide finirla di auto–commiserarsi.
– Avanti codarda! Vai a sentire che cosa di offre Kairan, e cerca di trovare lo spirito – si ordina, separandosi di malavoglia dall’acqua calda e profumata dal sapone.
Gli altri, nel frattempo, approfittano dell’assenza di Rhea per scambiarsi qualche opinione.
– È strana – afferma Leonard preoccupato – Molto più del solito – sottolinea
– Credo di poterla capire, in ventiquattro ore le è successo di tutto, non che lei non abbia dato una grossa mano al fato. L’ultima scenata che ha fatto a Drakan è stata un pelo esagerata –
– Esagerata? Forse, ma di certo anche lui non è stato tenero. Capisco che possa realmente trovarla una ragazzina infantile, ma Rhea è comunque un Dragone. Sa combattere, anche se non ai livelli di Drakan, ma mi pare che nessuno possa paragonarsi a lui – replica Shana. Il commento fa abbassare la testa ai due ragazzi, per quanto piacerebbe loro poter dire di essere abili tanto quanto Drakan, sanno che sarebbe solo una bugia – Solo perché Rhea non è ancora così compassata come lui, e scherza, a volte troppo, non può trattarla così! –
– E poi – continua Celine – cosa potrà mai saperne lui del legame fra lei e Atlas? Quell’affermazione l’ha sconvolta, molto più di tutto il resto del discorso. È stata una pessima uscita. Non capisco ancora perché se la sia presa tanto, Drakan non credo sia in grado di capire pienamente un legame di amicizia, ma è così –
– Per non parlare di Kairan, quello è stato probabilmente il colpo di grazia. Non ho mai visto Rhea così agitata e confusa –
– Beh, non è cosa da tutti i giorni ricevere profferte di matrimonio – fa notare Celine.
– No, dai, non può essere solo per quello. Rhea che si fa spaventare così tanto una proposta, fatta probabilmente per scherzo? Secondo me è perché sente l’assenza del Dragone. Oramai ci era così abituata, che senza si sente persa. Se ci pensate, lei è stata la seconda a ricevere il Dragone, subito dopo di me. Nemmeno io mi sento allegro, da quando mi hanno rubato lo Spirito – afferma Zeph convito.
– Forse è scombussolata per entrambe le cose – acconsente Shana, mediando fra le due posizioni – Comunque, come credete che farà per riavere lo spirito? Dopo quella scenata, dubito che Drakan la considererà parte della squadra –
– Già, in fondo è lui che tiene lo spirito, e noi non possiamo di certo costringerlo a fare nulla… –
– Ragazzi – interrompe Leonard – Rhea è grande, deve sapersi arrangiare. Come hai detto tu, Shana, è un Dragone, e come tale dovrà comportarsi. Ha fatto uno sbaglio, ed adesso ne paga le conseguenze. Le vogliamo bene, ma si è comportata come una bambina. Ha collassato, spero che si sia sfogata definitivamente e che la smetta di punzecchiare Drakan. Sappiamo fin troppo bene che lui è così, magari è la volta buona che Rhea si dà una calmata – le parole del ragazzo riscuotono il consenso generale. Effettivamente è ora di dare un taglio a tutti questi infantilismi.
Dopo aver terminato la discussione, i ragazzi si incamminano verso la Sala da Pranzo. Fra una cosa e l’altra si è fatta sera, e decidono che l’ora di cena è arrivata. Nel Salone principale incontrano Rhea, vestita di tutto punto per un incontro galante.
– Non avrai intenzione di accettare la proposta? – domanda sconvolto Zeph.
– Come? –
– Beh, ti sei vestita elegantemente e… –
– Zeph, l’unica cosa che ho fatto è stato un lungo bagno rilassante, e un cambio d’abito. Non mi sembra carino presentarmi ad un appuntamento conciata come se avessi appena finito di combattere contro un golem – sospira lei, sistemandosi i capelli che sistematicamente le scivolano davanti agli occhi. Non c’è nulla da fare, lei non sa acconciarsi in maniera leggermente ricercata. Quella patetica crocchia ne è la prova lampante! Irritata leva lo spillone che dovrebbe tener ferma la chioma, e la lascia scivolare sulle spalle.
– Quindi non ceni con noi? – si informa Celine
– No, mi dispiace, anche perché non ho fame… – replica lei, scuotendo la testa per sistemarsi i capelli alla meno peggio
– Un avvenimento da segnare sul calendario – afferma Zeph ridendo.
– Credo di non capire – mormora l’alata, sinceramente confusa
– Rhea, era una battuta, da quando in qua tu non hai fame? –
– Ah, oh, ho capito. Sì, divertente – commenta atona – Ora vogliate scusarmi, ma devo andare, si sta facendo tardi – saluta lei, in maniera sin troppo ossequiosa.
– Qualcuno mi spiega che cosa le è successo? Poco tempo fa, per una simile spiritosaggine mi avrebbe congelato la lingua – gli altri tre si limitano ad un’alzata di spalle.
– Magari quella è la gemella buona – propone Leonard, cercando di alleggerire l’atmosfera
– No, è la gemella seria, e questo mi spaventa. Rhea non è seria, ed ho paura che sia una specie di vulcano, pronto ad esplodere in qualsiasi momento – in quel momento Shaila raggiunge i ragazzi. Sembra che si sia svegliata da poco.
– Shaila, come stai? – domanda apprensiva Shana. Dopo essere stata gentilmente buttata fuori dalla camera della sorella, aveva continuato a passeggiare per i corridoi del palazzo, fino a quando Celine non l’aveva convinta ad andare a cercare Rhea. Per convincerla aveva detto che Shaila avrebbe comunque avuto bisogno di riposare, anche dopo essersi svegliata. Di certo, e sentire Shana così preoccupata non l’avrebbe aiutata.
– Bene, avevo solo bisogno di riposare, dov’è Drakan? –
– Drakan? Che cosa ti ha fatto? Se ti ha fatto qualcosa giuro che… –
– No, è solo colpa mia. Sai come si dice, la curiosità uccise in gatto. A me è andata di lusso – sorride Shaila, cercando di tranquillizzare la sorella – Ho solo sopravvalutato il mio dono, credevo di poter capire qualcosa di più su di lui. Ma è stato un fallimento, è troppo oscuro – spiega, non addentrandosi comunque nei dettagli. Si nota subito che è ancora scossa, nonostante tenti di ironizzare sull’accaduto – Ma ditemi, avete più ritrovato la vostra amica? – domanda, cercando di cambiare discorso. Shana vorrebbe saperne di più, ma sa bene che sarebbe inutile, sua sorella non ha alcuna voglia di parlare.
– Sì, è tornata da sola, ma… non sappiamo se voglia restare o andarsene – risponde Shana brevemente.
– È successo qualcosa di particolare, anche se non riesco a capire cosa –
– Diciamo che è successo un po’ di tutto. Dalla scenata di Rhea a Drakan, fino ad una proposta di matrimonio – accenna Zeph vago
– Drakan ha chiesto… –
– No! Figurati, ce lo vedi a fare queste cose? – ride Celine pensando al burbero ragazzo inginocchiarsi davanti a Rhea per offrirle amore eterno, e magari anche un gioiello. Impossibile!
– E allora chi? – Shaila è sorpresa e un po’ confusa
– Una vecchia conoscenza di Rhea, noi lo abbiamo incontrato solo oggi. Stasera usciranno assieme… e forse lei deciderà di accasarsi – spiega Celine, con una punta di invidia nella voce.
– Però… – mormora Zeph, con un ghigno malefico dipinto sul volto – Sarebbe interessante vedere la nostra amica impegnata in un incontro galante! – Leonard lo fissa sconvolto, fino a quando non ricorda le buone maniere di Rhea… praticamente nulle!
– Non possiamo – afferma Celine, in un tono che sembra però voler dire il contrario.
– Non ci sarebbe nulla di male se, per caso, andassimo a cenare alla locanda – fa notare Zeph in tono svagato. Shaila e Shana scuotono la testa sconsolate. Perché vogliono cacciarsi nei guai?
– Beh, di certo ci sarebbe di che divertirsi – sghignazza Leonard, pregustando chissà quale figuraccia di Rhea.
– Io ho fame! – protesta Celine, anche lei curiosa.
– Andiamo allora –
– Io non credo sia il caso, credo che… –
– Shana, andiamo, quando ci ricapiterà un’occasione simile? – replica Leonard
– No, Shaila non sta ancora bene, e non voglio di certo lasciarla sola per andare a spiare Rhea –
– In realtà io sto bene. E sarebbe un ottimo diversivo, quello di uscire dal castello. Inoltre Alexander ed Elen sono partiti per una piccola vacanza, quindi ceneremmo da soli – precisa Shaila.
– Beh, allora… direi che possiamo andare, ma Rhea non ne sarà felice –
Il primo pensiero che passa nella mente di Rhea, quando vede Kairan, è che non è cambiato per nulla. Troppo galante e tirato a lucido. Anche dei fiori?! Ma allora non sta scherzando.
– Sono felice che tu sia venuta. Questi sono per te –
– Kairan, ti supplico, evita certe smancerie. Dovresti sapere che odio queste… queste cose – mormora imbarazzata
– Già, dovrei saperlo, ma non ho resistito. Magari in quattro anni hai cambiato idea –
– Cambiare idea? In che modo? –
– Beh, immagino di non essere il primo a chiederti di uscire… – Rhea scoppia a ridere, mentre si accomoda al tavolo con… con delle candele?! Da quando Kairan è così romantico?
– Kairan, spero che Atlas ti abbia detto come ho vissuto in questi ultimi quattro anni. Se per corteggiare intendi persone che hanno cercato di ammazzarmi in maniera lenta e dolorosa… allora sì, ho avuto un sacco di spasimanti. Se invece intendi questo – e con un gesto abbastanza chiaro indica il tavolo e i fiori – No, nessuno ha avuto tanto coraggio –
– Credevo che Atlas esagerasse, quando parlava di pericoli e scontri – mormora Kairan preoccupato
– Oh, credo che un Golem di Bronzo non sia una sciocchezza da nulla. In effetti, se quella volta non fosse intervenuto Drakan, io non sarei qui a parlare con te – replica Rhea in tono leggero, dando nel frattempo un’occhiata alla lista dei piatti. Non nota, quindi, lo sguardo gelido del suo accompagnatore, al nome del tanto odiato Drakan.
– Non è una vita rischiosa? –
– Di certo non è una passeggiata, ma non l’ho scelto io – replica lei, guardandosi attorno
– E quand’è che hai imparato a combattere? – domanda Kairan, cercando di scoprire qualcosa sulla vita di Rhea
– Sul campo, ovviamente. L’unico modo per imparare seriamente a lottare, è sapere che se non farai bene, ci rimetterai la pelle. Questa consapevolezza può far miracoli sai? Soprattutto sulla resistenza e sull’allenamento individuale. Si cerca di passare ogni momento libero con le armi in mano. Ma non parliamo di questo, piuttosto, tu come stai? –
– Bene, ho preso in gestione il negozio di mio padre, anche se è un po’ complicato, me la sto cavando bene –
– Hai solo ventiquattro anni, e sei già un uomo d’affari! –
– Direi di no, dato che vengo controllato da mio padre per ogni cosa che faccio –
– Kairan, attento a quello che fai! No, non si fa così – borbotta Rhea, imitando il tono del padre del ragazzo
– Uguale, esattamente così – ride Kairan, ordinando la cena. Rhea non si accorge che nel locale sono entrati anche i suoi compagni, è troppo occupata a ridere. In fondo, contro ogni aspettativa, si sta divertendo.
– Ricordi quella volta che Carry mi voleva uccidere perché le avevo usato tutti i trucchi per colorare le pareti della camera? Accidenti se si era arrabbiata! È che mi sembravano così tristi, tutte bianche, ho pensato di disegnarci qualcosa – si giustifica, ripensando a tutte le litigate avuto con la sorella per futili motivi. Trucchi, vestiti… ah, era una peste sin da bambina.
– Oh, sì, ricordo bene, dato che mi avete tirato in mezzo. Tu ti sei nascosta dietro di me, implorandomi di salvarti dalle ire di Carry – la risata si dissolve lentamente, lasciando un imbarazzante silenzio ad aleggiare su di loro.
– I bei vecchi tempi – commenta Rhea, facendo vorticare il vino nel calice, prima di portarlo alle labbra – Pensi di tornare nella foresta, domani? – domanda, dopo aver bevuto un sorso.
– Mi piacerebbe che venissi anche tu – confida lui, per nulla intenzionato a lasciar perdere.
– Accidenti, sei tenace, non ti è bastato avere a che fare con una Aldaran? – domanda sarcastica lei
– Seriamente Rhea, io… –
– Non ho alcuna intenzione di tornare indietro, ho chiuso quella porta molto tempo fa – lo interrompe lei, gelida.
– Non devi tornare a casa tua, non devi rivedere i tuoi genitori –
– Li incontrerei ugualmente – mormora lei pensierosa – e non ne ho alcuna intenzione. Ho fatto la mia scelta a quindici anni. Mi sono promessa che non avrei rimesso piedi in quella casa, per nessuna ragione. I miei genitori si sono sposati sull’onda della passione, e dopo pochi anni era già tutto finito. Tornare e vederli tenersi il muso per mesi, per una sciocchezza quale “Hai messo troppo sale sulla carne” mi farebbe impazzire definitivamente – spiega lei cupa – Questo dovrebbe anche farti capire perché non ho alcuna intenzione di prendere in considerazione ciò che mi ha detto. Non capisco come ti sia venuta in mente una cosa simile, spiegamelo – domanda poi, con una nota malvagia nella voce.
– Vuoi sapere perché ti ho chiesto di sposarmi? –
– Mi sembra una domanda legittima – replica lei, poggiando i gomiti sul tavolo, il mento sui dorsi delle mani, e guardandolo negli occhi – Illuminami –
– Da quando sei diventata così sarcastica? –
– Non sviare il discorso, Kairan, magari se mi dai una spiegazione potrei anche pensare seriamente alla proposta – sussurra in tono mellifluo. Bastardaggine, il tuo nome è Rhea! Pensa fra sé, mentre Kairan si morde il labbro, alla ricerca di una spiegazione.
– Non lo sai nemmeno tu? Proviamo con qualcosa di più semplice, che cosa ti piace della sottoscritta? Oramai sono più di quattro anni che non ci vediamo, e in quattro anni si può cambiare molto. È solo l’aspetto fisico? – le insinuazioni di Rhea si fanno sempre più ambigue e pesanti. Senza rendersene conto, la ragazza sta sfogando la sua frustrazione sul poveretto che le siede di fronte.
– No, se fosse solo per quello, Rhea, potrei avere donne molto più attraenti di te. Sei tu, la bambina che aveva paura degli animali della foresta, che aveva bisogno di aiuto nei compiti a casa, e che combinava pasticci l’uno dietro l’altro. Però noto che non sono io il problema, non adesso. A chi stai pensando? A Drakan? –
– Complimenti, sei bravissimo a cambiare argomento – commenta Rhea acida – Comunque sì, sto pensando a lui, e a cosa dovrò inventarmi per riavere il Dragone. Sto pensando alla prossima battaglia che ci aspetta. Sto pensando che tu sei un folle, attaccato al ricordo di una mocciosa di dodici anni, e non vedi che sono cresciuta. Che sono cambiata! Che non è rimasto nulla della Rhea che conoscevi, eppure vuoi avermi come moglie. Dici che non è per l’aspetto fisico, e va bene. Dici che è per come ero, ero appunto. Non sono più quella che ricordi. Non capisco che cosa ti spinga a volermi al tuo fianco, dato che non mi conosci. Anzi, vorresti che tornassi la bambina di quasi otto anni fa! – Rhea è calma, benché se le parole non lo siano altrettanto.
– No, no, non voglio che tu torni ad essere quella bambina. Cosa credi? Atlas mi ha parlato di te, nelle sue lettere. E so che adesso sei cambiata. Sarebbe da idioti non essersene accorti, non credi? Eppure, dal ritratto che emerge da tutte le lettere che mi ha mandato, è di una donna forte e decisa. Un po’ pazza e sensibile, nonostante tutto. Non è forse così? – domanda lui, estraendo dalla borsa un pacco di carte – Leggi pure, fatti un’idea di chi mi sono innamorato in questi mesi, e ringrazia Atlas di questo –
– Allora sai benissimo chi è Drakan, e Zeph, e Leonard, Celine, Shana… – mormora sconvolta. Come ha fatto a non pensarci? È ovvio che Altas, scrivendogli, gli abbia rivelato tutto su di loro, nomi compresi!
– Certamente, e Drakan non mi sta simpatico, per nulla. Ma volevo avere la certezza che non ci fosse nulla fra voi – commenta lui, lasciandosi ricadere pesantemente sullo schienale della sedie, mentre Rhea legge le lettere, saltando da un passo all’altro.
– Tu mi stai dicendo che mi hai cercata con l’intenzione di… –
– Sì, esattamente. Sono un folle? Forse, ma dammi una possibilità –
– Non posso – replica lei, sfogliando la fitta corrispondenza fra Kairan e Atlas – Io sono un Dragone, non ho tempo di sposarmi, innamorarmi o altro. Ho una missione – ed in quel momento le sembra di assomigliare troppo a Drakan. È proprio vero che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, riflette fra sé e sé. Eppure le fa comodo come scusa. Non si accorge di essere osservata dagli amici, e nemmeno che Drakan, al quale probabilmente stanno fischiando le orecchie da tutto il pomeriggio, è appena entrato nel locale.
Ma Drakan vede tutti, e sta per uscire dal locale in tutta fretta, quando lo spirito Blu decide di tornare dalla sua padrona. Schizza fuori dalla tasca e aleggia fino a Rhea.
– Quello cos’è? – domanda Kairan, guardando la sfera brillare e ricadere sul tavolo. Rhea non risponde, ma si guarda attorno, e finalmente si accorge di quanta gente sia intorno a lei. Lancia un’occhiata gelida verso Zeph, ed una di terrore verso Drakan. – Rhea? Stai bene? – l’alato è preoccupato. Lei è impallidita all’improvviso, e sta fissando un uomo alto, tutto vestito di nero e dallo sguardo minaccioso. Drakan, ovviamente.
Senza pensarci le prende le mani, per attirare la sua attenzione. Mossa sbagliata, dato che si divincola come se si fosse ustionata.
– No! Kairan io… io non mi sento bene… devo uscire… Subito! – ansima angosciata. Troppa gente, troppi curiosi, troppi! Afferra lo spirito e si alza, rovesciando la sedia sul pavimento.
– Calmati, mi fai paura – afferma lui, alzandosi a sua volta – Adesso usciamo, stai tranquilla – le dice, sorridendo ai curiosi avventori che li stanno osservando con interesse. – Ehi, dov’è finito tutto il tuo coraggio? – le bisbiglia poi, mentre si avvicina a Drakan, ancora fermo sulla soglia.
– Affondato, perso, svanito, rubato, volatilizzato – risponde lei
– Ti sei dimenticata “morto ammazzato” – sorride Kairan
– Oh, sì, hai ragione. La stessa fine della voglia di studiare – ricorda lei, accennando a tutti quei pomeriggi persi a giocare, invece che ripassare le lezioni.
– Esattamente, hai buona memoria, mia cara – nel mentre lascia i soldi sul bancone, dicendo all’oste di tenersi pure il resto.
– Se fosse davvero così buona, ricorderei dove ho messo la mia faccia tosta – mormora, prima di lanciarsi fuori dalla porta ignorando apertamente Drakan. Il quale è incuriosito dalla situazione. Non perché Rhea è tornata dalla Rocca Bianca e sta cenando con un perfetto sconosciuto, e nemmeno perché Zeph, Leonard e le tre ragazze li stanno spiando! Queste sono cose che incuriosirebbero tutti tranne lui. Quello che gli interessa realmente è sapere se Rhea ha intenzione di tenersi il Dragone, e tornare quindi a tormentarlo. Lo spirito l’ha scelta di nuovo. Per quanto a Drakan la cosa non faccia piacere, beh, concediamole che a volte può essere involontariamente comica…
– Credo che dovrò abituarmi alla sua presenza – mormora fra se il ragazzo, scuotendo la testa esasperato, esce dal locale per andare a parlare con l’alata. Anche Celine, Shana e Shaila si affrettano a seguire la ragazza, tallonate dagli altri due.
Nel frattempo la fuggitiva sta meditando di tornare da Atlas e impedirgli di spedire lettere a chiunque.
– Quel ragazzo dispone di una dialettica pericolosa – sussurra fra sé e sé – Renditi conto che è riuscito a convincere Kairan che sei la donna della sua vita! Basta, la prossima volta che lo vedo con una penna in mano gli spezzo le dita, una ad una – minaccia poi, mentre Kairan fatica a starle dietro senza correre.
– Rhea! – la richiama imperioso Drakan.
– Fantastico – mugugna lei, fermandosi – Cosa desideri? – domanda il più cortesemente possibile
– Che tu mi ridia lo spirito, o torni nel gruppo senza fare tante storie – le risponde, avvicinandosi con tutta calma. Dietro di lui, a debita distanza ci sono gli altri cinque
– Che tu mi sposi! – si intromette Kairan, mormorando
– No! Non ti sposo – strilla Rhea esasperata
– Quando, di preciso, avrei chiesto una cosa così masochistica e stupida? – si informa Drakan stupito, inclinando leggermente la testa.
– Non tu, lui – ribatte Rhea. Drakan squadra l’alato, per poi concedersi una piccola battuta sarcastica
– Certo che ti vuoi davvero molto male. Rispondimi – incalza poi, rivolgendosi nuovamente a Rhea – Hai lo Spirito, voglio sapere adesso che cosa hai intenzione di fare. Vuoi ridarmelo e fingere di non averlo mai trovato? Oppure preferisci tornare a combattere? – il tono sembra molto più dolce del normale.
– Beh, io… –
– Rhea, no! Riflettici, è una vita pericolosa, stressante, piena di ostacoli e difficile –
– Non che il matrimonio sia meglio – replica la ragazza, fulminandolo – Sei insistente, Kairan, e non riesco a capire tutta questa voglia di avermi accanto. Io sono sempre io, non credere che la Rhea che conoscevi sia scomparsa. Quello che ti ha scritto Atlas… non credere a tutto quello che dice. Io non sarò mai né forte né decisa, come non sono sensibile. Non su queste questioni, e tu lo sai! Kairan, tu mi conosci meglio di tutti, meglio di Atlas, meglio di Shana e Celine, o di Leonard e Zeph. Non ho bisogno di spiegarti perché non accetto la tua proposta – Rhea ha una gran voglia di piangere, è frustrata da tanta insistenza.
– Non sei la stessa! Rhea, sei cambiata, forse in meglio, forse in peggio, ma sei cambiata. Tanto! Guardati! Ti stai costringendo a restare qui, tu hai paura di Drakan, una paura folle. Non saresti mai tornata indietro, non la Rhea che ho conosciuto io. Altrimenti ti avrei rivisto nella foresta –
– Non ho così paura di lui – sottolinea Rhea
– Sì, mi basta vedere come lo osservi, anche adesso che ti sono di fronte. Tu stai fissando lui! È paura? O e qualcos’altro? Amore? – insinua lui, sperando di spronarla ad una reazione. Che sfortunatamente per lui è quella che proprio non si aspettava.
– Oh sì hai fatto centro – replica Rhea, seria. Si volta verso Drakan e gli si avvicina. – Drakan, hai scoperto tutto. Io ti amo alla follia, sei il primo pensiero quando mi sveglio, l’ultimo di quando vado a dormire. Sono gelosa di tutte le ragazze che ti parlano, e sapere che ti sono più che indifferente mi fa male al cuore. Ti prego, smettila di farmi soffrire così! Non posso sopportarlo per molto! Scappiamo e sposiamoci in qualche landa sperduta e desolata! – ora è Drakan ad essere preoccupato.
Rhea è troppo seria, e troppo vicina, per scherzare. Quando poi la ragazza fa un passo avanti, con tutte le intenzioni di abbracciarlo, lui non sa come comportarsi.
Cioè, lo saprebbe fin troppo bene. Prendere la ragazza e spostarla di qualche metro, in maniera non propriamente carina e cortese. Non sa bene cosa lo trattenga dal fare ciò, forse un insano istinto di pietà nei confronti di Rhea, oramai totalmente impazzita?
– Sei sicura di stare bene? – le domanda Drakan sospettoso, fermandola per le braccia e scrutandone il volto. Impassibile, l’espressione dell’alata è una maschera indecifrabile. Come un automa gli si avvicina di un passo ancora, ignorando volutamente quanto questo sia pericoloso.
Gli astanti sono sconvolti da queste rivelazioni dell’ultimo minuto. L’unica che resta calma è Shaila. In fondo lei sente le emozioni reali delle persone, non può essere ingannata in alcun modo.
– È questo che vuoi sentirmi dire? – chiede improvvisamente l’alata rivolta a Kairan, interrompendo la recita e allontanandosi da Drakan – Questo è quello che speri? Imperituro amore e tanti marmocchi? – Rhea è improvvisamente diventata gelida e sarcastica. Mai si era comportata così davanti ai ragazzi. Kairan, però, ci è abituato.
– Inizio a riconoscerti, è vero, non sei cambiata poi così tanto –
– Vedi, mio adorato, – replica lei melliflua – Io non sono Carry, non ho alcuna intenzione di diventare come lei. E poi – aggiunge gelidamente – non è colpa mia se ti ha lasciato per un altro. Sei tu che non sei riuscito a tenertela. Stai cercando di compensare? Non puoi avere lei, e quindi ti accontenti di me? Sempre di un’Aldaran si tratta! –
– Sei paranoica, perché devi sempre pensare… –
– Perché finora non ho mai sbagliato. C’è sempre un doppio fine, in tutto. Persino lui – dice indicando Drakan – sta cercando di farsi ridare il Dragone, usando un tono molto meno duro del solito. Se non avessi quella pietra in tasca, credi che mi avrebbe lasciata avvicinare così tanto? E tu Kairan vuoi dirmi che al mondo siamo tutti buoni e bravi? Vuoi far ingelosire Nerumi? Vuoi far star male mia sorella, per dimostrarle che tu puoi ancora starmi accanto, e lei no? – la rabbia rende Rhea sorda a qualsiasi risposta del ragazzo, e continua imperterrita – Cosa vuoi da me? Una compagna? Una madre per i tuoi figli? Una casalinga? Kairan, ho solo diciotto anni, credi davvero che voglia sposarmi? –
– Il mese prossimo ne compirai diciannove – precisa Kairan, rendendosi conto che Rhea non starebbe mai ad ascoltare la sua replica. Rhea è spiazzata dalla risposta.
– Tu sai sempre come zittirmi, è fastidioso – commenta acidamente – ma se credi di potermi confondere con questo vecchio trucco di sbagli! – ringhia lei, dirigendosi a grandi passi verso il Palazzo.
– Ah, prima che me ne dimentichi… Drakan, il dragone lo tengo, torno nel gruppo e non ti rivolgerò la parola, se non sarà strettamente necessario. Va bene? – domanda tagliente lei, e senza aspettare riprende a camminare, infuriata. Drakan sbuffa annoiato, tutte queste scenate inutili! Gli altri si affrettano a disperdersi, troppo imbarazzati per restare ancora lì.
– Drakan, scusa, posso parlarti? – il tono cortesemente gelido di Kairan blocca il ragazzo proprio mentre sta per incamminarsi fuori, verso la foresta. La tentazione di far finta di non aver sentito è tanta, ma… – Credo che dovresti parlarle – aggiunge l’alato.
– Io?! – domanda sinceramente stupito
– Sì, sì, tu. Hai molta, forse troppa, influenza su di lei – spiega semplicemente Kairan.
– Solo perché si comporta come una sciroccata, quando sono nei paraggi? No, quello è normale – afferma lui, voltandosi per andarsene
– Rhea è un vulcano pronto ad esplodere, e credo che tu sia uno dei pochi, se non l’unico, a poterle stare vicino senza farti male –
– Ho già dato, non ho intenzione di ripetermi – sibila in risposta – Se lei è una mocciosa emotiva, io non so cosa farci –
– Non ti interessa proprio di lei –
– Dovrebbe? –
– Più che altro, dovrebbe interessarti il fatto che i tuoi preziosi Dragoni non ti piantino in asso – insinua maligno Kairan
– Questi sono affari in cui faresti meglio a non impicciarti – lo avvisa Drakan
– Brucia, vero? Lei non ha paura di te, altrimenti non ti risponderebbe così. E non ha la minima intenzione di piegarsi, lo sai vero? Continuerete a scontrarvi, ed ogni scontro sarà sempre peggio. Ma Rhea non regge bene le pressioni. Non ce la fa, e scappa. Ti è andata bene, perché questa volta ti ha riconsegnato quella pietra. Ma la prossima? –
– Posso sempre riprendermela da me, la pietra – sottolinea Drakan con indifferenza.
– Ti do un consiglio, anche se so benissimo che non lo seguirai. Non metterla sotto pressione, lasciala in pace, se non vuoi che esploda –
– Ti ho già detto che non mi interessa cosa potrebbe fare – replica lui allontanandosi e troncando il discorso.
Mentre i due ragazzi hanno questa costruttiva chiacchierata, Rhea si è rifugiata sulla terrazza del Palazzo, decisa a non rivolgere parola ad anima viva o morta. Chiusa nel suo mutismo, troppo occupata a pensare a terribili punizioni per praticamente tutti quelli che conosce, non si accorge che Shaila l’ha raggiunta.
– Ti chiedo scusa – inizia lei – siamo stati indelicati. La curiosità ha preso il sopravvento sul buon senso –
– Vuoi che ti dica sinceramente quello che penso? – replica gelida Rhea – No, non è necessario. Sai benissimo che cosa provo, in questo momento. Quindi, te lo chiedo gentilmente, lasciami in pace. Ora come ora non è il momento per intavolare una civile conversazione –
– Non siamo noi il problema, vero? – domanda Shaila, per nulla intenzionata a lasciarla stare. Ci sono cose che deve chiarire, e, se non ha avuto paura di Drakan, non ne avrà certo di Rhea
– Oh no, non attribuitevi l’importanza che non avete – commenta tagliente – voi siete solo una minima parte della questione. Kairan è una buona percentuale. Ma è questa dannata pietra la parte più grande del problema – sibila, stringendo lo Spirito con rabbia
– Drakan? – azzarda Shaila
– Oh, lui ha un posto speciale nel mio cuore. Lui è IL mio problema. Infinitamente più complicato dello spirito, di Kairan, di voi –
– Eppure ti ha salvato la vita –
– No, non l’ha salvata a me. L’ha salvata al Dragone – precisa inviperita
– Nonostante ciò, prima, quando hai fatto per abbracciarlo ho sentito… –
– Oh no, no Shaila, lascia stare. Se vuoi un consiglio, dimentica tutto quello che t’è parso di aver sentito. Non mi interessa sapere cosa prova lui –
– In realtà io mi riferivo a te – commenta sibillina lei
– A me? E cosa avresti sentito? – domanda curiosa Rhea
– Attrazione – risponde semplicemente la ragazza
– Shaila, credimi, non sono ancora così disperata – ride l’alata
– Puoi mentire a me, a mia sorella, ai tuoi amici, a lui… ma evita di mentire anche a te stessa – le consiglia Shaila pacata
– Ok, ammetto senza problemi che è un bel ragazzo. Mai detto il contrario, ma con quel carattere… dai! –
– Non è solo attrazione fisica, anche se tu continui a negarlo – Rhea si irrigidisce immediatamente e replica glaciale
– Forse, Shaila, ho degli ottimi motivi per comportarmi così, non credi? Forse io sto solo cercando di farmi passare una stupida cotta adolescenziale che non ha alcun futuro. Forse, non voglio pensarci perché ci sto male. Forse sto solo cercando di proteggere me stessa dall’ennesimo errore. Perché sono impulsiva e sciocca. Perché ho un ragazzo che mi sta portando su un piatto d’argento, ma io non lo voglio. Io non voglio essere servita e riverita. Non voglio un uomo innamorato, io ho paura di un uomo innamorato. Perché quando lui non mi amerà più, e sicuramente accadrà, come andrà a finire? – la domanda retorica di Rhea non vuole risposte. Tutto il suo discorso non vuole risposte.
– Allora avevo ragione – afferma la ragazza – il vero problema è l’attrazione che provi per lui. Ma, per quale motivo ti sei… –
– No! Non è di certo innamoramento. È qualcosa di molto, molto più superficiale. Infatuazione, credo –
– Non… –
– Senti Shaila, credo che questi siano affari miei, e di certo non ho intenzione di parlarne con te. Vai pure a dormire, si è fatto tardi – tronca Rhea, che non ha alcuna intenzione di disquisire sui suoi sentimenti per Drakan con una sconosciuta. Shaila non prova nemmeno ad insistere. L’alata si è chiusa a riccio, e non ha più intenzione di dire una parola sulla questione.
– Va bene, scusami se sono stata indiscreta, non era nelle mie intenzioni. Buona notte Rhea –
– Buona notte – replica la ragazza, restando da sola. Si porta le ginocchia al petto, e inizia a riflettere. Le sembra di giocare a domino, ogni problema ne tocca uno più grande. Kairan che torna, le chiede di sposarla, lei che rifiuta ed inevitabilmente pensa a Drakan, che le fa ricordare la sua vita nella foresta, i suoi genitori… Shigure… Stizzita batte un pugno sulla panchina su cui è seduta. L’odioso Shigure, quello che ha deciso di rovinarle la vita. Ok, forse lui non ne era poi così consapevole… Stupidaggini! Lo sapeva benissimo invece. Tornare e cercare di convincere sua madre a lasciare la propria famiglia per lui. Quante litigate aveva scatenato quella visita, ripensa l’alata. Vedere i suoi genitori scannarsi come lupi inferociti l’aveva fatta riflettere su quanto fosse fragile quella cosa chiamata “amore”.
– Basta la gelosia per distruggere tutto. Una visita, ed ecco che l’adorabile coppietta scoppia, con recriminazioni assurde e tragicomiche scenate – commenta acida fra se. Si ricorda bene di quando sua madre aveva minacciato di andarsene di casa, lasciando tutto e tutti. Gran bell’egoista! Era l’unica cosa che Rhea, allora tredicenne, aveva pensato. D’altronde erano diversi anni che sentiva i suoi genitori discutere nel cuore della notte. Quella non era di certo stata una novità, per lei. In cuor suo aveva sperato che sua madre se ne andasse davvero. Per lo meno avrebbe potuto dormire in pace. Sua sorella Carry si era appena sposata, e non viveva più con loro. A lei, Rhea, riservava un atteggiamento di gelida conoscenza. Aveva deciso di abbandonarla in quella gabbia di matti? Perfetto, che non pretendesse di essere portata su di un piatto d’argento. Ci pensava già suo marito, a quello! Però sua madre non se ne era andata, anzi, dopo quella sfuriata le cose sembrarono prendere una piega diversa. Si era sulla via della riconciliazione, e per i due anni successivi fu un continuo miglioramento. Finché Shigure non decise di tornare, e quel giorno, Rhea, era scappata di casa. Ricominciare da capo? Nemmeno per sogno! Si era rifugiata a Kadessa, decisa a vivere e lavorare lì. Quindici anni sono pochi, ma non troppo pochi per poter diventare indipendenti. I suoi genitori non cercarono nemmeno di contattarla, avevano troppi problemi per preoccuparsi anche della figlia ribelle.
– Il mio triste passato – mormora Rhea ironica – la povera bambina sfortunata… forse è per questo non ho mai detto nulla a nessuno. Non mi interessa la pietà degli altri. Meglio che mi credano una sciocca casinista, che una complessata cinica. Rende tutto molto, molto più facile. Se non ci fosse di mezzo anche Drakan, sarebbe splendido – riflette poi. I suoi grattacapi continuano a susseguirsi, ostinati ed ossessivi. Drakan, Kairan, Shigure. Un girotondo odioso.
– Gli uomini! Sono loro la causa di tutti i miei mali – rabbiosa congela la terra ai suoi piedi. In questo momento, probabilmente, arriverebbe ad uccidere uno dei tre… forse non Drakan, non vuole morire così giovane. Andare a prendersi una cotta per il classico lupo solitario. Quello che non alzerebbe un braccio per salvarti, se non gli fossi utile. Gran belle scelte, davvero! Perché non innamorarsi direttamente del cattivone di turno? Magari Mikahil si dimostra più comprensivo e tenero… Rhea scoppia a ridere, ma è una risata amara. Continua a pensare e ripensare, ed ancora non trova un motivo valido per giustificare la sua attrazione per il compagno d’armi. Che sia un bel ragazzo, non c’è dubbio. Che sia altrettanto scostante e scorbutico pure. Allora perché, perché mai?
– Dai che lo sai – si riprendere laconica – Rhea, sei una bugiarda patentata, pure a te stessa menti? Lo sai benissimo il perché, se poi non vuoi ammetterlo... che ne dici? Parliamoci chiaro, ragazza mia, è proprio perché ti tratta in quella maniera che puoi permetterti questa cottarella. Tanto non verrà mai ricambiata, non c’è alcun rischio per te. Non fraintenderà mai qualche tuo gesto, perché lui è totalmente assorbito dalla sua causa! Quindi tranquilla, continua pure a fantasticare su quel principe azzurro che non esiste. Vuoi stare da sola, ma non sei ancora riuscita a strozzare quella vena romantica che, nonostante tutto, c’è nella tua complicata persona – per nulla stanca, nonostante la mezzanotte sia passata da un pezzo, Rhea continua a rimuginare. Oramai torna sempre sugli stessi pensieri, saltellando scoordinatamente da Kairan a Drakan, da Drakan a Shigure e di nuovo Kairan. Non si accorge che ormai è l’alba, e non guarda la magnifica nascita del sole sul mare. Resta persa nei suoi pensieri, fino a quando una giovane ragazza non la chiama, per consegnarle una lettera.
Di Kairan.
Svogliatamente Rhea legge quelle quattro facciate, scritte fitte fitte. Il succo è che lui la aspetterà, che non ha intenzione di demordere, che le scriverà costantemente, eccetera, eccetera, eccetera…
– Sì, certo. Mi aspetterà per sempre! Come no, gli concedo due… no dai, tre, tre mesi, dopo di ché si dimenticherà della sottoscritta. Vuole continuare a scrivermi? Che lo faccia, se la cosa gli fa così tanto piacere. Magari, se ne ho voglia, gli risponderò – commenta sarcastica fra sé e sé, poggiando distrattamente i fogli sulla panchina. È stufa di pensare, di riflettere su questione che tanto non si risolveranno. Sente il bisogno di fare qualcosa. Una passeggiata, un combattimento… allenamento! Ecco, una bella e salutare sudata, scaricare i nervi a suon di fendenti e affondi nel vuoto.
Rhea si dirige quindi verso la palestra del palazzo, passando prima in camera sua per recuperare la spada. Ne osserva la lama, oramai piena di tacche e graffi. Sicuramente ha un aspetto vissuto. Caccia in malomodo la lettera di Kairan nello zaino, ed esce a passo spedito dalla stanza. Non si preoccupa di dove siano gli altri, non è ancora abbastanza calma per affrontarli. La palestra è vuota, solo dei manichini e delle armi usurate le fanno compagnia, mentre si sfoga su di un innocente paglione dalla forma vagamente umanoide. Non può colpire coloro che ritiene la causa di ogni suo problema, ma questo sembra essere un buon surrogato. Se qualcuno avesse la sventura di incontrarla adesso, si troverebbe davanti ad una pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati. Un’espressione che definire furiosa è un complimento, mentre con rabbia infierisce sul manichino indifeso. Fortunatamente nessuno si avvicina alla stanza, e Rhea può continuare il suo allenamento.
– Allora, cosa pensi di fare? – le domanda, giocando con la forchetta.
– Darmi per dispersa – risponde tetra la ragazza
– Ma non avevamo sistemato la faccenda? Non volevi tornare? –
– Non lo so. Non credo di poter sopportare la vista di quell’arrogante, superbo, insensibile… –
– Drakan, sì ho capito – replica annoiato il ragazzo.
– Speravo che si addolcisse a stare in compagnia, ma è avvenuto quasi il contrario – sbuffa
– Cosa vorresti dire? –
– Quando lo abbiamo incontrato era scontroso, ma ho pensato che un po’ di vita sociale lo avrebbe reso più umano. Però ho capito che è impossibile, così è e così rimane. E dato che non mi piace essere trattata da mocciosa da uno come lui, non voglio tornare. D’altro canto ho anche delle responsabilità come Dragone. Non posso abbandonare i miei compagni in questo modo. Celine, Shana ed io eravamo un ottimo trio –
– Torna, non parlargli nemmeno. Torna e ignoralo, in fondo non mi è mai sembrato che a lui interessasse coltivare i rapporti con voi –
– Sì, ma che cosa gli dico? Rieccomi qui, e ridammi lo spirito? –
– Beh, schietta, diretta. Potrebbe quasi funzionare – sghignazza Atlas – Però mancherebbe il “musone” –
– No! Non mi prenderò più queste libertà. Ha chiaramente detto che sono un peso per lui. Se è così, mi rifiuto di rivolgergli la parola, se non è strettamente necessario – conclude rabbiosa.
– Non è che forse era un po’ alterato per qualche motivo? – domanda Atlas, ancora abbastanza stupito – Ok, Drakan non è il massimo in quanto a simpatia o sensibilità, ma queste cattiverie gratuite sono quasi troppo anche per lui… o forse no? –
– Forse gli è andata di traverso la colazione – sbotta Rhea sarcastica – Oppure è sceso dal letto col piede sbagliato – aggiunge sempre con lo stesso tono.
– Seriamente. Anche a te sembra troppo, altrimenti non ti saresti comportata in quella maniera –
– Non lo so, forse non ha voluto dirlo direttamente a me, perché non voleva sorbirsi i miei patemi. O forse è semplicemente un ipocrita – ipotizza, fortemente amareggiata
– Non mi sembra un ipocrita. Quello che doveva dire lo ha sempre detto. Forse non a parole così chiare, ma… –
– Forse. Atlas, sembrerà una frase fatta, ma sono confusa. Non so cosa pensare. Se davvero prova così tanto astio nei miei confronti… cioè… se decidesse che l’ho irritato troppo? – domanda preoccupata
– Non esagerare. Sì è sempre dimostrato leale, e tu lo sai. Non ti farebbe mai male. Avrebbe avuto così tante occasioni e, se decidi di ignorarlo, il problema non dovrebbe porsi – cerca di tranquillizzarla lui, ottenendo dei risultati.
– Dici che posso tornare senza rischiare la vita? – domanda lei, in tono molto più rilassato
– Certo, e secondo me gli altri saranno solo felici – i due ragazzi pagano il conto ed escono per strada.
– Questa notte posso restare qui? Vorrei evitare di incamminarmi al buio, senza Dragone e senza i miei incantesimi – si giustifica Rhea
– Certo, anzi, posso approfittarne per farti vedere il mio appartamento – propone lui, incamminandosi per la strada
– Come ti trovi qui a Kazas? –
– Bene, i ragazzi mi rispettano. I professori mi aiutano tanto, mi tengono delle lezioni private sulle cose che più mi interessano –
– Come va con le reclute? –
– Alcuni sono davvero pessimi, tengono la spada come se fosse un forcone. Altri non hanno la minima resistenza fisica. Li faccio correre per dieci minuti e sono già esausti! – si lamenta ridendo
– Debolucci, sicuro che non ti serva una mano? –
– No! Tu devi tornare a reclamare lo spirito! –
– Uffa… potrei esserti utile…– lo sguardo assassino di Atlas parla da solo – Va bene… –
– Brava! –
– Io continuo ad essere preoccupata, comunque – sottolinea lei corrucciata.
– Drakan non ti farà nulla… – replica lui, ormai stanco della discussione
– Appunto, e se anche in battaglia facesse così? Se decidesse di non aiutarmi? –
– No, sei un Dragone, per aiutarti ti aiuta –
– Secondo me – commenta Rhea – inizia a sfogliare una margherita alla: “la salvo?” “non la salvo?” – Atlas scoppia a ridere, ed anche Rhea si rende conto di cosa ha prospettato. Una scena assolutamente ridicola.
– Ti vedo molto più tranquilla, se arrivi a scherzarci sopra è un buon segno… oh eccoci! – esclama il ragazzo, aprendo la porta di casa – Benvenuta nella mia reggia – asserisce in tono ossequioso.
– Ma è così carino qui! Quanti libri… oh, il vecchio manuale di scuola: Elementi fondamentali di incantesimi – Rhea inizia a girare per casa. Armi, libri e fogli sono sparsi ovunque. Mentre delle lampade illuminano tenuemente le stanze.
– La tua camera da letto è un po’ spartana – commenta lei, osservando il letto e l’armadio. Unici mobili presenti
– Sto aspettando che mi arrivi il resto – spiega lui, tornando in salotto, e liberando il divano.
– Dove mi posso accampare? –
– Dove preferisci, domani mattina io devo tenere una lezione, quindi mi sveglierò presto. Resto io sul divano, così non ti disturbo –
– Preferirei di no. Voglio vedere com’è una tua lezione… –
– Devi tornare a Fletz –
– Lo so… ma sono curiosa, poi ti prometto che parto –
– Come vuoi, oramai sei abbastanza grande per decidere da sola –
– Questa frase l’ho sentita anche troppe volte, per i miei gusti! – ride lei, continuando a sfogliare i vari libri.
– Non hai mai pensato di tornare a casa? – domanda a bruciapelo
– No – un improvviso gelo riempie la stanza
– Però… –
– No. Non ho nessuna casa in cui tornare – replica Rhea, chiudendo il tomo e rimettendolo sulla libreria – Scusami Atlas, ma sono stanca, preferirei dormire –
– Devi parlarne, devi sfogarti – insiste
– L’ho già fatto, non ricordi? –
– Ci stai ricadendo, stai attenta –
– Oh non credo. Non arriverò di certo a quei livelli –
– Kairan mi ha scritto. Voleva sapere di te –
– Dopo quattro anni? – il sarcasmo di Rhea è fin troppo evidente
– No, in realtà mi ha scritto molto prima. Una settimana dopo la tua… partenza – specifica, iniziando a rovistare fra le varie carte che coprono il tavolo
– Come mai a me non ha scritto? –
– Sapeva che avresti cestinato tutto –
– E quindi? –
– L’ultima sua lettera mi è arrivata circa una settimana fa. Mi ha chiesto dove fossi, ed io gli ho risposto che con ogni buona probabilità ti avrebbe trovata a Fletz – continua lui, porgendogliela – Deve parlarti –
– Oh, e tu quando pensavi di dirmelo? –
– Ti ho mandato una lettera. Cioè, l’ho spedita ad Andrè, Elen e Sabina. Prima o poi sareste tornati da almeno uno di loro, e te l’avrebbero consegnata. Però alla fine sei venuta qui tu –
– Capisco, ma non ho alcuna intenzione di parlare con Kairan –
– Perché? Lui non ti ha fatto nulla! –
– Mi farebbe troppo male rivangare i bei tempi andati. Ora scusami, devo preparami per la notte – dicendo così, Rhea tronca il discorso e si dirige verso il bagno. Atlas rinuncia a qualsiasi opera di convincimento, e si limita a sdraiarsi sul divano, rimuginando su quanto sia testarda la sua amica.
La notte passa senza intoppi, e la mattina dopo Rhea parte.
– Non volevi assistere ad una mia lezione? – chiede Atlas deluso
– Scusami, ma devo partire, se resto ancora mi stabilisco qui – si giustifica
– Non essere arrabbiata con me –
– Perché, dovrei? – la vena sarcastica è percettibile
– Kairan è solo preoccupato, come lo sono io – sottolinea lui duramente
– Come hai già detto sono abbastanza grande per arrangiarmi. Non mi serve un possente uomo che mi difenda dalle insidie della vita. Dannazione, sono un Dragone. So difendermi da sola! E poi… Kairan deve badare alla sua Nerumi –
– Rhea… –
– Atlas, basta, ti prego. Non ho la forza di affrontare anche te. Adesso devo andare –
– Va bene, però continua a tenermi aggiornato su ciò che succede –
– Certo, non mancherò! – promette Rhea, salutandolo.
Il viaggio da Kazas a Fletz è tranquillo, nonostante la ragazza si senta a disagio per l’alterco avuto con Atlas
– Perché deve sempre essere tutto così complicato? – domanda a se stessa, calciando un sasso – Non poteva semplicemente ospitarmi, senza ricordarmi di Kairan, della mia fuga e di tutto il resto? Perché non ha fatto finta di nulla? Lo sa anche Atlas che Kairan mi manca. In fondo era come un fratello maggiore per me – ammette lei, tormentandosi una ciocca di capelli – Non capisco perché si debbano preoccupare per me. Soprattutto Kairan, sono passati quattro anni dall’ultima volta che ci siamo visti… adesso lui dovrebbe avere circa ventiquattro anni – conteggia rapidamente – E dovrebbe essere sposato, con qualche pargolo, probabilmente. Sì, sposato con Nerumi. Mi dispiace solo che mia sorella non sia riuscita a tenersi un ragazzo simile – commenta sarcastica. Non ricorda nemmeno il nome dell’attuale marito di Carry, in fondo lei se n’è andata a quindici anni. Carry era sposata già da due anni, ed aveva anche un bambino…
– Rhea, sei una zia! – commenta fra se l’alata, scuotendo la testa – Non voglio ricordare il passato. Ho visto mio nipote solo tre volte. Non ricordo nemmeno che faccia abbia. Basta pensarci! – si ordina, continuando a camminare verso Fletz.
– Devo solo riuscire ad evitare Kairan, farmi restituire il Dragone e parlare con Drakan il meno possibile. Nulla di più semplice – cerca di auto–convincersi, ottenendo scarsissimi risultati.
Le sue riflessioni l’accompagnano per tutta la strada, e cinque ore di viaggio sono lunghe. Ne approfitta per godersi il panorama. Boschi alla sua destra ed alla sua sinistra, una lunga strada deserta e, come rumori di sottofondo, solo il cinguettio proveniente dalle fronde.
– Sola, come al solito – mormora, prendendo il volo per velocizzare il percorso. Questo le permette di evitare inutili scontri con bestie selvatiche, non ha nemmeno i suoi pugnali con cui difendersi. Fissa il bastone che ha comprato ad Hoax, senza spirito ha perduto quasi tutti i suoi poteri.
– Come faccio a farmi ridare lo spirito? – si domanda preoccupata – Drakan vorrà collaborare, oppure mi caccerà con infamia? –
Continuando con queste domande Rhea si ritrova ben presto alle porte di Fletz.
– Un respiro profondo! Avanti, non fare la codarda. Entra! – si comanda decisa. L’ora di pranzo è passata da un pezzo, ma ovviamente il suo stomaco vuoto sta reclamando il mancato pasto.
– Beh, per riprendermi un momento posso sempre mangiare – tergiversa, entrando in una locanda. Solo dopo essersi seduta si rende conto che non ha realmente fame. È troppo agitata per esserlo. Decide quindi di andarsene al castello, cercando di scoprire dove sono finiti i suoi compagni. Arrivata quasi a destinazione, desiste. Non ha il coraggio di affrontarli.
Delusa, si siede sui gradini del Planetario.
– Ok, va bene, nulla di preoccupante, sei solo una vigliacca, come al solito… – alza lo sguardo giusto in tempo per vedere Zeph e Leonard avvicinarsi. – Oh no! Non loro, non adesso – mormora, defilandosi per un vialetto della città.
I due ragazzi non sembrano averla vista, stanno parlando fra loro
– Credo che dovrei tornare da lei, forse non avrei dovuto darle ascolto – Leonard sembra preoccupato, mentre Zeph scuote la testa
– No, hai fatto bene, è impossibile parlarle, quando si mette in testa qualcosa. Conosci Rhea, sai che è così –
– Shana e Celine si stanno preparando per andare a cercarla, spero solo che non litighino fra loro –
– Rhea litiga con tutti, quando entra in crisi – decreta Zeph, allontanandosi.
– Bene, adesso Celine e Shana hanno deciso di farsi ore di strada inutilmente! Coraggio, fifona, vai alla Rocca, recupera le tue cose e vai almeno a salutarle! – la ragazza si avvia per la seconda volta verso il palazzo, sperando di riuscire ad entrarci.
– Briciola! – una voce fin troppo conosciuta la ferma a nemmeno un paio di metri dalla porta. Dannazione, è il suo primo pensiero, quale malvagia divinità mi sta facendo tutto questo?
– Come, scusi? – proviamoci, riflette Rhea, fingendo di non riconoscere il ragazzo che le si è parato davanti.
– Rhea, sono io, Kairan! Non mi riconosci più? – l’alata boccheggia mostrandosi sorpresa, un’ottima attrice.
– Kairan, ciao! È da tanto che non ci incontriamo –
– Verissimo, quasi troppo tempo, vieni, andiamo a sederci così possiamo parlare con calma – Incastrata! Ci mancava solo la rimpatriata coi vecchi amici. Sorridendo nervosamente Rhea inizia a scuotere la testa.
– Scusami Kairan ma… ecco io devo assolutamente andare… vedi, devo parlare con una persona… – cercando di arretrare sino alla porta del palazzo, Rhea si scontra con Celine e Shana, entrambe sorprese di vederla a Fletz.
– Oggi non me ne va dritta una – borbotta la ragazza a bassa voce, mentre le sue due amiche la investono di domande.
– Dove sei stata? –
– Sei già tornata? –
– Eravamo preoccupate per te! –
– Non devi ascoltare Drakan… –
– Fatti ridare il Dragone e torna –
– Ragazze! Calma, respirate e smettetela di urlare. Vi chiedo scusa, ma ho avuto un leggero collasso, ed ho deciso di allontanarmi per una giornata. Diciamo che dovevo farmi passare… ecco a causa di Drakan… Così ho potuto riflettere su cosa voglio davvero e… –
– Scricciolo, cos’è successo? Problemi col tuo fidanzato? –
– No! Kairan, cosa vai a pensare, quel… quel… ah, lasciamo perdere che è meglio! –
– Non hai ancora messo su famiglia? – Shana e Celine vorrebbero chiedere chi è il ragazzo che ha così tanta confidenza con Rhea, ma la curiosità prende il sopravvento e si limitano ad ascoltare la conversazione.
– Non è nei miei progetti né presenti né futuri. Anzi, tu invece? Non vedo Nerumi, dov’è? –
– Nerumi? –
– Sì, la tua promessa sposa, quella che mi tormentava con le sue sfuriate gelose – specifica Rhea ironica.
– Ah, ci siamo lasciati, nemmeno due mesi dopo la tua fuga –
– Non sono fuggita… è stata una partenza strategica – ricordandosi solo ora delle amiche, Rhea si affretta a fare le presentazioni.
– Celine, Shana, vi presento Kairan, mio fratello –
– Non sono tuo fratello – protesta lui
– È come se lo fossi – commenta Rhea, accompagnando le parole con gesto della mano. Si guarda attorno ansiosa, mancano solo Zeph e Leonard all’appello. Drakan non lo conta, meno lo vede meglio sta.
– Se stai cercando Drakan, non possiamo aiutarti – la informa Shana, interpretando male l’ansia dell’amica
– È sparito come al solito, portandosi via anche il tuo Dragone. Abbiamo provato a farcelo dare, ma non ne ha voluto sapere – aggiunge Celine dispiaciuta.
– Figuratevi, sapevo che avrei dovuto affrontare Drakan, per tornare indietro. Non che la cosa mi entusiasmi, sia chiaro… –
– Rhea – continua imperterrito Kairan – Chi è questo Drakan? –
– Lasciamo perdere, stendiamo un velo… anzi una lapide su questa situazione – replica Rhea infastidita. Dopo quattro anni che non la vede, l’unica cosa che lo preoccupa è Drakan?! Uno sconosciuto nominato per caso?
– Rhea, io sono preoccupato per te, se posso fare qualcosa dimmelo – l’immagine di Kairan che affronta a muso duro Drakan la fa scoppiare a ridere. Perché quel benedetto ragazzo sta cercando una morte così rapida?
– Davvero, lascia stare. Sono questioni fra me e lui, risolverò tutto –
– Questioni di coppia? – il tono duro e un po’ sgarbato sorprende l’alata.
– Kairan, si può sapere che diavolo di prende? No! Nessuna questione di coppia con quello, non mi voglio ancora così male – assicura lei, fissandolo per la prima volta negli occhi. – Non sarai mica geloso! – strilla all’improvviso. Nessuna risposta. – Kairan, non sarai geloso, mi auguro – ripete lei, questa volta arrabbiata. Lui! Come si permette di pensare anche solo all’evenienza di... No!
– Rhea, non sei più una bambina, dovresti considerare… –
– Considerare cosa? – la nota lievemente isterica nella voce di lei fa preoccupare Shana e Celine, che stanno ascoltando in silenzio – Non ho bisogno di un uomo – scandisce cupa – Non voglio che nessun maschio si senta in diritto di dirmi cosa fare, chi frequentare e come comportarmi – il tono continua ad essere basso e leggermente stridulo. – Non voglio – sottolinea poi – che tu, tu che per me sei come un fratello, venga a dirmi di “considerare” l’idea di un qualsiasi rapporto romantico! Maledizione, mi conosci bene, lo sai! Non devo spiegarti nulla, non ho alcuna intenzione di spiegarti nulla –
– Sposami – replica brevemente lui
– Tu non stai bene – commenta Rhea, allontanandosi di qualche passo, disgustata. Non accorgendosi che anche Zeph e Leonard sono arrivati ed hanno sentito tutto. – Tu sei impazzito – rincara lei.
– No, affatto. Quella che non sta bene sei tu! Sei nelle stesse condizioni di quando te ne sei andata dalla Foresta, sei nervosa, agitata. Non vuoi davvero stare qui. Ti stai costringendo a restare. Io ti offro un’alternativa. Vieni via con me – Rhea si è improvvisamente zittita, si limita a scuotere la testa, sconvolta.
– Ascolta, io adesso devo incontrarmi con un mercante, per affari. Dammi una sera, non ti chiedo molto. Questa sera, da soli, senza tutto questo pubblico – afferma, accennando ai ragazzi che ascoltano curiosi.
– Sai che non cambierò idea – mormora lei confusa.
– Non ne sono così sicuro. Comunque ti aspetto alla locanda, per l’ora di cena –
Senza darle possibilità di replica, il ragazzo si allontana, lasciando a Rhea il gravoso compito di spiegare cosa sia successo. In quel momento sente di odiare profondamente Kairan, respira profondamente e si gira verso i suoi compagni.
– Prima che qualcuno inizi a subissarmi di domande, lasciate che vi spieghi la mia versione della storia – premette, zittendoli tutti e quattro.
– Per prima cosa, il folle che ha fatto mi ha fatto quella proposta insensata, e suppongo scherzosa, è Kairan. Lo conosco da molto tempo, anche se ho sempre pensato a lui come ad un fratello. Ha avuto una relazione con mia sorella… ma non è importante! Oltre a questo non c’è molto altro da sapere. Secondo, sono tornata perché mi mancavate, sento di non aver finito il mio compito, e voglio tornare nel gruppo. Vi chiedo scusa, immensamente, per quella sfuriata, ma… ero distrutta, non riuscivo davvero più a… e poi Drakan è così… – le parole non riescono a trovare una collocazione logica nelle frasi di Rhea, che sconsolata lascia cadere le braccia sui fianchi, in un chiaro segno di sconfitta.
– Domande? – domande ce ne sarebbero tante: “Hai una sorella? Adesso dov’è?”; “Come mai non parli mai della tua famiglia?”; “Hai intenzione di sposarti con quello?”; “Come mai sei così sconvolta?”; “Come pensi di convincere Drakan a ridarti lo spirito?” ma Rhea è troppo agitata e confusa per riuscire a spiegare decentemente qualcosa.
– Senti Rhea – inizia con calma Zeph – Che ne dici se andiamo alla Rocca? Ti riprendi dal il viaggio, mangi qualcosa e ti rilassi? –
– No, non posso, io devo trovare Drakan, farmi ridare lo spirito… –
– Sai che se Drakan è in giro, difficilmente lo troverai. Lo aspettiamo al palazzo, andiamo? – Zeph parla nello stesso tono con cui si rivolgerebbe ad un bambino di tre anni.
– Oh sì… ma Kairan… no, io non voglio vederlo ma… Ok, forse hai ragione – acconsente l’alata, stravolta. Un bagno caldo, pensa all’improvviso, un bagno caldo è quello che le serve.
Rhea si accampa così nella vasca, decisa a non uscirne per molto, moltissimo tempo. Si immerge completamente, svuotando la testa da tutti i pensieri che la affollano. I risultati di questa tentata astrazione sono miserevoli. Una risatina isterica le gorgoglia in gola, mentre ripensa ai folli accadimenti di poco prima.
Kairan che le chiede di sposarlo! Non riesce più a trattenersi e scoppia a ridere sguaiatamente. Kairan! il suo fratellone, l’ex ragazzo di sua sorella Carry, quello che la faceva giocare anche se avrebbe preferito di gran lunga infrattarsi con la maggiore di casa Aldaran.
Rhea continua a ridere, spruzzando acqua saponata su tutto il pavimento.
Sposarsi!
Che idea folle, lei! Lei che è da sempre contro a qualsiasi parvenza di rapporto di coppia!
– Diventerò di certo un’ottima casalinga – afferma sarcastica lei, cercando di calmarsi. Ma l’immagine di lei che aspetta ansiosa il rientro del marito, col pasto in tavola, è esilarante.
– Poveretto, lo avvelenerei senza volerlo, io non so cucinare bene – sospira, concedendosi per un momento di pensare a come sarebbe se… – Non voglio! Ho visto troppe volte i miei genitori litigare per nulla. Gelosi l’uno dell’altro in maniera quasi ossessiva. Dove sei andata? Cosa hai fatto? Con chi sei uscito? Erano le domande di rito in casa mia. Kairan già si dimostra geloso di Drakan, Drakan! Nemmeno se fosse l’ultimo esemplare maschio sulla faccia del mondo intero… mai! – i problemi di cuore dell’alata sono balzati in testa a tutte le altre preoccupazioni. All’improvviso farsi ridare il Dragone diventa una questione di poco conto.
– Ovvio no, mi rivede dopo quattro anni, e dico quattro anni!, e mi chiede di sposarlo – scuote la testa, ripensando alla sua vita nella foresta, alla scuola, a quando Atlas e lei facevano a gara a chi riusciva a far più danni col minor numero di ingredienti.
Quella memorabile volta in cui era riuscita a riempire Atlas di puntini giallo–oro con solo tre componenti! Indimenticabile! La madre del ragazzo non aveva più voluto che Rhea gli si avvicinasse, per almeno due mesi.
E quando se ne era vantata con Kairan? Lui le aveva detto che sono cose che non si fanno. Rhea aveva undici anni, Kairan sedici, e lei si era sentita come se fosse stata sua sorella Carry a riprenderla. Aveva messo il broncio e si era allontanata offesa.
Non ha mai pensato a lui come a… a un fidanzato. Non Kairan!
Come quella volta che aveva visto sua sorella e Kairan baciarsi! Non aveva provato gelosia o altro. Solo un po’ di schifo, insomma, chissà che cosa c’era di così piacevole nello scambiarsi saliva. Proprio non lo capiva. In compenso aveva involontariamente ottenuto un ottimo argomento con cui ricattare Carry.
Chissà che cosa è saltato in mente a quel ragazzo. Riflette lei, giocando con le bolle di sapone. Non ha intenzione di scoprirlo, decide poi, lei se ne resterà in quella vasca per almeno tre giorni di fila.
Affrontare Kairan? Gli era bastata Nerumi! Come poteva una ragazza di vent’anni essere gelosa di lei? Una quindicenne con l’acne ed un carattere che definire pessimo non è che un leggero eufemismo? Senza nemmeno rendersene conto, Rhea scuote la testa sorridendo. Non c’è nulla da fare, la gelosia è cieca, quasi come l’amore.
Cinicamente si chiede quanto Nerumi abbia pianto, dopo che Kairan l’ha lasciata.
– Se sapesse che mi ha chiesto di sposarlo… – bisbiglia poi fra sé e sé – probabilmente mi caverebbe gli occhi! Eppure mi piacerebbe vedere la sua reazione. Poi penserà sicuramente che anche quando avevo quindici anni, tramavo per avere Kairan, come se non avessi avuto altri problemi di cui occuparmi! Non che adesso sia un periodo roseo – aggiunge poi, tornando a concentrarsi sullo spirito Blu – Drakan non mi ridarà mai lo spirito, ed ha ragione, sono totalmente inaffidabile. E capricciosa, infantile… ha ragione lui! Però, se il Dragone mi ha scelta, un motivo c’è. Probabilmente non sono così pessima come crede lui, una qualche utilità l’avrò pure – borbotta Rhea, sprofondando sempre più nella vasca. Non ha nessun valido argomento a sua difesa, e di sicuro l’arrogante glielo smonterebbe in pochissimi secondi.
Drakan, il suo grosso problema.
– Non riesco a non stuzzicarlo, è troppo solitario e scorbutico per essere lasciato in pace, ed è un saputello! Un maledetto saputello. Lui dice di andare da quella, lui dice che dobbiamo fare quell’altro… è insopportabile! – ma l’alata sa benissimo che lo sta denigrando gratuitamente, senza di lui, lei, non sarebbe che una poltiglia appiccicata ai piedi di un Golem. Sospira delusa, non può scaricare le sue colpe su Drakan. Per quanto, comunque, si sia comportato come un mostro d’insensibilità e freddezza.
– Almeno hai capito di non stargli molto simpatica – si dice – non che ci volesse un genio per capirlo, ma almeno adesso sei sicura al cento per cento che la sua non è una maschera… è così e basta! Non vale a nulla aver combattuto per mesi fianco a fianco, a lui interessano solo i Dragoni e il Diario. Se può salvare fanciulle indifese lo fa anche, ma tu non sei indifesa, ed a stento potresti essere definita fanciulla – si rimprovera sarcastica – Magari, se facessi la svenevole e impedita signorina di corte gli starei più simpatica, non gli piace che una ragazza gli risponda per le rime. Ma, dato che fino a prova contraria lui è molto, molto più forte di te… ignoralo. Cerca di non infastidirlo con nessuna battutaccia, anzi, dagli sempre ragione… – Rhea scoppia a ridere. Lei è testarda tanto quando Drakan, non riuscirebbe mai a star zitta e a dargli ragione, se secondo lei sta sbagliando – La mia coscienza sta impazzendo, io sto impazzendo! Forse Kairan ha ragione, anche questa vita inizia ad andarmi stretta. Ma dubito che la vita che lui mi sta offrendo mi andrebbe meglio… anzi, andrebbe decisamente peggio –
Stufa di tutte queste elucubrazioni mentali, decide finirla di auto–commiserarsi.
– Avanti codarda! Vai a sentire che cosa di offre Kairan, e cerca di trovare lo spirito – si ordina, separandosi di malavoglia dall’acqua calda e profumata dal sapone.
Gli altri, nel frattempo, approfittano dell’assenza di Rhea per scambiarsi qualche opinione.
– È strana – afferma Leonard preoccupato – Molto più del solito – sottolinea
– Credo di poterla capire, in ventiquattro ore le è successo di tutto, non che lei non abbia dato una grossa mano al fato. L’ultima scenata che ha fatto a Drakan è stata un pelo esagerata –
– Esagerata? Forse, ma di certo anche lui non è stato tenero. Capisco che possa realmente trovarla una ragazzina infantile, ma Rhea è comunque un Dragone. Sa combattere, anche se non ai livelli di Drakan, ma mi pare che nessuno possa paragonarsi a lui – replica Shana. Il commento fa abbassare la testa ai due ragazzi, per quanto piacerebbe loro poter dire di essere abili tanto quanto Drakan, sanno che sarebbe solo una bugia – Solo perché Rhea non è ancora così compassata come lui, e scherza, a volte troppo, non può trattarla così! –
– E poi – continua Celine – cosa potrà mai saperne lui del legame fra lei e Atlas? Quell’affermazione l’ha sconvolta, molto più di tutto il resto del discorso. È stata una pessima uscita. Non capisco ancora perché se la sia presa tanto, Drakan non credo sia in grado di capire pienamente un legame di amicizia, ma è così –
– Per non parlare di Kairan, quello è stato probabilmente il colpo di grazia. Non ho mai visto Rhea così agitata e confusa –
– Beh, non è cosa da tutti i giorni ricevere profferte di matrimonio – fa notare Celine.
– No, dai, non può essere solo per quello. Rhea che si fa spaventare così tanto una proposta, fatta probabilmente per scherzo? Secondo me è perché sente l’assenza del Dragone. Oramai ci era così abituata, che senza si sente persa. Se ci pensate, lei è stata la seconda a ricevere il Dragone, subito dopo di me. Nemmeno io mi sento allegro, da quando mi hanno rubato lo Spirito – afferma Zeph convito.
– Forse è scombussolata per entrambe le cose – acconsente Shana, mediando fra le due posizioni – Comunque, come credete che farà per riavere lo spirito? Dopo quella scenata, dubito che Drakan la considererà parte della squadra –
– Già, in fondo è lui che tiene lo spirito, e noi non possiamo di certo costringerlo a fare nulla… –
– Ragazzi – interrompe Leonard – Rhea è grande, deve sapersi arrangiare. Come hai detto tu, Shana, è un Dragone, e come tale dovrà comportarsi. Ha fatto uno sbaglio, ed adesso ne paga le conseguenze. Le vogliamo bene, ma si è comportata come una bambina. Ha collassato, spero che si sia sfogata definitivamente e che la smetta di punzecchiare Drakan. Sappiamo fin troppo bene che lui è così, magari è la volta buona che Rhea si dà una calmata – le parole del ragazzo riscuotono il consenso generale. Effettivamente è ora di dare un taglio a tutti questi infantilismi.
Dopo aver terminato la discussione, i ragazzi si incamminano verso la Sala da Pranzo. Fra una cosa e l’altra si è fatta sera, e decidono che l’ora di cena è arrivata. Nel Salone principale incontrano Rhea, vestita di tutto punto per un incontro galante.
– Non avrai intenzione di accettare la proposta? – domanda sconvolto Zeph.
– Come? –
– Beh, ti sei vestita elegantemente e… –
– Zeph, l’unica cosa che ho fatto è stato un lungo bagno rilassante, e un cambio d’abito. Non mi sembra carino presentarmi ad un appuntamento conciata come se avessi appena finito di combattere contro un golem – sospira lei, sistemandosi i capelli che sistematicamente le scivolano davanti agli occhi. Non c’è nulla da fare, lei non sa acconciarsi in maniera leggermente ricercata. Quella patetica crocchia ne è la prova lampante! Irritata leva lo spillone che dovrebbe tener ferma la chioma, e la lascia scivolare sulle spalle.
– Quindi non ceni con noi? – si informa Celine
– No, mi dispiace, anche perché non ho fame… – replica lei, scuotendo la testa per sistemarsi i capelli alla meno peggio
– Un avvenimento da segnare sul calendario – afferma Zeph ridendo.
– Credo di non capire – mormora l’alata, sinceramente confusa
– Rhea, era una battuta, da quando in qua tu non hai fame? –
– Ah, oh, ho capito. Sì, divertente – commenta atona – Ora vogliate scusarmi, ma devo andare, si sta facendo tardi – saluta lei, in maniera sin troppo ossequiosa.
– Qualcuno mi spiega che cosa le è successo? Poco tempo fa, per una simile spiritosaggine mi avrebbe congelato la lingua – gli altri tre si limitano ad un’alzata di spalle.
– Magari quella è la gemella buona – propone Leonard, cercando di alleggerire l’atmosfera
– No, è la gemella seria, e questo mi spaventa. Rhea non è seria, ed ho paura che sia una specie di vulcano, pronto ad esplodere in qualsiasi momento – in quel momento Shaila raggiunge i ragazzi. Sembra che si sia svegliata da poco.
– Shaila, come stai? – domanda apprensiva Shana. Dopo essere stata gentilmente buttata fuori dalla camera della sorella, aveva continuato a passeggiare per i corridoi del palazzo, fino a quando Celine non l’aveva convinta ad andare a cercare Rhea. Per convincerla aveva detto che Shaila avrebbe comunque avuto bisogno di riposare, anche dopo essersi svegliata. Di certo, e sentire Shana così preoccupata non l’avrebbe aiutata.
– Bene, avevo solo bisogno di riposare, dov’è Drakan? –
– Drakan? Che cosa ti ha fatto? Se ti ha fatto qualcosa giuro che… –
– No, è solo colpa mia. Sai come si dice, la curiosità uccise in gatto. A me è andata di lusso – sorride Shaila, cercando di tranquillizzare la sorella – Ho solo sopravvalutato il mio dono, credevo di poter capire qualcosa di più su di lui. Ma è stato un fallimento, è troppo oscuro – spiega, non addentrandosi comunque nei dettagli. Si nota subito che è ancora scossa, nonostante tenti di ironizzare sull’accaduto – Ma ditemi, avete più ritrovato la vostra amica? – domanda, cercando di cambiare discorso. Shana vorrebbe saperne di più, ma sa bene che sarebbe inutile, sua sorella non ha alcuna voglia di parlare.
– Sì, è tornata da sola, ma… non sappiamo se voglia restare o andarsene – risponde Shana brevemente.
– È successo qualcosa di particolare, anche se non riesco a capire cosa –
– Diciamo che è successo un po’ di tutto. Dalla scenata di Rhea a Drakan, fino ad una proposta di matrimonio – accenna Zeph vago
– Drakan ha chiesto… –
– No! Figurati, ce lo vedi a fare queste cose? – ride Celine pensando al burbero ragazzo inginocchiarsi davanti a Rhea per offrirle amore eterno, e magari anche un gioiello. Impossibile!
– E allora chi? – Shaila è sorpresa e un po’ confusa
– Una vecchia conoscenza di Rhea, noi lo abbiamo incontrato solo oggi. Stasera usciranno assieme… e forse lei deciderà di accasarsi – spiega Celine, con una punta di invidia nella voce.
– Però… – mormora Zeph, con un ghigno malefico dipinto sul volto – Sarebbe interessante vedere la nostra amica impegnata in un incontro galante! – Leonard lo fissa sconvolto, fino a quando non ricorda le buone maniere di Rhea… praticamente nulle!
– Non possiamo – afferma Celine, in un tono che sembra però voler dire il contrario.
– Non ci sarebbe nulla di male se, per caso, andassimo a cenare alla locanda – fa notare Zeph in tono svagato. Shaila e Shana scuotono la testa sconsolate. Perché vogliono cacciarsi nei guai?
– Beh, di certo ci sarebbe di che divertirsi – sghignazza Leonard, pregustando chissà quale figuraccia di Rhea.
– Io ho fame! – protesta Celine, anche lei curiosa.
– Andiamo allora –
– Io non credo sia il caso, credo che… –
– Shana, andiamo, quando ci ricapiterà un’occasione simile? – replica Leonard
– No, Shaila non sta ancora bene, e non voglio di certo lasciarla sola per andare a spiare Rhea –
– In realtà io sto bene. E sarebbe un ottimo diversivo, quello di uscire dal castello. Inoltre Alexander ed Elen sono partiti per una piccola vacanza, quindi ceneremmo da soli – precisa Shaila.
– Beh, allora… direi che possiamo andare, ma Rhea non ne sarà felice –
Il primo pensiero che passa nella mente di Rhea, quando vede Kairan, è che non è cambiato per nulla. Troppo galante e tirato a lucido. Anche dei fiori?! Ma allora non sta scherzando.
– Sono felice che tu sia venuta. Questi sono per te –
– Kairan, ti supplico, evita certe smancerie. Dovresti sapere che odio queste… queste cose – mormora imbarazzata
– Già, dovrei saperlo, ma non ho resistito. Magari in quattro anni hai cambiato idea –
– Cambiare idea? In che modo? –
– Beh, immagino di non essere il primo a chiederti di uscire… – Rhea scoppia a ridere, mentre si accomoda al tavolo con… con delle candele?! Da quando Kairan è così romantico?
– Kairan, spero che Atlas ti abbia detto come ho vissuto in questi ultimi quattro anni. Se per corteggiare intendi persone che hanno cercato di ammazzarmi in maniera lenta e dolorosa… allora sì, ho avuto un sacco di spasimanti. Se invece intendi questo – e con un gesto abbastanza chiaro indica il tavolo e i fiori – No, nessuno ha avuto tanto coraggio –
– Credevo che Atlas esagerasse, quando parlava di pericoli e scontri – mormora Kairan preoccupato
– Oh, credo che un Golem di Bronzo non sia una sciocchezza da nulla. In effetti, se quella volta non fosse intervenuto Drakan, io non sarei qui a parlare con te – replica Rhea in tono leggero, dando nel frattempo un’occhiata alla lista dei piatti. Non nota, quindi, lo sguardo gelido del suo accompagnatore, al nome del tanto odiato Drakan.
– Non è una vita rischiosa? –
– Di certo non è una passeggiata, ma non l’ho scelto io – replica lei, guardandosi attorno
– E quand’è che hai imparato a combattere? – domanda Kairan, cercando di scoprire qualcosa sulla vita di Rhea
– Sul campo, ovviamente. L’unico modo per imparare seriamente a lottare, è sapere che se non farai bene, ci rimetterai la pelle. Questa consapevolezza può far miracoli sai? Soprattutto sulla resistenza e sull’allenamento individuale. Si cerca di passare ogni momento libero con le armi in mano. Ma non parliamo di questo, piuttosto, tu come stai? –
– Bene, ho preso in gestione il negozio di mio padre, anche se è un po’ complicato, me la sto cavando bene –
– Hai solo ventiquattro anni, e sei già un uomo d’affari! –
– Direi di no, dato che vengo controllato da mio padre per ogni cosa che faccio –
– Kairan, attento a quello che fai! No, non si fa così – borbotta Rhea, imitando il tono del padre del ragazzo
– Uguale, esattamente così – ride Kairan, ordinando la cena. Rhea non si accorge che nel locale sono entrati anche i suoi compagni, è troppo occupata a ridere. In fondo, contro ogni aspettativa, si sta divertendo.
– Ricordi quella volta che Carry mi voleva uccidere perché le avevo usato tutti i trucchi per colorare le pareti della camera? Accidenti se si era arrabbiata! È che mi sembravano così tristi, tutte bianche, ho pensato di disegnarci qualcosa – si giustifica, ripensando a tutte le litigate avuto con la sorella per futili motivi. Trucchi, vestiti… ah, era una peste sin da bambina.
– Oh, sì, ricordo bene, dato che mi avete tirato in mezzo. Tu ti sei nascosta dietro di me, implorandomi di salvarti dalle ire di Carry – la risata si dissolve lentamente, lasciando un imbarazzante silenzio ad aleggiare su di loro.
– I bei vecchi tempi – commenta Rhea, facendo vorticare il vino nel calice, prima di portarlo alle labbra – Pensi di tornare nella foresta, domani? – domanda, dopo aver bevuto un sorso.
– Mi piacerebbe che venissi anche tu – confida lui, per nulla intenzionato a lasciar perdere.
– Accidenti, sei tenace, non ti è bastato avere a che fare con una Aldaran? – domanda sarcastica lei
– Seriamente Rhea, io… –
– Non ho alcuna intenzione di tornare indietro, ho chiuso quella porta molto tempo fa – lo interrompe lei, gelida.
– Non devi tornare a casa tua, non devi rivedere i tuoi genitori –
– Li incontrerei ugualmente – mormora lei pensierosa – e non ne ho alcuna intenzione. Ho fatto la mia scelta a quindici anni. Mi sono promessa che non avrei rimesso piedi in quella casa, per nessuna ragione. I miei genitori si sono sposati sull’onda della passione, e dopo pochi anni era già tutto finito. Tornare e vederli tenersi il muso per mesi, per una sciocchezza quale “Hai messo troppo sale sulla carne” mi farebbe impazzire definitivamente – spiega lei cupa – Questo dovrebbe anche farti capire perché non ho alcuna intenzione di prendere in considerazione ciò che mi ha detto. Non capisco come ti sia venuta in mente una cosa simile, spiegamelo – domanda poi, con una nota malvagia nella voce.
– Vuoi sapere perché ti ho chiesto di sposarmi? –
– Mi sembra una domanda legittima – replica lei, poggiando i gomiti sul tavolo, il mento sui dorsi delle mani, e guardandolo negli occhi – Illuminami –
– Da quando sei diventata così sarcastica? –
– Non sviare il discorso, Kairan, magari se mi dai una spiegazione potrei anche pensare seriamente alla proposta – sussurra in tono mellifluo. Bastardaggine, il tuo nome è Rhea! Pensa fra sé, mentre Kairan si morde il labbro, alla ricerca di una spiegazione.
– Non lo sai nemmeno tu? Proviamo con qualcosa di più semplice, che cosa ti piace della sottoscritta? Oramai sono più di quattro anni che non ci vediamo, e in quattro anni si può cambiare molto. È solo l’aspetto fisico? – le insinuazioni di Rhea si fanno sempre più ambigue e pesanti. Senza rendersene conto, la ragazza sta sfogando la sua frustrazione sul poveretto che le siede di fronte.
– No, se fosse solo per quello, Rhea, potrei avere donne molto più attraenti di te. Sei tu, la bambina che aveva paura degli animali della foresta, che aveva bisogno di aiuto nei compiti a casa, e che combinava pasticci l’uno dietro l’altro. Però noto che non sono io il problema, non adesso. A chi stai pensando? A Drakan? –
– Complimenti, sei bravissimo a cambiare argomento – commenta Rhea acida – Comunque sì, sto pensando a lui, e a cosa dovrò inventarmi per riavere il Dragone. Sto pensando alla prossima battaglia che ci aspetta. Sto pensando che tu sei un folle, attaccato al ricordo di una mocciosa di dodici anni, e non vedi che sono cresciuta. Che sono cambiata! Che non è rimasto nulla della Rhea che conoscevi, eppure vuoi avermi come moglie. Dici che non è per l’aspetto fisico, e va bene. Dici che è per come ero, ero appunto. Non sono più quella che ricordi. Non capisco che cosa ti spinga a volermi al tuo fianco, dato che non mi conosci. Anzi, vorresti che tornassi la bambina di quasi otto anni fa! – Rhea è calma, benché se le parole non lo siano altrettanto.
– No, no, non voglio che tu torni ad essere quella bambina. Cosa credi? Atlas mi ha parlato di te, nelle sue lettere. E so che adesso sei cambiata. Sarebbe da idioti non essersene accorti, non credi? Eppure, dal ritratto che emerge da tutte le lettere che mi ha mandato, è di una donna forte e decisa. Un po’ pazza e sensibile, nonostante tutto. Non è forse così? – domanda lui, estraendo dalla borsa un pacco di carte – Leggi pure, fatti un’idea di chi mi sono innamorato in questi mesi, e ringrazia Atlas di questo –
– Allora sai benissimo chi è Drakan, e Zeph, e Leonard, Celine, Shana… – mormora sconvolta. Come ha fatto a non pensarci? È ovvio che Altas, scrivendogli, gli abbia rivelato tutto su di loro, nomi compresi!
– Certamente, e Drakan non mi sta simpatico, per nulla. Ma volevo avere la certezza che non ci fosse nulla fra voi – commenta lui, lasciandosi ricadere pesantemente sullo schienale della sedie, mentre Rhea legge le lettere, saltando da un passo all’altro.
– Tu mi stai dicendo che mi hai cercata con l’intenzione di… –
– Sì, esattamente. Sono un folle? Forse, ma dammi una possibilità –
– Non posso – replica lei, sfogliando la fitta corrispondenza fra Kairan e Atlas – Io sono un Dragone, non ho tempo di sposarmi, innamorarmi o altro. Ho una missione – ed in quel momento le sembra di assomigliare troppo a Drakan. È proprio vero che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, riflette fra sé e sé. Eppure le fa comodo come scusa. Non si accorge di essere osservata dagli amici, e nemmeno che Drakan, al quale probabilmente stanno fischiando le orecchie da tutto il pomeriggio, è appena entrato nel locale.
Ma Drakan vede tutti, e sta per uscire dal locale in tutta fretta, quando lo spirito Blu decide di tornare dalla sua padrona. Schizza fuori dalla tasca e aleggia fino a Rhea.
– Quello cos’è? – domanda Kairan, guardando la sfera brillare e ricadere sul tavolo. Rhea non risponde, ma si guarda attorno, e finalmente si accorge di quanta gente sia intorno a lei. Lancia un’occhiata gelida verso Zeph, ed una di terrore verso Drakan. – Rhea? Stai bene? – l’alato è preoccupato. Lei è impallidita all’improvviso, e sta fissando un uomo alto, tutto vestito di nero e dallo sguardo minaccioso. Drakan, ovviamente.
Senza pensarci le prende le mani, per attirare la sua attenzione. Mossa sbagliata, dato che si divincola come se si fosse ustionata.
– No! Kairan io… io non mi sento bene… devo uscire… Subito! – ansima angosciata. Troppa gente, troppi curiosi, troppi! Afferra lo spirito e si alza, rovesciando la sedia sul pavimento.
– Calmati, mi fai paura – afferma lui, alzandosi a sua volta – Adesso usciamo, stai tranquilla – le dice, sorridendo ai curiosi avventori che li stanno osservando con interesse. – Ehi, dov’è finito tutto il tuo coraggio? – le bisbiglia poi, mentre si avvicina a Drakan, ancora fermo sulla soglia.
– Affondato, perso, svanito, rubato, volatilizzato – risponde lei
– Ti sei dimenticata “morto ammazzato” – sorride Kairan
– Oh, sì, hai ragione. La stessa fine della voglia di studiare – ricorda lei, accennando a tutti quei pomeriggi persi a giocare, invece che ripassare le lezioni.
– Esattamente, hai buona memoria, mia cara – nel mentre lascia i soldi sul bancone, dicendo all’oste di tenersi pure il resto.
– Se fosse davvero così buona, ricorderei dove ho messo la mia faccia tosta – mormora, prima di lanciarsi fuori dalla porta ignorando apertamente Drakan. Il quale è incuriosito dalla situazione. Non perché Rhea è tornata dalla Rocca Bianca e sta cenando con un perfetto sconosciuto, e nemmeno perché Zeph, Leonard e le tre ragazze li stanno spiando! Queste sono cose che incuriosirebbero tutti tranne lui. Quello che gli interessa realmente è sapere se Rhea ha intenzione di tenersi il Dragone, e tornare quindi a tormentarlo. Lo spirito l’ha scelta di nuovo. Per quanto a Drakan la cosa non faccia piacere, beh, concediamole che a volte può essere involontariamente comica…
– Credo che dovrò abituarmi alla sua presenza – mormora fra se il ragazzo, scuotendo la testa esasperato, esce dal locale per andare a parlare con l’alata. Anche Celine, Shana e Shaila si affrettano a seguire la ragazza, tallonate dagli altri due.
Nel frattempo la fuggitiva sta meditando di tornare da Atlas e impedirgli di spedire lettere a chiunque.
– Quel ragazzo dispone di una dialettica pericolosa – sussurra fra sé e sé – Renditi conto che è riuscito a convincere Kairan che sei la donna della sua vita! Basta, la prossima volta che lo vedo con una penna in mano gli spezzo le dita, una ad una – minaccia poi, mentre Kairan fatica a starle dietro senza correre.
– Rhea! – la richiama imperioso Drakan.
– Fantastico – mugugna lei, fermandosi – Cosa desideri? – domanda il più cortesemente possibile
– Che tu mi ridia lo spirito, o torni nel gruppo senza fare tante storie – le risponde, avvicinandosi con tutta calma. Dietro di lui, a debita distanza ci sono gli altri cinque
– Che tu mi sposi! – si intromette Kairan, mormorando
– No! Non ti sposo – strilla Rhea esasperata
– Quando, di preciso, avrei chiesto una cosa così masochistica e stupida? – si informa Drakan stupito, inclinando leggermente la testa.
– Non tu, lui – ribatte Rhea. Drakan squadra l’alato, per poi concedersi una piccola battuta sarcastica
– Certo che ti vuoi davvero molto male. Rispondimi – incalza poi, rivolgendosi nuovamente a Rhea – Hai lo Spirito, voglio sapere adesso che cosa hai intenzione di fare. Vuoi ridarmelo e fingere di non averlo mai trovato? Oppure preferisci tornare a combattere? – il tono sembra molto più dolce del normale.
– Beh, io… –
– Rhea, no! Riflettici, è una vita pericolosa, stressante, piena di ostacoli e difficile –
– Non che il matrimonio sia meglio – replica la ragazza, fulminandolo – Sei insistente, Kairan, e non riesco a capire tutta questa voglia di avermi accanto. Io sono sempre io, non credere che la Rhea che conoscevi sia scomparsa. Quello che ti ha scritto Atlas… non credere a tutto quello che dice. Io non sarò mai né forte né decisa, come non sono sensibile. Non su queste questioni, e tu lo sai! Kairan, tu mi conosci meglio di tutti, meglio di Atlas, meglio di Shana e Celine, o di Leonard e Zeph. Non ho bisogno di spiegarti perché non accetto la tua proposta – Rhea ha una gran voglia di piangere, è frustrata da tanta insistenza.
– Non sei la stessa! Rhea, sei cambiata, forse in meglio, forse in peggio, ma sei cambiata. Tanto! Guardati! Ti stai costringendo a restare qui, tu hai paura di Drakan, una paura folle. Non saresti mai tornata indietro, non la Rhea che ho conosciuto io. Altrimenti ti avrei rivisto nella foresta –
– Non ho così paura di lui – sottolinea Rhea
– Sì, mi basta vedere come lo osservi, anche adesso che ti sono di fronte. Tu stai fissando lui! È paura? O e qualcos’altro? Amore? – insinua lui, sperando di spronarla ad una reazione. Che sfortunatamente per lui è quella che proprio non si aspettava.
– Oh sì hai fatto centro – replica Rhea, seria. Si volta verso Drakan e gli si avvicina. – Drakan, hai scoperto tutto. Io ti amo alla follia, sei il primo pensiero quando mi sveglio, l’ultimo di quando vado a dormire. Sono gelosa di tutte le ragazze che ti parlano, e sapere che ti sono più che indifferente mi fa male al cuore. Ti prego, smettila di farmi soffrire così! Non posso sopportarlo per molto! Scappiamo e sposiamoci in qualche landa sperduta e desolata! – ora è Drakan ad essere preoccupato.
Rhea è troppo seria, e troppo vicina, per scherzare. Quando poi la ragazza fa un passo avanti, con tutte le intenzioni di abbracciarlo, lui non sa come comportarsi.
Cioè, lo saprebbe fin troppo bene. Prendere la ragazza e spostarla di qualche metro, in maniera non propriamente carina e cortese. Non sa bene cosa lo trattenga dal fare ciò, forse un insano istinto di pietà nei confronti di Rhea, oramai totalmente impazzita?
– Sei sicura di stare bene? – le domanda Drakan sospettoso, fermandola per le braccia e scrutandone il volto. Impassibile, l’espressione dell’alata è una maschera indecifrabile. Come un automa gli si avvicina di un passo ancora, ignorando volutamente quanto questo sia pericoloso.
Gli astanti sono sconvolti da queste rivelazioni dell’ultimo minuto. L’unica che resta calma è Shaila. In fondo lei sente le emozioni reali delle persone, non può essere ingannata in alcun modo.
– È questo che vuoi sentirmi dire? – chiede improvvisamente l’alata rivolta a Kairan, interrompendo la recita e allontanandosi da Drakan – Questo è quello che speri? Imperituro amore e tanti marmocchi? – Rhea è improvvisamente diventata gelida e sarcastica. Mai si era comportata così davanti ai ragazzi. Kairan, però, ci è abituato.
– Inizio a riconoscerti, è vero, non sei cambiata poi così tanto –
– Vedi, mio adorato, – replica lei melliflua – Io non sono Carry, non ho alcuna intenzione di diventare come lei. E poi – aggiunge gelidamente – non è colpa mia se ti ha lasciato per un altro. Sei tu che non sei riuscito a tenertela. Stai cercando di compensare? Non puoi avere lei, e quindi ti accontenti di me? Sempre di un’Aldaran si tratta! –
– Sei paranoica, perché devi sempre pensare… –
– Perché finora non ho mai sbagliato. C’è sempre un doppio fine, in tutto. Persino lui – dice indicando Drakan – sta cercando di farsi ridare il Dragone, usando un tono molto meno duro del solito. Se non avessi quella pietra in tasca, credi che mi avrebbe lasciata avvicinare così tanto? E tu Kairan vuoi dirmi che al mondo siamo tutti buoni e bravi? Vuoi far ingelosire Nerumi? Vuoi far star male mia sorella, per dimostrarle che tu puoi ancora starmi accanto, e lei no? – la rabbia rende Rhea sorda a qualsiasi risposta del ragazzo, e continua imperterrita – Cosa vuoi da me? Una compagna? Una madre per i tuoi figli? Una casalinga? Kairan, ho solo diciotto anni, credi davvero che voglia sposarmi? –
– Il mese prossimo ne compirai diciannove – precisa Kairan, rendendosi conto che Rhea non starebbe mai ad ascoltare la sua replica. Rhea è spiazzata dalla risposta.
– Tu sai sempre come zittirmi, è fastidioso – commenta acidamente – ma se credi di potermi confondere con questo vecchio trucco di sbagli! – ringhia lei, dirigendosi a grandi passi verso il Palazzo.
– Ah, prima che me ne dimentichi… Drakan, il dragone lo tengo, torno nel gruppo e non ti rivolgerò la parola, se non sarà strettamente necessario. Va bene? – domanda tagliente lei, e senza aspettare riprende a camminare, infuriata. Drakan sbuffa annoiato, tutte queste scenate inutili! Gli altri si affrettano a disperdersi, troppo imbarazzati per restare ancora lì.
– Drakan, scusa, posso parlarti? – il tono cortesemente gelido di Kairan blocca il ragazzo proprio mentre sta per incamminarsi fuori, verso la foresta. La tentazione di far finta di non aver sentito è tanta, ma… – Credo che dovresti parlarle – aggiunge l’alato.
– Io?! – domanda sinceramente stupito
– Sì, sì, tu. Hai molta, forse troppa, influenza su di lei – spiega semplicemente Kairan.
– Solo perché si comporta come una sciroccata, quando sono nei paraggi? No, quello è normale – afferma lui, voltandosi per andarsene
– Rhea è un vulcano pronto ad esplodere, e credo che tu sia uno dei pochi, se non l’unico, a poterle stare vicino senza farti male –
– Ho già dato, non ho intenzione di ripetermi – sibila in risposta – Se lei è una mocciosa emotiva, io non so cosa farci –
– Non ti interessa proprio di lei –
– Dovrebbe? –
– Più che altro, dovrebbe interessarti il fatto che i tuoi preziosi Dragoni non ti piantino in asso – insinua maligno Kairan
– Questi sono affari in cui faresti meglio a non impicciarti – lo avvisa Drakan
– Brucia, vero? Lei non ha paura di te, altrimenti non ti risponderebbe così. E non ha la minima intenzione di piegarsi, lo sai vero? Continuerete a scontrarvi, ed ogni scontro sarà sempre peggio. Ma Rhea non regge bene le pressioni. Non ce la fa, e scappa. Ti è andata bene, perché questa volta ti ha riconsegnato quella pietra. Ma la prossima? –
– Posso sempre riprendermela da me, la pietra – sottolinea Drakan con indifferenza.
– Ti do un consiglio, anche se so benissimo che non lo seguirai. Non metterla sotto pressione, lasciala in pace, se non vuoi che esploda –
– Ti ho già detto che non mi interessa cosa potrebbe fare – replica lui allontanandosi e troncando il discorso.
Mentre i due ragazzi hanno questa costruttiva chiacchierata, Rhea si è rifugiata sulla terrazza del Palazzo, decisa a non rivolgere parola ad anima viva o morta. Chiusa nel suo mutismo, troppo occupata a pensare a terribili punizioni per praticamente tutti quelli che conosce, non si accorge che Shaila l’ha raggiunta.
– Ti chiedo scusa – inizia lei – siamo stati indelicati. La curiosità ha preso il sopravvento sul buon senso –
– Vuoi che ti dica sinceramente quello che penso? – replica gelida Rhea – No, non è necessario. Sai benissimo che cosa provo, in questo momento. Quindi, te lo chiedo gentilmente, lasciami in pace. Ora come ora non è il momento per intavolare una civile conversazione –
– Non siamo noi il problema, vero? – domanda Shaila, per nulla intenzionata a lasciarla stare. Ci sono cose che deve chiarire, e, se non ha avuto paura di Drakan, non ne avrà certo di Rhea
– Oh no, non attribuitevi l’importanza che non avete – commenta tagliente – voi siete solo una minima parte della questione. Kairan è una buona percentuale. Ma è questa dannata pietra la parte più grande del problema – sibila, stringendo lo Spirito con rabbia
– Drakan? – azzarda Shaila
– Oh, lui ha un posto speciale nel mio cuore. Lui è IL mio problema. Infinitamente più complicato dello spirito, di Kairan, di voi –
– Eppure ti ha salvato la vita –
– No, non l’ha salvata a me. L’ha salvata al Dragone – precisa inviperita
– Nonostante ciò, prima, quando hai fatto per abbracciarlo ho sentito… –
– Oh no, no Shaila, lascia stare. Se vuoi un consiglio, dimentica tutto quello che t’è parso di aver sentito. Non mi interessa sapere cosa prova lui –
– In realtà io mi riferivo a te – commenta sibillina lei
– A me? E cosa avresti sentito? – domanda curiosa Rhea
– Attrazione – risponde semplicemente la ragazza
– Shaila, credimi, non sono ancora così disperata – ride l’alata
– Puoi mentire a me, a mia sorella, ai tuoi amici, a lui… ma evita di mentire anche a te stessa – le consiglia Shaila pacata
– Ok, ammetto senza problemi che è un bel ragazzo. Mai detto il contrario, ma con quel carattere… dai! –
– Non è solo attrazione fisica, anche se tu continui a negarlo – Rhea si irrigidisce immediatamente e replica glaciale
– Forse, Shaila, ho degli ottimi motivi per comportarmi così, non credi? Forse io sto solo cercando di farmi passare una stupida cotta adolescenziale che non ha alcun futuro. Forse, non voglio pensarci perché ci sto male. Forse sto solo cercando di proteggere me stessa dall’ennesimo errore. Perché sono impulsiva e sciocca. Perché ho un ragazzo che mi sta portando su un piatto d’argento, ma io non lo voglio. Io non voglio essere servita e riverita. Non voglio un uomo innamorato, io ho paura di un uomo innamorato. Perché quando lui non mi amerà più, e sicuramente accadrà, come andrà a finire? – la domanda retorica di Rhea non vuole risposte. Tutto il suo discorso non vuole risposte.
– Allora avevo ragione – afferma la ragazza – il vero problema è l’attrazione che provi per lui. Ma, per quale motivo ti sei… –
– No! Non è di certo innamoramento. È qualcosa di molto, molto più superficiale. Infatuazione, credo –
– Non… –
– Senti Shaila, credo che questi siano affari miei, e di certo non ho intenzione di parlarne con te. Vai pure a dormire, si è fatto tardi – tronca Rhea, che non ha alcuna intenzione di disquisire sui suoi sentimenti per Drakan con una sconosciuta. Shaila non prova nemmeno ad insistere. L’alata si è chiusa a riccio, e non ha più intenzione di dire una parola sulla questione.
– Va bene, scusami se sono stata indiscreta, non era nelle mie intenzioni. Buona notte Rhea –
– Buona notte – replica la ragazza, restando da sola. Si porta le ginocchia al petto, e inizia a riflettere. Le sembra di giocare a domino, ogni problema ne tocca uno più grande. Kairan che torna, le chiede di sposarla, lei che rifiuta ed inevitabilmente pensa a Drakan, che le fa ricordare la sua vita nella foresta, i suoi genitori… Shigure… Stizzita batte un pugno sulla panchina su cui è seduta. L’odioso Shigure, quello che ha deciso di rovinarle la vita. Ok, forse lui non ne era poi così consapevole… Stupidaggini! Lo sapeva benissimo invece. Tornare e cercare di convincere sua madre a lasciare la propria famiglia per lui. Quante litigate aveva scatenato quella visita, ripensa l’alata. Vedere i suoi genitori scannarsi come lupi inferociti l’aveva fatta riflettere su quanto fosse fragile quella cosa chiamata “amore”.
– Basta la gelosia per distruggere tutto. Una visita, ed ecco che l’adorabile coppietta scoppia, con recriminazioni assurde e tragicomiche scenate – commenta acida fra se. Si ricorda bene di quando sua madre aveva minacciato di andarsene di casa, lasciando tutto e tutti. Gran bell’egoista! Era l’unica cosa che Rhea, allora tredicenne, aveva pensato. D’altronde erano diversi anni che sentiva i suoi genitori discutere nel cuore della notte. Quella non era di certo stata una novità, per lei. In cuor suo aveva sperato che sua madre se ne andasse davvero. Per lo meno avrebbe potuto dormire in pace. Sua sorella Carry si era appena sposata, e non viveva più con loro. A lei, Rhea, riservava un atteggiamento di gelida conoscenza. Aveva deciso di abbandonarla in quella gabbia di matti? Perfetto, che non pretendesse di essere portata su di un piatto d’argento. Ci pensava già suo marito, a quello! Però sua madre non se ne era andata, anzi, dopo quella sfuriata le cose sembrarono prendere una piega diversa. Si era sulla via della riconciliazione, e per i due anni successivi fu un continuo miglioramento. Finché Shigure non decise di tornare, e quel giorno, Rhea, era scappata di casa. Ricominciare da capo? Nemmeno per sogno! Si era rifugiata a Kadessa, decisa a vivere e lavorare lì. Quindici anni sono pochi, ma non troppo pochi per poter diventare indipendenti. I suoi genitori non cercarono nemmeno di contattarla, avevano troppi problemi per preoccuparsi anche della figlia ribelle.
– Il mio triste passato – mormora Rhea ironica – la povera bambina sfortunata… forse è per questo non ho mai detto nulla a nessuno. Non mi interessa la pietà degli altri. Meglio che mi credano una sciocca casinista, che una complessata cinica. Rende tutto molto, molto più facile. Se non ci fosse di mezzo anche Drakan, sarebbe splendido – riflette poi. I suoi grattacapi continuano a susseguirsi, ostinati ed ossessivi. Drakan, Kairan, Shigure. Un girotondo odioso.
– Gli uomini! Sono loro la causa di tutti i miei mali – rabbiosa congela la terra ai suoi piedi. In questo momento, probabilmente, arriverebbe ad uccidere uno dei tre… forse non Drakan, non vuole morire così giovane. Andare a prendersi una cotta per il classico lupo solitario. Quello che non alzerebbe un braccio per salvarti, se non gli fossi utile. Gran belle scelte, davvero! Perché non innamorarsi direttamente del cattivone di turno? Magari Mikahil si dimostra più comprensivo e tenero… Rhea scoppia a ridere, ma è una risata amara. Continua a pensare e ripensare, ed ancora non trova un motivo valido per giustificare la sua attrazione per il compagno d’armi. Che sia un bel ragazzo, non c’è dubbio. Che sia altrettanto scostante e scorbutico pure. Allora perché, perché mai?
– Dai che lo sai – si riprendere laconica – Rhea, sei una bugiarda patentata, pure a te stessa menti? Lo sai benissimo il perché, se poi non vuoi ammetterlo... che ne dici? Parliamoci chiaro, ragazza mia, è proprio perché ti tratta in quella maniera che puoi permetterti questa cottarella. Tanto non verrà mai ricambiata, non c’è alcun rischio per te. Non fraintenderà mai qualche tuo gesto, perché lui è totalmente assorbito dalla sua causa! Quindi tranquilla, continua pure a fantasticare su quel principe azzurro che non esiste. Vuoi stare da sola, ma non sei ancora riuscita a strozzare quella vena romantica che, nonostante tutto, c’è nella tua complicata persona – per nulla stanca, nonostante la mezzanotte sia passata da un pezzo, Rhea continua a rimuginare. Oramai torna sempre sugli stessi pensieri, saltellando scoordinatamente da Kairan a Drakan, da Drakan a Shigure e di nuovo Kairan. Non si accorge che ormai è l’alba, e non guarda la magnifica nascita del sole sul mare. Resta persa nei suoi pensieri, fino a quando una giovane ragazza non la chiama, per consegnarle una lettera.
Di Kairan.
Svogliatamente Rhea legge quelle quattro facciate, scritte fitte fitte. Il succo è che lui la aspetterà, che non ha intenzione di demordere, che le scriverà costantemente, eccetera, eccetera, eccetera…
– Sì, certo. Mi aspetterà per sempre! Come no, gli concedo due… no dai, tre, tre mesi, dopo di ché si dimenticherà della sottoscritta. Vuole continuare a scrivermi? Che lo faccia, se la cosa gli fa così tanto piacere. Magari, se ne ho voglia, gli risponderò – commenta sarcastica fra sé e sé, poggiando distrattamente i fogli sulla panchina. È stufa di pensare, di riflettere su questione che tanto non si risolveranno. Sente il bisogno di fare qualcosa. Una passeggiata, un combattimento… allenamento! Ecco, una bella e salutare sudata, scaricare i nervi a suon di fendenti e affondi nel vuoto.
Rhea si dirige quindi verso la palestra del palazzo, passando prima in camera sua per recuperare la spada. Ne osserva la lama, oramai piena di tacche e graffi. Sicuramente ha un aspetto vissuto. Caccia in malomodo la lettera di Kairan nello zaino, ed esce a passo spedito dalla stanza. Non si preoccupa di dove siano gli altri, non è ancora abbastanza calma per affrontarli. La palestra è vuota, solo dei manichini e delle armi usurate le fanno compagnia, mentre si sfoga su di un innocente paglione dalla forma vagamente umanoide. Non può colpire coloro che ritiene la causa di ogni suo problema, ma questo sembra essere un buon surrogato. Se qualcuno avesse la sventura di incontrarla adesso, si troverebbe davanti ad una pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati. Un’espressione che definire furiosa è un complimento, mentre con rabbia infierisce sul manichino indifeso. Fortunatamente nessuno si avvicina alla stanza, e Rhea può continuare il suo allenamento.
Rhea
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
Il mattino seguente la luce del sole che entra dalla finestra della camera degli ospiti, sveglia Zeph che stiracchiandosi e guardandosi attorno nota Leonard intento a coprirsi la faccia col cuscino, infastidito dalla luce improvvisa. Zeph gli tira il suo
– Svegliati pigrone! – e guardando verso il letto ovviamente vuoto di Drakan continua
– ...Abbiamo un impegno oggi...lo abbiamo promesso alle ragazze...ricordi? – Leonard si alza e rimane seduto sul letto, gli ritira il cuscino e ancora assonnato risponde
– Si...si...mi ricordo...le ragazze saranno già sveglie? – Zeph in risposta
– Non so dobbiamo andare a vedere nella loro camera, se non lo sono le svegliamo noi... – Leonard annuisce e i due ragazzi si preparano velocemente per uscire dalla stanza. Bussano alla porta della camera vicina, nessuno risponde, immaginano dunque che le ragazze siano già a colazione e si dirigono verso la sala da pranzo. a pochi metri dalla soglia notano Drakan che scende le scalette che conducono verso la terrazza sul mare, si guardano e un po' imbarazzati lo salutano in maniera impacciata. Drakan ricambia alzando la mano ed entra nella sala seguito dai compagni. Le due ragazze, già intente a cibarsi, salutano i ragazzi mentre Zeph lancia un'occhiata prima a Shana e in seguito a Drakan che non può vederlo essendogli davanti. Torna con lo sguardo su Shana che ricambia con un cenno del capo, spostando lo sguardo su Drakan, Celine e Leonard fanno lo stesso, i tre ragazzi si siedono al tavolo e iniziano la colazione. Il silenzio imbarazzato regna per qualche lunghissimo istante e tutti gli occhi, eccetto quelli di Drakan intento a spalmare della marmellata su una fetta di pane, sono fissati su di lui e Shana. Drakan si accorge dell'insolito silenzio ed alza lo sguardo, incrociando quello dei ragazzi che lo stanno fissando
– Cosa c'é? Perché mi guardate in quella maniera? Come mai così silenziosi? Non é da voi...di solito sembrate delle vecchie babe già di prima mattina...sputate il rospo – I ragazzi presi alla sprovvista iniziano a bofonchiare, emettendo suoni e versetti senza senso, quando Shana finalmente esordisce, con la voce un po' tremante e cercando di pronunciare una frase lineare, il più simile possibile a quella che si é ripetuta decine e decine di volte nella sua testa, attendendo Drakan fino a quel momento
– Ecco... Drakan... noi tutti vorremmo chiederti qualcosa...cioè dirti cosa pensiamo del tuo atteggiamento e comunicarti che, come avrai notato, non ci piace! – una volta pronunciata la frase, cercando di mantenere un tono di voce stabile e forte, le sembra che non abbia sortito l'effetto voluto, visto che l'agitazione le ha fatto pronunciare le parole in un ordine diverso da quello voluto inizialmente. Drakan osserva la ragazza in silenzio, morde una fetta di pane e masticando sposta lo sguardo sugli altri tre presenti che spostano lo sguardo su Shana. L'uomo continua a masticare, una volta deglutito il boccone si schiarisce la gola e risponde
– Immagino che avete pianificato questa cosa tutti insieme, avete delle facce che rendono l'idea... da questo punto di vista Rhea potrebbe insegnarvi qualcosa – Celine interviene
– Si esatto, vogliamo parlarti anche di Rhea e di come l'hai trattata! –
– Come preferite... ma fate alla svelta. Odio perdere tempo in chiacchiere – é la risposta di Drakan
– Ti senti? E' proprio questo il problema, quel tuo tono e quel tuo modo di fare da sbruffone! – esclama Zeph
– Lungi da me dare questa impressione. Semplicemente sono così e non intendo usare altri toni, sarebbe da falsi porsi alle altre persone mascherando la propria vera personalità – Leonard anticipa Zeph ed esclama
– Ma siamo un gruppo! Con una missione comune e dovremmo cercare di essere tutti amici! – Drakan che inizia a stufarsi pur essendo la conversazione appena iniziata continua
– Permettimi di dissentire... io non ho amici e non ne voglio, per me voi siete semplici compagni d'armi di cui, però, non posso ancora fidarmi. Quello che voglio che capiate é che questo non é un gioco, qui stiamo rischiando la pelle e non solo la nostra. Finche non ve lo metterete in testa continuerò a trattarvi come mocciosi –
– Beh allora dovresti andartene e darci lo spirito di dragone di Rhea, se é quello che pensi di noi, cosa ci stai a fare? – gli urla addosso Shana inviperita, parlando a nome di tutti
– Come ho già detto in passato voi siete dragoni e dobbiamo stare uniti. Inoltre non abbiamo tempo da perdere in continue deviazioni tipo principessine viziate da salvare o cose del genere, se poi non vi tengo d'occhio dove andremo a finire? C’è già mancato poco che andaste a cercare quel dislessico di un gigante, così grande e grosso è ancora in grado di perdersi! – Le due ragazze sono furiose, i ragazzi sono senza parole e Celine interviene nuovamente
– Ma chi ti credi di essere? Chi ti ha detto che ci devi, o che puoi, tenerci d'occhio! Cosa sei in più di noi e cosa ti dà il diritto di insultarci? Cosa hai in più di noi?
– Esperienza… ho giùsto qualche anno in più di voi, ed una conoscenza dei fatti molto più sviluppata della vostra. Perdere tempo a risolvere i problemi del primo che passa lo ritengo sbagliato e penso di avervelo fatto capire con i miei lamenti. Qui si tratta di salvare l’intero mondo – E' la risposta di Drakan.
– E tu cosa sapresti che noi non sappiamo? Parli parli parli ma in definitiva non dici nulla! A me sembra che a te piaccia solo montarti la testa! – commenta Zeph
– Prima di tutto ti sei lasciato rubare il diario e addirittura lo spirito di Dragone, è evidente che non sai ancora quale sia il loro vero valore, o te li saresti tenuti stretti entrambi. Ora che abbiamo recuperato il diario, come avete visto solo chi possiede il potere dei dragoni può leggerlo. Serve a me e serve a voi, ma questo non ci rende amici, il mio unico amico è il mio spadone con lo spirito, che per fortuna, sta zitto e non mi fa perdere tempo con domande e problemi inutili! –
– Se vuoi dei compagni che stiano zitti allora questo avrai, e io che pensavo di intrattenere un colloquio civile e amichevole con te, di spingerti a chiedere scusa a Rhea e..., ma mi sbagliavo, sei solo un egoista e non hai amici perché non te li meriti! Non perché non li vuoi tu! – Commenta Shana quasi in lacrime, Leonard cerca di calmarla mentre Drakan si gira verso di lei e fulminandola con lo sguardo sbraita
– E’ evidente che vi aspettate da me un certo comportamento che, ve lo dico chiaramente, non avrete mai. Che vi piaccia o no io resto e resto a modo mio, nessuno vi obbliga a parlarmi, basta che vi occupiate dei vostri spiriti, o dovrò farlo io per voi, come ho fatto con Rhea... mi sembra evidente che non è in grado di gestire tale compito quindi se se ne è andata tanto meglio. Per la cronaca lo spirito lo tengo io, o rischiate di farvi rubare anche quello! – Detto questo Drakan esce a passo deciso dalla sala da pranzo, lasciando Shana in lacrime per la rabbia, Celine schifata e i due ragazzi rassegnati che le consolano.
– Alla fine non abbiamo ottenuto alcuna risposta precisa e ci siamo fatti trattare peggio del solito...non c'é nulla da fare...dobbiamo rassegnarci, farci passare la rabbia e accettarlo così com'é, sperando che un giorno cambierà o che noi capiremo qualcosa che al momento ignoriamo e non concepiamo! – commenta Leonard
– No, non é così, le risposte le abbiamo avute, non quelle che volevamo forse, ma in parte le abbiamo! Non mi interessa più nulla di lui, non voglio neanche essere arrabbiata, ora mi calmo e da oggi in poi sarà solo un "collega", come in un qualsiasi lavoro, nulla di più – aggiùnge Shana calmandosi e asciugandosi gli occhi
– Brava, ben detto, forse ragazzi avevate ragione voi, non dovevamo affrontarlo, non ha avuto alcun senso! –
– No no...meglio così, come ha detto Shana ora conosciamo la situazione e ci siamo tolti comunque lo sfizio, sappiamo come stanno le cose e possiamo metterci il cuore in pace. Lui potrà pur voler avere il controllo su di noi, ma se non gli diamo retta, quando riteniamo che non sia il caso ovviamente, cosa mai potrà fare? Ucciderci? In fin dei conti non lo farebbe mai, non perché siamo noi ok, ma fino a quando siamo dragoni il problema non si pone...oh aspettate, io ora non lo sono...oh oh...! – esclama Zeph finendo la frase con una risata che tira su il morale dei compagni. Nessuno sa dove sia andato Drakan e a nessuno interessa, finita la colazione Leonard si alza e chiede al compagno
– Zeph che ne dici se andiamo ad allenarci un po' in giardino? – Zeph valuta l'invito e decide che può essere un buon modo per sfogare il nervosismo
– Certo Leonard, buona idea, come mai fuori e non in palestra? – Leonard risponde
– E' una giornata così bella, già Drakan l'ha resa più cupa, se poi ci rinchiudiamo nel castello é proprio sprecata! Voi ragazze volete unirvi a noi? Potremmo prendere un manichino, piantarlo in giardino e attaccarci su un disegno della faccia di Drakan, per poi picchiarlo! – Le ragazze scoppiano a ridere e Shana replica
– Grazie Leonard, la proposta é allettante ma vorrei andare a vedere come sta mia sorella e magari restare un po' con lei...sperando che si svegli!– Celine aggiùnge
– Io preferisco stare più tranquilla questa mattina, non ho la forza di allenarmi ora, adesso riordino qui in sala, senza scomodare le domestiche, e poi mi troverò un posto tranquillo dove rilassarmi, sperando di veder arrivare Rhea –
– Bene, magari allora ci troviamo più tardi in mattinata e facciamo un giro per il mercato... o andiamo in qualche locanda a bere qualcosa. Andiamo Zeph, ciao ragazze! –
– Ciao, buon allenamento! – rispondono in coro le altre due
– Grazie a dopo – conclude Zeph uscendo dalla sala da pranzo con Leonard. I due amici si incamminano verso la palestra, dove recuperano un manichino e lo portano in giardino, piantandolo nel terreno ancora inumidito dalla rugiada fresca, senza però la faccia di Drakan come volto del fantoccio.
– Proviamo a simulare un attacco combinato, frontale e laterale, potrebbe aiutarci molto in futuro imparare a combattere in coppia, che ne dici? – é la richiesta di Leonard.
– Si dai, bell'idea, tu inizi con l'attacco frontale, supponiamo che ti trovi in difficoltà e io lancio una freccia dal lato sinistro dell'avversario, che di solito é il più debole, poi provo anche con un attacco diretto, una pugnalata, e infine con una sfera...ah no...quell'attacco non lo posso più fare... – commenta Zeph rattristato all'idea del suo spirito di dragone sottrattogli da Nicholas.
– Forse Drakan in parte ha anche ragione...sono un buono a nulla, non faccio altro che farmi fregare! Prima il ciondolo, poi il diario ed ora anche il dragone...sono una nullità... –
– No non é vero! Non farti buttar giù così da lui, sei stato solo molto sfortunato e come si dice in questi casi...dai propri errori si impara! – tenta di confortarlo Leonard
– Si lo so, é che ultimamente sono un po' nel mio mondo...da quando é morto Led e da quando i miei genitori sono stati rapiti, mi sono accorto che tutto questo viaggio non é solo un gioco, un'avventura, come sembrava all'inizio quando ho incontrato Rhea, é molto di più...volevo solo andarmene da Xanto e non ho valutato che per tutto c'é un prezzo da pagare... –
– Infatti, la libertà e la vita da adulto indipendente porta anche numerose responsabilità e difficoltà, me ne sono accorto anche io da quando ho lasciato casa...é una questione di scelte...ho preferito questa vita piuttosto che quella da mercante a Lohan o qualcosa di sedentario dello stesso genere –
– Anch'io credo di aver fatto la mia scelta...ho abbandonato la pesca e la mia famiglia per questo...a volte sono contento per gli amici che mi sono fatto, per voi, altre mi sento in colpa per aver lasciato i miei genitori e per il fatto che ormai non li vedo praticamente più, se non raramente....li ho anche messi nei guai, quando li hanno rapiti per arrivare a noi. Ma d'altronde mi sono detto che non posso passare tutta la mia vita a pescare a Xanto, non é questo che loro volevano per me, senz'altro –
– Beh guardati, ora sei un guerriero, anzi sei un Dragone, anche se momentaneamente non hai lo spirito, come ci ha ricordato Drakan abbiamo il peso del mondo sulle spalle! – commenta il ragazzo orgoglioso
– In passato anche mio padre doveva essere un guerriero, ma non ne so molto, quando ho incontrato Rhea la prima volta, proprio nella tua città natale, stavo vendendo la sua corazza e il suo arco...quanto é buffo il destino! Wow, da quanto non facevo una conversazione così con qualcuno? Dalla morte di Led credo...non lo conoscevo molto, ma io lui e Rhea eravamo molto legati, sin dall'inizio, abbiamo condiviso molte cose ed esplorato il mondo dei dragoni insieme per la prima volta. Povero Led...non mi posso arrendere e rattristire ora, non posso, lui ha dato la vita per questa causa e devo portarla a termine, dobbiamo portarla a termine! – é l'affermazione decisa dell'arciere
– Ben detto Zeph! –
– Come dicevi tu ieri, il gruppo si sta disgregando e non va bene così. Appena torna Rhea, e sono sicuro che tornerà prima o poi, dobbiamo ripartire e cercare di ricordare chi siamo, i dragoni! Credo che se ci lasciamo guidare dal destino troveremo la nostra strada, ed io ritroverò il mio spirito di dragone, uccidendo Nicholas! –
– E' questo lo Zeph che voglio sentire! –
– Grazie Leonard, e scusa se ti ho assillato con le mie pare mentali, sei un amico! –
– Di niente amico mio, ma ora fammi vedere cosa sei in grado di fare, non vorrai salvare il mondo restando seduto qui in giardino!? – chiede ironico Leonard. Sorridendo Zeph si alza e salta addosso al compagno, buttandolo a terra. Iniziano con un finto combattimento, più simile ad un gioco, per poi allenarsi seriamente. Simulano attacchi e situazioni di qualsiasi genere e proseguono fino a metà mattina, quando le ragazze giùngono in giardino per invitarli a fare una passeggiata per Fletz.
La cittadina é affollata, persone di Fletz e da fuori riverse nelle strette vie, entrano ed escono dai negozi e dalle locande.
– Sembra quasi di essere a Lohan – esclama Leonard stupito
– E' sempre così la mattina a Fletz, specialmente man mano che l'ora di pranzo si avvicina – spiega Shana
– Ma mancano ancora due ore a mezzogiorno! – continua Leonard
– Anche a Bale é così, la gente vuole provviste fresche tutti i giorni nelle capitali reali, visto che sono quelle che offrono il meglio sul mercato, oltre a Lohan ovviamente – aggiùnge Celine sorridendo
– Per di più le locande preparano pane e fantastici dolciumi freschi tutte la mattine, molte persone inoltre fanno colazione fuori per spettegolare, altre semplicemente per non annoiarsi a casa – continua Shana ammirando la vita della sua cittadina.
I ragazzi decidono di togliersi dalla folla, rifugiandosi in una locanda a fare colazione, visto che nessuno ha finito quella offerta dalle cucine del castello a causa della discussione con Drakan.
All'interno del locale i ragazzi ordinano un vassoio di dolciumi ed una bevanda a testa, nessuno affronta l'argomento Drakan per non rovinarsi la mattinata.
– Shana io dovrei dare una sistemata alle mie armi e alla corazza, potresti condurmi nell'armeria migliore e più economica possibilmente? – chiede Zeph alla compagna
– Mi unisco anche io a te Zeph, così do una lucidatina anche a Drako! – commenta Leonard
– Era ora! – esclama la spada all'improvviso per poi zittirsi di nuovo
– Certo volentieri, vi accompagno allora , poi io e Celine facciamo un giro per altri negozi se non vi dispiace – E' la risposta di Shana
– Io a dire il vero volevo andare a cercare Rhea, ora che é giorno, verresti Shana? Magari a noi donne darà ascolto! – esordisce Celine
– Certo, forse dovremmo...anche se sarà una lunga camminata verso Kazas...vi accompagniamo subito allora e poi andiamo al castello a prepararci per il viaggio –
I quattro escono dalla locanda e si dirigono verso l'armeria, Zeph e Leonard salutano le ragazze che si avviano verso il castello ed entrano nel negozio dove l'inserviente li accoglie calorosamente. Zeph compra qualche freccia e Leonard chiede all'armaiolo di consigliargli un prodotto per la pulizia di Drako. I ragazzi passano una buona mezz'ora ad osservare le varie armi presenti nel negozio, infine pagano ed escono reinserendosi nuovamente nella via principale, meno affollata essendo ormai l'ora di pranzo. Si avviano verso il castello, costeggiando il fiume al centro della città, sulla sponda opposta di quella del planetario.
– chissà cosa starà facendo Rhea ora...Non ti ha praticamente considerato quando l'hai seguita! Speriamo che almeno Atlas riesca a farla ragionare! – pensa Zeph ad alta voce, non accorgendosi che la ragazza é dall'altra parte del fiume seduta sui gradini del planetario.
– Credo che dovrei tornare da lei, forse non avrei dovuto darle ascolto – commenta Leonard preoccupato mentre Rhea si nasconde in una via trasversale a quella principale per non essere vista.
– No, hai fatto bene, é impossibile parlarle, quando si mette in testa qualcosa. Conosci Rhea, sai che é così – gli dice Zeph scuotendo la testa
– Shana e Celine si stanno preparando per andare a cercarla, spero solo che non litighino fra loro –
– Rhea litiga con tutti, quando entra in crisi – la discussione continua mentre Zeph prosegue verso il castello, fiancheggiato da Leonard
– Forse vedendo che si sono preoccupate per lei fino al punto di farsi il viaggio da qui a Kazas, non vorrà litigare anche con loro...guarda una gioielleria! Chissà se facendole un regalo si addolcisce! – esclama Leonard attratto dalla vetrina colorata del negozio
– Credo che se regalassi un gioiello a Rhea potrebbe fartelo ingoiare...non é il tipo di donna che si addolcisce davanti ad un regalo del genere, pensaci ha la grazia di un elefante danzante! – Leonard scoppia a ridere e avvicinandosi alla gioielleria, seguito da Zeph, esclama sconvolto
– Oh mio dio, guarda quanto costa quello! Chi mai spenderebbe una somma simile per...quella cosa pataccosa – commenta Leonard indicando a Zeph un anello simile nella forma ad una rosa, con decine di petali in cristallo, che risalta tra tutti gli altri nella vetrina, soprattutto per il prezzo esposto di 999G.
Celine e Shana, che nel frattempo hanno radunato le cose necessarie al viaggio, escono dal castello parlando tra loro, quando improvvisamente si trovano davanti Rhea che le guarda sorprese e borbotta qualcosa tra sé e sé. Celine e Shana sorprese quanto Rhea iniziano a fare domande alternate a raffica
– Dove sei stata? –
– Sei già tornata? –
– Eravamo preoccupate per te! –
– Non devi ascoltare Drakan... –
– Fatti ridare il Dragone e torna –
– Ragazze! Calma, respirate e smettetela di urlare. Vi chiedo scusa, ma ho avuto un leggero collasso, ed ho deciso di allontanarmi per una giornata. Diciamo che dovevo farmi passare... ecco a causa di Drakan... Così ho potuto riflettere su cosa voglio davvero e... – all'improvviso una voce interrompe Rhea – Scricciolo, cos'é successo? Problemi col tuo fidanzato? – si tratta di un uomo che Celine e Shana non conoscono – No! Kairan, cosa vai a pensare, quel... quel... ah, lasciamo perdere che é meglio! – i due iniziano a parlare tra loro mentre Celine e Shana, non capendo più nulla, ascoltano curiose.
Nel frattempo Leonard e Zeph, che si sono divertiti ad osservare l'assurdità di certi gioielli con relativi prezzi, si avviano verso il castello. A pochi metri dall'entrata notano Celine e Shana, che sembrano intente ad ascoltare una conversazione, si rendono conto che c'é anche Rhea ed un uomo che non conoscono. Si avvicinano curiosi e Rhea non sembra accorgersi di nulla
– Sposami – esclama l'uomo, mentre Zeph e Leonard sgranando gli occhi si guardano confusi e non capiscono cosa si siano persi
– Tu non stai bene – commenta Rhea, allontanandosi di qualche passo, disgustata. Non accorgendosi ancora che anche Zeph e Leonard sono arrivati ed hanno sentito tutto.
– Tu sei impazzito – rincara lei.
– No, affatto. Quella che non sta bene sei tu! Sei nelle stesse condizioni di quando te ne sei andata dalla Foresta, sei nervosa, agitata. Non vuoi davvero stare qui. Ti stai costringendo a restare. Io ti offro un'alternativa. Vieni via con me – Rhea si zittisce improvvisamente, si limita a scuotere la testa, sconvolta e i due ragazzi non riescono a trattenere le risatine, pensando al discorso sui gioielli di poco prima
– Ascolta, io adesso devo incontrarmi con un mercante, per affari. Dammi una sera, non ti chiedo molto. Questa sera, da soli, senza tutto questo pubblico – afferma, accennando ai ragazzi che ascoltano curiosi.
– Sai che non cambierò idea – mormora lei confusa.
– Non ne sono così sicuro. Comunque ti aspetto alla locanda, per l'ora di cena – Senza darle possibilità di replica, il ragazzo si allontana.
– Prima che qualcuno inizi a subissarmi di domande, lasciate che vi spieghi la mia versione della storia – premette Rhea spiegando cosa é successo e chiedendo se qualcuno ha domande da porle. Zeph ne avrebbe mille, ma capisce che non é il caso.
– Senti Rhea – inizia lui con calma – Che ne dici se andiamo alla Rocca? Ti riprendi dal viaggio, mangi qualcosa e ti rilassi? –
– No, non posso, io devo trovare Drakan, farmi ridare lo spirito... – risponde Rhea nervosa
– Sai che se Drakan é in giro, difficilmente lo troverai. Lo aspettiamo al palazzo, andiamo? – Zeph cerca di non usare un tono troppo aggressivo, ed evita per il momento di dirle della discussione che hanno avuto con Drakan.
– Oh sì... ma Kairan... no, io non voglio vederlo ma... Ok, forse hai ragione – acconsente l'alata, stravolta. Entrati tutti e cinque nel castello Rhea si rinchiude in bagno per parecchie ore, mentre i ragazzi parlano di Kairan, di lei e di Drakan.
Parlando si rendono conto che Rhea alle volte é effettivamente un po' infantile e che Drakan non sempre ha tutti i torti, per quanto burbero e cinico sia. Infine Leonard si stufa, ricordando la discussione della sera precedente e della mattinata riguardo a Drakan, decide che per quanto gli riguarda non gli interessa come risolveranno la questione e tanto meno di come Rhea lo dovrà affrontare, visto che loro non ci sono riusciti in maniera brillante ritiene inutile la discussione in atto. – Ragazzi –li interrompe – Rhea é grande, deve sapersi arrangiare. Come hai detto tu, Shana, é un Dragone, e come tale dovrà comportarsi. Ha fatto uno sbaglio, ed adesso ne paga le conseguenze. Le vogliamo bene, ma si é comportata come una bambina. Ha collassato, spero che si sia sfogata definitivamente e che la smetta di punzecchiare Drakan. Sappiamo fin troppo bene che lui é così, magari é la volta buona che Rhea si dà una calmata – i ragazzi concordano con Leonard e cambiano discorso, avviandosi verso la sala da pranzo per la cena, dove incontrano Rhea pronta per uscire. Quando la ragazza esce dalla sala da pranzo per avviarsi verso la locanda, giùnge Shaila e chiede cosa sia successo mentre mancava. I quattro le spiegano tutto dall'inizio alla fine...
...– Una vecchia conoscenza di Rhea, noi lo abbiamo incontrato solo oggi. Stasera usciranno assieme... e forse lei deciderà di accasarsi –spiega Celine, con una punta di invidia nella voce.
– Però... – mormora Zeph, con un ghigno malefico dipinto sul volto – Sarebbe interessante vedere la nostra amica impegnata in un incontro galante! – Leonard lo fissa sconvolto, fino a quando non ricorda le buone maniere di Rhea... praticamente nulle!
– Non possiamo – afferma Celine, in un tono che sembra però voler dire il contrario.
– Non ci sarebbe nulla di male se, per caso, andassimo a cenare alla locanda – fa notare Zeph in tono svagato. Shaila e Shana scuotono la testa sconsolate. Perché vogliono cacciarsi nei guai?
– Beh, di certo ci sarebbe di che divertirsi – sghignazza Leonard, pregustando chissà quale figuraccia di Rhea.
– Io ho fame! – protesta Celine, anche lei curiosa.
– Andiamo allora –
– Io non credo sia il caso, credo che... –
– Shana, andiamo, quando ci ricapiterà un'occasione simile? – replica Leonard
– No, Shaila non sta ancora bene, e non voglio di certo lasciarla sola per andare a spiare Rhea –
– In realtà io sto bene. E sarebbe un ottimo diversivo, quello di uscire dal castello. Inoltre Alexander ed Elen sono partiti per una piccola vacanza, quindi ceneremmo da soli – precisa Shaila.
– Beh, allora... direi che possiamo andare, ma Rhea non ne sarà felice –
I cinque si avviano sghignazzando ed escono dal castello, quatti quatti si recano alla locanda e una volta giùnti a destinazione, spiano dalla finestra vicino all'entrata. Trovano Rhea seduta ad un tavolo con delle candele e dei fiori e scoppiano a ridere, soprattutto Leonard e Zeph. Decidono di entrare, ognuno di loro prende un menu posto su un tavolo all'entrata e, portandoselo davanti al volto per non farsi vedere, si avvicinano ai due, intenti in una conversazione che sembra tutt'altro che noiosa, anzi Rhea sembra divertirsi come non mai
– Hai solo ventiquattro anni, e sei già un uomo d'affari! –
– Direi di no, dato che vengo controllato da mio padre per ogni cosa che faccio –
– Kairan, attento a quello che fai! No, non si fa così – borbotta Rhea, imitando il tono del padre del ragazzo
– Uguale, esattamente così – ride Kairan, ordinando la cena. Rhea non si accorge che nel locale sono entrati anche i suoi compagni, é troppo occupata a ridere.
– Ricordi quella volta che Carry mi voleva uccidere perché le avevo usato tutti i trucchi per colorare le pareti della camera? Accidenti se si era arrabbiata! é che mi sembravano così tristi, tutte bianche, ho pensato di disegnarci qualcosa –
– Non ci posso credere! Chi é quella e cosa ha fatto a Rhea? – esclama Zeph a bassa voce indicando l'alata
– I bei vecchi tempi – commenta Rhea, facendo vorticare il vino nel calice, prima di portarlo alle labbra – Pensi di tornare nella foresta, domani? – domanda, dopo aver bevuto un sorso.
– Mi piacerebbe che venissi anche tu – confida lui, per nulla intenzionato a lasciar perdere.
– Oh no! Ora perderemo un'altro dragone...se lo segue e si sposa come facciamo? – aggiùnge Leonard in tono preoccupato
– Accidenti, sei tenace, non ti é bastato avere a che fare con una Aldaran? – domanda sarcastica lei
– Seriamente Rhea, io... –
– Non ho alcuna intenzione di tornare indietro, ho chiuso quella porta molto tempo fa – lo interrompe lei, gelida.
– Ecco la vecchia Rhea per fortuna! Stavo iniziando a preoccuparmi pure io! – commenta shana sospirando
– Li incontrerei ugualmente – mormora lei pensierosa – e non ne ho alcuna intenzione. Ho fatto la mia scelta a quindici anni. Mi sono promessa che non avrei rimesso piedi in quella casa, per nessuna ragione. I miei genitori si sono sposati sull'onda della passione, e dopo pochi anni era già tutto finito. Tornare e vederli tenersi il muso per mesi, per una sciocchezza quale "Hai messo troppo sale sulla carne" mi farebbe impazzire definitivamente – spiega lei cupa – Questo dovrebbe anche farti capire perché non ho alcuna intenzione di prendere in considerazione ciò che mi ha detto. Non capisco come ti sia venuta in mente una cosa simile, spiegamelo – domanda poi, con una nota malvagia nella voce.
– Penso anche io...si sta innervosendo...lei non parla mai del suo passato...non sapevo queste cose! – interviene Celine in risposta all'affermazione di Shana
– Già, forse non dovremmo essere qui, queste sono sue cose private! – esclama Shana sentendosi in colpa
– Dannazione non riesco più a sentire cosa si stanno dicendo!– sussurra Zeph ignorando completamente il commento dell'amica e notando che Rhea, avvicinandosi a Kairan, gli parla troppo vicino al viso per poter sentire cosa dice.
– Aspetta aspetta...sta alzando il tono della voce! – esulta Leonard quasi a voce troppo alta
– Non lo sai nemmeno tu? Proviamo con qualcosa di più semplice, che cosa ti piace della sottoscritta? Oramai sono più di quattro anni che non ci vediamo, e in quattro anni si può cambiare molto. é solo l'aspetto fisico? –
– Non riesco a capire se é arrabbiata o se non lo é! – si chiede Zeph
– No non lo é, é solo frustrata! – risponde Shaila come se la conoscesse da una vita
– Complimenti, sei bravissimo a cambiare argomento – continua intanto Rhea
– Dove vuole arrivare? Non riesco a capire se gli piace o meno quel tipo! – domanda Celine confusa
– No non mi sembra... – é la risposta di Shaila
– Allora sai benissimo chi é Drakan, e Zeph, e Leonard, Celine, Shana... –
– Oddio cosa ci siamo persi? Perché quel tipo sa chi siamo? – Chiede Leonard cadendo dalle nuvole
– Se invece che continuare a confabulare ascoltassi...Atlas gli ha riferito tutto! – commenta Shana alterata
– Non posso – replica Rhea, sfogliando la fitta corrispondenza fra Kairan e Atlas – Io sono un Dragone, non ho tempo di sposarmi, innamorarmi o altro. Ho una missione –
– Brava Rhea, proprio quello che volevo sentire!!! – esulta Zeph, sempre cercando di non farsi sentire
– Oddio guardate chi é entrato! – fa notare Celine ai compagni, indicando Drakan che ha appena varcato la soglia del locale.
– Ma se ne sta andando! Ha paura del confronto con Rhea? O di noi? Ok, non capisco più nulla! – afferma Leonard a bocca aperta notando che Drakan, dopo aver visto tutti i compagni, decide di andarsene. Si blocca però all'istante, quando lo spirito del dragone d'acqua prende vita e a mezz'aria si dirige verso Rhea.
– Quello cos'é? – domanda Kairan, guardando la sfera brillare e ricadere sul tavolo. Rhea non risponde, ma si guarda attorno, e finalmente si accorge di quanta gente sia intorno a lei. Lancia un'occhiata gelida verso Zeph, ed una di terrore verso Drakan.
– Oddio ci ha visto! Ragazzi é la fine, ora ci tramuterà in dei ghiaccioli, in pubblico per di più! – esclama Zeph terrorizzato
– Ha visto anche Drakan, penso sia giùnto il momento della resa dei conti! – é il commento di Leonard
– Sento tanta tensione...Shana forse avevi ragione tu... – Aggiùnge Shaila che pur non vedendo nulla capisce benissimo cosa sta accadendo!
Nel frattempo la sedia di Rhea cade a terra e lei, raccogliendo lo spirito, esce dal locale mormorando qualcosa e seguita da Kairan
– Cavolo é proprio un bel guaio! – esclama Celine notando che tutto il locale si é ammutolito e i commensali osservano la sceneggiata.
– Ok leviamo le tende ragazzi, andiamo a vedere cosa succede fuori! – esorta Shana indicando ai compagni di seguirla.
– Uffa ma io ho fame...maledetto Drakan! – Celine si incammina, mentre Drakan uscendo dal locale esclama rassegnato
– Credo che dovrò abituarmi alla sua presenza – le due ragazze escono insieme a lui, ignorandolo però completamente, seguite da Zeph e Leonard.
– Rhea! – urla Drakan
– Cosa desideri? – chiede Rhea ponendosi in maniera cortese
– Che tu mi ridia lo spirito, o torni nel gruppo senza fare tante storie – le risponde, avvicinandosi con tutta calma. Dietro di lui, a debita distanza ci sono gli altri cinque
– Ecco che ci siamo, il momento della verità! – esclama Zeph sogghignando
– Scommesse? Io dico che é la volta buona che Rhea lo congela! – dice Leonard ridendo
– Non credo... – é il commento vago di Shaila
– Ma stanno parlando di matrimonio!? – sussurra a bassa voce Celine, visto che sono appena riusciti a raggiùngere il trio ed ha colto la parola "sposami" seguita da varie incomprensioni. La discussione torna infine a focalizzarsi sull'argomento principale:
– Hai lo Spirito, voglio sapere adesso che cosa hai intenzione di fare. Vuoi ridarmelo e fingere di non averlo mai trovato? Oppure preferisci tornare a combattere? – Chiede Drakan con un tono molto più dolce del normale.
I ragazzi seguono il discorso dei tre ammutoliti e curiosi più che mai, attendendo la risposta di Rhea, ma nuovamente l'argomento centrale della discussione viene sostituito da un'altra digressione, sconvolti i compagni assistono alla scena paradossale che vede l'alata avvicinarsi a Drakan per dire – Drakan, hai scoperto tutto. Io ti amo alla follia, sei il primo pensiero quando mi sveglio, l'ultimo di quando vado a dormire. Sono gelosa di tutte le ragazze che ti parlano, e sapere che ti sono più che indifferente mi fa male al cuore. Ti prego, smettila di farmi soffrire così! Non posso sopportarlo per molto! Scappiamo e sposiamoci in qualche landa sperduta e desolata! – Drakan non capisce che intenzioni abbia Rhea, i ragazzi cercano di capire se sia seria o se stia scherzando, mentre Shaila con le braccia al petto e ammutolita sembra guardarli con attenzione e interesse, anche se ciò é impossibile.
– Sei sicura di stare bene? – le domanda Drakan sospettoso, fermandola per le braccia e scrutandone il volto. La conversazione continua mentre i presenti più confusi che mai assistono in silenzio fino alla fine della conversazione, quando Rhea concludendo esclama – Ah, prima che me ne dimentichi... Drakan, il dragone lo tengo, torno nel gruppo e non ti rivolgerò la parola, se non sarà strettamente necessario. Va bene? – e se ne va verso il castello, lasciando Drakan a sbuffare e Kairan con lui. Shana sospirando esorta il gruppo a lasciare stare
– Ragazzi basta ora, Rhea non ha bisogno anche di noi che la pediniamo...lasciamola stare – e così i ragazzi si siedono sui gradini del planetario ammutoliti ed ognuno perso nelle proprie macchinazioni mentali
– Come può Rhea avere cosi tante facciate? Chi é la vera Rhea? L'ho mai conosciuta? – si chiede Zeph con le mani tra i capelli, sentendosi in colpa per come ha passato la serata, pedinando Rhea. Leonard osserva Drakan e Kairan discutere tra loro a pochi metri, ma decide di non ascoltare, e intrattiene una conversazione coi compagni
– Troppe informazioni per una giornata sola...basta, chissà cosa sceglierà infine Rhea, spero solo che non perderemo anche lei... –
– Tranquillo, non succederà! – commenta secca Shaila
– Sai qualcosa che noi non sappiamo sorellina? – chiede Shana
– Può essere, ma la privacy di Rhea é già stata violata anche troppo questa sera, quindi preferisco non esprimermi, mi avvio verso il castello...notte – con questo Shaila congeda i ragazzi e si avvia verso la rocca, con l'intento di confrontare Rhea, riguardo alle emozioni che ha recepito durante il dialogo coi due uomini.
– Visto che Rhea non credo gradisca la nostra compagnia al momento, mentre con Drakan e quell'altro non voglio stare, che ne dite se torniamo alla locanda e invece che usare i menu per nasconderci li usiamo per cenare? Scusatemi ma ho fame! – propone Celine con le farfalle che fanno le gare di volo nello stomaco.
I compagni, anch'essi affamati, accettano e si avviano tutti verso la locanda. Nel mentre, incrociando i ragazzi che stanno entrando, Drakan passa davanti alla porta del locale, ignorato e ignorandoli a sua volta, con l'intento di dirigersi finalmente verso la foresta, uscendo dalla città e sperando che nessun altro seccatore lo importuni.
Una volta entrati nella locanda, i componenti del gruppo si rendono conto che la gente al suo interno li fissa per qualche istante, avendoli riconosciuti e collegati alla sceneggiata di poco prima.
I quattro amici si siedono, ignorando il resto del locale, e sfogliano i menu scambiandosi opinione idee sulle portate da scegliere ed infine ordinano.
– E' stata una giornata lunga e pesante, con tanti colpi di scena, ma alla fine sono contento che Rhea abbia deciso di tornare e di restare – esclama Zeph sospirando.
– Già, e sembra che nessuno abbia più intenzione di parlare con Drakan a quanto pare! – commenta Leonard con una sorta di sorriso più simile ad un ghigno...
– Ben gli sta! Non mi importa di lui, spero solo che Rhea non se la sia presa perché l'abbiamo seguita e spiata – é il parere di Shana
– Con tutto quello che é successo oggi penso sia l'ultimo dei suoi problemi, forse la cosa l'ha infastidita un po', ma probabilmente ce l'ha più con Drakan e quel...Kaiman! – aggiùnge Zeph
– Kairan, Zeph! – lo corregge Celine
– Si...lui! Ad essere sincero in alcuni momenti temevo che potesse convincerla a lasciarci...non mi piace come tipo...é troppo morboso! Spero di non incontrarlo di nuovo! –
– Se non ti conoscessi penserei che ti piace Rhea e che sei geloso Zeph – dice Leonard sorridendo e facendo ridere anche gli altri, soprattutto Shana e celine che non riescono a smettere
– Ce li vedi insieme? – chiede Shana a Celine con la voce più stridula del solito a causa delle risate, l'amica risponde con una pacca sulla spalla di Shana e con altre risate che attirano nuovamente l'attenzione dei commensali.
– Ma dai, smettetela! Lo sono per quanto riguarda la nostra amicizia e il fatto che comunque non vorrei perdere anche Rhea, é grazie a lei che sono qui! Ma non ho mai lontanamente valutato la possibilità di...–
– No dai a parte gli scherzi – lo interrompe Leonard – Atlas secondo me ha un debole per lei però...voi che ne dite?
– Non saprei, non sono mai riuscita a capirlo, però sono molto legati, questo é chiaro – commenta Celine tornando seria
– Forse hanno soltanto un'amicizia molto stretta che può essere fraintesa, da parte di Rhea non c'é sicuramente nulla, da parte sua...boh! –é l'opinione di Shana
– Che ne dite se domani passiamo a trovarlo? E' da un po' di tempo ormai che non lo vediamo, potremmo andare a salutarlo e poi ripartire per...bella domanda, per dove? – chiede Zeph
– Esatto! Non sappiamo dove andare e Drakan ha il diario, che non sembra comunque dare segni di vita – aggiùnge Leonard
– Ok domani gli chiediamo di controllare, se non ci dà altre indicazione andiamo da Atlas, e Drakan può fare quello che gli pare, se vuole ci segue altrimenti resta qui, per voi va bene? – é la decisione di Zeph –
– Ci odierà per quest'altra tappa, ma d'altronde se non abbiamo altre indicazioni che possiamo fare? – L'inserviente li interrompe portando gli antipasti e le bevande. I ragazzi cenano tra chiacchiere e risate, dimenticandosi quasi di Rhea che nel frattempo é immersa nei suoi pensieri sulla terrazza del castello. E' notte ormai da un pezzo ed il gruppo si avvia verso il castello, Leonard e Zeph si dirigono verso la loro camera salutando le ragazze, Shana si reca nella stanza della sorella per darle la buonanotte, mentre Celine bussa alla porta della stanza di Rhea. Non riceve risposta e decide di entrare, ma non c'é traccia dell'alata.
Si reca dunque nella sua camera, che divide con Shana, e aspetta l'amica. Quando arriva le chiede se sa qualcosa di Rhea
– Si, Shaila mi ha detto che ha bisogno di stare da sola e che é meglio non disturbarla, é nel castello comunque quindi non c'é da preoccuparsi – risponde Shana coricandosi. I quattro ragazzi si addormentano mentre Rhea continua la sua autoanalisi sulla terrazza.
Passata l'alba ormai da un pezzo, Zeph e Leonard si svegliano e bussando alla porta delle ragazze come la mattina precedente, le invitano a scendere per la colazione.
– Rhea sta ancora dormendo? – chiede Zeph
– Non so, proviamo a bussare alla sua camera, mia sorella ha detto che voleva stare da sola e non so se é rientrata o meno – risponde Shana mentre celine bussa alla porta dell'alata. Non risponde nessuno, entra e nota che il letto dell'amica é in ordine come la sera precedente.
– No non c'é e non ha dormito qui – spiega Celine
– E dov'é stata allora tutta la notte? – domanda Leonard
– Mi sembra d'aver capito che fosse sulla terrazza – replica Shana
– Beh penso che potremmo andare a cercarla a questo punto, é stata sola tutta la notte! – interviene Celine. I ragazzi si recano sulla terrazza del castello ma dell'alata non c'é traccia, cercano sui gradini delle torri ma non la trovano. Provano a cercarla in giro per il castello e infine la trovano in palestra, intenta a picchiare e infilzare un manichino.
– Rhea? Tutto bene? – chiede Zeph indeciso su come porre la domanda e, soprattutto, se porla. Rhea decapita il fantoccio con un colpo deciso, si gira lanciando la spada che si conficca su un manichino a lato e, con un tono di voce paradossalmente femminile e pacato, risponde
– Certo, tutto bene grazie, voi? –
I ragazzi notano le grandi occhiaie di Rhea e i capelli scompigliati, si chiedono come un tale mostro che ha appena decapitato un fantoccio e trafittone un altro possa parlare in maniera così delicata.
– Eravamo preoccupati per te Rhea... – confessa Celine –...ma come sei ridotta? Hai dormito? – le chiede poi scrutandola e notando che oltre alla capigliatura e alla faccia terribili, é anche tutta sudata..
– Ma si, non dovevate preoccuparvi, io sto benissimo, non vedete? Ho fatto fuori due nemici in un secondo! Meglio di così si muore! No? – spiega l'alata, ma notando lo sguardo di incomprensione dei compagni aggiùnge – Oh, vi riferite al mio aspetto? Vorrei vedervi io dopo essere stata sveglia tutta la notte e aver combattuto dall'alba fino ad ora! –
– Sei sicura di stare bene? – chiede Leonard
– Forse dovresti andare a dormire un po' Rhea, non pensi? – Aggiùnge Shana
– Certo che sto bene, ve l'ho detto e più che sonno ora ho fame, avete già fatto colazione? – chiede Rhea sperando che la risposta sia affermativa, così può mangiare da sola senza dover dare spiegazioni ai compagni –
– No...siamo venuti a cercarti per chiederti di farla con noi... – dice Zeph
– Ah ok... ma a dire il vero forse é meglio che mi vada a dare una sistemata prima di entrare in sala da pranzo, se entro in queste condizioni le domestiche mi caccerebbero con infamia, e visto che siamo ospiti forse non é il caso... – replica Rhea poco entusiasta delle cosa.
– Beh allora vado...ci vediamo tra un po', ciao! – detto questo estrae la sua spada dal manichino ed esce dalla palestra avviandosi verso la sua stanza. I compagni senza parole si avviano verso la sala da pranzo e li la aspettano. Mentre si lava e si sistema, l'alata pensa ad un modo per evitare la colazione coi compagni – Potrei...al diavolo, non posso evitarli per sempre e loro non possono tartassarmi per sempre...già ieri potevano risparmiarsi il pedinamento, decisamente poco carino, anche se l'avrei fatto anche io al loro posto.... – parlotta Rhea tra sé e sé – ...sarò chiara con loro! – decisa Rhea, come ultima cosa si pettina riportando il suo aspetto a qualcosa di più simile ad un alata, e si avvia verso la sala da pranzo, dove trova i compagni.
La colazione inizia nel silenzio, ma i compagni di Rhea vorrebbero tante risposte, Shana rompe il silenzio e chiede
– Allora Rhea...alla fine hai deciso di restare con noi, temevamo ci avresti lasciato... –
– Già... – aggiùnge Celine – Che hai fatto tutta la notte da sola poi? –
– Se eri da sola...Hai più visto Drakan? – butta lì Leonard per curiosità e provocazione
– E Kairan? – chiede Zeph lasciandosi andare, anche lui curioso.
Rhea appoggia il cucchiaio, quello che temeva sta succedendo: domande, domande, domande! Inspira profondamente, non vuole scatenare l'ira che solo i fantocci hanno provato fino a quel momento quindi decide di essere semplicemente chiara, senza arrabbiarsi.
– Ragazzi! No. Niente domande per favore. Non voglio parlare di queste cose, sono affari miei e avete già sentito e visto abbastanza. Vi basti sapere che sono qui e non me ne vado. Il resto...immaginatevelo, costruitevelo, quello che volete, basta che mi lasciate stare perché non voglio più pensarci – conclude Rhea cercando di non alterarsi e mantenere la calma.
I quattro si scusano e abbassano la testa, poco dopo entra Drakan esclamando un atono buongiorno. I ragazzi lo salutano in maniera un po' fredda, eccetto Rhea che lo ignora. L'uomo si siede ed inizia a mangiare. Zeph rivolto a Rhea, ed indirettamente a Drakan, comunica cosa hanno intenzione di fare
– Pensavamo di andare a salutare Atlas oggi, visto che é da molto che non lo vediamo e vorremmo salutarlo, vieni con noi o é un problema? –
Chiede Zeph non sapendo se l'amica é arrabbiata o meno con Atlas. Drakan non si pronuncia subito, Rhea risponde a Zeph
– Si per me va bene, nessun problema, ho giùsto un po' di cose da dirgli... – Zeph come se nulla fosse si rivolge a Drakan
– Il diario ha più dato indicazioni sul da farsi? –
– No, non ancora... – risponde lui
– Vieni con noi? – domanda l'altro
– Ovvio...ma al primo segnale del diario lasciamo perdere le visite di cortesia e ci impegniamo nella nostra missione. Penso, cioè spero, sarete d'accordo anche voi! – replica Drakan
– Certo! – risponde Zeph seguito dal consenso degli altri.
Terminata la colazione il gruppo ringrazia e saluta Shaila e il personale del castello, ognuno raduna le proprie cose e i compagni si incamminano verso Kazas. E' una bella giornata, il cielo é sereno e la foresta sembra tranquilla. Drawol si unisce al gruppo a cinque minuti da Fletz, seguito da Lyko che si avvicina a Zeph
– Hey Lyko, é da un po' che non ci si vede – commenta Zeph, contento di rivedere la sua guardia del corpo personale, accarezzando il lupo tra le orecchie, il quale sembra affezionarsi sempre di più al ragazzo. Drawol invece saltella attorno a Rhea, la quale lo insulta con coloriti epiteti. Drakan chiama l'animale a sé invitandolo a seguire lui e porgendoli un panino che ha recuperato a colazione.
Per tutto il tragitto Rhea tende a stare sulle sue, in fondo alla fila e in silenzio. Talvolta Shana e Celine tentano di inserirla nei loro discorsi e quando fanno una battuta provano a fare ridere anche l'alata, che risponde con un sorriso a labbra strette più simile ad un ghigno infastidito. Celine le chiede dunque
– Tutto ok Rhea? Mi sembri un po' strana, sei giù per quello che é successo ieri? –
– No, no, tutto ok Celine! – risponde secca lei cercando di mantenere un tono calmo
– Dai Rhea, tirati su, tra poco arriviamo da Atlas e puoi picchiarlo – esclama la ragazza con l'intento di fare ridere Rhea. Anche questa volta lei accenna ad un sorriso, poi si gira e accarezza Lyko per distogliere l'attenzione dalle due ragazze. Zeph le chiede preoccupato
– Rhea stai bene? – non avendo sentito le domande delle compagne.
– Si Zeph, sto bene, ma starei meglio se mi lasciaste in pace, non ho voglia di parlare oggi! – risponde infastidita, stufa delle continue domande e dall'atteggiamento da genitori preoccupati.
Il ragazzo mormorando qualcosa di simile a delle scuse si incammina a passo più svelto e raggiùnge LEonard che ha sentito tutto e non si azzarda a rivolgere la parola a Rhea.
– Ma cos'ha? Dici che é arrabbiata con noi per ieri? – chiede quindi a voce bassa rivolgendosi al compagno. Zeph che non sa cosa rispondere alza le spalle.
Drakan invece non parla con nessuno, se non con Drawol, e prosegue talvolta a capo della fila, talvolta restando indietro per richiamare il draghetto che sembra più giocherellone del solito, non rendendosi conto che non é aria. L'ultima ora passa nel silenzio più totale, nessuno ha nulla da dire a nessuno. Le ragazze alle volte parlottano tra di loro restando indietro e guardano Rhea, anche Leonard e Zeph ogni tanto la fissano, fino a quando lei alza gli occhi per incrociare i loro e gli sguardi si distolgono. Drakan invece non degna nessuno di uno sguardo, incurante del clima teso ogni tanto controlla il diario, sperando che dia notizie utili per un eventuale cambio di rotta.
Rhea annoiata e infastidita dal lungo viaggio, dirige il suo bastone verso sassi e rami per congelarli, talvolta esplodono cadendo a terra e facendo sobbalzare i compagni. Trova quasi divertente spaventarli, ma si tratta più di uno sfogo emotivo che altro, non vuole che il gruppo capisca che in parte trova questo gioco divertente, é come se infastidirli fosse piacevole e non capisce perché stia diventando così. Congelare cose inanimate e arbusti le impedisce di congelare i compagni ogni volta che la guardano di traverso, cosa che la infastidisce parecchio, forse é per questo che trova tutto molto divertente pur essendo di malumore.
giùnti finalmente a Kazas, Drawol e Lyko si disperdono nella foresta mentre i ragazzi, grati che il lungo e pesante viaggio sia finito, si dirigono verso la Rocca Bianca seguendo Rhea che si é portata a capo fila con passo deciso, quasi correndo.
Zeph subito dietro continua a seguirla mantenendo lo stesso passo dell'alata, girandosi per vedere se anche gli altri stanno accelerando il passo per seguirla, nota che la reazione é la stessa per tutti, eccetto Drakan che é l'unico a mantenere il suo passo, restando dunque indietro. Zeph si rigira per guardare in avanti mentre corre, ma si scontra con una persona carica di libri, facendoglieli cadere tutti a terra. Il ragazzo si scusa e senza neanche guardare la persona in faccia si china per raccogliere i libri mentre gli altri compagni proseguono per non perdere di vista Rhea. Raccolti tutti i volumi si rialza e glieli consegna chiedendo nuovamente scusa e notando che si tratta di una ragazza molto alta, con i tratti simili a quelli di un alato, ma con qualcosa di diverso che non riesce a cogliere. Forse i capelli che sembrano essere di una tonalità simile al viola, o gli occhi che lo guardano silenziosi e penetranti con un colore che Zeph non ha mai visto prima. La ragazza che inizialmente avrebbe voluto reagire in maniera brusca per la sbadataggine di Zeph, sorride invece, divertita dalla faccia imbarazzata del ragazzo e dal fatto che trova il suo atteggiamento molto buffo
– Tranquillo, sono cose che succedono! – esclama dunque sorridendo.
– Scusa ancora...ciao! – replica Zeph scusandosi per l'ennesima volta e riprendendo a correre, nota che anche Drakan lo ha superato col suo passo calmo, e lo risupera a sua volta per raggiùngere i compagni, mentre la ragazza lo osserva correre via, con il sorriso ancora stampato in volto.
Raggiùnti i compagni si rende conto che manca qualcuno, si tratta di Rhea che ha incontrato Atlas mentre usciva dalla sua stanza e lo ha rispinto dentro, chiudendo la porta alle sue spalle.
– Rhea é arrivata fino a qui poi é sparita e non sappiamo in quale porta – spiega Celine col fiatone, indicando il gran numero di porte presenti in uno dei corridoi del dormitorio.
– Rhea, sei impazzita? – sta strillando Atlas, attirando l'attenzione dei compagni su di una porta particolare. Non sentono alcuna risposta di Rhea, che sta parlando a bassa voce.
– Come? Davvero? Kairan ti ha chiesto di... – il tono si smorza all'improvviso, coperto dal fragore di vetri infranti.
– Dannazione, non rompermi i piatti, dove mangio poi! – protesta vibratamente Atlas, e per una manciata di secondi scende il silenzio. La voce dell'alata lo rompe nuovamente
– E' tutta colpa delle tue lettere! – il tono cala nuovamente. Fino a quando la porta non si apre, e Rhea non ne esce.
– Ora potete entrare e salutarlo! – e con tutta calma si dirige verso l'uscita, incrociando ed ignorando Drakan che nel frattempo si é appoggiato ad un muro vicino all'entrata.
Shana é la prima ad entrare, seguita da Celine, entrambe si portano la mano alla bocca sussultando, Zeph e Leonard entrano a loro volta e trovano Atlas con le braccia dietro alla schiena e le mani congelate e attaccate tra loro. Zeph e Leonard non sanno se ridere o preoccuparsi, visto che più volte Rhea ha minacciato di fare una cosa simile ma mai é arrivata a farlo.
– Ma non puoi scongelarti col tuo potere? – chiede Zeph trattenendosi
– No non posso senza muovere le mani! – risponde Atlas scocciato
– Shana, potresti provare tu... – esclama Leonard
– Io? Co–come? – replica sgranando gli occhi lei
– Beh tu sei del non elemento...puoi attingere ai poteri lenitivi di Atlas se lui te lo permette e curarlo, sciogliendo il ghiaccio col calore del potere di luce, visto che Zeph purtroppo non ha il suo... – spiega il ragazzo mentre Zeph si sente inutile
– Non so se ce la faccio... – Shana nervosa prende il suo spirito di dragone con una mano e con l'altra tocca il freddo strato di ghiaccio, che ricopre le mani dell'alato. La ragazza chiude gli occhi e sente i poteri di Atlas fluire attraverso il suo braccio, lei si concentra e li passa all'altro, e di conseguenza al dragone. Riapre gli occhi e avvicina lo spirito alle mani di Atlas, unendo le sue attorno al dragone, riuscendo nel suo intento e felicissima ripone lo spirito, non credendo a ciò che ha appena fatto.
– Grazie, già é difficile curare sé stessi, se poi non posso muovere le mani é impossibile...maledetta Rhea...questa volta é stata cattiva...ma devo ammettere che me lo sono meritato...ma tu Shana sei stata fantastica!– commenta Atlas muovendo le dita violacee per riacquistare mobilità.
– Macché hai fatto tutto tu – replica lei arrossendo
– No sul serio, il non elemento é difficile da domare, può essere tutto o niente, dipende da chi lo gestisce, e tu sei stata molto brava! –
– Che strano, mi sento più riposata anche io...sentivo molto calore quando il tuo potere passava attraverso di me, é come se mi fossi appena svegliata da un lungo sonno riposante! – commenta lei
– Allora Atlas, Rhea a parte come va? – domanda Zeph
– Tutto bene grazie, mi piace questo lavoro, essendo tutti i miei allievi principianti posso non insegnare la violenza, ma portarli sulla strada delle arti marziali usando anche la mente e l'intelligenza, gli insegno a difendersi più che ad attaccare e ad attaccare sfruttando la forza dell'avversario. Tra poco ho anche un incontro con dei tirocinanti provenienti dalla foresta degli alati, si tratta di un progetto per lo sfruttamento delle risorse naturali associate alla magia degli alati. Hanno chiesto a me di occuparmi della cosa, visto che ho lavorato a Kadessa. Mi sento importante qui, cosa che da dragone non mi sentivo, vedevo che voi eravate portati per quel compito mentre io non vi stavo dietro... a proposito, proprio ora dovrebbe arrivare una dei responsabili del progetto a consegnarmi la documentazione necessaria – risponde lui
Nel frattempo Drakan decide di andare a fare un giro. Non è sorpreso di vedere Rhea, seduta ad uno dei tanti tavolini che popolano la Rocca Bianca. Ha passato tutto il viaggio in coda al gruppo, per evitare qualsiasi conversazione. I risultati non sono stati granché apprezzabili, dato che Celine e Shana hanno cercato di coinvolgerla spesso e volentieri nei loro discorsi. Le passa accanto, ignorandola, e sperando a sua volta che anche lei lo ignori.
– Sai Drakan, credo di iniziare a capire come ti senti... cioè, come ti facciamo sentire in questo gruppo quando facciamo domande a cui non vuoi rispondere o iniziamo discorsi a cui non vuoi partecipare – Drakan pensa fra sé e sé, che anche se Rhea afferma di aver capito, in realtà non sta facendo nulla per dimostrarlo infatti sta iniziando uno di quei discorsi che danno fastidio anche a lei stessa... e si che solo il giorno prima aveva dichiarato che non gli avrebbe più rivolto la parola ignorandolo completamente.
– Drakan, sai, ti ammiro – l'espressione del ragazzo è stupita anche se continua a fingere di ignorare Rhea.
– Non perché sei una specie di assassino, o perché nessuno degli avversari che abbiamo incontrato ti ha mai messo seriamente in difficoltà… no, non per quello – specifica lei, lasciando Drakan ancora più stupito.
– Ti ammiro perché non hai ancora fatto una strage dei nostri compagni – spiega infine
– Capisco perché sei sempre così scontroso. Tutti mi fissano come se fossi una pazza, o una malata da accudire. Meno voglio parlare, più vengo tartassata di domande e sguardi. Mi chiedo, davvero, come tu abbia potuto sopportare tutto questo per così tanto tempo – Drakan spera che la ragazza si renda conto del controsenso che sta dicendo e continua ad ignorarla
– Non rispondi, ok, ti sto ancora infastidendo. Chiedo scusa, non sono nemmeno capace di rendermi conto di quanto io sia ridicola e incoerente col mio comportamento. Ma, ti prego, svelami come hai evitato una carneficina. Perché, ti giùro, un'altra giornata così ed io do di matto. E quello che ho fatto ai manichini lo ripeto sui nostri adorabili compagni di avventure – il tono di Rhea è glaciale e per nulla ironico.
– Sei la solita marmocchia infantile... è questo ne è un esempio. Non sei in grado di gestire la tua vita privata, non sei in grado di gestire i rapporti con i tuoi compagni... sei totalmente sconfusionata – sentenzia Drakan senza guardarla nemmeno negli occhi
– Dopo tutti questi insulti, però, non mi hai ancora risposto – replica lei, per nulla turbata dalle parole del ragazzo
– Quello che funziona per me non funziona per te... devi trovartelo da sola il modo. Prima di tutto però ti consiglio di cambiare la tua tendenza a scappare davanti ai problemi, ti rendi inaffidabile –
– E come seconda cosa? La fai facile, comunque, non scappare davanti ai problemi – una risatina isterica le gorgoglia in gola
– Per i miei standard, pensa, ho resistito anche troppo. Ma sono cose che non ti interessano, ed a me non va di parlarne. Quindi, per favore, continua coi consigli –
– Il resto ti verrà automatico appena imparerai a controllarti –
– Poniamo il caso che, per adesso, io abbia gravi difficoltà a controllare me stessa e le mie reazioni, mi terresti d'occhio tu? Pronto ad atterrarmi nel caso io decidessi di usare la spada contro gli altri Dragoni? –
– Ovviamente. Devo evitare che i dragoni muoiano e se per farlo devo atterrarne un'altro non mi faccio grossi problemi. Tieni presente però che non sarei clemente... ne io ne il dragone. Per ora ha scelto lui stesso di tornare nelle tue mani ma in futuro potrebbe non essere così –
– Che il dragone decida di restare con me, o no, non è una cosa che posso decidere io. Quindi è inutile che mi faccia problemi per questo, bene. Allora è deciso, farai da guardia del corpo agli altri, ed io dovrò solo imparare a controllarmi. Grazie Drakan, ora scusami, vado a fare un giro – dicendo così, l'alata fa per alzarsi ma si blocca all'istante, il suo dragone si é appena illuminato.
– Oh no, mi sta lasciando? – domanda terrorizzata ad alta voce
– No, anche il mio fa così – commenta Drakan non capendo.
– Lo zaino dell'uomo inizia a muoversi, lo spirito di luce vola fuori da esso e si illumina, come un fulmine si dirige verso la Rocca, senza pensarci due volte Drakan, seguito da Rhea, lo insegue correndo e nota che il dragone a sua volta sta inseguendo una ragazza che, carica di libri, sta per salire le scale del palazzo di corsa.
Nel frattempo i ragazzi stanno chiedendo informazioni ad Atlas riguardo al nuovo progetto, che sembra molto interessante, quando qualcuno bussa alla porta.
– Avanti – dice Atlas ad alta voce. La porta si apre e Zeph rimane allibito. Si tratta della ragazza con cui si é scontrato poco prima. Entrando e chiedendo il permesso, anche lei nota Zeph e i due si guardano, salutandosi col capo, entrambi molto sorpresi di ritrovarsi di nuovo.
– Vi conoscete? – chiede Leonard
– No...non proprio...non so neanche come si chiama – risponde lui a bassa voce
– Tu devi essere la ragazza del progetto, se non ricordo male ti chiami... – inizia Atlas avvicinandosi alla ragazza per presentarsi, ma interrotto bruscamente da Drakan che entra bruscamente dalla porta aperta, seguito da Rhea, mentre lo spirito di luce si posiziona davanti al viso della ragazza, che senza parole osserva la sfera luminosa, non capendo cosa stia succedendo.
A bocca aperta, come il resto dei presenti Atlas termina la sua frase col nome della ragazza
– ...Saphira! –
Zeph
Nella stanza di Atlas regna uno strano silenzio misto ad una punta di curiosità. Lo spirito di Luce è sospeso a mezzaria tra Atlas e la strana ragazza che egli ha detto chiamarsi Saphira. I ragazzi si guardano l’un l’altro non capendo cosa stia accadendo: perchè lo spirito di luce è tornato da Atlas quando l’alato l’ha volutamente rifiutato assieme all’incarico di dragone? Ma le persone più stupite sono proprio Atlas e Saphira che osservano incuriositi lo spirito fluttuare sopra di loro. E’ l’alato a rompere il silenzio
– Lo spirito di Luce... da quanto non lo vedevo... – il ragazzo fa per protendersi verso lo spirito ed afferrarlo ma esso fluttuando si posa nella mano che Saphira ha libera dai libri. La ragazza, già sorpresa dalla presenza di quegli strani guerrieri nell’alloggio di Atlas, vedendosi arrivare il mano quella sfera di luce, non capisce più cosa stia accadendo. Osserva dapprima lo strano oggetto, poi guarda ad uno ad uno i ragazzi in cerca di una spiegazione. Vede la faccia delusa di Atlas, che forse sperava di essere nuovamente scelto dalla sfera e di essere degno di quel ruolo; osserva i visi stupiti degli sconosciuti e quella atona di Drakan. Infine esasperata chiede
– Qualcuno potrebbe spiegarmi cosa sta succedendo qui? Cosa significa tutto questo? E soprattutto chi siete voi? – e subito dopo si rivolge ad Atlas – Se non sbaglio dovevamo incontrarci per discutere il progetto, ma non mi aspettavo che avresti invitato qualcun’altro... e poi questa cosa sarebbe? – esclama indicando la sfera che tiene ancora in mano.
Atlas, uscito dallo stato di trance in cui era caduto dopo non essere stato scelto, riprende il discorso che stava facendo prima dell’arrivo dello spirito, di Drakan e di Rhea
– Saphira questi sono i miei amici di cui ti ho già parlato... viaggiavo con loro prima di fermarmi qui a Kazas... – il ragazzo passa poi a presentare gli amici –... mi pare di capire che hai già incontrato Zeph, lui è di Xanto e il suo elemeto è il fuoco anche se ha “perso” il suo spirito... oh non preoccuparti dopo ti spiegheremo tutto riguardo a questo... – dice vedendo l’espressione interrogativa di Saphira –... lui invece è Leonard, un mezzo alato che possiede il dragone d’aria; lì invece ci sono Celine e Shana che lavorano per i rispettivi sovrani di Bale e Flezt e posseggono i dragoni di terra e del non elemento. I due che sono appena entrati sono invece Drakan, con lo spirito d’oscurità e Rhea, con lo spirito d’acqua, una mia grande amica. – conclude Atlas meritandosi un’occhiattaccia da parte di Rhea che evidentemente ce l’ha ancora con lui – Non ti devi preoccupare per la loro presenza qui... sono tutti degni di fiducia... – aggiunge infine l’alato.
Zeph a quel punto interviene – Quindi, se non ho capito male da Atlas, tu ti chiami... ehm... Saphira... giusto? – dice con uno strano tono imbarazzato e arrossendo anche un po’. Shana e Celine, accortesi dell’imbarazzo dell’amico, ridachiano e si danno di gomito confabulando tra loro meritandosi così uno sguardo in cagnesco da Zeph. E’ Leonard che salva l’amico
– Quindi Saphira sarebbe il nuovo dragone di luce! Benvenuta nel gruppo! – afferma riportando l’attenzione di tutti sulla scelta dello spirito.
– Cos’è il dragone di luce? E soprattutto cos’è questo “spirito” di cui parlate tanto? – Saphira sembra impaziente di sapere di cosa parlano i ragazzi. E’ Drakan che spazientito prende la parola e le dà il diario per permetterle di ottenere le spiegazioni che cerca, anche perchè sinceramente è stufo di perdere tempo e stare con le mani in mano. Durante la lettura del diario Saphira cambia spesso espressione: a volte sembra preoccupata, altre volte solo interessata. Finito il diario la ragazza si rivolge al gruppo e con viso rassegnato afferma
– Sospettavo ci fosse qualcosa che non andava... – i ragazzi la guardano stupiti mentre lei prosegue –... vedete ero venuta qui per chiedere una supervisione magica ad Atlas sul mio progetto... per caso vi ha già accennato lui qualcosa? – i ragazzi annuiscono – Ho viaggiato molto e scopo dei miei viaggi è la scienza erborista. Miravo, prima di incontrare il mio maestro e supervisore Ckreuzs, a conoscere e catalogare tutte le piante esistenti e le loro proprietà oficinali o i loro altri impieghi. – la ragazza osserva un attimo Atlas e poi continua – Ho intrapreso, come responsabile con la supervisione del capo dell’università e della ricerca nonchè mio maestro Ckreuzs, questo progetto che mira ad unire la mia conoscenza - e del mio popolo - delle erbe medicinali, alla magia di guarigione degli alati... per questo mi sono rivolta ad Atlas. –
– E’ un lavoro molto interessante... molto originale, non mi è mai capitato di sentire di interazioni tra disciplime magiche e non magiche, com’è che ti è venuto in mente di intraprendere una ricerca del genere? – le domanda Rhea sollevata di non essere più al centro dell’attenzione del gruppo con il suo stato d’animo grazie all’entrata in scena di Saphira.
– Beh, principalmente sono stati dei fatti accaduti in passato a spingermi su questa strada... ma il posto di ricercatrice qui a Kazas mi è stato offerto da Ckreuzs a cui sono molto legata perchè... beh...ehm... diciamo che è un amico di famiglia. – le risponde Saphira un po’ in difficoltà cercando di eludere in parte la domanda.
– Ma allora anche tu come me e Shana hai ricevuto un’istruzione particolare... sai noi siamo state cresciute alle corti reali dei sovrani per cui lavoriamo – afferma Celine contenta di aver trovato una nuova amica visto che ultimamente Rhea sembra ignorare sia lei che Shana non fidandosi più di loro.
– A dir la verità ho avuto un paio di maestri ma mi hanno seguita per neanche due anni... la maggiro parte delle conoscenze che ho aquisite viaggiando da sola... – puntualizza Saphira.
– Hai viaggiato sempre da sola?! – chiede stupita Shana – E’ strano che qualcuno viaggi così a lungo senza compagnia... e per le conoscenze che sembri dimostrare devi anche avere molta voltonta per applicarti così tanto senza un istruttore che ti segua costantemente... – osserva la ragazza un po’ dubbiosa con un po’ di ammirazione.
Saphira, un po’ infastidita dalle domande così personali che i ragazzi, che ancora non conosce bene, le fanno, diventa più scostante e diffidente
– Se hai le motivazioni giuste puoi fare qualunque cosa... – ribatte secca
– Non preoccuparti Saphira, le ragazze vogliono solo conoscerti un po’ meglio... – spiega Zeph vedendo Saphira chiudersi a riccio – Tornando al tuo lavoro... se sei un’erborista perchè giri sempre di corsa con tutti quei libri? – Chiede curioso Zeph cercando di ottenere la fiducia della ragazza
– Beh inanzitutto Saphira, oltre al lavoro pratico nelle foreste e nelle cliniche al fianco dei curatori, ha svolto e svolge tuttora un costante lavoro di studio e aggiornamento di tutte le librerie e biblioteche che ha a disposizione... sembra abbia un vero talento per questi compiti... – spiega Atlas al posto di Saphira guardandola e sorridendo mentre lei distoglie lo sguardo perchè lusingata e in imbarazzo –... inoltre al momento sta organizzando i preparativi per la fase iniziale del progetto di cui è responsabile che è appena stato avviato – la ragazza annuisce
– Infatti io e i miei collaboratori ci occuperemo ciascuno di una precisa zona di Endiness dove vivremo per il tempo necessario a censire, catalogare e raccogliere tutte le piante esistenti. – la ragazza continua la sua spiegazione con la stessa espressione preoccupata di quando leggeva il diario – Dalle osservazioni preliminari che abbiamo eseguito ho notato delle anomalie. Circa tre anni fa, durante i miei primi viaggi, tutte le specie avevano un’aspetto vivo, l’energia vitale che le animava era diversa da quella che possiedono oggi. Da questo ho capito che nella natura l’equilibrio non è più lo stesso, ma solo ora ne comprendo il motivo! – confessa la ragazza con tono grave.
Nella stanza cade nuovamente il silenzio carico di aspettative nei confronti di Saphira. A rompere il silenzio è Drakan che spazientito esclama
– Quindi cos’hai deciso? Ti unisci al gruppo e vieni con noi dragoni? Ora hai delle responsabilità... lo spirito ti ha scelto... –
Sembra quasi che Saphira abbia cominciato a considerare questa possibilità solo alla domanda dell’uomo perchè assume un’aria pensierosa. Alla fine comunica la sua decisione
– Ragazzi mi dispiace davvero molto, ma questo è il progetto che sogno da tutta la vita e non mi sento proprio di abbandonarlo! – queste parole sconvolgono il gruppo. I ragazzi cominciano subito ad obbiettare per la decisione di Saphira parlandosi uno sull’altro e creando un enorme confusione. Saphira, Atlas, Drakan e Rhea rimangono invece in silenzio.
– BASTA! – intima ad un certo punto Saphira esasperata dalle patetiche scuse dei ragazzi che cercano di convincerla ad unirsi al gruppo. Nell’attimo di sgomento che segue è Atlas, che fino ad allora è rimasto pensieroso, a proporre una soluzione
– Saphira ascolta... so quanto tieni a questo progetto e quanta passione tu ci abbia messo sinora ma ti assicuro che ciò che fanno i ragazzi e ciò che intraprenderanno è molto importante e fondamentale per la vita di tutti noi... io stesso sono stato dragone... e purtroppo non ne ero all’altezza... – Atlas guarda Saphira con aria amareggiata –... quindi c’è un motivo preciso per il quale lo spirito ti ha scelto... e ciò comporta delle responsabilità... pensaci bene prima di rifiutare... – continua con tono grave –... inoltre non occorre che abbandoni il tuo progetto... hai detto di aver ripartito Endiness in zone da censire no? Puoi affidare le tua zona ad un altro supervisore e continuare comunque ad essere la responsabile! – conclude l’alato con tono fiducioso.
A quel pensiero Saphira torna a riflettere. A farle decidere di unirsi al gruppo è Zeph
– C’è anche un altro aspetto da considerare: restando con noi viaggeresti molto e mi è parso di capire che la cosa ti piaccia. Inoltre viaggiando potresti comunque rimanere in contatto con i tuoi collaboratori e, cosa più interessante, potresti fare un sacco di esperienze diverse utili per il tuo lavoro! – la ragazza rimane molto colpita dal discorso di Zeph e dall’attenzione che il ragazzo ha per quello che sta facendo e forse la possibilità di una nuova avventura, in gruppo per di più, la incuriosisce molto. Così infine conclude
– Ok facciamo così: datemi tempo fino a stasera per sistemare il progetto e per vedere se la cosa è fattibile! Ci troviamo stasera per cena negli alloggi dei ricercatori dell’università – poi si rivolge ad Atlas – Li puoi accompagnare tu? Anche perchè vorrei presentarvi tutti a Ckreuzs, sia per conivolgere te nel progetto per la parte magica, sia per fargli conoscere voi e far si che non mi consideri matta dopo avergli raccontato tutta la storia! Tu Atlas farai capo a lui d’ora in poi visto che io non ci sarò! – conclude Saphira stanca per tutte quelle novità e per il peso di tutto il lavoro degli ultimi giorni. Drakan, brusco come al solito, interviene
– Meno persone sanno di noi e di ciò che facciamo e meglio è! Non siamo un fenomeno da baraccone! –
– Non so chi tu sia, non ti conosco e non posso pronunciarmi su di te... ma neanche tu puoi giudicare chi io sia o chi siano le persone che mi circondano... – dice Saphira con tono calmo ma risoluto –... io mi fido di Ckreuzs, è stato il mio maestro, forse tu non hai altrettanta fortuna nel fidarti delle persone che ti stanno intorno... – aggiunge con tono più sarcastico sostenendo lo sguardo fisso di Drakan –... e comunque Ckreuzs è una persona che sa mantenere il riserbo... non per niente è il direttore non solo dell’università, ma anche della sezione ricerca. Solo chi vi lavora sa cosa vi avviene! – Drakan indifferente asserisce
– Comunque sia non abbiamo tempo da perdere! Come sai già non stiamo giocando... ci sono cose ben più importanti del raccogliere erbe e fiori! – Zeph interviene a difesa di Saphira
– Drakan per caso il diario ha dato segni di vita? –
– No, non ancora – sbuffa scocciato l’uomo
– Bene allora penso che potremmo aspettare che UN DRAGONE si prepari a lasciare la sua casa per un viaggio in cui non si sa cosa ci aspetta!?? – commenta sarcastico Zeph. Drakan non risponde e scocciato esce e se ne va per un altro dei suoi giri solitari. Celine e Shana rassicurano Saphira
– Non farci caso, Drakan è sempre così! – commenta Celine
– Si anche se non dovrebbe visto che siamo tutti parte di un gruppo... non ha capito proprio niente del discorso che gli abbiamo fatto ieri! Comunque sai il fatto tuo... non è facile trattare con Drakan. – afferma Shana contrariata dal comportamento del compagno d’armi
– Beh lui sicuramente avrà i suoi motivi per comportarsi così e il suo carattere sicuramente ha un motivo per essere quello che è... solo non permetto a nessuno, solo perchè pensa di essere migliore o più importante di me, di criticarmi o giudicarmi senza nemmeno conoscermi... io ho la mia storia come lui ha la sua... – ribatte Saphira con noncuranza mentre raccoglie i libri che aveva precedentemente posato sul tavolo.
– Non l’avevo mai considerata da questo punto di vista... Drakan è così scostante, irritante e privo di tatto che non si ha tempo di pensare del perchè si comporti così o perchè abbia quel carattere... – osserva Shana
– Beh direi che a questo punto potremmo avviarci... credo che Saphira abbia un sacco di cose da fare per prepararsi al viaggio e anche noi potremmo fare un salto all’armeria e alla taverna... non so voi ma io ho fame... oggi non abbiamo ancora pranzato. – propone Zeph. Così i ragazzi si avviano, escono dall’alloggio di Atlas, Saphira si congeda da loro e si allontana verso l’università con il suo solito passo fermo ma tranquillo, il gruppo invece si sofferma un attimo per decidere cosa fare.
– Allora dove andiamo a mangiare? Comincio ad avere fame anch’io – chiede Rhea sperando di non attirare troppo l’attenzione degli amici
– Allora ti degni ancora di parlare con le tue “amiche” – le risponde Celine un po’ arrabbiata
– Sentite ragazze, è un brutto momento per me penso lo capiate da sole... ho bisogno di essere lasciata in pace senza di persone che continuano a sondare il mio umore e cercare di farmi stare come non voglio stare! – esclama l’alata esasperata dall’attegiamento degli degli amici che non comprendono le sue ragioni
– Ascolta Rhea, noi non ti vogliamo assillare con le nostre domande, solamente credavamo di essere tue amiche e se lo siamo ancora vorremmo aiutarti nei momenti difficili così come ti siamo vicine nella gioia di tutti i giorni. Ma ora sembra che tu abbia eretto un muro tra noi e per questo non riusciamo più a capirci – Shana cerca in questo modo di abbattere quel muro che sembra gravare da qualche giorno sul gruppo
– No ragazze non è così... vi considero ancora mie amiche solo... ho bisogno di chiarirmi un po’ le idee per conto mio... dovete lasciarmi solo un po’ di spazio ok? – conclude Rhea stanca di dover sempre giustificare il proprio comportamento. Shana allora conclude rassegnata
– Beh se tutti siamo daccordo possiamo per prima cosa andare a pranzare alla taverna e poi fare un giro per negozi, che ne dite? – propone Shana concludendo il discorso con Rhea visto l’aria che tira
– Per me va benissimo... anzi avevo giusto pensato di passare all’emporio per rifornirci di provviste ed eventuali pozioni che potrebbero servirci durante il viaggio – concorda Leonard cercando negli zaini e facendo l’inventario di ciò che manca
– Io dopo devo passare anche all’armeria. Voglio far saggiare l’equilibrio dell’arco e acquistare qualche altra freccia: non vorrei rimanere senza durante un combattimento – ricorda Zeph per chiarire le proprie intenzioni per il resto del pomeriggio
– Beh allora intanto andiamo a mangiare – conclude Celine a cui comincia a brontolare rumorosamente lo stomaco
Il gruppo si dirige così alla taverna che, essendo tardi per il pranzo, è praticamente vuota. Mentre pranzano i ragazzi asprimono le loro impressioni su Saphira... per altro non molto positive escludendo Zeph che sembra avere una strana considerazione per la ragazza appena incontrata, o meglio, con cui si è scontrato
– A me non ha fatto una granchè bella impressione se devo essere sincera... – Celine esprime sinceramente il suo giudizio spiegando le sue motivazioni –... è troppo diretta, troppo schietta... potrebbe diventare un altro motivo di tensione all’interno del gruppo... già ce ne sono troppi – spiega guardando di sfuggita Rhea
– Beh riguardo il suo carattere hai ragione ma penso potrebbe invece farci bene la sua presenza, potrebbe portare novità e soprattutto chiarezza... cosa di cui abbiamo tutti molto bisogno ultimamente – asserisce Shana dopo aver ripensato all’incontro con la ragazza
– Secondo me la conosciamo ancora troppo poco per poter esprimere un’opinione precisa non credete? Ha parlato solamente del suo lavoro... – commenta giustamente Leonard
– Si ma ne ha parlato come se fosse la cosa più importante della sua vita... Non vi sembra quantomeno triste? – osserva poco simpaticamente Celine. A quel punto Zeph non ce la fa più
– Secondo me semplicemente non ci conosce. Si è ritrovata in una situazione che non capisce, di fronte a persone che non conosce, a dover prendere una decisione che forse cambierà la sua vita, mi sembra quantomeno normale che abbia reagito così non vi pare? – esclama infervorato Zeph, forse anche un po’ troppo, attirando così la curiosità degli amici
– Senti, senti come si scalda il nostro Zeph... secondo me ha battuto la testa quando si è scontrato con Saphira – lo prende in giro scherzosamente Leonard
– Non è così. Solo non mi andava di sentirvi parlare così di una persona che ancora non conosciamo – risponde più calmo il ragazzo dopo essersi ripreso
– Ragazzi che ne dite se mangiamo? Stanno arrivando i piatti... – Rhea interviene pur controvoglia per cambiare discorso che sta diventando imbarazzante per Zeph. Il resto del pranzo trascorre tranquillamente. I ragazzi parlano del più e del meno fino a quando, terminato di mangiare. Si dirigono, i ragazzi all’armeria e all’emporio, Zeph per acquistare delle frecce e Leonard per procurarsi provviste e pozioni, mentre la ragazze ammirano i gioielli nel negozio del miglior orafo di Kazas naturalmente sognando perchè non possono permettersi di comprare tali meraviglie. Il resto del pomeriggio passa molto velocemente tra i vari negozi di Kazas e, all’ora prestabilità, i ragazzi si incontrano con Atlas davanti al suo alloggio
– Ciao ragazzi siete giusto in tempo per la cena... andiamo a casa di Saphira a mangiare – Atlas informa gli amici del programma per la serata
– Mangiamo a casa sua? E’ chi cucina lei? – chiede stupita Celine
– Si sai lei, dovendosi sempre arrangiare, è diventata un’ottima cuoca... – conclude Atlas prima di avviarsi verso gli alloggi dei ricercatori. Appena arrivati davanti a casa di Saphira sentono delle voci molto allegre che ridono così si decidono finalmente a bussare...
Qualche ora prima...
Mentre lo strano gruppo si dirige verso la locanda per pranzare, Saphira con passo affrettato si dirige al reparto ricerche, risevato solo agli esperti. Sa benissimo dove trovare Ckreuzs, quello che non sa è come convincerlo del suo nuovo proposito, certo dovrebbe trascurare un po’ il lavoro... ma non è ormai giunta l’ora di potersi prendere un po’ di tempo per se stessa per i suoi desideri? Non solo quelli dettati dagli eventi tragici ma anche quelli portati da novità interessanti... e ora i suoi desideri sembrano portarla verso quello strano ed eterogeneo gruppo di ragazzi. Le tornano in mente quelle diverse personalità e ripensandoci rimane colpita... dalla loro sincerità, dalla fiducia che provano l’un per l’altro, escludendo forse Drakan che sembra un po’ tagliato fuori, ma soprattutto è colpita dall’affetto e dalla determinazione che hanno dimostrato nel volerla con loro.
Ad entusiasmarla per questa nuova avventura è forse proprio la possibilità di unirsi e far parte di un gruppo, cosa completamente nuova per lei al di fuori della sua squadra di lavoro: è sempre stata un tipo solitario e a volte anche un po’ scontroso. E’ infine le viene in mente quel buffo ragazzo con il quale si è scontrata e che poi ha scoperto chiamarsi Zeph... le fa tenerezza e a ripensarci è anche carino.... Il flusso dei suoi pensieri viene interrotto dalla voce di Ckreuzs. Sovrapensiero Saphira non si era accorta di essere arrivata al laboratorio di ricerca della Squadra dell’Acqua dove quel pomeriggio Ckreuzs era impegnato per un collaudo
– Saphira che ci fai qui? Non dovresti essere da Atlas a presentargli il progetto? Non dirmi che hai già finito o peggio... che ti ha detto di no? – commenta preoccupato il maestro
– No non è per questo che sono tornata. Atlas ha accettato il ruolo che avevamo pensato per lui... sono venuta per chiederti se c’è la possibilità di modificare un po’ il progetto... – la ragazza fa una piccola pausa prima di sparare fuori tutto d’un fiato le novità – ecco... ho detto ad Atlas che dovrà fare capo a te perchè io non sarò presente per il progetto: parto con un gruppo di amici perchè uno spirito mi ha scelto e devo assolvere alla mia funzione di Dragone! – dopo aver confessato il tutto la ragazza aspetta le obbiezioni e la sfuriata del maestro che arriva puntualmente. Ckreuzs comincia a sbraitare, gesticolare e girovagare nervosamente per la stanza di ricerca rischaindo di rovesciare sostanze o far cadere i ricercatori con pericolo per tutti loro e per mesi di lavoro: non si sa cosa lui sceglierebbe tra i due, forse non compromettere la ricerca piuttosto che salvare i suoi collaboratori. La scena, come al soltio risulta estremamente comica e Saphira non riesce a trattenersi dal ridere. Non appena Ckreuzs vede la sua amatissima allieva ridere a crepapelle si calma e riflettendo a mente fredda si oppone alla decisione di Saphira
– Ascolta, capisco che tu possa desiderare qualcos’altro rispetto al solito lavoro... che tu desideri una vita tua, degli spazi in cui dedicarti a te stessa. Mi sono sempre chiesto perchè una ragazza giovane e bella come te sia sempre stata interessata solo e solamente al proprio compito... mi sembrava innaturale... ma ora non puoi lasciare quello per cui ti sei prodigata finora. Vuoi gettare tutto al vento? E per cosa poi? Per seguire questi “Dragoni”... ne ho sentito parlare vagamente: sembra siano dei guerrieri che viaggiano aiutando chi trovano sul loro cammino... non ti sembrano sprecate le tue capacità per questa cosa? Forse hai solo voglia di un periodo di pausa... vuoi delle ferie?... – Ckreuzs riversa questo fiume di parole e pensieri fino a che Saphira non lo interrompe e, con ancora il sorriso sulle labbra, gli spiega il motivo della sua decisione
– Ckreuzs, non preoccuparti per me. Riguardo a quello che ho fatto finora era mio desiderio percorrere la mia strada anche se per qusto magari ho sacrificato cose che ancora non conosco... non fraintendere le mie intenzioni... non volgio gettare al vento tutto il lavoro fatto... continuerò a seguire il progetto anche se in modo diverso da come avevamo previsto... e poi io ho sempre seguito i miei desideri, ora questi mi spingono a seguire i dragoni che ti assicuro hanno una missione da compiere molto più importante e complessa di quella che pensi tu... e chissà che non trovi quello che non ho vissuto finora – conclude la ragazza con tono affettuoso e un po’ birichino
– Se questo è davvero quello che vuoi allora accetto la tua decisione ma rimango comunque scettico sul fatto di essere un “dragone” – conclude rassegnato Ckreuzs facendo una smorfia che vorrebbe imitare un drago. Saphira divertita ricomincia a ridere mentre entrambi si avviano verso il suo ufficio per definire i cambiamenti da apportare al progetto. I ricercatori che hanno assistito alla scena rimangono a porre rimedi causati dalla sfuriata del responsabile. Nessuno ha dubbi: quei due hanno proprio un rapporto speciale. Conclusa la ridefinizione del progetto Saphira comunica al suo maestro l’intenzione di presentargli i ragazzi e Atlas
– Ckreuzs ho organizzato una cena per stasera, cucino io ti va di venire? – lo informa con furbizia
– Beh se cucini tu come posso dirti di no? – le risponde soddisfatto del programma
– Allora ci vediamo tra un’ora a casa mia e miraccomando: puntuale – dice Saphira uscendo dal’ufficio mentre e poi continua – A proposito ci saranno anche Atlas e i “dragoni”... e non puoi mancare: sai che ne rimmarei delusa – conclude ridedo maliziosa costringendolo così a conoscere i suoi nuovi amici
– Mi ha incastrato un’altra volta... – commenta tra se e se Ckreuzs mentre Saphira è ormai lontana con tutta la sua allegria. Trascorsa un’ora il maestro bussa malvolentieri alla porta di Saphira un po’ agitato per l’incontro non desiderato con i nuovi amici di lei. Soprendentemente però nessuno è ancora arrivato così aiuta Saphira a terminare i preparativi per la cena e lei, mentre chiacchera con lui, voltata dall’altra parte si scapiglia i capelli e girandosi all’improvviso fa una pazza imitazione della sfuriata che Ckreuzs ha fatto nel pomeriggio. Entrambi scoppiano di nuovo a ridere e proprio in quel momento bussano alla porta. Sono i ragazzi giusto in tempo per la cena...
... entrando si accorgono che Saphira e un uomo che non conoscono parlano allegramente. Stanno finendo di preparare la cena. Appena vedono il gruppo l’atmosfera così allegra si smorza leggermente e Saphira da il benvenuto ai nuovi amici presentando anche l’uomo
– Salve ragazzi avete trascorso bene il pomeriggio? Mi devo scusare con voi per il mio comportamento di questo pomeriggio... – dice la ragazza mentre Zeph guarda gli amici con occhi allusivi –... non mi sentivo a mio agio: vedere degli sconosciuti arrivare qui, darmi un sacco di informazioni su cose strane e sconosciute e per di più sentirmi dire cosa devo fare o con chi devo parlare... è stato davvero troppo... a proposito questo è il mio maestro Ckreuzs – aggiunge mentre si volta verso lo sconosciuto – gli ho già parlato della vostra... cioè della nostra missione... sembra che potrò unirmi a voi... – conclude sorridendo e aspettando le reazioni dei ragazzi
– Salve ragazzi – Ckreuzs saluta malvolentieri il gruppo e poi si rivolge ad Atlas – e tu devi essere Atlas! Ti ho intravisto un paio di volte in giro per Kazas, per questo ti ho riconosciuto. Sono felice che tu abbia accettato il ruolo che ti abbiamo proposto all’interno del progetto. Con il tuo aiuto faremo molti progressi... saremmo messi meglio se qualcuno non avesse deciso di partire per chissà dove... – aggiunge guardando di sottecchi Saphira
– Avanti Ckreuzs... non sparisco mica... semplicemente ho deciso di ampliare un po’ il mio lavoro! Conosco le mie possibilità e so di potercela fare tranquillamente! E poi ne abbiamo già parlato! Il discorso è chiuso! Siamo qui per cenare tranquillamente o no?– chiede rivolta al gruppo non lasciando altro spazio per quella discussione
Detto questo tutti si mettono a tavola e assaggiano la cucina di Saphira. Rimangono tutti sorpresi dalle specialità soprattutto Celine e Shana
– Saphira è tutto buonissimo. Anche a me piace molto cucinare ma in viaggio non riesco mai a preparare piatti così elaborati. – si lamenta Celine un po’ delusa
– Allora vorrà dire che cucineremo insieme d’ora in poi... sono curiosa di sapere quali sono i tuoi piatti forti. – le risponde Saphira cercando di tirarle su il morale
– Sentile come chiaccherano... è bello fermarsi in città ogni tanto, abbiamo bisogno di un po’ di serenità soprattutto in momenti come questo – commenta Leonard rivolto a Zeph che però sembra un po’ imbambolato, in compenso gli risponde Drakan
– Non abituartici troppo a questa tranquillità. Non appena il diario ci darà qualche indicazione riprenderemo il viaggio. – commenta secco. Nel frattempo il discorso tra le ragazze continua e interviene anche Ckreuzs
–... Saphira è straordinaria, non appena la conoscerete meglio lo capirete anche voi... – dice sorridendo e osservando affettuosamente la ragazza –... e io sono contento di aver conosciuto voi. Inizialmente non mi sebravate granchè perchè mi stavate portando via Saphira, le avevo persino detto di non partire, ma ora devo dire che mi state simpatici. – conclude sorridendo forse anche un po’ brillo ma l’aria allegra è spezzata dallo strano malumore di Zeph
– Ma chi sei tu per poter dire cosa fare alle persone? Penso che Saphira se la sappia cavare bene anche da sola o no? – esclama maledutato
– Zeph! Ti pare il caso di rivolgerti così a una persona che ci ha appena fatto un complimento, che ricopre un ruolo così importante e soprattutto che è così importante per Saphira? – lo rimprovera Shana
– Ah è importante per Saphira?!? – ribatte quasi urlando Zeph
– Si è importante per me! – interviene calma Saphira – E’ il mio maestro, una delle poche persone che mi sta vicino, mi sostiene e mi vuole bene. E vi sarei grata se smetteste di parlare come se io non ci fossi – conclude stanca per la giornata pesante
– Ragazzi forse è il caso che ci avviamo alla taverna a prendere delle camere per la notte... – Rhea consiglia tra le righe di togliere il disturbo vista l’atmosfera pesante che si è creata. Zeph sembra imbarazzato e mortificato per la scenata appena fatta, il resto del gruppo si sente di troppo in casa di Saphira che alla fine non conoscono neanche troppo bene, soprattutto dopo l’accaduto. La ragazza e anche Ckreuzs daltronde non sanno cosa dire. L’unico a rimanere indifferente è Drakan che finisce di mangiare e si alza tranquillamente ignorando ciò che lo circonda. Il gruppo sta per uscire quando Saphira esclama con tono risoluto
– Dove pensate di andare? – chiede sorridendo con aria maliziosa – non penserete davvero che vi lasci alloggiare alla locanda finchè resterete qui a Kazas!? Siete i miei compagni di viaggio d’ora in poi. Ho un paio di stanze di sopra. Le ragazze potranno dormire in una camera mentre i ragazzi nell’altra. – conclude facendo loro strada verso le camere. La giornata è stata faticosa per tutti: per Saphira che ha appreso anche troppe novità e per i ragazzi che sono reduci dal viaggio del pomeriggio così decidono di andare a dormire. Prima di ritirarsi nelle reciproche stanze Saphira da la buonanotte
– Spero starete bene qui a Kazas e soprattutto qui a casa mia. Finchè il diario non ci indicherà dove andare potremmo stare qui, così potrò sistemare bene tutto prima di partire. E spero staremo bene insieme. Buonanotte! – conclude sorridendo. A quelle parole l’unico a commentare sottovoce è Drakan
– Speriamo che il diario ci indichi qualcosa al più presto! – con queste ultime parole si chiude la giornata così impegnativa per tutti.
La mattina seguente Zeph, svegliatosi di buonora, decide di scendere per colazione lasciando gli amici a dormire data l’ora mattiniera. Nota però che Drakan non è più nel suo letto: il ragazzo si chiede dove possa andare e cosa faccia in giro a quell’ora del mattino. Appena arrivato al pianterreno trova Saphira che sta preparando la colazione e, ancora imbarazzato per la scenata della sera prima rompe il silenzio e la saluta
– Buongiorno Saphira! Come hai passato la notte? – a quelle parole la ragazza fa un salto per la sorpresa
– AHHH! – urla voltandosi presa alla sprovvista –... ah sei tu Zeph... mi hai fatto prendere uno spavento... ero sovrapensiero... – spiega Saphira non accorgendosi della faccia amareggiata del ragazzo
– Mi dispiace di averti spaventato... vado su a chiamare gli altri... – si scusa Zeph
– Lasciali pure dormire... si sveglieranno da soli, tanto la colazione non è ancora pronta... – lo ferma Saphira che evidentemente ha piacere di parlare con lui anzichè rimanere sola e poi aggiunge –... ieri ero concentrata su come sistemare le cose per la mia partenza così non ho dato peso al fatto più importante: lo spirito mi ha scelto e ora io sono un dragone... prima stavo riflettendo su questo... cosa significa essere un dragone? Cosa possiamo fare con questi spiriti... l’ho letto in parte sul diario ma le mie domande sono rivolte all’aspetto pratico della cosa... mi puoi dare le risposte che cerco – chiede speranzosa la ragazza a Zeph che, inizialmente fiero di quell’inaspettata attenzione, ricordatosi di non avere più lo spirito assume un’espressione sconsolata e scuote la testa
– Mi dispiace tanto Saphira... vorrei tanto darti le risposte che cerchi ma lo spirito mi è stato rubato e quindi non potrei ne farti vedere come traformarti, ne combattere con te – dichiara deluso volgendo lo sguardo sulla ragazza che però non sembra delusa ma anzi dopo un breve riflessione suggerisce
– Beh tu sei stato un dragone no? – chiede mentre il ragazzo annuisce – allora finchè non si alzano gli altri che mi possono insegnare la trasformazione puoi dirmi tutto ciò che può servirmi – afferma sicura guardandolo speranzosa
– In effetti potrei farti acquisire dimestichezza con il tuo elemento come ha fatto Rhea con me la prima volta che ebbi lo spirito... – dice dopo una breve riflessione continuando poi con la spiegazione pratica –... ora chiudi gli occhi e pensa intensamente al tuo elemento, concentrati su di esso e immagina di averlo tra le tue mani – spiega osservando la ragazza concentrato mentre lei esegue attentamente le sue istruzioni. Inizialmente Saphira sembra rilassata, poi con il passare del tempo, non succedendo niente, il suo viso si corrucia sempre più fino ad avere una smorfia da sforzo che risulta essere molto comica. A quella vista Zeph inizialmente cerca di trattenersi e non ridere ma poi scoppia in una risata incontrollata. Saphira sentendolo apre gli occhi e, vedendo il ragazzo ridere a crepapelle, si toglie il grembiule che stava usando per cucinare glielo tira in facia uscendo poi repentinamente da casa molto arrabbiata. A quell’inaspettata reazione Zeph si calma e si chiede perchè mai Saphira abbia reagito così... in fondo stava cercando di aiutarla a prendere dimestichezza con il suo elemento. Decide così di seguirla nel cortile dove la ragazza è di nuovo concentrata nell’intento di far scaturire il proprio elemento dalle mani. Appena avverte la presenza di Zeph però si interrompe e gli si rivolge sgarbatamente
– Lasciami sola... non ho più bisogno dei tuoi consigli! Ho già capito tutto... ora devo solo fare un po’ di pratica e la tua presenza mi mette a disagio. Non sono mai stata brava con la magia... se poi ci sei anche tu a distrarmi non ce la farò mai a richiamare il mio elemento! – esclama Saphira tutto d’un fiato molto irritata, agitata e affaticata per lo sforzo e soprattutto ancora arrabbiata. Zeph rimane sorpreso da quelle parole che rivelano molto di più di ciò che la ragazza in realtà vuole dire così, molto curioso, decide di stuzzicarla un po’
– Allora hai già avuto a che fare con la magia!?? – chiede stupito per poi continuare – Ma solo gli alati possono utilizzare la magia senza il supporto di incantesimi acquistati agli empori... questo significa che tu dovresti essere alata... ma non hai i lineamenti e le caratterisatiche fisiche degli alati... cosa... cosa sei? – chiede rendendosi conto di quanto poco sa su quella strana ma afascinante ragazza. Poi, stranito dall’effetto che sembra provocare su Saphira, aggiunge – E come mai ti metto a disagio? Perchè ti sei arrabbiata? Non riesco a capirti sei così... così... non saprei come definirti... mi rattrista constatarlo ma non ti conosco ancora e tu sembri ancora solitaria... sei parte del nostro gruppo ora e vorremmo accoglierti come una di noi... non erigere un muro di indifferenza e sfiducia come ha fatto Drakan... non so perchè ma a te ci tengo... pur essendo ancora una sconosciuta... a te ci tengo – dice stranamente confidando le proprie sensazioni –... comunque se ti do fastidio vado a fare colazione... anzi faccio di meglio: ti vado a chiamare Atlas, lui sicuramente ti potrà aiutare più di me visto che conosce bene la magia e soprattutto visto che ha già avuto lo spirito di luce... – conclude amaro il ragazzo con un’espressione che suscita in Saphira tristezza e senso di colpa che fanno crescere in lei un enorme tenerezza. Queste sensazioni molto strane per lei, nuove e incomprensibili la spingono a fermare il ragazzo che si sta allontanando, lo rincorre brevemente e lo blocca per un braccio con fermezza ma anche con estrema dolcezza. Zeph si volta e i due si guardano intensamente, c’è una strana atmosfera che viene interrotta dall’arrivo del resto del gruppo nel cortile.
–... io sono quello che vedi... quello che senti... mi sentivo a disagio, ero arrabbiata perchè mi hai derisa... sono molto orgogliosa e molto permalosa... ma la tua presenza non mi da fastidio... anzi... – sussurra Saphira all’orecchio di Zeph prima di scostarsi da lui all’improvviso arrivo dei ragazzi
– Che combinate voi due? Che segreti avete per confabulare così stretto stretto? – si intromette Celine interpellandoli e sorridendo maliziosa
– Niente... niente... stavo solo spiegando a Saphira come poter richiamare il suo elemento dallo spirito... ma mi sa che come insegnante sono negato, meglio che prosegui tu Atlas. Sicuramente le sarai più utile di me... Ah, ah, ah... ah....... ah... – spiega subito Zeph mettendosi a ridere e giustificandosi con aria imbarazzata a causa delle parole e della vicinanza inaspettata con Saphira. Il suo atteggiamento risulta quantomeno ridicolo: sembra un bambino sciocco preso con le mani nella marmellata e Shana lo punge sul vivo
– Una lezione di magia eh? A me più che altro sembra un incontro romantico nella brezza fresca del mattino – afferma mimando dei movimenti eleganti e romantici mentre guarda i due con uno sguardo più malizioso di Celine. E a peggiorare la situazione ci si mette anche Leonard
– E bravo il nostro Zeph... ti stai svegliando un po’ alla volta! Adesso ti trovi la fidanzata, il prossimo passo sarà recuperare il dragone – lo canzona l’amico simpaticamente. Zeph però sembra averlo già recuperato lo spirito perchè diventa rosso fuoco fino alla punta delle orecchie. Rhea, che fino a quel momento è rimasta in silenzio come troppo spesso negli ultimi giorni, capendo l’imbarazzo del compagno visto che anche lei si è ritrovata in una situazione simile, interviene
– Ragazzi se hanno detto che si stavano allenando così sarà non credete? Anzichè prenderli in giro dovremmo prendere esempio ed allenarci tutti insieme visto che abbiamo sia lo spazio disponibile sia il tempo a disposizione – conclude riportando a tutti alla mente che non stanno facendo un viaggio di piacere, anche se negli ultimi giorni è sembrato tale
– Finalmente sento qualcosa di sensato e maturo uscire dalla tua bocca! E finalmente in questo gruppo c’è una proposta per sfruttare il tempo in modo proficuo! – asserisce soddisfatto Drakan che, appena rientrato da una delle sue “passeggiate “ solitarie, irrompe nel cortile
– Ragazzi in cucina c’è ancora la colazione... a stomaco pieno sicuramente l’allenamento sarà più proficuo... – consiglia Saphira che ottiene l’approvazione di tutti. Così il gruppo rientra in casa e, dopo pochi minuti di silenzio, l’atmosfera si rallegra e la colazione trascorre piacevolmente. Durante la mattinata i ragazzi si allenano sia utilizzando semplicemente le armi, sia trasformandosi in dragoni e combattendo con la magia. Gli unici a non volare sono Atlas che, non avendo più lo spirito, cerca di spiegare ed insegnare a Saphira coma effettuare la trasformazione e Zeph che li osserva sentendosi inutile durante quella fase di allenamento del gruppo e prendendosela con un malcapitato fantoccio li accanto. Saphira per tutta la mattinata si applica nel tentativo di trasformarsi in dragone. Poco dopo la colazione era finalmente riuscita, con i suggerimenti di Atlas e Rhea, a richiamare l’elemento luce. Ormai esausta di provare, aveva svogliatamente avvicinato tra loro le mani davanti al petto e, credendo in un ennesimo insuccesso si era stranamente rilassata riuscendo così a svuotare la mente e a richiamare il suo elemento. In quel momento una sfera di luce era scaturita dalle mani e l’aveva completamente investita espandendosi in diversi raggi. A Zeph, che per primo si stupì di quel pensiero, in quel momento era sembrata bellissima. Ora però la ragazza si ritrova allo stesso punto di prima non riuscendo a controllare il potere e i propri movimenti da dragone. Davanti alle ennesime difficoltà decide per il momento di desistere così chiama le ragazze per preparare il pranzo tutte insieme mentre i ragazzi continuano l’allenamento nel cortile. Appena entrate in casa Celine e Shana iniziano ad indagare sulla strana atmosfera che hanno percepito tra Saphira e Zeph
– Allora che facevate stamattina così presto nel cortile? – chiede curiosa Celine cercando di nascondere la morbosa curiosità che potrebbe infastidire Saphira
– Beh... ve l’ha già detto prima Zeph: mi stava spiegando come manifestare l’elemento luce – risponde tranquillamente la ragazza ancora ignara dello scopo delle due nuove amiche
– E stavate così vicini proprio per richiamare l’elemento? – insinua più invadente Shana
– Cosa vuoi dire? – chiede isospettita Saphira scrutandole attentamente
– Dai confessa: ti piace Zeph no? Si vede che hai simpatia per lui... Non c’è niente di male ad ammetterlo... poi non siamo le tue nuove amiche? Se non possiamo sostenerti in momenti come questi come faremo quando arriveranno le difficoltà – confessa alla fine Celine logorata dalla difficoltà
– Ha ragione Celine. Vorremmo saperne di più su di te... conoscerti meglio ora che sei nel gruppo... e questo è un bel punto da cui iniziare no? – conclude fiduciosa Shana aspettando la risposta positiva di Saphira
– Per la verità non c’è niente da dire. Stamattina Zeph mi ha chiesto un paio di cose e io gli ho risposto ma niente di speciale, si trattava di un discorso inerente all’allenamento... – comincia la ragazza che vedendo le facce scettiche delle amiche decide di “confessare” tutto –... ok...ok... mi ero arrabbiata perchè mi ha deriso a causa della mia difficoltà nel richiamare l’elemento. Lui pensava fosse la sua presenza a darmi fastidio e io gli ho spiegato che non era così.... tutto qui. – conclude un po’ seccata per l’imbarazzo di raccontare l’episodio
– Tutto qui eh? Non mi convinci per niente. Lui ti pi-a-ce!! – esclama convinta Celine
– Sicuramente non posso negare che è carino... è il primo di voi che ho incontrato, o meglio scontrato, e quindi mi ispira fiducia... ma non lo conosco per niente anche se mi sembra un bravo ragazzo... – asserisce seria per aggiungere infine –... se questo per voi vuol dire che una persona ti piace allora posso dire che si.... Zeph mi piace... – conclude vedendo nel frattempo Shana che ridacchia stupita guardando la porta. Saphira allora si gira e capisce che, mentre diceva l’ultima frase, i ragazzi sono entrati in casa sentendo tutti compreso Zeph che, imbarazzato, è arrossito. Anche Leonard e Atlas hanno un’espressione stupita mentre Drakan, che finalmente era soddisfatto dell’allenamento della mattina, risulta seccato per quella scena imbarazzata e mielosa: lui proprio non le sopporta. Nello stupore generale Shana interviene e cerca di spezzare la strana atmosfera creatasi
– Ragazzi arrivate giusto in tempo... il pranzo è pronto. Stavo per venire a chiamarvi – Leonard decide di darle corda
– Cosa avete preparato? L’allenamento mi ha messo una fame... – iniziando così un monologo in cui spiega alle ragazze l’ultima mezzora passata in cortile quando loro non c’erano. Poco alla volta tutti tornano a loro agio partecipando, chi più chi meno, alla conversazione che spazia tra vari argomenti: l’allenamento, gli spiriti e i dragoni, gli “animali da compagnia” del gruppo e varie ipotesi sulle direzioni da prendere per proseguire il viaggio. Durante il pranzo solo Zeph e Saphira mantegono un silenzio di tomba mascherato dalla loquacità del resto del gruppo. I due ragazzi mangiano in silenzio e periodicamente si fissano distogliendo subito lo sguardo quando incontrano quello dell’altro. Nel primo pomeriggio tutti decidono di uscire nuovamente in cortile per proseguire l’allenamento: Saphira riesce a gestire i propri poteri meglio rispetto alla mattinata ma, di tanto in tanto, sembra divagare nei suoi pensieri perdendo la concentrazione e, di conseguenza, il controllo sui suoi movimenti di dragone. All’ennesimo errore, seguito dall’ennesimo rimprovero di Atlas che la sta istruendo, Saphira decide di porre fine a quella situazione. Si ritrasforma quindi, tornando allo stato normale, e rivolgendosi a Zeph afferma calma
– Zeph poi seguirmi un attimo: dovrei parlarti di ciò che è accaduto prima. – dice schietta guardandolo tranquilla negli occhi. Zeph non replica, si limita ad annuire agitato e seguirla con uno stato d’animo che nemmeno lui comprende, non avendolo mai provato prima: si rende conto di essere nervoso ed agitato ma non per qualcosa che lo preoccupi, anzi è un’agitazione che assomiglia ad un’euforia di felicità. Il gruppo a quella scena interrompe l’allenamento, ad esclusione di Drakan che è sparito subito dopo pranzo: evidentemente non gli piaceva la situazione e si è debitamente allontanato da qulle che per lui sono solamente stupidagini. Rhea e Atlas osservano la situazione e capiscono finalmente a cosa fosse dovuta la precedente disattanzione di Saphira e ammirano la sua schiettezza: è un pregio importante per mantenere l’armonia nel gruppo a patto che non sia esagerato. Celine e Shana invece, già curiose per loro natura, parlottando tra loro decidono di seguire i due e capire meglio il rapporto che li lega. Ma il loro intento è violentemente ostacolato da Leonard
– Cosa pensate di fare voi due? – eslcama mentre sbarra il passo alle ragazze – Riflettete su quello che fate una buona volta.... non capite che la vostra curiosità può diventare invadente? Già avete pressato in modo estenuante Rhea, cosa che abbiamo fatto un po’ tutti ma voi più di chiunque altro... ora vi intromettete, come è già successo prima di pranzo, nel rapporto tra loro due... non pensate che non siano affari vostri? – afferma risoluto rimproverandole. Le ragazze infatti, durante l’allenamento, avevano raccontato all’amico l’accaduto prima del loro improvviso arrivo in casa durante il pranzo. Celine e Shana rifletono finalmente su ciò che stavano facendo e, mortificate per non essersi paradossalmente accorte della loro insensibilità di cui così spesso accusano Drakan, ritornano mogie mogie ad allenarsi. Nel frattempo Saphira, conoscendo ormai la curiosità delle due nuove amiche, si è rapidamente allontanata seguita da un Zeph stranamente silenzioso.
– Zeph non so cosa tu abbia sentito ma vorrei spiegarti cos’è successo in casa prima di pranzo. Tu cos’hai capito della situazione? – come sempre la ragazza va dritta al nocciolo del discorso e Zeph si trova a pensare che gli piace quel lato della ragazza che sta imparando a conoscere. Decide di essere altrettanto sincero con Saphira
– Come hai visto, siamo entrati nel momento in cui tu dicevi.... beh...ehmm.... ecco... dicevi – anche se Zeph si riproponeva di essere sincero non riesce a parlare liberamente di quell’episodio per lui molto imbarazzante. Saphira interviene così in suo aiuto
–... dicevo che mi piacevi? – conclude la ragazza per lui continuando poi senza lasciare spazio a Zeph per replicare – Si ho detto proprio questo... ed è la verità. Le ragazze mi avevano chiesto, curiose e maliziose come sono loro, cosa facevamo stamattina presto nel cortile... ho spiegato loro che mi stavi allenando, e anche il motivo della mia stupida arrabbiatura... ma loro insistevano, insistevano e allora le ho accontentate dicendo la verità. Non ti conosco ancora bene ma ho la sensazione che tu sia un bravo ragazzo, attento agli altri e degno della fiducia che riponiamo, che ripongo in te... e ti assicuro che non do fiducia al primo che capita! E poi... beh... ecco... si ho detto che sei anche carino per i miei gusti – afferma arrossendo un po’ e concludendo poi il discorso – quindi ho detto loro che, se questo voleva dire che mi piacevi, allora... beh... mi piaci! Tu hai sentito solo quest’ultima frase e non volevo che ti creasse problemi, non sapendo di cosa stavamo parlando – aggiunge infine guardando Zeph che nel frattempo è rimasto in silenzio ad ascoltare quella spiegazione e a riflettere. Le parole di Saphira hanno su di lui uno strano effetto: è contento della fiducia e delle parole che Saphira gli ha rivolto ma in fondo al suo cuore sente crescere una sensazione diversa, non capisce cosa significa. Si sente deluso e amareggiato, eppure la ragazza gli ha appena rivolto parole che avrebbero dovuto lusingarlo... per questo non riesce a capire la delusione che prova. Il corso dei suoi pensieri è interrotto dalla visione di Saphira che, visto l’immobile mutismo di Zeph, gli si è avvicinata... forse anche troppo. Il ragazzo sorpreso, risponde a Saphira
– In realtà è vero che avevo equivocato le tue parole perchè non sapevo che discorso stavate facendo, ma non mi hanno dato fastidio... così come non mi dà fastidio quello che hai detto adesso. Sono felice di sapere che hai questa opinione di me! Spero non sia stato per questo che non riuscivi ad allenarti prima – conclude Zeph sorridendo nonostante i tanti sentimenti che prova: delusione, amarezza, speranza, gratificazione... amicizia?
– Hai ragione... prima continuavo a pensare a ciò che è successo e quindi non riuscivo a concentrarmi. Avevo una paura folle, proprio ora che faccio parte del gruppo, di aver compromesso in qualche modo l’armonia e l’equilibrio che si era istaurato tra tutti noi... per fortuna non è così! – confessa sollevata la ragazza. Chiarita ormai la situazione, i due amici tornano nel cortile dove gli altri, arrivata la sera, decidono di terminare l’alleamento della giornata. L’allegria torna nel gruppo che trascorre serenamente la cena. Celine e Shana si scusano, dapprima con Saphira per la loro invadenza, che accetta le loro scuse capendo la curiosità delle due amiche, poi tutto il gruppo si rivolge a Rhea. Sono stati veramente invadenti, insopportabili e insensibili a seguirla, a ficcare il naso nella sua vita e nell’insistere, pressandola fino allo sfinimento, per conoscere il suo stato d’animo. Rhea rimane comunque distaccata dalle amiche ma, nel suo animo rimane colpita dalle loro scuse e dalla sincerità che vede nel loro nuovo comportamento. Il gruppo a questo punto sembra quasi ritrovare la coesione, l’amicizia che aveva prima del cambiamento di Rhea... ma forse è solo un’illusione. I ragazzi però, trascorsa la serata cullati in questa illusione, si separano per trascorrere la notte in casa di Saphira preparandosi ad affrontare, magari il giorno dopo, nuove sfide, nuove avventure e nuovi pericoli sempre e comunque tutti uniti in quanto dragoni.
– Lo spirito di Luce... da quanto non lo vedevo... – il ragazzo fa per protendersi verso lo spirito ed afferrarlo ma esso fluttuando si posa nella mano che Saphira ha libera dai libri. La ragazza, già sorpresa dalla presenza di quegli strani guerrieri nell’alloggio di Atlas, vedendosi arrivare il mano quella sfera di luce, non capisce più cosa stia accadendo. Osserva dapprima lo strano oggetto, poi guarda ad uno ad uno i ragazzi in cerca di una spiegazione. Vede la faccia delusa di Atlas, che forse sperava di essere nuovamente scelto dalla sfera e di essere degno di quel ruolo; osserva i visi stupiti degli sconosciuti e quella atona di Drakan. Infine esasperata chiede
– Qualcuno potrebbe spiegarmi cosa sta succedendo qui? Cosa significa tutto questo? E soprattutto chi siete voi? – e subito dopo si rivolge ad Atlas – Se non sbaglio dovevamo incontrarci per discutere il progetto, ma non mi aspettavo che avresti invitato qualcun’altro... e poi questa cosa sarebbe? – esclama indicando la sfera che tiene ancora in mano.
Atlas, uscito dallo stato di trance in cui era caduto dopo non essere stato scelto, riprende il discorso che stava facendo prima dell’arrivo dello spirito, di Drakan e di Rhea
– Saphira questi sono i miei amici di cui ti ho già parlato... viaggiavo con loro prima di fermarmi qui a Kazas... – il ragazzo passa poi a presentare gli amici –... mi pare di capire che hai già incontrato Zeph, lui è di Xanto e il suo elemeto è il fuoco anche se ha “perso” il suo spirito... oh non preoccuparti dopo ti spiegheremo tutto riguardo a questo... – dice vedendo l’espressione interrogativa di Saphira –... lui invece è Leonard, un mezzo alato che possiede il dragone d’aria; lì invece ci sono Celine e Shana che lavorano per i rispettivi sovrani di Bale e Flezt e posseggono i dragoni di terra e del non elemento. I due che sono appena entrati sono invece Drakan, con lo spirito d’oscurità e Rhea, con lo spirito d’acqua, una mia grande amica. – conclude Atlas meritandosi un’occhiattaccia da parte di Rhea che evidentemente ce l’ha ancora con lui – Non ti devi preoccupare per la loro presenza qui... sono tutti degni di fiducia... – aggiunge infine l’alato.
Zeph a quel punto interviene – Quindi, se non ho capito male da Atlas, tu ti chiami... ehm... Saphira... giusto? – dice con uno strano tono imbarazzato e arrossendo anche un po’. Shana e Celine, accortesi dell’imbarazzo dell’amico, ridachiano e si danno di gomito confabulando tra loro meritandosi così uno sguardo in cagnesco da Zeph. E’ Leonard che salva l’amico
– Quindi Saphira sarebbe il nuovo dragone di luce! Benvenuta nel gruppo! – afferma riportando l’attenzione di tutti sulla scelta dello spirito.
– Cos’è il dragone di luce? E soprattutto cos’è questo “spirito” di cui parlate tanto? – Saphira sembra impaziente di sapere di cosa parlano i ragazzi. E’ Drakan che spazientito prende la parola e le dà il diario per permetterle di ottenere le spiegazioni che cerca, anche perchè sinceramente è stufo di perdere tempo e stare con le mani in mano. Durante la lettura del diario Saphira cambia spesso espressione: a volte sembra preoccupata, altre volte solo interessata. Finito il diario la ragazza si rivolge al gruppo e con viso rassegnato afferma
– Sospettavo ci fosse qualcosa che non andava... – i ragazzi la guardano stupiti mentre lei prosegue –... vedete ero venuta qui per chiedere una supervisione magica ad Atlas sul mio progetto... per caso vi ha già accennato lui qualcosa? – i ragazzi annuiscono – Ho viaggiato molto e scopo dei miei viaggi è la scienza erborista. Miravo, prima di incontrare il mio maestro e supervisore Ckreuzs, a conoscere e catalogare tutte le piante esistenti e le loro proprietà oficinali o i loro altri impieghi. – la ragazza osserva un attimo Atlas e poi continua – Ho intrapreso, come responsabile con la supervisione del capo dell’università e della ricerca nonchè mio maestro Ckreuzs, questo progetto che mira ad unire la mia conoscenza - e del mio popolo - delle erbe medicinali, alla magia di guarigione degli alati... per questo mi sono rivolta ad Atlas. –
– E’ un lavoro molto interessante... molto originale, non mi è mai capitato di sentire di interazioni tra disciplime magiche e non magiche, com’è che ti è venuto in mente di intraprendere una ricerca del genere? – le domanda Rhea sollevata di non essere più al centro dell’attenzione del gruppo con il suo stato d’animo grazie all’entrata in scena di Saphira.
– Beh, principalmente sono stati dei fatti accaduti in passato a spingermi su questa strada... ma il posto di ricercatrice qui a Kazas mi è stato offerto da Ckreuzs a cui sono molto legata perchè... beh...ehm... diciamo che è un amico di famiglia. – le risponde Saphira un po’ in difficoltà cercando di eludere in parte la domanda.
– Ma allora anche tu come me e Shana hai ricevuto un’istruzione particolare... sai noi siamo state cresciute alle corti reali dei sovrani per cui lavoriamo – afferma Celine contenta di aver trovato una nuova amica visto che ultimamente Rhea sembra ignorare sia lei che Shana non fidandosi più di loro.
– A dir la verità ho avuto un paio di maestri ma mi hanno seguita per neanche due anni... la maggiro parte delle conoscenze che ho aquisite viaggiando da sola... – puntualizza Saphira.
– Hai viaggiato sempre da sola?! – chiede stupita Shana – E’ strano che qualcuno viaggi così a lungo senza compagnia... e per le conoscenze che sembri dimostrare devi anche avere molta voltonta per applicarti così tanto senza un istruttore che ti segua costantemente... – osserva la ragazza un po’ dubbiosa con un po’ di ammirazione.
Saphira, un po’ infastidita dalle domande così personali che i ragazzi, che ancora non conosce bene, le fanno, diventa più scostante e diffidente
– Se hai le motivazioni giuste puoi fare qualunque cosa... – ribatte secca
– Non preoccuparti Saphira, le ragazze vogliono solo conoscerti un po’ meglio... – spiega Zeph vedendo Saphira chiudersi a riccio – Tornando al tuo lavoro... se sei un’erborista perchè giri sempre di corsa con tutti quei libri? – Chiede curioso Zeph cercando di ottenere la fiducia della ragazza
– Beh inanzitutto Saphira, oltre al lavoro pratico nelle foreste e nelle cliniche al fianco dei curatori, ha svolto e svolge tuttora un costante lavoro di studio e aggiornamento di tutte le librerie e biblioteche che ha a disposizione... sembra abbia un vero talento per questi compiti... – spiega Atlas al posto di Saphira guardandola e sorridendo mentre lei distoglie lo sguardo perchè lusingata e in imbarazzo –... inoltre al momento sta organizzando i preparativi per la fase iniziale del progetto di cui è responsabile che è appena stato avviato – la ragazza annuisce
– Infatti io e i miei collaboratori ci occuperemo ciascuno di una precisa zona di Endiness dove vivremo per il tempo necessario a censire, catalogare e raccogliere tutte le piante esistenti. – la ragazza continua la sua spiegazione con la stessa espressione preoccupata di quando leggeva il diario – Dalle osservazioni preliminari che abbiamo eseguito ho notato delle anomalie. Circa tre anni fa, durante i miei primi viaggi, tutte le specie avevano un’aspetto vivo, l’energia vitale che le animava era diversa da quella che possiedono oggi. Da questo ho capito che nella natura l’equilibrio non è più lo stesso, ma solo ora ne comprendo il motivo! – confessa la ragazza con tono grave.
Nella stanza cade nuovamente il silenzio carico di aspettative nei confronti di Saphira. A rompere il silenzio è Drakan che spazientito esclama
– Quindi cos’hai deciso? Ti unisci al gruppo e vieni con noi dragoni? Ora hai delle responsabilità... lo spirito ti ha scelto... –
Sembra quasi che Saphira abbia cominciato a considerare questa possibilità solo alla domanda dell’uomo perchè assume un’aria pensierosa. Alla fine comunica la sua decisione
– Ragazzi mi dispiace davvero molto, ma questo è il progetto che sogno da tutta la vita e non mi sento proprio di abbandonarlo! – queste parole sconvolgono il gruppo. I ragazzi cominciano subito ad obbiettare per la decisione di Saphira parlandosi uno sull’altro e creando un enorme confusione. Saphira, Atlas, Drakan e Rhea rimangono invece in silenzio.
– BASTA! – intima ad un certo punto Saphira esasperata dalle patetiche scuse dei ragazzi che cercano di convincerla ad unirsi al gruppo. Nell’attimo di sgomento che segue è Atlas, che fino ad allora è rimasto pensieroso, a proporre una soluzione
– Saphira ascolta... so quanto tieni a questo progetto e quanta passione tu ci abbia messo sinora ma ti assicuro che ciò che fanno i ragazzi e ciò che intraprenderanno è molto importante e fondamentale per la vita di tutti noi... io stesso sono stato dragone... e purtroppo non ne ero all’altezza... – Atlas guarda Saphira con aria amareggiata –... quindi c’è un motivo preciso per il quale lo spirito ti ha scelto... e ciò comporta delle responsabilità... pensaci bene prima di rifiutare... – continua con tono grave –... inoltre non occorre che abbandoni il tuo progetto... hai detto di aver ripartito Endiness in zone da censire no? Puoi affidare le tua zona ad un altro supervisore e continuare comunque ad essere la responsabile! – conclude l’alato con tono fiducioso.
A quel pensiero Saphira torna a riflettere. A farle decidere di unirsi al gruppo è Zeph
– C’è anche un altro aspetto da considerare: restando con noi viaggeresti molto e mi è parso di capire che la cosa ti piaccia. Inoltre viaggiando potresti comunque rimanere in contatto con i tuoi collaboratori e, cosa più interessante, potresti fare un sacco di esperienze diverse utili per il tuo lavoro! – la ragazza rimane molto colpita dal discorso di Zeph e dall’attenzione che il ragazzo ha per quello che sta facendo e forse la possibilità di una nuova avventura, in gruppo per di più, la incuriosisce molto. Così infine conclude
– Ok facciamo così: datemi tempo fino a stasera per sistemare il progetto e per vedere se la cosa è fattibile! Ci troviamo stasera per cena negli alloggi dei ricercatori dell’università – poi si rivolge ad Atlas – Li puoi accompagnare tu? Anche perchè vorrei presentarvi tutti a Ckreuzs, sia per conivolgere te nel progetto per la parte magica, sia per fargli conoscere voi e far si che non mi consideri matta dopo avergli raccontato tutta la storia! Tu Atlas farai capo a lui d’ora in poi visto che io non ci sarò! – conclude Saphira stanca per tutte quelle novità e per il peso di tutto il lavoro degli ultimi giorni. Drakan, brusco come al solito, interviene
– Meno persone sanno di noi e di ciò che facciamo e meglio è! Non siamo un fenomeno da baraccone! –
– Non so chi tu sia, non ti conosco e non posso pronunciarmi su di te... ma neanche tu puoi giudicare chi io sia o chi siano le persone che mi circondano... – dice Saphira con tono calmo ma risoluto –... io mi fido di Ckreuzs, è stato il mio maestro, forse tu non hai altrettanta fortuna nel fidarti delle persone che ti stanno intorno... – aggiunge con tono più sarcastico sostenendo lo sguardo fisso di Drakan –... e comunque Ckreuzs è una persona che sa mantenere il riserbo... non per niente è il direttore non solo dell’università, ma anche della sezione ricerca. Solo chi vi lavora sa cosa vi avviene! – Drakan indifferente asserisce
– Comunque sia non abbiamo tempo da perdere! Come sai già non stiamo giocando... ci sono cose ben più importanti del raccogliere erbe e fiori! – Zeph interviene a difesa di Saphira
– Drakan per caso il diario ha dato segni di vita? –
– No, non ancora – sbuffa scocciato l’uomo
– Bene allora penso che potremmo aspettare che UN DRAGONE si prepari a lasciare la sua casa per un viaggio in cui non si sa cosa ci aspetta!?? – commenta sarcastico Zeph. Drakan non risponde e scocciato esce e se ne va per un altro dei suoi giri solitari. Celine e Shana rassicurano Saphira
– Non farci caso, Drakan è sempre così! – commenta Celine
– Si anche se non dovrebbe visto che siamo tutti parte di un gruppo... non ha capito proprio niente del discorso che gli abbiamo fatto ieri! Comunque sai il fatto tuo... non è facile trattare con Drakan. – afferma Shana contrariata dal comportamento del compagno d’armi
– Beh lui sicuramente avrà i suoi motivi per comportarsi così e il suo carattere sicuramente ha un motivo per essere quello che è... solo non permetto a nessuno, solo perchè pensa di essere migliore o più importante di me, di criticarmi o giudicarmi senza nemmeno conoscermi... io ho la mia storia come lui ha la sua... – ribatte Saphira con noncuranza mentre raccoglie i libri che aveva precedentemente posato sul tavolo.
– Non l’avevo mai considerata da questo punto di vista... Drakan è così scostante, irritante e privo di tatto che non si ha tempo di pensare del perchè si comporti così o perchè abbia quel carattere... – osserva Shana
– Beh direi che a questo punto potremmo avviarci... credo che Saphira abbia un sacco di cose da fare per prepararsi al viaggio e anche noi potremmo fare un salto all’armeria e alla taverna... non so voi ma io ho fame... oggi non abbiamo ancora pranzato. – propone Zeph. Così i ragazzi si avviano, escono dall’alloggio di Atlas, Saphira si congeda da loro e si allontana verso l’università con il suo solito passo fermo ma tranquillo, il gruppo invece si sofferma un attimo per decidere cosa fare.
– Allora dove andiamo a mangiare? Comincio ad avere fame anch’io – chiede Rhea sperando di non attirare troppo l’attenzione degli amici
– Allora ti degni ancora di parlare con le tue “amiche” – le risponde Celine un po’ arrabbiata
– Sentite ragazze, è un brutto momento per me penso lo capiate da sole... ho bisogno di essere lasciata in pace senza di persone che continuano a sondare il mio umore e cercare di farmi stare come non voglio stare! – esclama l’alata esasperata dall’attegiamento degli degli amici che non comprendono le sue ragioni
– Ascolta Rhea, noi non ti vogliamo assillare con le nostre domande, solamente credavamo di essere tue amiche e se lo siamo ancora vorremmo aiutarti nei momenti difficili così come ti siamo vicine nella gioia di tutti i giorni. Ma ora sembra che tu abbia eretto un muro tra noi e per questo non riusciamo più a capirci – Shana cerca in questo modo di abbattere quel muro che sembra gravare da qualche giorno sul gruppo
– No ragazze non è così... vi considero ancora mie amiche solo... ho bisogno di chiarirmi un po’ le idee per conto mio... dovete lasciarmi solo un po’ di spazio ok? – conclude Rhea stanca di dover sempre giustificare il proprio comportamento. Shana allora conclude rassegnata
– Beh se tutti siamo daccordo possiamo per prima cosa andare a pranzare alla taverna e poi fare un giro per negozi, che ne dite? – propone Shana concludendo il discorso con Rhea visto l’aria che tira
– Per me va benissimo... anzi avevo giusto pensato di passare all’emporio per rifornirci di provviste ed eventuali pozioni che potrebbero servirci durante il viaggio – concorda Leonard cercando negli zaini e facendo l’inventario di ciò che manca
– Io dopo devo passare anche all’armeria. Voglio far saggiare l’equilibrio dell’arco e acquistare qualche altra freccia: non vorrei rimanere senza durante un combattimento – ricorda Zeph per chiarire le proprie intenzioni per il resto del pomeriggio
– Beh allora intanto andiamo a mangiare – conclude Celine a cui comincia a brontolare rumorosamente lo stomaco
Il gruppo si dirige così alla taverna che, essendo tardi per il pranzo, è praticamente vuota. Mentre pranzano i ragazzi asprimono le loro impressioni su Saphira... per altro non molto positive escludendo Zeph che sembra avere una strana considerazione per la ragazza appena incontrata, o meglio, con cui si è scontrato
– A me non ha fatto una granchè bella impressione se devo essere sincera... – Celine esprime sinceramente il suo giudizio spiegando le sue motivazioni –... è troppo diretta, troppo schietta... potrebbe diventare un altro motivo di tensione all’interno del gruppo... già ce ne sono troppi – spiega guardando di sfuggita Rhea
– Beh riguardo il suo carattere hai ragione ma penso potrebbe invece farci bene la sua presenza, potrebbe portare novità e soprattutto chiarezza... cosa di cui abbiamo tutti molto bisogno ultimamente – asserisce Shana dopo aver ripensato all’incontro con la ragazza
– Secondo me la conosciamo ancora troppo poco per poter esprimere un’opinione precisa non credete? Ha parlato solamente del suo lavoro... – commenta giustamente Leonard
– Si ma ne ha parlato come se fosse la cosa più importante della sua vita... Non vi sembra quantomeno triste? – osserva poco simpaticamente Celine. A quel punto Zeph non ce la fa più
– Secondo me semplicemente non ci conosce. Si è ritrovata in una situazione che non capisce, di fronte a persone che non conosce, a dover prendere una decisione che forse cambierà la sua vita, mi sembra quantomeno normale che abbia reagito così non vi pare? – esclama infervorato Zeph, forse anche un po’ troppo, attirando così la curiosità degli amici
– Senti, senti come si scalda il nostro Zeph... secondo me ha battuto la testa quando si è scontrato con Saphira – lo prende in giro scherzosamente Leonard
– Non è così. Solo non mi andava di sentirvi parlare così di una persona che ancora non conosciamo – risponde più calmo il ragazzo dopo essersi ripreso
– Ragazzi che ne dite se mangiamo? Stanno arrivando i piatti... – Rhea interviene pur controvoglia per cambiare discorso che sta diventando imbarazzante per Zeph. Il resto del pranzo trascorre tranquillamente. I ragazzi parlano del più e del meno fino a quando, terminato di mangiare. Si dirigono, i ragazzi all’armeria e all’emporio, Zeph per acquistare delle frecce e Leonard per procurarsi provviste e pozioni, mentre la ragazze ammirano i gioielli nel negozio del miglior orafo di Kazas naturalmente sognando perchè non possono permettersi di comprare tali meraviglie. Il resto del pomeriggio passa molto velocemente tra i vari negozi di Kazas e, all’ora prestabilità, i ragazzi si incontrano con Atlas davanti al suo alloggio
– Ciao ragazzi siete giusto in tempo per la cena... andiamo a casa di Saphira a mangiare – Atlas informa gli amici del programma per la serata
– Mangiamo a casa sua? E’ chi cucina lei? – chiede stupita Celine
– Si sai lei, dovendosi sempre arrangiare, è diventata un’ottima cuoca... – conclude Atlas prima di avviarsi verso gli alloggi dei ricercatori. Appena arrivati davanti a casa di Saphira sentono delle voci molto allegre che ridono così si decidono finalmente a bussare...
Qualche ora prima...
Mentre lo strano gruppo si dirige verso la locanda per pranzare, Saphira con passo affrettato si dirige al reparto ricerche, risevato solo agli esperti. Sa benissimo dove trovare Ckreuzs, quello che non sa è come convincerlo del suo nuovo proposito, certo dovrebbe trascurare un po’ il lavoro... ma non è ormai giunta l’ora di potersi prendere un po’ di tempo per se stessa per i suoi desideri? Non solo quelli dettati dagli eventi tragici ma anche quelli portati da novità interessanti... e ora i suoi desideri sembrano portarla verso quello strano ed eterogeneo gruppo di ragazzi. Le tornano in mente quelle diverse personalità e ripensandoci rimane colpita... dalla loro sincerità, dalla fiducia che provano l’un per l’altro, escludendo forse Drakan che sembra un po’ tagliato fuori, ma soprattutto è colpita dall’affetto e dalla determinazione che hanno dimostrato nel volerla con loro.
Ad entusiasmarla per questa nuova avventura è forse proprio la possibilità di unirsi e far parte di un gruppo, cosa completamente nuova per lei al di fuori della sua squadra di lavoro: è sempre stata un tipo solitario e a volte anche un po’ scontroso. E’ infine le viene in mente quel buffo ragazzo con il quale si è scontrata e che poi ha scoperto chiamarsi Zeph... le fa tenerezza e a ripensarci è anche carino.... Il flusso dei suoi pensieri viene interrotto dalla voce di Ckreuzs. Sovrapensiero Saphira non si era accorta di essere arrivata al laboratorio di ricerca della Squadra dell’Acqua dove quel pomeriggio Ckreuzs era impegnato per un collaudo
– Saphira che ci fai qui? Non dovresti essere da Atlas a presentargli il progetto? Non dirmi che hai già finito o peggio... che ti ha detto di no? – commenta preoccupato il maestro
– No non è per questo che sono tornata. Atlas ha accettato il ruolo che avevamo pensato per lui... sono venuta per chiederti se c’è la possibilità di modificare un po’ il progetto... – la ragazza fa una piccola pausa prima di sparare fuori tutto d’un fiato le novità – ecco... ho detto ad Atlas che dovrà fare capo a te perchè io non sarò presente per il progetto: parto con un gruppo di amici perchè uno spirito mi ha scelto e devo assolvere alla mia funzione di Dragone! – dopo aver confessato il tutto la ragazza aspetta le obbiezioni e la sfuriata del maestro che arriva puntualmente. Ckreuzs comincia a sbraitare, gesticolare e girovagare nervosamente per la stanza di ricerca rischaindo di rovesciare sostanze o far cadere i ricercatori con pericolo per tutti loro e per mesi di lavoro: non si sa cosa lui sceglierebbe tra i due, forse non compromettere la ricerca piuttosto che salvare i suoi collaboratori. La scena, come al soltio risulta estremamente comica e Saphira non riesce a trattenersi dal ridere. Non appena Ckreuzs vede la sua amatissima allieva ridere a crepapelle si calma e riflettendo a mente fredda si oppone alla decisione di Saphira
– Ascolta, capisco che tu possa desiderare qualcos’altro rispetto al solito lavoro... che tu desideri una vita tua, degli spazi in cui dedicarti a te stessa. Mi sono sempre chiesto perchè una ragazza giovane e bella come te sia sempre stata interessata solo e solamente al proprio compito... mi sembrava innaturale... ma ora non puoi lasciare quello per cui ti sei prodigata finora. Vuoi gettare tutto al vento? E per cosa poi? Per seguire questi “Dragoni”... ne ho sentito parlare vagamente: sembra siano dei guerrieri che viaggiano aiutando chi trovano sul loro cammino... non ti sembrano sprecate le tue capacità per questa cosa? Forse hai solo voglia di un periodo di pausa... vuoi delle ferie?... – Ckreuzs riversa questo fiume di parole e pensieri fino a che Saphira non lo interrompe e, con ancora il sorriso sulle labbra, gli spiega il motivo della sua decisione
– Ckreuzs, non preoccuparti per me. Riguardo a quello che ho fatto finora era mio desiderio percorrere la mia strada anche se per qusto magari ho sacrificato cose che ancora non conosco... non fraintendere le mie intenzioni... non volgio gettare al vento tutto il lavoro fatto... continuerò a seguire il progetto anche se in modo diverso da come avevamo previsto... e poi io ho sempre seguito i miei desideri, ora questi mi spingono a seguire i dragoni che ti assicuro hanno una missione da compiere molto più importante e complessa di quella che pensi tu... e chissà che non trovi quello che non ho vissuto finora – conclude la ragazza con tono affettuoso e un po’ birichino
– Se questo è davvero quello che vuoi allora accetto la tua decisione ma rimango comunque scettico sul fatto di essere un “dragone” – conclude rassegnato Ckreuzs facendo una smorfia che vorrebbe imitare un drago. Saphira divertita ricomincia a ridere mentre entrambi si avviano verso il suo ufficio per definire i cambiamenti da apportare al progetto. I ricercatori che hanno assistito alla scena rimangono a porre rimedi causati dalla sfuriata del responsabile. Nessuno ha dubbi: quei due hanno proprio un rapporto speciale. Conclusa la ridefinizione del progetto Saphira comunica al suo maestro l’intenzione di presentargli i ragazzi e Atlas
– Ckreuzs ho organizzato una cena per stasera, cucino io ti va di venire? – lo informa con furbizia
– Beh se cucini tu come posso dirti di no? – le risponde soddisfatto del programma
– Allora ci vediamo tra un’ora a casa mia e miraccomando: puntuale – dice Saphira uscendo dal’ufficio mentre e poi continua – A proposito ci saranno anche Atlas e i “dragoni”... e non puoi mancare: sai che ne rimmarei delusa – conclude ridedo maliziosa costringendolo così a conoscere i suoi nuovi amici
– Mi ha incastrato un’altra volta... – commenta tra se e se Ckreuzs mentre Saphira è ormai lontana con tutta la sua allegria. Trascorsa un’ora il maestro bussa malvolentieri alla porta di Saphira un po’ agitato per l’incontro non desiderato con i nuovi amici di lei. Soprendentemente però nessuno è ancora arrivato così aiuta Saphira a terminare i preparativi per la cena e lei, mentre chiacchera con lui, voltata dall’altra parte si scapiglia i capelli e girandosi all’improvviso fa una pazza imitazione della sfuriata che Ckreuzs ha fatto nel pomeriggio. Entrambi scoppiano di nuovo a ridere e proprio in quel momento bussano alla porta. Sono i ragazzi giusto in tempo per la cena...
... entrando si accorgono che Saphira e un uomo che non conoscono parlano allegramente. Stanno finendo di preparare la cena. Appena vedono il gruppo l’atmosfera così allegra si smorza leggermente e Saphira da il benvenuto ai nuovi amici presentando anche l’uomo
– Salve ragazzi avete trascorso bene il pomeriggio? Mi devo scusare con voi per il mio comportamento di questo pomeriggio... – dice la ragazza mentre Zeph guarda gli amici con occhi allusivi –... non mi sentivo a mio agio: vedere degli sconosciuti arrivare qui, darmi un sacco di informazioni su cose strane e sconosciute e per di più sentirmi dire cosa devo fare o con chi devo parlare... è stato davvero troppo... a proposito questo è il mio maestro Ckreuzs – aggiunge mentre si volta verso lo sconosciuto – gli ho già parlato della vostra... cioè della nostra missione... sembra che potrò unirmi a voi... – conclude sorridendo e aspettando le reazioni dei ragazzi
– Salve ragazzi – Ckreuzs saluta malvolentieri il gruppo e poi si rivolge ad Atlas – e tu devi essere Atlas! Ti ho intravisto un paio di volte in giro per Kazas, per questo ti ho riconosciuto. Sono felice che tu abbia accettato il ruolo che ti abbiamo proposto all’interno del progetto. Con il tuo aiuto faremo molti progressi... saremmo messi meglio se qualcuno non avesse deciso di partire per chissà dove... – aggiunge guardando di sottecchi Saphira
– Avanti Ckreuzs... non sparisco mica... semplicemente ho deciso di ampliare un po’ il mio lavoro! Conosco le mie possibilità e so di potercela fare tranquillamente! E poi ne abbiamo già parlato! Il discorso è chiuso! Siamo qui per cenare tranquillamente o no?– chiede rivolta al gruppo non lasciando altro spazio per quella discussione
Detto questo tutti si mettono a tavola e assaggiano la cucina di Saphira. Rimangono tutti sorpresi dalle specialità soprattutto Celine e Shana
– Saphira è tutto buonissimo. Anche a me piace molto cucinare ma in viaggio non riesco mai a preparare piatti così elaborati. – si lamenta Celine un po’ delusa
– Allora vorrà dire che cucineremo insieme d’ora in poi... sono curiosa di sapere quali sono i tuoi piatti forti. – le risponde Saphira cercando di tirarle su il morale
– Sentile come chiaccherano... è bello fermarsi in città ogni tanto, abbiamo bisogno di un po’ di serenità soprattutto in momenti come questo – commenta Leonard rivolto a Zeph che però sembra un po’ imbambolato, in compenso gli risponde Drakan
– Non abituartici troppo a questa tranquillità. Non appena il diario ci darà qualche indicazione riprenderemo il viaggio. – commenta secco. Nel frattempo il discorso tra le ragazze continua e interviene anche Ckreuzs
–... Saphira è straordinaria, non appena la conoscerete meglio lo capirete anche voi... – dice sorridendo e osservando affettuosamente la ragazza –... e io sono contento di aver conosciuto voi. Inizialmente non mi sebravate granchè perchè mi stavate portando via Saphira, le avevo persino detto di non partire, ma ora devo dire che mi state simpatici. – conclude sorridendo forse anche un po’ brillo ma l’aria allegra è spezzata dallo strano malumore di Zeph
– Ma chi sei tu per poter dire cosa fare alle persone? Penso che Saphira se la sappia cavare bene anche da sola o no? – esclama maledutato
– Zeph! Ti pare il caso di rivolgerti così a una persona che ci ha appena fatto un complimento, che ricopre un ruolo così importante e soprattutto che è così importante per Saphira? – lo rimprovera Shana
– Ah è importante per Saphira?!? – ribatte quasi urlando Zeph
– Si è importante per me! – interviene calma Saphira – E’ il mio maestro, una delle poche persone che mi sta vicino, mi sostiene e mi vuole bene. E vi sarei grata se smetteste di parlare come se io non ci fossi – conclude stanca per la giornata pesante
– Ragazzi forse è il caso che ci avviamo alla taverna a prendere delle camere per la notte... – Rhea consiglia tra le righe di togliere il disturbo vista l’atmosfera pesante che si è creata. Zeph sembra imbarazzato e mortificato per la scenata appena fatta, il resto del gruppo si sente di troppo in casa di Saphira che alla fine non conoscono neanche troppo bene, soprattutto dopo l’accaduto. La ragazza e anche Ckreuzs daltronde non sanno cosa dire. L’unico a rimanere indifferente è Drakan che finisce di mangiare e si alza tranquillamente ignorando ciò che lo circonda. Il gruppo sta per uscire quando Saphira esclama con tono risoluto
– Dove pensate di andare? – chiede sorridendo con aria maliziosa – non penserete davvero che vi lasci alloggiare alla locanda finchè resterete qui a Kazas!? Siete i miei compagni di viaggio d’ora in poi. Ho un paio di stanze di sopra. Le ragazze potranno dormire in una camera mentre i ragazzi nell’altra. – conclude facendo loro strada verso le camere. La giornata è stata faticosa per tutti: per Saphira che ha appreso anche troppe novità e per i ragazzi che sono reduci dal viaggio del pomeriggio così decidono di andare a dormire. Prima di ritirarsi nelle reciproche stanze Saphira da la buonanotte
– Spero starete bene qui a Kazas e soprattutto qui a casa mia. Finchè il diario non ci indicherà dove andare potremmo stare qui, così potrò sistemare bene tutto prima di partire. E spero staremo bene insieme. Buonanotte! – conclude sorridendo. A quelle parole l’unico a commentare sottovoce è Drakan
– Speriamo che il diario ci indichi qualcosa al più presto! – con queste ultime parole si chiude la giornata così impegnativa per tutti.
La mattina seguente Zeph, svegliatosi di buonora, decide di scendere per colazione lasciando gli amici a dormire data l’ora mattiniera. Nota però che Drakan non è più nel suo letto: il ragazzo si chiede dove possa andare e cosa faccia in giro a quell’ora del mattino. Appena arrivato al pianterreno trova Saphira che sta preparando la colazione e, ancora imbarazzato per la scenata della sera prima rompe il silenzio e la saluta
– Buongiorno Saphira! Come hai passato la notte? – a quelle parole la ragazza fa un salto per la sorpresa
– AHHH! – urla voltandosi presa alla sprovvista –... ah sei tu Zeph... mi hai fatto prendere uno spavento... ero sovrapensiero... – spiega Saphira non accorgendosi della faccia amareggiata del ragazzo
– Mi dispiace di averti spaventato... vado su a chiamare gli altri... – si scusa Zeph
– Lasciali pure dormire... si sveglieranno da soli, tanto la colazione non è ancora pronta... – lo ferma Saphira che evidentemente ha piacere di parlare con lui anzichè rimanere sola e poi aggiunge –... ieri ero concentrata su come sistemare le cose per la mia partenza così non ho dato peso al fatto più importante: lo spirito mi ha scelto e ora io sono un dragone... prima stavo riflettendo su questo... cosa significa essere un dragone? Cosa possiamo fare con questi spiriti... l’ho letto in parte sul diario ma le mie domande sono rivolte all’aspetto pratico della cosa... mi puoi dare le risposte che cerco – chiede speranzosa la ragazza a Zeph che, inizialmente fiero di quell’inaspettata attenzione, ricordatosi di non avere più lo spirito assume un’espressione sconsolata e scuote la testa
– Mi dispiace tanto Saphira... vorrei tanto darti le risposte che cerchi ma lo spirito mi è stato rubato e quindi non potrei ne farti vedere come traformarti, ne combattere con te – dichiara deluso volgendo lo sguardo sulla ragazza che però non sembra delusa ma anzi dopo un breve riflessione suggerisce
– Beh tu sei stato un dragone no? – chiede mentre il ragazzo annuisce – allora finchè non si alzano gli altri che mi possono insegnare la trasformazione puoi dirmi tutto ciò che può servirmi – afferma sicura guardandolo speranzosa
– In effetti potrei farti acquisire dimestichezza con il tuo elemento come ha fatto Rhea con me la prima volta che ebbi lo spirito... – dice dopo una breve riflessione continuando poi con la spiegazione pratica –... ora chiudi gli occhi e pensa intensamente al tuo elemento, concentrati su di esso e immagina di averlo tra le tue mani – spiega osservando la ragazza concentrato mentre lei esegue attentamente le sue istruzioni. Inizialmente Saphira sembra rilassata, poi con il passare del tempo, non succedendo niente, il suo viso si corrucia sempre più fino ad avere una smorfia da sforzo che risulta essere molto comica. A quella vista Zeph inizialmente cerca di trattenersi e non ridere ma poi scoppia in una risata incontrollata. Saphira sentendolo apre gli occhi e, vedendo il ragazzo ridere a crepapelle, si toglie il grembiule che stava usando per cucinare glielo tira in facia uscendo poi repentinamente da casa molto arrabbiata. A quell’inaspettata reazione Zeph si calma e si chiede perchè mai Saphira abbia reagito così... in fondo stava cercando di aiutarla a prendere dimestichezza con il suo elemento. Decide così di seguirla nel cortile dove la ragazza è di nuovo concentrata nell’intento di far scaturire il proprio elemento dalle mani. Appena avverte la presenza di Zeph però si interrompe e gli si rivolge sgarbatamente
– Lasciami sola... non ho più bisogno dei tuoi consigli! Ho già capito tutto... ora devo solo fare un po’ di pratica e la tua presenza mi mette a disagio. Non sono mai stata brava con la magia... se poi ci sei anche tu a distrarmi non ce la farò mai a richiamare il mio elemento! – esclama Saphira tutto d’un fiato molto irritata, agitata e affaticata per lo sforzo e soprattutto ancora arrabbiata. Zeph rimane sorpreso da quelle parole che rivelano molto di più di ciò che la ragazza in realtà vuole dire così, molto curioso, decide di stuzzicarla un po’
– Allora hai già avuto a che fare con la magia!?? – chiede stupito per poi continuare – Ma solo gli alati possono utilizzare la magia senza il supporto di incantesimi acquistati agli empori... questo significa che tu dovresti essere alata... ma non hai i lineamenti e le caratterisatiche fisiche degli alati... cosa... cosa sei? – chiede rendendosi conto di quanto poco sa su quella strana ma afascinante ragazza. Poi, stranito dall’effetto che sembra provocare su Saphira, aggiunge – E come mai ti metto a disagio? Perchè ti sei arrabbiata? Non riesco a capirti sei così... così... non saprei come definirti... mi rattrista constatarlo ma non ti conosco ancora e tu sembri ancora solitaria... sei parte del nostro gruppo ora e vorremmo accoglierti come una di noi... non erigere un muro di indifferenza e sfiducia come ha fatto Drakan... non so perchè ma a te ci tengo... pur essendo ancora una sconosciuta... a te ci tengo – dice stranamente confidando le proprie sensazioni –... comunque se ti do fastidio vado a fare colazione... anzi faccio di meglio: ti vado a chiamare Atlas, lui sicuramente ti potrà aiutare più di me visto che conosce bene la magia e soprattutto visto che ha già avuto lo spirito di luce... – conclude amaro il ragazzo con un’espressione che suscita in Saphira tristezza e senso di colpa che fanno crescere in lei un enorme tenerezza. Queste sensazioni molto strane per lei, nuove e incomprensibili la spingono a fermare il ragazzo che si sta allontanando, lo rincorre brevemente e lo blocca per un braccio con fermezza ma anche con estrema dolcezza. Zeph si volta e i due si guardano intensamente, c’è una strana atmosfera che viene interrotta dall’arrivo del resto del gruppo nel cortile.
–... io sono quello che vedi... quello che senti... mi sentivo a disagio, ero arrabbiata perchè mi hai derisa... sono molto orgogliosa e molto permalosa... ma la tua presenza non mi da fastidio... anzi... – sussurra Saphira all’orecchio di Zeph prima di scostarsi da lui all’improvviso arrivo dei ragazzi
– Che combinate voi due? Che segreti avete per confabulare così stretto stretto? – si intromette Celine interpellandoli e sorridendo maliziosa
– Niente... niente... stavo solo spiegando a Saphira come poter richiamare il suo elemento dallo spirito... ma mi sa che come insegnante sono negato, meglio che prosegui tu Atlas. Sicuramente le sarai più utile di me... Ah, ah, ah... ah....... ah... – spiega subito Zeph mettendosi a ridere e giustificandosi con aria imbarazzata a causa delle parole e della vicinanza inaspettata con Saphira. Il suo atteggiamento risulta quantomeno ridicolo: sembra un bambino sciocco preso con le mani nella marmellata e Shana lo punge sul vivo
– Una lezione di magia eh? A me più che altro sembra un incontro romantico nella brezza fresca del mattino – afferma mimando dei movimenti eleganti e romantici mentre guarda i due con uno sguardo più malizioso di Celine. E a peggiorare la situazione ci si mette anche Leonard
– E bravo il nostro Zeph... ti stai svegliando un po’ alla volta! Adesso ti trovi la fidanzata, il prossimo passo sarà recuperare il dragone – lo canzona l’amico simpaticamente. Zeph però sembra averlo già recuperato lo spirito perchè diventa rosso fuoco fino alla punta delle orecchie. Rhea, che fino a quel momento è rimasta in silenzio come troppo spesso negli ultimi giorni, capendo l’imbarazzo del compagno visto che anche lei si è ritrovata in una situazione simile, interviene
– Ragazzi se hanno detto che si stavano allenando così sarà non credete? Anzichè prenderli in giro dovremmo prendere esempio ed allenarci tutti insieme visto che abbiamo sia lo spazio disponibile sia il tempo a disposizione – conclude riportando a tutti alla mente che non stanno facendo un viaggio di piacere, anche se negli ultimi giorni è sembrato tale
– Finalmente sento qualcosa di sensato e maturo uscire dalla tua bocca! E finalmente in questo gruppo c’è una proposta per sfruttare il tempo in modo proficuo! – asserisce soddisfatto Drakan che, appena rientrato da una delle sue “passeggiate “ solitarie, irrompe nel cortile
– Ragazzi in cucina c’è ancora la colazione... a stomaco pieno sicuramente l’allenamento sarà più proficuo... – consiglia Saphira che ottiene l’approvazione di tutti. Così il gruppo rientra in casa e, dopo pochi minuti di silenzio, l’atmosfera si rallegra e la colazione trascorre piacevolmente. Durante la mattinata i ragazzi si allenano sia utilizzando semplicemente le armi, sia trasformandosi in dragoni e combattendo con la magia. Gli unici a non volare sono Atlas che, non avendo più lo spirito, cerca di spiegare ed insegnare a Saphira coma effettuare la trasformazione e Zeph che li osserva sentendosi inutile durante quella fase di allenamento del gruppo e prendendosela con un malcapitato fantoccio li accanto. Saphira per tutta la mattinata si applica nel tentativo di trasformarsi in dragone. Poco dopo la colazione era finalmente riuscita, con i suggerimenti di Atlas e Rhea, a richiamare l’elemento luce. Ormai esausta di provare, aveva svogliatamente avvicinato tra loro le mani davanti al petto e, credendo in un ennesimo insuccesso si era stranamente rilassata riuscendo così a svuotare la mente e a richiamare il suo elemento. In quel momento una sfera di luce era scaturita dalle mani e l’aveva completamente investita espandendosi in diversi raggi. A Zeph, che per primo si stupì di quel pensiero, in quel momento era sembrata bellissima. Ora però la ragazza si ritrova allo stesso punto di prima non riuscendo a controllare il potere e i propri movimenti da dragone. Davanti alle ennesime difficoltà decide per il momento di desistere così chiama le ragazze per preparare il pranzo tutte insieme mentre i ragazzi continuano l’allenamento nel cortile. Appena entrate in casa Celine e Shana iniziano ad indagare sulla strana atmosfera che hanno percepito tra Saphira e Zeph
– Allora che facevate stamattina così presto nel cortile? – chiede curiosa Celine cercando di nascondere la morbosa curiosità che potrebbe infastidire Saphira
– Beh... ve l’ha già detto prima Zeph: mi stava spiegando come manifestare l’elemento luce – risponde tranquillamente la ragazza ancora ignara dello scopo delle due nuove amiche
– E stavate così vicini proprio per richiamare l’elemento? – insinua più invadente Shana
– Cosa vuoi dire? – chiede isospettita Saphira scrutandole attentamente
– Dai confessa: ti piace Zeph no? Si vede che hai simpatia per lui... Non c’è niente di male ad ammetterlo... poi non siamo le tue nuove amiche? Se non possiamo sostenerti in momenti come questi come faremo quando arriveranno le difficoltà – confessa alla fine Celine logorata dalla difficoltà
– Ha ragione Celine. Vorremmo saperne di più su di te... conoscerti meglio ora che sei nel gruppo... e questo è un bel punto da cui iniziare no? – conclude fiduciosa Shana aspettando la risposta positiva di Saphira
– Per la verità non c’è niente da dire. Stamattina Zeph mi ha chiesto un paio di cose e io gli ho risposto ma niente di speciale, si trattava di un discorso inerente all’allenamento... – comincia la ragazza che vedendo le facce scettiche delle amiche decide di “confessare” tutto –... ok...ok... mi ero arrabbiata perchè mi ha deriso a causa della mia difficoltà nel richiamare l’elemento. Lui pensava fosse la sua presenza a darmi fastidio e io gli ho spiegato che non era così.... tutto qui. – conclude un po’ seccata per l’imbarazzo di raccontare l’episodio
– Tutto qui eh? Non mi convinci per niente. Lui ti pi-a-ce!! – esclama convinta Celine
– Sicuramente non posso negare che è carino... è il primo di voi che ho incontrato, o meglio scontrato, e quindi mi ispira fiducia... ma non lo conosco per niente anche se mi sembra un bravo ragazzo... – asserisce seria per aggiungere infine –... se questo per voi vuol dire che una persona ti piace allora posso dire che si.... Zeph mi piace... – conclude vedendo nel frattempo Shana che ridacchia stupita guardando la porta. Saphira allora si gira e capisce che, mentre diceva l’ultima frase, i ragazzi sono entrati in casa sentendo tutti compreso Zeph che, imbarazzato, è arrossito. Anche Leonard e Atlas hanno un’espressione stupita mentre Drakan, che finalmente era soddisfatto dell’allenamento della mattina, risulta seccato per quella scena imbarazzata e mielosa: lui proprio non le sopporta. Nello stupore generale Shana interviene e cerca di spezzare la strana atmosfera creatasi
– Ragazzi arrivate giusto in tempo... il pranzo è pronto. Stavo per venire a chiamarvi – Leonard decide di darle corda
– Cosa avete preparato? L’allenamento mi ha messo una fame... – iniziando così un monologo in cui spiega alle ragazze l’ultima mezzora passata in cortile quando loro non c’erano. Poco alla volta tutti tornano a loro agio partecipando, chi più chi meno, alla conversazione che spazia tra vari argomenti: l’allenamento, gli spiriti e i dragoni, gli “animali da compagnia” del gruppo e varie ipotesi sulle direzioni da prendere per proseguire il viaggio. Durante il pranzo solo Zeph e Saphira mantegono un silenzio di tomba mascherato dalla loquacità del resto del gruppo. I due ragazzi mangiano in silenzio e periodicamente si fissano distogliendo subito lo sguardo quando incontrano quello dell’altro. Nel primo pomeriggio tutti decidono di uscire nuovamente in cortile per proseguire l’allenamento: Saphira riesce a gestire i propri poteri meglio rispetto alla mattinata ma, di tanto in tanto, sembra divagare nei suoi pensieri perdendo la concentrazione e, di conseguenza, il controllo sui suoi movimenti di dragone. All’ennesimo errore, seguito dall’ennesimo rimprovero di Atlas che la sta istruendo, Saphira decide di porre fine a quella situazione. Si ritrasforma quindi, tornando allo stato normale, e rivolgendosi a Zeph afferma calma
– Zeph poi seguirmi un attimo: dovrei parlarti di ciò che è accaduto prima. – dice schietta guardandolo tranquilla negli occhi. Zeph non replica, si limita ad annuire agitato e seguirla con uno stato d’animo che nemmeno lui comprende, non avendolo mai provato prima: si rende conto di essere nervoso ed agitato ma non per qualcosa che lo preoccupi, anzi è un’agitazione che assomiglia ad un’euforia di felicità. Il gruppo a quella scena interrompe l’allenamento, ad esclusione di Drakan che è sparito subito dopo pranzo: evidentemente non gli piaceva la situazione e si è debitamente allontanato da qulle che per lui sono solamente stupidagini. Rhea e Atlas osservano la situazione e capiscono finalmente a cosa fosse dovuta la precedente disattanzione di Saphira e ammirano la sua schiettezza: è un pregio importante per mantenere l’armonia nel gruppo a patto che non sia esagerato. Celine e Shana invece, già curiose per loro natura, parlottando tra loro decidono di seguire i due e capire meglio il rapporto che li lega. Ma il loro intento è violentemente ostacolato da Leonard
– Cosa pensate di fare voi due? – eslcama mentre sbarra il passo alle ragazze – Riflettete su quello che fate una buona volta.... non capite che la vostra curiosità può diventare invadente? Già avete pressato in modo estenuante Rhea, cosa che abbiamo fatto un po’ tutti ma voi più di chiunque altro... ora vi intromettete, come è già successo prima di pranzo, nel rapporto tra loro due... non pensate che non siano affari vostri? – afferma risoluto rimproverandole. Le ragazze infatti, durante l’allenamento, avevano raccontato all’amico l’accaduto prima del loro improvviso arrivo in casa durante il pranzo. Celine e Shana rifletono finalmente su ciò che stavano facendo e, mortificate per non essersi paradossalmente accorte della loro insensibilità di cui così spesso accusano Drakan, ritornano mogie mogie ad allenarsi. Nel frattempo Saphira, conoscendo ormai la curiosità delle due nuove amiche, si è rapidamente allontanata seguita da un Zeph stranamente silenzioso.
– Zeph non so cosa tu abbia sentito ma vorrei spiegarti cos’è successo in casa prima di pranzo. Tu cos’hai capito della situazione? – come sempre la ragazza va dritta al nocciolo del discorso e Zeph si trova a pensare che gli piace quel lato della ragazza che sta imparando a conoscere. Decide di essere altrettanto sincero con Saphira
– Come hai visto, siamo entrati nel momento in cui tu dicevi.... beh...ehmm.... ecco... dicevi – anche se Zeph si riproponeva di essere sincero non riesce a parlare liberamente di quell’episodio per lui molto imbarazzante. Saphira interviene così in suo aiuto
–... dicevo che mi piacevi? – conclude la ragazza per lui continuando poi senza lasciare spazio a Zeph per replicare – Si ho detto proprio questo... ed è la verità. Le ragazze mi avevano chiesto, curiose e maliziose come sono loro, cosa facevamo stamattina presto nel cortile... ho spiegato loro che mi stavi allenando, e anche il motivo della mia stupida arrabbiatura... ma loro insistevano, insistevano e allora le ho accontentate dicendo la verità. Non ti conosco ancora bene ma ho la sensazione che tu sia un bravo ragazzo, attento agli altri e degno della fiducia che riponiamo, che ripongo in te... e ti assicuro che non do fiducia al primo che capita! E poi... beh... ecco... si ho detto che sei anche carino per i miei gusti – afferma arrossendo un po’ e concludendo poi il discorso – quindi ho detto loro che, se questo voleva dire che mi piacevi, allora... beh... mi piaci! Tu hai sentito solo quest’ultima frase e non volevo che ti creasse problemi, non sapendo di cosa stavamo parlando – aggiunge infine guardando Zeph che nel frattempo è rimasto in silenzio ad ascoltare quella spiegazione e a riflettere. Le parole di Saphira hanno su di lui uno strano effetto: è contento della fiducia e delle parole che Saphira gli ha rivolto ma in fondo al suo cuore sente crescere una sensazione diversa, non capisce cosa significa. Si sente deluso e amareggiato, eppure la ragazza gli ha appena rivolto parole che avrebbero dovuto lusingarlo... per questo non riesce a capire la delusione che prova. Il corso dei suoi pensieri è interrotto dalla visione di Saphira che, visto l’immobile mutismo di Zeph, gli si è avvicinata... forse anche troppo. Il ragazzo sorpreso, risponde a Saphira
– In realtà è vero che avevo equivocato le tue parole perchè non sapevo che discorso stavate facendo, ma non mi hanno dato fastidio... così come non mi dà fastidio quello che hai detto adesso. Sono felice di sapere che hai questa opinione di me! Spero non sia stato per questo che non riuscivi ad allenarti prima – conclude Zeph sorridendo nonostante i tanti sentimenti che prova: delusione, amarezza, speranza, gratificazione... amicizia?
– Hai ragione... prima continuavo a pensare a ciò che è successo e quindi non riuscivo a concentrarmi. Avevo una paura folle, proprio ora che faccio parte del gruppo, di aver compromesso in qualche modo l’armonia e l’equilibrio che si era istaurato tra tutti noi... per fortuna non è così! – confessa sollevata la ragazza. Chiarita ormai la situazione, i due amici tornano nel cortile dove gli altri, arrivata la sera, decidono di terminare l’alleamento della giornata. L’allegria torna nel gruppo che trascorre serenamente la cena. Celine e Shana si scusano, dapprima con Saphira per la loro invadenza, che accetta le loro scuse capendo la curiosità delle due amiche, poi tutto il gruppo si rivolge a Rhea. Sono stati veramente invadenti, insopportabili e insensibili a seguirla, a ficcare il naso nella sua vita e nell’insistere, pressandola fino allo sfinimento, per conoscere il suo stato d’animo. Rhea rimane comunque distaccata dalle amiche ma, nel suo animo rimane colpita dalle loro scuse e dalla sincerità che vede nel loro nuovo comportamento. Il gruppo a questo punto sembra quasi ritrovare la coesione, l’amicizia che aveva prima del cambiamento di Rhea... ma forse è solo un’illusione. I ragazzi però, trascorsa la serata cullati in questa illusione, si separano per trascorrere la notte in casa di Saphira preparandosi ad affrontare, magari il giorno dopo, nuove sfide, nuove avventure e nuovi pericoli sempre e comunque tutti uniti in quanto dragoni.
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Dopo che il gruppo se ne va a dormire, la notte passa relativamente tranquilla per tutti, aiutati anche dal fatto che l’armonia sembra quasi essere tornata tra di loro. La mattina dopo, quindi, tutti quanti si alzano di buon’ora pensando a cosa fare quel giorno, dato che a dir di Drakan, il diario non ha ancora dato segnali di nessun tipo.
-“Che ne dite se facciamo un giro per città nel frattempo? Poi magari Saphira deve concludere ancora qualcosa…” propone Celine, e gli altri sembrano d’accordo, soprattutto Saphira che deve finire di sistemare le sue cose e anche quanto riguarda al progetto che aveva con Ckreuzs. Così, tranne il solito Drakan che preferisce andarsene in giro da solo borbottando come al solito qualcosa sul fatto che non succede niente di utile ai fini del loro scopo principale che solo lui sa, tutti quanti cominciano il loro giro per la città di Kazas, anche un po’ per svagarsi.
La passeggiata prosegue tranquilla, assistendo ogni tanto a qualche lezione all’aperto o a discussioni tra studenti, anche per non pensare al fatto che nessuno dice qualcosa e quindi non restare in un perfetto silenzio tra di loro. Mentre attraversano una delle tante stradine della città, parlando di una delle lezioni appena assistite, d’un tratto Shana nota un bambino dietro l’angolo di una strada che le fa cenno di avvicinarsi. Gli altri non sembrano accorgersene e lei decide di andare dal bambino per vedere cosa vuole da lei, attenta comunque che non sia una trappola, mentre gli altri pian piano si allontanano. Il piccolo non appena la vede, sorride e le porge una lettera, poi corre via senza dir nulla. La ragazza, perplessa, lo guarda andarsene nonostante le sue richieste di farlo tornare indietro, e poi guarda l’oggetto che le ha dato.
-“Ehi Shana, che succede?” le chiede Celine, avvicinandosi assieme agli altri che si erano accorti della sua scomparsa. Lei si gira verso di loro, nascondendo istintivamente la lettera dietro la schiena.
-“Nulla, tranquilli. Andiamo?” risponde, nascondendo nel frattempo la lettera nei pantaloni. Gli altri la guardano, non capendo, ma poi decidono di lasciarla stare, reduci di come era andata a finire con Rhea e Saphira, le quali inoltre sono le prime a decidere di non intromettersi.
Dopo il giro in città, arriva ben presto l’ora di pranzo, così se ne tornano a casa di Saphira per consumare il pasto decidendo di dedicare il pomeriggio ad un po’ di allenamento.
Mentre gli altri si allenano in forma normale e dragone, Shana si distacca un attimo riprendendo dalla tasca la lettera che le aveva consegnato il bambino ed aprendola, cominciando a leggere.
Se vuoi rivedere tua sorella sana e salva dovrai venire da sola nel quartiere distrutto ad ovest di Fletz. Ti aspetto con ansia assieme alla tua preziosa spada.
Un vecchio amico
Rimane un attimo perplessa leggendo quelle poche parole, rileggendo più volte la parte della spada e la firma del probabile rapitore di sua sorella, capendo subito dopo chi è. Riduce la lettera in una palla di carta e subito dopo si volta un attimo a guardare il gruppo che continua il suo allenamento, e decide di non metterli in mezzo a quella storia, solo sua e molto personale. Torna comunque da loro, almeno per finire l’allenamento, pensando che è meglio partire l’indomani dato che deve arrivare fino a Fletz.
Passa il pomeriggio e dopo di esso anche la sera e la notte. La mattina dopo, intorno all’alba, Shana si sveglia, notando che le altre compagne nella sua stanza dormono ancora, quindi deduce che anche gli altri ragazzi facciano lo stesso. Si alza lentamente cercando di fare il minor rumore possibile, prendendo le sue cose e qualche razione di cibo almeno per colazione e pranzo. Lascia un messaggio nella cucina, piuttosto conciso che li invita a non interessarsi troppo della sua fuga e che comunque tornerà, ma se vogliono possono aspettarla a Fletz dove si è diretta, e subito dopo esce di casa, non incontrando nemmeno Drakan e non interessandosi poi molto della sua presenza o meno, dato che ci sono abituati a vederlo scomparire e ricomparire all’improvviso, e dirigendosi velocemente all’uscita della città e poi lungo il sentiero verso la capitale di Tiberoa.
Arriva a Fletz qualche ora dopo, verso l’ora di pranzo, ma s’interessa poco del pasto da fare pensando per il momento solo ad un modo per liberare Shaila senza metterla troppo in pericolo, chiedendosi anche se Alex ed Elen sono venuti a conoscenza del rapimento o forse la cosa è piuttosto recente… o anche una messinscena. Decide quindi di dirigersi subito al palazzo reale in cui riesce ad entrare facilmente come guerriera di Tiberoa e oramai conosciuta come dragone. Appena arrivata, quasi corre nella sala del trono, sbattendo però prima contro qualcuno e ricadendo all’indietro per terra.
-“Chi diavolo corre qui dentro?!” esclama colui contro cui è sbattuta, e subito sentendo quella voce alza lo sguardo vedendo Alexander che la guarda perplesso.
-“Shana!! E gli altri?” le chiede, vedendo che gli altri dragoni non ci sono. Lei nel mentre si rialza in piedi, cercando velocemente un modo per arrivare al punto della discussione.
-“Gli altri sono ancora via. Shaila dov’è?” gli risponde subito, leggermente agitata. Il principe si rabbuia un attimo, guardandola.
-“E’ stata rapita questa notte, ce ne siamo appena accorti e stavo per mandarvi una lettera, ma a quanto pare non serve” le spiega lui. Shana rimane perplessa a quella domanda. Shaila era stata rapita quella notte, ma la lettera della notizia del suo rapimento le era arrivata la mattina prima. Ciò significava che il rapimento era premeditato e il rapitore a quanto pareva sapeva che lei non sarebbe partita subito ma il giorno dopo. Effettivamente lei conosceva bene chi era, e sapeva che, purtroppo, anche lui la conosceva bene.
-“Già. Non chiamare comunque gli altri, so chi l’ha rapita e so come sconfiggerlo” e detto ciò fa per correre di nuovo giù per le scale, quando il principe la blocca.
-“Vuoi andare veramente da sola?”
-“E’ una questione personale, non voglio altre persone intorno” e così conclude il discorso uscendo velocemente dal palazzo, sapendo bene che quello con cui aveva parlato era il suo principe, ma ora la cosa che le importava di più era salvare sua sorella.
Il gruppo, nel frattempo, aveva deciso di lasciar libera Shana, reduci di ciò che era accaduto con Rhea e Saphira, nonostante fossero abbastanza preoccupati per la compagna. Drakan sembrava quasi infastidito della cosa, se il diario avesse dato segni di vita, infatti, si ritrovavano con un dragone in meno.
-“E se andassimo a Fletz ad aspettarla lì? In fondo ci ha detto che potevamo andarci, basterà non intromettersi troppo nei suoi affari dopo” propone Celine, forse la più preoccupata del gruppo dato che con la guerriera di Tiberoa aveva avuto fin da subito un buon rapporto e si dicevano sempre tutto, e ora dopo che anche lei era scomparsa senza dirla nulla, si sentiva profondamente sola.
Gli altri ci pensano un po’ su, poi decidono di andarci, dato che come aveva detto Celine, Shana non aveva vietato loro di seguirla almeno lì. Così velocemente si preparano per il viaggio e poi lasciano la città.
Dopo qualche minuto attraversando la città ricostruita, si affaccia alle porte di quella che è la parte abbandonata della città, il quartiere ovest, quasi completamente distrutto dall’attacco dei mininto degli anni passati. L’arciere si guarda intorno, portando la mano alla spada che porta al fianco pronta ad estrarla nel caso qualcuno le tendesse un agguato. Percorre quella che una volta era la via principale del quartiere, bene attenta a tutti i rumori attorno a lei, fino a quando non arriva di fronte alla chiesa oramai distrutta.
-“Bentornata a casa Shana” esclama qualcuno di fronte a lei, e subito dopo intorno appaiono dieci briganti, armati, che la guardano ghignando.
-“Perché hai voluto fare tutta questa sceneggiata solo per la mia spada?” chiede all’uomo che sta di fronte a lei, con accanto altri due sgherri che tengono ferma Shaila.
-“Dovresti saperlo meglio di me il perché. E ora consegnami subito l’arma senza fare troppe storie!” le intima subito.
-“E se io volessi farle le storie?”
-“Allora dovrai vedertela con loro. Attaccate e portatemi qui quella spada!” ordina ai suoi sgherri che non aspettavano altro e subito le sono addosso. Shana velocemente estrae la spada, ritrovandosi già cinque di loro addosso. Abituata comunque alle varie guerre contro i mininto che ha dovuto affrontare, velocemente li fredda tutti e cinque, aiutandosi molto spesso anche con le arti marziali facendoli cadere con qualche pugno o calcio ben assestato e poi finendoli con la spada, non pensando per nemmeno un momento di sfruttare il suo dragone, soprattutto per non farsi scoprire troppo. Sconfitti la metà dei nemici, l’altra metà l’attacca praticamente subito e si ritrova di nuovo a difendersi in vario modo con la spada, ogni tanto retrocedendo e nascondendosi dietro a qualche muro in rovina, ma sconfiggendo velocemente anche quelli in poche mosse, dovuto anche al fatto che come combattenti non sembrano un granché. Conclusi quindi i combattimenti, si ritrova da sola faccia a faccia con il rapitore della sorella, dato che i due sgherri che la tenevano se la sono data a gambe, troppo impauriti.
-“Lascia andare mia sorella e io non ti ucciderò” gli dice subito, aspettando una sua mossa, che non tarda ad arrivare, nonostante non fosse quella che voleva. Infatti l’uomo prende Shaila per il fianco con un braccio e con l’altro le punta un pugnale al collo.
-“Avvicinati e la tua cara sorellina farà una brutta fine. Getta la spada, l’arco e le frecce a terra” la sfida, ghignando soddisfatto del suo operato. L’arciere digrigna i denti, facendo come lui le ha detto, e quest’ultimo si avvicina a lei tenendo sempre Shaila.
-“Ora allontanati e non ti azzardare ad attaccarmi” continua lui, e Shana si ritrova a fare come egli dice, concentrandosi comunque nel mentre prendendo in mano il suo spirito di dragone e creando dietro la schiena una sfera del proprio elemento, nonostante la cosa continui ad essere un po’ difficile per lei, soprattutto data la situazione che non le permette di concentrarsi al meglio. L’uomo comunque non la vede e non è conscio del fatto che lei può utilizzare la magia, quindi prende velocemente la spada che Shana aveva lasciato a terra e subito dopo getta Shaila sul terreno, facendo qualche passo indietro e puntandole la spada contro.
-“E’ stato un piacere rivederti, capitano” la saluta, sorridendo divertito.
-“Il piacere è stato tutto mio, Justin…” risponde subito lei, riuscendo a creare la sfera di non elemento e lanciandogliela velocemente contro, colpendolo in pieno stomaco e facendolo ricadere a terra all’indietro, piuttosto dolorante e malconcio. La ragazza subito si avvicina alla sorella per essere sicura delle sue condizioni e dopo averla aiutata a rialzarsi, si avvicinano entrambe all’uomo, ancora dolorante.
-“Spero che tu abbia capito perché ti ho cacciato dall’esercito. Ma se non è ancora successo, sicuramente in prigione avrai tutto il tempo che vorrai per capire” gli dice, raccogliendo le sue armi e rimettendole a posto, mentre Justin sviene, oramai senza forze. Era riuscita a creare una sfera di non elemento piuttosto potente, probabilmente mossa soprattutto dal sentimento di odio che provava contro di lui per il rapimento ai danni della sorella.
Si avvia poi con Shaila verso la città, almeno per chiamare una guardia e informarla di andare a recuperare Justin, come accade, e poi sempre assieme alla sorella guidandola torna al palazzo reale dove trova anche i suoi compagni che l’aspettavano nella sala del trono con i due principi.
-“State bene?” chiede subito Elen correndo verso le due, evidentemente preoccupata, abbracciandole entrambe.
-“Sì Elen, non ho avuto problemi. Il rapitore è svenuto, ho mandato subito una guardia a recuperarlo, tra poco dovrebbe essere qui” fa un veloce resoconto Shana ad Alex che annuisce.
Subito dopo, Shaila viene accompagnata nella sua stanza per farla riposare, dopo le ultime cose che le sono accadute, mentre Shana comincia a spiegare ciò che era accaduto, molto velocemente ma non volendo comunque ampliare il discorso spiegando come e quando ha conosciuto Justin e il perché della sua cacciata dall’esercito, con la scusa di essere troppo stanca per continuare il discorso. Così dopo averli salutati nel mentre che cammina verso la stanza, pensa che nel gruppo non ci sia ancora molta armonia, o meglio non è stata ritrovato ancora ciò che hanno perduto in questo ultimo periodo, nonostante speri ora che ci riusciranno, magari presto dato che non potranno certo andare avanti così ancora per molto.
Shana
-“Che ne dite se facciamo un giro per città nel frattempo? Poi magari Saphira deve concludere ancora qualcosa…” propone Celine, e gli altri sembrano d’accordo, soprattutto Saphira che deve finire di sistemare le sue cose e anche quanto riguarda al progetto che aveva con Ckreuzs. Così, tranne il solito Drakan che preferisce andarsene in giro da solo borbottando come al solito qualcosa sul fatto che non succede niente di utile ai fini del loro scopo principale che solo lui sa, tutti quanti cominciano il loro giro per la città di Kazas, anche un po’ per svagarsi.
La passeggiata prosegue tranquilla, assistendo ogni tanto a qualche lezione all’aperto o a discussioni tra studenti, anche per non pensare al fatto che nessuno dice qualcosa e quindi non restare in un perfetto silenzio tra di loro. Mentre attraversano una delle tante stradine della città, parlando di una delle lezioni appena assistite, d’un tratto Shana nota un bambino dietro l’angolo di una strada che le fa cenno di avvicinarsi. Gli altri non sembrano accorgersene e lei decide di andare dal bambino per vedere cosa vuole da lei, attenta comunque che non sia una trappola, mentre gli altri pian piano si allontanano. Il piccolo non appena la vede, sorride e le porge una lettera, poi corre via senza dir nulla. La ragazza, perplessa, lo guarda andarsene nonostante le sue richieste di farlo tornare indietro, e poi guarda l’oggetto che le ha dato.
-“Ehi Shana, che succede?” le chiede Celine, avvicinandosi assieme agli altri che si erano accorti della sua scomparsa. Lei si gira verso di loro, nascondendo istintivamente la lettera dietro la schiena.
-“Nulla, tranquilli. Andiamo?” risponde, nascondendo nel frattempo la lettera nei pantaloni. Gli altri la guardano, non capendo, ma poi decidono di lasciarla stare, reduci di come era andata a finire con Rhea e Saphira, le quali inoltre sono le prime a decidere di non intromettersi.
Dopo il giro in città, arriva ben presto l’ora di pranzo, così se ne tornano a casa di Saphira per consumare il pasto decidendo di dedicare il pomeriggio ad un po’ di allenamento.
Mentre gli altri si allenano in forma normale e dragone, Shana si distacca un attimo riprendendo dalla tasca la lettera che le aveva consegnato il bambino ed aprendola, cominciando a leggere.
Se vuoi rivedere tua sorella sana e salva dovrai venire da sola nel quartiere distrutto ad ovest di Fletz. Ti aspetto con ansia assieme alla tua preziosa spada.
Un vecchio amico
Rimane un attimo perplessa leggendo quelle poche parole, rileggendo più volte la parte della spada e la firma del probabile rapitore di sua sorella, capendo subito dopo chi è. Riduce la lettera in una palla di carta e subito dopo si volta un attimo a guardare il gruppo che continua il suo allenamento, e decide di non metterli in mezzo a quella storia, solo sua e molto personale. Torna comunque da loro, almeno per finire l’allenamento, pensando che è meglio partire l’indomani dato che deve arrivare fino a Fletz.
Passa il pomeriggio e dopo di esso anche la sera e la notte. La mattina dopo, intorno all’alba, Shana si sveglia, notando che le altre compagne nella sua stanza dormono ancora, quindi deduce che anche gli altri ragazzi facciano lo stesso. Si alza lentamente cercando di fare il minor rumore possibile, prendendo le sue cose e qualche razione di cibo almeno per colazione e pranzo. Lascia un messaggio nella cucina, piuttosto conciso che li invita a non interessarsi troppo della sua fuga e che comunque tornerà, ma se vogliono possono aspettarla a Fletz dove si è diretta, e subito dopo esce di casa, non incontrando nemmeno Drakan e non interessandosi poi molto della sua presenza o meno, dato che ci sono abituati a vederlo scomparire e ricomparire all’improvviso, e dirigendosi velocemente all’uscita della città e poi lungo il sentiero verso la capitale di Tiberoa.
Arriva a Fletz qualche ora dopo, verso l’ora di pranzo, ma s’interessa poco del pasto da fare pensando per il momento solo ad un modo per liberare Shaila senza metterla troppo in pericolo, chiedendosi anche se Alex ed Elen sono venuti a conoscenza del rapimento o forse la cosa è piuttosto recente… o anche una messinscena. Decide quindi di dirigersi subito al palazzo reale in cui riesce ad entrare facilmente come guerriera di Tiberoa e oramai conosciuta come dragone. Appena arrivata, quasi corre nella sala del trono, sbattendo però prima contro qualcuno e ricadendo all’indietro per terra.
-“Chi diavolo corre qui dentro?!” esclama colui contro cui è sbattuta, e subito sentendo quella voce alza lo sguardo vedendo Alexander che la guarda perplesso.
-“Shana!! E gli altri?” le chiede, vedendo che gli altri dragoni non ci sono. Lei nel mentre si rialza in piedi, cercando velocemente un modo per arrivare al punto della discussione.
-“Gli altri sono ancora via. Shaila dov’è?” gli risponde subito, leggermente agitata. Il principe si rabbuia un attimo, guardandola.
-“E’ stata rapita questa notte, ce ne siamo appena accorti e stavo per mandarvi una lettera, ma a quanto pare non serve” le spiega lui. Shana rimane perplessa a quella domanda. Shaila era stata rapita quella notte, ma la lettera della notizia del suo rapimento le era arrivata la mattina prima. Ciò significava che il rapimento era premeditato e il rapitore a quanto pareva sapeva che lei non sarebbe partita subito ma il giorno dopo. Effettivamente lei conosceva bene chi era, e sapeva che, purtroppo, anche lui la conosceva bene.
-“Già. Non chiamare comunque gli altri, so chi l’ha rapita e so come sconfiggerlo” e detto ciò fa per correre di nuovo giù per le scale, quando il principe la blocca.
-“Vuoi andare veramente da sola?”
-“E’ una questione personale, non voglio altre persone intorno” e così conclude il discorso uscendo velocemente dal palazzo, sapendo bene che quello con cui aveva parlato era il suo principe, ma ora la cosa che le importava di più era salvare sua sorella.
Il gruppo, nel frattempo, aveva deciso di lasciar libera Shana, reduci di ciò che era accaduto con Rhea e Saphira, nonostante fossero abbastanza preoccupati per la compagna. Drakan sembrava quasi infastidito della cosa, se il diario avesse dato segni di vita, infatti, si ritrovavano con un dragone in meno.
-“E se andassimo a Fletz ad aspettarla lì? In fondo ci ha detto che potevamo andarci, basterà non intromettersi troppo nei suoi affari dopo” propone Celine, forse la più preoccupata del gruppo dato che con la guerriera di Tiberoa aveva avuto fin da subito un buon rapporto e si dicevano sempre tutto, e ora dopo che anche lei era scomparsa senza dirla nulla, si sentiva profondamente sola.
Gli altri ci pensano un po’ su, poi decidono di andarci, dato che come aveva detto Celine, Shana non aveva vietato loro di seguirla almeno lì. Così velocemente si preparano per il viaggio e poi lasciano la città.
Dopo qualche minuto attraversando la città ricostruita, si affaccia alle porte di quella che è la parte abbandonata della città, il quartiere ovest, quasi completamente distrutto dall’attacco dei mininto degli anni passati. L’arciere si guarda intorno, portando la mano alla spada che porta al fianco pronta ad estrarla nel caso qualcuno le tendesse un agguato. Percorre quella che una volta era la via principale del quartiere, bene attenta a tutti i rumori attorno a lei, fino a quando non arriva di fronte alla chiesa oramai distrutta.
-“Bentornata a casa Shana” esclama qualcuno di fronte a lei, e subito dopo intorno appaiono dieci briganti, armati, che la guardano ghignando.
-“Perché hai voluto fare tutta questa sceneggiata solo per la mia spada?” chiede all’uomo che sta di fronte a lei, con accanto altri due sgherri che tengono ferma Shaila.
-“Dovresti saperlo meglio di me il perché. E ora consegnami subito l’arma senza fare troppe storie!” le intima subito.
-“E se io volessi farle le storie?”
-“Allora dovrai vedertela con loro. Attaccate e portatemi qui quella spada!” ordina ai suoi sgherri che non aspettavano altro e subito le sono addosso. Shana velocemente estrae la spada, ritrovandosi già cinque di loro addosso. Abituata comunque alle varie guerre contro i mininto che ha dovuto affrontare, velocemente li fredda tutti e cinque, aiutandosi molto spesso anche con le arti marziali facendoli cadere con qualche pugno o calcio ben assestato e poi finendoli con la spada, non pensando per nemmeno un momento di sfruttare il suo dragone, soprattutto per non farsi scoprire troppo. Sconfitti la metà dei nemici, l’altra metà l’attacca praticamente subito e si ritrova di nuovo a difendersi in vario modo con la spada, ogni tanto retrocedendo e nascondendosi dietro a qualche muro in rovina, ma sconfiggendo velocemente anche quelli in poche mosse, dovuto anche al fatto che come combattenti non sembrano un granché. Conclusi quindi i combattimenti, si ritrova da sola faccia a faccia con il rapitore della sorella, dato che i due sgherri che la tenevano se la sono data a gambe, troppo impauriti.
-“Lascia andare mia sorella e io non ti ucciderò” gli dice subito, aspettando una sua mossa, che non tarda ad arrivare, nonostante non fosse quella che voleva. Infatti l’uomo prende Shaila per il fianco con un braccio e con l’altro le punta un pugnale al collo.
-“Avvicinati e la tua cara sorellina farà una brutta fine. Getta la spada, l’arco e le frecce a terra” la sfida, ghignando soddisfatto del suo operato. L’arciere digrigna i denti, facendo come lui le ha detto, e quest’ultimo si avvicina a lei tenendo sempre Shaila.
-“Ora allontanati e non ti azzardare ad attaccarmi” continua lui, e Shana si ritrova a fare come egli dice, concentrandosi comunque nel mentre prendendo in mano il suo spirito di dragone e creando dietro la schiena una sfera del proprio elemento, nonostante la cosa continui ad essere un po’ difficile per lei, soprattutto data la situazione che non le permette di concentrarsi al meglio. L’uomo comunque non la vede e non è conscio del fatto che lei può utilizzare la magia, quindi prende velocemente la spada che Shana aveva lasciato a terra e subito dopo getta Shaila sul terreno, facendo qualche passo indietro e puntandole la spada contro.
-“E’ stato un piacere rivederti, capitano” la saluta, sorridendo divertito.
-“Il piacere è stato tutto mio, Justin…” risponde subito lei, riuscendo a creare la sfera di non elemento e lanciandogliela velocemente contro, colpendolo in pieno stomaco e facendolo ricadere a terra all’indietro, piuttosto dolorante e malconcio. La ragazza subito si avvicina alla sorella per essere sicura delle sue condizioni e dopo averla aiutata a rialzarsi, si avvicinano entrambe all’uomo, ancora dolorante.
-“Spero che tu abbia capito perché ti ho cacciato dall’esercito. Ma se non è ancora successo, sicuramente in prigione avrai tutto il tempo che vorrai per capire” gli dice, raccogliendo le sue armi e rimettendole a posto, mentre Justin sviene, oramai senza forze. Era riuscita a creare una sfera di non elemento piuttosto potente, probabilmente mossa soprattutto dal sentimento di odio che provava contro di lui per il rapimento ai danni della sorella.
Si avvia poi con Shaila verso la città, almeno per chiamare una guardia e informarla di andare a recuperare Justin, come accade, e poi sempre assieme alla sorella guidandola torna al palazzo reale dove trova anche i suoi compagni che l’aspettavano nella sala del trono con i due principi.
-“State bene?” chiede subito Elen correndo verso le due, evidentemente preoccupata, abbracciandole entrambe.
-“Sì Elen, non ho avuto problemi. Il rapitore è svenuto, ho mandato subito una guardia a recuperarlo, tra poco dovrebbe essere qui” fa un veloce resoconto Shana ad Alex che annuisce.
Subito dopo, Shaila viene accompagnata nella sua stanza per farla riposare, dopo le ultime cose che le sono accadute, mentre Shana comincia a spiegare ciò che era accaduto, molto velocemente ma non volendo comunque ampliare il discorso spiegando come e quando ha conosciuto Justin e il perché della sua cacciata dall’esercito, con la scusa di essere troppo stanca per continuare il discorso. Così dopo averli salutati nel mentre che cammina verso la stanza, pensa che nel gruppo non ci sia ancora molta armonia, o meglio non è stata ritrovato ancora ciò che hanno perduto in questo ultimo periodo, nonostante speri ora che ci riusciranno, magari presto dato che non potranno certo andare avanti così ancora per molto.
Shana
I ragazzi sono appena giunti a Fletz ed è ormai notte fonda, non sono sicuri che sia il caso di andare a disturbare la famiglia reale, inoltre tutti i negozi sono chiusi ma per fortuna il gruppo ha l’equipaggiamento completo e quindi non si pone il problema dei rifornimenti.
Stanno per andare alla locanda, quando una delle guardie notturne, un ragazzo molto giovane, li riconosce e li saluta calorosamente
– Voi… voi siete di Dragoni! Il principe Alexander e la principessa Elen vi stanno aspettando. Hanno ordinato a tutte le guardie di avvisarvi, non dovete preoccuparvi di disturbare – afferma poi, continuando a sorridere ed a gesticolare agitato
– Grazie per averci avvisato – mormora Leonard squadrando la guardia – Come mai sei così emozionato? – chiede poi, sospettoso
– Emozionato? Dite davvero? – sobbalza lui, torcendosi le mani imbarazzato
– Mi stai dando del lei? – domanda sconvolto Leonard
– Certamente, siete i leggendari Dragoni, non è cosa di tutti i giorni potervi parlare – afferma sgranando gli occhi
– Leggendari, addirittura? – ride Zeph, non ancora abituato a tanta notorietà. Rhea se ne sta in disparte, stranamente vicina a Drakan, anche lui lontano dal gruppo.
– Per caso sai qualcosa di Shana? – domanda preoccupata Celine, guardandosi attorno ansiosa. Rhea non le parla più, Shana è scomparsa e con Saphira non è ancora riuscita a legare. Si sente sola.
– Mi… mi dispiace – balbetta il ragazzo, rammaricato – Io posso accompagnarvi al palazzo, così potrete chiedere direttamente ai regnanti – si offre, fissando Celine disperatamente
– Gra… Grazie, sei troppo gentile – lo rassicura la ragazza, sbalordita da tanta referenza
– Venite, allora, sarà un onore – esclama rinvigorito il giovane, incamminandosi baldanzoso verso il palazzo. Drakan sbuffa esasperato. Possibile che il diario non dia segni di vita? Stizzito per l’ennesimo ritardo apre scocciato il diario.
– Ti prego, un qualsiasi segnale – ringhia a bassa voce, stringendo le pagine consunte. Nulla. Rassegnato sta per chiudere il diario, scuotendo la testa, quando dei segni neri iniziato a striare la pagina
~ Rouge è la vostra nuova meta ~
Sei semplici parole che rianimano il ragazzo.
– Fermi tutti! – intima perentorio – Dobbiamo partire per Rouge, immediatamente – annuncia con un sorriso compiaciuto. Basta a queste visite di piacere, basta ad inutili deviazioni. Il diario ha parlato, finalmente!
– Immediatamente? – mormora Celine confusa – E pensi di arrivarci a nuoto? – domanda poi
– No ovviamente, ma non abbiamo tempo da perdere – replica stizzito lui, indicando con un gesto vago il porto
– Anche se andassimo al porto, non ci sarebbero comunque navi in partenza – fa notare Saphira, che non riesce a capire tutta la fretta di Drakan.
– Lo so – sbotta in risposta il ragazzo, continuando a stringere il diario come un’ancora di salvezza – Ma domani mattina si parte, con la prima nave per Rouge. Avete capito? Non voglio ritardi, non voglio nessun contrattempo – precisa, come se fosse spaventato all’idea di perdere ancora tempo
– Sì, Drakan, abbiamo capito – acconsente Zeph – Ma, ci permetti di andare a palazzo a recuperare il Dragone del Non Elemento? Oppure la abbandoniamo qui? –
– Voi andate pure al palazzo a riposarvi. Vi aspetto al molo d’ormeggio della Furia Regina domani all’alba per la partenza – afferma poi, avviandosi verso il molo con Drawol al seguito, senza nessuno intorno anche lui può entrare senza creare problemi.
La guardia osserva impaurito il ragazzo allontanarsi.
– Già, andiamo – mormora Rhea, muovendosi lentamente e facendo cenno all’altro di proseguire verso il palazzo.
Appena entrati vengono accolti da Elen ed Alexander. Dopo gli ormai conosciuti convenevoli i ragazzi chiedono di Shana.
– Si sta riposando, ma vi raggiungerà presto. Vi abbiamo tenuto in caldo qualcosa da mangiare. Sarete stanchi dopo questo viaggio – afferma premurosamente Elen, cercando di sviare il discorso. Un coro d’assenso accoglie le parole della principessa. Si accomodano così in sala da pranzo, con una tavolata imbandita di tutto punto.
– Vi chiedo di perdonarmi – inizia ossequiosamente Alexander – ma oggi è stata una giornata impegnativa. Mi ritiro nelle mie stanze, e credo che anche Elen vorrà fare lo stesso – afferma, guardando preoccupato le occhiaie della sorella. Troppa stanchezza e troppa agitazione nelle ultime ore non giovano di certo alla giovane ragazza.
– Credo di si, Alex. Vi prego di scusarmi… – inizia poi, ma viene interrotta da Celine
– Elen, Alexander, vi ringraziamo per la vostra ospitalità. È oltremodo scortese, da parte nostra, tenervi alzati a notte fonda. Non preoccupatevi per noi. Conosciamo abbastanza bene il palazzo da poter raggiungere le nostre stanze. Vi ringraziamo ancora – anche gli altri ragazzi si accodano ai ringraziamenti.
Poco dopo entra Shana, che sembra in ottima forma. Celine è la prima che si butta al collo della compagna e quasi scoppia a piangere.
– Che cos’è successo? – domanda poi preoccupa
– Mi dispiace di avervi fatto stare in ansia, in realtà non è successo nulla di grave – afferma con noncuranza – Shaila ha chiesto di me, dicendo che doveva parlarmi assolutamente. Ho creduto che fosse qualcosa di importante, ma Shaila ha solo esagerato. Voleva semplicemente che fossi presente ad un’importante conferenza che il principe Alexander ha tenuto – spiega, inventando di sana pianta. Ha chiesto esplicitamente a Alexander ed Elen di non dire nulla ai compagni, ed anche a Shaila è stato chiesto di tacere.
Sembra tutto tornato alla normalità e, anche se il viaggio è stato lungo e faticoso, i ragazzi rimangono a chiacchierare amabilmente del più e del meno nella sala da pranzo.
Da quando Saphira è entrata nel gruppo, Rhea può finalmente respirare. Sono tutti troppo occupati a scoprir qualcosa sulla nuova arrivata, per tartassarla di domande. Poi, dopo la fuga improvvisa di Shana, lei è passata in secondo piano.
È per questo che, quando la conversazione scivola su Kazas, Rhea è abbastanza rilassata da poter partecipare tranquillamente al discorso. Parlando un po’ di Atlas a Saphira.
– Può sembrare un po’ imbranato – commenta Rhea – Ma è un gran bravo ragazzo. Prende sempre molto seriamente gli incarichi che gli affidano. Non devi preoccuparti per i tuoi studi, credo che ci tenga quasi quanto te a portarli avanti – assicura poi, accennando all’entusiasmo che Atlas ha dimostrato per il progetto, nell’ultima lettera che le ha mandato.
– Lettere? Ma non gli avevi congelato le mani, per evitare che ne scrivesse ancora? – domanda Zeph con un sorriso. Rhea si raggela all’istante. Appoggia la schiena alla sedia, e incrocia le braccia davanti a sé
– Sì, ma è una testa dura… – mormora in risposta.
– Perché? Non ti fa piacere, se ti scrive? – le chiede Saphira, stupita dalla questione. Un silenzio imbarazzato cade sui presenti
– Ecco, vedi… diciamo che… –
– Se Atlas fosse in grado di farsi gli affari suoi, tutto andrebbe meglio – taglia corto Rhea, interrompendo la spiegazione di Leonard.
– Comunque, stavamo parlando del tuo progetto – interviene prontamente Celine, per sviare il discorso – E sarei davvero interessata a saperne di più – passato il momento critico, la serata riprende a scorrere tranquillamente. È comunque bastato poco, per far innervosire l’alata. Celine la guarda parecchio infastidita. Inizia a non sopportare più questo umore altalenante e variabile della compagna. Anche Shana sembra pensare la stessa cosa. Le due ragazze si fissano brevemente negli occhi, per poi guardare per un momento Rhea. Sembra totalmente assorta dal ricamo della tovaglia, gli occhi fissano un punto non meglio precisato.
Non l’hanno mai vista ridotta in questo stato, perennemente pensierosa e assorta.
– Celine, io credo che dovremmo parlare – le sussurra Shana, facendole capire che devono allontanarsi per un momento.
– Non adesso, stasera, quando sono tutti a dormire – replica lei, accennando con la testa prima a Rhea, poi ai due ragazzi ed a Saphira – Ora come ora, sarebbe troppo palese, se ci alzassimo insieme – spiega poi, tormentandosi un lembo della maglia che indossa.
Le due ragazze si fanno improvvisamente silenziose, e lasciano che sia Leonard a condurre la conversazione. Si sta divertendo a raccontare a Saphira come è entrato nel gruppo
– … e questo gruppo di mininto, non esagero quando dico che saranno stati almeno venti… –
– Perché non trenta – sogghigna Zeph
– Erano almeno venti –
– Te ne posso concedere quindici, non uno di più – afferma il ragazzo
– Diciotto! –
– Sedici –
– Andata! Stavo dicendo, dovevano essere almeno sedici mininto. Erano potenziati al massimo da strani incantesimi e simili. Uno era gigantesco, alto più di me, con un’enorme ascia in mano, ha cercato di staccarmi la testa. Non so come sia riuscito ad evitarlo, fatto sta che era grosso, ma anche stupido. Il colpo che avrebbe dovuto colpirmi, è andato dritto a segno nel mininto dietro di me. Ha fatto fuori un suo compagno! Grandioso, davvero. È stato in quel momento che ne ho approfittato, ed ho affondato Drako nel suo stomaco – racconta entusiasta
– Non me lo ricordare – geme la spada, disgustata – è stato orribile. Davvero, preferisco non ricordarlo –
– Non ti facevo così schizzinoso, Drako, dovresti esser abituato a certe cose… comunque, con questa mossa faccio fuori due nemici. Ma me ne rimangono ancora sedici –
– Quattordici – precisa Zeph, quasi stizzito
– Ok, ok, quattordici – acconsente ridendo Leonard – Comunque, dicevo. Quattordici mininto ancora, da battere! È una battaglia difficile, sai? Per di più, un paio erano armati di archi e balestre, quindi dovevo riuscire a schivare le loro frecce, ed al contempo schivare i fendenti di quelli armati di spada. Uno mi ha affondato la spada qui – afferma, toccandosi la spalla coperta dalla maglia – ma io l’ho estratta, e l’ho colpito con Drako! Meno uno, ancora tredici. Ho dato un paio di colpi seri intorno a me, ed altri cinque sono caduti. Ancora otto mininto. Ed io iniziavo ed essere stremato, Drako ha il suo bel peso, e le ferite che quei disgraziati mi avevano inferto sanguinavano parecchio. Ho preso paura quando ho visto la pozza di sangue ai miei piedi, per fortuna molto di quel sangue era dei nemici. Comunque, un altro nemico si è avvicinato, brandendo un martello chiodato. C’è mancato poco che non mi azzoppasse, ho fatto un salto all’indietro, ed ho colpito uno degli arcieri che stava distante rispetto al gruppo che mi circondava –
– Io me la ricordo diversa – commenta Zeph, continuando ad usare un tono lievemente seccato
– Voi siete arrivati dopo, quando oramai avevo fatto fuori gran parte dei mininto – afferma Leonard piccato
– Non ti sembrano due bambini che stanno litigando per chi ha il giocattolo migliore? – bisbiglia Shana all’amica
– Direi che mi sembrano due galletti nello stesso pollaio – afferma l’altra, scuotendo leggermente la testa.
– Fa un po’ tristezza vedere come si riducano i ragazzi, all’arrivo di una bella signorina – rincara Shana ridacchiando sommessamente.
– I maschi e le gonnelle… ci si potrebbe quasi scrivere un trattato. Ti ricordi quando gli abbiamo fatto quello scherzetto a Fletz? Quando ci siamo divertite! – Celine sghignazza al pensiero di quanto si sono divertite alle spalle dei poveri compagni d’arme. Saphira si guarda attorno un momento spaesata. Rhea continua a fissare la tovaglia, Zeph e Leonard stanno litigando su chi dei due sia il bugiardo e Celine e Shana ridacchiano senza sosta. Rhea si alza dalla tavola, e con voce atona annuncia che andrà a dormire, dato che non si regge in piedi a causa della stanchezza. Gli altri la salutano, e subito dopo riprendono a far quello che stavano facendo prima. Zeph e Leonard si rimbeccano a vicenda le spacconate che hanno raccontato
– E quella volta che hai affermato di aver battuto il Golem da solo? Non sei Drakan! –
– Vogliamo ricordare di quando, per renderti interessante, fai capire che la tua infallibile mira e le tue miracolose frecce sono indispensabili? A sentirti parlare, saremmo dovuti morire decine di volte senza il tuo prezioso aiuto! – afferma caustico Leonard, zittendo momentaneamente Zeph.
Celine e Shana persistono a ridacchiare, aumentando il volume ogni volta che uno dei due ragazzi rimbecca all’altro le imprese di cui si vanta.
Saphira è stranita, le sembra di esser circondata da bambini di dieci anni. Rimane un momento in silenzio, poi decide di intervenire all’ennesima replica di Zeph
– Zeph, dai, non fare il guastafeste – Zeph si rabbuia immediatamente, e sembra quasi voler mettere il broncio – Leonard è un bravo istrione, anche se si sente che esagera un po’ – questa volta è Leonard zittirsi.
– Saphira, vedo che hai già capito che i nostri compagni sono tutto fumo e niente arrosto. Per far colpo su di una bella ragazza non esitano a ingigantire missioni da nulla – commenta Shana
– Ma… –
– Leonard… credo che sia il caso di lasciar cadere il discorso – mormora Zeph imbarazzato, pensando che si sono davvero comportati come dei ragazzini. Che vergogna!
– Bravo Zeph, qualcuno con un po’ di senno c’è ancora, allora – si complimenta Celine, dandogli dei leggeri colpetti sulla spalla.
La serata riprende normalmente, fra prese in giro e battute. Ma Celine non si è dimenticata del discorso che deve fare con Shana, quando finalmente si decide di comune accordo di andare a dormire, le due ragazze sono le prime ad alzarsi, e si fermano sulle scale che portano alle stanze, lontane da occhi indiscreti.
– Non può essere così irritabile – sbotta sottovoce Celine – Dov’è finita la Rhea che conosciamo tutti? Quella che ha sempre la battuta pronta? –
– Celine, calmati – la consola Shana, poggiandole una mano sulla spalla – Diciamo che quella Rhea è momentaneamente assente. Al suo posto abbiamo un’irascibile apatica. Che può sembrare un controsenso, ma… quando non sta a fissare il vuoto, ci ringhia contro. È intrattabile, ma certe volte anche noi non la aiutiamo… –
– Forse, è che… insomma… – Celine si interrompe, cercando di comporre una frase con un senso logico
– Forse cosa? – sospira Shana – Di solito stava allo scherzo o, addirittura, partecipava... ora, solo perchè le gira male, deve fare tutti questi problemi? –
– Sì, in parte hai ragione, ma... insomma... d’accordo; sembra stia facendo troppo la prima donna... ma… forse – cerca di rispondere Celine – forse non è solo colpa sua. Spesso non me ne rendo conto e faccio battute che potrei evitare. Un po’ mi sento in colpa –
– Stai perdendo di vista il vero problema – risponde Shana
– E quale sarebbe il vero problema? – domanda l’altra
– Il fatto che Rhea ha un problema, e non vuole aiuto per risolverlo. Si vede subito che non è in grado di gestirlo da sola, continua ad isolarsi ed a trattare male tutti – replica la ragazza.
– Già... sembra quasi Drakan – aggiunge pensierosa Celine
– Vero, ma Drakan è Drakan! Insomma, lui è così chissà da quanto tempo e dimostra di esser contento della sua vita. Rhea al contrario non vuole essere così – spiega Shana
– Quindi tu cosa suggerisci di fare? – chiede Celine
– Non lo so, speravo ti venisse qualche idea. Ogni volta che cerco di parlare con Rhea sembra che stia per saltarmi al collo. A volte mi fa più paura lei di Drakan, lui almeno si sa controllare e non farebbe mai del male se non veramente costretto, al massimo ti lascia in balia dei tuoi nemici. Rhea invece sembra sul punto di scoppiare da un momento all'altro. Spero di essere da tutt'altra parte quando succederà –
– Ok, fin qua ci siamo... resta però il problema di prima: che fare con Rhea? Come ci comportiamo nei suoi confronti? Cosa possiamo fare per farla tornare la nostra amica di sempre? –
Shana sembra rispondere qualcosa, ma un rumore la blocca con la bocca aperta. La posizione è abbastanza buffa da far ridere Celine.
– Cosa ci fate qui? – domanda Saphira, guardandole con sospetto
– Nulla, stavamo chiacchierando – glissa Celine, abbassando gli occhi
– Certo, e di cosa? – insiste la ragazza, sedendosi anche lei sugli scalini. Un silenzio teso cala sulle tre, ed è la stessa Saphira a romperlo – Rhea? – chiede semplicemente. Shana annuisce pensierosa
– Tu cosa ci consigli? Sei nuova a tutta la situazione, e di sicuro hai una diversa visione delle cose. Magari puoi darci qualche consiglio utile –
– Io? E perché mai? Mi pare chiaro che Rhea non voglia esser disturbata, in questo momento. Non potete lasciarla sbollire per conto suo? – replica l’interpellata asciutta
– Ci abbiamo provato. È rimasta da sola per tanto tempo, ma… non è servito a nulla. Più sta da sola, più rimugina sulla situazione e si intristisce ancor di più. Sembra sia entrata in un circolo vizioso, e da sola non riesce ad uscirne –
– Noi vorremmo riuscire a darle una mano, davvero – interviene accorata Celine – Ma, ogni volta, lei reagisce malissimo. Vorremmo che si aprisse, che parlasse dei suoi problemi. Magari non troveremo una soluzione, ma sfogarsi potrebbe farle bene… –
– E, con sfogarsi, non intendiamo di certo congelar ogni cosa che le attraversi la strada! – esclama Shana – Però, riuscisse a tirar fuori e ad affrontare quello che la tormenta… sarebbe un passo avanti –
– Non posso darvi torto… ma mi sembra comunque una forzatura. Non mi sembra molto corretto, nei confronti di Rhea. D’altra parte, pare anche che da sola non riesca a venirne a capo… e voi state chiedendo a me un consiglio su come comportarvi con lei? –
– Esatto – afferma Celine speranzosa in una qualche risposta
– Non so come aiutarvi, nemmeno io so bene che farei, se fossi nei vostri panni. Forse un discorso a viso aperto, quando lei non è particolarmente di malumore. Però… c’è il rischio che lei diventi ancor più cupa –
Celine e Shana si rassegnano davanti all’evidenza, la situazione è complessa, e finché non è Rhea a cambiare, loro potranno fare ben poco. Proprio quando si stanno per congedare ed andare nelle loro stanze Zeph gira l'angolo guardandosi le spalle inacidito dalla discussione appena finita con Leonard.
Saphira si sta alzando in piedi proprio in quel momento e non si accorge di lui, Zeph la urta senza volere e le fa cadere un piccolo coltellino. È un regalo del maestro della ragazza, un oggetto che si è rivelato molto utile per raccoglier le erbe che studia, essendo piccolo e affilato, col manico intarsiato. È ormai abituata a tenerlo sempre appeso alla cintura.
I due si scusano a vicenda leggermente imbarazzati e, contemporaneamente, si abbassano per raccogliere il coltellino. Purtroppo sono molto vicini e, nell'abbassarsi, si danno una bella craniata.
Si rialzano entrambi di scatto tenendosi la testa con le mani e gli occhi chiusi, mentre imprecano leggermente a fior di labbra. Dopo qualche secondo, durante i quali Celine e Shana assistono divertite alla scena dalla testa della scalinata, Zeph e Saphira riaprono lentamente gli occhi. I due sono molto vicini l'uno dall'altra ed hanno ancora le mani sopra la testa... i loro sguardi si incrociano ed improvvisamente le loro smorfie di dolore si tramutano in espressioni di imbarazzo. Entrambi non sanno cosa fare ma non riescono a distogliere lo sguardo uno dall'altra, finché di colpo e senza alcun motivo Saphira scoppia a ridere. Si appoggia con la schiena alla parete e si tiene lo stomaco, sembra davvero divertita da tutta la faccenda.
Zeph resta completamente sorpreso dalla situazione, non riesce proprio a capire cosa le sia preso e lentamente lascia scivolare le sue mani dalla testa ad una posizione di riposo lungo in fianchi, osservando la sua amica.
Nel frattempo, Saphira, riesce finalmente a smettere di ridere e, mentre con una mano si tiene ancora lo stomaco dolorante per le contrazioni, con l'altra si asciuga le lacrime. Cerca anche di scusarsi con lui, tra un sussulto di risa e l'altro.
Zeph raccoglie il coltellino, stando ben attento a come si muove, e glielo porge scusandosi a sua volta. Lei lo prende e lo risistema alla cintura salendo le scale per dirigersi alle camere.
Il ragazzo le richiede se sta bene e se, magari, può fare qualcosa per lei seguendola sulle scale. Passano oltre a Shana e Celine, che stanno ancora osservando la scena comica senza dare troppo nell'occhio. Ne Zeph, ne Saphira rivolgono loro alcun cenno, sono presi tra loro, i due non si accorgerebbero nemmeno di un ipotetico elefante. Per il breve tragitto, Zeph continua a scusarsi, e Saphira continua a ripetere che non è successo assolutamente nulla. Arrivati davanti alla stanza di Saphira, lei apre la porta rassicurando ancora Zeph. Gli dice che non le serve nulla e che è a posto così. Gli volta le spalle ed entra in camera, considerando chiusa la questione.
Lui non si rende conto di quello che sta facendo, e fa per seguirla, ma, appena mette un piede nella stanza, la ragazza di gira di scatto e lo fissa minacciosa negli occhi senza dire nulla. L’intrusione involontaria del ragazzo la infastidisce parecchio. Crede che lui stia facendo apposta tutta la scena delle scuse, per chissà quale secondo fine.
Ma Zeph, in realtà, non ha alcuna intenzione particolare, se non cercar di non fare una brutta figura davanti alla ragazza. È per questo che non capisce questo improvviso cambiamento, e continua a fissarla negli occhi, in attesa di una spiegazione per lo sbalzo d’umore.
Saphira, allora, descrive con gli occhi un cerchio guardando quello che la circonda. Il ragazzo gira la testa verso sinistra e segue lentamente il perimetro dello stipite della porta... alla fine riporta lo sguardo sul viso di Saphira, che è sinceramente curiosa di vedere cosa farà il ragazzo ora. Zeph diventa repentinamente rosso peperone e, senza spiaccicare parola, fa un paio di passi all'indietro, come fosse un burattino. Cerca di fare le sue scuse con scarsi risultati. Deluso dalla terribile figuraccia appena fatta, abbassa lo sguardo si dirige impacciato verso la sua stanza.
Saphira lo osserva divertita allontanarsi e, con un leggero sorriso sulle labbra, chiude la porta della sua camera e va a dormire.
Shana e Celine, che se ne sono state buone buone ad osservare il tutto, finalmente possono sghignazzare al pensiero delle loro espressioni, una più divertente dell'altra.
Proprio in quel momento arriva Leonard che, essendo rimasto solo a tavola, ha finito di svuotare la bottiglia e decide di andarsene a dormire. Nota che le due ragazze stanno ridendo, ma non ha voglia di sapere con chi c’è l’hanno e quindi si limita a salutarle con la mano, mentre fa un lungo sbadiglio passando loro davanti.
– Ehm… siamo rimaste sole – dice Celine dopo essersi calmata facendo la conta dei suoi compagni
– Già, be’, abbiamo finito in bellezza per oggi. Direi che possiamo andare a dormire anche noi. O vuoi fare qualcos’altro? – chiede Shana che ricevendo risposta negativa si congeda ed entrambe si ritirano nelle loro stanze.
La mattina seguente, dopo aver preparato tutti i bagagli, i ragazzi si avviano verso il molo, nell’attesa di imbarcarsi sulla Furia Regina per arrivare a Rouge.
Celine, Shana e Saphira fanno l’andatura chiacchierando tra loro mentre Zeph e Leonard discutono del più e del meno scambiandosi le aspettative per il futuro… poco più indietro Rhea è come al solito in disparte con sguardo basso a rimuginare sui suoi problemi.
Dopo il primo molo accessibile solo dalla rocca uno dei re successivi ha pensato di rendere disponibile a tutti il porto costruendone uno alla fine della via principale che porta verso le rocche, sulla sinistra della scalinata c’era molto spazio per costruire un’altra strada che costeggia la scogliera e arriva fino al mare. Questo ha contribuito molto all’economia della città che da allora si è ingrandita ed è diventata più ricca grazie agli scambi commerciali via mare. Tra l’altro è il modo più veloce per raggiungere Rouge da Serdio ed è proprio il percorso che devono fare i ragazzi.
I ragazzi mostrano il lasciapassare all’ufficiale che controlla gli imbarchi e vanno in cerca delle loro cabine
– Questa è per te… il postino non aveva voglia di aspettarti e l’ha data a me – dice Drakan spuntato all’improvviso alle spalle di Rhea che fa un sobbalzo poco prima di accorgersi della busta che gli sta porgendo il ragazzo… è una lettera che proviene da Kazas. Al solito, Atlas non ha perso il vizio di scrivere e Rhea decide di leggerla da sola per conto suo quando ne avrà voglia, adesso non è il caso.
– Quella è per me? – chiede Saphira a Drakan che ha un’altra lettera nell’altra mano.
– No – risponde mono–sillabicamente lui uscendo poi per dirigersi a prua della nave.
– Qualcosa non va? – chiede Zeph alla ragazza
– No, è che… insomma, ho visto la lettera per Rhea che proveniva da Kazas e speravo che ce ne fosse una anche per me. Speravo in qualche notizia dalla ricerca… pazienza, sarà per la prossima volta – risponde la ragazza andando poi a sistemarsi nella sua cabina
– Dai, su. Vedrai che arriveranno presto – la consola Zeph dandole una mano
– Se quella lettera non è per nessuno di noi allora per chi è? – chiede Celine rivolgendosi a Shana
– Boh… forse è diretta a lui. Anche se non capisco chi possa avergli scritto – risponde la ragazza
– D'altronde è inutile pensarci, lui non ci dice nulla della sua vita. Forse anche lui ha qualcuno che lo aspetta da qualche parte – replica lei
– NAAAAA!!! – dicono in coro le due ragazze guardandosi e ridendo. Chi si prenderebbe la briga di scrivere ad un personaggio del genere?
Dopo qualche minuto la nave salpa ed i ragazzi si disperdono, ognuno intento a fare qualcosa di diverso. Passate quasi due ore di viaggio, Rhea si trova a poppa della nave, seduta sul bordo mentre ciondola le gambe nel vuoto ed osserva la scia lasciata dalla nave nel mare.
Si ricorda della lettera e decide di leggerla visto che le sembra tutto sommato un buon momento… aprendola si accorge che non è di Atlas ma di Kairan, che ha chiesto all’alato di spedire quella lettera in suo nome, forse convinto del fatto che, se l’avesse spedita direttamente lui, Rhea l’avrebbe stracciata prima di leggere.
– Non ha avuto tutti i torti – mormora ghignando – ma si merita almeno una lettura superficiale, per l’impegno e l’arguzia dimostrati nel mandarmi questa lettera – constata poi, aprendola.
Rimane sorpresa dall’inizio della lettera
“Cara Rhea
Se stai leggendo, significa che sono riuscito ad imbrogliarti abbastanza bene.
Dai, ferma, non stracciarla subito. Altrimenti ho speso un sacco di tempo per nulla… lo so che non mi vuoi più sentire, però resti sempre la mia Rhea. Anche se sei così diversa da quella che ricordo.
Non che mi dispiaccia, si vede che sei maturata un po’!”
– Maturata? Grazie, ma quanto sei gentile – commenta ridacchiando, la lettura è decisamente più piacevole di quanto si aspettasse.
“Io sono sempre impegnato nei viaggio d’affari, mio padre mi sfrutta come suo personalissimo galoppino. Non che me ne lamenti, in fondo visito posti nuovi, conosco un sacco di gente, e mi apro molte strade per il futuro… ma esser comandato a bacchetta resta fastidioso. Comunque, c’è da dire che sono rimasto sorpreso quando Atlas mi ha rimandato questa mia lettera indietro, dicendo che non voleva immischiarsi in faccende non sue.
Devi davvero averlo spaventato parecchio, per farlo reagire così. Nonostante queste inezie, sono riuscito a farti avere la mia missiva (che spero non giaccia abbandonata nel fondo del tuo zaino… ti conosco, scricciolo, so che saresti capace di non leggerla solo per farmi dispetto)”
– Già, ci sei andato molto vicino, questa volta. Fortunatamente per te, sai sempre come prendermi, dopo che mi sono sbollita –
“Mi manchi. Su, adesso da brava, richiudi la bocca e non rileggere quattro volte quelle due parole. Le hai capite benissimo. Mi ha fatto piacere rivederti, anche se per poco. E la prima parte della serata è stata così piacevole, che mi dispiace non poter replicare.
Ok, la smetto, scusami. Sono sempre troppo sentimentale, quando si tratta di te. E ti da fastidio, non sei portata alle melensaggini… ma non riesco a resistere.
No, non accartocciar la lettera, ti prego. Cambio discorso, parliamo della tua missione”
– Missione… già, come se potessi davvero spiegarti quello che sta accadendo. Non lo so nemmeno io – Rhea si sente improvvisamente abbattuta e triste. Per che cosa, esattamente, sta combattendo?
“Mi hai detto di essere un Dragone. Di non aver tempo per fare altro, e l’ho trovato immensamente triste. Triste perché non eri affatto convinta di quel che mi stavi dicendo. Sembrava che stessi ripetendo una lezione, una nozione imparata a forza. Come tutte le volte che ti ho sentita ripetere a memoria un incantesimo, senza capirne realmente il significato.
Perché combatti?”
– Domanda da un milione di gold! Non ne ho idea –
“Per proteggere qualcuno?”
– No, i miei compagni si difendono benissimo da soli… non mi resta nessun altro di cui preoccuparmi, se non di me stessa –
“Per la gloria?”
– Nemmeno, spesso nessuno sa che siamo stati noi ad uccidere il cattivo di turno. Agiamo quasi nell’ombra, senza chiedere ricompense od onori –
“Per te stessa?”
– Forse… forse solo per sfogarmi, o per non pensare… ti odio Kairan, quando mi fai riflettere su queste cose – sbotta stizzita l’alata, interrompendo la lettura e fissando il mare. Per ora non vuole riprendere a farsi domande, vuole solo godersi il lento trascorrere del tempo in pace e tranquillità sulla nave.
Nel frattempo Celine e Shana si trovano su una delle passerelle appese all’albero maestro che consentono ai viaggiatori di ammirare il panorama dall’alto… le due ragazze però sono più propense a prendere il sole piuttosto che guardarsi intorno. Leonard, dal canto suo, sta girellando senza meta per tutta la nave cercando di ingannare in qualche modo il tempo, che in un viaggio del genere sembra non passare mai. Per caso passa davanti ad una cabina con la porta leggermente aperta, e sente all’interno un dialogo molto strano.
– Allora siamo d’accordo vero signor Momori? – dice uno dei due. Leonard lo intravede appena ma gli sembra di averlo già visto, ha degli abiti… familiari.
– Sicuro Kaede. Grazie a voi potrò risparmiare un bel po’ di denaro, e voi ci guadagnate comunque… è proprio un ottimo affare per entrambi – gli risponde un uomo nascosto dalla porta.
– Kaede?! Mi sembra di averlo già sentito questo nome, ma non ricordo proprio dove – pensa tra sé e sé Leonard, mentre resta di fianco alla porta ad ascoltare la conversazione
– Quella insulsa legge imposta dal re di Bale sta dando un sacco di problemi… Mi chiedo come si faccia ad imporre l’uso delle licenze per la vendita del Mithril – commenta quello che sembra essere un commerciante
– Già, non basta che sia un materiale raro e costoso di suo. Il re ha imposto anche le licenze che vengono concesse a pochi eletti, e questi se ne approfittano alzando il prezzo. Ma grazie a lei ora potrò avere questo fantastico metallo ad un prezzo concorrenziale. Potrò vendere le mie armi ad un prezzo leggermente più basso di tutti gli altri attirando clienti ed al contempo aumentare i miei guadagni – spiega Momori, che sembra essere un potente armaiolo
– Questi commercianti… farebbero di tutto pur di arricchirsi. Questo è pure disonesto visto che va contro le leggi di Bale. Chissà cosa gli fanno se lo pescano. Comunque dovrebbero incriminare anche quell’armaiolo… be’, ma si sa che i veri affari si fanno in queste condizioni – pensa Leonard un po’ confusamente mentre si allontana.
– Saphira io… volevo scusarmi… – inizia Zeph parecchio imbarazzato
– Scusarti? Ah, per l’altra sera intendi. Non c’è problema – afferma lei, continuando a leggere un fascicolo, e non degnandolo nemmeno di uno sguardo.
– No, davvero, non vorrei che tu pensassi che… –
– Zeph, smettila! Dai, ho capito che non era tua intenzione far nulla, hai fatto solo una piccola gaffe. Non sono arrabbiata, e non serve che tu ti scusi ogni due minuti – replica lei, continuando a leggere
– Scusami è che… –
– Accidenti, sei proprio una testa dura – ride lei, intenerita dalla goffaggine del ragazzo
– Già, scusami… ops! Non mi riesce di non dirtelo – mormora intristito Zeph, guardandosi i piedi rassegnato. Ogni volta che tenta un approccio con Saphira, finisce sempre per commettere qualche figura.
– Come mai sei così giù? – domanda lei, mettendo finalmente via le scartoffie.
– No, nulla. Nulla di che… è il viaggio. È davvero lungo, vero? – domanda, cercando di sviare il discorso.
– Hai ragione. C’è comunque da considerare che Rouge è molto distante da Fletz, credo che impiegheremo buona parte della giornata per arrivare –
– Ci sei già stata? –
– Sì… – mormora lei, improvvisamente triste – per lavoro – precisa poi. Zeph si vorrebbe mangiar le mani per l’ennesima gaffe.
– Be’, ma siamo abbastanza abituati ai viaggi lunghi – afferma poi, invitandola con un gesto a camminare un po’ con lui – Vuoi che ti racconti un po’ di quello che abbiamo passato prima di conoscerti? – si offre, sperando di riuscire a non toccare nessun argomento delicato. Saphira annuisce debolmente, e Zeph parte dal principio, ed il nome di Led è il primo che salta fuori.
– Led? – domanda interessata – Non ne avete mai parlato… chi è? –
– Era – corregge Zeph senza nemmeno pensarci – Non c’è più, e… sei sicura di voler sapere? Ti avviso sin da subito che non sarà una storia allegra –
– Non si può sempre esser allegri – afferma Saphira, annuendo
– Come preferisci – la accontenta Zeph – Vediamo, da dove posso partire? Be’, Led ci aiutò a sconfiggere Diaspra… è lì che lo conoscemmo. Girava sempre con uno strano cappuccio in testa, e Rhea gli ci si è subito affezionata. Siamo diventati in brevissimo tempo un trio affiatato. Sarà anche perché eravamo ottimamente bilanciati. Lui si occupava dello scontro diretto, Rhea indeboliva il nemico con gli incantesimi, ed io lo finivo con le frecce… non c’è che dire. Un vero lavoro di squadra – Zeph sospira, e poi riprende a parlare – Le battaglie che abbiamo combattuto fianco a fianco… sono tante, sai? Però, non vorrei parlarti di quelle. Quelle le sentirai ripetere in mille modi diversi, io vorrei farti conoscere il Led che abbiamo potuto vedere io e Rhea. Il nostro compagno di viaggio, e non il guerriero… sempre che non ti dispiaccia – Saphira scuote la testa, facendo intendere che no, non le dispiace, e Zeph inizia a raccontare di quando tutti e tre si sono trovati col Dragone e coi nuovi poteri, tutti da scoprire ed utilizzare al meglio – Eravamo davvero ridicoli, io e Led, alle prese con le ali. Rhea continuava a sghignazzare imperterrita. Divertita dalla nostra incapacità di evitar strani movimenti per mantenere l’equilibrio. Rhea era già abituata alle sue ali, e manovrare quelle del dragone non le ha mai dato molti problemi. Io tuttora fatico a muovermi liberamente… e Led anche era in difficoltà. Con l’ingombrante armatura del Non–elemento, poi, lui ha dovuto faticare il doppio per imparare. Ricordo ancora la sua espressione corrucciata, mentre imprecava a mezza bocca per mantener l’equilibrio.
La cosa frustrante, però, è stato quando avevamo quasi imparato. Una luce intensa ci ha avvolto, e ci siamo ritrovati di nuovo umani… per fortuna Rhea è venuta in nostro soccorso, è riuscita ad afferrar Led per un braccio, e me per una caviglia. Ci ha fatti atterrar abbastanza dolcemente. Non ci eravamo resi conto, io e Led, di quanto in alto fossimo. Abbiamo rischiato l’osso del collo in maniera davvero stupida, quella volta. Almeno abbiamo capito che i poteri del Dragone sono limitati nel tempo. È stata una scoperta pericolosa, ma pur sempre una scoperta. Quel giorno, lo ricordo bene, Led era particolarmente chiacchierone. Di solito non si sbottonava mai sul suo passato. Giusto qualche accenno al nonno, ma nulla di più.
Chissà, forse era esaltato per i nuovi poteri, o perché avevamo appena sconfitto Diaspra. Fatto sta che, dopo esserci allenati fino allo stremo, ci siamo avviati verso Bale. I discorsi erano sempre i soliti, alla fine.
Che si fa? Dove andiamo? Quale sarà la nostra prossima missione? I Dragoni?
E sui Dragoni, Led, ci ha raccontato tutto quello che sapeva. Mi sembra di sentirlo ancora, esaltato ed emozionato, mentre ci raccontava di questi mitologici Cavalieri Drago. Imbattibili e potenti, a guida di giganteschi Draghi alati. Come vedi, non è propriamente così – specifica Zeph, accennando allo spirito di Saphira – non siamo imbattibili, e tantomeno possiamo comandare i Draghi. Solo Drakan sembra avere un draghetto da compagnia... Comunque, Led ci aveva narrato tutte le leggende che conosceva. Sai, in quel momento sembrava Leonard. Anche se molto meno spaccone – sottolinea immediatamente – e poi, non so come, il discorso è caduto sulla sua vita di avventuriero. Io e Rhea cercavamo sempre di farci raccontare il più possibile, eravamo due novellini in questo. Nessuno di noi due aveva mai dovuto vivere come un nomade, e le prime notti passate all’aperto sono state tragicomiche. Rhea strillava ad ogni minimo insetto o rumore. Io non riuscivo ad addormentarmi sul terreno. Led era l’unico che sembrava adattarsi ad ogni situazione. Ogni volta che raccontava di qualche avventura, io e Rhea pendevamo letteralmente dalle sue labbra. Imparammo da lui a filtrare l’acqua in maniera decente. Non che servisse, Rhea ha sempre provveduto in questo… oppure ad accendere un buon fuoco anche in condizioni avverse. Sembrano sciocchezze, ma per vivere come facciamo noi, sono praticamente indispensabili. Comunque, ti stavo raccontando di Led, no? Continuiamo, perché adesso c’è la parte interessante.
Led era un cacciatore di tesori, e di storie da raccontarci ne aveva sempre. Solo una volta ci ha raccontato qualcosa del suo passato prima che diventasse un girovago.
Ci raccontò di come fu quasi costretto ad intraprendere quella vita. Le circostanze erano particolari. I suoi genitori erano morti quando lui era piccolo. Nulla di particolare, erano rimasti vittime di un incidente. Persero il controllo del carro su cui viaggiano per commerciare. Led, ci disse, era dal nonno. Troppo piccolo per poter seguire i genitori nei loro viaggi, si era salvato quasi per caso. Suo nonno lo aveva quindi allevato.
Il nonno di Led era un noto armaiolo di Furni, riconosciuto per l’abilità di forgiare il metallo con una tecnica segreta, che rendeva tale metallo resistente ed affilato anche dopo un lungo e continuo uso. Forse è per questo che insegnò a Led ad usare le spade. Da quello che ricordo, il nostro compagno lasciava capire che il nonno fosse un vecchio nostalgico. In giovinezza era stato arruolato, ma una ferita alla gamba non gli aveva permesso di fare carriera.
È una cosa abbastanza comune, dopotutto, restare invalidi per le ferite ricevute in battaglia. A volte mi stupisco della fortuna che ci assiste… anche se… Led dimostra che anche questa fortuna tende a chiudere gli occhi, a volte. Comunque, ci raccontò di come suo nonno si fosse dedicato anima e corpo a migliorare l’equipaggiamento per quelli che continuava a considerare i suoi compagni d’armi. Led aveva preso molto, da questo lato. Ci considerava dei compagni, e il suo forte senso della lealtà lo ha portato a morire per salvare un’altra persona. Gli insegnamenti etici hanno avuto una buona presa.
Avresti dovuto vederlo, quando parlava del suo vecchio, gli si illuminavano gli occhi. Sembrava tornato un bambino. Di solito, non avresti detto che fosse capace di certi slanci. Te l’ho già detto che aveva sempre un cappuccio in testa? Amava atteggiarsi a uomo di mondo, certe volte sembrava più oscuro di Drakan… ma bastava che Rhea lo stuzzicasse un po’, per farlo tornare il solito Led. Forse è per quello che Rhea si è sempre comportata in quella maniera con Drakan. Aveva la vaga speranza di umanizzarlo un po’. Chissà se Led avesse incontrato i nostri compagni, come si sarebbe comportato… cosa avrebbe fatto… – il tono di Zeph si affievolisce, mentre i ricordi della morte di Led gli passano davanti agli occhi.
– Com’è morto, Zeph? Vuoi dirmelo? – domanda Saphira, non sapendo nemmeno lei perché ha chiesto questa cosa. Forse spera che una terapia d’urto aiuti il ragazzo
– Com’è morto? Colpa di una Virago. Sai cos’è? – Saphira annuisce, ricorda vagamente di questi mostri, paragonati ai Draghi… all’effettivo sa solo che sono grossi e pericolosi, tanto grossi e tanto pericolosi. Ma tanto le basta per capire contro cosa i Dragoni devono scontrarsi. La voce di Zeph riprende a parlare, leggermente tremula per il dolore di dover raccontare di nuovo quello che è successo
– Led… Elen… scusami. Prima devo raccontarti di Elen. La principessa di Fletz – Saphira annuisce di nuovo. Conosce il nome di tutti i reggenti dei vari Paesi – Ecco, Elen e Led erano… innamorati? Sì, possiamo dire di sì. Si erano conosciuti poco prima, durante la liberazione della città dai mininto. Un colpo di fulmine, che non ha avuto tempo di svilupparsi. Proprio a battaglia finita, e poco dopo aver incontrato Leonard… una virago. Una schifosa, lurida Virago ha deciso di risvegliarsi, ed attaccare una carovana di civili. Led si è reso conto di cosa stava per succedere, e si è messo sulla traiettoria di quel colpo… me lo ricordo ancora. Un raggio viola, puntato verso la carovana… e poi, Elen che inciampa, il mostro che si volta lentamente verso di lei. E probabilmente la giudica una preda più interessante dei civili. E Led… Led si butta a capofitto verso di lei, per andare più veloce si trasforma in Dragone, ed arriva appena in tempo, salva Elen… mettendosi sulla traiettoria del raggio violaceo. Viene colpito al petto, cade a terra… Elen scoppia in lacrime, Rhea corre come una disperata, Leonard da il colpo di grazia alla virago, ed io… io corro ed arrivo dopo, dico frasi insensate. È tutto così confuso, tutto troppo veloce e a scatti. Mi sembra di ricordare un sogno, e piano piano svanisce. Anche se è un ricordo terribile, non voglio dimenticarlo. Equivarrebbe a far morire Led una seconda volta. Mi sento un po’ patetico, ad essere sincero. Oramai è passato molto tempo da quel giorno, anche Rhea sembra essersi ripresa… se ripenso a come ha infierito sul cadavere del mostro che ha ucciso Led. Una furia, davvero, una furia senza controllo. Ha passato dieci minuti abbondanti a sfogarsi, piangendo e strillando. Poi è intervenuto Atlas, per calmarla –
Saphira resta un momento in silenzio, cercando di assimilare quanto ha appena sentito. La prima notizia che deve riuscire a concepire è che i Dragoni rischiano la vita un giorno sì e l’altro pure. Non si pente della scelta fatta, ma conoscerne i rischi aiuta. Secondo, cerca di capire come sia la Rhea che conosce Zeph, perché è all’opposto di quella che conosce lei. Ed infine tenta di costruirsi un’immagine di Led. È difficile, o forse solo immensamente triste. Zeph non parla più, si limita a fissare l’orizzonte, perso nei suoi pensieri.
– Zeph, ti senti bene? – domanda lei preoccupata dall’improvviso silenzio
– Sì. Ricordare non fa male quanto avevo creduto. È solo un po’ triste, ma, in fondo, è giusto che sia così – sentenzia scrollando le spalle. – Ti avevo avvisata, no? La storia è triste – afferma poi, come a scusarsi della crudezza del racconto.
– Non c’è problema. Almeno questo mi eviterà di toccare argomenti sensibili, soprattutto con Rhea –
– Già… Rhea… è così strana, così cambiata da quella che conoscevo all’inizio – borbotta Zeph, continuando a rimuginare sulla compagna
– Be’... io non la conosco come la conosci tu. Com'era qualche tempo fa? E cosa l'ha fatta cambiare? – chiede Saphira incuriosita
– Rhea era… era casinara all'ennesima potenza – dice Zeph scoppiando a ridere alla fine – Con lei ci si divertiva sempre, non era possibile prendere nulla sul serio. Tranne il fatto che lei fosse una vera guerriera. Guai a toccarla sul quel tasto… ti ritrovavi a terra in un secondo, se solo osavi mettere in dubbio le sue capacità. Sembrava che dovesse subito dimostrartele – spiega poi il ragazzo – e poi... era sempre allegra. non si demoralizzava mai, qualunque cosa accadesse. Solo il ricordo di Led la rattristava molto. Ricordo ancora quando, poco dopo l'arrivo di Drakan nel gruppo, lei si infuriò con lui per aver apostrofato Led con "tre lettere" – continua Zeph
– Tre lettere? – domanda Saphira
– Sì, tre lettere. anche quando solo si accennava a Led noi diventavamo tristi. Drakan se ne uscì con una delle sue solite frasi dicendo "possibile che bastino tre lettere per farvi cambiare umore in questo modo?". Questa frase ha fatto perdere le staffe a Rhea, che l'ha attaccato... peccato però che Drakan sia tanto insensibile quanto forte. Nemmeno tutti noi messi insieme riusciremmo a contrastarlo, credo che nemmeno trasformati in Dragone ci riusciremmo. In fondo, anche lui è un Dragone. Fatto sta che Rhea è stata messa al tappeto in pochi secondi, però subito dopo Drakan l'ha trattata bene. L’ha coperta col suo cappotto, e le ha permesso di sfogarsi... ora che mi ci fai pensare, quei due sono sempre in lotta tra loro, però… Drakan non sembra così cattivo come sembra, anche se si comporta da cinico bastardo con tutti – aggiunge lui diventando pensieroso. Non ha mai considerato le azioni di Drakan sotto una luce diversa.
– Forse, in fondo in fondo, Drakan non vi vuole così male – butta lì la ragazza, l’espressione basita di Zeph la fa sorridere
– No, impossibile. Basta vedere cos’ha detto e fatto Drakan, quando Rhea ha piantato tutto ed è scappata a Kazas – replica freddamente Zeph. Guardare le cose sotto un’altra prospettiva è un buon atteggiamento. Illudersi che sotto la scorza da insensibile si nasconda un ragazzo dal cuore d’oro… si tratta pur sempre di Drakan, no?
– Scappata? – domanda Saphira confusa
– Non lo sai? Per farla breve, molto breve, Drakan ha detto che, se non fosse per il fatto che Rhea è un dragone, la lascerebbe morire senza tanti complimenti. Lei ha sentito questo, si è infuriata e se ne è andata – spiega stringatamente lui, per nulla desideroso di tornare su quell’argomento. È stato da quel momento che Rhea è cambiata, in peggio. Potesse cancellarlo con un colpo di spugna, lo farebbe
– Zeph, ti manca la vecchia Rhea? – domanda la ragazza, che sembra infastidita da tanto attaccamento
– Sì – ammette sinceramente lui – mi manca la folle infantile che ho conosciuto. Mi manca la mia amica chiacchierona e rumorosa. Tu non l’hai conosciuta, e non credo portai capire perché mi ci sono affezionato come se fosse stata mia sorella – precisa poi, scrollando le spalle
– Perché non vai a parlarle? Ricordate insieme qualche aneddoto divertente, e magari lentamente torna quella di prima – suggerisce Saphira, strattonandolo poi per la manica, ed indicando Rhea, appoggiata alla balaustra intenta a leggere.
“Per te stessa?”
Quelle parole continuano a rimbombare nella testa di Rhea. Ha interrotto in malo modo la lettura, per paura di sapere cos’altro ha scritto Kairan. D’altra parte, la curiosità è fortissima. Con cautela riapre la pagina spiegazzata e cerca il punto in cui si è interrotta.
“No, sto sbagliando. La Rhea che conosco non rischierebbe mai la vita per queste motivazioni. Che cosa, allora, ti spinge? L’unica risposta che so trovare, è il tuo senso di responsabilità verso la “missione” di cui mi hai parlato. Sembravi così presa… ma basta parlare di questo. Sono cose che, in teoria, non dovrebbero interessarmi. E poi, se tu non mi risponderai, non lo saprò mai. Inutile pensarci, insomma.
Dai, adesso la smetto con questi discorsi pseudo–filosofici. Sai, ho finalmente una casa tutta mia!
È piccola… abbastanza piccola (non ridere! Solo perché ha una sola camera da letto, ed una cucina minuscola, non significa che non possa essere apprezzabile)”
Rhea scoppia a ridere. Non ce lo vede proprio Kairan, abituato a stanze enormi, star bene in un appartamento grande come il suo sgabuzzino.
– Unh, apprezzabile? Come no! In realtà ti piace solo esser libero, no? –
“Piccola carognetta, lo so che cosa hai pensato! Che mi sto godendo la libertà, vero? Be’… in effetti non hai tutti i torti. Lo ammetto, mi hai scoperto. Vivere da solo è grandioso… certo, non mi dispiacerebbe aver qualcuno accanto (perché non tu? No… no… eddai, smettila di stringer così forte la carta, stavo scherzando!).
Comunque, vorrei che almeno visitassi la mia casetta. Così mi puoi dar consigli sull’arredamento. Se ti va, credo che un tocco femminile gioverebbe alla casa.
Mia madre dice sempre che si sente che in quella casa ci vive solo un uomo… non so su che basi possa dirlo, ma tant’è.
Da quello che mi ha detto Atlas, dovresti essere in partenza per Fletz. Chissà quante persone incontrerai, le avventure che ti capiteranno… i tuoi compagni…”
– Lo sapevo, era troppo bello per essere vero. Dai, nomina Drakan… – ringhia a mezzabocca Rhea, infastidita dall’argomento poco gradito.
“Hai già capito dove voglio andare a parare… Drakan. Non mi piace come ti tratta, o forse, non mi piace come ti fai trattare da lui. Sembri in soggezione, ma allo stesso tempo gli rispondi a tono senza scrupoli. Non capisco questa contraddizione. Ma…. Dannazione, sono uno stupido. Lo ammetto, sono geloso di lui. Che motivi ho? Nessuno, anche perché è abbastanza lampante che, per come ti tratta, non ci sarebbe storia ma… quando parli di come ti ha salvato da morte certa. Ecco, vorrei averlo fatto io, così saresti riconoscente a me, e non a lui.
Che stupido che sono, scusami per questo piccolo sfogo…”
Rhea interrompe di nuovo la lettura, sconsolata. Non sa se scoppiare a ridere, all’idea di Kairan geloso di Drakan, o se piangere. Davvero, quando riuscirà a capire come ragionano gli uomini, sarà troppo tardi.
Che poi, non avrebbe più senso esser gelosi di… Zeph, o Leonard. Sono ragazzi anche loro, e lei ci va molto più d’accordo che con Drakan. Che Kairan la capisca così bene da…
– Impossibile! Non capisco bene nemmeno io, figurarsi se Kairan può averlo anche solo intuito. Tutte quelle affermazioni, le ha fatte solo per mettermi alla prova – esclama decisa, scuotendo la testa un secondo dopo – Quanto mi piacerebbe crederlo davvero, quanto mi piacerebbe! Ma… e se non fosse così? Se avesse ragione Kairan a pensare che sono infatuata del musone? Qualcosa, forse, quando l’ho confessato a Shaila… – Rhea rimugina incessantemente sulla sua situazione sentimentale – Ma non potevo esser meno complicata? – si domanda ironica – Sarebbe stato meglio non iniziare proprio questa avventura! Mi ha portato solo un sacco di complicazioni, io non stavo mica cercando il principe azzurro. Che poi, Drakan di azzurro ha davvero poco – sghignazza divertita – Kairan ancor meno, nonostante le melensaggini che mi scrive in continuazione. Va be’, aspetterò che un biondo ed aitante giovanotto, dagli intriganti occhi azzurri, venga a rapirmi su di un bianco destriero, per portarmi al suo castello… – Rhea scoppia a ridere. Se realmente le succedesse una cosa simile, stenderebbe il ragazzo a suon di pugni. Poi gli ruberebbe il cavallo e se ne andrebbe alla ricerca di qualcosa da fare – Non c’è che dire, come ti ammazzi da sola certe fantasie… dai, oramai si è capito. Un ragazzo innamorato e romantico non ti interesserebbe mai. Sei per il rude e scontroso… Drakan, no? Il tuo uomo ideale! – mormora poi sarcastica. Una ventata la colpisce, facendole quasi sfuggire dalle mani la lettera di Kairan. Automaticamente rafforza la presa sulla carta, e torna a guardare la scrittura piccola ed ordinata del suo ammiratore.
Da una letta veloce alla fine della lettera, non c’è molto altro di interessante. I soliti saluti, e le dichiarazioni alla “ti aspetterò per sempre” che le fanno nascere un ghigno sul volto.
– Per sempre, quanto sei esagerato. Oh, ti passerà, prima o poi – mormora poi, poggiandosi di peso alla balaustra. Zeph arriva poco dopo, in compagnia di Saphira. Lei ancora sa poco della questione con Kairan. Deve dar atto agli altri che, per una volta, sono stati in grado di tener per loro certi pettegolezzi.
– Rhea, come stai? – domanda allegro, quasi troppo allegro
– Al solito, voi? – replica cortesemente, non ascoltando però la risposta. Coglie qualcosa su “allenamenti” “dragoni” e “spirito”. Annuisce convinta, anche se non ha capito assolutamente nulla.
– … Kairan? – domanda Zeph, indicando le lettere
– Cosa? –
– Ti ho chiesto se sono le lettere di Kairan –
– Ah, sì – risponde gelida Rhea
– Persiste nell’esser cotto di te? – domanda malizioso Zeph
– Sì… –
– Rhea ha un fidanzato? – domanda Saphira incuriosita
– Diciamo che lui ci terrebbe a portarci via Rhea – spiega sibillino Zeph, continuando a fissare l’alata.
– E forse avreste fatto un affare, a liberarvi di me – commenta acida, tornando a guardare il mare – Com’è che l’argomento principale di conversazione resta Kairan? –
– Zeph, non mi pare che Rhea abbia voglia di parlarne… lasciamola da sola, dai. – propone Saphira, accorgendosi del malumore imperante.
– Ma, le farebbe bene iniziare a riderci su… mica può restar così per sempre – la mano di Rhea si stringe attorno alla lettera, appallottolandola.
– Scherzarci sopra? Certo, come no! – mormora Rhea fra sé e sé.
– Zeph, non sono affari che ti riguardano – lo riprende Saphira, duramente
– Sì, invece, siamo un gruppo. E lei si sta isolando quasi peggio di Drakan, rivoglio la vecchia Rhea – afferma stizzito il ragazzo, totalmente dimentico della discussione avuta poco prima con Saphira. È così irritato con Rhea, che tutti i buoni propositi di un riavvicinamento sono sfumati.
– Quanto sei egoista – replica gelida la diretta interessata – io dovrei esser come volete voi… perché non è importante che io abbia dei problemi. Vi importa solo che non vi scocci col mio comportamento. Grazie, Zeph, è sempre bello sentirsi capiti – il ragazzo boccheggia un attimo, impreparato alla tagliente risposta dell’amica.
– Non intendevo assolutamente questo – inizia precipitoso, fermandosi poco dopo – è che… non vuoi farti aiutare, non vuoi parlarne… e non mi piace vederti ridotta così – mormora confuso
– Non ti piace vedermi così? Hai mai pensato che, forse, vorrei solo star da sola? Per poter riflettere un po’, capire cosa sta succedendo? – Rhea continua a fissare il mare, nella speranza di calmarsi. Se Zeph apre un’altra volta la sua maledettissima boccaccia, lo congela.
– Ma, voglio aiutarti… insomma, siamo amici no? Ci sosteniamo a vicenda, ci raccontiamo tutto… – Rhea scoppia in una risata roca.
– Raccontarsi tutto? Infatti, hai notato quanto vi ho detto spontaneamente del mio passato… – il tono sarcastico di Rhea indispone Zeph. Saphira si è allontanata di un passo. Di assistere all’ennesima litigata non ne ha proprio voglia.
– Rhea, sei davvero intrattabile. Non ti si può dir nulla, che subito salti alla gola. Calmati, una buona volta! –
– Calmarmi? – la ragazza si volta di scatto, mentre un lampo di follia le illumina gli occhi nocciola – Zeph, vattene, prima che decida di calmarmi nel solito modo – sibila
– Credi di spaventar… – ma il ragazzo non riesce a concludere la frase, si trova le gambe congelate e Rhea che lo fissa con rabbia. Saphira le urla di lasciarlo stare, ma l’alata è sorda a tali parole. Le rivolge solo un breve sguardo, prima di tornare a concentrarsi su Zeph. Lo strillo di Saphira attira Drakan sul ponte.
Rhea è scoppiata, e non ne è stupito. In fondo, lo aveva avvisato a Kazas che sarebbe successo.
– Ragazzina – interviene deciso, sperando di non dover usare la violenza – Fermati, non è il caso di… – una sfera di ghiaccio gli sfiora la testa e fa appena in tempo a schivarla rimettendoci solo una ciocca di capelli. La risposta di Rhea è abbastanza chiara. Con un unico balzo, il ragazzo la raggiunge e la colpisce allo stomaco per tramortirla e renderla inerme. Sfortunatamente nel momento della carica la nave beccheggia a causa delle onde ed il colpo diventa più violento del previsto tanto che, complice un successivo riassestamento della nave, Rhea cade oltre la balaustra, in mare aperto. Con un tonfo sordo scompare fra le onde, fortunatamente dietro alle pale laterali che consentono alla nave di procedere, ma Zeph è ancora congelato e non può intervenire. Saphira si avvicina a Zeph, e cerca di scongelarlo usando lo spirito di Luce.
– Ma si può sapere che le è preso? – domanda stizzita, armeggiando con la sfera nervosamente
– Non lo so… è diventata così… così irritabile. Anche se, ricordo che dopo la morte di Led aveva avuto più o meno le stesse reazioni – spiega Zeph, abbastanza arrabbiato da non preoccuparsi della compagna caduta a mare.
Drakan non interviene nel discorso, si porta solo verso la poppa della nave per controllare la situazione… vedendo riemergere Rhea decide di tornarsene per i fatti suoi.
– Sei un idiota! Valla immediatamente a salvare – Urla imbestialita Celine che ha visto la scena dalla passerella sull’albero maestro e si è precipitata verso la poppa.
– È meglio per tutti se se ne sta un po’ a mollo a raffreddare i bollenti spiriti… tanto è un’alata, no? Quando ne avrà voglia tornerà sulla nave con le sue forze – Spiega Drakan rialzandosi dopo aver raccolto qualcosa da terra, ed averlo messo nella tasca interna del suo cappotto. Torna poi verso prua, ad osservare il mare in solitudine seguito dagli sguardi increduli di Celine, Shana ed Leonard, che subito dopo si dirigono alla balaustra a poppa per seguire con lo sguardo la posizione di Rhea.
– Leonard, tu sei un alato… vai a salvarla. Non hai problemi visto che puoi volare – Lo incita Shana
– Ehm… con tutto il dovuto rispetto io me ne starei qua. Avete visto pure voi come ha dato di matto Rhea, no?... mi fido delle parole di Drakan, quando ne avrà voglia tornerà da sola – Risponde lui non molto convinto di poterne uscire indenne da un incontro ravvicinato con Rhea.
– Ehi, avete visto Rhea? Drakan l’ha fermata ma poi non l’ho più vista, ero impegnato a scongelarmi le gambe… fortuna che c’era anche Saphira – Li interrompe Zeph correndo da loro
– Stai scherzando vero? Non ti sei accorto che Rhea è finita in mare? – Gli risponde in fretta Shana
– Ehhh? Mi stai prendendo in giro vero?... Drakan si è tuffato per salvarla? Non lo vedo qua intorno? – chiede Zeph preoccupato
– Macché… quello stupido non solo non s’è tuffato a salvarla, ma ha anche detto che sarebbe meglio che se ne resti ammollo e torni da sola – Risponde Celine non distogliendo lo sguardo da Rhea che ormai è diventata un puntino lontano che scompare ad intermittenza dietro le onde e sembra non essersi ancora ripresa dal duro colpo ricevuto
– E voi restate tutti qua solo a guardare? Forza muovetevi… prendete una cima e andiamo a recuperarla… SVEGLIA… parlo con voi! – urla infine Saphira cercando di farsi dare una mano a recuperare l’alata.
– Impossibile, ormai è troppo lontana, non abbiamo una cima così lunga per riuscire a prenderla – risponde Leonard cercando di individuare Rhea
Al ché Saphira ha la prontezza di correre in sala comandi e far fermare la nave che prontamente arresta la marcia e si prepara a tornare indietro lentamente per effettuare il recupero.
Ormai la nave è tornata nel punto in cui Rhea è caduta già da qualche minuto, ma di lei nessun segno. I ragazzi aiutati dall’equipaggio e da alcuni passeggeri solerti si danno un gran da fare nel scrutare il mare e cercare di individuare la ragazza.
Drakan piega leggermente il busto indietro lasciando sfilare davanti a se Saphira che lo stava caricando con un pugno
– Tu… razza di… di… Insomma, fai qualcosa, datti da fare. È colpa tua se è finita in mare, e sei l’unico che non si rende utile – Gli urla contro la ragazza con un tono preoccupato visto che Rhea è sparita e non si vede
– Non preoccuparti. È viva e tornerà a bordo appena ne avrà voglia – Risponde lui continuando a scrutare imperturbabile l’orizzonte
– Come fai a esserne così sicuro? – chiede lei per niente convinta
– Perché so usare lo spirito dragone molto meglio di voi… ora vedi di rilassarti, o per lo meno di non scocciarmi con le tue inutili paranoie – Sentenzia Drakan senza dare possibilità di replica
–AHHHHHH…. – un urlo arriva dalle scale che portano nella stiva da dove ne esce di gran carriera Drawol spaventando passeggeri e personale della nave. Il draghetto attraversa mezza nave rovesciando alcune casse con la coda e si butta dalla nave dal lato destro senza pensarci su. Tutti vanno a vedere cosa sia successo tranne Drakan che al solito se ne frega e sta aspettando con calma che Rhea riemerga dal lato sinistro della nave, cosa che puntualmente accade dopo qualche secondo, l’alata sta infatti sfruttando i suoi poteri per volare in silenzio sulla nave. Drakan si gira quel tanto che basta per vedere la ragazza che si posa sulla nave tutta gocciolante e con la testa chinata, i lunghi capelli rossi bagnati che le nascondono il viso le conferiscono un’aria molto triste. Senza dir una parola a nessuno si defila in cabina. Deve riflettere su quello che è successo in mare.
– Drawol, quando hai finito di pranzare vedi di tornar nella stiva. Per oggi hai fatto abbastanza. – Ordina Drakan al suo animaletto dopo essersi avvicinato al bordo – Capitano, possiamo ripartire. La naufraga è tornata a bordo ed è nella sua cabina – Aggiunge poi mentre Drawol esegue l’ordine sotto lo sguardo impaurito, ma al tempo stesso incuriosito dei presenti, un cucciolo di drago che esegue gli ordini di un uomo come fosse un animale domestico non s’era mai visto.
– Rhea e tornata a bordo? Ma ne sei sicuro? E quando? – chiede incredula Saphira mentre Drakan si avvia per tornare al suo posto preferito
– Se non mi credi controlla la pozza d’acqua dall’altro lato della nave e segui la scia – dice infine indicando con la mano il punto esatto
Da sola nella propria cabina, Rhea pensa a quello che le è successo in mare. Cerca di rilassarsi, per lasciar fluire i ricordi più rapidamente.
Zeph che tira nuovamente in mezzo Kairan, lei che si arrabbia e… e lo colpisce con cattiveria, usando lo spirito di Dragone. L’arrivo di Drakan e l’improvvisato tuffo in mare… e poi… quella voce.
– Bene, bene, bene… Rhea Aldaran, il nuovo Dragone Blu, che si rivolta in questa maniera contro i compagni – la voce è quella di una ragazza, giovanissima, ed il tono è leggermente canzonatorio.
– Come? Cosa? – Rhea è troppo stordita dal colpo ricevuto, per rendersi conto di essere in acqua.
– Accidenti, non ti facevo così delicata, e sì che Drakan è stato particolarmente gentile, nel colpirti – commenta la voce ironicamente.
– Unh, sto sognando. Ho capito, adesso mi sveglio e scopro di esser nel mio letto – mormora l’alata, scuotendo la testa.
– Ti piacerebbe, eh? No, non è un sogno. E sarebbe infinitamente cortese, da parte tua, trattarmi con un po’ più di rispetto, dato che ti sto parlando a nome dello Spirito del Drago Blu – spiega finalmente l’invisibile interlocutore di Rhea
– Ah, bene… mi ci mancava solo la predica dello Spirito. Che cosa vuoi dirmi? –
– Irrispettosa delle regole, delle autorità… di tutto. Mi somigli, ragazzina, e mi sei quasi simpatica. Ma questo non giustifica le tue azioni sconsiderate e dannose – precisa acidamente lo Spirito.
– Azioni? Che ho fatto? – domanda Rhea confusa, prima di ricordarsi il tentato congelamento di Zeph. – Ah, sì… la reazione spropositata… –
Stanno per andare alla locanda, quando una delle guardie notturne, un ragazzo molto giovane, li riconosce e li saluta calorosamente
– Voi… voi siete di Dragoni! Il principe Alexander e la principessa Elen vi stanno aspettando. Hanno ordinato a tutte le guardie di avvisarvi, non dovete preoccuparvi di disturbare – afferma poi, continuando a sorridere ed a gesticolare agitato
– Grazie per averci avvisato – mormora Leonard squadrando la guardia – Come mai sei così emozionato? – chiede poi, sospettoso
– Emozionato? Dite davvero? – sobbalza lui, torcendosi le mani imbarazzato
– Mi stai dando del lei? – domanda sconvolto Leonard
– Certamente, siete i leggendari Dragoni, non è cosa di tutti i giorni potervi parlare – afferma sgranando gli occhi
– Leggendari, addirittura? – ride Zeph, non ancora abituato a tanta notorietà. Rhea se ne sta in disparte, stranamente vicina a Drakan, anche lui lontano dal gruppo.
– Per caso sai qualcosa di Shana? – domanda preoccupata Celine, guardandosi attorno ansiosa. Rhea non le parla più, Shana è scomparsa e con Saphira non è ancora riuscita a legare. Si sente sola.
– Mi… mi dispiace – balbetta il ragazzo, rammaricato – Io posso accompagnarvi al palazzo, così potrete chiedere direttamente ai regnanti – si offre, fissando Celine disperatamente
– Gra… Grazie, sei troppo gentile – lo rassicura la ragazza, sbalordita da tanta referenza
– Venite, allora, sarà un onore – esclama rinvigorito il giovane, incamminandosi baldanzoso verso il palazzo. Drakan sbuffa esasperato. Possibile che il diario non dia segni di vita? Stizzito per l’ennesimo ritardo apre scocciato il diario.
– Ti prego, un qualsiasi segnale – ringhia a bassa voce, stringendo le pagine consunte. Nulla. Rassegnato sta per chiudere il diario, scuotendo la testa, quando dei segni neri iniziato a striare la pagina
~ Rouge è la vostra nuova meta ~
Sei semplici parole che rianimano il ragazzo.
– Fermi tutti! – intima perentorio – Dobbiamo partire per Rouge, immediatamente – annuncia con un sorriso compiaciuto. Basta a queste visite di piacere, basta ad inutili deviazioni. Il diario ha parlato, finalmente!
– Immediatamente? – mormora Celine confusa – E pensi di arrivarci a nuoto? – domanda poi
– No ovviamente, ma non abbiamo tempo da perdere – replica stizzito lui, indicando con un gesto vago il porto
– Anche se andassimo al porto, non ci sarebbero comunque navi in partenza – fa notare Saphira, che non riesce a capire tutta la fretta di Drakan.
– Lo so – sbotta in risposta il ragazzo, continuando a stringere il diario come un’ancora di salvezza – Ma domani mattina si parte, con la prima nave per Rouge. Avete capito? Non voglio ritardi, non voglio nessun contrattempo – precisa, come se fosse spaventato all’idea di perdere ancora tempo
– Sì, Drakan, abbiamo capito – acconsente Zeph – Ma, ci permetti di andare a palazzo a recuperare il Dragone del Non Elemento? Oppure la abbandoniamo qui? –
– Voi andate pure al palazzo a riposarvi. Vi aspetto al molo d’ormeggio della Furia Regina domani all’alba per la partenza – afferma poi, avviandosi verso il molo con Drawol al seguito, senza nessuno intorno anche lui può entrare senza creare problemi.
La guardia osserva impaurito il ragazzo allontanarsi.
– Già, andiamo – mormora Rhea, muovendosi lentamente e facendo cenno all’altro di proseguire verso il palazzo.
Appena entrati vengono accolti da Elen ed Alexander. Dopo gli ormai conosciuti convenevoli i ragazzi chiedono di Shana.
– Si sta riposando, ma vi raggiungerà presto. Vi abbiamo tenuto in caldo qualcosa da mangiare. Sarete stanchi dopo questo viaggio – afferma premurosamente Elen, cercando di sviare il discorso. Un coro d’assenso accoglie le parole della principessa. Si accomodano così in sala da pranzo, con una tavolata imbandita di tutto punto.
– Vi chiedo di perdonarmi – inizia ossequiosamente Alexander – ma oggi è stata una giornata impegnativa. Mi ritiro nelle mie stanze, e credo che anche Elen vorrà fare lo stesso – afferma, guardando preoccupato le occhiaie della sorella. Troppa stanchezza e troppa agitazione nelle ultime ore non giovano di certo alla giovane ragazza.
– Credo di si, Alex. Vi prego di scusarmi… – inizia poi, ma viene interrotta da Celine
– Elen, Alexander, vi ringraziamo per la vostra ospitalità. È oltremodo scortese, da parte nostra, tenervi alzati a notte fonda. Non preoccupatevi per noi. Conosciamo abbastanza bene il palazzo da poter raggiungere le nostre stanze. Vi ringraziamo ancora – anche gli altri ragazzi si accodano ai ringraziamenti.
Poco dopo entra Shana, che sembra in ottima forma. Celine è la prima che si butta al collo della compagna e quasi scoppia a piangere.
– Che cos’è successo? – domanda poi preoccupa
– Mi dispiace di avervi fatto stare in ansia, in realtà non è successo nulla di grave – afferma con noncuranza – Shaila ha chiesto di me, dicendo che doveva parlarmi assolutamente. Ho creduto che fosse qualcosa di importante, ma Shaila ha solo esagerato. Voleva semplicemente che fossi presente ad un’importante conferenza che il principe Alexander ha tenuto – spiega, inventando di sana pianta. Ha chiesto esplicitamente a Alexander ed Elen di non dire nulla ai compagni, ed anche a Shaila è stato chiesto di tacere.
Sembra tutto tornato alla normalità e, anche se il viaggio è stato lungo e faticoso, i ragazzi rimangono a chiacchierare amabilmente del più e del meno nella sala da pranzo.
Da quando Saphira è entrata nel gruppo, Rhea può finalmente respirare. Sono tutti troppo occupati a scoprir qualcosa sulla nuova arrivata, per tartassarla di domande. Poi, dopo la fuga improvvisa di Shana, lei è passata in secondo piano.
È per questo che, quando la conversazione scivola su Kazas, Rhea è abbastanza rilassata da poter partecipare tranquillamente al discorso. Parlando un po’ di Atlas a Saphira.
– Può sembrare un po’ imbranato – commenta Rhea – Ma è un gran bravo ragazzo. Prende sempre molto seriamente gli incarichi che gli affidano. Non devi preoccuparti per i tuoi studi, credo che ci tenga quasi quanto te a portarli avanti – assicura poi, accennando all’entusiasmo che Atlas ha dimostrato per il progetto, nell’ultima lettera che le ha mandato.
– Lettere? Ma non gli avevi congelato le mani, per evitare che ne scrivesse ancora? – domanda Zeph con un sorriso. Rhea si raggela all’istante. Appoggia la schiena alla sedia, e incrocia le braccia davanti a sé
– Sì, ma è una testa dura… – mormora in risposta.
– Perché? Non ti fa piacere, se ti scrive? – le chiede Saphira, stupita dalla questione. Un silenzio imbarazzato cade sui presenti
– Ecco, vedi… diciamo che… –
– Se Atlas fosse in grado di farsi gli affari suoi, tutto andrebbe meglio – taglia corto Rhea, interrompendo la spiegazione di Leonard.
– Comunque, stavamo parlando del tuo progetto – interviene prontamente Celine, per sviare il discorso – E sarei davvero interessata a saperne di più – passato il momento critico, la serata riprende a scorrere tranquillamente. È comunque bastato poco, per far innervosire l’alata. Celine la guarda parecchio infastidita. Inizia a non sopportare più questo umore altalenante e variabile della compagna. Anche Shana sembra pensare la stessa cosa. Le due ragazze si fissano brevemente negli occhi, per poi guardare per un momento Rhea. Sembra totalmente assorta dal ricamo della tovaglia, gli occhi fissano un punto non meglio precisato.
Non l’hanno mai vista ridotta in questo stato, perennemente pensierosa e assorta.
– Celine, io credo che dovremmo parlare – le sussurra Shana, facendole capire che devono allontanarsi per un momento.
– Non adesso, stasera, quando sono tutti a dormire – replica lei, accennando con la testa prima a Rhea, poi ai due ragazzi ed a Saphira – Ora come ora, sarebbe troppo palese, se ci alzassimo insieme – spiega poi, tormentandosi un lembo della maglia che indossa.
Le due ragazze si fanno improvvisamente silenziose, e lasciano che sia Leonard a condurre la conversazione. Si sta divertendo a raccontare a Saphira come è entrato nel gruppo
– … e questo gruppo di mininto, non esagero quando dico che saranno stati almeno venti… –
– Perché non trenta – sogghigna Zeph
– Erano almeno venti –
– Te ne posso concedere quindici, non uno di più – afferma il ragazzo
– Diciotto! –
– Sedici –
– Andata! Stavo dicendo, dovevano essere almeno sedici mininto. Erano potenziati al massimo da strani incantesimi e simili. Uno era gigantesco, alto più di me, con un’enorme ascia in mano, ha cercato di staccarmi la testa. Non so come sia riuscito ad evitarlo, fatto sta che era grosso, ma anche stupido. Il colpo che avrebbe dovuto colpirmi, è andato dritto a segno nel mininto dietro di me. Ha fatto fuori un suo compagno! Grandioso, davvero. È stato in quel momento che ne ho approfittato, ed ho affondato Drako nel suo stomaco – racconta entusiasta
– Non me lo ricordare – geme la spada, disgustata – è stato orribile. Davvero, preferisco non ricordarlo –
– Non ti facevo così schizzinoso, Drako, dovresti esser abituato a certe cose… comunque, con questa mossa faccio fuori due nemici. Ma me ne rimangono ancora sedici –
– Quattordici – precisa Zeph, quasi stizzito
– Ok, ok, quattordici – acconsente ridendo Leonard – Comunque, dicevo. Quattordici mininto ancora, da battere! È una battaglia difficile, sai? Per di più, un paio erano armati di archi e balestre, quindi dovevo riuscire a schivare le loro frecce, ed al contempo schivare i fendenti di quelli armati di spada. Uno mi ha affondato la spada qui – afferma, toccandosi la spalla coperta dalla maglia – ma io l’ho estratta, e l’ho colpito con Drako! Meno uno, ancora tredici. Ho dato un paio di colpi seri intorno a me, ed altri cinque sono caduti. Ancora otto mininto. Ed io iniziavo ed essere stremato, Drako ha il suo bel peso, e le ferite che quei disgraziati mi avevano inferto sanguinavano parecchio. Ho preso paura quando ho visto la pozza di sangue ai miei piedi, per fortuna molto di quel sangue era dei nemici. Comunque, un altro nemico si è avvicinato, brandendo un martello chiodato. C’è mancato poco che non mi azzoppasse, ho fatto un salto all’indietro, ed ho colpito uno degli arcieri che stava distante rispetto al gruppo che mi circondava –
– Io me la ricordo diversa – commenta Zeph, continuando ad usare un tono lievemente seccato
– Voi siete arrivati dopo, quando oramai avevo fatto fuori gran parte dei mininto – afferma Leonard piccato
– Non ti sembrano due bambini che stanno litigando per chi ha il giocattolo migliore? – bisbiglia Shana all’amica
– Direi che mi sembrano due galletti nello stesso pollaio – afferma l’altra, scuotendo leggermente la testa.
– Fa un po’ tristezza vedere come si riducano i ragazzi, all’arrivo di una bella signorina – rincara Shana ridacchiando sommessamente.
– I maschi e le gonnelle… ci si potrebbe quasi scrivere un trattato. Ti ricordi quando gli abbiamo fatto quello scherzetto a Fletz? Quando ci siamo divertite! – Celine sghignazza al pensiero di quanto si sono divertite alle spalle dei poveri compagni d’arme. Saphira si guarda attorno un momento spaesata. Rhea continua a fissare la tovaglia, Zeph e Leonard stanno litigando su chi dei due sia il bugiardo e Celine e Shana ridacchiano senza sosta. Rhea si alza dalla tavola, e con voce atona annuncia che andrà a dormire, dato che non si regge in piedi a causa della stanchezza. Gli altri la salutano, e subito dopo riprendono a far quello che stavano facendo prima. Zeph e Leonard si rimbeccano a vicenda le spacconate che hanno raccontato
– E quella volta che hai affermato di aver battuto il Golem da solo? Non sei Drakan! –
– Vogliamo ricordare di quando, per renderti interessante, fai capire che la tua infallibile mira e le tue miracolose frecce sono indispensabili? A sentirti parlare, saremmo dovuti morire decine di volte senza il tuo prezioso aiuto! – afferma caustico Leonard, zittendo momentaneamente Zeph.
Celine e Shana persistono a ridacchiare, aumentando il volume ogni volta che uno dei due ragazzi rimbecca all’altro le imprese di cui si vanta.
Saphira è stranita, le sembra di esser circondata da bambini di dieci anni. Rimane un momento in silenzio, poi decide di intervenire all’ennesima replica di Zeph
– Zeph, dai, non fare il guastafeste – Zeph si rabbuia immediatamente, e sembra quasi voler mettere il broncio – Leonard è un bravo istrione, anche se si sente che esagera un po’ – questa volta è Leonard zittirsi.
– Saphira, vedo che hai già capito che i nostri compagni sono tutto fumo e niente arrosto. Per far colpo su di una bella ragazza non esitano a ingigantire missioni da nulla – commenta Shana
– Ma… –
– Leonard… credo che sia il caso di lasciar cadere il discorso – mormora Zeph imbarazzato, pensando che si sono davvero comportati come dei ragazzini. Che vergogna!
– Bravo Zeph, qualcuno con un po’ di senno c’è ancora, allora – si complimenta Celine, dandogli dei leggeri colpetti sulla spalla.
La serata riprende normalmente, fra prese in giro e battute. Ma Celine non si è dimenticata del discorso che deve fare con Shana, quando finalmente si decide di comune accordo di andare a dormire, le due ragazze sono le prime ad alzarsi, e si fermano sulle scale che portano alle stanze, lontane da occhi indiscreti.
– Non può essere così irritabile – sbotta sottovoce Celine – Dov’è finita la Rhea che conosciamo tutti? Quella che ha sempre la battuta pronta? –
– Celine, calmati – la consola Shana, poggiandole una mano sulla spalla – Diciamo che quella Rhea è momentaneamente assente. Al suo posto abbiamo un’irascibile apatica. Che può sembrare un controsenso, ma… quando non sta a fissare il vuoto, ci ringhia contro. È intrattabile, ma certe volte anche noi non la aiutiamo… –
– Forse, è che… insomma… – Celine si interrompe, cercando di comporre una frase con un senso logico
– Forse cosa? – sospira Shana – Di solito stava allo scherzo o, addirittura, partecipava... ora, solo perchè le gira male, deve fare tutti questi problemi? –
– Sì, in parte hai ragione, ma... insomma... d’accordo; sembra stia facendo troppo la prima donna... ma… forse – cerca di rispondere Celine – forse non è solo colpa sua. Spesso non me ne rendo conto e faccio battute che potrei evitare. Un po’ mi sento in colpa –
– Stai perdendo di vista il vero problema – risponde Shana
– E quale sarebbe il vero problema? – domanda l’altra
– Il fatto che Rhea ha un problema, e non vuole aiuto per risolverlo. Si vede subito che non è in grado di gestirlo da sola, continua ad isolarsi ed a trattare male tutti – replica la ragazza.
– Già... sembra quasi Drakan – aggiunge pensierosa Celine
– Vero, ma Drakan è Drakan! Insomma, lui è così chissà da quanto tempo e dimostra di esser contento della sua vita. Rhea al contrario non vuole essere così – spiega Shana
– Quindi tu cosa suggerisci di fare? – chiede Celine
– Non lo so, speravo ti venisse qualche idea. Ogni volta che cerco di parlare con Rhea sembra che stia per saltarmi al collo. A volte mi fa più paura lei di Drakan, lui almeno si sa controllare e non farebbe mai del male se non veramente costretto, al massimo ti lascia in balia dei tuoi nemici. Rhea invece sembra sul punto di scoppiare da un momento all'altro. Spero di essere da tutt'altra parte quando succederà –
– Ok, fin qua ci siamo... resta però il problema di prima: che fare con Rhea? Come ci comportiamo nei suoi confronti? Cosa possiamo fare per farla tornare la nostra amica di sempre? –
Shana sembra rispondere qualcosa, ma un rumore la blocca con la bocca aperta. La posizione è abbastanza buffa da far ridere Celine.
– Cosa ci fate qui? – domanda Saphira, guardandole con sospetto
– Nulla, stavamo chiacchierando – glissa Celine, abbassando gli occhi
– Certo, e di cosa? – insiste la ragazza, sedendosi anche lei sugli scalini. Un silenzio teso cala sulle tre, ed è la stessa Saphira a romperlo – Rhea? – chiede semplicemente. Shana annuisce pensierosa
– Tu cosa ci consigli? Sei nuova a tutta la situazione, e di sicuro hai una diversa visione delle cose. Magari puoi darci qualche consiglio utile –
– Io? E perché mai? Mi pare chiaro che Rhea non voglia esser disturbata, in questo momento. Non potete lasciarla sbollire per conto suo? – replica l’interpellata asciutta
– Ci abbiamo provato. È rimasta da sola per tanto tempo, ma… non è servito a nulla. Più sta da sola, più rimugina sulla situazione e si intristisce ancor di più. Sembra sia entrata in un circolo vizioso, e da sola non riesce ad uscirne –
– Noi vorremmo riuscire a darle una mano, davvero – interviene accorata Celine – Ma, ogni volta, lei reagisce malissimo. Vorremmo che si aprisse, che parlasse dei suoi problemi. Magari non troveremo una soluzione, ma sfogarsi potrebbe farle bene… –
– E, con sfogarsi, non intendiamo di certo congelar ogni cosa che le attraversi la strada! – esclama Shana – Però, riuscisse a tirar fuori e ad affrontare quello che la tormenta… sarebbe un passo avanti –
– Non posso darvi torto… ma mi sembra comunque una forzatura. Non mi sembra molto corretto, nei confronti di Rhea. D’altra parte, pare anche che da sola non riesca a venirne a capo… e voi state chiedendo a me un consiglio su come comportarvi con lei? –
– Esatto – afferma Celine speranzosa in una qualche risposta
– Non so come aiutarvi, nemmeno io so bene che farei, se fossi nei vostri panni. Forse un discorso a viso aperto, quando lei non è particolarmente di malumore. Però… c’è il rischio che lei diventi ancor più cupa –
Celine e Shana si rassegnano davanti all’evidenza, la situazione è complessa, e finché non è Rhea a cambiare, loro potranno fare ben poco. Proprio quando si stanno per congedare ed andare nelle loro stanze Zeph gira l'angolo guardandosi le spalle inacidito dalla discussione appena finita con Leonard.
Saphira si sta alzando in piedi proprio in quel momento e non si accorge di lui, Zeph la urta senza volere e le fa cadere un piccolo coltellino. È un regalo del maestro della ragazza, un oggetto che si è rivelato molto utile per raccoglier le erbe che studia, essendo piccolo e affilato, col manico intarsiato. È ormai abituata a tenerlo sempre appeso alla cintura.
I due si scusano a vicenda leggermente imbarazzati e, contemporaneamente, si abbassano per raccogliere il coltellino. Purtroppo sono molto vicini e, nell'abbassarsi, si danno una bella craniata.
Si rialzano entrambi di scatto tenendosi la testa con le mani e gli occhi chiusi, mentre imprecano leggermente a fior di labbra. Dopo qualche secondo, durante i quali Celine e Shana assistono divertite alla scena dalla testa della scalinata, Zeph e Saphira riaprono lentamente gli occhi. I due sono molto vicini l'uno dall'altra ed hanno ancora le mani sopra la testa... i loro sguardi si incrociano ed improvvisamente le loro smorfie di dolore si tramutano in espressioni di imbarazzo. Entrambi non sanno cosa fare ma non riescono a distogliere lo sguardo uno dall'altra, finché di colpo e senza alcun motivo Saphira scoppia a ridere. Si appoggia con la schiena alla parete e si tiene lo stomaco, sembra davvero divertita da tutta la faccenda.
Zeph resta completamente sorpreso dalla situazione, non riesce proprio a capire cosa le sia preso e lentamente lascia scivolare le sue mani dalla testa ad una posizione di riposo lungo in fianchi, osservando la sua amica.
Nel frattempo, Saphira, riesce finalmente a smettere di ridere e, mentre con una mano si tiene ancora lo stomaco dolorante per le contrazioni, con l'altra si asciuga le lacrime. Cerca anche di scusarsi con lui, tra un sussulto di risa e l'altro.
Zeph raccoglie il coltellino, stando ben attento a come si muove, e glielo porge scusandosi a sua volta. Lei lo prende e lo risistema alla cintura salendo le scale per dirigersi alle camere.
Il ragazzo le richiede se sta bene e se, magari, può fare qualcosa per lei seguendola sulle scale. Passano oltre a Shana e Celine, che stanno ancora osservando la scena comica senza dare troppo nell'occhio. Ne Zeph, ne Saphira rivolgono loro alcun cenno, sono presi tra loro, i due non si accorgerebbero nemmeno di un ipotetico elefante. Per il breve tragitto, Zeph continua a scusarsi, e Saphira continua a ripetere che non è successo assolutamente nulla. Arrivati davanti alla stanza di Saphira, lei apre la porta rassicurando ancora Zeph. Gli dice che non le serve nulla e che è a posto così. Gli volta le spalle ed entra in camera, considerando chiusa la questione.
Lui non si rende conto di quello che sta facendo, e fa per seguirla, ma, appena mette un piede nella stanza, la ragazza di gira di scatto e lo fissa minacciosa negli occhi senza dire nulla. L’intrusione involontaria del ragazzo la infastidisce parecchio. Crede che lui stia facendo apposta tutta la scena delle scuse, per chissà quale secondo fine.
Ma Zeph, in realtà, non ha alcuna intenzione particolare, se non cercar di non fare una brutta figura davanti alla ragazza. È per questo che non capisce questo improvviso cambiamento, e continua a fissarla negli occhi, in attesa di una spiegazione per lo sbalzo d’umore.
Saphira, allora, descrive con gli occhi un cerchio guardando quello che la circonda. Il ragazzo gira la testa verso sinistra e segue lentamente il perimetro dello stipite della porta... alla fine riporta lo sguardo sul viso di Saphira, che è sinceramente curiosa di vedere cosa farà il ragazzo ora. Zeph diventa repentinamente rosso peperone e, senza spiaccicare parola, fa un paio di passi all'indietro, come fosse un burattino. Cerca di fare le sue scuse con scarsi risultati. Deluso dalla terribile figuraccia appena fatta, abbassa lo sguardo si dirige impacciato verso la sua stanza.
Saphira lo osserva divertita allontanarsi e, con un leggero sorriso sulle labbra, chiude la porta della sua camera e va a dormire.
Shana e Celine, che se ne sono state buone buone ad osservare il tutto, finalmente possono sghignazzare al pensiero delle loro espressioni, una più divertente dell'altra.
Proprio in quel momento arriva Leonard che, essendo rimasto solo a tavola, ha finito di svuotare la bottiglia e decide di andarsene a dormire. Nota che le due ragazze stanno ridendo, ma non ha voglia di sapere con chi c’è l’hanno e quindi si limita a salutarle con la mano, mentre fa un lungo sbadiglio passando loro davanti.
– Ehm… siamo rimaste sole – dice Celine dopo essersi calmata facendo la conta dei suoi compagni
– Già, be’, abbiamo finito in bellezza per oggi. Direi che possiamo andare a dormire anche noi. O vuoi fare qualcos’altro? – chiede Shana che ricevendo risposta negativa si congeda ed entrambe si ritirano nelle loro stanze.
La mattina seguente, dopo aver preparato tutti i bagagli, i ragazzi si avviano verso il molo, nell’attesa di imbarcarsi sulla Furia Regina per arrivare a Rouge.
Celine, Shana e Saphira fanno l’andatura chiacchierando tra loro mentre Zeph e Leonard discutono del più e del meno scambiandosi le aspettative per il futuro… poco più indietro Rhea è come al solito in disparte con sguardo basso a rimuginare sui suoi problemi.
Dopo il primo molo accessibile solo dalla rocca uno dei re successivi ha pensato di rendere disponibile a tutti il porto costruendone uno alla fine della via principale che porta verso le rocche, sulla sinistra della scalinata c’era molto spazio per costruire un’altra strada che costeggia la scogliera e arriva fino al mare. Questo ha contribuito molto all’economia della città che da allora si è ingrandita ed è diventata più ricca grazie agli scambi commerciali via mare. Tra l’altro è il modo più veloce per raggiungere Rouge da Serdio ed è proprio il percorso che devono fare i ragazzi.
I ragazzi mostrano il lasciapassare all’ufficiale che controlla gli imbarchi e vanno in cerca delle loro cabine
– Questa è per te… il postino non aveva voglia di aspettarti e l’ha data a me – dice Drakan spuntato all’improvviso alle spalle di Rhea che fa un sobbalzo poco prima di accorgersi della busta che gli sta porgendo il ragazzo… è una lettera che proviene da Kazas. Al solito, Atlas non ha perso il vizio di scrivere e Rhea decide di leggerla da sola per conto suo quando ne avrà voglia, adesso non è il caso.
– Quella è per me? – chiede Saphira a Drakan che ha un’altra lettera nell’altra mano.
– No – risponde mono–sillabicamente lui uscendo poi per dirigersi a prua della nave.
– Qualcosa non va? – chiede Zeph alla ragazza
– No, è che… insomma, ho visto la lettera per Rhea che proveniva da Kazas e speravo che ce ne fosse una anche per me. Speravo in qualche notizia dalla ricerca… pazienza, sarà per la prossima volta – risponde la ragazza andando poi a sistemarsi nella sua cabina
– Dai, su. Vedrai che arriveranno presto – la consola Zeph dandole una mano
– Se quella lettera non è per nessuno di noi allora per chi è? – chiede Celine rivolgendosi a Shana
– Boh… forse è diretta a lui. Anche se non capisco chi possa avergli scritto – risponde la ragazza
– D'altronde è inutile pensarci, lui non ci dice nulla della sua vita. Forse anche lui ha qualcuno che lo aspetta da qualche parte – replica lei
– NAAAAA!!! – dicono in coro le due ragazze guardandosi e ridendo. Chi si prenderebbe la briga di scrivere ad un personaggio del genere?
Dopo qualche minuto la nave salpa ed i ragazzi si disperdono, ognuno intento a fare qualcosa di diverso. Passate quasi due ore di viaggio, Rhea si trova a poppa della nave, seduta sul bordo mentre ciondola le gambe nel vuoto ed osserva la scia lasciata dalla nave nel mare.
Si ricorda della lettera e decide di leggerla visto che le sembra tutto sommato un buon momento… aprendola si accorge che non è di Atlas ma di Kairan, che ha chiesto all’alato di spedire quella lettera in suo nome, forse convinto del fatto che, se l’avesse spedita direttamente lui, Rhea l’avrebbe stracciata prima di leggere.
– Non ha avuto tutti i torti – mormora ghignando – ma si merita almeno una lettura superficiale, per l’impegno e l’arguzia dimostrati nel mandarmi questa lettera – constata poi, aprendola.
Rimane sorpresa dall’inizio della lettera
“Cara Rhea
Se stai leggendo, significa che sono riuscito ad imbrogliarti abbastanza bene.
Dai, ferma, non stracciarla subito. Altrimenti ho speso un sacco di tempo per nulla… lo so che non mi vuoi più sentire, però resti sempre la mia Rhea. Anche se sei così diversa da quella che ricordo.
Non che mi dispiaccia, si vede che sei maturata un po’!”
– Maturata? Grazie, ma quanto sei gentile – commenta ridacchiando, la lettura è decisamente più piacevole di quanto si aspettasse.
“Io sono sempre impegnato nei viaggio d’affari, mio padre mi sfrutta come suo personalissimo galoppino. Non che me ne lamenti, in fondo visito posti nuovi, conosco un sacco di gente, e mi apro molte strade per il futuro… ma esser comandato a bacchetta resta fastidioso. Comunque, c’è da dire che sono rimasto sorpreso quando Atlas mi ha rimandato questa mia lettera indietro, dicendo che non voleva immischiarsi in faccende non sue.
Devi davvero averlo spaventato parecchio, per farlo reagire così. Nonostante queste inezie, sono riuscito a farti avere la mia missiva (che spero non giaccia abbandonata nel fondo del tuo zaino… ti conosco, scricciolo, so che saresti capace di non leggerla solo per farmi dispetto)”
– Già, ci sei andato molto vicino, questa volta. Fortunatamente per te, sai sempre come prendermi, dopo che mi sono sbollita –
“Mi manchi. Su, adesso da brava, richiudi la bocca e non rileggere quattro volte quelle due parole. Le hai capite benissimo. Mi ha fatto piacere rivederti, anche se per poco. E la prima parte della serata è stata così piacevole, che mi dispiace non poter replicare.
Ok, la smetto, scusami. Sono sempre troppo sentimentale, quando si tratta di te. E ti da fastidio, non sei portata alle melensaggini… ma non riesco a resistere.
No, non accartocciar la lettera, ti prego. Cambio discorso, parliamo della tua missione”
– Missione… già, come se potessi davvero spiegarti quello che sta accadendo. Non lo so nemmeno io – Rhea si sente improvvisamente abbattuta e triste. Per che cosa, esattamente, sta combattendo?
“Mi hai detto di essere un Dragone. Di non aver tempo per fare altro, e l’ho trovato immensamente triste. Triste perché non eri affatto convinta di quel che mi stavi dicendo. Sembrava che stessi ripetendo una lezione, una nozione imparata a forza. Come tutte le volte che ti ho sentita ripetere a memoria un incantesimo, senza capirne realmente il significato.
Perché combatti?”
– Domanda da un milione di gold! Non ne ho idea –
“Per proteggere qualcuno?”
– No, i miei compagni si difendono benissimo da soli… non mi resta nessun altro di cui preoccuparmi, se non di me stessa –
“Per la gloria?”
– Nemmeno, spesso nessuno sa che siamo stati noi ad uccidere il cattivo di turno. Agiamo quasi nell’ombra, senza chiedere ricompense od onori –
“Per te stessa?”
– Forse… forse solo per sfogarmi, o per non pensare… ti odio Kairan, quando mi fai riflettere su queste cose – sbotta stizzita l’alata, interrompendo la lettura e fissando il mare. Per ora non vuole riprendere a farsi domande, vuole solo godersi il lento trascorrere del tempo in pace e tranquillità sulla nave.
Nel frattempo Celine e Shana si trovano su una delle passerelle appese all’albero maestro che consentono ai viaggiatori di ammirare il panorama dall’alto… le due ragazze però sono più propense a prendere il sole piuttosto che guardarsi intorno. Leonard, dal canto suo, sta girellando senza meta per tutta la nave cercando di ingannare in qualche modo il tempo, che in un viaggio del genere sembra non passare mai. Per caso passa davanti ad una cabina con la porta leggermente aperta, e sente all’interno un dialogo molto strano.
– Allora siamo d’accordo vero signor Momori? – dice uno dei due. Leonard lo intravede appena ma gli sembra di averlo già visto, ha degli abiti… familiari.
– Sicuro Kaede. Grazie a voi potrò risparmiare un bel po’ di denaro, e voi ci guadagnate comunque… è proprio un ottimo affare per entrambi – gli risponde un uomo nascosto dalla porta.
– Kaede?! Mi sembra di averlo già sentito questo nome, ma non ricordo proprio dove – pensa tra sé e sé Leonard, mentre resta di fianco alla porta ad ascoltare la conversazione
– Quella insulsa legge imposta dal re di Bale sta dando un sacco di problemi… Mi chiedo come si faccia ad imporre l’uso delle licenze per la vendita del Mithril – commenta quello che sembra essere un commerciante
– Già, non basta che sia un materiale raro e costoso di suo. Il re ha imposto anche le licenze che vengono concesse a pochi eletti, e questi se ne approfittano alzando il prezzo. Ma grazie a lei ora potrò avere questo fantastico metallo ad un prezzo concorrenziale. Potrò vendere le mie armi ad un prezzo leggermente più basso di tutti gli altri attirando clienti ed al contempo aumentare i miei guadagni – spiega Momori, che sembra essere un potente armaiolo
– Questi commercianti… farebbero di tutto pur di arricchirsi. Questo è pure disonesto visto che va contro le leggi di Bale. Chissà cosa gli fanno se lo pescano. Comunque dovrebbero incriminare anche quell’armaiolo… be’, ma si sa che i veri affari si fanno in queste condizioni – pensa Leonard un po’ confusamente mentre si allontana.
– Saphira io… volevo scusarmi… – inizia Zeph parecchio imbarazzato
– Scusarti? Ah, per l’altra sera intendi. Non c’è problema – afferma lei, continuando a leggere un fascicolo, e non degnandolo nemmeno di uno sguardo.
– No, davvero, non vorrei che tu pensassi che… –
– Zeph, smettila! Dai, ho capito che non era tua intenzione far nulla, hai fatto solo una piccola gaffe. Non sono arrabbiata, e non serve che tu ti scusi ogni due minuti – replica lei, continuando a leggere
– Scusami è che… –
– Accidenti, sei proprio una testa dura – ride lei, intenerita dalla goffaggine del ragazzo
– Già, scusami… ops! Non mi riesce di non dirtelo – mormora intristito Zeph, guardandosi i piedi rassegnato. Ogni volta che tenta un approccio con Saphira, finisce sempre per commettere qualche figura.
– Come mai sei così giù? – domanda lei, mettendo finalmente via le scartoffie.
– No, nulla. Nulla di che… è il viaggio. È davvero lungo, vero? – domanda, cercando di sviare il discorso.
– Hai ragione. C’è comunque da considerare che Rouge è molto distante da Fletz, credo che impiegheremo buona parte della giornata per arrivare –
– Ci sei già stata? –
– Sì… – mormora lei, improvvisamente triste – per lavoro – precisa poi. Zeph si vorrebbe mangiar le mani per l’ennesima gaffe.
– Be’, ma siamo abbastanza abituati ai viaggi lunghi – afferma poi, invitandola con un gesto a camminare un po’ con lui – Vuoi che ti racconti un po’ di quello che abbiamo passato prima di conoscerti? – si offre, sperando di riuscire a non toccare nessun argomento delicato. Saphira annuisce debolmente, e Zeph parte dal principio, ed il nome di Led è il primo che salta fuori.
– Led? – domanda interessata – Non ne avete mai parlato… chi è? –
– Era – corregge Zeph senza nemmeno pensarci – Non c’è più, e… sei sicura di voler sapere? Ti avviso sin da subito che non sarà una storia allegra –
– Non si può sempre esser allegri – afferma Saphira, annuendo
– Come preferisci – la accontenta Zeph – Vediamo, da dove posso partire? Be’, Led ci aiutò a sconfiggere Diaspra… è lì che lo conoscemmo. Girava sempre con uno strano cappuccio in testa, e Rhea gli ci si è subito affezionata. Siamo diventati in brevissimo tempo un trio affiatato. Sarà anche perché eravamo ottimamente bilanciati. Lui si occupava dello scontro diretto, Rhea indeboliva il nemico con gli incantesimi, ed io lo finivo con le frecce… non c’è che dire. Un vero lavoro di squadra – Zeph sospira, e poi riprende a parlare – Le battaglie che abbiamo combattuto fianco a fianco… sono tante, sai? Però, non vorrei parlarti di quelle. Quelle le sentirai ripetere in mille modi diversi, io vorrei farti conoscere il Led che abbiamo potuto vedere io e Rhea. Il nostro compagno di viaggio, e non il guerriero… sempre che non ti dispiaccia – Saphira scuote la testa, facendo intendere che no, non le dispiace, e Zeph inizia a raccontare di quando tutti e tre si sono trovati col Dragone e coi nuovi poteri, tutti da scoprire ed utilizzare al meglio – Eravamo davvero ridicoli, io e Led, alle prese con le ali. Rhea continuava a sghignazzare imperterrita. Divertita dalla nostra incapacità di evitar strani movimenti per mantenere l’equilibrio. Rhea era già abituata alle sue ali, e manovrare quelle del dragone non le ha mai dato molti problemi. Io tuttora fatico a muovermi liberamente… e Led anche era in difficoltà. Con l’ingombrante armatura del Non–elemento, poi, lui ha dovuto faticare il doppio per imparare. Ricordo ancora la sua espressione corrucciata, mentre imprecava a mezza bocca per mantener l’equilibrio.
La cosa frustrante, però, è stato quando avevamo quasi imparato. Una luce intensa ci ha avvolto, e ci siamo ritrovati di nuovo umani… per fortuna Rhea è venuta in nostro soccorso, è riuscita ad afferrar Led per un braccio, e me per una caviglia. Ci ha fatti atterrar abbastanza dolcemente. Non ci eravamo resi conto, io e Led, di quanto in alto fossimo. Abbiamo rischiato l’osso del collo in maniera davvero stupida, quella volta. Almeno abbiamo capito che i poteri del Dragone sono limitati nel tempo. È stata una scoperta pericolosa, ma pur sempre una scoperta. Quel giorno, lo ricordo bene, Led era particolarmente chiacchierone. Di solito non si sbottonava mai sul suo passato. Giusto qualche accenno al nonno, ma nulla di più.
Chissà, forse era esaltato per i nuovi poteri, o perché avevamo appena sconfitto Diaspra. Fatto sta che, dopo esserci allenati fino allo stremo, ci siamo avviati verso Bale. I discorsi erano sempre i soliti, alla fine.
Che si fa? Dove andiamo? Quale sarà la nostra prossima missione? I Dragoni?
E sui Dragoni, Led, ci ha raccontato tutto quello che sapeva. Mi sembra di sentirlo ancora, esaltato ed emozionato, mentre ci raccontava di questi mitologici Cavalieri Drago. Imbattibili e potenti, a guida di giganteschi Draghi alati. Come vedi, non è propriamente così – specifica Zeph, accennando allo spirito di Saphira – non siamo imbattibili, e tantomeno possiamo comandare i Draghi. Solo Drakan sembra avere un draghetto da compagnia... Comunque, Led ci aveva narrato tutte le leggende che conosceva. Sai, in quel momento sembrava Leonard. Anche se molto meno spaccone – sottolinea immediatamente – e poi, non so come, il discorso è caduto sulla sua vita di avventuriero. Io e Rhea cercavamo sempre di farci raccontare il più possibile, eravamo due novellini in questo. Nessuno di noi due aveva mai dovuto vivere come un nomade, e le prime notti passate all’aperto sono state tragicomiche. Rhea strillava ad ogni minimo insetto o rumore. Io non riuscivo ad addormentarmi sul terreno. Led era l’unico che sembrava adattarsi ad ogni situazione. Ogni volta che raccontava di qualche avventura, io e Rhea pendevamo letteralmente dalle sue labbra. Imparammo da lui a filtrare l’acqua in maniera decente. Non che servisse, Rhea ha sempre provveduto in questo… oppure ad accendere un buon fuoco anche in condizioni avverse. Sembrano sciocchezze, ma per vivere come facciamo noi, sono praticamente indispensabili. Comunque, ti stavo raccontando di Led, no? Continuiamo, perché adesso c’è la parte interessante.
Led era un cacciatore di tesori, e di storie da raccontarci ne aveva sempre. Solo una volta ci ha raccontato qualcosa del suo passato prima che diventasse un girovago.
Ci raccontò di come fu quasi costretto ad intraprendere quella vita. Le circostanze erano particolari. I suoi genitori erano morti quando lui era piccolo. Nulla di particolare, erano rimasti vittime di un incidente. Persero il controllo del carro su cui viaggiano per commerciare. Led, ci disse, era dal nonno. Troppo piccolo per poter seguire i genitori nei loro viaggi, si era salvato quasi per caso. Suo nonno lo aveva quindi allevato.
Il nonno di Led era un noto armaiolo di Furni, riconosciuto per l’abilità di forgiare il metallo con una tecnica segreta, che rendeva tale metallo resistente ed affilato anche dopo un lungo e continuo uso. Forse è per questo che insegnò a Led ad usare le spade. Da quello che ricordo, il nostro compagno lasciava capire che il nonno fosse un vecchio nostalgico. In giovinezza era stato arruolato, ma una ferita alla gamba non gli aveva permesso di fare carriera.
È una cosa abbastanza comune, dopotutto, restare invalidi per le ferite ricevute in battaglia. A volte mi stupisco della fortuna che ci assiste… anche se… Led dimostra che anche questa fortuna tende a chiudere gli occhi, a volte. Comunque, ci raccontò di come suo nonno si fosse dedicato anima e corpo a migliorare l’equipaggiamento per quelli che continuava a considerare i suoi compagni d’armi. Led aveva preso molto, da questo lato. Ci considerava dei compagni, e il suo forte senso della lealtà lo ha portato a morire per salvare un’altra persona. Gli insegnamenti etici hanno avuto una buona presa.
Avresti dovuto vederlo, quando parlava del suo vecchio, gli si illuminavano gli occhi. Sembrava tornato un bambino. Di solito, non avresti detto che fosse capace di certi slanci. Te l’ho già detto che aveva sempre un cappuccio in testa? Amava atteggiarsi a uomo di mondo, certe volte sembrava più oscuro di Drakan… ma bastava che Rhea lo stuzzicasse un po’, per farlo tornare il solito Led. Forse è per quello che Rhea si è sempre comportata in quella maniera con Drakan. Aveva la vaga speranza di umanizzarlo un po’. Chissà se Led avesse incontrato i nostri compagni, come si sarebbe comportato… cosa avrebbe fatto… – il tono di Zeph si affievolisce, mentre i ricordi della morte di Led gli passano davanti agli occhi.
– Com’è morto, Zeph? Vuoi dirmelo? – domanda Saphira, non sapendo nemmeno lei perché ha chiesto questa cosa. Forse spera che una terapia d’urto aiuti il ragazzo
– Com’è morto? Colpa di una Virago. Sai cos’è? – Saphira annuisce, ricorda vagamente di questi mostri, paragonati ai Draghi… all’effettivo sa solo che sono grossi e pericolosi, tanto grossi e tanto pericolosi. Ma tanto le basta per capire contro cosa i Dragoni devono scontrarsi. La voce di Zeph riprende a parlare, leggermente tremula per il dolore di dover raccontare di nuovo quello che è successo
– Led… Elen… scusami. Prima devo raccontarti di Elen. La principessa di Fletz – Saphira annuisce di nuovo. Conosce il nome di tutti i reggenti dei vari Paesi – Ecco, Elen e Led erano… innamorati? Sì, possiamo dire di sì. Si erano conosciuti poco prima, durante la liberazione della città dai mininto. Un colpo di fulmine, che non ha avuto tempo di svilupparsi. Proprio a battaglia finita, e poco dopo aver incontrato Leonard… una virago. Una schifosa, lurida Virago ha deciso di risvegliarsi, ed attaccare una carovana di civili. Led si è reso conto di cosa stava per succedere, e si è messo sulla traiettoria di quel colpo… me lo ricordo ancora. Un raggio viola, puntato verso la carovana… e poi, Elen che inciampa, il mostro che si volta lentamente verso di lei. E probabilmente la giudica una preda più interessante dei civili. E Led… Led si butta a capofitto verso di lei, per andare più veloce si trasforma in Dragone, ed arriva appena in tempo, salva Elen… mettendosi sulla traiettoria del raggio violaceo. Viene colpito al petto, cade a terra… Elen scoppia in lacrime, Rhea corre come una disperata, Leonard da il colpo di grazia alla virago, ed io… io corro ed arrivo dopo, dico frasi insensate. È tutto così confuso, tutto troppo veloce e a scatti. Mi sembra di ricordare un sogno, e piano piano svanisce. Anche se è un ricordo terribile, non voglio dimenticarlo. Equivarrebbe a far morire Led una seconda volta. Mi sento un po’ patetico, ad essere sincero. Oramai è passato molto tempo da quel giorno, anche Rhea sembra essersi ripresa… se ripenso a come ha infierito sul cadavere del mostro che ha ucciso Led. Una furia, davvero, una furia senza controllo. Ha passato dieci minuti abbondanti a sfogarsi, piangendo e strillando. Poi è intervenuto Atlas, per calmarla –
Saphira resta un momento in silenzio, cercando di assimilare quanto ha appena sentito. La prima notizia che deve riuscire a concepire è che i Dragoni rischiano la vita un giorno sì e l’altro pure. Non si pente della scelta fatta, ma conoscerne i rischi aiuta. Secondo, cerca di capire come sia la Rhea che conosce Zeph, perché è all’opposto di quella che conosce lei. Ed infine tenta di costruirsi un’immagine di Led. È difficile, o forse solo immensamente triste. Zeph non parla più, si limita a fissare l’orizzonte, perso nei suoi pensieri.
– Zeph, ti senti bene? – domanda lei preoccupata dall’improvviso silenzio
– Sì. Ricordare non fa male quanto avevo creduto. È solo un po’ triste, ma, in fondo, è giusto che sia così – sentenzia scrollando le spalle. – Ti avevo avvisata, no? La storia è triste – afferma poi, come a scusarsi della crudezza del racconto.
– Non c’è problema. Almeno questo mi eviterà di toccare argomenti sensibili, soprattutto con Rhea –
– Già… Rhea… è così strana, così cambiata da quella che conoscevo all’inizio – borbotta Zeph, continuando a rimuginare sulla compagna
– Be’... io non la conosco come la conosci tu. Com'era qualche tempo fa? E cosa l'ha fatta cambiare? – chiede Saphira incuriosita
– Rhea era… era casinara all'ennesima potenza – dice Zeph scoppiando a ridere alla fine – Con lei ci si divertiva sempre, non era possibile prendere nulla sul serio. Tranne il fatto che lei fosse una vera guerriera. Guai a toccarla sul quel tasto… ti ritrovavi a terra in un secondo, se solo osavi mettere in dubbio le sue capacità. Sembrava che dovesse subito dimostrartele – spiega poi il ragazzo – e poi... era sempre allegra. non si demoralizzava mai, qualunque cosa accadesse. Solo il ricordo di Led la rattristava molto. Ricordo ancora quando, poco dopo l'arrivo di Drakan nel gruppo, lei si infuriò con lui per aver apostrofato Led con "tre lettere" – continua Zeph
– Tre lettere? – domanda Saphira
– Sì, tre lettere. anche quando solo si accennava a Led noi diventavamo tristi. Drakan se ne uscì con una delle sue solite frasi dicendo "possibile che bastino tre lettere per farvi cambiare umore in questo modo?". Questa frase ha fatto perdere le staffe a Rhea, che l'ha attaccato... peccato però che Drakan sia tanto insensibile quanto forte. Nemmeno tutti noi messi insieme riusciremmo a contrastarlo, credo che nemmeno trasformati in Dragone ci riusciremmo. In fondo, anche lui è un Dragone. Fatto sta che Rhea è stata messa al tappeto in pochi secondi, però subito dopo Drakan l'ha trattata bene. L’ha coperta col suo cappotto, e le ha permesso di sfogarsi... ora che mi ci fai pensare, quei due sono sempre in lotta tra loro, però… Drakan non sembra così cattivo come sembra, anche se si comporta da cinico bastardo con tutti – aggiunge lui diventando pensieroso. Non ha mai considerato le azioni di Drakan sotto una luce diversa.
– Forse, in fondo in fondo, Drakan non vi vuole così male – butta lì la ragazza, l’espressione basita di Zeph la fa sorridere
– No, impossibile. Basta vedere cos’ha detto e fatto Drakan, quando Rhea ha piantato tutto ed è scappata a Kazas – replica freddamente Zeph. Guardare le cose sotto un’altra prospettiva è un buon atteggiamento. Illudersi che sotto la scorza da insensibile si nasconda un ragazzo dal cuore d’oro… si tratta pur sempre di Drakan, no?
– Scappata? – domanda Saphira confusa
– Non lo sai? Per farla breve, molto breve, Drakan ha detto che, se non fosse per il fatto che Rhea è un dragone, la lascerebbe morire senza tanti complimenti. Lei ha sentito questo, si è infuriata e se ne è andata – spiega stringatamente lui, per nulla desideroso di tornare su quell’argomento. È stato da quel momento che Rhea è cambiata, in peggio. Potesse cancellarlo con un colpo di spugna, lo farebbe
– Zeph, ti manca la vecchia Rhea? – domanda la ragazza, che sembra infastidita da tanto attaccamento
– Sì – ammette sinceramente lui – mi manca la folle infantile che ho conosciuto. Mi manca la mia amica chiacchierona e rumorosa. Tu non l’hai conosciuta, e non credo portai capire perché mi ci sono affezionato come se fosse stata mia sorella – precisa poi, scrollando le spalle
– Perché non vai a parlarle? Ricordate insieme qualche aneddoto divertente, e magari lentamente torna quella di prima – suggerisce Saphira, strattonandolo poi per la manica, ed indicando Rhea, appoggiata alla balaustra intenta a leggere.
“Per te stessa?”
Quelle parole continuano a rimbombare nella testa di Rhea. Ha interrotto in malo modo la lettura, per paura di sapere cos’altro ha scritto Kairan. D’altra parte, la curiosità è fortissima. Con cautela riapre la pagina spiegazzata e cerca il punto in cui si è interrotta.
“No, sto sbagliando. La Rhea che conosco non rischierebbe mai la vita per queste motivazioni. Che cosa, allora, ti spinge? L’unica risposta che so trovare, è il tuo senso di responsabilità verso la “missione” di cui mi hai parlato. Sembravi così presa… ma basta parlare di questo. Sono cose che, in teoria, non dovrebbero interessarmi. E poi, se tu non mi risponderai, non lo saprò mai. Inutile pensarci, insomma.
Dai, adesso la smetto con questi discorsi pseudo–filosofici. Sai, ho finalmente una casa tutta mia!
È piccola… abbastanza piccola (non ridere! Solo perché ha una sola camera da letto, ed una cucina minuscola, non significa che non possa essere apprezzabile)”
Rhea scoppia a ridere. Non ce lo vede proprio Kairan, abituato a stanze enormi, star bene in un appartamento grande come il suo sgabuzzino.
– Unh, apprezzabile? Come no! In realtà ti piace solo esser libero, no? –
“Piccola carognetta, lo so che cosa hai pensato! Che mi sto godendo la libertà, vero? Be’… in effetti non hai tutti i torti. Lo ammetto, mi hai scoperto. Vivere da solo è grandioso… certo, non mi dispiacerebbe aver qualcuno accanto (perché non tu? No… no… eddai, smettila di stringer così forte la carta, stavo scherzando!).
Comunque, vorrei che almeno visitassi la mia casetta. Così mi puoi dar consigli sull’arredamento. Se ti va, credo che un tocco femminile gioverebbe alla casa.
Mia madre dice sempre che si sente che in quella casa ci vive solo un uomo… non so su che basi possa dirlo, ma tant’è.
Da quello che mi ha detto Atlas, dovresti essere in partenza per Fletz. Chissà quante persone incontrerai, le avventure che ti capiteranno… i tuoi compagni…”
– Lo sapevo, era troppo bello per essere vero. Dai, nomina Drakan… – ringhia a mezzabocca Rhea, infastidita dall’argomento poco gradito.
“Hai già capito dove voglio andare a parare… Drakan. Non mi piace come ti tratta, o forse, non mi piace come ti fai trattare da lui. Sembri in soggezione, ma allo stesso tempo gli rispondi a tono senza scrupoli. Non capisco questa contraddizione. Ma…. Dannazione, sono uno stupido. Lo ammetto, sono geloso di lui. Che motivi ho? Nessuno, anche perché è abbastanza lampante che, per come ti tratta, non ci sarebbe storia ma… quando parli di come ti ha salvato da morte certa. Ecco, vorrei averlo fatto io, così saresti riconoscente a me, e non a lui.
Che stupido che sono, scusami per questo piccolo sfogo…”
Rhea interrompe di nuovo la lettura, sconsolata. Non sa se scoppiare a ridere, all’idea di Kairan geloso di Drakan, o se piangere. Davvero, quando riuscirà a capire come ragionano gli uomini, sarà troppo tardi.
Che poi, non avrebbe più senso esser gelosi di… Zeph, o Leonard. Sono ragazzi anche loro, e lei ci va molto più d’accordo che con Drakan. Che Kairan la capisca così bene da…
– Impossibile! Non capisco bene nemmeno io, figurarsi se Kairan può averlo anche solo intuito. Tutte quelle affermazioni, le ha fatte solo per mettermi alla prova – esclama decisa, scuotendo la testa un secondo dopo – Quanto mi piacerebbe crederlo davvero, quanto mi piacerebbe! Ma… e se non fosse così? Se avesse ragione Kairan a pensare che sono infatuata del musone? Qualcosa, forse, quando l’ho confessato a Shaila… – Rhea rimugina incessantemente sulla sua situazione sentimentale – Ma non potevo esser meno complicata? – si domanda ironica – Sarebbe stato meglio non iniziare proprio questa avventura! Mi ha portato solo un sacco di complicazioni, io non stavo mica cercando il principe azzurro. Che poi, Drakan di azzurro ha davvero poco – sghignazza divertita – Kairan ancor meno, nonostante le melensaggini che mi scrive in continuazione. Va be’, aspetterò che un biondo ed aitante giovanotto, dagli intriganti occhi azzurri, venga a rapirmi su di un bianco destriero, per portarmi al suo castello… – Rhea scoppia a ridere. Se realmente le succedesse una cosa simile, stenderebbe il ragazzo a suon di pugni. Poi gli ruberebbe il cavallo e se ne andrebbe alla ricerca di qualcosa da fare – Non c’è che dire, come ti ammazzi da sola certe fantasie… dai, oramai si è capito. Un ragazzo innamorato e romantico non ti interesserebbe mai. Sei per il rude e scontroso… Drakan, no? Il tuo uomo ideale! – mormora poi sarcastica. Una ventata la colpisce, facendole quasi sfuggire dalle mani la lettera di Kairan. Automaticamente rafforza la presa sulla carta, e torna a guardare la scrittura piccola ed ordinata del suo ammiratore.
Da una letta veloce alla fine della lettera, non c’è molto altro di interessante. I soliti saluti, e le dichiarazioni alla “ti aspetterò per sempre” che le fanno nascere un ghigno sul volto.
– Per sempre, quanto sei esagerato. Oh, ti passerà, prima o poi – mormora poi, poggiandosi di peso alla balaustra. Zeph arriva poco dopo, in compagnia di Saphira. Lei ancora sa poco della questione con Kairan. Deve dar atto agli altri che, per una volta, sono stati in grado di tener per loro certi pettegolezzi.
– Rhea, come stai? – domanda allegro, quasi troppo allegro
– Al solito, voi? – replica cortesemente, non ascoltando però la risposta. Coglie qualcosa su “allenamenti” “dragoni” e “spirito”. Annuisce convinta, anche se non ha capito assolutamente nulla.
– … Kairan? – domanda Zeph, indicando le lettere
– Cosa? –
– Ti ho chiesto se sono le lettere di Kairan –
– Ah, sì – risponde gelida Rhea
– Persiste nell’esser cotto di te? – domanda malizioso Zeph
– Sì… –
– Rhea ha un fidanzato? – domanda Saphira incuriosita
– Diciamo che lui ci terrebbe a portarci via Rhea – spiega sibillino Zeph, continuando a fissare l’alata.
– E forse avreste fatto un affare, a liberarvi di me – commenta acida, tornando a guardare il mare – Com’è che l’argomento principale di conversazione resta Kairan? –
– Zeph, non mi pare che Rhea abbia voglia di parlarne… lasciamola da sola, dai. – propone Saphira, accorgendosi del malumore imperante.
– Ma, le farebbe bene iniziare a riderci su… mica può restar così per sempre – la mano di Rhea si stringe attorno alla lettera, appallottolandola.
– Scherzarci sopra? Certo, come no! – mormora Rhea fra sé e sé.
– Zeph, non sono affari che ti riguardano – lo riprende Saphira, duramente
– Sì, invece, siamo un gruppo. E lei si sta isolando quasi peggio di Drakan, rivoglio la vecchia Rhea – afferma stizzito il ragazzo, totalmente dimentico della discussione avuta poco prima con Saphira. È così irritato con Rhea, che tutti i buoni propositi di un riavvicinamento sono sfumati.
– Quanto sei egoista – replica gelida la diretta interessata – io dovrei esser come volete voi… perché non è importante che io abbia dei problemi. Vi importa solo che non vi scocci col mio comportamento. Grazie, Zeph, è sempre bello sentirsi capiti – il ragazzo boccheggia un attimo, impreparato alla tagliente risposta dell’amica.
– Non intendevo assolutamente questo – inizia precipitoso, fermandosi poco dopo – è che… non vuoi farti aiutare, non vuoi parlarne… e non mi piace vederti ridotta così – mormora confuso
– Non ti piace vedermi così? Hai mai pensato che, forse, vorrei solo star da sola? Per poter riflettere un po’, capire cosa sta succedendo? – Rhea continua a fissare il mare, nella speranza di calmarsi. Se Zeph apre un’altra volta la sua maledettissima boccaccia, lo congela.
– Ma, voglio aiutarti… insomma, siamo amici no? Ci sosteniamo a vicenda, ci raccontiamo tutto… – Rhea scoppia in una risata roca.
– Raccontarsi tutto? Infatti, hai notato quanto vi ho detto spontaneamente del mio passato… – il tono sarcastico di Rhea indispone Zeph. Saphira si è allontanata di un passo. Di assistere all’ennesima litigata non ne ha proprio voglia.
– Rhea, sei davvero intrattabile. Non ti si può dir nulla, che subito salti alla gola. Calmati, una buona volta! –
– Calmarmi? – la ragazza si volta di scatto, mentre un lampo di follia le illumina gli occhi nocciola – Zeph, vattene, prima che decida di calmarmi nel solito modo – sibila
– Credi di spaventar… – ma il ragazzo non riesce a concludere la frase, si trova le gambe congelate e Rhea che lo fissa con rabbia. Saphira le urla di lasciarlo stare, ma l’alata è sorda a tali parole. Le rivolge solo un breve sguardo, prima di tornare a concentrarsi su Zeph. Lo strillo di Saphira attira Drakan sul ponte.
Rhea è scoppiata, e non ne è stupito. In fondo, lo aveva avvisato a Kazas che sarebbe successo.
– Ragazzina – interviene deciso, sperando di non dover usare la violenza – Fermati, non è il caso di… – una sfera di ghiaccio gli sfiora la testa e fa appena in tempo a schivarla rimettendoci solo una ciocca di capelli. La risposta di Rhea è abbastanza chiara. Con un unico balzo, il ragazzo la raggiunge e la colpisce allo stomaco per tramortirla e renderla inerme. Sfortunatamente nel momento della carica la nave beccheggia a causa delle onde ed il colpo diventa più violento del previsto tanto che, complice un successivo riassestamento della nave, Rhea cade oltre la balaustra, in mare aperto. Con un tonfo sordo scompare fra le onde, fortunatamente dietro alle pale laterali che consentono alla nave di procedere, ma Zeph è ancora congelato e non può intervenire. Saphira si avvicina a Zeph, e cerca di scongelarlo usando lo spirito di Luce.
– Ma si può sapere che le è preso? – domanda stizzita, armeggiando con la sfera nervosamente
– Non lo so… è diventata così… così irritabile. Anche se, ricordo che dopo la morte di Led aveva avuto più o meno le stesse reazioni – spiega Zeph, abbastanza arrabbiato da non preoccuparsi della compagna caduta a mare.
Drakan non interviene nel discorso, si porta solo verso la poppa della nave per controllare la situazione… vedendo riemergere Rhea decide di tornarsene per i fatti suoi.
– Sei un idiota! Valla immediatamente a salvare – Urla imbestialita Celine che ha visto la scena dalla passerella sull’albero maestro e si è precipitata verso la poppa.
– È meglio per tutti se se ne sta un po’ a mollo a raffreddare i bollenti spiriti… tanto è un’alata, no? Quando ne avrà voglia tornerà sulla nave con le sue forze – Spiega Drakan rialzandosi dopo aver raccolto qualcosa da terra, ed averlo messo nella tasca interna del suo cappotto. Torna poi verso prua, ad osservare il mare in solitudine seguito dagli sguardi increduli di Celine, Shana ed Leonard, che subito dopo si dirigono alla balaustra a poppa per seguire con lo sguardo la posizione di Rhea.
– Leonard, tu sei un alato… vai a salvarla. Non hai problemi visto che puoi volare – Lo incita Shana
– Ehm… con tutto il dovuto rispetto io me ne starei qua. Avete visto pure voi come ha dato di matto Rhea, no?... mi fido delle parole di Drakan, quando ne avrà voglia tornerà da sola – Risponde lui non molto convinto di poterne uscire indenne da un incontro ravvicinato con Rhea.
– Ehi, avete visto Rhea? Drakan l’ha fermata ma poi non l’ho più vista, ero impegnato a scongelarmi le gambe… fortuna che c’era anche Saphira – Li interrompe Zeph correndo da loro
– Stai scherzando vero? Non ti sei accorto che Rhea è finita in mare? – Gli risponde in fretta Shana
– Ehhh? Mi stai prendendo in giro vero?... Drakan si è tuffato per salvarla? Non lo vedo qua intorno? – chiede Zeph preoccupato
– Macché… quello stupido non solo non s’è tuffato a salvarla, ma ha anche detto che sarebbe meglio che se ne resti ammollo e torni da sola – Risponde Celine non distogliendo lo sguardo da Rhea che ormai è diventata un puntino lontano che scompare ad intermittenza dietro le onde e sembra non essersi ancora ripresa dal duro colpo ricevuto
– E voi restate tutti qua solo a guardare? Forza muovetevi… prendete una cima e andiamo a recuperarla… SVEGLIA… parlo con voi! – urla infine Saphira cercando di farsi dare una mano a recuperare l’alata.
– Impossibile, ormai è troppo lontana, non abbiamo una cima così lunga per riuscire a prenderla – risponde Leonard cercando di individuare Rhea
Al ché Saphira ha la prontezza di correre in sala comandi e far fermare la nave che prontamente arresta la marcia e si prepara a tornare indietro lentamente per effettuare il recupero.
Ormai la nave è tornata nel punto in cui Rhea è caduta già da qualche minuto, ma di lei nessun segno. I ragazzi aiutati dall’equipaggio e da alcuni passeggeri solerti si danno un gran da fare nel scrutare il mare e cercare di individuare la ragazza.
Drakan piega leggermente il busto indietro lasciando sfilare davanti a se Saphira che lo stava caricando con un pugno
– Tu… razza di… di… Insomma, fai qualcosa, datti da fare. È colpa tua se è finita in mare, e sei l’unico che non si rende utile – Gli urla contro la ragazza con un tono preoccupato visto che Rhea è sparita e non si vede
– Non preoccuparti. È viva e tornerà a bordo appena ne avrà voglia – Risponde lui continuando a scrutare imperturbabile l’orizzonte
– Come fai a esserne così sicuro? – chiede lei per niente convinta
– Perché so usare lo spirito dragone molto meglio di voi… ora vedi di rilassarti, o per lo meno di non scocciarmi con le tue inutili paranoie – Sentenzia Drakan senza dare possibilità di replica
–AHHHHHH…. – un urlo arriva dalle scale che portano nella stiva da dove ne esce di gran carriera Drawol spaventando passeggeri e personale della nave. Il draghetto attraversa mezza nave rovesciando alcune casse con la coda e si butta dalla nave dal lato destro senza pensarci su. Tutti vanno a vedere cosa sia successo tranne Drakan che al solito se ne frega e sta aspettando con calma che Rhea riemerga dal lato sinistro della nave, cosa che puntualmente accade dopo qualche secondo, l’alata sta infatti sfruttando i suoi poteri per volare in silenzio sulla nave. Drakan si gira quel tanto che basta per vedere la ragazza che si posa sulla nave tutta gocciolante e con la testa chinata, i lunghi capelli rossi bagnati che le nascondono il viso le conferiscono un’aria molto triste. Senza dir una parola a nessuno si defila in cabina. Deve riflettere su quello che è successo in mare.
– Drawol, quando hai finito di pranzare vedi di tornar nella stiva. Per oggi hai fatto abbastanza. – Ordina Drakan al suo animaletto dopo essersi avvicinato al bordo – Capitano, possiamo ripartire. La naufraga è tornata a bordo ed è nella sua cabina – Aggiunge poi mentre Drawol esegue l’ordine sotto lo sguardo impaurito, ma al tempo stesso incuriosito dei presenti, un cucciolo di drago che esegue gli ordini di un uomo come fosse un animale domestico non s’era mai visto.
– Rhea e tornata a bordo? Ma ne sei sicuro? E quando? – chiede incredula Saphira mentre Drakan si avvia per tornare al suo posto preferito
– Se non mi credi controlla la pozza d’acqua dall’altro lato della nave e segui la scia – dice infine indicando con la mano il punto esatto
Da sola nella propria cabina, Rhea pensa a quello che le è successo in mare. Cerca di rilassarsi, per lasciar fluire i ricordi più rapidamente.
Zeph che tira nuovamente in mezzo Kairan, lei che si arrabbia e… e lo colpisce con cattiveria, usando lo spirito di Dragone. L’arrivo di Drakan e l’improvvisato tuffo in mare… e poi… quella voce.
– Bene, bene, bene… Rhea Aldaran, il nuovo Dragone Blu, che si rivolta in questa maniera contro i compagni – la voce è quella di una ragazza, giovanissima, ed il tono è leggermente canzonatorio.
– Come? Cosa? – Rhea è troppo stordita dal colpo ricevuto, per rendersi conto di essere in acqua.
– Accidenti, non ti facevo così delicata, e sì che Drakan è stato particolarmente gentile, nel colpirti – commenta la voce ironicamente.
– Unh, sto sognando. Ho capito, adesso mi sveglio e scopro di esser nel mio letto – mormora l’alata, scuotendo la testa.
– Ti piacerebbe, eh? No, non è un sogno. E sarebbe infinitamente cortese, da parte tua, trattarmi con un po’ più di rispetto, dato che ti sto parlando a nome dello Spirito del Drago Blu – spiega finalmente l’invisibile interlocutore di Rhea
– Ah, bene… mi ci mancava solo la predica dello Spirito. Che cosa vuoi dirmi? –
– Irrispettosa delle regole, delle autorità… di tutto. Mi somigli, ragazzina, e mi sei quasi simpatica. Ma questo non giustifica le tue azioni sconsiderate e dannose – precisa acidamente lo Spirito.
– Azioni? Che ho fatto? – domanda Rhea confusa, prima di ricordarsi il tentato congelamento di Zeph. – Ah, sì… la reazione spropositata… –
Rhea
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
– Non solo quello. Soprattutto quello, ma non solo. Lo Spirito non è un giocattolo. Non puoi usarlo a tuo piacere, per evocare acqua e ghiaccio quando non sai cosa fare. Posso capire il voler creare dell’acqua per bere o cucinare… ma come fai tu, non va bene – conclude in tono saputo.
– Diciamo che è un ottimo modo per tenermi in esercizio – mugugna Rhea in risposta, piccata dall’osservazione fattale
– Esercizio? Almeno inventale bene, le bugie – la riprende la voce, ridacchiando – Comunque, te l’ho detto. Avrei potuto passar sopra a questi usi impropri del potere del Dragone. In fondo, non facevi nulla di male… ma, non puoi attaccare i tuoi compagni! Dovete sempre essere uniti, altrimenti vi distruggerete a vicenda. Fiducia, rispetto… non ti dicono più nulla queste parole? Insomma, Rhea, non puoi attaccare Zeph per una battutina, fra l’altro più che legittima. Ok, sei sconvolta per Kairan ma… –
– E tu che ne sai? – Ringhia l’alata, interrompendo il monologo
– Rhea, io sono sempre con te, so tutto quello che ti accade, e tutto quello che pensi… preoccupante vero? No, dai. Diciamo che posso intuire quello che pensi, ed adesso credo sia arrivata l’ora di rimettere Kairan al suo posto. Basta saltare alla gola di chiunque lo nomini. Anche tu sei fastidiosa, quando ti ci metti, quindi ricambia il favore e sopporta queste intrusioni nella tua vita. A te piace fare la pettegola, per una volta china la testa e sii tu l’oggetto su cui spettegolare. Non è piacevole, mai detto il contrario, ma forse capirai come si sentono gli altri. Allora? – domanda la voce, dopo una manciata di secondi di silenzio
– Forse hai ragione – acconsente l’alata, non del tutto convinta dal discorso – Ho esagerato… non dovevo prendermela con Zeph in quella maniera. Dannazione! Sto davvero superando ogni limite. Io… mi dispiace – borbotta fra sé, esasperata, tenendosi la testa fra le mani – Non so cosa fare… sono un pericolo! – esclama poi, spaventata dall’improvvisa presa di coscienza – Io metto in pericolo il gruppo! Ho attaccato Zeph… se Drakan non mi avesse fermata… ma perché tu non mi hai…? –
– Fermata? Non potevo. La potenza dello Spirito si amplifica con la follia. Più tu abbracci la follia, più sfrutti appieno il potere dello Spirito. È una pratica pericolosissima, se non la si sa dominare. E tu hai perso il controllo, aumentando il potere del Dragone, a discapito della tua lucidità mentale – chiarisce velocemente la voce.
– Quindi, se io ho questi scatti, potenzio il Dragone… ma, al contempo, mi riesce difficile restare lucida. Che razza di allenamento potrò mai fare, per non perdere il controllo e dominare appieno la forza dello spirito? – domanda Rhea, sinceramente interessata alla questione
– In questo momento sei fuori fase, non ci riusciresti nemmeno se ti impegnassi con tutte le tue forze. Ora come ora, lo Spirito è più forte della tua volontà di resistere alla follia. Tu vuoi che la follia prenda il sopravvento, per evitarti di pensare a quello che fai. Ma non è così che funziona, non puoi lasciarti andare senza freni, perché peggiori solo le cose. Una forza spropositata e senza controllo non è utile a nessuno, meno che mai ad un Dragone – le ricorda rudemente lo Spirito, che ora sembra quasi irritato.
– Scusami, non volevo offenderti… però hai ragione, adesso è meglio che non mi impegni in questo. Quando sarò di nuovo in pace con me stessa, credi di potermi aiutare in questo allenamento? –
– No –
– Perché? –
– Perché non sono la voce della tua coscienza, hai superato i limiti. Io avrei dovuto abbandonarti e cercare un nuovo portatore. Ma mi stai simpatica, ho preferito avvisarti del pericolo che stavi correndo, e vedere se riesci a rimetterti in sesto con le tue forze. Comunque, se mai ti interesserà allenarti in quel senso, vedrai che il modo lo troverai. Inoltre, ricordati, hai anche dei compagni d’armi che possono aiutarti… –
– Ti stai riferendo a Drakan – mormora Rhea infastidita. Com’è che quel maledetto c’entra sempre ed ovunque?
– Sì, in effetti soprattutto a lui. Però, Rhea, tu non sei mai stata allenata a combattere. Vero? –
– Se ti stai riferendo agli insegnamenti che hanno ricevuto Shana, Celine e Saphira… no, hai ragione. Non ho mai avuto alcun maestro a cui affidarmi, se non quelli di scuola. Ho imparato ad usare la spada per necessità, non per passatempo. È per questo che non sono utile in battaglia, fare l’autodidatta ha i suoi svantaggi –
– Non direi, come hai detto tu a Kairan, impari a combattere realmente solo quando sai che stai rischiando la vita. Se sei ancora viva, tanto incapace non sei – afferma la voce, in un tono stranamente dolce
– Mi manca tutta la parte tecnica, vedo la differenza con Celine, ed usiamo la stessa arma. Entrambe abbiamo la spada. Io faccio un sacco di movimenti inutili, e mi stanco prima. Non so ancora calibrare perfettamente i colpi, e sono una frana nella difesa – spiega Rhea, affranta, esaminando tutti i suoi punti deboli.
– Effettivamente non hai scelto l’arma più facile da usare, la spada ha un sacco di regole proprie, contando tutte le possibili mosse e tutti gli stili di combattimento. Ma si impara, no? Hai un sacco di persone a cui chiedere consiglio –
– Sempre di Drakan, parli – commenta acida Rhea
– No, anche Celine e Shana possono aiutarti. L’hai detto tu, che hanno una tecnica migliore della tua. Impara da loro, e approfittane per riappacificati. Vedrai che ti sentirai meglio. La solitudine non ti aiuta, Rhea, perché non è nelle tue corde star da sola, anche se ti piace crederlo –
– Sì ma… non ora, non ci riesco, ho bisogno di ancora un paio di giorni… – il tentennamento di Rhea fa ridacchiare la voce incorporea che esclama
– Bene, dai, adesso almeno riesci a quantificare quanto tempo ti serve. È un passo avanti. Vedo anche che sei realmente pentita per gli errori che hai fatto, per questo ho deciso di permutarti la punizione che avevo originariamente pensato per te – si compiace la coscienza dello Spirito
– Punizione? – domanda Rhea
– Sì, hai sbagliato, ed io non posso esimermi dal darti una punizione – commenta tristemente lo spirito.
Un leggero colpo alla porta distrae Rhea dai suoi pensieri. Lentamente riesce a focalizzare la fonte del rumore, qualcuno sta bussando
– Lo so che ci sei, vorrei parlarti – la voce di Saphira la riporta alla realtà. Zeph, il congelamento, le scuse che ancora deve dare a tutto il gruppo.
– Entra pure – riesce a dire in risposta, non trovando il coraggio di evitarla. Si sente troppo in colpa per quello che ha fatto. Senza farselo ripetere, lei entra nella stanza e Rhea nota subito lo sguardo non propriamente amichevole
– Io non so se tu pensi davvero a quello che fai o meno – inizia aggressiva – ma non trovo una sola, un’unica ragione per come ti sei comportata poco fa! –
– Mi credi, se ti dico che nemmeno io la trovo? – replica Rhea seriamente
– No, non ti credo. Ti sei arrabbiata per una battutina, è stata una reazione esagerata…–
– Esagerata… già –
– Usare lo spirito di Dragone contro un compagno! È… è inammissibile. Siamo un gruppo, dovremmo proteggerci a vicenda, non attaccarci. Anche Drakan… –
– Lascialo fuori da questa storia – ringhia Rhea, improvvisamente inferocita – Lui ha solo mantenuto una promessa. Gli ho chiesto io di fermarmi, se mai avessi fatto qualcosa di simile. E, quando gliel’ho chiesto, ero più che cosciente del modo in cui mi avrebbe fermata – precisa Rhea, lasciando allibita Saphira
– Come? Tu sapevi che avresti… e lui… –
– No, non lo sapevo. L’ho solo immaginato. Sono al limite della mia sopportazione, ed ogni più piccola inezia mi porta ad esplodere. Dato che nessuno sembra averlo ancora capito, ho dovuto cercare qualcuno che vi proteggesse da me. E chi, se non il musone? –
– Stai facendo una tragedia per… –
– Per niente. Già… perché lo potete valutare voi, vero? – domanda acida
– No! Ma prendersela per un appunto simile, totalmente giustificato, è troppo! Ti rendi conto che, se Drakan non fosse stato nei paraggi, tu avresti fatto seriamente del male a Zeph? – replica Saphira gelidamente, lasciando Rhea a bocca aperta.
– Io… –
– Rhea, non sono gli altri che ti assillano, sei tu che salti alla gola del primo che ha la sventurata idea di rivolgerti la parola – prosegue poi Saphira, imperterrita – Zeph è così in ansia per te. Non fa che parlare di come stai, di cosa potrebbe fare per tirarti su il morale. Celine e Shana, poi, devono trovarsi a confabulare di notte per decidere su come comportarsi con te. Leonard, poverino, è l’unico che si fa i fatti propri, ma viene sistematicamente messo in mezzo dagli altri –
– Non… –
– Non lo sapevi, vero? Credi che tutti ce l’abbiamo con te, che si divertano a tormentarti. Sei un tantinello egocentrica. Tutti stanno cercando di aiutarti, e tu pensi solo che ti vogliano male –
– Se davvero volessero aiutarmi… –
– Ti lascerebbero in pace? – conclude Saphira, infastidendo Rhea per questo continuo rubarle le parole di bocca
– Esattamente, l’ho chiesto più o meno esplicitamente, no? –
– Già, solo che loro ti vogliono così bene, che non riescono a vederti così giù di morale. E fanno di tutto per farti uscire da questa depressione, e tu non lo vedi nemmeno. Sei troppo impegnata a piangerti addosso –
– Mi stai giudicando… –
– No, ti sto dicendo quello che gli altri hanno paura di dirti – replica freddamente la ragazza – Tu hai i tuoi problemi, ma anche loro ne hanno. E cercano di non farli pesare sul gruppo. Mentre tu non ci riesci, sembra quasi che… non lo so. Ti conosco poco, ma non mi piace come ti stai atteggiando al momento… –
– Atteggiando? Non è un atteggiarsi, io chiedo solo di esser lasciata in pace! Non chiedo nulla di più. C’ho provato, davvero, a non scappare di nuovo. Sono tornata indietro, ho ripreso il mio posto… ma non ci riesco. Non riesco a tornare come prima. Ho bisogno di tempo, di calma. La cosa comica, o triste, è che l’unico che sembra capirmi è Drakan. Capisci? L’unico con cui non mi sento tesa è lui, perché mi sta lasciando in pace. Saphira, io ho bisogno di sbollire. Quando mi trovo in questa situazione, ho bisogno di esser lasciata in pace. Più mi si viene vicino, più mi richiudo a riccio e mi difendo come posso. Non ti piacerà, non approverai… non so cosa dirti. Zeph era stato avvisato… – cerca di spiegarsi lei nel modo migliore possibile dopo l’ennesima interruzione della ragazza
– Non sei per nulla pentita di quello che hai fatto? – domanda stupita lei, fraintendendo il discorso. Non si è ancora accorta delle lacrime che rigano il volto dell’alata, dato che Rhea sta osservando il copriletto sul quale è seduta. Lentamente l’alata alza la testa e la guarda affranta
– Ti sembro star bene? È ovvio che mi senta in colpa, perché altrimenti sarei rimasta in mare per così tanto tempo? E sarei salita sulla nave di straforo, senza farmi vedere? Ho paura di quello che mi dirà Zeph… ho paura della sua reazione, come ho paura di sapere cosa pensano gli altri, se voglio star da sola un motivo c’è – la voce le si strozza per i singhiozzi – io reagisco sempre così male… faccio male a chi cerca di aiutarmi ad uscire dai miei problemi. Mi comporto, ne più ne meno, come un animale braccato –
– Scusa, avevo frainteso, ma… – si scusa Saphira cercando le parole giuste per risollevare il morale dell’alata
– Ma niente… lascia stare. In questo momento è troppo pericoloso lasciare a me lo spirito. Non volevo farlo… veramente… non voglio scappare di nuovo ma anche con tutta la più buona volontà se resto con voi in questo modo vi metto solo in pericolo. E già ne avete troppi – spiega Rhea aggiungendo dopo qualche secondo – Si, è l’unica soluzione possibile… devo rinunciare al dragone – sentenzia infine
– Rinunciare al dragone? – chiede stupita Saphira
– Già… ora scusami, ma devo trovare Drakan. Ho bisogno di parlargli – conferma lei, alzandosi dal letto ed avviandosi verso la porta
– Perché proprio con lui? Da quello che so è la persona con cui vai meno d’accordo e, dal mio punto di vista, sarebbe meglio che ti confidassi con Celine o Shana… Drakan mi sembra davvero troppo arrogante per aiutarti, non capisco perché hai scelto lui… – dice Saphira evidentemente contrariata, conosce Drakan solo da qualche giorno, ma l’impressione che le ha dato non è per nulla buona. E poi, Rhea ha due amiche come Celine e Shana, perché impuntarsi su quel ragazzo?
– Be’, non so come spiegartelo ma… – dice Rhea fissando un punto non ben definito sulla parete davanti a sé – non so, non lo sopporto quasi mai, e so per certo che non farà mai niente che non sia strettamente necessario con la missione dei dragoni ma… sento che sotto–sotto c’è molto di più, solo che non vuole farlo vedere. Ed in ogni caso ci si può fidare… per lo meno è coerente con il suo stile – aggiunge infine uscendo dalla sua cabina
Non vedendolo a prua Rhea intuisce che Drakan è sotto coperta, nella stiva, a controllare come se la cava Drawol e decide quindi di raggiungerlo, tra l’altro è un posto perfetto, appartato e senza scocciatrici pettegole come lo sono ormai diventate Shana e Celine.
– Drakan? – un leggero ringhio le fa capire che il ragazzo l’ha sentita – Vorrei ringraziarti… per prima… – balbetta titubante, avanzando di un passo verso di lui – Ecco, per aver salvato Zeph… – aggiunge, nella speranza di una risposta
– Sto solo svolgendo il mio compito – risponde lui non degnandola nemmeno di uno sguardo, mentre sostituisce un lucchetto che Drawol ha rotto per uscire dalla sua gabbia
– Sì, lo so ma… grazie lo stesso. Hai mantenuto la promessa… – mormora lei, indecisa se restare e raccontargli altro, o meno..
– Se non ti serve altro, potresti andartene? Drawol reagisce in maniera troppo attiva alla tua presenza – commenta lui, cercando di tener calmo lo squamoso amico, che sta facendo di tutto per andar a salutar Rhea
– In effetti io… io avrei bisogno di parlarti, di una cosa… – il tono è sommesso e imbarazzato. Il nervosismo la porta a stringere inconsultamente lo spirito del Drago Blu tra le mani, ed a tener la testa bassa.
– Ti ascolto – afferma lui, continuando a darle le spalle.
L’alata ha bisogno di attenzione e prende la mano destra di Drakan e la tira costringendolo a girarsi ed a dedicarsi a lei.
Drakan non ha bisogno di chiedere spiegazioni… sa bene che un gesto del genere significa che Rhea ha veramente bisogno di dirgli qualcosa di importante. In fondo, l’alata non si permetterebbe mai di toccarlo, se non fosse davvero, ma davvero disperata. Dopo qualche secondo in cui l’alata fissa il vuoto tenendo in una mano lo spirito e nell’altra la mano di Drakan, alza lo sguardo per guardarlo negli occhi e gli mette il suo spirito nella mano e fa per andarsene. Accompagna questo gesto con delle frasi sconnesse riguardo al fatto che non è più degna e non vuole più essere un dragone. Il ragazzo è perplesso. Rhea ha preso questa strana abitudine di abbandonare lo spirito ogni due per tre. Spazientito da questo continuo tira e molla, l’afferra al volo per il polso e la strattona. Forse un po’ troppo bruscamente, dato che Rhea si sbilancia e sbatte su di lui. Lei riesce solo a mettere le proprie braccia appoggiate sul suo petto, per attutire il colpo.
– Che storia è questa? – gli chiede lui, ignorando completamente l’annullamento delle distanze, ed il fatto che Rhea sia praticamente incollata a lui.
– Non… non sono… non voglio più essere un dragone. Non è una cosa per me – risponde lei prendendosi dei secondi di pausa tra una frase e l’altra. Non sa nemmeno lei se non vuole, o non può più essere un dragone, è tutto così confuso. Lo guarda negli occhi per un momento, cercando di allontanarsi, ma un altro piccolo strattone la fa desistere.
– Resta qui, e spiegami. Non mi sembra che lo Spirito ti abbia rifiutata – ribatte lui, osservando prima lo spirito e poi la ragazza.
– Non chiaramente magari, ma… non funziona più. Non risponde ai miei comandi – spiega lei sconsolata mentre distoglie lo sguardo dai suoi occhi per rivolgerli a qualcosa di indefinito nel buio della stiva. Un sospiro di Drakan la mette in allarme, che lo stia innervosendo?
– Al solito sei solo incasinata. Se lo spirito non ti abbandona chiaramente, è solo un tuo problema mentale quello di non riuscire più a controllarlo – risponde burbero lui, porgendole lo spirito
– Non lo voglio. Tienilo tu – replica Rhea, ignorando la mano del ragazzo. Vorrebbe raccontargli della voce che ha sentito, ma non ne trova il coraggio – Per me è solo un peso… – spiega vagamente.
– Forse non hai ancora capito una cosa. Non importa quello che vuoi o non vuoi. È lo spirito che decide il suo portatore. Quindi riprenditelo e smettila di fare la bambina capricciosa – la riprende Drakan con una punta di seccatura nel tono della voce. Adesso è davvero stufo di certi comportamenti infantili. Da quando essere un Dragone è un passatempo?
Si sta parlando di salvare il mondo, e Rhea crede sia tutta una questione di “quello che voglio io”
– Ma smettila tu. Finiscila! – urla lei mordendosi il labbro inferiore. Riuscendo finalmente ad allontanarsi di un passo. È arrabbiata con Drakan, che sembra non percepire minimamente il suo disagio – Dovresti esser contento – aggiunge poco dopo – Ho finalmente deciso cosa voglio. Non sono più un dragone… e tu dovresti esultare, visto che non dovrai più sopportarmi e star dietro ai problemi che creo – dice lei con le lacrime agli occhi
– Smettila di pensare che tu sia il mio unico pensiero, ragazzina. I guai che combini tu sono insignificanti, rispetto alla tua missione di Dragone! Vuoi capirlo o no? – continua lui, afferrandola per le spalle e scuotendola leggermente – Che non si sta parlando di quello che vuoi o no? Lo spirito ti vuole come sua portatrice, accettalo senza farti tanti problemi –
– Non mi vuole, me lo ha detto! – sbotta la ragazza esasperata – Me lo ha detto quel dannato spirito… – mugugna poi, piegando la testa di lato e fissando il pavimento. Un paio di lacrime le scendono dalle guance, per poi cadere a terra.
– Ti ha detto…? Lo spirito non parla! Te lo sarai immaginato! –
– No! – protesta vibratamente lei – Mi ha parlato! Te lo giuro, Drakan mi ha… – Rhea si blocca, alza la testa e lo fissa negli occhi – Credimi, ti prego, non sono pazza! –
– Ho i miei dubbi, a riguardo, piuttosto sarà stat… Comunque, che ti ha detto? – Si blocca per un momento rispondendo poi con un’altra domanda, incrociato le braccia al petto
– Che… che non devo usare i miei poteri di Dragone contro i miei compagni… – sussurra imbarazzata, tormentandosi le mani
– Mi sembra abbastanza logico… altro? –
– Ha parlato di una punizione… – continua lei, titubante
– E… Rhea, non ho voglia di cavarti le informazioni con le pinze, parla! –
– Ha… ha detto che… mi ha tolto i poteri… fino a quando non ne avrò davvero, davvero bisogno. –
– Cioè? – Drakan è parecchio confuso. Lo spirito non si può disattivare, se Rhea non riesce più ad usarlo, è solo un suo problema… deve per forza essere così!
– Non funziona, io ho provato ad evocare il mio elemento, ma non ci riesco, se non come farebbe una semplice alata. Non sento più nulla, se stringo quella pietra, sono inutile. Non posso combattere, non posso difendermi. Per questo te lo sto affidando. Non voglio che anche questo spirito venga rubato. Basta quello di Zeph… per favore, tienilo tu –
– Non è possibile. Lo spirito non si disattiva! Non è un giocattolo, deve essere semplicemente una tua inibizione. Prova! – le intima, ricacciandole in mano lo spirito. Il nervosismo del ragazzo è palpabile.
– Non ci riesco, lo so già… – cerca di svicolare Rhea, iniziando un buffo tira e molla per lo spirito.
– Dannazione, ragazzina, fallo! – le ordina esasperato, stufo dei capricci della ragazza.
Inizia così un’imbarazzante tentativo di Rhea, che non riesce ad evocare il proprio elemento. Passano circa quindici minuti, in cui uno è sempre più esasperato da quella che ritiene pigrizia, e l’altra è disperata per l’aver perso il dragone.
– Non… non funziona – ansima sfinita la ragazza, al termine della ventisettesima prova.
– Solo perché non ti impegni abbastanza – ringhia Drakan in risposta.
– Ma io ci sto provando – singhiozza lei, lasciandosi cadere in ginocchio a terra, piangendo – Ci sto provando con tutte le mie forze, non ce la faccio più… non ci riesco. Non lo sto facendo di proposito per farti arrabbiare, che senso avrebbe? – aggiunge poi, tenendo la testa bassa.
Sentendo queste parole Drakan si rende conto che c'è veramente qualcosa che non va, ma non capisce se è veramente colpa dello spirito o semplicemente di Rhea che non è in grado di usarlo a causa del suo stato emotivo. Purtroppo, però, non sa cosa fare né in un caso né nell'altro
– Lo spirito sembra non risponderti più – commenta, finalmente convinto della cosa – E tu non vuoi più essere un dragone. Va bene, accetto la tua decisione. Anche se… non ti capisco… –
– Sono stanca, non capisco nemmeno più perché rischio la vita ogni giorno… non mi interessa nulla di salvare il mondo. Lo spirito non mi vuole, gli altri non mi sopportano, tu nemmeno. Mi chiedo che cosa ci stia a fare qui… – conclude lei, continuando a singhiozzare. Lentamente porge il Dragone Blu a Drakan, e si rialza da terra
– Sicura della tua decisione? – domanda freddamente Drakan, riprendendosi lo spirito.
– No, assolutamente. Oramai siamo in viaggio per Rouge, lo Spirito ha parlato di punizione. Ecco, potrei restare con voi e seguirvi… non lo so, come supporto. Io… non so cosa voglio. Però, lo spirito non mi ha rifiutata del tutto, forse ho ancora qualche speranza. Ma, non voglio farci affidamento. Ti chiedo di conservarlo per me, finché non mi sarò chiarita le idee su cosa voglio. D’altronde, è dannoso avere un Dragone insicuro come compagno, no? – fa notare lei
– Continuo a pensare che tu non sia affidabile. Ti avevo detto di diventare più matura e tu, per tutta risposta, fai l’esatto contrario. Per me non sei più un Dragone, non mi posso fidare di te – precisa Drakan
– Scusami, io ci ho provato a non scappare e risolvere i miei problemi, ma non ci riesco. Non voglio scappare anche da voi, ma mi sembra la cosa più giusta da fare. Comunque il mio Spirito è in tuo possesso. Quindi, non hai alcun obbligo nei miei confronti. Lo so, è per quello che te l’ho consegnato, non voglio esserti ancor più d’intralcio – replica atona la ragazza, continuando a salire le scale senza voltarsi.
– Che finalmente mi sia liberato di lei? Mah, c'ero andato vicino già il mese scorso, e poi è tornata. Meglio non illudersi di nuovo –
Dopo questa interessante discussione con Drakan, Rhea torna a chiudersi nella sua cabina. È troppo avvilita e confusa dalla situazione per fare altro. Si distende sul letto, e cade in un profondo sonno senza sogni.
Drakan, nel frattempo, è tornato a godersi il panorama.
Saphira, invece, è alla ricerca di Zeph, deve assolutamente trovarlo e raccontargli della discussione avuta con Rhea. Lo trova appisolato sul ponte, e lo risveglia bruscamente, scrollandolo per la spalla
– Rhea non vuole più essere un dragone! – afferma spaventata
– Unh, cosa? – domanda lui in risposta
– Rhea, l’alata coi capelli rossi che ti ha congelato, vuole rinunciare al dragone – scandisce più lentamente lei, continuando a muoversi agitata
– Sì, certo… magari era solo un po’ giù per l’incidente – borbotta lui, cercando di richiudere gli occhi
– No! Ascoltami! Ha detto che doveva parlare con Drakan… – Saphira si blocca un momento, non sa quanto vuole che Zeph realmente sappia della conversazione con Rhea. Si sente quasi in colpa per la sfuriata che le ha fatto, come se fosse stata per colpa di quell’alterco, la decisione di Rhea di piantare tutto in asso. Non ha, però, il tempo di rifletterci, è bastato il nome di Drakan per risvegliare dal torpore il ragazzo
– Drakan? Se Rhea va da lui, si vede che la questione è più seria di quanto pensassi. Dove credi che sia, adesso? –
– Credo nella sua cabina – risponde Saphira, sorpresa dall’improvviso interesse del ragazzo, che è scattato in piedi, chiamando Leonard che si sta avvicinando.
– Leonard, credo che ci sia un problema. Rhea è da Drakan, e lei non vuole più essere un Dragone – spiega lui, facendo cenno all’altro di seguirlo
– Maledizione, un’altra volta? – domanda scocciato Leonard, prima di seguire Zeph. Saphira è basita, basta davvero nominare Rhea e Drakan nella stessa frase, perché tutti si diano da fare? Arrivati davanti alla cabina di Rhea, i due ragazzi iniziano a bussare insistentemente. Attirate dal baccano, anche Shana e Celine arrivano. Dopo le spiegazioni di rito, anche loro due si ritrovano a tempestare la porta di pugni.
Nessuna risposta giunge dall’interno, ed è in quel momento che Leonard esclama
– Drakan, dobbiamo trovare lui! – e si dirige di gran carriera sul ponte, seguito a ruota da tutti gli altri. Saphira rimane in disparte, troppo sconvolta dalla reazione esagerata dei ragazzi per capir qualcosa.
Drakan intuisce di essere al centro dell’attenzione, quando si ritrova cinque persone che lo fissano astiose.
– Che c’è? – domanda esasperato dal comportamento degli altri
– Dov’è Rhea? – chiede a bruciapelo Zeph
– Dovrei saperlo? – il tono decisamente annoiato del ragazzo indispone gli altri
– Sì! Dovresti proprio saperlo! È venuta da te, dicci cosa le hai fatto! – strilla Celine inviperita
– Assolutamente nulla, ha fatto tutto da sola –
– Da sola cosa? Parla! Spiegaci – incalza Shana, esasperata dalle risposte criptiche di Drakan
– Voi farvi gli affari vostri, mai, eh? – chiede sardonico
– Sono affari nostri – fa notare Zeph, incollerito – Com'è possibile che ci tratti sempre come dei mocciosi? Abbiamo anche noi diritto di sapere –
– Ok, visto che sembra ci teniate particolarmente… Rhea si è sentita inutile per il gruppo ed, anzi, pericolosa. Quindi mi ha detto che non vuole più essere un Dragone e mi ha dato il suo Spirito. Di una persona così instabile non sappiamo che farcene, non potendoci fidare di lei ho accettato che mi ridesse lo Spirito. Lo terrò io finché non troveremo un degno sostituto –
– Cosa vuol dire? Non hai detto tu che è lo spirito a scegliere il suo portatore? Da quando ci si può liberare così facilmente di questo compito? Mi avete quasi costretta ad accettare questa "cosa", e Rhea, invece, può piantare in asso tutto senza problemi? – sbotta Saphira
– È lo spirito a scegliere a chi affidarsi e, se necessario, da chi andarsene. A volte si appoggia ad altre persone temporaneamente, per far verificare certi avvenimenti, comunque, nessuno vieta alle persone di rinunciare al suo potere. Soprattutto se non sono in grado di servirsene decentemente, come è successo a Rhea. Non riusciva più ad evocare il potere dello Spirito, probabilmente l'averlo usato contro un suo compagno deve aver cambiato qualcosa – spiega lui, estraendo lo Spirito da una tasca, e mostrandolo ai ragazzi a mo’ di prova. Loro rimangono ammutoliti. Vorrebbero chiedere ulteriori spiegazioni, ed un debole
– Ma... ma com'è possibile – di Leonard, sembra essere il pensiero più articolato che riescono ad esprimere
– Ma niente. È così e basta. Se n'è andata ed ora non è più affar mio. E, se avete un minimo di intelligenza, non è più nemmeno affar vostro – con questa pesante affermazione, Drakan tronca ogni replica. I ragazzi si rassegnano, e con borbottamenti vari se ne ritornano nelle loro cabine a pensare.
Il resto del viaggio è tranquillo, Drakan non si schioda dal suo posto, Rhea non da segni di vita ed i ragazzi sono sparsi sulla nave a pensare ed aspettare che quello strano viaggio finisca. La nave approda a Rouge a sera inoltrata. L’attracco è veloce e preciso, segno che la ciurma è esperta e capace. Dopo ore ed ore di navigazione, anche i marinai sono stanchi, ma lo spettacolo del sole che tramonta nel mare, e della luna che, nel cielo, risplende rischiarando tutta l'isola, resta un toccasana per il loro morale.
I passeggeri scendono ordinatamente dalla nave, i ragazzi sono i primi a radunarsi a pochi metri dalla passerella, lasciando che tutti scendano, e che anche Rhea sia costretta a farlo. Devono aspettare qualche minuto, il punto d’attracco e la nave sono ormai deserti. Solo i marinai si muovono sopra coperta per sistemare gli ormeggi e completare tutte le operazioni del caso. Devono assicurarsi che non ci siano intrusi, e che nessuno possa minare alla sicurezza della barca.
Rhea scende con passo lento e la testa bassa, non si è nemmeno accorta dei suoi compagni che la aspettano, talmente è immersa nei suoi pensieri. Trovandoseli davanti, però, è costretta ad alzare lo sguardo. Tutti la fissano come a chiedere spiegazioni, spiegazioni di qualsiasi tipo purché, finalmente, si capisca cosa sta succedendo. Non possono credere che la veterana del gruppo, quella che non si arrendeva mai davanti a niente e nessuno, ora getti la spugna per qualcosa a loro incomprensibile.
– Rhea, che ti succede? Non ti riconosco più – esordisce Zeph guardandola negli occhi sconsolato
– Non credo di capirti Zeph – mormora lei, cercando di svicolare e continuando a camminare
– Hai capito perfettamente invece – ribatte lui mettendosi davanti a lei per impedirle di andarsene – Non sei la Rhea che ho conosciuto tempo fa. Dov'è finita? Che ne è stato di lei? Perchè non può tornare? – la tempesta lui di domande, per spingerla a confidarsi e liberarsi dei suoi pesi
– La Rhea che hai conosciuto? – la calma piatta ed innaturale della ragazza spaventa Zeph – Credi che si resti sempre uguali a se stessi? Che non si cambi mai? Mi dispiace deluderti. La persona che stai cercando non c'è più. Morta? Scomparsa? Non ne ho idea, so solo che al momento non c'è. Puoi anche smetterla di assillarmi – replica poi, tentando di scostarlo
– Rhea. Mi consideri ancora tuo amico? – chiede lui infine senza spostarsi di un millimetro. L'unica risposta che riceve Zeph è uno sguardo allarmato, troppo simile a quello di un animale braccato. Fa per insistere, prima di scuotere la testa sconsolato.
– Sì... forse è per questo che sto scappando di nuovo – mormora debolmente l'alata, ferita dalla delusione del compagno – Ho paura, paura di non essere adeguata al ruolo di Dragone. Paura di perdere tutto, paura di essere messa sotto pressione, di essere sottoposta ad una specie di interrogatorio ogni volta che mi incupisco... ho paura di sentirmi oppressa... lasciatemi in pace. Non chiedo poi molto. Lasciatemi respirare, provate ad ignorarmi. Quando mi sentirò pronta, sarò io a cercarvi, a tornare quella che hai conosciuto all'inizio – sembra più una supplica che una richiesta, ed il tono dell'alata resta sempre molto basso. Quasi impercettibile.
– Ma siamo un gruppo. È ovvio che, quando uno di noi è giù di corda, si cerchi di aiutarlo. Noi siamo qui pronti ad ascoltarti. So per esperienza personale cosa vuol dire sentirsi soli e oppressi dai problemi, e ne sono sempre uscito solo grazie agli amici. Se ora ti chiudi in te stessa, starai solo peggio – interviene Leonard
– Stare peggio di così? – il tono è leggermente ironico – Anche se aveste ragione... non tutti affrontiamo i problemi alla stessa maniera... –
– Tu sei la classica ragazza che, finché le cose vanno bene è tutto ok, ma quando vanno male al posto di affrontarli scappa dai problemi abbandonando tutto e tutti, vero? – dice duramente Saphira cercando di scuotere quella ragazza di cui non sa nulla, e che non riesce a capire per il suo modo di fare arrendevole. È così diversa, opposta, rispetto ai racconti di Zeph.
– Hai sicuramente ragione – afferma Rhea in risposta – mi conosci da quanto, una settimana?, e già sei convinta di avermi capita. Non capisco se questa sia arroganza o stupidità – continua poi, acida – abbiamo già parlato, io e te, ricordi? Comunque, Saphira, sì. Io scappo dai problemi, e non l'ho mai negato. Non mi piace dover combattere contro cose che, ahimè, sono fuori dalla mia portata. Non ha senso, per me, sprecare tempo ed energie per una cosa che non posso cambiare – l'intervento di Saphira sembra riaccendere per un momento quella persona combattiva che gli altri conoscono, ma è solo un fuggevole lampo. Poco dopo, lo sguardo di Rhea torna spento ed opaco – Saphira, mi dispiace. Hai ragione, io scappo e lascio agli altri le gatte da pelare. Sono egoista e penso solo a salvare me stessa –
– Cosa farai adesso? – chiede Zeph quasi in lacrime
– Non lo so... vorrei seguirvi, e proteggervi... ma è ridicolo voler proteggere dei Dragoni come semplice alata. D'altra parte, se non posso seguirvi, devo tornare a Kadessa. Non posso restare ed essere un peso morto. Ho... ho bisogno di tempo per riflettere. Oramai sono arrivata fino a qui, passerò la notte alla locanda, e domani mattina deciderò – ammette sconsolata e confusa. In effetti, non ha la minima idea di che cosa fare, e dove andare.
– Ricordati che, se hai bisogno di qualcosa, saremo sempre a tua disposizione, sempre – dice infine Zeph allontanandosi per lasciare in pace la sua amica. Sa benissimo che continuare a tormentarla non servirebbe a nulla, se non a peggiorare le cose. Anche gli altri sembrano averlo capito e, quindi, seguono Zeph in silenzio mentre raggiunge la locanda.
Mentre i ragazzi si allontanano e Rhea viene lasciata sola sbarca dalla nave Drakan con Drawol al seguito. La ragazza è ancora ferma in piedi immobile, Drakan sembra passarle accanto, ignorandola completamente, ma…
– Questa è tua. Ti è caduta sulla nave – spiega lui
– Caduta? – domanda sorpresa, prima di rendersi conto che il ragazzo le sta passando la lettera di Kairan – Oh, questa... l'hai letta? – domanda quasi rassegnata, con tutta la gente che sembra desiderosa di scoprire qualcosa su di lei, ci mancava giusto Drakan!
– Non ho motivo per leggere la corrispondenza non indirizzata a me, ma ad una sconosciuta. Inoltre non sono informazioni scambiate tra miei nemici, quindi, non mi sarebbe di alcuna utilità – risponde al suo solito Drakan, quasi offeso da quella domanda
– Non ti sarai mica offeso? – domanda Rhea stupita, prima di fissare di nuovo la lettera con un misto di rabbia e preoccupazione – Avresti anche potuto tenertela, io non so cosa farmene – afferma poi, appallottolandola con rabbia
– Figurati io – risponde lui, ignorando completamente il suo stato d'animo
– Già, se è inutile a me... – commenta lei, intenta a riappianare i fogli, e ad annullare i danni appena fatti – Cortesia insegna che dovrei ringraziarti... ma, dato che è per colpa tua se stavo per perderla, non credo lo farò –
– Come preferisci, io non mi offendo – conclude lui, facendo un cenno a Drawol per congedarlo nella foresta. Infine, si avvia verso la locanda, lasciando Rhea da sola, dopo qualche secondo si avvia lentamente anche lei, sempre assorta nei suoi pensieri.
Sembra strano vederli camminare, in testa ci sono le tre ragazze, scortate da Zeph e Leonard. Drakan li segue a non molta distanza, con un passo lento e cadenzato. Rhea è l’ultima, ed è rimasta parecchio distante. Cammina a testa bassa, ma questo non le impedisce di inciampare in sassi o rametti disseminati lungo la strada. È troppo confusa e stordita, per vedere realmente la strada davanti a lei.
La via che porta alla locanda non è molto lunga, ed in pochi minuti di cammino, Zeph, Saphira, Leonard, Celine e Shana vi giungono, entrando dalla porta principale. Il locale è ampio e spazioso, appena entrati, sulla sinistra, i ragazzi notano un lungo bancone in legno massiccio. Dietro al tavolone, un barista è impegnato a servire gli avventori, che chiacchierano allegramente.
– Sai, la pesca va molto bene ultimamente – è lo stralcio di conversazione che sente Zeph
– Vero? L’ho notato anch’io, il prezzo del pesce spada è calato, mia figlia era molto felice. Lei va matta per la zuppa di pesce spada, è piccola ma è già una buongustaia… –
Saphira si avvia decisa verso destra, superando molti tavolini apparecchiati. Alcuni sono semplici ed intimi tavolini per due persone, altri, più grandi, ospitano tranquillamente otto commensali alla volta. Ci sono alcune persone che stanno cenando. Sul fondo della sala, nell’angolo c’è un grande tavolo, probabilmente utilizzato per banchetti di cerimonie nuziali, o per i gruppi più numerosi.
La ragazza si ferma di fronte a quello che sembra avere tutta l’aria di un cameriere
– Scusi, vorremmo sapere se avete delle camere libere – esordisce, attirando l’attenzione dell’oste.
– Quante ve ne servono, cinque? – domanda contando velocemente
– Sette, in realtà – afferma la ragazza.
– Sette, hai detto? Credo che mi convenga direttamente darvi tutto il terzo piano – afferma ridacchiando l’uomo. Proprio in quel momento entra anche Drakan.
– Ecco, lui è il sesto – afferma Leonard – La settima… arriverà, è un’alata dai capelli rossi… – spiega poi, guardando la porta con apprensione, dove si sarà cacciata?
– Capisco, non è un problema, venite – afferma poi, dirigendosi dietro al bancone del bar. Apre un cassetto ed estrae una manciata di chiavi – Le camere sono al terzo piano, dalla 301 alla 307 – spiega poi, distribuendo un po’ a casaccio i numeri delle stanze.
Zeph si trova in mano la chiave della 302, e con un’alzata di spalle si dirige al terzo piano. È così stanco di tutto e tutti, che vuole solo isolarsi
– Ci si vede a cena – afferma poi, mentre sta salendo le scale. Celine e Shana fanno un po’ di baruffa con Leonard, per riuscire ad avere le camere vicine, e si ritrovano rispettivamente nella 303 e nella 305. Leonard, invece, osserva sconsolato il numero 304 impresso sulla targhetta. Proprio al centro e con le ragazze di fronte a lui. Anche lui, seguito dalle due ragazze, sale verso le camere. Restano Saphira, Drakan ed altre tre chiavi. È lui che le porge quella della stanza 306, e senza dir una parola, va a sedersi la bancone del bar.
Poco dopo, anche Rhea fa la sua entrata nella locanda, sembra non accorgersi di nulla, e sta per andare dall’oste a chiedere se ci sono stanze libere. Rimane sorpresa quando Drakan le si para davanti, mettendole fra le mani una chiave col numero 307 segnato.
– Terzo piano – sono le uniche parole che dice, prima di avviarsi anche lui verso le scale. Adesso, tutti i Dragoni sono chiusi nelle loro stanze a meditare, ma non dura molto, questa calma.
Una cameriera, bussando ad ogni porta, annuncia che la cena sarà servita entro breve. Solo cinque dei sette ragazzi decidono di approfittare della cucina della locanda. Rhea e Drakan se ne restano nelle loro stanze, per nulla intenzionati ad uscirne.
Saphira è la prima ad uscire, seguita a ruota da Zeph, che si trova a nemmeno due gradini di distanza da lei. Si sono appena seduti al tavolo, quando anche Leonard scosta la sedia, e prende un menù in mano. Non passano che un paio di minuti, prima che il rumore di sedie che grattano sul pavimento in pietra, annunci che anche Celine e Shana sono pronte a cenare. Il silenzio che aleggia sulla tavola non sembra aiutare la tensione che circonda ogni commensale. La cameriera non sa se avvicinarsi, per prendere gli ordini, o girare alla larga, sperando che qualcuno intavoli una discussione. È un cenno di Zeph a toglierla dal dubbio di come agire.
– Scusi – domanda cortesemente – com’è la zuppa di pesce spada? –
– Ottima. Ultimamente il pesce è molto saporito –
– Allora prendo quella – decide lui, chiudendo la lista delle vivande. Leonard, da carnivoro qual è, sceglie un trancio di carne di cinghiale cotto ai ferri. Chiede anche se è possibile avere delle patate arrostite come contorno.
Celine e Shana sono combattute fra la gola e la linea, ma alla fine cedono, e decidono di ordinare una grigliata mista di carne e pesce, da dividere in due.
Saphira continua a scrutare con occhio critico i piatti offerti dalla casa, prima di optare per un antipasto leggero di insalata condita. Un piatto di stufato e, come secondo, del salmone affumicato. Gli sguardi attoniti delle altre due ragazze la spingono ad una blanda constatazione
– Ho bisogno di energie, è sempre bene fare dei pasti completi, soprattutto quando se ne ha l’opportunità – e, detto questo, chiude la lista e la porge alla cameriera con un sorriso.
I piatti delle pietanze si susseguono durante l'ora successiva e dal clima di silenzio iniziale finalmente i ragazzi si rilassano un po' e cominciano a chiacchierare tra loro, ovviamente l'argomento Rhea e Drakan è tabù ma di tutto il resto parlano senza problemi.
Il discorso principale, sono i metodi di sopravvivenza. Ognuno ha diverse esperienze da raccontare, dato che tutti i ragazzi sono abituati a viaggiare e ad arrangiarsi con quello che offre loro la natura.
– Ricordo quella volta – racconta Shana – Che, durante l'addestramento, mi avevano lasciata da sola nella foresta. Dovevo restarci una settimana, armata solo di coltello e qualche incantesimo per accendere il fuoco –
– Incantesimi per il fuoco? Che razza di addestramento è? – sghignazza Leonard divertito – Se non impari nemmeno ad accendere un fuoco senza l'uso della magia? –
– Be', è anche importante avere un buon equipaggiamento, quando si viaggia – esclama Shana, mostrando quella che sembra una pillola rossa agli altri – Bisogna solo fare una selezione mirata di quello che può essere utile. Accendere un fuoco, e depurare l'acqua sono le due cose fondamentali. Ci si riempie degli incantesimi necessari, e via. Inoltre, ci si può sempre andare in città a rifornire –
– E se le avessi finite, quelle pilloline magiche? – è la domanda scomoda di Leonard
– Finite? Si cerca sempre di averne in abbondanza, sono piccole e non occupano molto spazio – spiega la ragazza, come se non avesse mai preso in considerazione altre vie
– Fatto sta che io mi sono ritrovato senza quell'aiuto, ed ho dovuto arrangiarmi con mezzi di fortuna – replica lui, con ghigno soddisfatto.
– Ecco... scommetto che ora comincia con le sue solite spacconate – mormora Zeph, affondando con troppa veemenza la forchetta in un pezzo di pesce spada. Saphira, che è seduta davanti a lui, è l’unica che si accorge dello scatto inconsulto e scocciato del ragazzo
– Cosa vorresti dire con questo? Che non sono capace di accendere il fuoco senza incantesimi? – ribatte Leonard offesissimo dall’insinuazione del compagno
– Be’, allora, racconta come hai fatto – si intromette Shana nella vaga speranza di calmare la discussione.
– È presto detto, prima di tutto serve della legna secca e delle foglie secche da accatastare, roba che prende fuoco subito subito con una scintilla, anche le pigne sono adatte allo scopo. Poi, bisogna procurarsi due rami sottili ma robusti, come quelli di faggio. Ovviamente, non devono essere umidi, friabili o marciti. Se ne posiziona uno a terra vicino alla piccola catasta di sterpaglie infiammabili. L'altro lo si tiene perpendicolarmente contro la superficie di quello a terra. Con le mani cominci a sfregare forte e velocemente, in modo che il bastoncino in piedi ruoti velocemente contro quello steso a terra – spiega Leonard interrotto da Shana
– Ruotare? Non dovresti piuttosto sfregare? – Chiede perplessa
– Sì, prendi il legnetto ed inizi a fregarti le mani col legnetto in mezzo, il legnetto ruota ed in questo modo dovrebbe creare delle piccole braci, dato il calore che riesci a sviluppare. Se soffi, non troppo ovviamente, alimenti la potenzialità della fiamma con l'ossigeno. Non è difficile, ma molti scelgono il legno sbagliato o si feriscono sfregando i legnetti. Comunque basta un po’ di esperienza, e magari scorticare la parte che si tiene fra le mani, per evitare di ferirsi. – conclude lui
– E come fai, se la giornata è molto umida o ha appena piovuto? Non è così facile trovare foglie o rami secchi in quelle condizioni – ribatte Zeph per niente convinto della spiegazione del compagno
– Beh, per quello basta avere un sacchetto di scorta con un po’ di foglie o sterpaglia secca a portata di mano, piccolo e legg… – spiega lui prima di essere interrotto di nuovo
– E che differenza c’è tra l’avere un sacchetto con delle foglie secche ed uno con gli incantesimi? – Chiede Shana curiosa di sapere come ne uscirà sta volta il ragazzo. Leonard apre la bocca come per rispondere ma si blocca con un’espressione di chi è stato appena incastrato, i compagni allora scoppiano a ridere e Zeph, seduto di fianco a lui gli da una pacca sulla spalla dicendogli che andrà meglio la prossima volta.
La cena continua tranquilla per ancora un’oretta finché i ragazzi si dividono. Shana e Celine salgono al terzo piano e vanno sulla terrazza che da verso la foresta davanti alla locanda, mentre Leonard e Zeph vanno su quella opposta a godersi la leggera brezza marina della notte. Mentre chiacchierano e sorseggiano qualche succo di frutta gentilmente offerto dalla locanda. Saphira è, invece, tornata in camera sua per scrivere delle lettere da spedire il giorno dopo. Vuole essere tenuta informata degli sviluppi della ricerca e restare in contatto con il maestro Ckreuzs.
Poco dopo, quando il silenzio regna indisturbato su tutto il terzo piano, Rhea esce silenziosamente dalla sua camera per non farsi sentire. Scende al pian terreno, ma non ha voglia di mangiare e poi la cucina è ormai chiusa, quindi opta per bersi qualcosa al bancone del bar, dato che quello chiude molto tardi.
– Un bicchiere di vino, rosso – chiede Rhea, sedendosi al bancone con aria afflitta. Il Dragone l'ha praticamente abbandonata, i suoi compagni non accennano a lasciar cadere l'argomento Kairan, e lei non sa più come controllarsi.
– Tieni, offre la casa – dichiara l'oste, porgendole un bicchiere ricolmo di un denso liquido scuro. – Questo è meglio del vino – afferma poi, con un’alzata di spalle. Senza nemmeno pensarci, Rhea lo ingolla tutto d’un fiato. La gola le brucia, e quasi risputa tutto sul bancone.
– Piano, ragazzina, questo whisky è potente, non puoi scolartelo così – la avvisa in ritardo l’oste, rabboccandole nuovamente il bicchiere con altro whisky.
– Grazie della dritta – riesce a dire l’alata, fra un colpo di tosse e l’altro. Non si accorge che un gruppetto di ragazzi sta commentando la sua performance di poco prima. È troppo occupata a riflettere seriamente sul suo futuro. Senza dragone non può combattere, e quindi deve abbandonare il gruppo e cercar altri modi per mantenersi. Con questi cupi pensieri finisce anche il secondo bicchiere, ed accetta che l’oste, per la terza volta, glielo riempia.
– Ehi, bellezza, come ti chiami? –
– Uh? – Rhea alza appena gli occhi dal boccale, il ragazzo che le ha rivolto la parola sembra ignaro del pericolo che sta correndo. – Bellezza? A me? – domanda, con la voce impastata dall'alcool. Maledice l'oste che le ha proposto il whisky al posto del vino. La testa inizia a girare.
– Sì, sai, è tutta la sera che ti osservo… –
– Non hai di meglio da fare? – domanda sarcastica, scostando bruscamente la mano del ragazzo che ha provato a posarsi sulla sua spalla.
– Dai, non esser così antipatica. Volevo solo offrirti un altro giro – commenta lui, indicando il calice mezzo vuoto.
– Grazie, ma non credo di averne bisogno. Ora, per favore, togliti dai piedi. Non ho voglia di esser cortese con un avvoltoio come te. Che squallido, cercar di approfittar di una ragazza ubriaca – replica lei gelida, alzandosi e spostandolo in malomodo per passare e dirigersi verso l’uscita.
– Ehi ragazzina... noi vogliamo solo offrirti da bere, non c’è motivo per trattarci così male – le risponde il ragazzo, continuando ad usare un tono melenso
– Già e poi ci sembri così giù di corda… che ci sembrava carino farti compagnia – aggiunge uno dei suoi amici. Rhea si volta appena verso i due scocciatori e replica con voce impastata.
– Ma chi vi ha chiesto niente? Non voglio altre persone che mi consolino... mi bastano quelli che già mi ronzano intorno a darmi fastidio – Al ché il ragazzo che le ha offerto da bere la afferra per il braccio e la trattiene
– Ma chi ti credi di essere? Solo perchè hai bevuto un paio di bicchieri non ti permettere di trattarci in questo modo, o te la facciamo pagare. Anche se sei una ragazza –
– Umpf... figurarsi se potete farmi qualcosa voi quattro sfigati... tornatevene al vostro tavolo e lasciatemi in pace. Voglio uscire da qui... e toglimi le tue zampacce di dosso prima che ti congeli qualcosa – conclude Rhea, reagendo male anche al secondo tentativo di approccio non desiderato.
– Senti tu, piccola peste, ora mi hai veramente stufato... – dice il ragazzo alzando la mano per darle uno schiaffo, ma viene bloccato da una voce dietro di lui
– Continui sempre a cacciarti nei guai... questa volta prova ad uscirne da sola, e non aspettarti l'aiuto di nessuno – dice Drakan appena sceso dalle scale
– Ti ho forse chiesto qualcosa? – risponde lei fulminandolo – Ho forse implorato il tuo aiuto? Drakan, che cosa diavolo vuoi? Credi che non sappia gestire la situazione da sola? Non sono una donzella in pericolo! – sibila Rhea, aggiungendo – Interessati solo della tua missione – l’alata calca volutamente il tono sull’ultima parola, come se avesse detto un’oscenità – E la tua missione è proteggere il diario e i dragoni. Guarda caso, lo spirito blu lo hai tu... lasciami in pace. Mi arrangio, sono solo degli inutili seduttori da quattro soldi –
– Ehi, ehi, ehi… Allora, prima di tutto tu tornatene da dove sei venuto e fatti gli affari tuoi se non vuoi finir male. E, stupida ragazzina, ti dovevo un ceffone ed adesso come minimo due… non permetto che mi si offenda in questo modo – Interviene Key, quello che sembra il capo del quartetto mentre altri due, Hyde e Masayuki si avvicinano con fare minaccioso a Drakan che non se li fila nemmeno di striscio. Anzi, incuriosito dalla reazione spropositata dell’alata si avvicina di un passo. Rhea lo squadra con sospetto, come se non riuscisse a focalizzare un particolare.
– Ti manca qualcosa – afferma confusa – Non capisco cosa, ma ti manca qualcosa… il cappotto! E la spada… da quando la lasci incustodita? –
– Li ho lasciati in camera… fa parecchio caldo e comunque in spazi ristretti sono molto scomodi. Comunque vacci piano, non ho voglia di pagare i danni che farai alla locanda – Risponde lui appoggiandosi al muro dando l’idea che non si intrometterà nella faccenda
– Parli tu… e comunque non sono alla mia altezza, li stenderò facilmente – Risponde Rhea convinta delle sue capacità.
Key che l’ha trattenuta per il braccio, sentendosi offeso ancora una volta decide di fargliela pagare sul serio e la spinge contro la parete. Rhea ci va a sbattere poco elegantemente, ma ha comunque la prontezza di girarsi e lanciare una sfera di ghiaccio verso il suo aggressore. Purtroppo, però, i suoi riflessi sono molto annebbiati ed il ragazzo la schiva con relativa facilità, in compenso la sfera di ghiaccio finisce su un tavolino con una pianta sopra che si sgretolano poco dopo a causa del gelo. Irritato dal comportamento dell’alata, Key le da uno schiaffo che le fa perdere l'equilibrio
– Forza alzati... non eri tu che dovevi stenderci quando volevi? In questo momento mi sembri tu l'unica stesa a terra – le sghignazza, osservandola con occhi crudeli.
– Adesso ti faccio vedere io, ti pentirai di avermi provocata… – replica Rhea, alzandosi ed attaccando il suo aggressore armi alla mano. Nonostante la sbronza, e l’assenza dello spirito del Dragone, Rhea se la cava piuttosto bene con la sua spada. Il ragazzo, però, è decisamente abile a schivare gli attacchi e risponde colpo su colpo con delle mosse d'arti marziali che fanno perdere il precario equilibrio alla ragazza.
Con uno scatto, il giovane si avvicina, cercando di afferrarla per il collo. L’avventatezza della mossa, permette a Rhea di colpirlo con la spada, provocandogli una leggera ferita. Irritato per esser stato ferito da una ragazza, richiama i compagni, che sono rimasti a guardare lo spettacolo.
– Ehi voi, venite qua! Voglio farle un bello scherzetto ma prima dobbiamo domarla un po’... e soprattutto disarmarla – Rhea, incurante della situazione parecchio rischiosa, si rialza dall’ennesima caduta e con sguardo folle si dice pronta a combattere, anche contro tutti e quattro, se necessario.
– Hyosuke tu pensa alla spada, non appena è disarmata voglio divertirmi un po’... ha un fisico notevole – dice l'aggressore ad uno dei suoi compari, indicando l’arma che Rhea brandisce con rabbia
– Voi, invece, mi darete una mano tenendola ferma nel caso cerchi di divincolarsi – continua, illustrando un grezzo piano per bloccare Rhea. In quattro le si avvicinano minacciosi, costringendola a colpir l’aria con fendenti, per teneri lontani. Ma, appena uno fa un passo indietro, gli altri riescono a farne due avanti. Questa tattica snervante ha i suoi effetti, Rhea è troppo esasperata per prestare attenzione a tutti e quattro.
Hyosuke, con un calcio, riesce a toglierle la spada di mano, ferendole il polso. Approfittando del fatto che la ragazza è disarmata, gli altri due compari la afferrano per le braccia e la sbattono contro la parete. La ragazza china un momento la testa, soffocando un gemito di dolore, e non si accorge che Key le si avvicina ridendo. Il molestatore appoggia le mani sulla parete dietro Rhea, e le si accosta con le labbra all’orecchio, sussurrandole
– Secondo te cosa ti faccio adesso? Hai fatto un grosso errore a metterti contro di noi... cosa credi di poter fare? – Rhea, comunque, ha ancora la prontezza di dare una forte ginocchiata nelle parti basse del ragazzo... abbastanza forte da farlo cadere a terra per il dolore.
– Questo, razza di imbecille – sibila inviperita, cercando di colpirlo nuovamente con un calcio. Il ragazzo riesce ad allontanarsi dalla traiettoria del colpo, e dolorante strilla
– Voi, non state li a far niente... rendetevi utili e fate in modo che non si ribelli –
Hyosuke, lo stesso che ha disarmato Rhea, le si avvicina cautamente. Pensa un momento a come colpire la ragazza, per renderla inoffensiva. Questo attimo di incertezza gli costa caro, dato che viene afferrato per il collo e sbattuto a terra da Drakan, che si è stufato della situazione.
I due ragazzi che ancora stanno tenendo ferma Rhea, lasciano la presa per buttarsi contro Drakan. Sono, però, troppo agitati e scoordinati, Drakan riesce ad afferrare il polso del primo, e poco dopo anche quello del secondo. Li osserva solo per un momento, distaccato, prima di spezzarglieli con un sordo rumore di ossa frantumate.
Uno dei due si accascia a terra, tenendosi la mano ferita e urlando come un disperato, l’altro trova la forza di sferrare un calcio al fianco. Senza scomporsi, Drakan incassa il colpo e blocca la gamba dell’avversario, poi, con un pugno ben assestato, gli frattura anche la rotula.
L’altro, che ancora sta piangendo per il dolore, cerca di afferrar la spada di Rhea e di tornare alla carica.
Drakan, però, schiva anche questo colpo e risponde con un pugno diretto al viso, che lo fa volare di parecchi metri direttamente. Lo sventurato atterra su di un tavolo dove due anziani stanno bevendo tranquillamente, ignorando tutto il trambusto
L'avversario che era stato preso per il collo e sbattuto a terra si rialza e fa per attaccare Drakan alle spalle. Riesce a malapena a sfiorarlo, prima che un colpo secco alla gola lo faccia stramazzare al suolo, in cerca di aria.
Key, che nel frattempo s'è ripreso dalla ginocchiata di Rhea, gli fa i complimenti per l'esecuzione degli attacchi e l'ottima difesa, riconosce che anche Drakan è molto bravo con le arti marziali, ma lo avverte che contro di lui non c'è speranza
– Riprendi i tuoi amici e vattene... finché puoi ancora camminare con le tue gambe. Non te lo ripeterò una seconda volta – lo avverte Drakan
– Figurati… io non sono come loro tre… sono il miglior combattente di tutta Rouge. Te ne accorgerai quando ti avrò frantumato tutte le ossa – Lo sfida lui, dopo di che con uno scatto fulmineo gli si avventa contro mirando al collo come ha fatto precedentemente Drakan con un suo amico. Drakan si sposta leggermente di lato quel tanto che basta per non venir colpito e lascia che l'avversario lo superi di qualche centimetro spinto dall'inerzia del suo stesso movimento. Purtroppo, però, Key ha la prontezza di far leva sulla sua gamba destra e sferrare un calcio all’altezza del fianco di Drakan che non si è ancora girato, ma è abbastanza veloce da abbassarsi e rispondere con una falciata per far cadere l’avversario. Per tutta risposta, Key, fa una capriola all’indietro e si rimette in posizione di combattimento.
– Complimenti, sei il primo a riuscire ad evitare i miei colpi in questo modo. Credo che mi divertirò molto a massacrarti poco alla volta – Detto questo si avventa su Drakan con una serie di pugni e calci molto veloci e diretti tutti a punti vitali. Tuttavia Drakan sembra conoscere lo stile di combattimento di Key e para tutti i colpi, senza però riuscire a trovare il momento per contrattaccare, visto che il suo avversario riesce comunque e non mostrare i punti deboli.
Lo scontro continua sullo stesso piano per quasi un minuto, in cui ne fanno le spese gli arredi della hall della locanda. Questo finché Drakan non si stufa e decide di incassare un violento pugno al volto ed un calcio poco sopra il ginocchio, che apparentemente lo mettono in ginocchio, Key decide di approfittarne sferrandogli un potente calcio al volto, ma commette l’errore di metterci troppa forza. Drakan abbassa la testa quel tanto che basta per non esser colpito ed approfitta dell’avversario che gli mostra la schiena, per afferrarlo per la cintura ed il retro del collo ed alzarlo in posizione orizzontale sopra di se. Subito dopo lo lascia cadere a peso morto sulla sua gamba, che ha prontamente preparato mettendosi in ginocchio con il piede destro ben appoggiato a terra in modo da formare un angolo di novanta gradi con la coscia, e farci cadere sopra Key proprio in corrispondenza delle ultime vertebre alla base della schiena, spezzandogliela. Key sviene di colpo ancora con gli occhi aperti, non appena il rumore della sua schiena che si rompe finisce di echeggiare nelle sue orecchie.
Drakan si rialza lasciando cadere l'avversario a terra. Sente qualcosa di caldo colargli da un angolo della bocca, istintivamente porta le dita alle labbra e le ritrova sporche del proprio sangue. Perfetto, il moccioso è persino riuscito a spaccargli un labbro, pensa fra sé, alterato. Per un momento si volta rabbioso verso il ragazzo, steso inerme sul pavimento. L'idea di finirlo completamente gli attraversa la mente per un secondo, ma subito dopo rinuncia. Lo ha già ridotto male, infierire non è nel suo stile, e poi, ha altro a cui pensare. Si guarda attorno, cercando di individuare Rhea che, durante lo scontro, si è accasciata al suolo disgustata da tutta la faccenda. L’unica cosa che desidera è sparire, inghiottita dalla terra. L’alcool ha fatto il suo effetto, e la nausea per il contatto ravvicinato col suo aggressore è stato il colpo di grazia, Si è quindi diretta stancamente verso l’uscita, reggendosi a malapena sulle sua stesse gambe. Non ha alcuna intenzione di restare nei paraggi, ma non riesce a muoversi come vorrebbe. Sta troppo male persino per camminare, figurarsi per correre o per volare. Incurante della nausea, però, continua a trascinarsi sulla strada, diretta verso il bosco che le si para davanti, scuro. Da sola, vuole stare da sola, possibilmente per sempre.
Stremata si appoggia ad un albero, sperando di esser lasciata in pace. Non capisce che cosa ha spinto Drakan ad intervenire, ma al momento nemmeno le interessa.
Il suo stomaco non regge più e la obbliga a liberarsi da tutto il whisky che ha bevuto durante la serata. È troppo stravolta per accorgersi che Drakan nel frattempo ha sistemato la faccenda e non ha faticato per individuarla anche nel buio più totale, complice il suono e odore inconfondibile di chi s'è preso una sbronza coi fiocchi e ne sta pagando le conseguenze.
Si limita ad osservarla con lieve irritazione. Come riesca a cacciarsi in tanti guai rimane un mistero. Rhea tenta nuovamente di allontanarsi, di dar spettacolo in questa maniera non le sembra proprio il caso.
– Vattene... non ho bisogno della tua compassione. Non voglio più vederti – intima a Drakan, prima di voltargli le spalle ed iniziare la faticosa passeggiata per allontanarsi da lui.
– Non andresti lontano in quello stato – le risponde lui, seguendola
– Non mi importa... voglio stare da sola – replica lei – E NON SEGUIRMI – gli urla contro infine, girandosi di scatto, ma questo brusco movimento la fa sbilanciare all'indietro. Drakan la prende per il braccio e la tira a sé, per evitarle la caduta.
Non considera, però, che l’ultima cosa di cui ha bisogno la ragazza è il contatto fisico.
– Non mi toccare, non mi toccare – sbraita spaventata, tirando indietro con uno scatto rabbioso, cadendo poi a terra – Non mi toccare – ripete schifata, portando le ginocchia al petto e chiudendosi a riccio – Lasciami in pace e non ti avvicinare. Non sono un dragone, vattene, per favore. Che te ne importa di me? Nulla, allora smettila di tormentarmi – aggiunge singhiozzando
Drakan non replica alle parole dell'alata, e si limita ad appoggiarsi ad un albero e ad osservarla in silenzio. Dopo qualche minuto, in cui Drakan non fa nulla e Rhea continua a singhiozzare, quest'ultima alza la testa dalle ginocchia e lo osserva rabbiosa. Non riesce a sopportare la situazione, non riesce a scappare, ma in qualche modo deve assolutamente sfogarsi. Nota intorno a sé sassi e pigne cadute dagli alberi e, con gesti scoordinati, inizia a lanciarli all’indirizzo di Drakan, accompagnando i gesti con parole decisamente poco cortesi verso il ragazzo che, impassibile, la osserva. Un po’ la stanchezza ed un po’ la vista annebbiata, Drakan non subisce alcun danno, se non pezzi di terriccio che gli sporcano la maglia
Ben presto, però, Rhea finisce le munizioni e continua nei suoi gesti inconsulti a lanciargli l'aria.
Drakan inizia ad esser leggermente stanco della situazione, e decide di tornarsene alla locanda, lasciando Rhea da sola, a sfogarsi per bene.
Per questo si incammina verso la taverna, quando Drawol attirato dai rumori sbuca dalla boscaglia. Si avvicina a Rhea e, con il suo solito fare, comincia a sbavarle addosso e a farle le feste. La ragazza, però, è distrutta, e non riesce nemmeno a ribellarsi. Non si muove nemmeno, subendo passivamente le attenzioni dell'esuberante draghetto.
L’unica cosa che le riesce, è chiedere lamentosamente a Drakan di allontanare lo squamato scocciatore
– Drawol, a cuccia e smettila di darle fastidio – ordina Drakan al suo animale senza nemmeno voltarsi. Pochi istanti dopo Rhea commenta
– Non puoi farlo andare proprio via? Ha un odore nauseante, non resisto –
– Non è lui... quindi se non riesci a resistere all'odore non ti resta che alzarti e andartene – risponde fermandosi
– Grazie del consiglio – mormora sarcastica lei – ma ti prego, non urlare in questa maniera. Ho mal di testa – aggiunge poi, restando immobile
– Urlare? – domanda basito Drakan
– Sì, come stai facendo adesso – replica lei, tenendosi le tempie con le mani
– Se per te questo è urlare... più piano di così e comincio a parlare in ultrasuoni –
– Diciamo che è un ottimo modo per tenermi in esercizio – mugugna Rhea in risposta, piccata dall’osservazione fattale
– Esercizio? Almeno inventale bene, le bugie – la riprende la voce, ridacchiando – Comunque, te l’ho detto. Avrei potuto passar sopra a questi usi impropri del potere del Dragone. In fondo, non facevi nulla di male… ma, non puoi attaccare i tuoi compagni! Dovete sempre essere uniti, altrimenti vi distruggerete a vicenda. Fiducia, rispetto… non ti dicono più nulla queste parole? Insomma, Rhea, non puoi attaccare Zeph per una battutina, fra l’altro più che legittima. Ok, sei sconvolta per Kairan ma… –
– E tu che ne sai? – Ringhia l’alata, interrompendo il monologo
– Rhea, io sono sempre con te, so tutto quello che ti accade, e tutto quello che pensi… preoccupante vero? No, dai. Diciamo che posso intuire quello che pensi, ed adesso credo sia arrivata l’ora di rimettere Kairan al suo posto. Basta saltare alla gola di chiunque lo nomini. Anche tu sei fastidiosa, quando ti ci metti, quindi ricambia il favore e sopporta queste intrusioni nella tua vita. A te piace fare la pettegola, per una volta china la testa e sii tu l’oggetto su cui spettegolare. Non è piacevole, mai detto il contrario, ma forse capirai come si sentono gli altri. Allora? – domanda la voce, dopo una manciata di secondi di silenzio
– Forse hai ragione – acconsente l’alata, non del tutto convinta dal discorso – Ho esagerato… non dovevo prendermela con Zeph in quella maniera. Dannazione! Sto davvero superando ogni limite. Io… mi dispiace – borbotta fra sé, esasperata, tenendosi la testa fra le mani – Non so cosa fare… sono un pericolo! – esclama poi, spaventata dall’improvvisa presa di coscienza – Io metto in pericolo il gruppo! Ho attaccato Zeph… se Drakan non mi avesse fermata… ma perché tu non mi hai…? –
– Fermata? Non potevo. La potenza dello Spirito si amplifica con la follia. Più tu abbracci la follia, più sfrutti appieno il potere dello Spirito. È una pratica pericolosissima, se non la si sa dominare. E tu hai perso il controllo, aumentando il potere del Dragone, a discapito della tua lucidità mentale – chiarisce velocemente la voce.
– Quindi, se io ho questi scatti, potenzio il Dragone… ma, al contempo, mi riesce difficile restare lucida. Che razza di allenamento potrò mai fare, per non perdere il controllo e dominare appieno la forza dello spirito? – domanda Rhea, sinceramente interessata alla questione
– In questo momento sei fuori fase, non ci riusciresti nemmeno se ti impegnassi con tutte le tue forze. Ora come ora, lo Spirito è più forte della tua volontà di resistere alla follia. Tu vuoi che la follia prenda il sopravvento, per evitarti di pensare a quello che fai. Ma non è così che funziona, non puoi lasciarti andare senza freni, perché peggiori solo le cose. Una forza spropositata e senza controllo non è utile a nessuno, meno che mai ad un Dragone – le ricorda rudemente lo Spirito, che ora sembra quasi irritato.
– Scusami, non volevo offenderti… però hai ragione, adesso è meglio che non mi impegni in questo. Quando sarò di nuovo in pace con me stessa, credi di potermi aiutare in questo allenamento? –
– No –
– Perché? –
– Perché non sono la voce della tua coscienza, hai superato i limiti. Io avrei dovuto abbandonarti e cercare un nuovo portatore. Ma mi stai simpatica, ho preferito avvisarti del pericolo che stavi correndo, e vedere se riesci a rimetterti in sesto con le tue forze. Comunque, se mai ti interesserà allenarti in quel senso, vedrai che il modo lo troverai. Inoltre, ricordati, hai anche dei compagni d’armi che possono aiutarti… –
– Ti stai riferendo a Drakan – mormora Rhea infastidita. Com’è che quel maledetto c’entra sempre ed ovunque?
– Sì, in effetti soprattutto a lui. Però, Rhea, tu non sei mai stata allenata a combattere. Vero? –
– Se ti stai riferendo agli insegnamenti che hanno ricevuto Shana, Celine e Saphira… no, hai ragione. Non ho mai avuto alcun maestro a cui affidarmi, se non quelli di scuola. Ho imparato ad usare la spada per necessità, non per passatempo. È per questo che non sono utile in battaglia, fare l’autodidatta ha i suoi svantaggi –
– Non direi, come hai detto tu a Kairan, impari a combattere realmente solo quando sai che stai rischiando la vita. Se sei ancora viva, tanto incapace non sei – afferma la voce, in un tono stranamente dolce
– Mi manca tutta la parte tecnica, vedo la differenza con Celine, ed usiamo la stessa arma. Entrambe abbiamo la spada. Io faccio un sacco di movimenti inutili, e mi stanco prima. Non so ancora calibrare perfettamente i colpi, e sono una frana nella difesa – spiega Rhea, affranta, esaminando tutti i suoi punti deboli.
– Effettivamente non hai scelto l’arma più facile da usare, la spada ha un sacco di regole proprie, contando tutte le possibili mosse e tutti gli stili di combattimento. Ma si impara, no? Hai un sacco di persone a cui chiedere consiglio –
– Sempre di Drakan, parli – commenta acida Rhea
– No, anche Celine e Shana possono aiutarti. L’hai detto tu, che hanno una tecnica migliore della tua. Impara da loro, e approfittane per riappacificati. Vedrai che ti sentirai meglio. La solitudine non ti aiuta, Rhea, perché non è nelle tue corde star da sola, anche se ti piace crederlo –
– Sì ma… non ora, non ci riesco, ho bisogno di ancora un paio di giorni… – il tentennamento di Rhea fa ridacchiare la voce incorporea che esclama
– Bene, dai, adesso almeno riesci a quantificare quanto tempo ti serve. È un passo avanti. Vedo anche che sei realmente pentita per gli errori che hai fatto, per questo ho deciso di permutarti la punizione che avevo originariamente pensato per te – si compiace la coscienza dello Spirito
– Punizione? – domanda Rhea
– Sì, hai sbagliato, ed io non posso esimermi dal darti una punizione – commenta tristemente lo spirito.
Un leggero colpo alla porta distrae Rhea dai suoi pensieri. Lentamente riesce a focalizzare la fonte del rumore, qualcuno sta bussando
– Lo so che ci sei, vorrei parlarti – la voce di Saphira la riporta alla realtà. Zeph, il congelamento, le scuse che ancora deve dare a tutto il gruppo.
– Entra pure – riesce a dire in risposta, non trovando il coraggio di evitarla. Si sente troppo in colpa per quello che ha fatto. Senza farselo ripetere, lei entra nella stanza e Rhea nota subito lo sguardo non propriamente amichevole
– Io non so se tu pensi davvero a quello che fai o meno – inizia aggressiva – ma non trovo una sola, un’unica ragione per come ti sei comportata poco fa! –
– Mi credi, se ti dico che nemmeno io la trovo? – replica Rhea seriamente
– No, non ti credo. Ti sei arrabbiata per una battutina, è stata una reazione esagerata…–
– Esagerata… già –
– Usare lo spirito di Dragone contro un compagno! È… è inammissibile. Siamo un gruppo, dovremmo proteggerci a vicenda, non attaccarci. Anche Drakan… –
– Lascialo fuori da questa storia – ringhia Rhea, improvvisamente inferocita – Lui ha solo mantenuto una promessa. Gli ho chiesto io di fermarmi, se mai avessi fatto qualcosa di simile. E, quando gliel’ho chiesto, ero più che cosciente del modo in cui mi avrebbe fermata – precisa Rhea, lasciando allibita Saphira
– Come? Tu sapevi che avresti… e lui… –
– No, non lo sapevo. L’ho solo immaginato. Sono al limite della mia sopportazione, ed ogni più piccola inezia mi porta ad esplodere. Dato che nessuno sembra averlo ancora capito, ho dovuto cercare qualcuno che vi proteggesse da me. E chi, se non il musone? –
– Stai facendo una tragedia per… –
– Per niente. Già… perché lo potete valutare voi, vero? – domanda acida
– No! Ma prendersela per un appunto simile, totalmente giustificato, è troppo! Ti rendi conto che, se Drakan non fosse stato nei paraggi, tu avresti fatto seriamente del male a Zeph? – replica Saphira gelidamente, lasciando Rhea a bocca aperta.
– Io… –
– Rhea, non sono gli altri che ti assillano, sei tu che salti alla gola del primo che ha la sventurata idea di rivolgerti la parola – prosegue poi Saphira, imperterrita – Zeph è così in ansia per te. Non fa che parlare di come stai, di cosa potrebbe fare per tirarti su il morale. Celine e Shana, poi, devono trovarsi a confabulare di notte per decidere su come comportarsi con te. Leonard, poverino, è l’unico che si fa i fatti propri, ma viene sistematicamente messo in mezzo dagli altri –
– Non… –
– Non lo sapevi, vero? Credi che tutti ce l’abbiamo con te, che si divertano a tormentarti. Sei un tantinello egocentrica. Tutti stanno cercando di aiutarti, e tu pensi solo che ti vogliano male –
– Se davvero volessero aiutarmi… –
– Ti lascerebbero in pace? – conclude Saphira, infastidendo Rhea per questo continuo rubarle le parole di bocca
– Esattamente, l’ho chiesto più o meno esplicitamente, no? –
– Già, solo che loro ti vogliono così bene, che non riescono a vederti così giù di morale. E fanno di tutto per farti uscire da questa depressione, e tu non lo vedi nemmeno. Sei troppo impegnata a piangerti addosso –
– Mi stai giudicando… –
– No, ti sto dicendo quello che gli altri hanno paura di dirti – replica freddamente la ragazza – Tu hai i tuoi problemi, ma anche loro ne hanno. E cercano di non farli pesare sul gruppo. Mentre tu non ci riesci, sembra quasi che… non lo so. Ti conosco poco, ma non mi piace come ti stai atteggiando al momento… –
– Atteggiando? Non è un atteggiarsi, io chiedo solo di esser lasciata in pace! Non chiedo nulla di più. C’ho provato, davvero, a non scappare di nuovo. Sono tornata indietro, ho ripreso il mio posto… ma non ci riesco. Non riesco a tornare come prima. Ho bisogno di tempo, di calma. La cosa comica, o triste, è che l’unico che sembra capirmi è Drakan. Capisci? L’unico con cui non mi sento tesa è lui, perché mi sta lasciando in pace. Saphira, io ho bisogno di sbollire. Quando mi trovo in questa situazione, ho bisogno di esser lasciata in pace. Più mi si viene vicino, più mi richiudo a riccio e mi difendo come posso. Non ti piacerà, non approverai… non so cosa dirti. Zeph era stato avvisato… – cerca di spiegarsi lei nel modo migliore possibile dopo l’ennesima interruzione della ragazza
– Non sei per nulla pentita di quello che hai fatto? – domanda stupita lei, fraintendendo il discorso. Non si è ancora accorta delle lacrime che rigano il volto dell’alata, dato che Rhea sta osservando il copriletto sul quale è seduta. Lentamente l’alata alza la testa e la guarda affranta
– Ti sembro star bene? È ovvio che mi senta in colpa, perché altrimenti sarei rimasta in mare per così tanto tempo? E sarei salita sulla nave di straforo, senza farmi vedere? Ho paura di quello che mi dirà Zeph… ho paura della sua reazione, come ho paura di sapere cosa pensano gli altri, se voglio star da sola un motivo c’è – la voce le si strozza per i singhiozzi – io reagisco sempre così male… faccio male a chi cerca di aiutarmi ad uscire dai miei problemi. Mi comporto, ne più ne meno, come un animale braccato –
– Scusa, avevo frainteso, ma… – si scusa Saphira cercando le parole giuste per risollevare il morale dell’alata
– Ma niente… lascia stare. In questo momento è troppo pericoloso lasciare a me lo spirito. Non volevo farlo… veramente… non voglio scappare di nuovo ma anche con tutta la più buona volontà se resto con voi in questo modo vi metto solo in pericolo. E già ne avete troppi – spiega Rhea aggiungendo dopo qualche secondo – Si, è l’unica soluzione possibile… devo rinunciare al dragone – sentenzia infine
– Rinunciare al dragone? – chiede stupita Saphira
– Già… ora scusami, ma devo trovare Drakan. Ho bisogno di parlargli – conferma lei, alzandosi dal letto ed avviandosi verso la porta
– Perché proprio con lui? Da quello che so è la persona con cui vai meno d’accordo e, dal mio punto di vista, sarebbe meglio che ti confidassi con Celine o Shana… Drakan mi sembra davvero troppo arrogante per aiutarti, non capisco perché hai scelto lui… – dice Saphira evidentemente contrariata, conosce Drakan solo da qualche giorno, ma l’impressione che le ha dato non è per nulla buona. E poi, Rhea ha due amiche come Celine e Shana, perché impuntarsi su quel ragazzo?
– Be’, non so come spiegartelo ma… – dice Rhea fissando un punto non ben definito sulla parete davanti a sé – non so, non lo sopporto quasi mai, e so per certo che non farà mai niente che non sia strettamente necessario con la missione dei dragoni ma… sento che sotto–sotto c’è molto di più, solo che non vuole farlo vedere. Ed in ogni caso ci si può fidare… per lo meno è coerente con il suo stile – aggiunge infine uscendo dalla sua cabina
Non vedendolo a prua Rhea intuisce che Drakan è sotto coperta, nella stiva, a controllare come se la cava Drawol e decide quindi di raggiungerlo, tra l’altro è un posto perfetto, appartato e senza scocciatrici pettegole come lo sono ormai diventate Shana e Celine.
– Drakan? – un leggero ringhio le fa capire che il ragazzo l’ha sentita – Vorrei ringraziarti… per prima… – balbetta titubante, avanzando di un passo verso di lui – Ecco, per aver salvato Zeph… – aggiunge, nella speranza di una risposta
– Sto solo svolgendo il mio compito – risponde lui non degnandola nemmeno di uno sguardo, mentre sostituisce un lucchetto che Drawol ha rotto per uscire dalla sua gabbia
– Sì, lo so ma… grazie lo stesso. Hai mantenuto la promessa… – mormora lei, indecisa se restare e raccontargli altro, o meno..
– Se non ti serve altro, potresti andartene? Drawol reagisce in maniera troppo attiva alla tua presenza – commenta lui, cercando di tener calmo lo squamoso amico, che sta facendo di tutto per andar a salutar Rhea
– In effetti io… io avrei bisogno di parlarti, di una cosa… – il tono è sommesso e imbarazzato. Il nervosismo la porta a stringere inconsultamente lo spirito del Drago Blu tra le mani, ed a tener la testa bassa.
– Ti ascolto – afferma lui, continuando a darle le spalle.
L’alata ha bisogno di attenzione e prende la mano destra di Drakan e la tira costringendolo a girarsi ed a dedicarsi a lei.
Drakan non ha bisogno di chiedere spiegazioni… sa bene che un gesto del genere significa che Rhea ha veramente bisogno di dirgli qualcosa di importante. In fondo, l’alata non si permetterebbe mai di toccarlo, se non fosse davvero, ma davvero disperata. Dopo qualche secondo in cui l’alata fissa il vuoto tenendo in una mano lo spirito e nell’altra la mano di Drakan, alza lo sguardo per guardarlo negli occhi e gli mette il suo spirito nella mano e fa per andarsene. Accompagna questo gesto con delle frasi sconnesse riguardo al fatto che non è più degna e non vuole più essere un dragone. Il ragazzo è perplesso. Rhea ha preso questa strana abitudine di abbandonare lo spirito ogni due per tre. Spazientito da questo continuo tira e molla, l’afferra al volo per il polso e la strattona. Forse un po’ troppo bruscamente, dato che Rhea si sbilancia e sbatte su di lui. Lei riesce solo a mettere le proprie braccia appoggiate sul suo petto, per attutire il colpo.
– Che storia è questa? – gli chiede lui, ignorando completamente l’annullamento delle distanze, ed il fatto che Rhea sia praticamente incollata a lui.
– Non… non sono… non voglio più essere un dragone. Non è una cosa per me – risponde lei prendendosi dei secondi di pausa tra una frase e l’altra. Non sa nemmeno lei se non vuole, o non può più essere un dragone, è tutto così confuso. Lo guarda negli occhi per un momento, cercando di allontanarsi, ma un altro piccolo strattone la fa desistere.
– Resta qui, e spiegami. Non mi sembra che lo Spirito ti abbia rifiutata – ribatte lui, osservando prima lo spirito e poi la ragazza.
– Non chiaramente magari, ma… non funziona più. Non risponde ai miei comandi – spiega lei sconsolata mentre distoglie lo sguardo dai suoi occhi per rivolgerli a qualcosa di indefinito nel buio della stiva. Un sospiro di Drakan la mette in allarme, che lo stia innervosendo?
– Al solito sei solo incasinata. Se lo spirito non ti abbandona chiaramente, è solo un tuo problema mentale quello di non riuscire più a controllarlo – risponde burbero lui, porgendole lo spirito
– Non lo voglio. Tienilo tu – replica Rhea, ignorando la mano del ragazzo. Vorrebbe raccontargli della voce che ha sentito, ma non ne trova il coraggio – Per me è solo un peso… – spiega vagamente.
– Forse non hai ancora capito una cosa. Non importa quello che vuoi o non vuoi. È lo spirito che decide il suo portatore. Quindi riprenditelo e smettila di fare la bambina capricciosa – la riprende Drakan con una punta di seccatura nel tono della voce. Adesso è davvero stufo di certi comportamenti infantili. Da quando essere un Dragone è un passatempo?
Si sta parlando di salvare il mondo, e Rhea crede sia tutta una questione di “quello che voglio io”
– Ma smettila tu. Finiscila! – urla lei mordendosi il labbro inferiore. Riuscendo finalmente ad allontanarsi di un passo. È arrabbiata con Drakan, che sembra non percepire minimamente il suo disagio – Dovresti esser contento – aggiunge poco dopo – Ho finalmente deciso cosa voglio. Non sono più un dragone… e tu dovresti esultare, visto che non dovrai più sopportarmi e star dietro ai problemi che creo – dice lei con le lacrime agli occhi
– Smettila di pensare che tu sia il mio unico pensiero, ragazzina. I guai che combini tu sono insignificanti, rispetto alla tua missione di Dragone! Vuoi capirlo o no? – continua lui, afferrandola per le spalle e scuotendola leggermente – Che non si sta parlando di quello che vuoi o no? Lo spirito ti vuole come sua portatrice, accettalo senza farti tanti problemi –
– Non mi vuole, me lo ha detto! – sbotta la ragazza esasperata – Me lo ha detto quel dannato spirito… – mugugna poi, piegando la testa di lato e fissando il pavimento. Un paio di lacrime le scendono dalle guance, per poi cadere a terra.
– Ti ha detto…? Lo spirito non parla! Te lo sarai immaginato! –
– No! – protesta vibratamente lei – Mi ha parlato! Te lo giuro, Drakan mi ha… – Rhea si blocca, alza la testa e lo fissa negli occhi – Credimi, ti prego, non sono pazza! –
– Ho i miei dubbi, a riguardo, piuttosto sarà stat… Comunque, che ti ha detto? – Si blocca per un momento rispondendo poi con un’altra domanda, incrociato le braccia al petto
– Che… che non devo usare i miei poteri di Dragone contro i miei compagni… – sussurra imbarazzata, tormentandosi le mani
– Mi sembra abbastanza logico… altro? –
– Ha parlato di una punizione… – continua lei, titubante
– E… Rhea, non ho voglia di cavarti le informazioni con le pinze, parla! –
– Ha… ha detto che… mi ha tolto i poteri… fino a quando non ne avrò davvero, davvero bisogno. –
– Cioè? – Drakan è parecchio confuso. Lo spirito non si può disattivare, se Rhea non riesce più ad usarlo, è solo un suo problema… deve per forza essere così!
– Non funziona, io ho provato ad evocare il mio elemento, ma non ci riesco, se non come farebbe una semplice alata. Non sento più nulla, se stringo quella pietra, sono inutile. Non posso combattere, non posso difendermi. Per questo te lo sto affidando. Non voglio che anche questo spirito venga rubato. Basta quello di Zeph… per favore, tienilo tu –
– Non è possibile. Lo spirito non si disattiva! Non è un giocattolo, deve essere semplicemente una tua inibizione. Prova! – le intima, ricacciandole in mano lo spirito. Il nervosismo del ragazzo è palpabile.
– Non ci riesco, lo so già… – cerca di svicolare Rhea, iniziando un buffo tira e molla per lo spirito.
– Dannazione, ragazzina, fallo! – le ordina esasperato, stufo dei capricci della ragazza.
Inizia così un’imbarazzante tentativo di Rhea, che non riesce ad evocare il proprio elemento. Passano circa quindici minuti, in cui uno è sempre più esasperato da quella che ritiene pigrizia, e l’altra è disperata per l’aver perso il dragone.
– Non… non funziona – ansima sfinita la ragazza, al termine della ventisettesima prova.
– Solo perché non ti impegni abbastanza – ringhia Drakan in risposta.
– Ma io ci sto provando – singhiozza lei, lasciandosi cadere in ginocchio a terra, piangendo – Ci sto provando con tutte le mie forze, non ce la faccio più… non ci riesco. Non lo sto facendo di proposito per farti arrabbiare, che senso avrebbe? – aggiunge poi, tenendo la testa bassa.
Sentendo queste parole Drakan si rende conto che c'è veramente qualcosa che non va, ma non capisce se è veramente colpa dello spirito o semplicemente di Rhea che non è in grado di usarlo a causa del suo stato emotivo. Purtroppo, però, non sa cosa fare né in un caso né nell'altro
– Lo spirito sembra non risponderti più – commenta, finalmente convinto della cosa – E tu non vuoi più essere un dragone. Va bene, accetto la tua decisione. Anche se… non ti capisco… –
– Sono stanca, non capisco nemmeno più perché rischio la vita ogni giorno… non mi interessa nulla di salvare il mondo. Lo spirito non mi vuole, gli altri non mi sopportano, tu nemmeno. Mi chiedo che cosa ci stia a fare qui… – conclude lei, continuando a singhiozzare. Lentamente porge il Dragone Blu a Drakan, e si rialza da terra
– Sicura della tua decisione? – domanda freddamente Drakan, riprendendosi lo spirito.
– No, assolutamente. Oramai siamo in viaggio per Rouge, lo Spirito ha parlato di punizione. Ecco, potrei restare con voi e seguirvi… non lo so, come supporto. Io… non so cosa voglio. Però, lo spirito non mi ha rifiutata del tutto, forse ho ancora qualche speranza. Ma, non voglio farci affidamento. Ti chiedo di conservarlo per me, finché non mi sarò chiarita le idee su cosa voglio. D’altronde, è dannoso avere un Dragone insicuro come compagno, no? – fa notare lei
– Continuo a pensare che tu non sia affidabile. Ti avevo detto di diventare più matura e tu, per tutta risposta, fai l’esatto contrario. Per me non sei più un Dragone, non mi posso fidare di te – precisa Drakan
– Scusami, io ci ho provato a non scappare e risolvere i miei problemi, ma non ci riesco. Non voglio scappare anche da voi, ma mi sembra la cosa più giusta da fare. Comunque il mio Spirito è in tuo possesso. Quindi, non hai alcun obbligo nei miei confronti. Lo so, è per quello che te l’ho consegnato, non voglio esserti ancor più d’intralcio – replica atona la ragazza, continuando a salire le scale senza voltarsi.
– Che finalmente mi sia liberato di lei? Mah, c'ero andato vicino già il mese scorso, e poi è tornata. Meglio non illudersi di nuovo –
Dopo questa interessante discussione con Drakan, Rhea torna a chiudersi nella sua cabina. È troppo avvilita e confusa dalla situazione per fare altro. Si distende sul letto, e cade in un profondo sonno senza sogni.
Drakan, nel frattempo, è tornato a godersi il panorama.
Saphira, invece, è alla ricerca di Zeph, deve assolutamente trovarlo e raccontargli della discussione avuta con Rhea. Lo trova appisolato sul ponte, e lo risveglia bruscamente, scrollandolo per la spalla
– Rhea non vuole più essere un dragone! – afferma spaventata
– Unh, cosa? – domanda lui in risposta
– Rhea, l’alata coi capelli rossi che ti ha congelato, vuole rinunciare al dragone – scandisce più lentamente lei, continuando a muoversi agitata
– Sì, certo… magari era solo un po’ giù per l’incidente – borbotta lui, cercando di richiudere gli occhi
– No! Ascoltami! Ha detto che doveva parlare con Drakan… – Saphira si blocca un momento, non sa quanto vuole che Zeph realmente sappia della conversazione con Rhea. Si sente quasi in colpa per la sfuriata che le ha fatto, come se fosse stata per colpa di quell’alterco, la decisione di Rhea di piantare tutto in asso. Non ha, però, il tempo di rifletterci, è bastato il nome di Drakan per risvegliare dal torpore il ragazzo
– Drakan? Se Rhea va da lui, si vede che la questione è più seria di quanto pensassi. Dove credi che sia, adesso? –
– Credo nella sua cabina – risponde Saphira, sorpresa dall’improvviso interesse del ragazzo, che è scattato in piedi, chiamando Leonard che si sta avvicinando.
– Leonard, credo che ci sia un problema. Rhea è da Drakan, e lei non vuole più essere un Dragone – spiega lui, facendo cenno all’altro di seguirlo
– Maledizione, un’altra volta? – domanda scocciato Leonard, prima di seguire Zeph. Saphira è basita, basta davvero nominare Rhea e Drakan nella stessa frase, perché tutti si diano da fare? Arrivati davanti alla cabina di Rhea, i due ragazzi iniziano a bussare insistentemente. Attirate dal baccano, anche Shana e Celine arrivano. Dopo le spiegazioni di rito, anche loro due si ritrovano a tempestare la porta di pugni.
Nessuna risposta giunge dall’interno, ed è in quel momento che Leonard esclama
– Drakan, dobbiamo trovare lui! – e si dirige di gran carriera sul ponte, seguito a ruota da tutti gli altri. Saphira rimane in disparte, troppo sconvolta dalla reazione esagerata dei ragazzi per capir qualcosa.
Drakan intuisce di essere al centro dell’attenzione, quando si ritrova cinque persone che lo fissano astiose.
– Che c’è? – domanda esasperato dal comportamento degli altri
– Dov’è Rhea? – chiede a bruciapelo Zeph
– Dovrei saperlo? – il tono decisamente annoiato del ragazzo indispone gli altri
– Sì! Dovresti proprio saperlo! È venuta da te, dicci cosa le hai fatto! – strilla Celine inviperita
– Assolutamente nulla, ha fatto tutto da sola –
– Da sola cosa? Parla! Spiegaci – incalza Shana, esasperata dalle risposte criptiche di Drakan
– Voi farvi gli affari vostri, mai, eh? – chiede sardonico
– Sono affari nostri – fa notare Zeph, incollerito – Com'è possibile che ci tratti sempre come dei mocciosi? Abbiamo anche noi diritto di sapere –
– Ok, visto che sembra ci teniate particolarmente… Rhea si è sentita inutile per il gruppo ed, anzi, pericolosa. Quindi mi ha detto che non vuole più essere un Dragone e mi ha dato il suo Spirito. Di una persona così instabile non sappiamo che farcene, non potendoci fidare di lei ho accettato che mi ridesse lo Spirito. Lo terrò io finché non troveremo un degno sostituto –
– Cosa vuol dire? Non hai detto tu che è lo spirito a scegliere il suo portatore? Da quando ci si può liberare così facilmente di questo compito? Mi avete quasi costretta ad accettare questa "cosa", e Rhea, invece, può piantare in asso tutto senza problemi? – sbotta Saphira
– È lo spirito a scegliere a chi affidarsi e, se necessario, da chi andarsene. A volte si appoggia ad altre persone temporaneamente, per far verificare certi avvenimenti, comunque, nessuno vieta alle persone di rinunciare al suo potere. Soprattutto se non sono in grado di servirsene decentemente, come è successo a Rhea. Non riusciva più ad evocare il potere dello Spirito, probabilmente l'averlo usato contro un suo compagno deve aver cambiato qualcosa – spiega lui, estraendo lo Spirito da una tasca, e mostrandolo ai ragazzi a mo’ di prova. Loro rimangono ammutoliti. Vorrebbero chiedere ulteriori spiegazioni, ed un debole
– Ma... ma com'è possibile – di Leonard, sembra essere il pensiero più articolato che riescono ad esprimere
– Ma niente. È così e basta. Se n'è andata ed ora non è più affar mio. E, se avete un minimo di intelligenza, non è più nemmeno affar vostro – con questa pesante affermazione, Drakan tronca ogni replica. I ragazzi si rassegnano, e con borbottamenti vari se ne ritornano nelle loro cabine a pensare.
Il resto del viaggio è tranquillo, Drakan non si schioda dal suo posto, Rhea non da segni di vita ed i ragazzi sono sparsi sulla nave a pensare ed aspettare che quello strano viaggio finisca. La nave approda a Rouge a sera inoltrata. L’attracco è veloce e preciso, segno che la ciurma è esperta e capace. Dopo ore ed ore di navigazione, anche i marinai sono stanchi, ma lo spettacolo del sole che tramonta nel mare, e della luna che, nel cielo, risplende rischiarando tutta l'isola, resta un toccasana per il loro morale.
I passeggeri scendono ordinatamente dalla nave, i ragazzi sono i primi a radunarsi a pochi metri dalla passerella, lasciando che tutti scendano, e che anche Rhea sia costretta a farlo. Devono aspettare qualche minuto, il punto d’attracco e la nave sono ormai deserti. Solo i marinai si muovono sopra coperta per sistemare gli ormeggi e completare tutte le operazioni del caso. Devono assicurarsi che non ci siano intrusi, e che nessuno possa minare alla sicurezza della barca.
Rhea scende con passo lento e la testa bassa, non si è nemmeno accorta dei suoi compagni che la aspettano, talmente è immersa nei suoi pensieri. Trovandoseli davanti, però, è costretta ad alzare lo sguardo. Tutti la fissano come a chiedere spiegazioni, spiegazioni di qualsiasi tipo purché, finalmente, si capisca cosa sta succedendo. Non possono credere che la veterana del gruppo, quella che non si arrendeva mai davanti a niente e nessuno, ora getti la spugna per qualcosa a loro incomprensibile.
– Rhea, che ti succede? Non ti riconosco più – esordisce Zeph guardandola negli occhi sconsolato
– Non credo di capirti Zeph – mormora lei, cercando di svicolare e continuando a camminare
– Hai capito perfettamente invece – ribatte lui mettendosi davanti a lei per impedirle di andarsene – Non sei la Rhea che ho conosciuto tempo fa. Dov'è finita? Che ne è stato di lei? Perchè non può tornare? – la tempesta lui di domande, per spingerla a confidarsi e liberarsi dei suoi pesi
– La Rhea che hai conosciuto? – la calma piatta ed innaturale della ragazza spaventa Zeph – Credi che si resti sempre uguali a se stessi? Che non si cambi mai? Mi dispiace deluderti. La persona che stai cercando non c'è più. Morta? Scomparsa? Non ne ho idea, so solo che al momento non c'è. Puoi anche smetterla di assillarmi – replica poi, tentando di scostarlo
– Rhea. Mi consideri ancora tuo amico? – chiede lui infine senza spostarsi di un millimetro. L'unica risposta che riceve Zeph è uno sguardo allarmato, troppo simile a quello di un animale braccato. Fa per insistere, prima di scuotere la testa sconsolato.
– Sì... forse è per questo che sto scappando di nuovo – mormora debolmente l'alata, ferita dalla delusione del compagno – Ho paura, paura di non essere adeguata al ruolo di Dragone. Paura di perdere tutto, paura di essere messa sotto pressione, di essere sottoposta ad una specie di interrogatorio ogni volta che mi incupisco... ho paura di sentirmi oppressa... lasciatemi in pace. Non chiedo poi molto. Lasciatemi respirare, provate ad ignorarmi. Quando mi sentirò pronta, sarò io a cercarvi, a tornare quella che hai conosciuto all'inizio – sembra più una supplica che una richiesta, ed il tono dell'alata resta sempre molto basso. Quasi impercettibile.
– Ma siamo un gruppo. È ovvio che, quando uno di noi è giù di corda, si cerchi di aiutarlo. Noi siamo qui pronti ad ascoltarti. So per esperienza personale cosa vuol dire sentirsi soli e oppressi dai problemi, e ne sono sempre uscito solo grazie agli amici. Se ora ti chiudi in te stessa, starai solo peggio – interviene Leonard
– Stare peggio di così? – il tono è leggermente ironico – Anche se aveste ragione... non tutti affrontiamo i problemi alla stessa maniera... –
– Tu sei la classica ragazza che, finché le cose vanno bene è tutto ok, ma quando vanno male al posto di affrontarli scappa dai problemi abbandonando tutto e tutti, vero? – dice duramente Saphira cercando di scuotere quella ragazza di cui non sa nulla, e che non riesce a capire per il suo modo di fare arrendevole. È così diversa, opposta, rispetto ai racconti di Zeph.
– Hai sicuramente ragione – afferma Rhea in risposta – mi conosci da quanto, una settimana?, e già sei convinta di avermi capita. Non capisco se questa sia arroganza o stupidità – continua poi, acida – abbiamo già parlato, io e te, ricordi? Comunque, Saphira, sì. Io scappo dai problemi, e non l'ho mai negato. Non mi piace dover combattere contro cose che, ahimè, sono fuori dalla mia portata. Non ha senso, per me, sprecare tempo ed energie per una cosa che non posso cambiare – l'intervento di Saphira sembra riaccendere per un momento quella persona combattiva che gli altri conoscono, ma è solo un fuggevole lampo. Poco dopo, lo sguardo di Rhea torna spento ed opaco – Saphira, mi dispiace. Hai ragione, io scappo e lascio agli altri le gatte da pelare. Sono egoista e penso solo a salvare me stessa –
– Cosa farai adesso? – chiede Zeph quasi in lacrime
– Non lo so... vorrei seguirvi, e proteggervi... ma è ridicolo voler proteggere dei Dragoni come semplice alata. D'altra parte, se non posso seguirvi, devo tornare a Kadessa. Non posso restare ed essere un peso morto. Ho... ho bisogno di tempo per riflettere. Oramai sono arrivata fino a qui, passerò la notte alla locanda, e domani mattina deciderò – ammette sconsolata e confusa. In effetti, non ha la minima idea di che cosa fare, e dove andare.
– Ricordati che, se hai bisogno di qualcosa, saremo sempre a tua disposizione, sempre – dice infine Zeph allontanandosi per lasciare in pace la sua amica. Sa benissimo che continuare a tormentarla non servirebbe a nulla, se non a peggiorare le cose. Anche gli altri sembrano averlo capito e, quindi, seguono Zeph in silenzio mentre raggiunge la locanda.
Mentre i ragazzi si allontanano e Rhea viene lasciata sola sbarca dalla nave Drakan con Drawol al seguito. La ragazza è ancora ferma in piedi immobile, Drakan sembra passarle accanto, ignorandola completamente, ma…
– Questa è tua. Ti è caduta sulla nave – spiega lui
– Caduta? – domanda sorpresa, prima di rendersi conto che il ragazzo le sta passando la lettera di Kairan – Oh, questa... l'hai letta? – domanda quasi rassegnata, con tutta la gente che sembra desiderosa di scoprire qualcosa su di lei, ci mancava giusto Drakan!
– Non ho motivo per leggere la corrispondenza non indirizzata a me, ma ad una sconosciuta. Inoltre non sono informazioni scambiate tra miei nemici, quindi, non mi sarebbe di alcuna utilità – risponde al suo solito Drakan, quasi offeso da quella domanda
– Non ti sarai mica offeso? – domanda Rhea stupita, prima di fissare di nuovo la lettera con un misto di rabbia e preoccupazione – Avresti anche potuto tenertela, io non so cosa farmene – afferma poi, appallottolandola con rabbia
– Figurati io – risponde lui, ignorando completamente il suo stato d'animo
– Già, se è inutile a me... – commenta lei, intenta a riappianare i fogli, e ad annullare i danni appena fatti – Cortesia insegna che dovrei ringraziarti... ma, dato che è per colpa tua se stavo per perderla, non credo lo farò –
– Come preferisci, io non mi offendo – conclude lui, facendo un cenno a Drawol per congedarlo nella foresta. Infine, si avvia verso la locanda, lasciando Rhea da sola, dopo qualche secondo si avvia lentamente anche lei, sempre assorta nei suoi pensieri.
Sembra strano vederli camminare, in testa ci sono le tre ragazze, scortate da Zeph e Leonard. Drakan li segue a non molta distanza, con un passo lento e cadenzato. Rhea è l’ultima, ed è rimasta parecchio distante. Cammina a testa bassa, ma questo non le impedisce di inciampare in sassi o rametti disseminati lungo la strada. È troppo confusa e stordita, per vedere realmente la strada davanti a lei.
La via che porta alla locanda non è molto lunga, ed in pochi minuti di cammino, Zeph, Saphira, Leonard, Celine e Shana vi giungono, entrando dalla porta principale. Il locale è ampio e spazioso, appena entrati, sulla sinistra, i ragazzi notano un lungo bancone in legno massiccio. Dietro al tavolone, un barista è impegnato a servire gli avventori, che chiacchierano allegramente.
– Sai, la pesca va molto bene ultimamente – è lo stralcio di conversazione che sente Zeph
– Vero? L’ho notato anch’io, il prezzo del pesce spada è calato, mia figlia era molto felice. Lei va matta per la zuppa di pesce spada, è piccola ma è già una buongustaia… –
Saphira si avvia decisa verso destra, superando molti tavolini apparecchiati. Alcuni sono semplici ed intimi tavolini per due persone, altri, più grandi, ospitano tranquillamente otto commensali alla volta. Ci sono alcune persone che stanno cenando. Sul fondo della sala, nell’angolo c’è un grande tavolo, probabilmente utilizzato per banchetti di cerimonie nuziali, o per i gruppi più numerosi.
La ragazza si ferma di fronte a quello che sembra avere tutta l’aria di un cameriere
– Scusi, vorremmo sapere se avete delle camere libere – esordisce, attirando l’attenzione dell’oste.
– Quante ve ne servono, cinque? – domanda contando velocemente
– Sette, in realtà – afferma la ragazza.
– Sette, hai detto? Credo che mi convenga direttamente darvi tutto il terzo piano – afferma ridacchiando l’uomo. Proprio in quel momento entra anche Drakan.
– Ecco, lui è il sesto – afferma Leonard – La settima… arriverà, è un’alata dai capelli rossi… – spiega poi, guardando la porta con apprensione, dove si sarà cacciata?
– Capisco, non è un problema, venite – afferma poi, dirigendosi dietro al bancone del bar. Apre un cassetto ed estrae una manciata di chiavi – Le camere sono al terzo piano, dalla 301 alla 307 – spiega poi, distribuendo un po’ a casaccio i numeri delle stanze.
Zeph si trova in mano la chiave della 302, e con un’alzata di spalle si dirige al terzo piano. È così stanco di tutto e tutti, che vuole solo isolarsi
– Ci si vede a cena – afferma poi, mentre sta salendo le scale. Celine e Shana fanno un po’ di baruffa con Leonard, per riuscire ad avere le camere vicine, e si ritrovano rispettivamente nella 303 e nella 305. Leonard, invece, osserva sconsolato il numero 304 impresso sulla targhetta. Proprio al centro e con le ragazze di fronte a lui. Anche lui, seguito dalle due ragazze, sale verso le camere. Restano Saphira, Drakan ed altre tre chiavi. È lui che le porge quella della stanza 306, e senza dir una parola, va a sedersi la bancone del bar.
Poco dopo, anche Rhea fa la sua entrata nella locanda, sembra non accorgersi di nulla, e sta per andare dall’oste a chiedere se ci sono stanze libere. Rimane sorpresa quando Drakan le si para davanti, mettendole fra le mani una chiave col numero 307 segnato.
– Terzo piano – sono le uniche parole che dice, prima di avviarsi anche lui verso le scale. Adesso, tutti i Dragoni sono chiusi nelle loro stanze a meditare, ma non dura molto, questa calma.
Una cameriera, bussando ad ogni porta, annuncia che la cena sarà servita entro breve. Solo cinque dei sette ragazzi decidono di approfittare della cucina della locanda. Rhea e Drakan se ne restano nelle loro stanze, per nulla intenzionati ad uscirne.
Saphira è la prima ad uscire, seguita a ruota da Zeph, che si trova a nemmeno due gradini di distanza da lei. Si sono appena seduti al tavolo, quando anche Leonard scosta la sedia, e prende un menù in mano. Non passano che un paio di minuti, prima che il rumore di sedie che grattano sul pavimento in pietra, annunci che anche Celine e Shana sono pronte a cenare. Il silenzio che aleggia sulla tavola non sembra aiutare la tensione che circonda ogni commensale. La cameriera non sa se avvicinarsi, per prendere gli ordini, o girare alla larga, sperando che qualcuno intavoli una discussione. È un cenno di Zeph a toglierla dal dubbio di come agire.
– Scusi – domanda cortesemente – com’è la zuppa di pesce spada? –
– Ottima. Ultimamente il pesce è molto saporito –
– Allora prendo quella – decide lui, chiudendo la lista delle vivande. Leonard, da carnivoro qual è, sceglie un trancio di carne di cinghiale cotto ai ferri. Chiede anche se è possibile avere delle patate arrostite come contorno.
Celine e Shana sono combattute fra la gola e la linea, ma alla fine cedono, e decidono di ordinare una grigliata mista di carne e pesce, da dividere in due.
Saphira continua a scrutare con occhio critico i piatti offerti dalla casa, prima di optare per un antipasto leggero di insalata condita. Un piatto di stufato e, come secondo, del salmone affumicato. Gli sguardi attoniti delle altre due ragazze la spingono ad una blanda constatazione
– Ho bisogno di energie, è sempre bene fare dei pasti completi, soprattutto quando se ne ha l’opportunità – e, detto questo, chiude la lista e la porge alla cameriera con un sorriso.
I piatti delle pietanze si susseguono durante l'ora successiva e dal clima di silenzio iniziale finalmente i ragazzi si rilassano un po' e cominciano a chiacchierare tra loro, ovviamente l'argomento Rhea e Drakan è tabù ma di tutto il resto parlano senza problemi.
Il discorso principale, sono i metodi di sopravvivenza. Ognuno ha diverse esperienze da raccontare, dato che tutti i ragazzi sono abituati a viaggiare e ad arrangiarsi con quello che offre loro la natura.
– Ricordo quella volta – racconta Shana – Che, durante l'addestramento, mi avevano lasciata da sola nella foresta. Dovevo restarci una settimana, armata solo di coltello e qualche incantesimo per accendere il fuoco –
– Incantesimi per il fuoco? Che razza di addestramento è? – sghignazza Leonard divertito – Se non impari nemmeno ad accendere un fuoco senza l'uso della magia? –
– Be', è anche importante avere un buon equipaggiamento, quando si viaggia – esclama Shana, mostrando quella che sembra una pillola rossa agli altri – Bisogna solo fare una selezione mirata di quello che può essere utile. Accendere un fuoco, e depurare l'acqua sono le due cose fondamentali. Ci si riempie degli incantesimi necessari, e via. Inoltre, ci si può sempre andare in città a rifornire –
– E se le avessi finite, quelle pilloline magiche? – è la domanda scomoda di Leonard
– Finite? Si cerca sempre di averne in abbondanza, sono piccole e non occupano molto spazio – spiega la ragazza, come se non avesse mai preso in considerazione altre vie
– Fatto sta che io mi sono ritrovato senza quell'aiuto, ed ho dovuto arrangiarmi con mezzi di fortuna – replica lui, con ghigno soddisfatto.
– Ecco... scommetto che ora comincia con le sue solite spacconate – mormora Zeph, affondando con troppa veemenza la forchetta in un pezzo di pesce spada. Saphira, che è seduta davanti a lui, è l’unica che si accorge dello scatto inconsulto e scocciato del ragazzo
– Cosa vorresti dire con questo? Che non sono capace di accendere il fuoco senza incantesimi? – ribatte Leonard offesissimo dall’insinuazione del compagno
– Be’, allora, racconta come hai fatto – si intromette Shana nella vaga speranza di calmare la discussione.
– È presto detto, prima di tutto serve della legna secca e delle foglie secche da accatastare, roba che prende fuoco subito subito con una scintilla, anche le pigne sono adatte allo scopo. Poi, bisogna procurarsi due rami sottili ma robusti, come quelli di faggio. Ovviamente, non devono essere umidi, friabili o marciti. Se ne posiziona uno a terra vicino alla piccola catasta di sterpaglie infiammabili. L'altro lo si tiene perpendicolarmente contro la superficie di quello a terra. Con le mani cominci a sfregare forte e velocemente, in modo che il bastoncino in piedi ruoti velocemente contro quello steso a terra – spiega Leonard interrotto da Shana
– Ruotare? Non dovresti piuttosto sfregare? – Chiede perplessa
– Sì, prendi il legnetto ed inizi a fregarti le mani col legnetto in mezzo, il legnetto ruota ed in questo modo dovrebbe creare delle piccole braci, dato il calore che riesci a sviluppare. Se soffi, non troppo ovviamente, alimenti la potenzialità della fiamma con l'ossigeno. Non è difficile, ma molti scelgono il legno sbagliato o si feriscono sfregando i legnetti. Comunque basta un po’ di esperienza, e magari scorticare la parte che si tiene fra le mani, per evitare di ferirsi. – conclude lui
– E come fai, se la giornata è molto umida o ha appena piovuto? Non è così facile trovare foglie o rami secchi in quelle condizioni – ribatte Zeph per niente convinto della spiegazione del compagno
– Beh, per quello basta avere un sacchetto di scorta con un po’ di foglie o sterpaglia secca a portata di mano, piccolo e legg… – spiega lui prima di essere interrotto di nuovo
– E che differenza c’è tra l’avere un sacchetto con delle foglie secche ed uno con gli incantesimi? – Chiede Shana curiosa di sapere come ne uscirà sta volta il ragazzo. Leonard apre la bocca come per rispondere ma si blocca con un’espressione di chi è stato appena incastrato, i compagni allora scoppiano a ridere e Zeph, seduto di fianco a lui gli da una pacca sulla spalla dicendogli che andrà meglio la prossima volta.
La cena continua tranquilla per ancora un’oretta finché i ragazzi si dividono. Shana e Celine salgono al terzo piano e vanno sulla terrazza che da verso la foresta davanti alla locanda, mentre Leonard e Zeph vanno su quella opposta a godersi la leggera brezza marina della notte. Mentre chiacchierano e sorseggiano qualche succo di frutta gentilmente offerto dalla locanda. Saphira è, invece, tornata in camera sua per scrivere delle lettere da spedire il giorno dopo. Vuole essere tenuta informata degli sviluppi della ricerca e restare in contatto con il maestro Ckreuzs.
Poco dopo, quando il silenzio regna indisturbato su tutto il terzo piano, Rhea esce silenziosamente dalla sua camera per non farsi sentire. Scende al pian terreno, ma non ha voglia di mangiare e poi la cucina è ormai chiusa, quindi opta per bersi qualcosa al bancone del bar, dato che quello chiude molto tardi.
– Un bicchiere di vino, rosso – chiede Rhea, sedendosi al bancone con aria afflitta. Il Dragone l'ha praticamente abbandonata, i suoi compagni non accennano a lasciar cadere l'argomento Kairan, e lei non sa più come controllarsi.
– Tieni, offre la casa – dichiara l'oste, porgendole un bicchiere ricolmo di un denso liquido scuro. – Questo è meglio del vino – afferma poi, con un’alzata di spalle. Senza nemmeno pensarci, Rhea lo ingolla tutto d’un fiato. La gola le brucia, e quasi risputa tutto sul bancone.
– Piano, ragazzina, questo whisky è potente, non puoi scolartelo così – la avvisa in ritardo l’oste, rabboccandole nuovamente il bicchiere con altro whisky.
– Grazie della dritta – riesce a dire l’alata, fra un colpo di tosse e l’altro. Non si accorge che un gruppetto di ragazzi sta commentando la sua performance di poco prima. È troppo occupata a riflettere seriamente sul suo futuro. Senza dragone non può combattere, e quindi deve abbandonare il gruppo e cercar altri modi per mantenersi. Con questi cupi pensieri finisce anche il secondo bicchiere, ed accetta che l’oste, per la terza volta, glielo riempia.
– Ehi, bellezza, come ti chiami? –
– Uh? – Rhea alza appena gli occhi dal boccale, il ragazzo che le ha rivolto la parola sembra ignaro del pericolo che sta correndo. – Bellezza? A me? – domanda, con la voce impastata dall'alcool. Maledice l'oste che le ha proposto il whisky al posto del vino. La testa inizia a girare.
– Sì, sai, è tutta la sera che ti osservo… –
– Non hai di meglio da fare? – domanda sarcastica, scostando bruscamente la mano del ragazzo che ha provato a posarsi sulla sua spalla.
– Dai, non esser così antipatica. Volevo solo offrirti un altro giro – commenta lui, indicando il calice mezzo vuoto.
– Grazie, ma non credo di averne bisogno. Ora, per favore, togliti dai piedi. Non ho voglia di esser cortese con un avvoltoio come te. Che squallido, cercar di approfittar di una ragazza ubriaca – replica lei gelida, alzandosi e spostandolo in malomodo per passare e dirigersi verso l’uscita.
– Ehi ragazzina... noi vogliamo solo offrirti da bere, non c’è motivo per trattarci così male – le risponde il ragazzo, continuando ad usare un tono melenso
– Già e poi ci sembri così giù di corda… che ci sembrava carino farti compagnia – aggiunge uno dei suoi amici. Rhea si volta appena verso i due scocciatori e replica con voce impastata.
– Ma chi vi ha chiesto niente? Non voglio altre persone che mi consolino... mi bastano quelli che già mi ronzano intorno a darmi fastidio – Al ché il ragazzo che le ha offerto da bere la afferra per il braccio e la trattiene
– Ma chi ti credi di essere? Solo perchè hai bevuto un paio di bicchieri non ti permettere di trattarci in questo modo, o te la facciamo pagare. Anche se sei una ragazza –
– Umpf... figurarsi se potete farmi qualcosa voi quattro sfigati... tornatevene al vostro tavolo e lasciatemi in pace. Voglio uscire da qui... e toglimi le tue zampacce di dosso prima che ti congeli qualcosa – conclude Rhea, reagendo male anche al secondo tentativo di approccio non desiderato.
– Senti tu, piccola peste, ora mi hai veramente stufato... – dice il ragazzo alzando la mano per darle uno schiaffo, ma viene bloccato da una voce dietro di lui
– Continui sempre a cacciarti nei guai... questa volta prova ad uscirne da sola, e non aspettarti l'aiuto di nessuno – dice Drakan appena sceso dalle scale
– Ti ho forse chiesto qualcosa? – risponde lei fulminandolo – Ho forse implorato il tuo aiuto? Drakan, che cosa diavolo vuoi? Credi che non sappia gestire la situazione da sola? Non sono una donzella in pericolo! – sibila Rhea, aggiungendo – Interessati solo della tua missione – l’alata calca volutamente il tono sull’ultima parola, come se avesse detto un’oscenità – E la tua missione è proteggere il diario e i dragoni. Guarda caso, lo spirito blu lo hai tu... lasciami in pace. Mi arrangio, sono solo degli inutili seduttori da quattro soldi –
– Ehi, ehi, ehi… Allora, prima di tutto tu tornatene da dove sei venuto e fatti gli affari tuoi se non vuoi finir male. E, stupida ragazzina, ti dovevo un ceffone ed adesso come minimo due… non permetto che mi si offenda in questo modo – Interviene Key, quello che sembra il capo del quartetto mentre altri due, Hyde e Masayuki si avvicinano con fare minaccioso a Drakan che non se li fila nemmeno di striscio. Anzi, incuriosito dalla reazione spropositata dell’alata si avvicina di un passo. Rhea lo squadra con sospetto, come se non riuscisse a focalizzare un particolare.
– Ti manca qualcosa – afferma confusa – Non capisco cosa, ma ti manca qualcosa… il cappotto! E la spada… da quando la lasci incustodita? –
– Li ho lasciati in camera… fa parecchio caldo e comunque in spazi ristretti sono molto scomodi. Comunque vacci piano, non ho voglia di pagare i danni che farai alla locanda – Risponde lui appoggiandosi al muro dando l’idea che non si intrometterà nella faccenda
– Parli tu… e comunque non sono alla mia altezza, li stenderò facilmente – Risponde Rhea convinta delle sue capacità.
Key che l’ha trattenuta per il braccio, sentendosi offeso ancora una volta decide di fargliela pagare sul serio e la spinge contro la parete. Rhea ci va a sbattere poco elegantemente, ma ha comunque la prontezza di girarsi e lanciare una sfera di ghiaccio verso il suo aggressore. Purtroppo, però, i suoi riflessi sono molto annebbiati ed il ragazzo la schiva con relativa facilità, in compenso la sfera di ghiaccio finisce su un tavolino con una pianta sopra che si sgretolano poco dopo a causa del gelo. Irritato dal comportamento dell’alata, Key le da uno schiaffo che le fa perdere l'equilibrio
– Forza alzati... non eri tu che dovevi stenderci quando volevi? In questo momento mi sembri tu l'unica stesa a terra – le sghignazza, osservandola con occhi crudeli.
– Adesso ti faccio vedere io, ti pentirai di avermi provocata… – replica Rhea, alzandosi ed attaccando il suo aggressore armi alla mano. Nonostante la sbronza, e l’assenza dello spirito del Dragone, Rhea se la cava piuttosto bene con la sua spada. Il ragazzo, però, è decisamente abile a schivare gli attacchi e risponde colpo su colpo con delle mosse d'arti marziali che fanno perdere il precario equilibrio alla ragazza.
Con uno scatto, il giovane si avvicina, cercando di afferrarla per il collo. L’avventatezza della mossa, permette a Rhea di colpirlo con la spada, provocandogli una leggera ferita. Irritato per esser stato ferito da una ragazza, richiama i compagni, che sono rimasti a guardare lo spettacolo.
– Ehi voi, venite qua! Voglio farle un bello scherzetto ma prima dobbiamo domarla un po’... e soprattutto disarmarla – Rhea, incurante della situazione parecchio rischiosa, si rialza dall’ennesima caduta e con sguardo folle si dice pronta a combattere, anche contro tutti e quattro, se necessario.
– Hyosuke tu pensa alla spada, non appena è disarmata voglio divertirmi un po’... ha un fisico notevole – dice l'aggressore ad uno dei suoi compari, indicando l’arma che Rhea brandisce con rabbia
– Voi, invece, mi darete una mano tenendola ferma nel caso cerchi di divincolarsi – continua, illustrando un grezzo piano per bloccare Rhea. In quattro le si avvicinano minacciosi, costringendola a colpir l’aria con fendenti, per teneri lontani. Ma, appena uno fa un passo indietro, gli altri riescono a farne due avanti. Questa tattica snervante ha i suoi effetti, Rhea è troppo esasperata per prestare attenzione a tutti e quattro.
Hyosuke, con un calcio, riesce a toglierle la spada di mano, ferendole il polso. Approfittando del fatto che la ragazza è disarmata, gli altri due compari la afferrano per le braccia e la sbattono contro la parete. La ragazza china un momento la testa, soffocando un gemito di dolore, e non si accorge che Key le si avvicina ridendo. Il molestatore appoggia le mani sulla parete dietro Rhea, e le si accosta con le labbra all’orecchio, sussurrandole
– Secondo te cosa ti faccio adesso? Hai fatto un grosso errore a metterti contro di noi... cosa credi di poter fare? – Rhea, comunque, ha ancora la prontezza di dare una forte ginocchiata nelle parti basse del ragazzo... abbastanza forte da farlo cadere a terra per il dolore.
– Questo, razza di imbecille – sibila inviperita, cercando di colpirlo nuovamente con un calcio. Il ragazzo riesce ad allontanarsi dalla traiettoria del colpo, e dolorante strilla
– Voi, non state li a far niente... rendetevi utili e fate in modo che non si ribelli –
Hyosuke, lo stesso che ha disarmato Rhea, le si avvicina cautamente. Pensa un momento a come colpire la ragazza, per renderla inoffensiva. Questo attimo di incertezza gli costa caro, dato che viene afferrato per il collo e sbattuto a terra da Drakan, che si è stufato della situazione.
I due ragazzi che ancora stanno tenendo ferma Rhea, lasciano la presa per buttarsi contro Drakan. Sono, però, troppo agitati e scoordinati, Drakan riesce ad afferrare il polso del primo, e poco dopo anche quello del secondo. Li osserva solo per un momento, distaccato, prima di spezzarglieli con un sordo rumore di ossa frantumate.
Uno dei due si accascia a terra, tenendosi la mano ferita e urlando come un disperato, l’altro trova la forza di sferrare un calcio al fianco. Senza scomporsi, Drakan incassa il colpo e blocca la gamba dell’avversario, poi, con un pugno ben assestato, gli frattura anche la rotula.
L’altro, che ancora sta piangendo per il dolore, cerca di afferrar la spada di Rhea e di tornare alla carica.
Drakan, però, schiva anche questo colpo e risponde con un pugno diretto al viso, che lo fa volare di parecchi metri direttamente. Lo sventurato atterra su di un tavolo dove due anziani stanno bevendo tranquillamente, ignorando tutto il trambusto
L'avversario che era stato preso per il collo e sbattuto a terra si rialza e fa per attaccare Drakan alle spalle. Riesce a malapena a sfiorarlo, prima che un colpo secco alla gola lo faccia stramazzare al suolo, in cerca di aria.
Key, che nel frattempo s'è ripreso dalla ginocchiata di Rhea, gli fa i complimenti per l'esecuzione degli attacchi e l'ottima difesa, riconosce che anche Drakan è molto bravo con le arti marziali, ma lo avverte che contro di lui non c'è speranza
– Riprendi i tuoi amici e vattene... finché puoi ancora camminare con le tue gambe. Non te lo ripeterò una seconda volta – lo avverte Drakan
– Figurati… io non sono come loro tre… sono il miglior combattente di tutta Rouge. Te ne accorgerai quando ti avrò frantumato tutte le ossa – Lo sfida lui, dopo di che con uno scatto fulmineo gli si avventa contro mirando al collo come ha fatto precedentemente Drakan con un suo amico. Drakan si sposta leggermente di lato quel tanto che basta per non venir colpito e lascia che l'avversario lo superi di qualche centimetro spinto dall'inerzia del suo stesso movimento. Purtroppo, però, Key ha la prontezza di far leva sulla sua gamba destra e sferrare un calcio all’altezza del fianco di Drakan che non si è ancora girato, ma è abbastanza veloce da abbassarsi e rispondere con una falciata per far cadere l’avversario. Per tutta risposta, Key, fa una capriola all’indietro e si rimette in posizione di combattimento.
– Complimenti, sei il primo a riuscire ad evitare i miei colpi in questo modo. Credo che mi divertirò molto a massacrarti poco alla volta – Detto questo si avventa su Drakan con una serie di pugni e calci molto veloci e diretti tutti a punti vitali. Tuttavia Drakan sembra conoscere lo stile di combattimento di Key e para tutti i colpi, senza però riuscire a trovare il momento per contrattaccare, visto che il suo avversario riesce comunque e non mostrare i punti deboli.
Lo scontro continua sullo stesso piano per quasi un minuto, in cui ne fanno le spese gli arredi della hall della locanda. Questo finché Drakan non si stufa e decide di incassare un violento pugno al volto ed un calcio poco sopra il ginocchio, che apparentemente lo mettono in ginocchio, Key decide di approfittarne sferrandogli un potente calcio al volto, ma commette l’errore di metterci troppa forza. Drakan abbassa la testa quel tanto che basta per non esser colpito ed approfitta dell’avversario che gli mostra la schiena, per afferrarlo per la cintura ed il retro del collo ed alzarlo in posizione orizzontale sopra di se. Subito dopo lo lascia cadere a peso morto sulla sua gamba, che ha prontamente preparato mettendosi in ginocchio con il piede destro ben appoggiato a terra in modo da formare un angolo di novanta gradi con la coscia, e farci cadere sopra Key proprio in corrispondenza delle ultime vertebre alla base della schiena, spezzandogliela. Key sviene di colpo ancora con gli occhi aperti, non appena il rumore della sua schiena che si rompe finisce di echeggiare nelle sue orecchie.
Drakan si rialza lasciando cadere l'avversario a terra. Sente qualcosa di caldo colargli da un angolo della bocca, istintivamente porta le dita alle labbra e le ritrova sporche del proprio sangue. Perfetto, il moccioso è persino riuscito a spaccargli un labbro, pensa fra sé, alterato. Per un momento si volta rabbioso verso il ragazzo, steso inerme sul pavimento. L'idea di finirlo completamente gli attraversa la mente per un secondo, ma subito dopo rinuncia. Lo ha già ridotto male, infierire non è nel suo stile, e poi, ha altro a cui pensare. Si guarda attorno, cercando di individuare Rhea che, durante lo scontro, si è accasciata al suolo disgustata da tutta la faccenda. L’unica cosa che desidera è sparire, inghiottita dalla terra. L’alcool ha fatto il suo effetto, e la nausea per il contatto ravvicinato col suo aggressore è stato il colpo di grazia, Si è quindi diretta stancamente verso l’uscita, reggendosi a malapena sulle sua stesse gambe. Non ha alcuna intenzione di restare nei paraggi, ma non riesce a muoversi come vorrebbe. Sta troppo male persino per camminare, figurarsi per correre o per volare. Incurante della nausea, però, continua a trascinarsi sulla strada, diretta verso il bosco che le si para davanti, scuro. Da sola, vuole stare da sola, possibilmente per sempre.
Stremata si appoggia ad un albero, sperando di esser lasciata in pace. Non capisce che cosa ha spinto Drakan ad intervenire, ma al momento nemmeno le interessa.
Il suo stomaco non regge più e la obbliga a liberarsi da tutto il whisky che ha bevuto durante la serata. È troppo stravolta per accorgersi che Drakan nel frattempo ha sistemato la faccenda e non ha faticato per individuarla anche nel buio più totale, complice il suono e odore inconfondibile di chi s'è preso una sbronza coi fiocchi e ne sta pagando le conseguenze.
Si limita ad osservarla con lieve irritazione. Come riesca a cacciarsi in tanti guai rimane un mistero. Rhea tenta nuovamente di allontanarsi, di dar spettacolo in questa maniera non le sembra proprio il caso.
– Vattene... non ho bisogno della tua compassione. Non voglio più vederti – intima a Drakan, prima di voltargli le spalle ed iniziare la faticosa passeggiata per allontanarsi da lui.
– Non andresti lontano in quello stato – le risponde lui, seguendola
– Non mi importa... voglio stare da sola – replica lei – E NON SEGUIRMI – gli urla contro infine, girandosi di scatto, ma questo brusco movimento la fa sbilanciare all'indietro. Drakan la prende per il braccio e la tira a sé, per evitarle la caduta.
Non considera, però, che l’ultima cosa di cui ha bisogno la ragazza è il contatto fisico.
– Non mi toccare, non mi toccare – sbraita spaventata, tirando indietro con uno scatto rabbioso, cadendo poi a terra – Non mi toccare – ripete schifata, portando le ginocchia al petto e chiudendosi a riccio – Lasciami in pace e non ti avvicinare. Non sono un dragone, vattene, per favore. Che te ne importa di me? Nulla, allora smettila di tormentarmi – aggiunge singhiozzando
Drakan non replica alle parole dell'alata, e si limita ad appoggiarsi ad un albero e ad osservarla in silenzio. Dopo qualche minuto, in cui Drakan non fa nulla e Rhea continua a singhiozzare, quest'ultima alza la testa dalle ginocchia e lo osserva rabbiosa. Non riesce a sopportare la situazione, non riesce a scappare, ma in qualche modo deve assolutamente sfogarsi. Nota intorno a sé sassi e pigne cadute dagli alberi e, con gesti scoordinati, inizia a lanciarli all’indirizzo di Drakan, accompagnando i gesti con parole decisamente poco cortesi verso il ragazzo che, impassibile, la osserva. Un po’ la stanchezza ed un po’ la vista annebbiata, Drakan non subisce alcun danno, se non pezzi di terriccio che gli sporcano la maglia
Ben presto, però, Rhea finisce le munizioni e continua nei suoi gesti inconsulti a lanciargli l'aria.
Drakan inizia ad esser leggermente stanco della situazione, e decide di tornarsene alla locanda, lasciando Rhea da sola, a sfogarsi per bene.
Per questo si incammina verso la taverna, quando Drawol attirato dai rumori sbuca dalla boscaglia. Si avvicina a Rhea e, con il suo solito fare, comincia a sbavarle addosso e a farle le feste. La ragazza, però, è distrutta, e non riesce nemmeno a ribellarsi. Non si muove nemmeno, subendo passivamente le attenzioni dell'esuberante draghetto.
L’unica cosa che le riesce, è chiedere lamentosamente a Drakan di allontanare lo squamato scocciatore
– Drawol, a cuccia e smettila di darle fastidio – ordina Drakan al suo animale senza nemmeno voltarsi. Pochi istanti dopo Rhea commenta
– Non puoi farlo andare proprio via? Ha un odore nauseante, non resisto –
– Non è lui... quindi se non riesci a resistere all'odore non ti resta che alzarti e andartene – risponde fermandosi
– Grazie del consiglio – mormora sarcastica lei – ma ti prego, non urlare in questa maniera. Ho mal di testa – aggiunge poi, restando immobile
– Urlare? – domanda basito Drakan
– Sì, come stai facendo adesso – replica lei, tenendosi le tempie con le mani
– Se per te questo è urlare... più piano di così e comincio a parlare in ultrasuoni –
Rhea
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
– Uhm, allora taci e lasciami qui a smaltir la sbronza, grazie – risponde Rhea. Ha bisogno di bere acqua. Si sente letteralmente disidratata, e senza nemmeno pensarci riesce ad evocarne un po' grazie alla sua magia da alata. La serata è calda, e lei è ancor più accaldata a causa della sbronza. Istintivamente si lascia cader addosso l'acqua appena creata, ottenendo una doccia improvvisata. Dopo questa rinfrescata si sente decisamente meglio, ed anzi, decide di utilizzare ancora la magia. Sta per creare la seconda bolla d’acqua, quando crolla a terra svenuta.
Drakan nota che l'alata non si muove e non parla più... fa ancora tre passi verso la locanda, ma poi si ferma. Scuote la testa, e riprende a camminare, ma fatti altri due passi si ferma nuovamente. Si volta a guardare Rhea, ancora immobile. Drawol le è accucciato accanto, e sembra non aver intenzione di andarsene.
Fa per muoversi verso la locanda, prima di emettere un verso di stizza e, passandosi le mani fra i capelli, ritorna sui suoi passi.
Osserva Rhea, decidendo se sia il caso o meno di prenderla in braccio e di riportarla nella sua stanza. Se la lascia nel bosco da sola, in quelle condizioni, di certo qualche bestia selvatica se la mangia in un boccone.
La tentazione di lasciar Drawol di guardia è parecchia, ma alla fine rinuncia. Il drago non è abituato a combattere per difendere qualcuno svenuto.
Indeciso su come sollevar la ragazza, Drakan cerca di caricarsela sulle spalle come un sacco di patate.
Ma appena cerca di sollevarla, Rhea si muove inconsultamente, aggrappandosi con le braccia attorno al collo del ragazzo. Sfumata l’idea del sacco di patate, Drakan è praticamente costretto a passarle un braccio sotto le ginocchia, l’altro dietro alla schiena, e sollevarla di peso.
Stufo marcio della serata, si avvia definitivamente verso la locanda.
Quando varca la soglia, nota che ci sono diverse persone riunite alla locanda, tra cui il capo–villaggio, altri stanno raccogliendo i quattro sventurati che hanno avuto a che fare con Drakan, per portarli alla clinica medica. Il ragazzo, completamente impassibile, sta per raggiungere le scale per il piano superiore, ma viene chiamato dal capo–villaggio. I due vecchietti che si sono trovati Hyde sul tavolo, infatti, lo stanno indicando mentre parlano con lui descrivendogli l’accaduto. Altre due persone stanno cercando di sistemare alla meglio il trambusto creato dallo scontro
– Non ho tempo ora.. ci penserò domani – risponde Drakan senza nemmeno stare a sentire cosa ha da dire. Le scale sembrano risvegliare l'alata, che si appiglia saldamente al collo di Drakan. Mugugna qualcosa di incomprensibile, prima di riuscire a dire un esplicito
– Kairan, mettimi giù... – e poi si riaddormenta di nuovo, senza dar segno di aver capito chi la stia realmente portando in braccio
Arrivato in camera di Rhea, Drakan la distende sul letto. Poi se ne torna nella propria stanza. Per farlo, però, deve passare davanti alle camere di tutti gli altri suoi compagni e quindi si accorge della presenza di Saphira che, attirata dalle urla di Rhea e dei quattro aggressori, era uscita per vedere cosa stesse succedendo. Lo sta fissando incuriosita, come a volergli chiedere qualcosa, ma visto la situazione evita di parlare ed abbassa lo sguardo. In quel momento Shana e Celine rientrano dal balcone che da verso il bosco e, tutte eccitate, esclamano
– Saphira, Saphira, hai visto Drakan e Rhea che… – le due si bloccano di colpo notando che Drakan è ancora nel corridoio ed ha sentito tutto, anche se sta facendo finta di nulla. Rientrando nella propria stanza, Saphira porta la mano alla fronte e scuote la testa. Le due ragazze si guardano imbarazzate in silenzio.
Shana e Celine vorrebbero andare a parlare con Rhea, e si dirigono di corsa alla sua porta
– Lasciatela in pace, è svenuta – afferma Drakan lapidario, prima di chiudersi in camera sua. Le due ragazze si bloccano immediatamente, e si voltano, ma trovano solo lo sguardo ammonitore di Saphira, che ha sporto la testa oltre la porta.
– Ha ragione, non mi sembra il caso… – commenta, prima di chiudersi definitivamente la porta alle spalle, lasciando le due ragazze nel dubbio di cosa fare. Deluse e allarmate, anche loro si dirigono nelle loro camere, sperando di scoprire qualcosa la mattina successiva.
Il mattino seguente sembra una replica della sera, Rhea è chiusa in camera sua, Drakan non si fa vedere ed i ragazzi sono al solito tavolo a fare colazione, questa volta però l’argomento è proprio Rhea e Drakan.
– E l’ha portata in braccio, capite? – spiega Celine, mimando la posizione in cui Drakan a riportato Rhea in camera.
– In braccio? – Zeph è sconvolto, così sconvolto che lascia cadere il pezzo di pane imburrato sul tavolo.
– Sì… ma non sai la cosa più inquietante – aggiunge Shana – Ci ha detto di lasciarla in pace –
– Impossibile – sbotta Leonard. Ok raccontar spacconate, ma questo è ai limiti della realtà
– Te lo giuro – assicura Celine, sbattendo una mano sul tavolo
– Già, l’ho sentito anche io – mormora Saphira – Non che abbia usato un tono preoccupato. È stato un ordine secco, ma… è strano che l’abbia detto –
– Non capisco. Drakan ha detto che Rhea non è più un Dragone, e che non ha interesse alcuno. E, dal suo punto di vista, è corretto –
– Già, e se ci pensate, più di una volta non è accorso in suo aiuto. Si è sempre limitato a salvarle la vita quando era strettamente necessario. Altrimenti, l’ha sempre lasciata in balia di se stessa – commenta pensieroso Zeph, ripensando al passato. Il calcio che Drakan diede a Rhea nella torre di Hellena è una prova abbastanza schiacciante. Insomma, poteva trovare altri modi, ma non ci è andato coi guanti di velluto. Ed in quel momento, Rhea era un Dragone a tutti gli effetti.
– Voi, voi avete capito che cosa è successo a Rhea ed al Dragone? –
– Credo che ci sia qualche problema di incanalamento della magia – spiega Saphira, ripensando a quanto ha sentito sia da Rhea che da Drakan
– Detta in parole povere… Rhea non riesce più ad usare lo Spirito? – semplifica Leonard
– Esattamente. Quindi è per questo che Rhea ha ridato a Drakan il dragone –
– Già… e non capisco perché Drakan l’abbia aiutata. Non sembrava ferita, non sanguinava. Chissà cosa le è successo e perché è svenuta – si domanda Shana
– Era bagnata… magari ha rischiato di annegare – butta lì Saphira, cercando ti ricordare tutti i possibili elementi della scena.
– Ma, siamo lontani dalla costa, e Rhea non è stata abbastanza nella foresta, per averla attraversata tutta, rischiare di annegare in mare, esser salvata e riportata indietro – esclama Celine
– Già, quando l’ho vista uscire, mi sembrava barcollasse… ma era buio, e non ne sono sicura – racconta Shana
– Inutile pensarci, se non ce lo dicono lei o Drakan, non lo sapremo mai. Piuttosto, a me preme sapere perché l’ha aiutata? – insiste Zeph, cercando di non divagare col discorso
– Magari Drakan, sotto sotto, tiene a Rhea – è Saphira a parlare, e rimane stupita quando cala un improvviso silenzio. Tutti la guardano con gli occhi sgranati, come se avesse appena dichiarato di essere il Nemico in persona – Che c’è? Ho detto qualcosa di grave? – Zeph è il primo a scoppiare a ridere, seguito a ruota da tutti gli altri
– Saphira, si vede che conosci poco Drakan… non gli interessa nulla, se non dei Dragoni e del diario –
– Affezionarsi a qualcuno? Quello? Figurati… – commenta Shana, leggermente disgustata
– Se ha fatto così, è solo perché crede che Rhea possa ancora essergli utile –
– Utile? In cosa? Ha rifiutato coscientemente lo spirito – sbotta Saphira infastidita, non le piace essere trattata come una sciocca
– Chi lo sa? Ti sembra una persona chiacchierona ed aperta? Che si confida? Chissà che piani ha, magari cose che noi non conosciamo – domanda Leonard schietto
– In effetti hai ragione… ma lo stesso non vedo che utilità potrebbe avere Rhea – ammette lei confusa.
Poco dopo Drakan scende al pian terreno e fa per uscire dalla locanda, ma si blocca appena scorge con la coda dell’occhio Saphira
– Se non sbaglio hai scritto delle lettere da spedire, giusto? – le chiede lui
– Si, ma… – risponde lei
– Hai trovato un punto di raccolta? – chiede lui interrompendola
– Stavo proprio per dirti che non ne ho ancora trovati. Ma, se hai pazienza, dopo ne vado a cercare uno – risponde lei seccata dei modi bruschi di Drakan – Hai forse qualcosa da spedire anche tu? – chiede poi curiosa
– Può darsi – risponde lui fissandola come a chiedersi se si può fidare di lei
– Non ti preoccupare, non sono un’impicciona e non leggerò le tue cose – risponde lei rassicurandolo
– Non è questo il problema, comunque grazie – questa è la sua risposta e le porge una busta. Dopo di che esce senza dire dove sta andando
Saphira osserva la lettera, è di una strana carta filigranata con simboli a loro sconosciuti, sopra non c’è scritto alcun indirizzo, ne i dati del mittente e del destinatario, è completamente bianca se non per una strana “A” scritta con un colore blu – violetto cangiante al centro della busta ad occuparne metà della superficie.
– Che razza di lettera è? – chiede Leonard seduto vicino a lei, osservando quella strana lettera a sua volta
– Non ne ho idea, è la prima volta che ne vedo una. Boh… comunque mi ha chiesto di spedirla. Saprà cosa sta facendo, altrimenti, che si arrangi. – risponde lei per niente interessata, la spedirà così come sta senza farsi domande
Zeph gliela porta via di mano prima che Saphira la riponga nella sua borsa insieme alle sue lettere, e la apre.
– Che combini? Non è corretto quello che stai facendo, e poi, se ne accorgeranno che qualcuno l’ha aperta? – lo sgrida lei
– Non ti preoccupare, la busta non è sigillata. Chiunque potrebbe aprirla, e poi, si comporta in modo troppo strano. Vorrei capire se è colpa di queste lettere, in parte il suo cambiamento è avvenuto dopo aver ricevuto posta a Fletz prima della partenza – spiega lui mentre gira e rigira il foglio all’interno della busta, anch’esso della stessa carta e completamente bianco. Anche guardandolo controluce l’unica cosa che si notano sono i simboli della filigrana.
– Ma che razza di lettera è? Completamente bianca. Non c’è scritto assolutamente nulla – si chiede poi
– Da qua e lascia stare – dice Saphira riprendendosi lettera e busta per rimetterle apposto – È evidente che non è una lettera comune quindi inutile che rischi di farti scoprire – aggiunge lei
– Per usare un sistema del genere, chissà cos’ha da nascondere – pensa a voce alta Leonard
– Sta sicuramente comunicando con qualche personaggio di alto rango – risponde Shana con le braccia incrociate mentre gli altri la guardano con faccia sorpresa – Ho visto quel tipo di lettera una sola volta e l’ha spedita il principe Alexander a suo padre, che si trova nell’alto consiglio a Zenebatos. Nemmeno a me ha detto cosa conteneva, quindi c’era qualcosa di veramente importante. Mi spiace, non so dirvi di più – conclude lei
– Visto? Se le cose stanno così non avete di che preoccuparvi, Drakan sta solo corrispondendo con Zenebatos, probabilmente li tiene informati sui nostri movimenti – dice Saphira
– E se non stanno così? – si interroga Zeph – Ma che vado a pensare – dice poi ridendo – Per quanto sia bastardo Drakan ci ha spesso dimostrato la sua lealtà. Anche con il diario sospettavo di lui, ma poi ci siamo chiariti – spiega infine rilassandosi
Proprio in quel momento dalle scale scende Rhea.
Vestita in abiti civili. Anzi, sembra quasi che si sia preparata per una serata galante. Se non fossero le nove del mattino, si potrebbe pensare ad un ballo.
La gonna ampia e vaporosa sembra una nuvola, e Rhea la sta combattendo con tutte le sue forze, per riuscire a camminare senza inciampare. Quando non è impegnata a scostare scocciata il velluto della gonna, si sistema nervosamente il corpetto ricamato, che sembra quasi troppo stretto. Infine, cerca di sistemare anche la cintola di stoffa.
– Nulla da fare, ma portarti degli abiti da civile meno… meno appariscenti? – domanda a se stessa rassegnata. D’altronde, le uniche volte che è costretta ad indossare abiti civili, è quando va a dei balli di corte, quindi, tanto vale esser pronti a qualsiasi evenienza. Sconsolata si guarda per l’ennesima volta, è davvero ridicola, e poi, quel colore bluastro cangiante le sta davvero male. Raccoglie malamente i capelli in una coda, e riprende a scendere gli scalini. Non si è accorta che i suoi compagni la stanno fissando sconvolti.
– Rhea, dove stai andando? – domanda Zeph confuso
– A casa – replica brevemente lei, appigliandosi alla ringhiera della scala, per non cadere. Ci mancavano solo i tacchi delle scarpe.
– A casa? – domanda lui, scattando per sorreggerla
– Sì, sono inutile qui, vado a cercarmi un lavoro normale – sorride lei, nascondendo una smorfia di dolore per la caviglia
– No, avevi detto che saresti restata –
– Ho detto che ci avrei pensato – mugugna in risposta, accettando la mano del ragazzo, per compiere gli ultimi scalini. Lo sguardo triste di Zeph la intenerisce a tal punto, che lo abbraccia e gli sussurra – Su, è da troppo tempo che rischio la vita senza un motivo… lasciami andare –
– Umh, non vorrei… ma se non te la senti, forse è meglio per te – mormora in risposta lui, sperando in un ripensamento
– Ma allora, basta? Te ne vai così? – domanda Leonard avvicinandosi, per cercare di convincerla a desistere
– Sì, ma non fare quella faccia, vi scriverò! – promette lei, stringendo la mano di Leonard come per confortarlo. Raramente Rhea ha cercato il contatto fisico, ma ultimamente sembra davvero non poterne fare a meno. Anche Celine e Shana le si avvicinano, e si limitano ad abbracciarla. A volte è meglio il silenzio.
– Ragazzi, su! Non sono mica in fin di vita. Stiamo solo prendendo strade diverse, no? Mi farebbe molto piacere, se mi teneste aggiornata… ad esempio, quando troverete un nuovo portatore per il mio… per lo Spirito del Drago Blu – si corregge subito. In fondo, è ancora una tua scelta, si dice risoluta. Ci ha riflettuto a lungo, nonostante la sbronza. La mattina si è svegliata abbastanza riposata. Probabilmente l’aver vomitato subito, ha eliminato gran parte dell’alcool in corpo. Fatto sta che ha avuto tempo per pensare, ed arrivare alla decisione di andare a casa, tornare a lavorare a Kadessa, e fingere che non sia mai successo nulla.
– Quello è poco ma sicuro – afferma Celine, asciugandosi una lacrima
– Unh, mi raccomando. Che non sia un altro musone come Drakan – esclama Rhea, prima di rivolgersi a Saphira – Vorrei ringraziarti. Per la chiacchierata – le dice semplicemente
– Di nulla, a tua disposizione – replica la ragazza con un’alzata di spalle. Shana guarda prima Rhea poi Saphira, per poi scrollare le spalle e decidere che, in fondo, non le interessa.
Dopo i vari saluti, Rhea si incammina lentamente verso la Furia Regina. Il vestito continua a darle fastidio, tanto che, esasperata, raccoglie alla meno peggio la gonna con le mani, e la solleva attorno ai fianchi per camminare meglio. Finge di non sentire i fischi di apprezzamento di un ragazzino di circa quindici anni, e procede verso il porto. Più volte è tentata di tornare indietro, e riunirsi agli altri. Non è un caso che ogni dieci passi si fermi, si guardi indietro, scuota la testa e riprenda a camminare.
– Avrò davvero fatto la scelta giusta? Magari potevo… seguirli? – si domanda Rhea a voce alta, alla ricerca di una risposta che non è per nulla sicura di avere. Riflette di nuovo, riguardando tutto ciò che le è successo.
Lo spirito l’ha punita. Lei stessa si sente in colpa verso Zeph e gli altri per la sua fuga, ma è decisamente meglio così. Un Dragone instabile, coi poteri limitati è totalmente inutile. Guarda sconsolata il suo bastone, senza Spirito è davvero triste, e quasi un po’ brutto. Sbuffa intristita dalla cosa, prima di trovarsi quasi in ginocchio a causa di una buca. Maledice le sue scarpe, e chi ha deciso che, per essere eleganti, servano i tacchi alti.
Non si accorge che tre ragazzi la stanno osservando. Uno è ridotto ad uno straccio, pallido e pieno di lividi. Gli altri due, invece, sembrano in perfette condizioni
– Ti ho detto che è andato di là – afferma Hyosuke, in tono basso e stentato
– Ma, se ha battuto Key… –
– Siamo organizzati. Possiamo batterlo – li incita Hyosuke, infervorato dalla batosta persa la sera prima.
– Già, ma… –
– Ehi, guardate che carina… – mormora uno degli altri due, indicando Rhea
– Hiroshi, aspetta, quella è la strega di ieri sera! – ringhia Hyosuke infuriato
– La ragazza che… che Key voleva… – balbetta Hiroshi, guardandosi attorno, ha paura che “L’uomo nero” di cui gli hanno parlato sia nei paraggi
– Sembra essere da sola – nota l’ultimo ragazzo
– Hai ragione Ryo, possiamo vendicarci su di lei – propone Hiroshi – Non può essere così forte, guardatela! Non si regge nemmeno in piedi – sghignazza divertito dai vani tentativi di Rhea di camminare coi tacchi
– Nemmeno ieri sera si reggeva in piedi, ma è riuscita a ferire Key – avvisa Hyosuke
– Ma guardala, che pasticcino. Non farà del male ad una mosca – commenta Ryo.
I tre decidono di seguirla, più per esser realmente certi che “l’uomo nero” non la stia accompagnando.
Lei, ancora non si è accorta di nulla. Sta, anzi, litigando con del fango che le si è appiccicato alle scarpe.
– Maledetto, maledetto e ancora maledetto fango – impreca Rhea, guardando sconsolata le scarpette eleganti, macchiate e sporche.
Riesce ad arrivare al porto con un largo anticipo, nonostante tutto. Guarda sconsolata le sue scarpe. Scomode saranno anche scomode, ma erano davvero carine.
Un po’ di vanità femminile la costringe a cercare di ripulirle alla fontana del porto. Ma è troppo agitata, ed una delle due calzature le cade sul fondo.
Sbuffa infastidita, e sta meditando su come può fare a riprenderla senza farsi il bagno, quando un ragazzo le si avvicina. È biondo e con gli occhi azzurri. La mascella pronunciata e lo sguardo deciso, Rhea vorrebbe scoppiare a ridere. Tutti i suoi sproloqui sul principe azzurro, e le si presenta un damerino inamidato di fresco.
– Salve! – esclama giovale il ragazzo, tendendole una mano – Serve aiuto? – domanda poi, facendo un breve inchino.
– No, grazie, so arrangiarmi da sola – replica brevemente Rhea, tornando a fissare sconsolata la scarpa annegata.
– Sicura? Non ho cattive intenzioni… – mormora avvicinandosi
– Sicurissima, non mi serve un cavalier servente… non mi serve proprio nessuno – replica scocciata. Possibile che nessuno capisca mai quello che dice? Ryo fa una strana smorfia, e sta per dirle qualcosa, ma si trattiene. Affonda il braccio nell’acqua e le recupera la scarpa.
– Visto, non sono così cattivo – afferma porgendogliela
– Umh, grazie – ringrazia titubante e sospettosa la ragazza
– Che ne diresti di… –
– No! –
– Ma, se non sai nemmeno… –
– Se mi hai recuperato questa – replica Rhea alterata, sventolando la scarpetta con veemenza – nella speranza di qualche ricompensa, potevi lasciarla dov’era. Io non ti ho chiesto nulla! – sbotta infastidita. Il ricordo di Key è ancora troppo presente, per farla parlare più razionalmente.
– Hyosuke aveva ragione, sei davvero una strega – borbotta infastidito il ragazzo
– Hyosuke… il deficiente della locanda? – domanda acida Rhea, possibile che li incontri tutti lei? È solo in quel momento che si accorge che il “deficiente” è presente, e con lui anche un altro sconosciuto.
– Ho capito, siete venuti per vendicarvi… ma cercare Drakan sembra così brutto? Quel maledetto, è sempre colpa sua se finisco in queste situazioni – esclama esasperata. È così al limite, che da uno spintone a Ryo, facendolo quasi cadere nella fontana – Lasciatemi in pace, stupidi scimmioni – ringhia rivolta anche agli altri due. Impugna il bastone ed un pugnale, pronta a dar battaglia – Ieri sera ero ubriaca, oggi sono vestita in una maniera scomodissima… perché non mi cercate quando posso dare il meglio? Ma non sarà un problema – ghigna poi – avevo giusto bisogno di sfogarmi. Fatti sotto, damerino – intima poi a Ryo, continuando a sorridere sarcastica.
– Altro che strega, questa è una stupida – afferma il ragazzo esterrefatto, raccogliendo la sfida e tirandole un calcio alla gamba. Anche l’altra scarpa di Rhea cade a terra, mentre la ragazza schiva il calcio volando, restandone colpita solo di striscio.
– Cosa diavolo… – riesce a borbottare Ryo, prima di vedersi lanciare contro una sfera di ghiaccio.
– Sorpresa, l’indifesa donzella ti riempirà di legnate – afferma Rhea riscendendo a terra. Ryo ha la gamba destra completamente congelata. – Bene, bene, bene – commenta atona – potrei farti quello che più mi aggrada. Spezzarti la gamba – e detto questo, muove il bastone, facendo stringere il ghiaccio intorno alla gamba dello sventurato – Oppure, potrei… unh… spezzarti un braccio? – un colpo alla schiena la fa cadere in avanti. Anche Hiroshi ha deciso di intervenire.
– Due contro uno… ed io sono una ragazza… siete sleali – piagnucola Rhea, restando accasciata a terra. Hiroshi sembra quasi pentito dall’attacco alle spalle. Vedere una ragazza piangere, pare che abbia uno strano effetto sui componenti dell’altro sesso. Lui, infatti, si avvicina incautamente a Rhea, che ne approfitta per colpirlo al ginocchio col bastone, facendolo cadere a terra
– Carogna! – riesce a strillare il ragazzo, tenendosi la rotula fra le mani
– Ingenuo… non riesco a credere che cadiate in questi trucchetti elementari – afferma Rhea, scuotendo la testa. Nessuno dei due dilettanti è più una minaccia per la ragazza, che si volta lentamente verso Hyosuke.
Come spettatori di tutta la vicenda, ci sono solo i gabbiani, ed è quasi un peccato. Il vestito è solo un po’ sgualcito, e Rhea lo risistema con le mani, facendo scivolare per bene la gonna, da una spolverata al corpetto, e riallaccia la cintola di stoffa. Con molta calma riprende le sue scarpe ed asciuga quella bagnata, facendo evaporare l’acqua, poi le indossa.
– Be’, che hai da guardare? – domanda poi a Hyosuke – Ne vuoi anche tu? –
– Assolutamente no – replica spaventato il ragazzo, senza però riuscire ad allontanarsi
– Credevate che solo Drakan riuscisse a difendersi? Perché appaio sempre così indifesa? – borbotta l’alata, tirando la manica del vestito per toglierle eventuali pieghe. Alza gli occhi e li punta sul ragazzo
– Tu, tu dovevi farmela pagare… mi ricordo. Mi avresti colpita senza esitazioni, mentre i due tuoi compari mi tenevano immobilizzata. Che gran coraggio Hyosuke, complimenti! – inizia lei in tono assolutamente freddo – Sai, credo che ricambierò il favore. Drakan ti ha conciato per le feste, ma io non mi sento… soddisfatta. Non ti sei rotto nemmeno un ossicino… mentre ai tuoi compagni è andata peggio – la constatazione di Rhea mette in allarme Hyosuke, che inizia ad arretrare lentamente – Credi di poter scappare? – domanda ironica, avanzando verso di lui con passo cadenzato. Il ticchettio delle scarpe sulle pietre del porto è un ennesimo segnale di pericolo. Senza riflettere, Hyosuke si lancia contro Rhea, armato ti pugnale, probabilmente mosso solo dalla paura, e riesce a colpirla al viso. Un taglio si disegna sulla guancia della ragazza, iniziando a sanguinare debolmente. Lo sguardo di Rhea diventa di ghiaccio, mentre afferra la mano dell’aggressore e la congela. Congela tutto il braccio, e continua fino a quando non è arrivata al collo.
– Basta, potrei ucciderti, ma un verme come te non mi infastidirà più, vero? – afferma, continuando a fissarlo negli occhi. Un debole e terrorizzato cenno d’assenso la fa desistere dai suoi istinti omicidi – Non sono un’assassina, se non per necessità… ringrazia. Altrimenti saresti morto – afferma gelidamente, prima di spintonarlo e farlo cadere a terra – Non sono un’assassina, ma sono crudele… vi scongelerete da soli sotto il sole. Io ho finito – annuncia poi, allontanandosi ed andando ad imbarcarsi.
Nel frattempo, alla locanda, Zeph vede di sfuggita Drakan che sta per salire ai piani superiori, senza nemmeno farsi notare, e lo chiama appena in tempo
– Drakan, vieni qui, presto. È successa una cosa gravissima – esclama agitato Zeph attirando la sua attenzione – Rhea ha deciso di andarsene. Non vuole più restare con noi – aggiunge poi tutto agitato
– E allora? Non è un dragone, per quanto mi riguarda può fare quello che vuole – risponde lui riprendendo a salire le scale
I ragazzi restano senza parole, tutto il discorso fatto prima non ha senso. Drakan è sempre il solito insensibile, cinico e bastardo di sempre.
– Bene, finalmente mi sono liberato di quella inutile peste! – esclama ad alta voce, quasi troppo alta per non sembrare forzata – Già, mi sono liberato di quella infantile – continua poi, togliendosi le armi e scaraventandole per terra – Lei se ne sta andando per sempre, non la avrò più fra i piedi, non dovrò più sopportare i suoi inutili piagnistei e le sue sciocche scenate. Non dovrò più vederla… perché non mi sento soddisfatto, allora? – si domanda, togliendosi il cappotto e lanciandolo sulla sedia. Lo Spirito Blu scivola fuori dalla tasca, cadendo sul pavimento – Rhea se n’è finalmente scappata, sono mesi che non desidero altro che questo – afferma, raccogliendo la sfera fra le mani ed osservandola – eppure non sono felice… – si butta sul letto, e porta le mani alla nuca. Osserva il soffitto senza dire nulla, si limita a lasciar a briglia sciolta i suoi pensieri. Una cosa che raramente si permette di fare. Con un gesto quasi di stizza, da uno strattone alla catenella cui è appeso il suo strano ciondolo e, fissandolo, esclama
– Non voglio far la tua stessa fine, passare tutta la vita pensando a quello che si è perso non porta niente, se non tristezza. Senza contare di come mi hai mollato – dopo qualche istante di pensieri contrastanti che gli passano per la mente
– Odio essere un essere umano, sono troppo deboli e fragili. Si fanno comandare troppo spesso dall’irrazionalità. Perché fare un dramma della morte di quel… quel Led? – si domanda – Era un Dragone, è ovvio che stesse rischiando la vita. Che senso ha questo attaccarsi alle altre persone per vivere? Sono solo dei punti deboli, attaccabili dal nemico. Se si è soli, si deve pensare solo per se stessi. Non devo preoccuparmi di salvare la vita a stupidi mocciosi che non capiscono nulla… e nemmeno di salvarla a quell’alata fastidiosa e attaccabrighe. Perché c’è questo bisogno di compagnia? Io non ne sentivo… non ne sento il bisogno. No! Non ne sento assolutamente il bisogno – esclama risoluto, cacciando lo Spirito Blu in tasca, come a nasconderlo alla propria vista – Non ho bisogno che una ventenne seccante, molesta e piagnucolosa mi stia attorno, non ce la voglio… no… non la voglio proprio vicina. È un bene che se ne sia tornata sulla Furia Regina! – afferma sbattendo un braccio sul materasso – Bene! Visto, non era tanto complicato, ieri sera sono solo stato mosso a… a… compassione. Rhea era ubriaca, avrei aiutato nello stesso modo una sconosciuta… forse non sarei stato così violento – ammette lentamente, molto lentamente, a se stesso. Fa una fatica tremenda a confessare certe cose. Gli balena davanti agli occhi l’immagine di Key, piegato su Rhea. Vicino, troppo vicino al viso della ragazza – Ho spezzato la schiena a quel verme che ha osato toccarla – ringhia poi, infuriandosi ancora per ciò che è successo. Se deve essere sincero, non sa bene perché gli dia così tanto fastidio. La sola idea di quello che sarebbe potuto accadere, se non fosse intervenuto, gli manda il sangue alla testa. A ripensarci, quasi si pente di non aver finito quel disgraziato.
– No! Non dovrei nemmeno pensarlo – si intima poi – Uccidere una persona per così poco… quanto sono caduto in basso a causa di quell’alata? È meglio che non sia qui, non vorrei mai commettere qualche sciocchezza solo per… Al diavolo! So già che me ne pentirò… spero solo che le conseguenze per la missione non siano funeste – esclama alla fine del monologo, recuperando cappotto ed armi.
Intanto i ragazzi sono ancora li seduti al tavolo a pensare ad una soluzione quando, pochi minuti dopo, Drakan ridiscende
– Tra massimo trenta minuti si riparte, quindi vedete di farvi trovare pronti. Il diario ha scritto dove dobbiamo andare – dice lui mentre esce di gran carriera dalla locanda senza degnarli di uno sguardo e senza dare risposta ai richiami dei ragazzi
Rhea nel frattempo è appena risalita sulla Furia Regina che sta lasciando il porto per tornare a Fletz. Non ha voglia di richiudersi di nuovo in cabina, ne di stare a poppa, un bagno le è bastato. Decide quindi di andare a prua, con se ha solo la sua sacca con pochi oggetti ed i vestiti da battaglia.
Drakan arriva appena in tempo per salire anche lui, con un poderoso balzo. La nave ha già tolto tutti gli ormeggi e la passerella, ed inizia proprio ora ad allontanarsi dalla costa
Un marinaio fa per fermarlo, ma lo riconosce appena in tempo per evitare di esser scaraventato da qualche parte. Drakan sta nervosamente cercando Rhea sulla poppa della nave e, non trovandola, opta per le cabine sotto coperta. Come un pazzo bussa a tutte le cabine, senza però ottenere nulla. Esce, allora, nuovamente all’aperto e la vede nello stesso posto dove, lui stesso, ha passato gran parte dell’andata.
– Rhea… – la chiama Drakan mettendole una mano sulla spalla per farla girare
– Drakan – esclama lei girandosi sorpresa di vederlo – Che ci fai qui? – aggiunge poi quasi impaurita
– È una domanda che dovrei farti io – le risponde lui a tono
– Cosa vuoi ancora da me? Ti ho ridato lo spirito, non ho più nulla a che fare con te. Lasciami in pace – gli risponde nervosamente lei
– E cosa vuoi fare? Scappare, come al tuo solito? Non otterresti nulla, come le altre volte, saresti semplicemente di nuovo sola, in fuga e con un bel carico di rimpianti. Ed inoltre, anche se scappi, non risolvi comunque i tuoi problemi, dovresti affrontarli – replica Drakan con tono serio
– Cosa hai detto? Ma come ti permetti di giudicarmi! Non osare più dirmi quello che devo o non devo fare o, ti giuro, la prossima volta non te la cavi con una ciocca di capelli congelata – gli urla contro togliendosi la sua mano di dosso e facendo dei passi indietro pronta ad attaccare.
Drakan le si avvicina per niente preoccupato e le prende il polso della mano. La stessa mano che Rhea tiene pronta per lanciargli un incantesimo, e le mette sul palmo lo spirito di Dragone
– Non me ne frega niente... ti voglio con me. Ora non fare domande e fai quello che ti dico – detto questo la tira a sé, ed appoggia la propria testa su quella dell’alata, che è totalmente sconcertata ed incapace di muoversi. Lo spirito le brilla in mano e il suo volto dimostra tutto lo stupore del momento.
Dopo qualche secondo Drakan si stacca da lei, le raccoglie la borsa e si avvia verso la prua
– Allora? Forza, vieni – la incita lui, Rhea non crede a quello che sta succedendo e lo segue, con ancora le braccia protese verso di lui
A metà strada però si accorge che ormai sono già a qualche centinaio di metri dalla costa e quindi fa una piccola deviazione verso la cabina di comando proprio li di fianco. Il comandante non è molto contento di fare dietro–front, ma lo conosce da molto tempo e, soprattutto, conosce la rapidità con cui estrae ed usa le sue spade.
Dopo pochi minuti due marinai sono a poppa pronti a ri–ormeggiare la nave e predisporre la passerella, a debita distanza di sicurezza gli altri passeggeri osservano la coppia scendere dalla nave ed allontanarsi.
Il terreno non è il massimo, Drakan ha sempre il suo solito passo e Rhea inciampa, anche a causa delle calzature non adatte, nel tentativo di stargli dietro
– Puoi aspettare qualche minuto? Mi sono fatta male e non riesco a camminare – gli chiede lei massaggiandosi la caviglia dolorante, precedentemente infortunata alla locanda
– Nessun problema – è la risposta di Drakan, che le si avvicina e la prende in braccio, dirigendosi con passo spedito verso la locanda
Rhea è ancora più sorpresa, non sa cosa dire ne pensare, l’unica cosa che riesce a fare è guardare il volto di Drakan che, invece, non la degna di uno sguardo. Appena arrivati alla locanda, Drakan entra ed appoggia lentamente Rhea, che ha ancora uno sguardo simile a quello che avrebbe qualcuno quando vede un fantasma, a terra davanti ai ragazzi ancora seduti al tavolo di prima. Zeph stava versando da bere a Saphira, ma alla vista dei due non si accorge che sta rovesciando tutta la bevanda allagando il tavolo, anche gli altri li guardano sorpresi.
– Tieni – dice rivolgendosi a Rhea per ridarle la sacca – Vatti a cambiare, sei carina, ma sai che quei vestiti non si addicono a quello che dobbiamo fare – afferma, senza rendersi conto del complimento che le ha fatto.
Rhea, che in quel momento si è tolta le scarpe per non inciampare sui gradini, scivola lo stesso al suono di quella frase, fortunatamente senza farsi niente. Anche i ragazzi li presenti non credono alle loro orecchie. Ormai la brocca che ha in mano Zeph è vuota ed il contenuto sta colando anche dal tavolo addosso ai ragazzi, ma sono tutti a bocca aperta e fissano Drakan con gli occhi sgranati. Lui non fa altro che estrarre il diario dall’interno del cappotto ed aprirlo all’ultima pagina scritta, si avvicina ai ragazzi e lo porge a Saphira, lei è quella che più gli sembra lucida.
Le uniche parole che ci sono scritte sono
~ Da Rouge dovrete trovare il modo di entrare nell’antica Aglis ~
– Non rovinate il diario o ve la faccio pagare. Si riparte appena Rhea torna giù – sentenzia poi, senza fare accenno al comportamento dei ragazzi. Senza dare alcuna spiegazione e andando a sedersi in attesa su una poltrona della locanda che da sul mare lì al piano terra.
Zeph è il primo che si accorge dell’allagamento in corso, forse perché Saphira gli ha appena dato un calcio alla caviglia mormorando sconsolata
– Guarda che ormai hai versato tutto il versabile... –
– Oh… oh! Scusami, scusami! Accidenti, Saphira, scusami! – inizia lui precipitoso, porgendole un fazzoletto.
– Celine, hai visto anche tu? – domanda Shana sconvolta, dandosi un pizzicotto sul braccio
– Credo di sì, se intendi Drakan che porta in braccio Rhea e le dice che è carina… sì, ho visto e sentito anch’io –
– Forse è un’allucinazione di gruppo – afferma Leonard, guardando il proprio bicchiere con sospetto – Sicuro che fosse solo acqua? – domanda poi rivolto a Zeph
– Sicurissimo – annuisce il ragazzo, annusando il suo bicchiere per esserne sicuro – Solo acqua! –
– Ma di può sapere che vi prende? È davvero così strano quello che è appena successo? – domanda Saphira incredula dalle reazioni esagerate dei ragazzi
– Sì! – rispondo praticamente all’unisono loro, annuendo con forza e tenendo gli occhi sbarrati
– Drakan che va a riprendere Rhea! Quando per mesi non ha fatto altro che trattarla male e sembrava che volesse liberarsene! – spiega Celine concitata, quasi strillando dall’emozione.
– Boh, continuo a non capirvi – risponde Saphira incrociando le braccia dopo essersi asciugata un poco dall'acqua che le è colata addosso.
– È colpa del fatto che li conosci da poco. Quando Drakan si è unito a noi io ero già nel gruppo, e ti assicuro che una cosa del genere è assolutamente inspiegabile – spiega Zeph continuando ad asciugare in giro
– Credo che anche per Rhea sia una sorpresa. Avete notato la sua espressione? – chiede sorridendo Leonard
– Dire stralunata è dire poco – ridacchia Shana
– Non che le vostre facce fossero diverse – commenta Saphira
– Saphira, da quanto conosci Drakan? – domanda Shana, leggermente infastidita dai continui appunti della ragazza
– Senti, io sarò anche con voi solo da qualche giorno, ma il vostro comportamento è esagerato. Se poi è vero quello che mi dite, mi sembra la classica storia di due che si odiano a morte per molto tempo, ma poi non riescono più a fare a meno l'uno dell'altra – spiega lei alzando il tono di voce
– Ehi... non ti scaldare per niente. Non serve esser così aggressivi, e comunque non mettere in dubbio le nostre parole. È ovvio che quello che diciamo è vero, non abbiamo motivo di mentire – risponde Celine alterandosi un po’
– Ok, ho capito. Fai finta che non abbia detto niente – conclude Saphira placando la tensione che si sta creando
– Chissà per quale motivo l'ha fatto... Non posso credere che sia tutta farina del suo sacco. Per me c'è sotto qualcosa – commenta Leonard con aria pensierosa, non ascoltando molto il discorso degli altri
– Potrebbe essere, però, non lo so. Non mi convince – risponde Zeph ripensando anche lui all'accaduto
– Scusate, non potrebbe essere che, semplicemente, Drakan abbia deciso che è meglio essere in tanti date le istruzioni del diario? – interviene Saphira
– Ma così ci rovini tutto il pathos... no no, è più bello pensare che finalmente quei due staranno insieme – dice Shana fantasticando, mentre guarda il soffitto con le mani giunte sotto la gola
– Ragazzi, non fatele più bere nulla, mi sono spiegato? – risponde Zeph
– Uff, noioso... – risponde lei alla provocazione, mettendo il broncio e girandosi dall’altro lato mostrandogli la schiena
– Shana ha ragione, magari è come ha detto Saphira... loro due si amano! – esclama Celine sognante – Il bruto scorbutico redento dalla tenera donzella... –
– Tenera donzella? – ride Zeph, quasi soffocandosi con l'acqua che stava bevendo
– Donzella? Rhea?! Ok, niente bevande nemmeno per Celine – anche Leonard scoppia a ridere inconsultamente – Rhea... tenera – riesce a balbettare fra una risata e l'altra – Ma siamo sicuri di star parlando della stessa persona? –
– Dai su. Intanto è inutile rimuginare su quello che abbiamo visto e pensiamo dell’intera faccenda. Chiediamo prima a Rhea cos'è successo tra loro e poi, forse, agiremo di conseguenza. L'importante è che Rhea sia di nuovo con noi – risponde Shana risollevando il dialogo ad un livello più costruttivo
– Hai ragione... e forse ora Rhea tornerà la solita alata di prima. Sempre se si riprenderà dallo shock causatole da Drakan – aggiunge Celine mettendosi a ridere
– Ok, Io, comunque, sono pronta a partire anche adesso. Anzi, per darvi meno fastidio vado a saldare il mio conto con la locanda e vi aspetto sugli sgabelli del bancone –
Appena i ragazzi smettono di ridere e Saphira si sistema al bar, ecco che si sente il tintinnio delle armi di Rhea. L'alata sta lentamente scendendo le scale ed ha con sé tutte le sue cose.
È ancora scossa dall’accaduto e guarda verso il pavimento, ma, accorgendosi di essere tra i suoi amici, fa un respiro profondo ed esordisce
– Allora? Avete visto? Sono come l’erba cattiva, non vi potete liberare di me tanto facilmente –
– Oh, finalmente la mia solita Rhea è tornata – risponde Zeph contento di rivederla andando subito ad abbracciarla.
Anche Shana e Celine si uniscono a lui per salutare Rhea. Poi, prese tutte le loro cose, finalmente possono pagare insieme il conto della locanda.
Mentre tutti gli altri stanno uscendo, Rhea si attarda un momento. I ricordi della sera prima, anche se vaghi, le ritornano lentamente davanti agli occhi. Guarda con sospetto e timore lo sgabello su cui si è accomodata per bere e dimenticare le proprie disgrazie, e osserva con rabbia i segni nelle pareti di legno. Riconosce abbastanza bene le tacche lasciate dalla sua spada, ed anche della sfera di ghiaccio. Nota anche un paio di tavoli nuovi, non ricorda bene perché… Drakan aveva fatto volare uno dei suoi aggressori, quello lo ricorda bene. Ma non avendo assistito allo scontro con Key non sa quanti danni sono stati fatti al locale. Scuote la testa rassegnata, quella mattina era troppo presa dai suoi pensieri e non aveva notato queste cose. Ma ora si sente di nuovo meglio e si avvia per raggiungere gli altri.
Quando le manca solo qualche passo per uscire si ferma un attimo sull'uscio, sentendo una presenza dietro di se. È Drakan, che le sta a dieci centimetri di distanza, aspettando che lei si decida a varcare la soglia della locanda. Rhea si blocca per un istante, e non riesce a fare altro che inarcare leggermente il collo, portando la testa all’indietro. Si ritrova a sbattere il capo contro lo sterno del ragazzo, e finalmente realizza che dietro di lei c’è effettivamente Drakan. Lui abbassa a sua volta leggermente il volto, per incrociare lo sguardo di Rhea, ma non dice nulla e resta immobile ad osservarla.
Non lo sa nemmeno lei il perché, ma si trova con le guance in fiamme ed incredibilmente imbarazzata. Lentamente rimette la testa in posizione normale e, tesa come una corda di violino, guarda leggermente verso il basso camminando verso i ragazzi.
Loro sono sempre più incuriositi da quello che può esser successo tra i due, ma non osano aprire bocca.
Drakan recupera il diario da Saphira, si accoda dietro al gruppo, e tutti insieme si avviano verso il mare, dato che è stata questa l'ultima indicazione data dal diario.
Drakan nota che l'alata non si muove e non parla più... fa ancora tre passi verso la locanda, ma poi si ferma. Scuote la testa, e riprende a camminare, ma fatti altri due passi si ferma nuovamente. Si volta a guardare Rhea, ancora immobile. Drawol le è accucciato accanto, e sembra non aver intenzione di andarsene.
Fa per muoversi verso la locanda, prima di emettere un verso di stizza e, passandosi le mani fra i capelli, ritorna sui suoi passi.
Osserva Rhea, decidendo se sia il caso o meno di prenderla in braccio e di riportarla nella sua stanza. Se la lascia nel bosco da sola, in quelle condizioni, di certo qualche bestia selvatica se la mangia in un boccone.
La tentazione di lasciar Drawol di guardia è parecchia, ma alla fine rinuncia. Il drago non è abituato a combattere per difendere qualcuno svenuto.
Indeciso su come sollevar la ragazza, Drakan cerca di caricarsela sulle spalle come un sacco di patate.
Ma appena cerca di sollevarla, Rhea si muove inconsultamente, aggrappandosi con le braccia attorno al collo del ragazzo. Sfumata l’idea del sacco di patate, Drakan è praticamente costretto a passarle un braccio sotto le ginocchia, l’altro dietro alla schiena, e sollevarla di peso.
Stufo marcio della serata, si avvia definitivamente verso la locanda.
Quando varca la soglia, nota che ci sono diverse persone riunite alla locanda, tra cui il capo–villaggio, altri stanno raccogliendo i quattro sventurati che hanno avuto a che fare con Drakan, per portarli alla clinica medica. Il ragazzo, completamente impassibile, sta per raggiungere le scale per il piano superiore, ma viene chiamato dal capo–villaggio. I due vecchietti che si sono trovati Hyde sul tavolo, infatti, lo stanno indicando mentre parlano con lui descrivendogli l’accaduto. Altre due persone stanno cercando di sistemare alla meglio il trambusto creato dallo scontro
– Non ho tempo ora.. ci penserò domani – risponde Drakan senza nemmeno stare a sentire cosa ha da dire. Le scale sembrano risvegliare l'alata, che si appiglia saldamente al collo di Drakan. Mugugna qualcosa di incomprensibile, prima di riuscire a dire un esplicito
– Kairan, mettimi giù... – e poi si riaddormenta di nuovo, senza dar segno di aver capito chi la stia realmente portando in braccio
Arrivato in camera di Rhea, Drakan la distende sul letto. Poi se ne torna nella propria stanza. Per farlo, però, deve passare davanti alle camere di tutti gli altri suoi compagni e quindi si accorge della presenza di Saphira che, attirata dalle urla di Rhea e dei quattro aggressori, era uscita per vedere cosa stesse succedendo. Lo sta fissando incuriosita, come a volergli chiedere qualcosa, ma visto la situazione evita di parlare ed abbassa lo sguardo. In quel momento Shana e Celine rientrano dal balcone che da verso il bosco e, tutte eccitate, esclamano
– Saphira, Saphira, hai visto Drakan e Rhea che… – le due si bloccano di colpo notando che Drakan è ancora nel corridoio ed ha sentito tutto, anche se sta facendo finta di nulla. Rientrando nella propria stanza, Saphira porta la mano alla fronte e scuote la testa. Le due ragazze si guardano imbarazzate in silenzio.
Shana e Celine vorrebbero andare a parlare con Rhea, e si dirigono di corsa alla sua porta
– Lasciatela in pace, è svenuta – afferma Drakan lapidario, prima di chiudersi in camera sua. Le due ragazze si bloccano immediatamente, e si voltano, ma trovano solo lo sguardo ammonitore di Saphira, che ha sporto la testa oltre la porta.
– Ha ragione, non mi sembra il caso… – commenta, prima di chiudersi definitivamente la porta alle spalle, lasciando le due ragazze nel dubbio di cosa fare. Deluse e allarmate, anche loro si dirigono nelle loro camere, sperando di scoprire qualcosa la mattina successiva.
Il mattino seguente sembra una replica della sera, Rhea è chiusa in camera sua, Drakan non si fa vedere ed i ragazzi sono al solito tavolo a fare colazione, questa volta però l’argomento è proprio Rhea e Drakan.
– E l’ha portata in braccio, capite? – spiega Celine, mimando la posizione in cui Drakan a riportato Rhea in camera.
– In braccio? – Zeph è sconvolto, così sconvolto che lascia cadere il pezzo di pane imburrato sul tavolo.
– Sì… ma non sai la cosa più inquietante – aggiunge Shana – Ci ha detto di lasciarla in pace –
– Impossibile – sbotta Leonard. Ok raccontar spacconate, ma questo è ai limiti della realtà
– Te lo giuro – assicura Celine, sbattendo una mano sul tavolo
– Già, l’ho sentito anche io – mormora Saphira – Non che abbia usato un tono preoccupato. È stato un ordine secco, ma… è strano che l’abbia detto –
– Non capisco. Drakan ha detto che Rhea non è più un Dragone, e che non ha interesse alcuno. E, dal suo punto di vista, è corretto –
– Già, e se ci pensate, più di una volta non è accorso in suo aiuto. Si è sempre limitato a salvarle la vita quando era strettamente necessario. Altrimenti, l’ha sempre lasciata in balia di se stessa – commenta pensieroso Zeph, ripensando al passato. Il calcio che Drakan diede a Rhea nella torre di Hellena è una prova abbastanza schiacciante. Insomma, poteva trovare altri modi, ma non ci è andato coi guanti di velluto. Ed in quel momento, Rhea era un Dragone a tutti gli effetti.
– Voi, voi avete capito che cosa è successo a Rhea ed al Dragone? –
– Credo che ci sia qualche problema di incanalamento della magia – spiega Saphira, ripensando a quanto ha sentito sia da Rhea che da Drakan
– Detta in parole povere… Rhea non riesce più ad usare lo Spirito? – semplifica Leonard
– Esattamente. Quindi è per questo che Rhea ha ridato a Drakan il dragone –
– Già… e non capisco perché Drakan l’abbia aiutata. Non sembrava ferita, non sanguinava. Chissà cosa le è successo e perché è svenuta – si domanda Shana
– Era bagnata… magari ha rischiato di annegare – butta lì Saphira, cercando ti ricordare tutti i possibili elementi della scena.
– Ma, siamo lontani dalla costa, e Rhea non è stata abbastanza nella foresta, per averla attraversata tutta, rischiare di annegare in mare, esser salvata e riportata indietro – esclama Celine
– Già, quando l’ho vista uscire, mi sembrava barcollasse… ma era buio, e non ne sono sicura – racconta Shana
– Inutile pensarci, se non ce lo dicono lei o Drakan, non lo sapremo mai. Piuttosto, a me preme sapere perché l’ha aiutata? – insiste Zeph, cercando di non divagare col discorso
– Magari Drakan, sotto sotto, tiene a Rhea – è Saphira a parlare, e rimane stupita quando cala un improvviso silenzio. Tutti la guardano con gli occhi sgranati, come se avesse appena dichiarato di essere il Nemico in persona – Che c’è? Ho detto qualcosa di grave? – Zeph è il primo a scoppiare a ridere, seguito a ruota da tutti gli altri
– Saphira, si vede che conosci poco Drakan… non gli interessa nulla, se non dei Dragoni e del diario –
– Affezionarsi a qualcuno? Quello? Figurati… – commenta Shana, leggermente disgustata
– Se ha fatto così, è solo perché crede che Rhea possa ancora essergli utile –
– Utile? In cosa? Ha rifiutato coscientemente lo spirito – sbotta Saphira infastidita, non le piace essere trattata come una sciocca
– Chi lo sa? Ti sembra una persona chiacchierona ed aperta? Che si confida? Chissà che piani ha, magari cose che noi non conosciamo – domanda Leonard schietto
– In effetti hai ragione… ma lo stesso non vedo che utilità potrebbe avere Rhea – ammette lei confusa.
Poco dopo Drakan scende al pian terreno e fa per uscire dalla locanda, ma si blocca appena scorge con la coda dell’occhio Saphira
– Se non sbaglio hai scritto delle lettere da spedire, giusto? – le chiede lui
– Si, ma… – risponde lei
– Hai trovato un punto di raccolta? – chiede lui interrompendola
– Stavo proprio per dirti che non ne ho ancora trovati. Ma, se hai pazienza, dopo ne vado a cercare uno – risponde lei seccata dei modi bruschi di Drakan – Hai forse qualcosa da spedire anche tu? – chiede poi curiosa
– Può darsi – risponde lui fissandola come a chiedersi se si può fidare di lei
– Non ti preoccupare, non sono un’impicciona e non leggerò le tue cose – risponde lei rassicurandolo
– Non è questo il problema, comunque grazie – questa è la sua risposta e le porge una busta. Dopo di che esce senza dire dove sta andando
Saphira osserva la lettera, è di una strana carta filigranata con simboli a loro sconosciuti, sopra non c’è scritto alcun indirizzo, ne i dati del mittente e del destinatario, è completamente bianca se non per una strana “A” scritta con un colore blu – violetto cangiante al centro della busta ad occuparne metà della superficie.
– Che razza di lettera è? – chiede Leonard seduto vicino a lei, osservando quella strana lettera a sua volta
– Non ne ho idea, è la prima volta che ne vedo una. Boh… comunque mi ha chiesto di spedirla. Saprà cosa sta facendo, altrimenti, che si arrangi. – risponde lei per niente interessata, la spedirà così come sta senza farsi domande
Zeph gliela porta via di mano prima che Saphira la riponga nella sua borsa insieme alle sue lettere, e la apre.
– Che combini? Non è corretto quello che stai facendo, e poi, se ne accorgeranno che qualcuno l’ha aperta? – lo sgrida lei
– Non ti preoccupare, la busta non è sigillata. Chiunque potrebbe aprirla, e poi, si comporta in modo troppo strano. Vorrei capire se è colpa di queste lettere, in parte il suo cambiamento è avvenuto dopo aver ricevuto posta a Fletz prima della partenza – spiega lui mentre gira e rigira il foglio all’interno della busta, anch’esso della stessa carta e completamente bianco. Anche guardandolo controluce l’unica cosa che si notano sono i simboli della filigrana.
– Ma che razza di lettera è? Completamente bianca. Non c’è scritto assolutamente nulla – si chiede poi
– Da qua e lascia stare – dice Saphira riprendendosi lettera e busta per rimetterle apposto – È evidente che non è una lettera comune quindi inutile che rischi di farti scoprire – aggiunge lei
– Per usare un sistema del genere, chissà cos’ha da nascondere – pensa a voce alta Leonard
– Sta sicuramente comunicando con qualche personaggio di alto rango – risponde Shana con le braccia incrociate mentre gli altri la guardano con faccia sorpresa – Ho visto quel tipo di lettera una sola volta e l’ha spedita il principe Alexander a suo padre, che si trova nell’alto consiglio a Zenebatos. Nemmeno a me ha detto cosa conteneva, quindi c’era qualcosa di veramente importante. Mi spiace, non so dirvi di più – conclude lei
– Visto? Se le cose stanno così non avete di che preoccuparvi, Drakan sta solo corrispondendo con Zenebatos, probabilmente li tiene informati sui nostri movimenti – dice Saphira
– E se non stanno così? – si interroga Zeph – Ma che vado a pensare – dice poi ridendo – Per quanto sia bastardo Drakan ci ha spesso dimostrato la sua lealtà. Anche con il diario sospettavo di lui, ma poi ci siamo chiariti – spiega infine rilassandosi
Proprio in quel momento dalle scale scende Rhea.
Vestita in abiti civili. Anzi, sembra quasi che si sia preparata per una serata galante. Se non fossero le nove del mattino, si potrebbe pensare ad un ballo.
La gonna ampia e vaporosa sembra una nuvola, e Rhea la sta combattendo con tutte le sue forze, per riuscire a camminare senza inciampare. Quando non è impegnata a scostare scocciata il velluto della gonna, si sistema nervosamente il corpetto ricamato, che sembra quasi troppo stretto. Infine, cerca di sistemare anche la cintola di stoffa.
– Nulla da fare, ma portarti degli abiti da civile meno… meno appariscenti? – domanda a se stessa rassegnata. D’altronde, le uniche volte che è costretta ad indossare abiti civili, è quando va a dei balli di corte, quindi, tanto vale esser pronti a qualsiasi evenienza. Sconsolata si guarda per l’ennesima volta, è davvero ridicola, e poi, quel colore bluastro cangiante le sta davvero male. Raccoglie malamente i capelli in una coda, e riprende a scendere gli scalini. Non si è accorta che i suoi compagni la stanno fissando sconvolti.
– Rhea, dove stai andando? – domanda Zeph confuso
– A casa – replica brevemente lei, appigliandosi alla ringhiera della scala, per non cadere. Ci mancavano solo i tacchi delle scarpe.
– A casa? – domanda lui, scattando per sorreggerla
– Sì, sono inutile qui, vado a cercarmi un lavoro normale – sorride lei, nascondendo una smorfia di dolore per la caviglia
– No, avevi detto che saresti restata –
– Ho detto che ci avrei pensato – mugugna in risposta, accettando la mano del ragazzo, per compiere gli ultimi scalini. Lo sguardo triste di Zeph la intenerisce a tal punto, che lo abbraccia e gli sussurra – Su, è da troppo tempo che rischio la vita senza un motivo… lasciami andare –
– Umh, non vorrei… ma se non te la senti, forse è meglio per te – mormora in risposta lui, sperando in un ripensamento
– Ma allora, basta? Te ne vai così? – domanda Leonard avvicinandosi, per cercare di convincerla a desistere
– Sì, ma non fare quella faccia, vi scriverò! – promette lei, stringendo la mano di Leonard come per confortarlo. Raramente Rhea ha cercato il contatto fisico, ma ultimamente sembra davvero non poterne fare a meno. Anche Celine e Shana le si avvicinano, e si limitano ad abbracciarla. A volte è meglio il silenzio.
– Ragazzi, su! Non sono mica in fin di vita. Stiamo solo prendendo strade diverse, no? Mi farebbe molto piacere, se mi teneste aggiornata… ad esempio, quando troverete un nuovo portatore per il mio… per lo Spirito del Drago Blu – si corregge subito. In fondo, è ancora una tua scelta, si dice risoluta. Ci ha riflettuto a lungo, nonostante la sbronza. La mattina si è svegliata abbastanza riposata. Probabilmente l’aver vomitato subito, ha eliminato gran parte dell’alcool in corpo. Fatto sta che ha avuto tempo per pensare, ed arrivare alla decisione di andare a casa, tornare a lavorare a Kadessa, e fingere che non sia mai successo nulla.
– Quello è poco ma sicuro – afferma Celine, asciugandosi una lacrima
– Unh, mi raccomando. Che non sia un altro musone come Drakan – esclama Rhea, prima di rivolgersi a Saphira – Vorrei ringraziarti. Per la chiacchierata – le dice semplicemente
– Di nulla, a tua disposizione – replica la ragazza con un’alzata di spalle. Shana guarda prima Rhea poi Saphira, per poi scrollare le spalle e decidere che, in fondo, non le interessa.
Dopo i vari saluti, Rhea si incammina lentamente verso la Furia Regina. Il vestito continua a darle fastidio, tanto che, esasperata, raccoglie alla meno peggio la gonna con le mani, e la solleva attorno ai fianchi per camminare meglio. Finge di non sentire i fischi di apprezzamento di un ragazzino di circa quindici anni, e procede verso il porto. Più volte è tentata di tornare indietro, e riunirsi agli altri. Non è un caso che ogni dieci passi si fermi, si guardi indietro, scuota la testa e riprenda a camminare.
– Avrò davvero fatto la scelta giusta? Magari potevo… seguirli? – si domanda Rhea a voce alta, alla ricerca di una risposta che non è per nulla sicura di avere. Riflette di nuovo, riguardando tutto ciò che le è successo.
Lo spirito l’ha punita. Lei stessa si sente in colpa verso Zeph e gli altri per la sua fuga, ma è decisamente meglio così. Un Dragone instabile, coi poteri limitati è totalmente inutile. Guarda sconsolata il suo bastone, senza Spirito è davvero triste, e quasi un po’ brutto. Sbuffa intristita dalla cosa, prima di trovarsi quasi in ginocchio a causa di una buca. Maledice le sue scarpe, e chi ha deciso che, per essere eleganti, servano i tacchi alti.
Non si accorge che tre ragazzi la stanno osservando. Uno è ridotto ad uno straccio, pallido e pieno di lividi. Gli altri due, invece, sembrano in perfette condizioni
– Ti ho detto che è andato di là – afferma Hyosuke, in tono basso e stentato
– Ma, se ha battuto Key… –
– Siamo organizzati. Possiamo batterlo – li incita Hyosuke, infervorato dalla batosta persa la sera prima.
– Già, ma… –
– Ehi, guardate che carina… – mormora uno degli altri due, indicando Rhea
– Hiroshi, aspetta, quella è la strega di ieri sera! – ringhia Hyosuke infuriato
– La ragazza che… che Key voleva… – balbetta Hiroshi, guardandosi attorno, ha paura che “L’uomo nero” di cui gli hanno parlato sia nei paraggi
– Sembra essere da sola – nota l’ultimo ragazzo
– Hai ragione Ryo, possiamo vendicarci su di lei – propone Hiroshi – Non può essere così forte, guardatela! Non si regge nemmeno in piedi – sghignazza divertito dai vani tentativi di Rhea di camminare coi tacchi
– Nemmeno ieri sera si reggeva in piedi, ma è riuscita a ferire Key – avvisa Hyosuke
– Ma guardala, che pasticcino. Non farà del male ad una mosca – commenta Ryo.
I tre decidono di seguirla, più per esser realmente certi che “l’uomo nero” non la stia accompagnando.
Lei, ancora non si è accorta di nulla. Sta, anzi, litigando con del fango che le si è appiccicato alle scarpe.
– Maledetto, maledetto e ancora maledetto fango – impreca Rhea, guardando sconsolata le scarpette eleganti, macchiate e sporche.
Riesce ad arrivare al porto con un largo anticipo, nonostante tutto. Guarda sconsolata le sue scarpe. Scomode saranno anche scomode, ma erano davvero carine.
Un po’ di vanità femminile la costringe a cercare di ripulirle alla fontana del porto. Ma è troppo agitata, ed una delle due calzature le cade sul fondo.
Sbuffa infastidita, e sta meditando su come può fare a riprenderla senza farsi il bagno, quando un ragazzo le si avvicina. È biondo e con gli occhi azzurri. La mascella pronunciata e lo sguardo deciso, Rhea vorrebbe scoppiare a ridere. Tutti i suoi sproloqui sul principe azzurro, e le si presenta un damerino inamidato di fresco.
– Salve! – esclama giovale il ragazzo, tendendole una mano – Serve aiuto? – domanda poi, facendo un breve inchino.
– No, grazie, so arrangiarmi da sola – replica brevemente Rhea, tornando a fissare sconsolata la scarpa annegata.
– Sicura? Non ho cattive intenzioni… – mormora avvicinandosi
– Sicurissima, non mi serve un cavalier servente… non mi serve proprio nessuno – replica scocciata. Possibile che nessuno capisca mai quello che dice? Ryo fa una strana smorfia, e sta per dirle qualcosa, ma si trattiene. Affonda il braccio nell’acqua e le recupera la scarpa.
– Visto, non sono così cattivo – afferma porgendogliela
– Umh, grazie – ringrazia titubante e sospettosa la ragazza
– Che ne diresti di… –
– No! –
– Ma, se non sai nemmeno… –
– Se mi hai recuperato questa – replica Rhea alterata, sventolando la scarpetta con veemenza – nella speranza di qualche ricompensa, potevi lasciarla dov’era. Io non ti ho chiesto nulla! – sbotta infastidita. Il ricordo di Key è ancora troppo presente, per farla parlare più razionalmente.
– Hyosuke aveva ragione, sei davvero una strega – borbotta infastidito il ragazzo
– Hyosuke… il deficiente della locanda? – domanda acida Rhea, possibile che li incontri tutti lei? È solo in quel momento che si accorge che il “deficiente” è presente, e con lui anche un altro sconosciuto.
– Ho capito, siete venuti per vendicarvi… ma cercare Drakan sembra così brutto? Quel maledetto, è sempre colpa sua se finisco in queste situazioni – esclama esasperata. È così al limite, che da uno spintone a Ryo, facendolo quasi cadere nella fontana – Lasciatemi in pace, stupidi scimmioni – ringhia rivolta anche agli altri due. Impugna il bastone ed un pugnale, pronta a dar battaglia – Ieri sera ero ubriaca, oggi sono vestita in una maniera scomodissima… perché non mi cercate quando posso dare il meglio? Ma non sarà un problema – ghigna poi – avevo giusto bisogno di sfogarmi. Fatti sotto, damerino – intima poi a Ryo, continuando a sorridere sarcastica.
– Altro che strega, questa è una stupida – afferma il ragazzo esterrefatto, raccogliendo la sfida e tirandole un calcio alla gamba. Anche l’altra scarpa di Rhea cade a terra, mentre la ragazza schiva il calcio volando, restandone colpita solo di striscio.
– Cosa diavolo… – riesce a borbottare Ryo, prima di vedersi lanciare contro una sfera di ghiaccio.
– Sorpresa, l’indifesa donzella ti riempirà di legnate – afferma Rhea riscendendo a terra. Ryo ha la gamba destra completamente congelata. – Bene, bene, bene – commenta atona – potrei farti quello che più mi aggrada. Spezzarti la gamba – e detto questo, muove il bastone, facendo stringere il ghiaccio intorno alla gamba dello sventurato – Oppure, potrei… unh… spezzarti un braccio? – un colpo alla schiena la fa cadere in avanti. Anche Hiroshi ha deciso di intervenire.
– Due contro uno… ed io sono una ragazza… siete sleali – piagnucola Rhea, restando accasciata a terra. Hiroshi sembra quasi pentito dall’attacco alle spalle. Vedere una ragazza piangere, pare che abbia uno strano effetto sui componenti dell’altro sesso. Lui, infatti, si avvicina incautamente a Rhea, che ne approfitta per colpirlo al ginocchio col bastone, facendolo cadere a terra
– Carogna! – riesce a strillare il ragazzo, tenendosi la rotula fra le mani
– Ingenuo… non riesco a credere che cadiate in questi trucchetti elementari – afferma Rhea, scuotendo la testa. Nessuno dei due dilettanti è più una minaccia per la ragazza, che si volta lentamente verso Hyosuke.
Come spettatori di tutta la vicenda, ci sono solo i gabbiani, ed è quasi un peccato. Il vestito è solo un po’ sgualcito, e Rhea lo risistema con le mani, facendo scivolare per bene la gonna, da una spolverata al corpetto, e riallaccia la cintola di stoffa. Con molta calma riprende le sue scarpe ed asciuga quella bagnata, facendo evaporare l’acqua, poi le indossa.
– Be’, che hai da guardare? – domanda poi a Hyosuke – Ne vuoi anche tu? –
– Assolutamente no – replica spaventato il ragazzo, senza però riuscire ad allontanarsi
– Credevate che solo Drakan riuscisse a difendersi? Perché appaio sempre così indifesa? – borbotta l’alata, tirando la manica del vestito per toglierle eventuali pieghe. Alza gli occhi e li punta sul ragazzo
– Tu, tu dovevi farmela pagare… mi ricordo. Mi avresti colpita senza esitazioni, mentre i due tuoi compari mi tenevano immobilizzata. Che gran coraggio Hyosuke, complimenti! – inizia lei in tono assolutamente freddo – Sai, credo che ricambierò il favore. Drakan ti ha conciato per le feste, ma io non mi sento… soddisfatta. Non ti sei rotto nemmeno un ossicino… mentre ai tuoi compagni è andata peggio – la constatazione di Rhea mette in allarme Hyosuke, che inizia ad arretrare lentamente – Credi di poter scappare? – domanda ironica, avanzando verso di lui con passo cadenzato. Il ticchettio delle scarpe sulle pietre del porto è un ennesimo segnale di pericolo. Senza riflettere, Hyosuke si lancia contro Rhea, armato ti pugnale, probabilmente mosso solo dalla paura, e riesce a colpirla al viso. Un taglio si disegna sulla guancia della ragazza, iniziando a sanguinare debolmente. Lo sguardo di Rhea diventa di ghiaccio, mentre afferra la mano dell’aggressore e la congela. Congela tutto il braccio, e continua fino a quando non è arrivata al collo.
– Basta, potrei ucciderti, ma un verme come te non mi infastidirà più, vero? – afferma, continuando a fissarlo negli occhi. Un debole e terrorizzato cenno d’assenso la fa desistere dai suoi istinti omicidi – Non sono un’assassina, se non per necessità… ringrazia. Altrimenti saresti morto – afferma gelidamente, prima di spintonarlo e farlo cadere a terra – Non sono un’assassina, ma sono crudele… vi scongelerete da soli sotto il sole. Io ho finito – annuncia poi, allontanandosi ed andando ad imbarcarsi.
Nel frattempo, alla locanda, Zeph vede di sfuggita Drakan che sta per salire ai piani superiori, senza nemmeno farsi notare, e lo chiama appena in tempo
– Drakan, vieni qui, presto. È successa una cosa gravissima – esclama agitato Zeph attirando la sua attenzione – Rhea ha deciso di andarsene. Non vuole più restare con noi – aggiunge poi tutto agitato
– E allora? Non è un dragone, per quanto mi riguarda può fare quello che vuole – risponde lui riprendendo a salire le scale
I ragazzi restano senza parole, tutto il discorso fatto prima non ha senso. Drakan è sempre il solito insensibile, cinico e bastardo di sempre.
– Bene, finalmente mi sono liberato di quella inutile peste! – esclama ad alta voce, quasi troppo alta per non sembrare forzata – Già, mi sono liberato di quella infantile – continua poi, togliendosi le armi e scaraventandole per terra – Lei se ne sta andando per sempre, non la avrò più fra i piedi, non dovrò più sopportare i suoi inutili piagnistei e le sue sciocche scenate. Non dovrò più vederla… perché non mi sento soddisfatto, allora? – si domanda, togliendosi il cappotto e lanciandolo sulla sedia. Lo Spirito Blu scivola fuori dalla tasca, cadendo sul pavimento – Rhea se n’è finalmente scappata, sono mesi che non desidero altro che questo – afferma, raccogliendo la sfera fra le mani ed osservandola – eppure non sono felice… – si butta sul letto, e porta le mani alla nuca. Osserva il soffitto senza dire nulla, si limita a lasciar a briglia sciolta i suoi pensieri. Una cosa che raramente si permette di fare. Con un gesto quasi di stizza, da uno strattone alla catenella cui è appeso il suo strano ciondolo e, fissandolo, esclama
– Non voglio far la tua stessa fine, passare tutta la vita pensando a quello che si è perso non porta niente, se non tristezza. Senza contare di come mi hai mollato – dopo qualche istante di pensieri contrastanti che gli passano per la mente
– Odio essere un essere umano, sono troppo deboli e fragili. Si fanno comandare troppo spesso dall’irrazionalità. Perché fare un dramma della morte di quel… quel Led? – si domanda – Era un Dragone, è ovvio che stesse rischiando la vita. Che senso ha questo attaccarsi alle altre persone per vivere? Sono solo dei punti deboli, attaccabili dal nemico. Se si è soli, si deve pensare solo per se stessi. Non devo preoccuparmi di salvare la vita a stupidi mocciosi che non capiscono nulla… e nemmeno di salvarla a quell’alata fastidiosa e attaccabrighe. Perché c’è questo bisogno di compagnia? Io non ne sentivo… non ne sento il bisogno. No! Non ne sento assolutamente il bisogno – esclama risoluto, cacciando lo Spirito Blu in tasca, come a nasconderlo alla propria vista – Non ho bisogno che una ventenne seccante, molesta e piagnucolosa mi stia attorno, non ce la voglio… no… non la voglio proprio vicina. È un bene che se ne sia tornata sulla Furia Regina! – afferma sbattendo un braccio sul materasso – Bene! Visto, non era tanto complicato, ieri sera sono solo stato mosso a… a… compassione. Rhea era ubriaca, avrei aiutato nello stesso modo una sconosciuta… forse non sarei stato così violento – ammette lentamente, molto lentamente, a se stesso. Fa una fatica tremenda a confessare certe cose. Gli balena davanti agli occhi l’immagine di Key, piegato su Rhea. Vicino, troppo vicino al viso della ragazza – Ho spezzato la schiena a quel verme che ha osato toccarla – ringhia poi, infuriandosi ancora per ciò che è successo. Se deve essere sincero, non sa bene perché gli dia così tanto fastidio. La sola idea di quello che sarebbe potuto accadere, se non fosse intervenuto, gli manda il sangue alla testa. A ripensarci, quasi si pente di non aver finito quel disgraziato.
– No! Non dovrei nemmeno pensarlo – si intima poi – Uccidere una persona per così poco… quanto sono caduto in basso a causa di quell’alata? È meglio che non sia qui, non vorrei mai commettere qualche sciocchezza solo per… Al diavolo! So già che me ne pentirò… spero solo che le conseguenze per la missione non siano funeste – esclama alla fine del monologo, recuperando cappotto ed armi.
Intanto i ragazzi sono ancora li seduti al tavolo a pensare ad una soluzione quando, pochi minuti dopo, Drakan ridiscende
– Tra massimo trenta minuti si riparte, quindi vedete di farvi trovare pronti. Il diario ha scritto dove dobbiamo andare – dice lui mentre esce di gran carriera dalla locanda senza degnarli di uno sguardo e senza dare risposta ai richiami dei ragazzi
Rhea nel frattempo è appena risalita sulla Furia Regina che sta lasciando il porto per tornare a Fletz. Non ha voglia di richiudersi di nuovo in cabina, ne di stare a poppa, un bagno le è bastato. Decide quindi di andare a prua, con se ha solo la sua sacca con pochi oggetti ed i vestiti da battaglia.
Drakan arriva appena in tempo per salire anche lui, con un poderoso balzo. La nave ha già tolto tutti gli ormeggi e la passerella, ed inizia proprio ora ad allontanarsi dalla costa
Un marinaio fa per fermarlo, ma lo riconosce appena in tempo per evitare di esser scaraventato da qualche parte. Drakan sta nervosamente cercando Rhea sulla poppa della nave e, non trovandola, opta per le cabine sotto coperta. Come un pazzo bussa a tutte le cabine, senza però ottenere nulla. Esce, allora, nuovamente all’aperto e la vede nello stesso posto dove, lui stesso, ha passato gran parte dell’andata.
– Rhea… – la chiama Drakan mettendole una mano sulla spalla per farla girare
– Drakan – esclama lei girandosi sorpresa di vederlo – Che ci fai qui? – aggiunge poi quasi impaurita
– È una domanda che dovrei farti io – le risponde lui a tono
– Cosa vuoi ancora da me? Ti ho ridato lo spirito, non ho più nulla a che fare con te. Lasciami in pace – gli risponde nervosamente lei
– E cosa vuoi fare? Scappare, come al tuo solito? Non otterresti nulla, come le altre volte, saresti semplicemente di nuovo sola, in fuga e con un bel carico di rimpianti. Ed inoltre, anche se scappi, non risolvi comunque i tuoi problemi, dovresti affrontarli – replica Drakan con tono serio
– Cosa hai detto? Ma come ti permetti di giudicarmi! Non osare più dirmi quello che devo o non devo fare o, ti giuro, la prossima volta non te la cavi con una ciocca di capelli congelata – gli urla contro togliendosi la sua mano di dosso e facendo dei passi indietro pronta ad attaccare.
Drakan le si avvicina per niente preoccupato e le prende il polso della mano. La stessa mano che Rhea tiene pronta per lanciargli un incantesimo, e le mette sul palmo lo spirito di Dragone
– Non me ne frega niente... ti voglio con me. Ora non fare domande e fai quello che ti dico – detto questo la tira a sé, ed appoggia la propria testa su quella dell’alata, che è totalmente sconcertata ed incapace di muoversi. Lo spirito le brilla in mano e il suo volto dimostra tutto lo stupore del momento.
Dopo qualche secondo Drakan si stacca da lei, le raccoglie la borsa e si avvia verso la prua
– Allora? Forza, vieni – la incita lui, Rhea non crede a quello che sta succedendo e lo segue, con ancora le braccia protese verso di lui
A metà strada però si accorge che ormai sono già a qualche centinaio di metri dalla costa e quindi fa una piccola deviazione verso la cabina di comando proprio li di fianco. Il comandante non è molto contento di fare dietro–front, ma lo conosce da molto tempo e, soprattutto, conosce la rapidità con cui estrae ed usa le sue spade.
Dopo pochi minuti due marinai sono a poppa pronti a ri–ormeggiare la nave e predisporre la passerella, a debita distanza di sicurezza gli altri passeggeri osservano la coppia scendere dalla nave ed allontanarsi.
Il terreno non è il massimo, Drakan ha sempre il suo solito passo e Rhea inciampa, anche a causa delle calzature non adatte, nel tentativo di stargli dietro
– Puoi aspettare qualche minuto? Mi sono fatta male e non riesco a camminare – gli chiede lei massaggiandosi la caviglia dolorante, precedentemente infortunata alla locanda
– Nessun problema – è la risposta di Drakan, che le si avvicina e la prende in braccio, dirigendosi con passo spedito verso la locanda
Rhea è ancora più sorpresa, non sa cosa dire ne pensare, l’unica cosa che riesce a fare è guardare il volto di Drakan che, invece, non la degna di uno sguardo. Appena arrivati alla locanda, Drakan entra ed appoggia lentamente Rhea, che ha ancora uno sguardo simile a quello che avrebbe qualcuno quando vede un fantasma, a terra davanti ai ragazzi ancora seduti al tavolo di prima. Zeph stava versando da bere a Saphira, ma alla vista dei due non si accorge che sta rovesciando tutta la bevanda allagando il tavolo, anche gli altri li guardano sorpresi.
– Tieni – dice rivolgendosi a Rhea per ridarle la sacca – Vatti a cambiare, sei carina, ma sai che quei vestiti non si addicono a quello che dobbiamo fare – afferma, senza rendersi conto del complimento che le ha fatto.
Rhea, che in quel momento si è tolta le scarpe per non inciampare sui gradini, scivola lo stesso al suono di quella frase, fortunatamente senza farsi niente. Anche i ragazzi li presenti non credono alle loro orecchie. Ormai la brocca che ha in mano Zeph è vuota ed il contenuto sta colando anche dal tavolo addosso ai ragazzi, ma sono tutti a bocca aperta e fissano Drakan con gli occhi sgranati. Lui non fa altro che estrarre il diario dall’interno del cappotto ed aprirlo all’ultima pagina scritta, si avvicina ai ragazzi e lo porge a Saphira, lei è quella che più gli sembra lucida.
Le uniche parole che ci sono scritte sono
~ Da Rouge dovrete trovare il modo di entrare nell’antica Aglis ~
– Non rovinate il diario o ve la faccio pagare. Si riparte appena Rhea torna giù – sentenzia poi, senza fare accenno al comportamento dei ragazzi. Senza dare alcuna spiegazione e andando a sedersi in attesa su una poltrona della locanda che da sul mare lì al piano terra.
Zeph è il primo che si accorge dell’allagamento in corso, forse perché Saphira gli ha appena dato un calcio alla caviglia mormorando sconsolata
– Guarda che ormai hai versato tutto il versabile... –
– Oh… oh! Scusami, scusami! Accidenti, Saphira, scusami! – inizia lui precipitoso, porgendole un fazzoletto.
– Celine, hai visto anche tu? – domanda Shana sconvolta, dandosi un pizzicotto sul braccio
– Credo di sì, se intendi Drakan che porta in braccio Rhea e le dice che è carina… sì, ho visto e sentito anch’io –
– Forse è un’allucinazione di gruppo – afferma Leonard, guardando il proprio bicchiere con sospetto – Sicuro che fosse solo acqua? – domanda poi rivolto a Zeph
– Sicurissimo – annuisce il ragazzo, annusando il suo bicchiere per esserne sicuro – Solo acqua! –
– Ma di può sapere che vi prende? È davvero così strano quello che è appena successo? – domanda Saphira incredula dalle reazioni esagerate dei ragazzi
– Sì! – rispondo praticamente all’unisono loro, annuendo con forza e tenendo gli occhi sbarrati
– Drakan che va a riprendere Rhea! Quando per mesi non ha fatto altro che trattarla male e sembrava che volesse liberarsene! – spiega Celine concitata, quasi strillando dall’emozione.
– Boh, continuo a non capirvi – risponde Saphira incrociando le braccia dopo essersi asciugata un poco dall'acqua che le è colata addosso.
– È colpa del fatto che li conosci da poco. Quando Drakan si è unito a noi io ero già nel gruppo, e ti assicuro che una cosa del genere è assolutamente inspiegabile – spiega Zeph continuando ad asciugare in giro
– Credo che anche per Rhea sia una sorpresa. Avete notato la sua espressione? – chiede sorridendo Leonard
– Dire stralunata è dire poco – ridacchia Shana
– Non che le vostre facce fossero diverse – commenta Saphira
– Saphira, da quanto conosci Drakan? – domanda Shana, leggermente infastidita dai continui appunti della ragazza
– Senti, io sarò anche con voi solo da qualche giorno, ma il vostro comportamento è esagerato. Se poi è vero quello che mi dite, mi sembra la classica storia di due che si odiano a morte per molto tempo, ma poi non riescono più a fare a meno l'uno dell'altra – spiega lei alzando il tono di voce
– Ehi... non ti scaldare per niente. Non serve esser così aggressivi, e comunque non mettere in dubbio le nostre parole. È ovvio che quello che diciamo è vero, non abbiamo motivo di mentire – risponde Celine alterandosi un po’
– Ok, ho capito. Fai finta che non abbia detto niente – conclude Saphira placando la tensione che si sta creando
– Chissà per quale motivo l'ha fatto... Non posso credere che sia tutta farina del suo sacco. Per me c'è sotto qualcosa – commenta Leonard con aria pensierosa, non ascoltando molto il discorso degli altri
– Potrebbe essere, però, non lo so. Non mi convince – risponde Zeph ripensando anche lui all'accaduto
– Scusate, non potrebbe essere che, semplicemente, Drakan abbia deciso che è meglio essere in tanti date le istruzioni del diario? – interviene Saphira
– Ma così ci rovini tutto il pathos... no no, è più bello pensare che finalmente quei due staranno insieme – dice Shana fantasticando, mentre guarda il soffitto con le mani giunte sotto la gola
– Ragazzi, non fatele più bere nulla, mi sono spiegato? – risponde Zeph
– Uff, noioso... – risponde lei alla provocazione, mettendo il broncio e girandosi dall’altro lato mostrandogli la schiena
– Shana ha ragione, magari è come ha detto Saphira... loro due si amano! – esclama Celine sognante – Il bruto scorbutico redento dalla tenera donzella... –
– Tenera donzella? – ride Zeph, quasi soffocandosi con l'acqua che stava bevendo
– Donzella? Rhea?! Ok, niente bevande nemmeno per Celine – anche Leonard scoppia a ridere inconsultamente – Rhea... tenera – riesce a balbettare fra una risata e l'altra – Ma siamo sicuri di star parlando della stessa persona? –
– Dai su. Intanto è inutile rimuginare su quello che abbiamo visto e pensiamo dell’intera faccenda. Chiediamo prima a Rhea cos'è successo tra loro e poi, forse, agiremo di conseguenza. L'importante è che Rhea sia di nuovo con noi – risponde Shana risollevando il dialogo ad un livello più costruttivo
– Hai ragione... e forse ora Rhea tornerà la solita alata di prima. Sempre se si riprenderà dallo shock causatole da Drakan – aggiunge Celine mettendosi a ridere
– Ok, Io, comunque, sono pronta a partire anche adesso. Anzi, per darvi meno fastidio vado a saldare il mio conto con la locanda e vi aspetto sugli sgabelli del bancone –
Appena i ragazzi smettono di ridere e Saphira si sistema al bar, ecco che si sente il tintinnio delle armi di Rhea. L'alata sta lentamente scendendo le scale ed ha con sé tutte le sue cose.
È ancora scossa dall’accaduto e guarda verso il pavimento, ma, accorgendosi di essere tra i suoi amici, fa un respiro profondo ed esordisce
– Allora? Avete visto? Sono come l’erba cattiva, non vi potete liberare di me tanto facilmente –
– Oh, finalmente la mia solita Rhea è tornata – risponde Zeph contento di rivederla andando subito ad abbracciarla.
Anche Shana e Celine si uniscono a lui per salutare Rhea. Poi, prese tutte le loro cose, finalmente possono pagare insieme il conto della locanda.
Mentre tutti gli altri stanno uscendo, Rhea si attarda un momento. I ricordi della sera prima, anche se vaghi, le ritornano lentamente davanti agli occhi. Guarda con sospetto e timore lo sgabello su cui si è accomodata per bere e dimenticare le proprie disgrazie, e osserva con rabbia i segni nelle pareti di legno. Riconosce abbastanza bene le tacche lasciate dalla sua spada, ed anche della sfera di ghiaccio. Nota anche un paio di tavoli nuovi, non ricorda bene perché… Drakan aveva fatto volare uno dei suoi aggressori, quello lo ricorda bene. Ma non avendo assistito allo scontro con Key non sa quanti danni sono stati fatti al locale. Scuote la testa rassegnata, quella mattina era troppo presa dai suoi pensieri e non aveva notato queste cose. Ma ora si sente di nuovo meglio e si avvia per raggiungere gli altri.
Quando le manca solo qualche passo per uscire si ferma un attimo sull'uscio, sentendo una presenza dietro di se. È Drakan, che le sta a dieci centimetri di distanza, aspettando che lei si decida a varcare la soglia della locanda. Rhea si blocca per un istante, e non riesce a fare altro che inarcare leggermente il collo, portando la testa all’indietro. Si ritrova a sbattere il capo contro lo sterno del ragazzo, e finalmente realizza che dietro di lei c’è effettivamente Drakan. Lui abbassa a sua volta leggermente il volto, per incrociare lo sguardo di Rhea, ma non dice nulla e resta immobile ad osservarla.
Non lo sa nemmeno lei il perché, ma si trova con le guance in fiamme ed incredibilmente imbarazzata. Lentamente rimette la testa in posizione normale e, tesa come una corda di violino, guarda leggermente verso il basso camminando verso i ragazzi.
Loro sono sempre più incuriositi da quello che può esser successo tra i due, ma non osano aprire bocca.
Drakan recupera il diario da Saphira, si accoda dietro al gruppo, e tutti insieme si avviano verso il mare, dato che è stata questa l'ultima indicazione data dal diario.
Rhea
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
Ossia: la pallida arpia con i folti capelli rossi scarmigliati.
"Tyki è quel tipo di ragazzo che riesce a toccarti il cuore. Ed a strappartelo letteralmente dal petto."
Qualche ora prima dallo sbarco dei ragazzi, non molto lontano da Rouge, qualcuno aveva oltrepassato il limite del bosco. Una figura alquanto misteriosa, avvolta in uno strano mantello ed il volto coperto, si apprestava ad entrare nel folto del bosco in modo quasi furtivo.
– Pfiu, per fortuna non mi ha beccato nessuno. Non ci tengo assolutamente a farmi vedere adesso dagli abitanti del villaggio, però… non posso fuggire in eterno e poi credo… – prosegue il misterioso personaggio – A volte credo che tutta questa solitudine non giovi un gran ché al mio spirito, ma cosa posso farci? È più forte di me, non riesco a vivere in società, e non credo di potermi riabituare a tutto quel parlare, agli ipocrisismi, alle ingiustizie che molte volte restano impunite… non un’altra volta. – pensa l’ignota ragazza tra sé e sé, attraversando un oscuro sentiero del bosco di Rouge.
– Se continuo a generalizzare però, non troverò mai qualcuno a cui voler bene, e che mi voglia bene. Non troverò mai una “nuova famiglia” – camminando assorta nei suoi pensieri, non si è resa minimamente conto, di essere arrivata in prossimità di una parte del bosco abbastanza pericolosa.
– Bah, ma cosa dico? Mi sto proprio rammollendo! Io non ho bisogno di NESSUNO, NESSUNO! – ripete urlando, quasi come se volesse convincere se stessa.
– C’è qualcosa impigliato tra i rami, vediamo di cosa si tratta. – La ragazza ormai si trova quasi nel cuore del bosco; a causa dei fitti rami degli alberi non si vede molto chiaramente. Solo qualche raggio di sole riesce a filtrare e illuminare l’ambiente circostante. Perciò decide di salire sull’albero e controllare.
– E tu cosa ci fai impigliato qui? – esclama, rivolgendosi ad un piccolo passerotto, che cerca di volare troppo presto.
– Non mi dire che ti ho svegliato io? Accidenti a me! Quando imparerò a fare meno baccano? Purtroppo ti devo dare una brutta notizia. Hai un’ala spezzata – osserva attentamente – Potrebbe essere un bel problema per te. Ma devo necessariamente rimediare al mio urlo da isterica, perciò trattamento di cura gratis solo per oggi – lo medica con accortezza e precisione. – Ecco fatto, così dovrebbe andare più che bene. Se vado avanti di questo passo rischio di far concorrenza ai medici professionisti; oramai sono abituata a curare ferite e scottature con tutti i pasticci che combino! – aggiunge ridendo. Il passerotto inizia a cinguettare, quasi come se volesse ringraziare.
– Che carino che sei, ora mi dici anche grazie? Ti rimetto nel tuo nido, e non muoverti da lì fino all’arrivo di mamma e papà, capito? – scende dall’albero con enorme agilità, come se conoscesse a fondo quel posto.
– Non c’è ombra di dubbio, mi sto proprio rammollendo – dice quasi sogghignando. – Quel passerotto però… visto che sono arrivati? – esclama contenta. – Adesso è ora di smetterla, quasi non mi riconosco. Tutte queste smancerie mi fan somigliare molto alle donnine di corte, che fuggono via, e si imbattono in creaturine da soccorrere e cattivoni da cui fuggire. Come no! – e poi assumendo un tono più serio procede – Credevo di non tornare più in questo posto, e invece rieccomi qui, per ironia della sorte dopo soli quattro anni. Sembra che il tempo si sia fermato da allora. Pare un’eternità, eppure sono solo quattro anni. Ma si può sapere che mi prende oggi? Prima gli atti caritatevoli, ora le frasi molto stile eremita… che stia impazzendo? – si rimprovera, mentre prende distrattamente a calci una pigna appena caduta.
– Solo quattro anni… da quel giorno maledetto – sibila stringendo l’elsa della sua arma e fermandosi di colpo. Stringe forte anche i suoi pugni, al punto tale di provocarsi delle ferite, da cui comincia a fluire sangue. Una lacrima le riga il volto. Piange… non per il dolore delle ferite provocatasi spontaneamente, ma per qualcosa di ben più profondo; ferite insite nella sua anima che forse nessuno riuscirà a lenire o cancellare. – – Smettila di piangere, sei una guerriera, non una stupida ragazzina emotiva… maledetta emotività, maledetta! –
Una profonda rabbia la invade. Presa dall’ira si scaglia su un grosso tronco, riducendolo in tanti pezzettini, tutti delle stesse dimensioni.
– Però, sono proprio brava. Tuttavia non basta un tronco, mi serve qualcosa di più impegnativo… –
Si ferma a pensare, su cose oscure, che probabilmente nessuno conosce.
– Lo sai che le lacrime non cancellano il passato. “Esso” non si dimentica mai. Quel che è fatto è fatto, non si può più tornare indietro. Devo portare a compimento la mia missione; l’unico motivo per il quale sono ancora qui. – Una strana tranquillità scende sul bosco, mentre la ragazza è assorta ancora nei numerosi pensieri che le balenano in mente. Inaspettatamente uno strano fruscio di foglie, fin troppo sospetto, attira la sua attenzione – Chi c’è la dietro? – si asciuga in fretta gli occhi ancora inumiditi dalle lacrime precedentemente versate; scatta sull’attenti preparandosi ad un eventuale attacco di una qualche bestia selvatica.
– Ti avverto chiunque tu sia, se non esci fuori immediatamente, vengo a prenderti io – così si avvicina nella direzione del rumore, noncurante del pericolo che incombeva su di lei. Da un grosso cespuglio spunta fuori uno strano essere. Sembrerebbe un incrocio tra uomo e bestia.
– Che accidenti di creatura sei? – Dice in un misto tra lo stupore e orrore allo stesso tempo. Una creatura, un mostro gigantesco le si para davanti e si scaraventa con enorme agilità sull’albero dove giaceva il nido. Anche lei scatta prontamente raggiungendo il ramo con il nido e allontanando la bestia da esso con la sua lancia. La ragazza ancora sull’albero si rivolge al mostro – Ehi, ehi. Ma quanta fretta! Non sono più i tempi di una volta; comunque dove credi di andare brutto muso? Prenditela con qualcuno in grado di difendersi piuttosto che attaccare esseri deboli! – e scende dall’albero per porsi faccia a faccia con la creatura. Quest’ultima si avvicina e fa la stessa cosa, quasi come se avesse capito il significato delle parole dette dalla ragazza.
– Bene, bene. Vedo che comprendi ciò che dico. Adesso che ti guardo meglio mi sembri ancora più brutto; non è che per caso se ti do un bacio, ti trasformi in un bel principe? Oppure… sei una bella principessa smarritasi nel tetro bosco! Non sai che è molto pericoloso qui? Potresti fare brutti incontri, tipo me. Ma se vuoi ti accompagno al tuo castello. Cosa dico? Sono la cattiva! Tutt’al più ti risparmio, se mi dai i tuoi gioielli reali – il mostro la fissa, rimanendo impassibile – Allora piccolino? Il gatto ti ha mangiato la lingua, o sono così bella che sei rimasto pietrificato? – conclude la ragazza con un ghigno dipinto sul viso.
– Non fare il timidone, fatti avanti… anche se non sei proprio il mio tipo, chiuderei un occhio per te; forse sarebbe meglio entrambi. Guarda che non mordo! Non smuove proprio nulla. Approfitterò di questa occasione, e coglierò al volo l’opportunità di sfogarmi con te, visto che da quanto ho capito sei un grande ascoltatore. In questo modo non dovrò pagare inutilmente uno psicologo, per esporre problemi e frustrazioni. Ne ho davvero bisogno sai? Poco fa, infatti, ho avuto una delle mie solite e repentine crisi isteriche; fortuna che mi trovo in un bosco, altrimenti povero chi si imbatteva nella sottoscritta. – La ragazza continua il suo apparente monologo, per una ragione non molto chiara – Siccome mi stai parecchio simpatico voglio giocare un po’ con te. Ti lascio la libertà di scelta; uno, due, tre stella; guardie e ladri; tu corri ed io ti acchiappò… forse è la stessa cosa? Boh, sono comunque giochi molto divertenti piccolo animale da compagnia, non c’è che dire – non si sente affatto minacciata dalla presenza della creatura. Inizia a fare dei giri intorno ad essa, sicura di sé e continuando a fare i suoi ragionamenti ad alta voce, del tutto ignara di ciò che l’attendeva.
– Vediamo… che si può combinare con un demone bicornuto? Proprio non mi viene in mente nulla. Non farmi sporcare le mani in questo momento; stavo giusto meditando se ritornare o meno a Rouge. Permetteresti ad una ragazza splendida come me, di recarsi in città sporca e aromatizzata del tuo sangue? Preferisco decisamente le essenze dolci, tipo vaniglia o muschio. Mah, spreco solo il mio tempo a parlare con te di questo, visto che emani un odorino che non so descrivermi. Aspetta, adesso che ci penso bene ho trovato una soluzioncina. Stavo giusto riflettendo sulla mia esistenza; ho constato che mi sento molto sola, amareggiata e frustrata… cercavo appunto qualcuno con cui prendermela. Dai, lo so che mi comprendi, chi vuoi ingannare? Me non di certo, so che sei un satiro, una di quelle belle bestiole che ricordano molto un essere ibrido; una specie di incrocio tra uomo e capra. Sono più sveglia di quanto possa sembrare. A volte il mio dolce visino potrebbe trarre in inganno, ma stai attento perché è solo un’illusione. Ti ho già detto che non mordo, beh dipende dalla situazione, ma voglio metterti in guardia ugualmente – continua la ragazza rassicurata dalla immobilità del satiro – A scherzare col fuoco prima o poi ci si brucia; e ti assicuro che brucio parecchio brutto bestione. Facciamo così, tu stai fermo, immobile, come hai fatto finora; io nel frattempo effettuo una breve operazione chirurgica. Ossia, giusto per schiariti un po’ le idee, recido una vena forse meglio un’arteria, proprio lì al livello del tuo delicato e slanciato collo. Allora sì che i giochi sono fatti; guarda come pulsa velocemente! A quanto pare la mia presenza ti emoziona parecchio. Credo che non proverai nessun dolore; già moriresti quasi subito –
Nel frattempo il mostro comincia ad assumere un’espressione inquieta e alquanto infastidita, forse a causa del troppo ciarlare della ragazza. Ma quest’ultima sembra non accorgersi, o non voler rendersi conto di questo cambiamento, e va avanti nel discorso – L’unico problema è che vedresti una bella fontanella di rosso vivo; perciò se la vista del sangue ti impressiona, ti consiglio di chiudere quei dolcissimi occhietti prima che mi metta all’opera. Non sei per niente curioso di sapere quanto resterai in vita, se faccio un profondo taglio alla tua carotide? Questo si prospetta un gioco interessante. Parecchio interessante e divertente – segue un lungo silenzio, nel quale la ragazza sembra preparasi per scontrarsi con il mostro. Sta per aprire nuovamente la bocca per parlare, ma succede qualcosa di apparentemente inaspettato.
– ADESSO BASTAAAAA – urla il mostro, ridestando tutto il bosco immerso in un profondo sonno.
– Mi sono stufato di te, dei tuoi stupidi discorsi, e vaneggiamenti, maledetta ragazzina petulante – sbraita spazientito il mostro, come se si fosse appena risvegliato da un’intensa ipnosi
– Innanzi tutto il mio nome è Laysa, e non ragazzina petulante; molto lieta di avere fatto la tua conoscenza. Noto con immenso piacere che cominciamo a sciogliere il ghiaccio, tutto questo mi emoziona davvero tanto. Sai non sapevo che fossi in grado di parlare, è veramente una sorpresa per me! – esclama Laysa con gli occhi sbarrati, e una finta innocenza che lascia pensare ad un eventuale “complotto” nella sua mente. Tuttavia non si cura del mostro e tralascia in maniera superficiale ogni sua azione.
– Caro il mio satiro, è arrivata la tua ora –
– Ti distruggerò maledetta! –
– Fai pure, io sono qui – pianta la sua alabarda nel terreno annoiata, ignorando totalmente il mostro che sta preparando un incantesimo di oscurità. Una volta lanciatole incontro, riesce ad evitarlo di poco, scansandosi all’ultimo minuti. Si prepara al contrattacco, scegliendo di utilizzare armi ad ampio raggio, piuttosto che la sua alabarda, nascondendosi di tanto in tanto dietro gli alberi. Riesce a ferire solo superficialmente il mostro, perciò decide di uscire allo scoperto, adottando un’altra strategia. La creatura sembra essere molto forte, ma Laysa non accenna ad arrendersi, così decide di agire d’astuzia.
– Perché non esci fuori, brutta mocciosa arrogante! Sei brava solo a fare tante parole. Vieni ad affrontarmi frontalmente se ne sei all’altezza – inveisce la creatura. Per tutta risposta, Laysa spunta fuori dalla cima di un albero scendendo in terra, ma restando a debita distanza.
– Eccomi, cucciolo! Volevi vedermi? – il satiro si fionda su di lei, ma la ragazza lo blocca in tempo.
– Fermo, non avere così tanta fretta. Vorrei proporti un accordo –
– Ti ascolto mocciosa, ma cerca di sbrigarti, prima che cambi idea –
– Ho constato che sei molto più forte di me, vorrei che stabilissimo una tregua. Ovviamente non andrai via a mani vuote. Tu mi lascerai viva, ed io in cambio, ti darò questo – estrae uno strano ciondolo per mostrarlo al mostro – Conferisce un grande potere a chi lo possiede – la bestia si avvicina per prendere l’oggetto, ma Laysa gli tira in piena faccia una pozione di luce. Con uno scatto recupera l’alabarda per colpire il mostro, ma quando sta per infliggere un affondo micidiale, questo blocca la sua arma tra le sue zampe enormi. Con tutta la forza che possiede in corpo le scaglia un pugno potentissimo in pieno stomaco, schiantando la ragazza sul tronco di un albero.
– Maledetto, come hai fatto, tu sei oscurità, eppure quella pozione non ti ha fatto nulla –
– Sorpresa? Possiedo capacità psichiche, ed ho previsto ogni tua mossa sin dall’inizio. Questo è solo un altro tentativo per prendere tempo, non riuscirai mai a battermi – Laysa appare in evidente difficoltà, a causa del colpo infertole, sente continue e lancinanti fitte allo stomaco, che le impediscono quasi ogni movimento.
– Mi sono cacciata proprio in un bel guaio, altro che donnina di corte…– sibila sputando del sangue.
Il satiro le si avvicina deciso a finirla, ma la ragazza si prepara alla lotta, anche se si trova allo stremo delle forze, non ha la minima intenzione di gettare la spugna. Salta in groppa al mostro, infilando le dita nei suoi occhi. Esso viene temporaneamente messo fuori gioco, Laysa ha il tempo per partire all’offensiva. La sua arma sta per trafiggere il collo della bestia, quando accade qualcosa di strano… Il satiro emetta da quella che sembrerebbe la sua bocca, una strana polvere violacea che colpisce Laysa in pieno viso.
– E questa cos’è… non sembra affatto veleno – quasi improvvisamente scende su di lei uno strano torpore. I muscoli sono rigidi e non eseguono ciò che vorrebbe fare – Cosa mi succede, io… non è stato il suo colpo di prima, mi sarei sentita male sul momento: vuoi vedere che quel brutto muso… sei un vigliacco, un infame. Ti riduco in poltiglia brutto verme schifoso! – Le palpebre si fanno pesanti, non riesce più a stare in piedi; tutt’intorno a lei inizia a vorticare. La ragazza è costretta ad accasciarsi al suolo, mentre il satiro si dirige verso di lei
– Vuoi sapere cosa ci contraddistingue? A differenza tua, mia cara, non conosco il senso della parola pietà. Non proverei compassione nemmeno di fronte ad un visino dolce come il tuo – seguita il mostro spostando alcuni ciuffi dal volto di Laysa, in modo da guardarla dritta negli occhi. Anche la ragazza lo fissa, con uno espressione carica di odio e disprezzo – È inutile che fai quella faccia! So cosa stai pensando:”com’ è potuto succedere?”, “In che modo è riuscito a battermi?” – Ripete la creatura avvicinandosi a lei sempre più, oramai resa totalmente innocua. La ragazza non accenna ad arrendersi e gli sputa in faccia per far capire che niente e nessuno piega Laysa. Il satiro si limita ad asciugarsi il volto mostruoso sul quale compare poi un sorriso gratificante.
– Nelle condizioni in cui ti trovi, sei a malapena in grado di chiedere pietà – aggiunge compiaciuto.
– E tu speri che io lo faccia? Illuditi pure finché vuoi di potertela cavare così. Le tue minacce non mi fanno paura, stupido demone pulcioso e bicorno! –
– Lo so ma dovrebbero visto che sei arrivata al capolinea! Il tuo orgoglio è altamente inutile in una situazione come questa –
– Sei un lurido vigliacco; fai ufficialmente parte dei membri della mia lista nera. Prega di non ritrovarmi più sulla tua strada perché ti ridurrei ad uno spezzatino! – La ragazza cerca di mettersi in piedi, ma l’essere ripugnante, stancatosi della sua persistenza, le assesta un calcio potente nello stesso punto in cui aveva sferrato il pugno.
– Adesso dovresti tenere la tua boccuccia chiusa per un bel po’. Se sarai fortunata, ti mancherà il fiato per qualche minuto. Sono molto soddisfatto di questo bel bottino – sospira mettendo un arto sul corpo immobile della ragazza.
– È ora di porre fine alla tua sofferenza – l’artiglio dell’abominevole creatura sta per incidere il collo della ragazza. Inaspettatamente, il ciondolo in suo possesso inizia ad emettere un bagliore intenso, seguito dal suono di alcune parole, di cui non si capisce la provenienza
~ Il tuo momento non è ancora giunto ~. Il mostro viene spaventato da qualcosa, e si dirige all’interno del bosco. Laysa cade in un sonno molto profondo, fatto più di incubi che di sogni.
Il suo risveglio è tutt’altro che tranquillo; improvvisamente riviene di soprassalto, urlando. Quasi non crede di essere viva ed illesa per giunta. L’orribile creatura non l’ha neppure sfiorata durante lo stordimento, anche se aveva l’intenzione di fare esattamente l’opposto. Inizia a prendere coscienza, rendendosi conto che ha dormito parecchie ore, poiché trova a fissarla un fantastico tramonto scarlatto, che la distoglie momentaneamente da tutti i suoi pensieri.
Ripresasi dall’ipnosi che il paesaggio esercita su di lei, controlla di avere tutte le sue cose, mentre un brivido le attraversa la spina dorsale.
– Salva per un pelo, anche se non mi spiego come e perché. La prossima dovrò essere più cauta; ho preso la situazione troppo sottogamba… tipico di Laysa! Sono in debito con quella bella principessa per avere dormito così tanto. Sono proprio un’ottima guerriera se mi lascio sfuggire ogni bestia che capita – esclama amareggiata dell’insuccesso. – Infondo anche i grandi guerrieri hanno dei piccoli insuccessi – sospira delusa della performance scadente del suo combattimento. – Sì, come no, ma a chi vuoi darla a bere? Quel brutto muso ti ha battuto al 300%, tutto a causa della tua testa dura, un sacco colmo di spavalderia e un cuore traboccante di umiltà! Un grosso applauso a Laysa, la guerriera dalle manie di grandezza… E ridendo aggiunge – vorrà dire che mi rifarò la prossima volta che ti incontrerò, bella principessa. Hai sentito? Prima ti privo di tutta la pelle e i peli superflui, poi ti faccio a fettine e tutto in forno a 200°gradi, facciamo un bel party, e festeggiamo alla tua salute con tutti gli animali della foresta – urla Laysa a squarciagola. Lo sfogo le genera ulteriore rabbia, verso quella creatura immonda. Tuttavia decide di non proseguire le ricerche, ma si avvia nella direzione opposta del bosco, la città di Rouge.
– Sarà meglio levare le tende da questo postaccio, sta diventando troppo frequentato per i miei gusti – ripensa guardandosi intorno, e constatando di essere in un’oscura parte del bosco, un po’ troppo oscura. Detto questo si incammina verso la città di Rouge. Decide di prendersela con calma, per cui arriva in città nella mattinata.
Intanto i ragazzi sono impegnati in un’animata discussione, che come di consuetudine, non coinvolge Drakan.
– Rhea, secondo te sarà una ragazza il prossimo dragone? –
– Lo spero vivamente Celine, l’unione fa la forza! –
– Sarebbe davvero fantastico se l’ultimo dragone fosse una ragazza, in questo caso i conti sarebbero cinque a tre per noi – sghignazza Shana
– Come no, l’unione fa il disastro in questo caso, non oso immaginare un’altra pazza come Rhea nel gruppo –
– Scusa Leonard, mi hai chiamato per caso? – sussurra Rhea alle spalle dell’amico, che rabbrividisce al pensiero di subire le ire dell’alata.
– Ma no, ti sarai sbagliata, forse avrò detto Tea. Si Tea una guerriera davvero forte, che ho incontrato durante il mio viaggio per… –
– Leonard, ti concedo tre secondi di vantaggio, dopo di che sei morto… tre –
– Perdono, giuro che non pensavo realmente quello che ho detto – si affretta a dire mentre viene trattato poco gentilmente da Rhea. Contemporaneamente i ragazzi sono osservati da qualcuno… Laysa.
– Ma da dove diavolo sbuca quel gruppo di pazzi? Mah, sarà meglio che vada altrove – la ragazza sta per oltrepassarli, quando gli spiriti di dragone, compreso il ciondolo che Laysa possiede, iniziano a risuonare.
Questo evento lascia un po’ tutti sbalorditi, al punto che nessuno sa cosa come comportarsi con la sconosciuta. Come al solito, però, Drakan interviene prendendo in mano la situazione. Il ragazzo non si fa troppi scrupoli sul fatto di usare le buone maniere. Afferra per un braccio la sconosciuta e si limita a dire
– Scusa un attimo, dobbiamo parlare in un luogo più appartato – detto questo Laysa viene trascinata in un luogo semi deserto del paese, ovviamente contro la sua volontà
– Si può sapere cosa vuoi da me? Non ti conosco, ne tanto meno ti ho mai visto. I tuoi modi abbastanza bruschi mi hanno alquanto infastidita, e gradirei delle spiegazioni –
– Ha ragione, non è certo il modo di avvicinarsi ad una persona estranea – bisbiglia Celine, abituata ad un’educazione esemplare a corte, la quale viene assecondata da Shana, che ha ricevuto i medesimi insegnamenti.
– Tu non preoccuparti delle buone maniere – afferma il ragazzo sicuro di sé – se l’oggetto che poco fa ha risuonato è quello che tutti noi pensiamo, le buone maniere sono il tuo ultimo pensiero. Cerchiamo qualcuno che possa essere in possesso di una pietra simile a questa – asserisce Drakan mostrando l’impugnatura del suo spadone – vorremmo esaminare meglio ciò che ha emesso quel bagliore pochi secondi fa. –
– Di quale oggetto stai parlando? Forse faresti meglio a spiegare chiaramente come stanno le cose – Rincara la ragazza
– Vedo che la parlantina non ti manca – si intromette Rhea, cercando di mitigare l’atmosfera di tensione che si stava per creare, spiegando alla ragazza il motivo di tanto interessamento ad un suo oggetto
– Devi sapere che noi stiamo cercando una pietra di grande valore; quello che tu porti al collo potrebbe fare al caso nostro –
– Rhea ha ragione – continua Zeph – potresti mostrarcela meglio? Ti assicuro che non vogliamo farti del male –
– Tanto per cominciare, non ho il minimo terrore di un gruppo di pazzi scalmanati. Secondariamente, non ci guadagno un bel niente a mostrare qualcosa di mio ad un gruppo di sconosciuti. Potreste essere dei ladri o che so io… giusto per mettervi al corrente della situazione, non sono una ragazzina indifesa. Se necessario combatterò, anche contro tutti voi contemporaneamente –
– Non credi di esagerare? È vero che ti abbiamo preso un po’ alla sprovvista, ma in fondo non ti chiediamo nulla di impossibile – si interpone Leonard
– Il ragazzo ha ragione, noi facciamo parte dei buoni – sopraggiunge la spada parlante
– Sono capitata proprio in un gruppo di pazzi, adesso anche le spade parlano? – la ragazza rivolge una panoramica a tutto il gruppo, soffermandosi ad osservare Saphira.
– Non ti chiediamo nulla di particolare, e la tua reazione mi sembra esagerata – risponde freddamente Drakan
– Che vorresti dire, che sono un’impertinente ragazzina che parla troppo? –
Drakan non sembra intenzionato a volere inscenare un teatrino di battibecchi con la ragazza, così decide di ignorarla.
– Questo significa che quello che cerchi, o che comunque cercate, non è importante come vuoi far credere, per cui sbrigatela da solo, caro –
– Reagisci in modo veramente infantile, tutto qui –
– Anche se fosse? Se io venissi da te, a chiederti una cosa simile, tu come ti comporteresti? –
– Non è necessario sapere quello che farei io. –
Tutti pensano alle parole della misteriosa ragazza, considerando che hanno agito un po’ di impulso aggredendola a quel modo. Drakan però, appare ancora poco convinto e aggiunge
– Se è così ostile a mostrarci il suo ciondolo faremo diversamente; non è lei che possiede lo spirito di tuono, quindi andiamo a cercarlo altrove, dirigiamoci al mare, dove il diario ci ha mandato – il ragazzo si allontana quando viene fermato da Celine
– Aspetta, mi è venuta un’idea per convincerla a mostrarci il cimelio. Se non funzionerà nemmeno questa, cercheremo altrove. – Drakan accetta la proposta della compagna d’armi, anche se non proprio di buon grado; così Celine, aiutata dall’amica Shana, si mettono all’opera. È la prima ad avvicinarsi a Laysa
– Senti, scusaci se ti abbiamo aggredito, non era nostra intenzione comportarci da maleducati, vero Drakan? – il ragazzo emette un suono non comprensibile, le reazioni di Laysa gli appaiono troppo esagerate
– Non fare caso al suo comportamento – le bisbiglia in un orecchio – Devi sapere che ha un bruttissimo carattere e fa così con tutti, anche con noi che siamo suoi compagni di viaggio. Ma guarda che sbadata, non mi sono nemmeno presentata! Io sono Celine, lei è Shana – dice indicando l’amica accanto
– E li ci sono Rhea, Zeph, Leonard, Drakan e infine Saphira – spiega Celine indicando i compagni uno ad uno.
– Saphira? – sussurra la ragazza che viene sentita da Shana
– Sì, per caso la conosci? –
– No. Comunque io sono Laysa –
– Laysa. Potresti farci vedere il tuo cimelio? Sai io e la mia amica apparteniamo all’ambiente di corte. Xpesso veniamo mandate in missione dai nostri re, insieme ai nostri compagni. Ci siamo interessati al tuo ciondolo per un motivo ben preciso –
– Ah sì? E quale? Sono tutta orecchi. Sai com’è, non sono abituata a fidarmi immediatamente, specialmente di persone qualsiasi che mi fermano per un motivo del tutto assurdo – Celine si sente presa un po’ in contropiede; non riuscendo a fornire una risposta esaudente, rivolge uno sguardo a Shana la quale, decisa a prendere le redini del gioco aggiunge
– La principessa di Fletz è una ragazza un po’ viziata. Ha minacciato di commettere qualche sciocchezza se non le porteremo qualcosa di raro e prezioso – inventa sul momento e scambiando poi uno sguardo di intesa con l’amica.
– Ragazze ma siete impazzite? Cosa farneticate? Elen non… –
– Shhh, tieni la bocca chiusa una buona volta, non vedi che le ragazze stanno architettando qualcosa per sbrigare questa situazione? – bisbiglia Zeph, tappandole la bocca di Rhea con la mano.
– Ti posso assicurare che non siamo affatto degli impostori, tutt’altro. Guarda ti mostro una cosa… dammi solo il tempo di trovarla e… – Shana fruga nel suo zaino in cerca di qualcosa, mentre viene osservata da uno sguardo interrogatorio di Laysa e della stessa Celine, che non comprende le intenzioni della compagna. Alla fine sembra aver trovato ciò che cercava. Tra le mani stringe una lettera con il sigillo reale, ma Celine nota che non è una lettera recente, infatti risale al rapimento di Elen. Così Celine, decide di intervenire nuovamente
– Vedi Laysa, questa lettera è una conferma della veridicità delle nostre parole, non dirmi che non ti fidi del timbro di corte? Vieni con noi e… –
– Mi dispiace Celine non asseconderei mai i capricci di una ragazzina viziata, anche se il re in persona si presentasse qui davanti, anche se facesse volare fin qui il suo castello –
I ragazzi sono esasperati, perché non sanno più come comportarsi, mentre Saphira appare un po’ taciturna.
– Saphira, ti vedo un po’ strana… c’è qualcosa che non va? – chiede l’alata che aveva notato lo strano comportamento dell’amica.
– Uhm, no. Solo che quella ragazza mi ricorda qualcuno. Ma lascia perdere, molto probabilmente mi sto sbagliando –
– Per caso l’hai già incontrata? – domanda curiosa Rhea
– Non credo, ma non posso assicurarti nulla se non la vedo bene in viso – spiega Saphira molto pensierosa
– Capisco. Dobbiamo escogitare qualcosa, altrimenti finisce che rimaniamo a Rouge a vita! – aggiunge l’alata osservando la scena tra le compagne e Laysa.
– Forse mi è venuta un’idea… ragazzi estraete gli spiriti di Dragone; se il ciondolo è collegato con essi, risuonerà insieme a loro. Magari, quello di prima, è stato solo un caso separato – suggerisce Rhea. Il risultato però, non è quello sperato. Gli spiriti risuonano, e il ciondolo fa lo stesso.
Drakan ormai non regge più la situazione, ma non è l’unico.
– Senti ragazzina, non abbiamo tempo da perdere con te, né tanto meno con i tuoi piagnistei –
– Oh, hai ragione… quasi dimenticavo che siete gli agenti segreti della corona – aggiunge facendo un ampio inchino
– Sapete, quella della principessa che vuole una cosa preziosa, non l’avevo proprio sentita mai. La cosa che più mi fa pensare però, è una sola… cosa se ne fa una principessa di una sciocchezza simile? Con tutte le pietre preziose di palazzo, una cosa “rara” è di ben poco conto; le basta uno schiocco delle sue delicate e curate mani, per avere uno stuolo di oggetti preziosi ai suoi piedi –
– Si tratta di cose molto più importanti – riprende Drakan. La ragazza gli si avvicina, fissandolo con molta insistenza.
– Laysa, ti conviene non fissare Drakan a quel modo, potrebbe diventare molto pericoloso – suggerisce Shana leggermente preoccupata, mentre Laysa continua imperterrita a fissare Drakan. Il suo volto è parzialmente coperto da un fazzoletto; ma si intravede tanto quanto basta per far capire le sue intenzioni.
Rimane piazzata davanti a lui, con le mani appoggiate sui fianchi, continuando ad osservare il ragazzo con persistenza. Drakan decide di non dar nuovamente peso alle sue provocazioni, ignorando la sua presenza. Non appena il ragazzo accenna ad andare via, Laysa lo blocca per tornare a fissarlo insistentemente negli occhi
– Ma si può sapere cosa diavolo vuoi da me? Parla chiaro e finiscila di perder tempo – la reazione della ragazza stupisce tutti. Prontamente si mette in punta di piedi per annullare parzialmente l’altezza che la separa dal ragazzo
– Accidenti, ma quanto sei alto? Non è che per caso sei imparentato con i giganti? Ma adesso che ti guardo bene… è impossibile. Quelli sono brutti, grossi ed enormi. Poi loro parlare in modo molto strano, proprio come fare io ora. Tu invece – qualcuno soffoca una risata, ma Drakan, sembra non gradire affatto il comportamento della ragazza. Quest’ultima non sembra minimamente turbata della possibile reazione avversa, ma con molta noncuranza, sposta dei ciuffi di capelli dal volto del ragazzo, che quasi subito blocca il braccio di Laysa, con una salda presa.
– Il tuo sguardo mi ricorda qualcuno – afferma Laysa, assumendo un’espressione più seria. – Naaa è impossibile, lasciamo perdere! Scusa, potresti mollarmi il braccio gentilmente? Comincio a sentire un leggero formicolio, anzi comincio a non sentirlo più – gli altri rimangono basiti dal suo atteggiamento, chiedendosi se sia soltanto una sprovveduta o una pazza malata di mente, incurante di chi si trova di fronte. Rhea è la prima a prendere parola
– Laysa stai attenta, non sai chi ti trovi di fronte – l’avverte l’alata che ha ben capito da tempo quando il compagno sta per passare il limite della sopportazione.
– E sentiamo, sono molto curiosa, chi mi trovo di fronte? –
– Drakan può fare a pezzi chiunque, lo sappiamo bene tutti – aggiunge ripensando allo scontro nella locanda
– Io voglio semplicemente metterti in guardia, tutto qui. Ma se ti interessa tanto rischiare la vita, sei liberissima di farlo. Fatto sta che non mi sembra affatto una scelta saggia e sensata – conclude risoluta l’alata. Leonard da una gomitata a Zeph, per attirare la sua attenzione. Le parole dell’alata, gli sembrano
indecenze.
– Senti Zeph, da quando Rhea è diventata una dispensatrice di consigli? Se ben ricordo, era proprio lei ad attaccar briga con Drakan. Per ogni due per tre era pronta a beccarsi con lui... oppure ho solo sognato tutto? Se è così, tirami un pizzicotto e ridestami da questo lungo sonno! –
– Oh, hai ragione! “Non mi sembra affatto una scelta sensata” – la schernisce Zeph
– Vi state divertendo parecchio voi due,,, perché non utilizzate quel po’ del cervello che avete per risolvere la situazione? –
– Ma noi non avevamo intenzione di prenderci gioco di te, vero Leonard? –
– Assolutamente no! – aggiunge agitando convulsamente la testa, mentre Zeph sghignazza alle sue spalle.
– Bene, se la mettete così, visto che non siete produttivi, provvederò a tapparvi la bocca io – Rhea utilizza un po’ della sua magia, per ghiacciare temporaneamente la bocca dei due ragazzi, che non riescono più a proferir parola, ma emettono solo dei versi incomprensibili.
– Non preoccupatevi, vi scongelerete fra poco. Così la prossima volta ci pensate due volte – afferma soddisfatta per poi rivolgersi a Laysa, ignorando i due compagni che gesticolano – Scusa per l’attesa, ma come ti dicevo prima, è inutile fare queste scenate –
– Esatto – interviene Shana – Questo non è il momento di giocare, abbiamo una missione importante da compiere –
Laysa non ascolta ciò che Shana ha da dire, ma comincia a concentrarsi su una cosa ben precisa
– Ascolta Rhea, quanto è forte il vostro amico? –
– Drakan? Obbiettivamente parlando è il più forte del gruppo – risponde Rhea senza capire il motivo di tanto interessamento.
– Tutto questo non ha senso, ma vi rendete conto dei discorsi assurdi fatti finora? – obbietta Celine – Laysa, mostrarci il cimelio – la ragazza si avvicina a Laysa, che le punta contro la sua arma
– Fermati, ho trovato una soluzione che potrebbe accontentare tutti. Ho deciso di accontentarvi, essendo che non potete fare a meno del mio aiuto. –
– Dici davvero? – Strilla Celine, che sembra aver sentito una benedizione
– Vi mostrerò il mio ciondolo, e se necessario ve lo presterò… –
– È evidente che abbiamo sbagliato. Mi sono davvero stancato di sentire tutte queste parole – la fredda Drakan
– Bene, cavatevela da soli! –
– Laysa aspetta, Drakan non pensava ciò che ha detto – aggiunge Saphira. Laysa distoglie quasi subito lo sguardo da lei, come a volere nascondere qualcosa.
– Ad una condizione, voglio combattere contro lo scorbutico –
– Che cosa?! – urlano in coro
– Avete capito bene, voglio combattere contro D–R–A–K–A–N – aggiunge molto sicura di sé, sillabando le lettere con enfasi.
Nel frattempo Zeph e Leonard hanno riacquisito le loro capacità fonetiche
– Accidenti a te Rhea – proferisce massaggiandosi la parte inferiore del viso, ancora leggermente insensibile
– Laysa ti dico che non è una buona idea – continua con molta non curanza, rendendosi conto in un secondo tempo l’entità della richiesta fatta dalla ragazza. – Ti è andato di volte il cervello per caso? Lui – aggiunge indicando il compagno ripetutamente – è capace di ridurti in tanti piccolissimi frammenti, molto prima che te ne possa rendere conto. Se la fortuna è della tua parte, te la caverai con qualche costola frantumata –
– Se invece sarò sfortunata, vado a farmi un viaggio di sola andata per l’oltretomba. Correggimi se sbaglio. Ho afferrato il concetto, grazie a tutti per le delucidazioni, ma non ho affatto paura, anzi… – inizia ad avviarsi verso Drakan, parandosi davanti a lui, decisa a combattere – non vedo l’ora di assaggiare la tua potenza –
– Credi che mi metta a combattere con una sciocca come te? Ragazzina, non ho tempo da perdere con i tuoi capricci da mocciosa, e soprattutto non voglio sporcarmi le mani del tuo sangue – replica il ragazzo gelido, che da le spalle alla ragazza per allontanarsi dal posto. Laysa prontamente lancia un pugnale, che Drakan blocca tra l’indice e il medio della mano, senza troppa fatica.
– Cosa c’è grande Drakan, hai paura di una ragazzina petulante? Hai deciso di non affrontarmi perché non mi ritieni alla tua altezza o perché mi temi? La tua è solo paura di fare una brutta figura di fronte ai tuoi amichetti. –
– Credo che Laysa abbia toccato il fondo. Stai a vedere come si arrabbia – bisbiglia Shana a Celine
– Qualcosa mi dice che Drakan andrà fuori di sé, tra breve. –
A differenza di come aveva previsto Shana, Drakan una volta bloccato l’attacco di Laysa, le rilancia il pugnale ai piedi, con molta non curanza, mostrandole sempre le spalle, per nulla deciso ad assecondare la ragazza e realizzare i suoi capricci.
Purtroppo la testardaggine di Laysa la spinge a commettere una sciocchezza. La ragazza non intende rinunciare a battersi contro di lui, così decide di attaccarlo ugualmente, ma con scarso successo.
Drakan evita il suo attacco e sfrutta a suo favore il peso della ragazza per afferrarla con forza da un braccio e scaraventarla al suolo in modo poco cortese.
– Maledetto, come hai fatto a schivare il mio attacco?! – Esclama Laysa massaggiandosi la testa dolorante
Tutti sono preoccupati, non per il loro compagno, ma per la sorte della ragazza.
– Finalmente un po’ di movimento – Draco sembra essere quasi entusiasta di sentire odore di scontro nell’aria
– Draco! Non incitare Drakan, altrimenti la elimina davvero. Spero che quella ragazza si renda conto dell’imprudenza che sta per commettere; ringrazio di non trovarmi sulla sua traiettoria… ricordo ancora quando fece a pezzi un golem senza batter ciglio. – Sospira Leonard leggermente amareggiato
– Io dico che dovremmo intervenire – dice Celine preoccupata
– Non credo che potremmo fare qualcosa. Era il suo obbiettivo iniziale provocare Drakan. Ora che ci è riuscita, non rinuncerà a battersi contro di lui per nessun motivo. – aggiunge esasperata Shana
– Non credere che io rinunci tanto facilmente, ho deciso che combatterò contro di te, e così sarà. Sai non mi impressioni affatto –
Tuttavia qualcuno appare contrariato all’idea del combattimento: Saphira. Una volta capite le intenzioni di entrambi, si interpone tra i due. La ragazza non sembra gradire affatto che i due combattano.
– Drakan, non devi combattere contro di lei, sento che ci possiamo fidare –
– Dillo alla diretta interessata, io non ho nessuna intenzione di combattere contro di lei, ma se mi attacca, io non posso star fermo a subire –
– Hai ragione, ma lei non si rende conto di quello che sta facendo… sono sicura che possiamo fidarci di lei –
– Saphira lascia perdere, il tuo è solo fiato sprecato – le suggerisce Rhea indicando Laysa che si stava rialzando decisa più che mai allo scontro. Le sue intenzioni risultano abbastanza evidenti. Tuttavia Saphira non demorde. Sente che le sue sensazioni sono giuste, ne è certa, ma non sa come dimostrare che ciò che sente è vero.
– Ti basta questo o hai intenzione di riprovarci? – Afferma Drakan, notando che Laysa si è rimessa in piedi. A questo punto, Saphira capisce che quest’ultima non si fermerà; la ragazza si limita a mettersi da parte accentando mal volentieri lo scorrere degli eventi
– Non preoccuparti per me, sono molto forte – la rassicura Laysa
– Combattere contro Drakan non ti aiuterà, tutt’altro. Posso solo dirti di stare attenta, è uno che non ci va molto leggero –
– E ora, se vuoi scusarmi, ho uno scontro che mi attende – si posiziona davanti Drakan, decisa al combattimento
– Si comincia! – Gridano entrambi
L’aria sembra elettrica, la tensione è tanta. I ragazzi si squadrano un momento, per poi partire all’attacco. Drakan non ci pensa due volte, e tira una falciata in direzione degli stinchi di Laysa; questa ha la prontezza di saltare e rispondere con un calcio che viene parato con facilità. Drakan afferra Laysa per la caviglia, lanciandola a diversi metri da lui. Con molta prontezza di riflessi, fa una capriola su se stessa, atterrando sul suolo illesa. Ora parte al contrattacco, sferrando dei colpi nelle zone vitali, mirando soprattutto a collo e petto. Tuttavia Drakan conosce bene questa tecnica, che padroneggia con maestria e precisione. Al contrario di Laysa, riesce a mettere a fondo un colpo netto sulla nuca, che mette apparentemente la ragazza al tappeto. Il ragazzo riamane a guardarla impassibile, quasi a sapere che lo scontro non era finito. Infatti Laysa si rialza, anche se con un po’ di fatica, ma c’è qualcosa che non va’. I suoi occhi non percepiscono bene il mondo circostante, la visione di tutto sembra avvolta da un velo.
– Come fai a conoscere queste tecniche, tu non sei un guerriero qualunque, ma non mi spaventi lo stesso – si rialza con un po’ di fatica, ma non sembra dare cenni di resa. Tira un pugno ben assestato in faccia a Drakan, che stranamente viene colpito. Tutti rimangono allibiti della cosa appena accaduta, il ragazzo ha il capo chino verso il suolo.
– Ragazzi, vedete quello che vedo io? – Dice a bocca aperta Zeph
– Aspetta a cantar vittoria, dimentichi che si tratta di Drakan. Quel pugno lo ha colpito, ma secondo me non ha risentito assolutamente del colpo – spiega Rhea che ha intravisto un’espressione soddisfatta sul volto del compagno
– Allora ti è piaciuto la carezza? – Dice sarcastica Laysa, la quale rimane sconvolta nel vedere che Drakan non ha subito minimamente il colpo.
– Dici bene, è stata proprio una carezza. Sei una povera illusa se pensi di riuscire a battermi così – risponde mostrando un sorriso malvagio
– Che vi avevo detto? Non è da Drakan farsi battere con così poco – Zeph e Leonard si lanciano uno sguardo di intesa, ma non dicono nulla. L’ultima cosa che desiderano è ritrovarsi con la bocca nuovamente congelata. Decidono quindi di evitare ogni sarcasmo o battuta che possa irritare l’alata… almeno per il momento.
– Saphira ti vedo perplessa – dice Rhea mettendo una mano sulla spalla dell’amica leggermente pensierosa
– C’è qualcosa che non va’. Anche se non riesco a capire esattamente cosa – ammette pensierosa
– Saphira stai tranquilla, Drakan non è un assassino. Non ucciderebbe mai per stupidi motivi, considerando anche il fatto che tra gli spiriti e il suo ciondolo c’è un legame – la rincuora l’alata
– Però c’è da dire che nemmeno lei è stata tanto prudente. Insomma l’abbiamo avvertita di cosa è capace, perché sappiamo bene tutti quanti che la potenza di Drakan, supera di gran lunga quella di Laysa, si capisce chiaramente. Una bella lezione e tutta questa voglia di battersi contro di lui scomparirà magicamente – si accoda Leonard.
L’attenzione viene catturata nuovamente da un contrattacco di Drakan, che manda Laysa a terra senza troppa fatica. Ancora più persistente di prima si alza, cercando di colpire il ragazzo che para o schiva i colpi. Laysa se la cava bene con le arti marziali, ma comincia a mostrare qualche difficoltà, in quanto si butta sulla difensiva. Anche se leggermente sotto sforzo, la ragazza non da cenno di resa; sfruttando la sua elevata agilità, riesce a schivare alcuni colpi molto potenti, diretti verso le zone vitali del corpo. Così decide di aguzzare l’ingegno per avere la meglio su Drakan… Spicca un energico salto, portandosi ad un’altezza non indifferente. Leva la sua alabarda e punta contro Drakan. Cerca di sfruttare a suo favore la forza di gravità impressale dalla discesa, ma una volta arrivata al suolo, Drakan si fa schermo con le sue due katane. Entrambi si gettano all’attacco, ognuno con le proprie armi. Le lame stridono, e per il forte impatto producono scintille; nessuno dei due sembra voler cedere, e Laysa sembra rianimata da nuova forza. I colpi sono violenti, è un continuo para – colpisci. Drakan maneggia con enorme abilità e destrezza le katane; ormai il divario tra i due appare evidente. Laysa ha un momento di tentennamento, e Drakan ne approfitta per provocarle una ferita al braccio. Nonostante ciò, la ragazza è decisamente testarda, parte alla controffensiva scagliandosi con tutta la forza che ha in corpo sull’avversario. Commette un errore che le costerà caro, perché sbilancia il suo peso, creando l’occasione giusta a Drakan che mette a fondo un altro colpo. Cerca di sfruttare nuovamente la sua agilità, ma è un po’ impacciata nei movimenti a causa dei colpi subiti. Non si cura del suo stato fisico, continuando a sferrare colpi che non vanno a fondo, ma fendono semplicemente l’aria. Il ragazzo non intende eliminarla, ma solo darle una bella lezione.
– Non costringermi a farti male sul serio – afferma in tono risoluto e pacato. Laysa non si cura degli avvertimenti di Drakan, e alza la sua alabarda contro di lui imperterrita.
– Come temevo… visto che la metti così... mi sono veramente stancato di giocare con te! – Si limita ad aggiungere piegando il capo. Rimane immobile alcuni istanti, finché una luce di colore blu intenso avvolge il suo corpo. I ragazzi si guardano impauriti, pensando che il compagno voglia usare il potere di dragone e trasformarsi.
– Drakan, non lo fare! – Urla Rhea, ma il ragazzo ignora le parole dell’amica.
– Che c’è ragazzina, hai paura? –
– Io paura? Non conosco il significato di quella parola – Mente la ragazza come se sapesse quello che stava per succedere. Nessuno sa cosa passi per la testa dell’amico, ma soprattutto quali siano le sue reali intenzioni. La luce si va a condensare in un solo pugno. In un istante fulmineo il pugno di Drakan si trova piantato nello stomaco di Laysa; la cosa più strana è che nessuno ha capito come, tanto che era veloce il movimento compiuto dal ragazzo.
– Come hai fatto… quella è una tecnica della… – balbetta Laysa che non riesce a parlare per il colpo
– Come mai non la conosci? Sbaglio o le tue tecniche provengono proprio da lì? – chiede enigmatico Drakan.
– Oggi raccolgo bastonate da tutti, con questa sono a quota due… Fra un po’ il mio stomaco si spaccherà se continuo così – dice tossendo la ragazza
– Io ti avevo avvisato mocciosa. Questo è quello che succede a non prestarmi ascolto –
– Ragazzi, voi avete capito lo svolgimento dell’accaduto? – Chiede Leonard esterrefatto
– No, solo che Drakan ha messo K. O Laysa… C’era da aspettarselo, come da copione – gli risponde Shana. Un vento improvviso si alza sulla prateria. Il volto della ragazza rimasto coperto, ora è visibile a tutti. Stranamente Saphira assume un’espressione di stupore ma, allo stesso tempo preoccupazione.
– Noooo, tu! – Esclama Saphira urlando. Drakan si sposta dalla ragazza che cade al suolo piegata su stessa.
– LAYSA! – Saphira le corre in contro e poggia il capo della ragazza sulle sue ginocchia.
– Perché hai rischiato così? Sei una sciocca! –
– Lo so – Dice tossendo – Ma tu mi conosci; se non arreco guai e danni io, chi lo fa? Scusa se ti faccio preoccupare Saphira, non era mia intenzione…–
– Smettila di parlare e stai calma. Drakan cosa le hai fatto? – Chiede la ragazza in tono aspro
– Lei lo sa bene. Non le ho inferto nessuna ferita mortale, non sono un assassino né tanto meno uno sciocco. Credi che eliminerei un presunto dragone? –
– Dai Saphira, mi ha fatto semplicemente un po’ di solletico. Guarda, adesso mi metto in piedi in un attimo – Laysa cerca di alzarsi, ma ogni tentativo è vano.
– Stai giù. Così peggiori solo le cose – le dice preoccupata la ragazza. Drakan si allontana per andarsi ad isolare come al suo solito, ignorando le conseguenze del suo gesto, mentre gli altri raggiungono le due ragazze.
– Accidenti! C’è andato giù pesante. Per non farla più muovere, il pugno deve essere stato abbastanza potente – sottolinea Shana
– Già, ma ora dovremmo cercare di aiutarla, non possiamo abbandonarla così – Si affretta a dire Celine. Saphira cerca di curare l’amica ferita, ma non ci riesce.
– Ma perché non riesco a curarla? – Chiede Saphira molo allarmata
– Quella non era una normale tecnica di arti marziali… e non so come il vostro amico possa conoscerla – continua tossendo
– Ragazzi mi è venuta un’idea – Si intromette Rhea – Tu hai lo spirito del drago d’argento, che possiede poteri curativi molto potenti. Se riesci a richiamare il tuo elemento in una quantità maggiore e concentrarlo su Laysa, potresti guarirla, anche da un colpo simile –
– Rhea sei veramente tu? In genere non sei una specialista della pratica, ma nemmeno della teoria! – La beffeggia Zeph
– Lavorando a Kadessa si imparano molte cose – risponde seccamente Rhea
– Non ne sono molto sicura, ma ci proverò ugualmente –
– Non tormentarti Saphira, io ho piena fiducia in te – riprende Laysa faticosamente. La ragazza prende in mano lo spirito di dragone e si concentra per richiamare il suo elemento. Un’intensa luce bianca scaturisce dalla pietra, per andare ad avvolgere il corpo della ragazza ferita.
– Bravissima! – le dicono le amiche.
– Visto ci sei riuscita benissimo – esclama Rhea – Sei un’ottima allieva, al contrario di Zeph –
– Piantala Rhea, io so controllare il mio potere ma…– Il ragazzo pensa allo spirito che gli è stato rubato e si incupisce un po’.
– Se stai pensando allo spirito non torturarti, lo recupereremo molto presto – lo rassicura Rhea mettendogli una mano sulla spalla
– Se rimaniamo ancora qui a perdere tempo non troveremo un bel niente – sentenzia spazientito Drakan
– Il solito indelicato – Bisbiglia Celine
– Che ci vuoi fare? È fatto così, dobbiamo farci il callo – replica Leonard.
Intanto Laysa sembra essersi ripresa.
– Wow, ci sei riuscita – Esclama mettendosi in piedi, che viene abbracciata da una Saphira alquanto impensierita – Che accoglienza calorosa! –
– Sei la solita sciocca irresponsabile, avevi intenzione di farti ammazzare? –
– Dai Saphira non me ne volere! – Continua Laysa in tono supplichevole
– Non cambierai mai! –
– No proprio mai! – dicono entrambe ridendo. Saphira si mette in piedi ma, perde l’equilibrio per lo sforzo appena fatto. A causa dell’uso della magia sta per cadere all’indietro, ma Zeph la tiene per le spalle evitando la caduta.
– Stai bene? – Le chiede il ragazzo preoccupato
– Uhn… grazie Zeph, ora mi riprendo –
– Ehi Shana, non credi che sia venutasi a creare una situazione romantica? – Domanda Celine all’amica
– Hai perfettamente ragione. Guarda i due piccioncini – Conferma Shana. Quando Zeph e Saphira si accorgono di essere osservati un po’ troppo, si staccano immediatamente. Saphira si avvicina di nuovo all’amica guarita per accertarsi più infondo del suo stato di salute, e per svincolarsi dalla situazione imbarazzante.
– Non preoccuparti sto bene. Davvero! Ti devo un favore. –
– Ma si può sapere perché hai reagito da sconsiderata? Poteva finire molto male. Fortuna che c’ero io, altrimenti chi ti rimetteva in sesto? – La rimprovera Saphira
– Vedo che come sempre la modestia è una tua dote! – La prende in giro Laysa – Sniff, scusa tanto mammina, prometto che la prossima volta seguirò i tuoi consigli – prosegue frignando la ragazza, mettendosi le mani sul viso in una finta espressione di pentimento.
– Che succede Zeph, ci capisci qualcosa? – Chiede Leonard
– Se devo dirti la verità. Proprio nulla –
– Forse ho capito – Aggiunge Celine – Prima Saphira era preoccupata per qualcosa, ed ha confidato a Rhea di avere l’impressione di conoscere Laysa. Nulla toglie che si conoscano sul serio, altrimenti non si comporterebbero così! –
– Ehm, ehm ragazze potreste spiegarci quello che sta succedendo? Temo che ci siamo persi qualche passaggio – chiede Zeph
– Si hai ragione… ora vi spiegheremo tutto. – Dice Laysa sedendosi. Tutti si dispongono a cerchio per ascoltare ciò che ha da dire la ragazza, e quale legame la unisce all’ultima entrata nel gruppo.
– Allora da dove comincio… Molto tempo fa, circa quattro anni se ben ricordo, Saphira si recò al villaggio di Rouge, ma nel suo primo viaggio, non ebbi l’occasione di conoscerla. È la seconda volta che riuscii ad instaurare con lei un rapporto”civile”. A quel tempo la scuola delle arti marziali di Rouge era gestita dal maestro Bael, che poco dopo venne sostituito dall’allievo più anziano: Yari. Il nuovo mastro fece una distribuzione di ruoli, tale da mantenere l’armonia nella scuola. Io ebbi il compito di curare lo sviluppo delle matricole. Tuttavia Yari trascurava la scuola, per fare qualcos’altro. Allenare Saphira. Ora però forse è meglio che continui la diretta interessata, passo il testimone – termina la ragazza sdraiandosi sull’erba
– Parlare così a lungo mi ha fatto venire un gran sonno… –
– Laysa piantala di fare l’immatura –
– Ho detto qualcosa di sbagliato? – Le risponde l’amica con un sorriso malizioso.
– Saphira vorrei farti una domanda – esordisce Celine – Come mai ti sei recata a Rouge? –
– La seconda volta che mi recai a Rouge, lo feci per controllare alcune cose e poi viaggiando mi trovavo nei paraggi, e mi sembrava una città interessante. Tutto qui –
– Davvero? – Chiede Shana ancora più insistente
– Per sottoporsi ad un allenamento speciale – proferisce Laysa inaspettatamente, che si becca una gomitata della diretta interessata.
– Ma non imparerai mai a tenere la bocca chiusa? –
– Ci vedi qualcosa di strano in una persona che vuole allenarsi? E poi se non dicevo il vero motivo io, te lo tiravano fuori ugualmente. –
– Scusa Saphira, come mai hai deciso di recarti proprio a Rouge? E per quale motivo hai scelto di sottoporti ad un allenamento speciale? – Chiede Celine ancora più curiosa di prima
– Ecco cosa succede – sibila la ragazza a Laysa. Quest’ ultima rimane leggermente stupita dal comportamento dell’amica, pensando che tra lei e gli atri membri del gruppo sia venuto ad istaurarsi un clima di profonda fiducia essendo compagni d’armi; ma a quanto pare la realtà era un’altra…
– Una volta tornata a Rouge il maestro Yari si concentra sul mio allenamento, trascurando però le mansioni della scuola –
– Già, già. Ricordo ancora quando mi misi a sbraitare contro di lui. Povero Yari! – Riflette Laysa a voce alta.
– Ragazze una cosa alla volta! – Supplica Leonard che non riusciva più a seguire il discorso
– Scusate ragazzi, ma ci siamo fatte prendere dai bei ricordi; comunque Yari trascurava la palestra e Laysa volle indagare sulla questione, arrivando quindi a me. Mi viene ancora in mente lo scontro tra noi due; un battibecco infernale! Chi l’avrebbe mai detto che saremmo diventate amiche… – Le due ragazze sembrano molto affiatate, nonostante il tempo trascorso senza vedersi mai.
– Abbiamo capito Saphira, però tu non hai ancora risposto alla mia domanda – dice Celine insistentemente – Non mi sembra sia necessario addentrarci nei particolari, quanto detto può bastare. Io e Laysa ci conosciamo da tempo; le circostanze in cui ci siamo conosciute le sapete pure, per cui credo sia inutile continuare – conclude tutto d’un fiato. Le ragazze sembrano esserci rimaste un po’ male per la reazione dell’amica, infondo vogliono solo conoscerla meglio.
– Ragazze capisco Saphira – si interpone Rhea – Capisco che è a fin di bene, ma so che significa essere tartassati di domande alle quali non si vuole rispondere. Lasciamole un po’ di tempo, quando vorrà parlarcene noi saremo pronte ad ascoltarla. –
– Sì Rhea, hai ragione! – Le amiche si sentono rincuorate dalle parole dell’alata e si preparano per mettersi in viaggio.
– Senti Laysa, ma che fine ha fatto Bael dopo che è stato rimpiazzato da Yari? – Chiede Saphira
– Oh, non sono informata su questo, in questi anni non sono stata a Rouge – E continuando aggiunge – Che ne dici se andiamo a trovare i nostri vecchi maestri? A quasi dimenticavo – La ragazza si blocca, togliendosi il ciondolo che portava al collo – Mostrarvi questo era la condizione da rispettare; ecco guardatelo pure. –
Il cimelio passa di mano in mano, ma i ragazzi si rendono conto che effettivamente, non è lo spirito di dragone di tuono, rimanendo un po’ delusi della scoperta.
– Tse, mi sono sporcato le mani inutilmente. Sentivo che quella mocciosa non poteva essere un dragone – Sbuffa Drakan – Se avete terminato i vostri comizi, possiamo andare a cercare lo spirito, anzi gli spiriti –
– E dove? – Chiede Leonard
– Ragazzi mi è venuta un’idea. Il mio cimelio ha uno stretto legame con quelli che voi chiamate spiriti di… dell’aldilà –
– Dragone – precisa Rhea con un ampio sorriso
– Sì, non avevo afferrato bene il nome! Conosco una persona molto saggia che potrebbe dirci qualcosa di più –
– Laysa stai pensando a Bael? – Domanda Saphira
– Sì, lui ne sa certo più di me su ciondoli mistici e antiche leggende che riguardano il paese. E poi potremmo fare anche un salto da Yari –
– Mi sembra un’ottima idea –
– Saphira frena l’entusiasmo, il diario ci ha mandato ad Aglis ricordi? – Aggiunge Drakan
– Però, non verresti mai a sapere che legame c’è tra, il mio ciondolo e i vostri spiriti – ribatte Laysa
– Faremo una visita molto breve – continua Saphira
– Ma ti avverto, se non avremo risultati soddisfacenti per la nostra ricerca, si farà a modo mio – sbuffa Drakan.
– Allora andiamo, vi guido io, non è molto lontano. – Suggerisce Laysa. La comitiva arriva in prossimità di un’area del villaggio semi deserta.
– È qui che abita la persona che dovrebbe aiutarci? –
– Sì, Shana siamo quasi arrivati, eccoci. – La ragazza si blocca davanti alla porta di una casa, mostrando segni di esitazione
– Cosa ti prende? Non è da te Laysa; beh se non vuoi entrare tu, lo farò io – Continua l’amica per provocarla
– Maestro Bael, maestro Bael – non risponde nessuno
– Un altro buco nell’acqua – si lamenta Drakan
– Pfiu, salva per un pelo –
– Laysa ti spiacerebbe ripetere? – Domanda Saphira che ottiene solo silenzio dalla compagna, finché un pizzicotto datole improvvisamente la riporta alla realtà
– Sei impazzita per caso? –
– No, ma ho visto che non rispondevi, ed ho deciso di fare alla vecchia maniera –
– Non stavo pensando niente di speciale… non fare caso a quel che dico, lo sai che molte volte dico e faccio cose insensate – risponde Laysa forzando un sorriso
– Sarà, ma tu non mi convinci – ribatte Saphira – per caso mi stai nascondendo qualcosa? –
– Chi io? Naaa, ti sembro una che ha voglia di giocare a nascondino? –
– Smettila di fare la bambina, e parla chiaramente con me – le sussurra l’amica
– Ti assicuro che non nascondo assolutamente nulla –
– Comunque sei poco convincente – continua imperterrita Saphira.
Nel frattempo il gruppo si trova distante diversi metri dalla casa, quando una voce rauca li ferma.
– Aspettate – un anziano signore si dirige verso di loro – Siete voi che avete fatto il mio nome? –
– Sì, siamo stati noi. Lei è il maestro Bael? – Chiede Celine
– Dovremmo farle alcune domande – interviene Drakan aggirando l’ostacolo “convenevoli”.
– Ci scusi per il disturbo, ma Laysa ci ha consigliato di rivolgerci a lei – spiega Shana
– Avete detto Laysa? – Esclama il maestro leggermente sorpreso
– Laysa ci ha detto di che potreste aiutarci a capire il mistero che avvolge il suo ciondolo – si affretta a spiegare Zeph
– Ma io... – il maestro non sa cosa dire, finché non vede che la ragazza è veramente con loro
– Salve maestro – è l’unica cosa che riesce a dire, evitando accuratamente di far intravedere il suo stato d’animo.
– Tu! Qual buon vento ti porta mia cara? – Esclama con evidente stupore.
Laysa esita un po’ nel rispondere. L’unica a constatare la difficoltà della ragazza è Saphira, che conoscendola, si rende conto del suo comportamento anomalo.
– Laysa ti sei addormentata? –
– Eh no, no. Maestro, sono venuta fin qui con queste persone, per farle alcune domande sul mio ciondolo –
– Parleremo a casa mia di questa faccenda. Accomodatevi . –
Tutti entrano ma Laysa rimane sull’uscio della porta, ancora un po’ pensierosa
– Che succede, qualcosa non và? –
– No maestro, solo… –
– Lascia stare, non mi devi nessuna spiegazione. Andiamo dentro – le suggerisce il maestro pazientemente
– Bene, qui possiamo parlare tranquillamente senza che nessuno ci disturbi. Posso sapere perché vi interessa il ciondolo della mia allieva? –
– Ex allieva – si affretta a precisare la ragazza sottovoce
– Ragazzi, mi sa che dobbiamo raccontare tutto – sbuffa Rhea al pensiero di dovere spiegare la storia sugli spiriti di dragone.
– Ci penso io – Saphira prende in mano la situazione, e fornisce le dovute spiegazioni al maestro, il quale ascolta con grande attenzione.
– Quindi voi dovreste essere i dragoni della leggenda! Mi sembra talmente assurdo, la storia che si ripete –
– Sì maestro, siamo i dragoni della leggenda. Il punto della situazione è che vorremmo sapere che legame potrebbe esserci tra, il ciondolo di Laysa e gli spiriti di dragone – conclude la ragazza. Tutti avvicinano gli spiriti, Laysa il suo cimelio; come previsto iniziano a risuonare, provocando nel maestro nuovo stupore.
– Oh, non ho mai assistito a qualcosa di simile a questo – Laysa che era stata taciturna, azzarda una domanda al maestro
– Ci può raccontare la storia che è legata al mio ciondolo? –
– Va bene, vi accontenterò. Dovete sapere che il cimelio in possesso di Laysa, è un artefatto molto particolare, non è un oggetto comune come potete ben notare. Si narra che anticamente venisse esposto ad una fonte di potere abbastanza vasta –
– Il potere di dragone – ripetono in coro
– Questo non è del tutto assicurato, ma potrebbe essere andata così. Il cimelio è stato esposto al potere di dragone, forse quello di tuono e ne risente l’influenza quando un potere simile si trova nelle vicinanze. –
– Questo spiegherebbe perché risuona insieme ai nostri spiriti – aggiunge Drakan
– Esatto. Sono anni che viene tramandato di famiglia, in famiglia. Tuttavia, la cura di questo prezioso oggetto, non viene data a chiunque. Non si tratta di individui scelti a caso, ma si tratta di elementi di spicco all’interno del villaggio di Rouge. Pochi sono quelli che hanno questo onore. –
– Sarà, ma a me non sembra che quella mocciosa sia forte – ribatte Drakan pensando al combattimento
– La questione è diversa; sei tu fuori dal normale – replica Laysa seriamente. – Adesso credo sia venuto il momento di lasciarci – prosegue la ragazza avviandosi verso l’uscita
– Perché tanta fretta Laysa? – Chiede Shana; intanto anche Drakan e Saphira si mettono in piedi
– Non c’è più niente da fare qui, abbiamo ottenuto le informazioni che ci servivano, quindi deduco che la permanenza a casa del maestro sia giunta la termine – accenna Saphira – mi devi un favore – sussurra all’orecchio di Laysa, che si limita a fare un debole cenno con il capo.
– Maestro la ringrazio per averci dedicato il suo prezioso tempo – e facendo un breve inchino si congeda da Bael. Quando nessuno può sentire, lo stesso blocca la sua ex discepola, che ormai era l’unica ad essere rimasta in casa.
– Aspetta Laysa –
– Mi dica maestro, ma faccia presto, ho una certa fretta – risponde freddamente
– Come stai ragazza mia? – Domanda il maestro in tono apprensivo
– Non lo vede? Sono in forma smagliante –
– Non mi riferisco a questo, ma…–
– lo so di cosa sta parlando; anche senza la guida di nessuno so cavarmela benissimo –
– Basta Laysa – la interrompe Bael assumendo un tono duro – non mi riferisco a quello di cui stai parlando, sai bene cosa intendo –
– Si riferisce al motivo del mio viaggio? Sì, sono ancora in giro per quello. –
– Laysa… – il maestro non fa in tempo a finire, che la ragazza lo frena quasi subito –
– Non intendo tornare sui miei passi – aggiunge troncando il discorso.
– Sei rimasta quasi la Laysa di un tempo… –
– Quasi maestro, quasi –
– Non tormentare più il tuo spirito –
– E lei non si affanni a convertirmi alla pace. Io sono per la guerra… se un giorno la raggiungerò la quiete interiore, sarò lieta di farglielo sapere –
– Pfiu, per fortuna non mi ha beccato nessuno. Non ci tengo assolutamente a farmi vedere adesso dagli abitanti del villaggio, però… non posso fuggire in eterno e poi credo… – prosegue il misterioso personaggio – A volte credo che tutta questa solitudine non giovi un gran ché al mio spirito, ma cosa posso farci? È più forte di me, non riesco a vivere in società, e non credo di potermi riabituare a tutto quel parlare, agli ipocrisismi, alle ingiustizie che molte volte restano impunite… non un’altra volta. – pensa l’ignota ragazza tra sé e sé, attraversando un oscuro sentiero del bosco di Rouge.
– Se continuo a generalizzare però, non troverò mai qualcuno a cui voler bene, e che mi voglia bene. Non troverò mai una “nuova famiglia” – camminando assorta nei suoi pensieri, non si è resa minimamente conto, di essere arrivata in prossimità di una parte del bosco abbastanza pericolosa.
– Bah, ma cosa dico? Mi sto proprio rammollendo! Io non ho bisogno di NESSUNO, NESSUNO! – ripete urlando, quasi come se volesse convincere se stessa.
– C’è qualcosa impigliato tra i rami, vediamo di cosa si tratta. – La ragazza ormai si trova quasi nel cuore del bosco; a causa dei fitti rami degli alberi non si vede molto chiaramente. Solo qualche raggio di sole riesce a filtrare e illuminare l’ambiente circostante. Perciò decide di salire sull’albero e controllare.
– E tu cosa ci fai impigliato qui? – esclama, rivolgendosi ad un piccolo passerotto, che cerca di volare troppo presto.
– Non mi dire che ti ho svegliato io? Accidenti a me! Quando imparerò a fare meno baccano? Purtroppo ti devo dare una brutta notizia. Hai un’ala spezzata – osserva attentamente – Potrebbe essere un bel problema per te. Ma devo necessariamente rimediare al mio urlo da isterica, perciò trattamento di cura gratis solo per oggi – lo medica con accortezza e precisione. – Ecco fatto, così dovrebbe andare più che bene. Se vado avanti di questo passo rischio di far concorrenza ai medici professionisti; oramai sono abituata a curare ferite e scottature con tutti i pasticci che combino! – aggiunge ridendo. Il passerotto inizia a cinguettare, quasi come se volesse ringraziare.
– Che carino che sei, ora mi dici anche grazie? Ti rimetto nel tuo nido, e non muoverti da lì fino all’arrivo di mamma e papà, capito? – scende dall’albero con enorme agilità, come se conoscesse a fondo quel posto.
– Non c’è ombra di dubbio, mi sto proprio rammollendo – dice quasi sogghignando. – Quel passerotto però… visto che sono arrivati? – esclama contenta. – Adesso è ora di smetterla, quasi non mi riconosco. Tutte queste smancerie mi fan somigliare molto alle donnine di corte, che fuggono via, e si imbattono in creaturine da soccorrere e cattivoni da cui fuggire. Come no! – e poi assumendo un tono più serio procede – Credevo di non tornare più in questo posto, e invece rieccomi qui, per ironia della sorte dopo soli quattro anni. Sembra che il tempo si sia fermato da allora. Pare un’eternità, eppure sono solo quattro anni. Ma si può sapere che mi prende oggi? Prima gli atti caritatevoli, ora le frasi molto stile eremita… che stia impazzendo? – si rimprovera, mentre prende distrattamente a calci una pigna appena caduta.
– Solo quattro anni… da quel giorno maledetto – sibila stringendo l’elsa della sua arma e fermandosi di colpo. Stringe forte anche i suoi pugni, al punto tale di provocarsi delle ferite, da cui comincia a fluire sangue. Una lacrima le riga il volto. Piange… non per il dolore delle ferite provocatasi spontaneamente, ma per qualcosa di ben più profondo; ferite insite nella sua anima che forse nessuno riuscirà a lenire o cancellare. – – Smettila di piangere, sei una guerriera, non una stupida ragazzina emotiva… maledetta emotività, maledetta! –
Una profonda rabbia la invade. Presa dall’ira si scaglia su un grosso tronco, riducendolo in tanti pezzettini, tutti delle stesse dimensioni.
– Però, sono proprio brava. Tuttavia non basta un tronco, mi serve qualcosa di più impegnativo… –
Si ferma a pensare, su cose oscure, che probabilmente nessuno conosce.
– Lo sai che le lacrime non cancellano il passato. “Esso” non si dimentica mai. Quel che è fatto è fatto, non si può più tornare indietro. Devo portare a compimento la mia missione; l’unico motivo per il quale sono ancora qui. – Una strana tranquillità scende sul bosco, mentre la ragazza è assorta ancora nei numerosi pensieri che le balenano in mente. Inaspettatamente uno strano fruscio di foglie, fin troppo sospetto, attira la sua attenzione – Chi c’è la dietro? – si asciuga in fretta gli occhi ancora inumiditi dalle lacrime precedentemente versate; scatta sull’attenti preparandosi ad un eventuale attacco di una qualche bestia selvatica.
– Ti avverto chiunque tu sia, se non esci fuori immediatamente, vengo a prenderti io – così si avvicina nella direzione del rumore, noncurante del pericolo che incombeva su di lei. Da un grosso cespuglio spunta fuori uno strano essere. Sembrerebbe un incrocio tra uomo e bestia.
– Che accidenti di creatura sei? – Dice in un misto tra lo stupore e orrore allo stesso tempo. Una creatura, un mostro gigantesco le si para davanti e si scaraventa con enorme agilità sull’albero dove giaceva il nido. Anche lei scatta prontamente raggiungendo il ramo con il nido e allontanando la bestia da esso con la sua lancia. La ragazza ancora sull’albero si rivolge al mostro – Ehi, ehi. Ma quanta fretta! Non sono più i tempi di una volta; comunque dove credi di andare brutto muso? Prenditela con qualcuno in grado di difendersi piuttosto che attaccare esseri deboli! – e scende dall’albero per porsi faccia a faccia con la creatura. Quest’ultima si avvicina e fa la stessa cosa, quasi come se avesse capito il significato delle parole dette dalla ragazza.
– Bene, bene. Vedo che comprendi ciò che dico. Adesso che ti guardo meglio mi sembri ancora più brutto; non è che per caso se ti do un bacio, ti trasformi in un bel principe? Oppure… sei una bella principessa smarritasi nel tetro bosco! Non sai che è molto pericoloso qui? Potresti fare brutti incontri, tipo me. Ma se vuoi ti accompagno al tuo castello. Cosa dico? Sono la cattiva! Tutt’al più ti risparmio, se mi dai i tuoi gioielli reali – il mostro la fissa, rimanendo impassibile – Allora piccolino? Il gatto ti ha mangiato la lingua, o sono così bella che sei rimasto pietrificato? – conclude la ragazza con un ghigno dipinto sul viso.
– Non fare il timidone, fatti avanti… anche se non sei proprio il mio tipo, chiuderei un occhio per te; forse sarebbe meglio entrambi. Guarda che non mordo! Non smuove proprio nulla. Approfitterò di questa occasione, e coglierò al volo l’opportunità di sfogarmi con te, visto che da quanto ho capito sei un grande ascoltatore. In questo modo non dovrò pagare inutilmente uno psicologo, per esporre problemi e frustrazioni. Ne ho davvero bisogno sai? Poco fa, infatti, ho avuto una delle mie solite e repentine crisi isteriche; fortuna che mi trovo in un bosco, altrimenti povero chi si imbatteva nella sottoscritta. – La ragazza continua il suo apparente monologo, per una ragione non molto chiara – Siccome mi stai parecchio simpatico voglio giocare un po’ con te. Ti lascio la libertà di scelta; uno, due, tre stella; guardie e ladri; tu corri ed io ti acchiappò… forse è la stessa cosa? Boh, sono comunque giochi molto divertenti piccolo animale da compagnia, non c’è che dire – non si sente affatto minacciata dalla presenza della creatura. Inizia a fare dei giri intorno ad essa, sicura di sé e continuando a fare i suoi ragionamenti ad alta voce, del tutto ignara di ciò che l’attendeva.
– Vediamo… che si può combinare con un demone bicornuto? Proprio non mi viene in mente nulla. Non farmi sporcare le mani in questo momento; stavo giusto meditando se ritornare o meno a Rouge. Permetteresti ad una ragazza splendida come me, di recarsi in città sporca e aromatizzata del tuo sangue? Preferisco decisamente le essenze dolci, tipo vaniglia o muschio. Mah, spreco solo il mio tempo a parlare con te di questo, visto che emani un odorino che non so descrivermi. Aspetta, adesso che ci penso bene ho trovato una soluzioncina. Stavo giusto riflettendo sulla mia esistenza; ho constato che mi sento molto sola, amareggiata e frustrata… cercavo appunto qualcuno con cui prendermela. Dai, lo so che mi comprendi, chi vuoi ingannare? Me non di certo, so che sei un satiro, una di quelle belle bestiole che ricordano molto un essere ibrido; una specie di incrocio tra uomo e capra. Sono più sveglia di quanto possa sembrare. A volte il mio dolce visino potrebbe trarre in inganno, ma stai attento perché è solo un’illusione. Ti ho già detto che non mordo, beh dipende dalla situazione, ma voglio metterti in guardia ugualmente – continua la ragazza rassicurata dalla immobilità del satiro – A scherzare col fuoco prima o poi ci si brucia; e ti assicuro che brucio parecchio brutto bestione. Facciamo così, tu stai fermo, immobile, come hai fatto finora; io nel frattempo effettuo una breve operazione chirurgica. Ossia, giusto per schiariti un po’ le idee, recido una vena forse meglio un’arteria, proprio lì al livello del tuo delicato e slanciato collo. Allora sì che i giochi sono fatti; guarda come pulsa velocemente! A quanto pare la mia presenza ti emoziona parecchio. Credo che non proverai nessun dolore; già moriresti quasi subito –
Nel frattempo il mostro comincia ad assumere un’espressione inquieta e alquanto infastidita, forse a causa del troppo ciarlare della ragazza. Ma quest’ultima sembra non accorgersi, o non voler rendersi conto di questo cambiamento, e va avanti nel discorso – L’unico problema è che vedresti una bella fontanella di rosso vivo; perciò se la vista del sangue ti impressiona, ti consiglio di chiudere quei dolcissimi occhietti prima che mi metta all’opera. Non sei per niente curioso di sapere quanto resterai in vita, se faccio un profondo taglio alla tua carotide? Questo si prospetta un gioco interessante. Parecchio interessante e divertente – segue un lungo silenzio, nel quale la ragazza sembra preparasi per scontrarsi con il mostro. Sta per aprire nuovamente la bocca per parlare, ma succede qualcosa di apparentemente inaspettato.
– ADESSO BASTAAAAA – urla il mostro, ridestando tutto il bosco immerso in un profondo sonno.
– Mi sono stufato di te, dei tuoi stupidi discorsi, e vaneggiamenti, maledetta ragazzina petulante – sbraita spazientito il mostro, come se si fosse appena risvegliato da un’intensa ipnosi
– Innanzi tutto il mio nome è Laysa, e non ragazzina petulante; molto lieta di avere fatto la tua conoscenza. Noto con immenso piacere che cominciamo a sciogliere il ghiaccio, tutto questo mi emoziona davvero tanto. Sai non sapevo che fossi in grado di parlare, è veramente una sorpresa per me! – esclama Laysa con gli occhi sbarrati, e una finta innocenza che lascia pensare ad un eventuale “complotto” nella sua mente. Tuttavia non si cura del mostro e tralascia in maniera superficiale ogni sua azione.
– Caro il mio satiro, è arrivata la tua ora –
– Ti distruggerò maledetta! –
– Fai pure, io sono qui – pianta la sua alabarda nel terreno annoiata, ignorando totalmente il mostro che sta preparando un incantesimo di oscurità. Una volta lanciatole incontro, riesce ad evitarlo di poco, scansandosi all’ultimo minuti. Si prepara al contrattacco, scegliendo di utilizzare armi ad ampio raggio, piuttosto che la sua alabarda, nascondendosi di tanto in tanto dietro gli alberi. Riesce a ferire solo superficialmente il mostro, perciò decide di uscire allo scoperto, adottando un’altra strategia. La creatura sembra essere molto forte, ma Laysa non accenna ad arrendersi, così decide di agire d’astuzia.
– Perché non esci fuori, brutta mocciosa arrogante! Sei brava solo a fare tante parole. Vieni ad affrontarmi frontalmente se ne sei all’altezza – inveisce la creatura. Per tutta risposta, Laysa spunta fuori dalla cima di un albero scendendo in terra, ma restando a debita distanza.
– Eccomi, cucciolo! Volevi vedermi? – il satiro si fionda su di lei, ma la ragazza lo blocca in tempo.
– Fermo, non avere così tanta fretta. Vorrei proporti un accordo –
– Ti ascolto mocciosa, ma cerca di sbrigarti, prima che cambi idea –
– Ho constato che sei molto più forte di me, vorrei che stabilissimo una tregua. Ovviamente non andrai via a mani vuote. Tu mi lascerai viva, ed io in cambio, ti darò questo – estrae uno strano ciondolo per mostrarlo al mostro – Conferisce un grande potere a chi lo possiede – la bestia si avvicina per prendere l’oggetto, ma Laysa gli tira in piena faccia una pozione di luce. Con uno scatto recupera l’alabarda per colpire il mostro, ma quando sta per infliggere un affondo micidiale, questo blocca la sua arma tra le sue zampe enormi. Con tutta la forza che possiede in corpo le scaglia un pugno potentissimo in pieno stomaco, schiantando la ragazza sul tronco di un albero.
– Maledetto, come hai fatto, tu sei oscurità, eppure quella pozione non ti ha fatto nulla –
– Sorpresa? Possiedo capacità psichiche, ed ho previsto ogni tua mossa sin dall’inizio. Questo è solo un altro tentativo per prendere tempo, non riuscirai mai a battermi – Laysa appare in evidente difficoltà, a causa del colpo infertole, sente continue e lancinanti fitte allo stomaco, che le impediscono quasi ogni movimento.
– Mi sono cacciata proprio in un bel guaio, altro che donnina di corte…– sibila sputando del sangue.
Il satiro le si avvicina deciso a finirla, ma la ragazza si prepara alla lotta, anche se si trova allo stremo delle forze, non ha la minima intenzione di gettare la spugna. Salta in groppa al mostro, infilando le dita nei suoi occhi. Esso viene temporaneamente messo fuori gioco, Laysa ha il tempo per partire all’offensiva. La sua arma sta per trafiggere il collo della bestia, quando accade qualcosa di strano… Il satiro emetta da quella che sembrerebbe la sua bocca, una strana polvere violacea che colpisce Laysa in pieno viso.
– E questa cos’è… non sembra affatto veleno – quasi improvvisamente scende su di lei uno strano torpore. I muscoli sono rigidi e non eseguono ciò che vorrebbe fare – Cosa mi succede, io… non è stato il suo colpo di prima, mi sarei sentita male sul momento: vuoi vedere che quel brutto muso… sei un vigliacco, un infame. Ti riduco in poltiglia brutto verme schifoso! – Le palpebre si fanno pesanti, non riesce più a stare in piedi; tutt’intorno a lei inizia a vorticare. La ragazza è costretta ad accasciarsi al suolo, mentre il satiro si dirige verso di lei
– Vuoi sapere cosa ci contraddistingue? A differenza tua, mia cara, non conosco il senso della parola pietà. Non proverei compassione nemmeno di fronte ad un visino dolce come il tuo – seguita il mostro spostando alcuni ciuffi dal volto di Laysa, in modo da guardarla dritta negli occhi. Anche la ragazza lo fissa, con uno espressione carica di odio e disprezzo – È inutile che fai quella faccia! So cosa stai pensando:”com’ è potuto succedere?”, “In che modo è riuscito a battermi?” – Ripete la creatura avvicinandosi a lei sempre più, oramai resa totalmente innocua. La ragazza non accenna ad arrendersi e gli sputa in faccia per far capire che niente e nessuno piega Laysa. Il satiro si limita ad asciugarsi il volto mostruoso sul quale compare poi un sorriso gratificante.
– Nelle condizioni in cui ti trovi, sei a malapena in grado di chiedere pietà – aggiunge compiaciuto.
– E tu speri che io lo faccia? Illuditi pure finché vuoi di potertela cavare così. Le tue minacce non mi fanno paura, stupido demone pulcioso e bicorno! –
– Lo so ma dovrebbero visto che sei arrivata al capolinea! Il tuo orgoglio è altamente inutile in una situazione come questa –
– Sei un lurido vigliacco; fai ufficialmente parte dei membri della mia lista nera. Prega di non ritrovarmi più sulla tua strada perché ti ridurrei ad uno spezzatino! – La ragazza cerca di mettersi in piedi, ma l’essere ripugnante, stancatosi della sua persistenza, le assesta un calcio potente nello stesso punto in cui aveva sferrato il pugno.
– Adesso dovresti tenere la tua boccuccia chiusa per un bel po’. Se sarai fortunata, ti mancherà il fiato per qualche minuto. Sono molto soddisfatto di questo bel bottino – sospira mettendo un arto sul corpo immobile della ragazza.
– È ora di porre fine alla tua sofferenza – l’artiglio dell’abominevole creatura sta per incidere il collo della ragazza. Inaspettatamente, il ciondolo in suo possesso inizia ad emettere un bagliore intenso, seguito dal suono di alcune parole, di cui non si capisce la provenienza
~ Il tuo momento non è ancora giunto ~. Il mostro viene spaventato da qualcosa, e si dirige all’interno del bosco. Laysa cade in un sonno molto profondo, fatto più di incubi che di sogni.
Il suo risveglio è tutt’altro che tranquillo; improvvisamente riviene di soprassalto, urlando. Quasi non crede di essere viva ed illesa per giunta. L’orribile creatura non l’ha neppure sfiorata durante lo stordimento, anche se aveva l’intenzione di fare esattamente l’opposto. Inizia a prendere coscienza, rendendosi conto che ha dormito parecchie ore, poiché trova a fissarla un fantastico tramonto scarlatto, che la distoglie momentaneamente da tutti i suoi pensieri.
Ripresasi dall’ipnosi che il paesaggio esercita su di lei, controlla di avere tutte le sue cose, mentre un brivido le attraversa la spina dorsale.
– Salva per un pelo, anche se non mi spiego come e perché. La prossima dovrò essere più cauta; ho preso la situazione troppo sottogamba… tipico di Laysa! Sono in debito con quella bella principessa per avere dormito così tanto. Sono proprio un’ottima guerriera se mi lascio sfuggire ogni bestia che capita – esclama amareggiata dell’insuccesso. – Infondo anche i grandi guerrieri hanno dei piccoli insuccessi – sospira delusa della performance scadente del suo combattimento. – Sì, come no, ma a chi vuoi darla a bere? Quel brutto muso ti ha battuto al 300%, tutto a causa della tua testa dura, un sacco colmo di spavalderia e un cuore traboccante di umiltà! Un grosso applauso a Laysa, la guerriera dalle manie di grandezza… E ridendo aggiunge – vorrà dire che mi rifarò la prossima volta che ti incontrerò, bella principessa. Hai sentito? Prima ti privo di tutta la pelle e i peli superflui, poi ti faccio a fettine e tutto in forno a 200°gradi, facciamo un bel party, e festeggiamo alla tua salute con tutti gli animali della foresta – urla Laysa a squarciagola. Lo sfogo le genera ulteriore rabbia, verso quella creatura immonda. Tuttavia decide di non proseguire le ricerche, ma si avvia nella direzione opposta del bosco, la città di Rouge.
– Sarà meglio levare le tende da questo postaccio, sta diventando troppo frequentato per i miei gusti – ripensa guardandosi intorno, e constatando di essere in un’oscura parte del bosco, un po’ troppo oscura. Detto questo si incammina verso la città di Rouge. Decide di prendersela con calma, per cui arriva in città nella mattinata.
Intanto i ragazzi sono impegnati in un’animata discussione, che come di consuetudine, non coinvolge Drakan.
– Rhea, secondo te sarà una ragazza il prossimo dragone? –
– Lo spero vivamente Celine, l’unione fa la forza! –
– Sarebbe davvero fantastico se l’ultimo dragone fosse una ragazza, in questo caso i conti sarebbero cinque a tre per noi – sghignazza Shana
– Come no, l’unione fa il disastro in questo caso, non oso immaginare un’altra pazza come Rhea nel gruppo –
– Scusa Leonard, mi hai chiamato per caso? – sussurra Rhea alle spalle dell’amico, che rabbrividisce al pensiero di subire le ire dell’alata.
– Ma no, ti sarai sbagliata, forse avrò detto Tea. Si Tea una guerriera davvero forte, che ho incontrato durante il mio viaggio per… –
– Leonard, ti concedo tre secondi di vantaggio, dopo di che sei morto… tre –
– Perdono, giuro che non pensavo realmente quello che ho detto – si affretta a dire mentre viene trattato poco gentilmente da Rhea. Contemporaneamente i ragazzi sono osservati da qualcuno… Laysa.
– Ma da dove diavolo sbuca quel gruppo di pazzi? Mah, sarà meglio che vada altrove – la ragazza sta per oltrepassarli, quando gli spiriti di dragone, compreso il ciondolo che Laysa possiede, iniziano a risuonare.
Questo evento lascia un po’ tutti sbalorditi, al punto che nessuno sa cosa come comportarsi con la sconosciuta. Come al solito, però, Drakan interviene prendendo in mano la situazione. Il ragazzo non si fa troppi scrupoli sul fatto di usare le buone maniere. Afferra per un braccio la sconosciuta e si limita a dire
– Scusa un attimo, dobbiamo parlare in un luogo più appartato – detto questo Laysa viene trascinata in un luogo semi deserto del paese, ovviamente contro la sua volontà
– Si può sapere cosa vuoi da me? Non ti conosco, ne tanto meno ti ho mai visto. I tuoi modi abbastanza bruschi mi hanno alquanto infastidita, e gradirei delle spiegazioni –
– Ha ragione, non è certo il modo di avvicinarsi ad una persona estranea – bisbiglia Celine, abituata ad un’educazione esemplare a corte, la quale viene assecondata da Shana, che ha ricevuto i medesimi insegnamenti.
– Tu non preoccuparti delle buone maniere – afferma il ragazzo sicuro di sé – se l’oggetto che poco fa ha risuonato è quello che tutti noi pensiamo, le buone maniere sono il tuo ultimo pensiero. Cerchiamo qualcuno che possa essere in possesso di una pietra simile a questa – asserisce Drakan mostrando l’impugnatura del suo spadone – vorremmo esaminare meglio ciò che ha emesso quel bagliore pochi secondi fa. –
– Di quale oggetto stai parlando? Forse faresti meglio a spiegare chiaramente come stanno le cose – Rincara la ragazza
– Vedo che la parlantina non ti manca – si intromette Rhea, cercando di mitigare l’atmosfera di tensione che si stava per creare, spiegando alla ragazza il motivo di tanto interessamento ad un suo oggetto
– Devi sapere che noi stiamo cercando una pietra di grande valore; quello che tu porti al collo potrebbe fare al caso nostro –
– Rhea ha ragione – continua Zeph – potresti mostrarcela meglio? Ti assicuro che non vogliamo farti del male –
– Tanto per cominciare, non ho il minimo terrore di un gruppo di pazzi scalmanati. Secondariamente, non ci guadagno un bel niente a mostrare qualcosa di mio ad un gruppo di sconosciuti. Potreste essere dei ladri o che so io… giusto per mettervi al corrente della situazione, non sono una ragazzina indifesa. Se necessario combatterò, anche contro tutti voi contemporaneamente –
– Non credi di esagerare? È vero che ti abbiamo preso un po’ alla sprovvista, ma in fondo non ti chiediamo nulla di impossibile – si interpone Leonard
– Il ragazzo ha ragione, noi facciamo parte dei buoni – sopraggiunge la spada parlante
– Sono capitata proprio in un gruppo di pazzi, adesso anche le spade parlano? – la ragazza rivolge una panoramica a tutto il gruppo, soffermandosi ad osservare Saphira.
– Non ti chiediamo nulla di particolare, e la tua reazione mi sembra esagerata – risponde freddamente Drakan
– Che vorresti dire, che sono un’impertinente ragazzina che parla troppo? –
Drakan non sembra intenzionato a volere inscenare un teatrino di battibecchi con la ragazza, così decide di ignorarla.
– Questo significa che quello che cerchi, o che comunque cercate, non è importante come vuoi far credere, per cui sbrigatela da solo, caro –
– Reagisci in modo veramente infantile, tutto qui –
– Anche se fosse? Se io venissi da te, a chiederti una cosa simile, tu come ti comporteresti? –
– Non è necessario sapere quello che farei io. –
Tutti pensano alle parole della misteriosa ragazza, considerando che hanno agito un po’ di impulso aggredendola a quel modo. Drakan però, appare ancora poco convinto e aggiunge
– Se è così ostile a mostrarci il suo ciondolo faremo diversamente; non è lei che possiede lo spirito di tuono, quindi andiamo a cercarlo altrove, dirigiamoci al mare, dove il diario ci ha mandato – il ragazzo si allontana quando viene fermato da Celine
– Aspetta, mi è venuta un’idea per convincerla a mostrarci il cimelio. Se non funzionerà nemmeno questa, cercheremo altrove. – Drakan accetta la proposta della compagna d’armi, anche se non proprio di buon grado; così Celine, aiutata dall’amica Shana, si mettono all’opera. È la prima ad avvicinarsi a Laysa
– Senti, scusaci se ti abbiamo aggredito, non era nostra intenzione comportarci da maleducati, vero Drakan? – il ragazzo emette un suono non comprensibile, le reazioni di Laysa gli appaiono troppo esagerate
– Non fare caso al suo comportamento – le bisbiglia in un orecchio – Devi sapere che ha un bruttissimo carattere e fa così con tutti, anche con noi che siamo suoi compagni di viaggio. Ma guarda che sbadata, non mi sono nemmeno presentata! Io sono Celine, lei è Shana – dice indicando l’amica accanto
– E li ci sono Rhea, Zeph, Leonard, Drakan e infine Saphira – spiega Celine indicando i compagni uno ad uno.
– Saphira? – sussurra la ragazza che viene sentita da Shana
– Sì, per caso la conosci? –
– No. Comunque io sono Laysa –
– Laysa. Potresti farci vedere il tuo cimelio? Sai io e la mia amica apparteniamo all’ambiente di corte. Xpesso veniamo mandate in missione dai nostri re, insieme ai nostri compagni. Ci siamo interessati al tuo ciondolo per un motivo ben preciso –
– Ah sì? E quale? Sono tutta orecchi. Sai com’è, non sono abituata a fidarmi immediatamente, specialmente di persone qualsiasi che mi fermano per un motivo del tutto assurdo – Celine si sente presa un po’ in contropiede; non riuscendo a fornire una risposta esaudente, rivolge uno sguardo a Shana la quale, decisa a prendere le redini del gioco aggiunge
– La principessa di Fletz è una ragazza un po’ viziata. Ha minacciato di commettere qualche sciocchezza se non le porteremo qualcosa di raro e prezioso – inventa sul momento e scambiando poi uno sguardo di intesa con l’amica.
– Ragazze ma siete impazzite? Cosa farneticate? Elen non… –
– Shhh, tieni la bocca chiusa una buona volta, non vedi che le ragazze stanno architettando qualcosa per sbrigare questa situazione? – bisbiglia Zeph, tappandole la bocca di Rhea con la mano.
– Ti posso assicurare che non siamo affatto degli impostori, tutt’altro. Guarda ti mostro una cosa… dammi solo il tempo di trovarla e… – Shana fruga nel suo zaino in cerca di qualcosa, mentre viene osservata da uno sguardo interrogatorio di Laysa e della stessa Celine, che non comprende le intenzioni della compagna. Alla fine sembra aver trovato ciò che cercava. Tra le mani stringe una lettera con il sigillo reale, ma Celine nota che non è una lettera recente, infatti risale al rapimento di Elen. Così Celine, decide di intervenire nuovamente
– Vedi Laysa, questa lettera è una conferma della veridicità delle nostre parole, non dirmi che non ti fidi del timbro di corte? Vieni con noi e… –
– Mi dispiace Celine non asseconderei mai i capricci di una ragazzina viziata, anche se il re in persona si presentasse qui davanti, anche se facesse volare fin qui il suo castello –
I ragazzi sono esasperati, perché non sanno più come comportarsi, mentre Saphira appare un po’ taciturna.
– Saphira, ti vedo un po’ strana… c’è qualcosa che non va? – chiede l’alata che aveva notato lo strano comportamento dell’amica.
– Uhm, no. Solo che quella ragazza mi ricorda qualcuno. Ma lascia perdere, molto probabilmente mi sto sbagliando –
– Per caso l’hai già incontrata? – domanda curiosa Rhea
– Non credo, ma non posso assicurarti nulla se non la vedo bene in viso – spiega Saphira molto pensierosa
– Capisco. Dobbiamo escogitare qualcosa, altrimenti finisce che rimaniamo a Rouge a vita! – aggiunge l’alata osservando la scena tra le compagne e Laysa.
– Forse mi è venuta un’idea… ragazzi estraete gli spiriti di Dragone; se il ciondolo è collegato con essi, risuonerà insieme a loro. Magari, quello di prima, è stato solo un caso separato – suggerisce Rhea. Il risultato però, non è quello sperato. Gli spiriti risuonano, e il ciondolo fa lo stesso.
Drakan ormai non regge più la situazione, ma non è l’unico.
– Senti ragazzina, non abbiamo tempo da perdere con te, né tanto meno con i tuoi piagnistei –
– Oh, hai ragione… quasi dimenticavo che siete gli agenti segreti della corona – aggiunge facendo un ampio inchino
– Sapete, quella della principessa che vuole una cosa preziosa, non l’avevo proprio sentita mai. La cosa che più mi fa pensare però, è una sola… cosa se ne fa una principessa di una sciocchezza simile? Con tutte le pietre preziose di palazzo, una cosa “rara” è di ben poco conto; le basta uno schiocco delle sue delicate e curate mani, per avere uno stuolo di oggetti preziosi ai suoi piedi –
– Si tratta di cose molto più importanti – riprende Drakan. La ragazza gli si avvicina, fissandolo con molta insistenza.
– Laysa, ti conviene non fissare Drakan a quel modo, potrebbe diventare molto pericoloso – suggerisce Shana leggermente preoccupata, mentre Laysa continua imperterrita a fissare Drakan. Il suo volto è parzialmente coperto da un fazzoletto; ma si intravede tanto quanto basta per far capire le sue intenzioni.
Rimane piazzata davanti a lui, con le mani appoggiate sui fianchi, continuando ad osservare il ragazzo con persistenza. Drakan decide di non dar nuovamente peso alle sue provocazioni, ignorando la sua presenza. Non appena il ragazzo accenna ad andare via, Laysa lo blocca per tornare a fissarlo insistentemente negli occhi
– Ma si può sapere cosa diavolo vuoi da me? Parla chiaro e finiscila di perder tempo – la reazione della ragazza stupisce tutti. Prontamente si mette in punta di piedi per annullare parzialmente l’altezza che la separa dal ragazzo
– Accidenti, ma quanto sei alto? Non è che per caso sei imparentato con i giganti? Ma adesso che ti guardo bene… è impossibile. Quelli sono brutti, grossi ed enormi. Poi loro parlare in modo molto strano, proprio come fare io ora. Tu invece – qualcuno soffoca una risata, ma Drakan, sembra non gradire affatto il comportamento della ragazza. Quest’ultima non sembra minimamente turbata della possibile reazione avversa, ma con molta noncuranza, sposta dei ciuffi di capelli dal volto del ragazzo, che quasi subito blocca il braccio di Laysa, con una salda presa.
– Il tuo sguardo mi ricorda qualcuno – afferma Laysa, assumendo un’espressione più seria. – Naaa è impossibile, lasciamo perdere! Scusa, potresti mollarmi il braccio gentilmente? Comincio a sentire un leggero formicolio, anzi comincio a non sentirlo più – gli altri rimangono basiti dal suo atteggiamento, chiedendosi se sia soltanto una sprovveduta o una pazza malata di mente, incurante di chi si trova di fronte. Rhea è la prima a prendere parola
– Laysa stai attenta, non sai chi ti trovi di fronte – l’avverte l’alata che ha ben capito da tempo quando il compagno sta per passare il limite della sopportazione.
– E sentiamo, sono molto curiosa, chi mi trovo di fronte? –
– Drakan può fare a pezzi chiunque, lo sappiamo bene tutti – aggiunge ripensando allo scontro nella locanda
– Io voglio semplicemente metterti in guardia, tutto qui. Ma se ti interessa tanto rischiare la vita, sei liberissima di farlo. Fatto sta che non mi sembra affatto una scelta saggia e sensata – conclude risoluta l’alata. Leonard da una gomitata a Zeph, per attirare la sua attenzione. Le parole dell’alata, gli sembrano
indecenze.
– Senti Zeph, da quando Rhea è diventata una dispensatrice di consigli? Se ben ricordo, era proprio lei ad attaccar briga con Drakan. Per ogni due per tre era pronta a beccarsi con lui... oppure ho solo sognato tutto? Se è così, tirami un pizzicotto e ridestami da questo lungo sonno! –
– Oh, hai ragione! “Non mi sembra affatto una scelta sensata” – la schernisce Zeph
– Vi state divertendo parecchio voi due,,, perché non utilizzate quel po’ del cervello che avete per risolvere la situazione? –
– Ma noi non avevamo intenzione di prenderci gioco di te, vero Leonard? –
– Assolutamente no! – aggiunge agitando convulsamente la testa, mentre Zeph sghignazza alle sue spalle.
– Bene, se la mettete così, visto che non siete produttivi, provvederò a tapparvi la bocca io – Rhea utilizza un po’ della sua magia, per ghiacciare temporaneamente la bocca dei due ragazzi, che non riescono più a proferir parola, ma emettono solo dei versi incomprensibili.
– Non preoccupatevi, vi scongelerete fra poco. Così la prossima volta ci pensate due volte – afferma soddisfatta per poi rivolgersi a Laysa, ignorando i due compagni che gesticolano – Scusa per l’attesa, ma come ti dicevo prima, è inutile fare queste scenate –
– Esatto – interviene Shana – Questo non è il momento di giocare, abbiamo una missione importante da compiere –
Laysa non ascolta ciò che Shana ha da dire, ma comincia a concentrarsi su una cosa ben precisa
– Ascolta Rhea, quanto è forte il vostro amico? –
– Drakan? Obbiettivamente parlando è il più forte del gruppo – risponde Rhea senza capire il motivo di tanto interessamento.
– Tutto questo non ha senso, ma vi rendete conto dei discorsi assurdi fatti finora? – obbietta Celine – Laysa, mostrarci il cimelio – la ragazza si avvicina a Laysa, che le punta contro la sua arma
– Fermati, ho trovato una soluzione che potrebbe accontentare tutti. Ho deciso di accontentarvi, essendo che non potete fare a meno del mio aiuto. –
– Dici davvero? – Strilla Celine, che sembra aver sentito una benedizione
– Vi mostrerò il mio ciondolo, e se necessario ve lo presterò… –
– È evidente che abbiamo sbagliato. Mi sono davvero stancato di sentire tutte queste parole – la fredda Drakan
– Bene, cavatevela da soli! –
– Laysa aspetta, Drakan non pensava ciò che ha detto – aggiunge Saphira. Laysa distoglie quasi subito lo sguardo da lei, come a volere nascondere qualcosa.
– Ad una condizione, voglio combattere contro lo scorbutico –
– Che cosa?! – urlano in coro
– Avete capito bene, voglio combattere contro D–R–A–K–A–N – aggiunge molto sicura di sé, sillabando le lettere con enfasi.
Nel frattempo Zeph e Leonard hanno riacquisito le loro capacità fonetiche
– Accidenti a te Rhea – proferisce massaggiandosi la parte inferiore del viso, ancora leggermente insensibile
– Laysa ti dico che non è una buona idea – continua con molta non curanza, rendendosi conto in un secondo tempo l’entità della richiesta fatta dalla ragazza. – Ti è andato di volte il cervello per caso? Lui – aggiunge indicando il compagno ripetutamente – è capace di ridurti in tanti piccolissimi frammenti, molto prima che te ne possa rendere conto. Se la fortuna è della tua parte, te la caverai con qualche costola frantumata –
– Se invece sarò sfortunata, vado a farmi un viaggio di sola andata per l’oltretomba. Correggimi se sbaglio. Ho afferrato il concetto, grazie a tutti per le delucidazioni, ma non ho affatto paura, anzi… – inizia ad avviarsi verso Drakan, parandosi davanti a lui, decisa a combattere – non vedo l’ora di assaggiare la tua potenza –
– Credi che mi metta a combattere con una sciocca come te? Ragazzina, non ho tempo da perdere con i tuoi capricci da mocciosa, e soprattutto non voglio sporcarmi le mani del tuo sangue – replica il ragazzo gelido, che da le spalle alla ragazza per allontanarsi dal posto. Laysa prontamente lancia un pugnale, che Drakan blocca tra l’indice e il medio della mano, senza troppa fatica.
– Cosa c’è grande Drakan, hai paura di una ragazzina petulante? Hai deciso di non affrontarmi perché non mi ritieni alla tua altezza o perché mi temi? La tua è solo paura di fare una brutta figura di fronte ai tuoi amichetti. –
– Credo che Laysa abbia toccato il fondo. Stai a vedere come si arrabbia – bisbiglia Shana a Celine
– Qualcosa mi dice che Drakan andrà fuori di sé, tra breve. –
A differenza di come aveva previsto Shana, Drakan una volta bloccato l’attacco di Laysa, le rilancia il pugnale ai piedi, con molta non curanza, mostrandole sempre le spalle, per nulla deciso ad assecondare la ragazza e realizzare i suoi capricci.
Purtroppo la testardaggine di Laysa la spinge a commettere una sciocchezza. La ragazza non intende rinunciare a battersi contro di lui, così decide di attaccarlo ugualmente, ma con scarso successo.
Drakan evita il suo attacco e sfrutta a suo favore il peso della ragazza per afferrarla con forza da un braccio e scaraventarla al suolo in modo poco cortese.
– Maledetto, come hai fatto a schivare il mio attacco?! – Esclama Laysa massaggiandosi la testa dolorante
Tutti sono preoccupati, non per il loro compagno, ma per la sorte della ragazza.
– Finalmente un po’ di movimento – Draco sembra essere quasi entusiasta di sentire odore di scontro nell’aria
– Draco! Non incitare Drakan, altrimenti la elimina davvero. Spero che quella ragazza si renda conto dell’imprudenza che sta per commettere; ringrazio di non trovarmi sulla sua traiettoria… ricordo ancora quando fece a pezzi un golem senza batter ciglio. – Sospira Leonard leggermente amareggiato
– Io dico che dovremmo intervenire – dice Celine preoccupata
– Non credo che potremmo fare qualcosa. Era il suo obbiettivo iniziale provocare Drakan. Ora che ci è riuscita, non rinuncerà a battersi contro di lui per nessun motivo. – aggiunge esasperata Shana
– Non credere che io rinunci tanto facilmente, ho deciso che combatterò contro di te, e così sarà. Sai non mi impressioni affatto –
Tuttavia qualcuno appare contrariato all’idea del combattimento: Saphira. Una volta capite le intenzioni di entrambi, si interpone tra i due. La ragazza non sembra gradire affatto che i due combattano.
– Drakan, non devi combattere contro di lei, sento che ci possiamo fidare –
– Dillo alla diretta interessata, io non ho nessuna intenzione di combattere contro di lei, ma se mi attacca, io non posso star fermo a subire –
– Hai ragione, ma lei non si rende conto di quello che sta facendo… sono sicura che possiamo fidarci di lei –
– Saphira lascia perdere, il tuo è solo fiato sprecato – le suggerisce Rhea indicando Laysa che si stava rialzando decisa più che mai allo scontro. Le sue intenzioni risultano abbastanza evidenti. Tuttavia Saphira non demorde. Sente che le sue sensazioni sono giuste, ne è certa, ma non sa come dimostrare che ciò che sente è vero.
– Ti basta questo o hai intenzione di riprovarci? – Afferma Drakan, notando che Laysa si è rimessa in piedi. A questo punto, Saphira capisce che quest’ultima non si fermerà; la ragazza si limita a mettersi da parte accentando mal volentieri lo scorrere degli eventi
– Non preoccuparti per me, sono molto forte – la rassicura Laysa
– Combattere contro Drakan non ti aiuterà, tutt’altro. Posso solo dirti di stare attenta, è uno che non ci va molto leggero –
– E ora, se vuoi scusarmi, ho uno scontro che mi attende – si posiziona davanti Drakan, decisa al combattimento
– Si comincia! – Gridano entrambi
L’aria sembra elettrica, la tensione è tanta. I ragazzi si squadrano un momento, per poi partire all’attacco. Drakan non ci pensa due volte, e tira una falciata in direzione degli stinchi di Laysa; questa ha la prontezza di saltare e rispondere con un calcio che viene parato con facilità. Drakan afferra Laysa per la caviglia, lanciandola a diversi metri da lui. Con molta prontezza di riflessi, fa una capriola su se stessa, atterrando sul suolo illesa. Ora parte al contrattacco, sferrando dei colpi nelle zone vitali, mirando soprattutto a collo e petto. Tuttavia Drakan conosce bene questa tecnica, che padroneggia con maestria e precisione. Al contrario di Laysa, riesce a mettere a fondo un colpo netto sulla nuca, che mette apparentemente la ragazza al tappeto. Il ragazzo riamane a guardarla impassibile, quasi a sapere che lo scontro non era finito. Infatti Laysa si rialza, anche se con un po’ di fatica, ma c’è qualcosa che non va’. I suoi occhi non percepiscono bene il mondo circostante, la visione di tutto sembra avvolta da un velo.
– Come fai a conoscere queste tecniche, tu non sei un guerriero qualunque, ma non mi spaventi lo stesso – si rialza con un po’ di fatica, ma non sembra dare cenni di resa. Tira un pugno ben assestato in faccia a Drakan, che stranamente viene colpito. Tutti rimangono allibiti della cosa appena accaduta, il ragazzo ha il capo chino verso il suolo.
– Ragazzi, vedete quello che vedo io? – Dice a bocca aperta Zeph
– Aspetta a cantar vittoria, dimentichi che si tratta di Drakan. Quel pugno lo ha colpito, ma secondo me non ha risentito assolutamente del colpo – spiega Rhea che ha intravisto un’espressione soddisfatta sul volto del compagno
– Allora ti è piaciuto la carezza? – Dice sarcastica Laysa, la quale rimane sconvolta nel vedere che Drakan non ha subito minimamente il colpo.
– Dici bene, è stata proprio una carezza. Sei una povera illusa se pensi di riuscire a battermi così – risponde mostrando un sorriso malvagio
– Che vi avevo detto? Non è da Drakan farsi battere con così poco – Zeph e Leonard si lanciano uno sguardo di intesa, ma non dicono nulla. L’ultima cosa che desiderano è ritrovarsi con la bocca nuovamente congelata. Decidono quindi di evitare ogni sarcasmo o battuta che possa irritare l’alata… almeno per il momento.
– Saphira ti vedo perplessa – dice Rhea mettendo una mano sulla spalla dell’amica leggermente pensierosa
– C’è qualcosa che non va’. Anche se non riesco a capire esattamente cosa – ammette pensierosa
– Saphira stai tranquilla, Drakan non è un assassino. Non ucciderebbe mai per stupidi motivi, considerando anche il fatto che tra gli spiriti e il suo ciondolo c’è un legame – la rincuora l’alata
– Però c’è da dire che nemmeno lei è stata tanto prudente. Insomma l’abbiamo avvertita di cosa è capace, perché sappiamo bene tutti quanti che la potenza di Drakan, supera di gran lunga quella di Laysa, si capisce chiaramente. Una bella lezione e tutta questa voglia di battersi contro di lui scomparirà magicamente – si accoda Leonard.
L’attenzione viene catturata nuovamente da un contrattacco di Drakan, che manda Laysa a terra senza troppa fatica. Ancora più persistente di prima si alza, cercando di colpire il ragazzo che para o schiva i colpi. Laysa se la cava bene con le arti marziali, ma comincia a mostrare qualche difficoltà, in quanto si butta sulla difensiva. Anche se leggermente sotto sforzo, la ragazza non da cenno di resa; sfruttando la sua elevata agilità, riesce a schivare alcuni colpi molto potenti, diretti verso le zone vitali del corpo. Così decide di aguzzare l’ingegno per avere la meglio su Drakan… Spicca un energico salto, portandosi ad un’altezza non indifferente. Leva la sua alabarda e punta contro Drakan. Cerca di sfruttare a suo favore la forza di gravità impressale dalla discesa, ma una volta arrivata al suolo, Drakan si fa schermo con le sue due katane. Entrambi si gettano all’attacco, ognuno con le proprie armi. Le lame stridono, e per il forte impatto producono scintille; nessuno dei due sembra voler cedere, e Laysa sembra rianimata da nuova forza. I colpi sono violenti, è un continuo para – colpisci. Drakan maneggia con enorme abilità e destrezza le katane; ormai il divario tra i due appare evidente. Laysa ha un momento di tentennamento, e Drakan ne approfitta per provocarle una ferita al braccio. Nonostante ciò, la ragazza è decisamente testarda, parte alla controffensiva scagliandosi con tutta la forza che ha in corpo sull’avversario. Commette un errore che le costerà caro, perché sbilancia il suo peso, creando l’occasione giusta a Drakan che mette a fondo un altro colpo. Cerca di sfruttare nuovamente la sua agilità, ma è un po’ impacciata nei movimenti a causa dei colpi subiti. Non si cura del suo stato fisico, continuando a sferrare colpi che non vanno a fondo, ma fendono semplicemente l’aria. Il ragazzo non intende eliminarla, ma solo darle una bella lezione.
– Non costringermi a farti male sul serio – afferma in tono risoluto e pacato. Laysa non si cura degli avvertimenti di Drakan, e alza la sua alabarda contro di lui imperterrita.
– Come temevo… visto che la metti così... mi sono veramente stancato di giocare con te! – Si limita ad aggiungere piegando il capo. Rimane immobile alcuni istanti, finché una luce di colore blu intenso avvolge il suo corpo. I ragazzi si guardano impauriti, pensando che il compagno voglia usare il potere di dragone e trasformarsi.
– Drakan, non lo fare! – Urla Rhea, ma il ragazzo ignora le parole dell’amica.
– Che c’è ragazzina, hai paura? –
– Io paura? Non conosco il significato di quella parola – Mente la ragazza come se sapesse quello che stava per succedere. Nessuno sa cosa passi per la testa dell’amico, ma soprattutto quali siano le sue reali intenzioni. La luce si va a condensare in un solo pugno. In un istante fulmineo il pugno di Drakan si trova piantato nello stomaco di Laysa; la cosa più strana è che nessuno ha capito come, tanto che era veloce il movimento compiuto dal ragazzo.
– Come hai fatto… quella è una tecnica della… – balbetta Laysa che non riesce a parlare per il colpo
– Come mai non la conosci? Sbaglio o le tue tecniche provengono proprio da lì? – chiede enigmatico Drakan.
– Oggi raccolgo bastonate da tutti, con questa sono a quota due… Fra un po’ il mio stomaco si spaccherà se continuo così – dice tossendo la ragazza
– Io ti avevo avvisato mocciosa. Questo è quello che succede a non prestarmi ascolto –
– Ragazzi, voi avete capito lo svolgimento dell’accaduto? – Chiede Leonard esterrefatto
– No, solo che Drakan ha messo K. O Laysa… C’era da aspettarselo, come da copione – gli risponde Shana. Un vento improvviso si alza sulla prateria. Il volto della ragazza rimasto coperto, ora è visibile a tutti. Stranamente Saphira assume un’espressione di stupore ma, allo stesso tempo preoccupazione.
– Noooo, tu! – Esclama Saphira urlando. Drakan si sposta dalla ragazza che cade al suolo piegata su stessa.
– LAYSA! – Saphira le corre in contro e poggia il capo della ragazza sulle sue ginocchia.
– Perché hai rischiato così? Sei una sciocca! –
– Lo so – Dice tossendo – Ma tu mi conosci; se non arreco guai e danni io, chi lo fa? Scusa se ti faccio preoccupare Saphira, non era mia intenzione…–
– Smettila di parlare e stai calma. Drakan cosa le hai fatto? – Chiede la ragazza in tono aspro
– Lei lo sa bene. Non le ho inferto nessuna ferita mortale, non sono un assassino né tanto meno uno sciocco. Credi che eliminerei un presunto dragone? –
– Dai Saphira, mi ha fatto semplicemente un po’ di solletico. Guarda, adesso mi metto in piedi in un attimo – Laysa cerca di alzarsi, ma ogni tentativo è vano.
– Stai giù. Così peggiori solo le cose – le dice preoccupata la ragazza. Drakan si allontana per andarsi ad isolare come al suo solito, ignorando le conseguenze del suo gesto, mentre gli altri raggiungono le due ragazze.
– Accidenti! C’è andato giù pesante. Per non farla più muovere, il pugno deve essere stato abbastanza potente – sottolinea Shana
– Già, ma ora dovremmo cercare di aiutarla, non possiamo abbandonarla così – Si affretta a dire Celine. Saphira cerca di curare l’amica ferita, ma non ci riesce.
– Ma perché non riesco a curarla? – Chiede Saphira molo allarmata
– Quella non era una normale tecnica di arti marziali… e non so come il vostro amico possa conoscerla – continua tossendo
– Ragazzi mi è venuta un’idea – Si intromette Rhea – Tu hai lo spirito del drago d’argento, che possiede poteri curativi molto potenti. Se riesci a richiamare il tuo elemento in una quantità maggiore e concentrarlo su Laysa, potresti guarirla, anche da un colpo simile –
– Rhea sei veramente tu? In genere non sei una specialista della pratica, ma nemmeno della teoria! – La beffeggia Zeph
– Lavorando a Kadessa si imparano molte cose – risponde seccamente Rhea
– Non ne sono molto sicura, ma ci proverò ugualmente –
– Non tormentarti Saphira, io ho piena fiducia in te – riprende Laysa faticosamente. La ragazza prende in mano lo spirito di dragone e si concentra per richiamare il suo elemento. Un’intensa luce bianca scaturisce dalla pietra, per andare ad avvolgere il corpo della ragazza ferita.
– Bravissima! – le dicono le amiche.
– Visto ci sei riuscita benissimo – esclama Rhea – Sei un’ottima allieva, al contrario di Zeph –
– Piantala Rhea, io so controllare il mio potere ma…– Il ragazzo pensa allo spirito che gli è stato rubato e si incupisce un po’.
– Se stai pensando allo spirito non torturarti, lo recupereremo molto presto – lo rassicura Rhea mettendogli una mano sulla spalla
– Se rimaniamo ancora qui a perdere tempo non troveremo un bel niente – sentenzia spazientito Drakan
– Il solito indelicato – Bisbiglia Celine
– Che ci vuoi fare? È fatto così, dobbiamo farci il callo – replica Leonard.
Intanto Laysa sembra essersi ripresa.
– Wow, ci sei riuscita – Esclama mettendosi in piedi, che viene abbracciata da una Saphira alquanto impensierita – Che accoglienza calorosa! –
– Sei la solita sciocca irresponsabile, avevi intenzione di farti ammazzare? –
– Dai Saphira non me ne volere! – Continua Laysa in tono supplichevole
– Non cambierai mai! –
– No proprio mai! – dicono entrambe ridendo. Saphira si mette in piedi ma, perde l’equilibrio per lo sforzo appena fatto. A causa dell’uso della magia sta per cadere all’indietro, ma Zeph la tiene per le spalle evitando la caduta.
– Stai bene? – Le chiede il ragazzo preoccupato
– Uhn… grazie Zeph, ora mi riprendo –
– Ehi Shana, non credi che sia venutasi a creare una situazione romantica? – Domanda Celine all’amica
– Hai perfettamente ragione. Guarda i due piccioncini – Conferma Shana. Quando Zeph e Saphira si accorgono di essere osservati un po’ troppo, si staccano immediatamente. Saphira si avvicina di nuovo all’amica guarita per accertarsi più infondo del suo stato di salute, e per svincolarsi dalla situazione imbarazzante.
– Non preoccuparti sto bene. Davvero! Ti devo un favore. –
– Ma si può sapere perché hai reagito da sconsiderata? Poteva finire molto male. Fortuna che c’ero io, altrimenti chi ti rimetteva in sesto? – La rimprovera Saphira
– Vedo che come sempre la modestia è una tua dote! – La prende in giro Laysa – Sniff, scusa tanto mammina, prometto che la prossima volta seguirò i tuoi consigli – prosegue frignando la ragazza, mettendosi le mani sul viso in una finta espressione di pentimento.
– Che succede Zeph, ci capisci qualcosa? – Chiede Leonard
– Se devo dirti la verità. Proprio nulla –
– Forse ho capito – Aggiunge Celine – Prima Saphira era preoccupata per qualcosa, ed ha confidato a Rhea di avere l’impressione di conoscere Laysa. Nulla toglie che si conoscano sul serio, altrimenti non si comporterebbero così! –
– Ehm, ehm ragazze potreste spiegarci quello che sta succedendo? Temo che ci siamo persi qualche passaggio – chiede Zeph
– Si hai ragione… ora vi spiegheremo tutto. – Dice Laysa sedendosi. Tutti si dispongono a cerchio per ascoltare ciò che ha da dire la ragazza, e quale legame la unisce all’ultima entrata nel gruppo.
– Allora da dove comincio… Molto tempo fa, circa quattro anni se ben ricordo, Saphira si recò al villaggio di Rouge, ma nel suo primo viaggio, non ebbi l’occasione di conoscerla. È la seconda volta che riuscii ad instaurare con lei un rapporto”civile”. A quel tempo la scuola delle arti marziali di Rouge era gestita dal maestro Bael, che poco dopo venne sostituito dall’allievo più anziano: Yari. Il nuovo mastro fece una distribuzione di ruoli, tale da mantenere l’armonia nella scuola. Io ebbi il compito di curare lo sviluppo delle matricole. Tuttavia Yari trascurava la scuola, per fare qualcos’altro. Allenare Saphira. Ora però forse è meglio che continui la diretta interessata, passo il testimone – termina la ragazza sdraiandosi sull’erba
– Parlare così a lungo mi ha fatto venire un gran sonno… –
– Laysa piantala di fare l’immatura –
– Ho detto qualcosa di sbagliato? – Le risponde l’amica con un sorriso malizioso.
– Saphira vorrei farti una domanda – esordisce Celine – Come mai ti sei recata a Rouge? –
– La seconda volta che mi recai a Rouge, lo feci per controllare alcune cose e poi viaggiando mi trovavo nei paraggi, e mi sembrava una città interessante. Tutto qui –
– Davvero? – Chiede Shana ancora più insistente
– Per sottoporsi ad un allenamento speciale – proferisce Laysa inaspettatamente, che si becca una gomitata della diretta interessata.
– Ma non imparerai mai a tenere la bocca chiusa? –
– Ci vedi qualcosa di strano in una persona che vuole allenarsi? E poi se non dicevo il vero motivo io, te lo tiravano fuori ugualmente. –
– Scusa Saphira, come mai hai deciso di recarti proprio a Rouge? E per quale motivo hai scelto di sottoporti ad un allenamento speciale? – Chiede Celine ancora più curiosa di prima
– Ecco cosa succede – sibila la ragazza a Laysa. Quest’ ultima rimane leggermente stupita dal comportamento dell’amica, pensando che tra lei e gli atri membri del gruppo sia venuto ad istaurarsi un clima di profonda fiducia essendo compagni d’armi; ma a quanto pare la realtà era un’altra…
– Una volta tornata a Rouge il maestro Yari si concentra sul mio allenamento, trascurando però le mansioni della scuola –
– Già, già. Ricordo ancora quando mi misi a sbraitare contro di lui. Povero Yari! – Riflette Laysa a voce alta.
– Ragazze una cosa alla volta! – Supplica Leonard che non riusciva più a seguire il discorso
– Scusate ragazzi, ma ci siamo fatte prendere dai bei ricordi; comunque Yari trascurava la palestra e Laysa volle indagare sulla questione, arrivando quindi a me. Mi viene ancora in mente lo scontro tra noi due; un battibecco infernale! Chi l’avrebbe mai detto che saremmo diventate amiche… – Le due ragazze sembrano molto affiatate, nonostante il tempo trascorso senza vedersi mai.
– Abbiamo capito Saphira, però tu non hai ancora risposto alla mia domanda – dice Celine insistentemente – Non mi sembra sia necessario addentrarci nei particolari, quanto detto può bastare. Io e Laysa ci conosciamo da tempo; le circostanze in cui ci siamo conosciute le sapete pure, per cui credo sia inutile continuare – conclude tutto d’un fiato. Le ragazze sembrano esserci rimaste un po’ male per la reazione dell’amica, infondo vogliono solo conoscerla meglio.
– Ragazze capisco Saphira – si interpone Rhea – Capisco che è a fin di bene, ma so che significa essere tartassati di domande alle quali non si vuole rispondere. Lasciamole un po’ di tempo, quando vorrà parlarcene noi saremo pronte ad ascoltarla. –
– Sì Rhea, hai ragione! – Le amiche si sentono rincuorate dalle parole dell’alata e si preparano per mettersi in viaggio.
– Senti Laysa, ma che fine ha fatto Bael dopo che è stato rimpiazzato da Yari? – Chiede Saphira
– Oh, non sono informata su questo, in questi anni non sono stata a Rouge – E continuando aggiunge – Che ne dici se andiamo a trovare i nostri vecchi maestri? A quasi dimenticavo – La ragazza si blocca, togliendosi il ciondolo che portava al collo – Mostrarvi questo era la condizione da rispettare; ecco guardatelo pure. –
Il cimelio passa di mano in mano, ma i ragazzi si rendono conto che effettivamente, non è lo spirito di dragone di tuono, rimanendo un po’ delusi della scoperta.
– Tse, mi sono sporcato le mani inutilmente. Sentivo che quella mocciosa non poteva essere un dragone – Sbuffa Drakan – Se avete terminato i vostri comizi, possiamo andare a cercare lo spirito, anzi gli spiriti –
– E dove? – Chiede Leonard
– Ragazzi mi è venuta un’idea. Il mio cimelio ha uno stretto legame con quelli che voi chiamate spiriti di… dell’aldilà –
– Dragone – precisa Rhea con un ampio sorriso
– Sì, non avevo afferrato bene il nome! Conosco una persona molto saggia che potrebbe dirci qualcosa di più –
– Laysa stai pensando a Bael? – Domanda Saphira
– Sì, lui ne sa certo più di me su ciondoli mistici e antiche leggende che riguardano il paese. E poi potremmo fare anche un salto da Yari –
– Mi sembra un’ottima idea –
– Saphira frena l’entusiasmo, il diario ci ha mandato ad Aglis ricordi? – Aggiunge Drakan
– Però, non verresti mai a sapere che legame c’è tra, il mio ciondolo e i vostri spiriti – ribatte Laysa
– Faremo una visita molto breve – continua Saphira
– Ma ti avverto, se non avremo risultati soddisfacenti per la nostra ricerca, si farà a modo mio – sbuffa Drakan.
– Allora andiamo, vi guido io, non è molto lontano. – Suggerisce Laysa. La comitiva arriva in prossimità di un’area del villaggio semi deserta.
– È qui che abita la persona che dovrebbe aiutarci? –
– Sì, Shana siamo quasi arrivati, eccoci. – La ragazza si blocca davanti alla porta di una casa, mostrando segni di esitazione
– Cosa ti prende? Non è da te Laysa; beh se non vuoi entrare tu, lo farò io – Continua l’amica per provocarla
– Maestro Bael, maestro Bael – non risponde nessuno
– Un altro buco nell’acqua – si lamenta Drakan
– Pfiu, salva per un pelo –
– Laysa ti spiacerebbe ripetere? – Domanda Saphira che ottiene solo silenzio dalla compagna, finché un pizzicotto datole improvvisamente la riporta alla realtà
– Sei impazzita per caso? –
– No, ma ho visto che non rispondevi, ed ho deciso di fare alla vecchia maniera –
– Non stavo pensando niente di speciale… non fare caso a quel che dico, lo sai che molte volte dico e faccio cose insensate – risponde Laysa forzando un sorriso
– Sarà, ma tu non mi convinci – ribatte Saphira – per caso mi stai nascondendo qualcosa? –
– Chi io? Naaa, ti sembro una che ha voglia di giocare a nascondino? –
– Smettila di fare la bambina, e parla chiaramente con me – le sussurra l’amica
– Ti assicuro che non nascondo assolutamente nulla –
– Comunque sei poco convincente – continua imperterrita Saphira.
Nel frattempo il gruppo si trova distante diversi metri dalla casa, quando una voce rauca li ferma.
– Aspettate – un anziano signore si dirige verso di loro – Siete voi che avete fatto il mio nome? –
– Sì, siamo stati noi. Lei è il maestro Bael? – Chiede Celine
– Dovremmo farle alcune domande – interviene Drakan aggirando l’ostacolo “convenevoli”.
– Ci scusi per il disturbo, ma Laysa ci ha consigliato di rivolgerci a lei – spiega Shana
– Avete detto Laysa? – Esclama il maestro leggermente sorpreso
– Laysa ci ha detto di che potreste aiutarci a capire il mistero che avvolge il suo ciondolo – si affretta a spiegare Zeph
– Ma io... – il maestro non sa cosa dire, finché non vede che la ragazza è veramente con loro
– Salve maestro – è l’unica cosa che riesce a dire, evitando accuratamente di far intravedere il suo stato d’animo.
– Tu! Qual buon vento ti porta mia cara? – Esclama con evidente stupore.
Laysa esita un po’ nel rispondere. L’unica a constatare la difficoltà della ragazza è Saphira, che conoscendola, si rende conto del suo comportamento anomalo.
– Laysa ti sei addormentata? –
– Eh no, no. Maestro, sono venuta fin qui con queste persone, per farle alcune domande sul mio ciondolo –
– Parleremo a casa mia di questa faccenda. Accomodatevi . –
Tutti entrano ma Laysa rimane sull’uscio della porta, ancora un po’ pensierosa
– Che succede, qualcosa non và? –
– No maestro, solo… –
– Lascia stare, non mi devi nessuna spiegazione. Andiamo dentro – le suggerisce il maestro pazientemente
– Bene, qui possiamo parlare tranquillamente senza che nessuno ci disturbi. Posso sapere perché vi interessa il ciondolo della mia allieva? –
– Ex allieva – si affretta a precisare la ragazza sottovoce
– Ragazzi, mi sa che dobbiamo raccontare tutto – sbuffa Rhea al pensiero di dovere spiegare la storia sugli spiriti di dragone.
– Ci penso io – Saphira prende in mano la situazione, e fornisce le dovute spiegazioni al maestro, il quale ascolta con grande attenzione.
– Quindi voi dovreste essere i dragoni della leggenda! Mi sembra talmente assurdo, la storia che si ripete –
– Sì maestro, siamo i dragoni della leggenda. Il punto della situazione è che vorremmo sapere che legame potrebbe esserci tra, il ciondolo di Laysa e gli spiriti di dragone – conclude la ragazza. Tutti avvicinano gli spiriti, Laysa il suo cimelio; come previsto iniziano a risuonare, provocando nel maestro nuovo stupore.
– Oh, non ho mai assistito a qualcosa di simile a questo – Laysa che era stata taciturna, azzarda una domanda al maestro
– Ci può raccontare la storia che è legata al mio ciondolo? –
– Va bene, vi accontenterò. Dovete sapere che il cimelio in possesso di Laysa, è un artefatto molto particolare, non è un oggetto comune come potete ben notare. Si narra che anticamente venisse esposto ad una fonte di potere abbastanza vasta –
– Il potere di dragone – ripetono in coro
– Questo non è del tutto assicurato, ma potrebbe essere andata così. Il cimelio è stato esposto al potere di dragone, forse quello di tuono e ne risente l’influenza quando un potere simile si trova nelle vicinanze. –
– Questo spiegherebbe perché risuona insieme ai nostri spiriti – aggiunge Drakan
– Esatto. Sono anni che viene tramandato di famiglia, in famiglia. Tuttavia, la cura di questo prezioso oggetto, non viene data a chiunque. Non si tratta di individui scelti a caso, ma si tratta di elementi di spicco all’interno del villaggio di Rouge. Pochi sono quelli che hanno questo onore. –
– Sarà, ma a me non sembra che quella mocciosa sia forte – ribatte Drakan pensando al combattimento
– La questione è diversa; sei tu fuori dal normale – replica Laysa seriamente. – Adesso credo sia venuto il momento di lasciarci – prosegue la ragazza avviandosi verso l’uscita
– Perché tanta fretta Laysa? – Chiede Shana; intanto anche Drakan e Saphira si mettono in piedi
– Non c’è più niente da fare qui, abbiamo ottenuto le informazioni che ci servivano, quindi deduco che la permanenza a casa del maestro sia giunta la termine – accenna Saphira – mi devi un favore – sussurra all’orecchio di Laysa, che si limita a fare un debole cenno con il capo.
– Maestro la ringrazio per averci dedicato il suo prezioso tempo – e facendo un breve inchino si congeda da Bael. Quando nessuno può sentire, lo stesso blocca la sua ex discepola, che ormai era l’unica ad essere rimasta in casa.
– Aspetta Laysa –
– Mi dica maestro, ma faccia presto, ho una certa fretta – risponde freddamente
– Come stai ragazza mia? – Domanda il maestro in tono apprensivo
– Non lo vede? Sono in forma smagliante –
– Non mi riferisco a questo, ma…–
– lo so di cosa sta parlando; anche senza la guida di nessuno so cavarmela benissimo –
– Basta Laysa – la interrompe Bael assumendo un tono duro – non mi riferisco a quello di cui stai parlando, sai bene cosa intendo –
– Si riferisce al motivo del mio viaggio? Sì, sono ancora in giro per quello. –
– Laysa… – il maestro non fa in tempo a finire, che la ragazza lo frena quasi subito –
– Non intendo tornare sui miei passi – aggiunge troncando il discorso.
– Sei rimasta quasi la Laysa di un tempo… –
– Quasi maestro, quasi –
– Non tormentare più il tuo spirito –
– E lei non si affanni a convertirmi alla pace. Io sono per la guerra… se un giorno la raggiungerò la quiete interiore, sarò lieta di farglielo sapere –
– Laysa muoviti, o ti lasciamo qui! – urla Rhea
– Sto arrivando! – La ragazza congeda il maestro definitivamente.
– I suoi occhi, sono gli stessi di quattro anni fa – sospira Bael chiedendosi la porta alle spalle.
– Bene, ora possiamo far rotta da Yari! Chissà come passa il tempo quello scansa fatiche –
– Piantala sbruffona, Yari è un bravo maestro –
– Sì, lo so – le risponde Laysa soffocando una risata
– Non smetterai mai di prendermi in giro – Dice quasi esasperata Saphira, ma allo stesso tempo contenta di aver ritrovato l’amica.
– Sentite, non notate che Saphira e Laysa vadano molto d’accordo? –
– È vero Celine, sono leggermente curiosa di sapere qualcosa in più. Però facciamolo con discrezione, senza sembrare troppo invadenti. Tu che ne pensi Rhea? –
– Beh… ok, sono d’accordo, ma niente insistenze –
– Oh, Rhea, sei tornata quella di un tempo! – le dice l’amica
– Così sembra – afferma accennando un sorriso. I ragazzi si trovano dietro a discutere il comportamento delle ragazze
– Ma perché devono essere così impiccione? –
– Mah, Leonard, è nel carattere delle donne forse, io non saprei darmi altra spiegazione! – Gli risponde Zeph titubante. Drakan non prende parte, a quelli che per lui sono futili discorsi; si limita a borbottare qualcosa a proposito dello spirito di dragone di tuono e della missione, ma nessuno lo degna di nota.
– Beh Saphira, che mi racconti di bello? L’ultima volta che ci siamo lasciate, dovevi proseguire la ricerca per trovare i parenti di tuo padre. Hai scoperto qualche novità? – Le domanda curiosa Laysa
– No – Risponde seccamente Saphira
– E il simpaticissimo Helios come sta? Non riesco proprio ad immaginare come sia diventato ora –
– Helios? – Dicono le ragazze sottovoce, le quali stavano seguendo il discorso silenziosamente
– Non sarà per caso un ex fidanzato di Saphira? – Si interroga Celine in tono curioso
– Ragazze che ne dite di avvicinarci un po’? Magari potremmo prendere parte al discorso anche noi – continua Shana
– Ok, ma ricordate, senza esagerazioni! – Sottolinea Rhea pensando alle passate esperienze
– Non credo sia importante parlare di questo adesso – si affretta a dire Saphira, la quale si era accorta dello strano comportamento delle amiche.
– Piuttosto, cosa hai fatto tu in questi anni? Se ricordo bene, hai detto di non essere stata a Rouge – svia la ragazza il discorso, in modo da concentrare altrove l’attenzione.
– Vediamo, sono stata nel continente di Mille Sesau e in quello di Tiberoa. Ma non sono andata alla ricerca di luoghi affollati, solo posticini tranquilli dove incontrare un po’ di mostri da fare a pezzi! –
– Davvero? – Enfatizza Saphira – E quante volte si è fatta battere la mia combina guai preferita? –
– Ehi! Come ti permetti di insultarmi?! Adesso sarai costretta a sopportare le mie lunghissime prediche! –
– No, per favore – supplica Saphira – le ciarlate di Laysa no, tutto ma non quello – Aggiunge mettendosi a ridere animatamente con l’amica; Rhea sta per dire qualcosa, quando Drakan si blocca di scatto
– Fermi tutti, si cambia itinerario – dice il ragazzo tenendo il diario in mano. Gli altri si avvicinano per leggere ciò che è appena apparso
~ “parte del vostro destino sarà svelato sulla spiaggia di Rouge” ~
– Mi dispiace Saphira, ma a quanto pare dovremo rimandare la visita da Yari – replica Laysa un po’ dispiaciuta, aggiungendo improvvisamente – Scusate, ma voi seguite tutto quello che vi dice un pezzo di carta? –
– Beh, sì – risponde Zeph – È uno strumento molto prezioso per il nostro viaggio; ci ha fornito informazioni molto utili per i nostri obbiettivi, senza considerare la fatica che abbiamo fatto per recuperarlo – spiega il ragazzo pensando agli avvenimenti passati.
– Però c’è una cosa che non mi quadra. Se la spiaggia è rimasta come l’ho lasciata, non credo che recarvi lì vi cambierà qualcosa. Diglielo anche tu Saphira –
– In effetti, la spiaggia di Rouge non presenta nulla di particolare… – conferma l’amica
– Però dobbiamo considerare la spiaggia di Rouge, è l’unico posto che non abbiamo visto – interviene Shana
– Io dico di affrettare il passo e fare meno chiacchiere – le interrompe Drakan.
All’arrivo in spiaggia, tutto è come previsto dalla due ragazze; una calma assoluta regna su di essa, nessun segno sembra attirare l’attenzione.
– Come volevasi dimostrare, non c’è niente di niente – esclama Laysa – date troppo peso a quel diario, infondo è solo un inutile pezzo di carta –
– Il diario non ha mai mentito – replica glaciale Drakan
– Hai qualcosa in mente per caso? – Ribatte la ragazza infastidita
– Per essere del posto, sempre se lo sei, conosci veramente poco – aggiunge in tono enigmatico Drakan
– Questo lo credi tu! – Risponde la ragazza a tono
– La lezione di prima non ti è bastata mocciosa?–
– Io non sono una mocciosa, ho diciannove anni, sono grande e vaccinata. E poi chi ti credi di essere? –
Drakan dimostra un evidente disinteressamento per le parole della ragazza
– Lo sai, sei proprio un mostro di simpatia; adesso sarei in grado di darti una sonora lezione –
– Non ho intenzione di continuare a parlare con una mocciosa svampita come te. – Afferma in tono pacato e risoluto il ragazzo, non badando ad una possibile reazione di Laysa
– Giuro che ti faccio a pezzi – continua Laysa, che viene ignorata da Drakan – stai a vedere, io –
La ragazza sta per aggredire nuovamente Drakan, ma viene fermata in tempo da Saphira che la prende per le braccia
– Cerca di calmarti, se tu dovessi diventare in qualche modo una di noi, dovrai far parte del gruppo. Nel gruppo c’è anche Drakan, e poi ha già dimostrato di essere più forte di te, sarebbe inutile combattere ancora contro di lui non credi? Inoltre, non è affatto sensato fare un altro combattimento ora, non sappiamo cosa ci attende – la ragazza sembra tornare tranquilla, ma le parole di Saphira la toccano nell’orgoglio; la sconfitta di Drakan le brucia, e parecchio.
– Abbiamo trovato un’altra sostenitrice di Drakan – esordisce Shana
– Vanno tutte matte per lui – continua Celine, guadagnandosi una gelida occhiata dell’alata
– Che vorresti insinuare – continua Rhea
– Nulla, nulla. Stavo semplicemente scherzando – puntualizza la ragazza innocentemente.
– Saphira non per distruggere il tuo entusiasmo, ma è impossibile che Laysa sia un dragone, ammesso e non concesso che sia vero quello che ha detto Bael. Vi ricordo che sul diario è apparsa una meta ben precisa: Aglis. È a questo che mi riferivo prima – soggiunge guardando Laysa
– Io so poco di quello che dici e poi è solo una le… –
– Laysa, è probabile che non si tratti solo di una semplice leggenda, anzi ne siamo quasi sicuri – assicura Rhea
– Si è vero, nel diario si parlava di Aglis, come una delle più antiche città alate, sede di produzione e studio di una magia molto potente – aggiunge Saphira
– Cos’altro dice di Aglis? – Domanda curiosa Laysa
– Beh, vediamo si parla anche…–
– Ehm, non per interrompere i vostri allegri comizi… ma credo che abbiamo visite – suggerisce Leonard indicando l’altro lato della spiaggia – Sbaglio o quello è Kronhos? – Esclama sorpreso, seguito dall’incredulità degli altri. Tutti, tranne Laysa e Saphira che non hanno avuto l’occasione di conoscere il gigante. La cosa più strana è che Kronhos sembra trovarsi in difficoltà. È tenuto immobile, legato ad una parete da spesse catene; vicino si staglia la figura di un uomo avvolto da un mantello nero.
– Ehilaaa – Laysa passa una mano davanti al volto di Zeph che si riprende dall’apparente shock.
– Quello… è un nostro amico – sono le uniche parole che riesce a pronunciare il ragazzo
– Saphira non ci capisco nulla – si rivolge la ragazza
– Aspettiamo di vedere come si evolvono gli eventi, e cosa decidono di fare gli altri. –
Laysa ignora i suggerimenti di Saphira, cominciando a sfoderare l’arma
– Non fareste prima a combattere, invece di starvene imbambolati a fissarvi come le belle statuine? Se c’è da combattere, sono la prima a buttarmi nella mischia – tira su gli orli del pesante mantello, avviandosi contemporaneamente verso il gigante incatenato.
– Fermati – la blocca Drakan. – Non sappiamo con chi abbiamo a che fare. Fare mosse azzardate ci porterebbe solo dei guai –
– Mi sorprende che il grande ed imbattibile Drakan mostri tanta esitazione –
– Questo non è il momento di fare storie – replica in tono gelido, mettendo a tacere Laysa
– Ragazzi ascoltate, non sappiamo chi abbiamo di fronte; sta di fatto che ha catturato Kronhos, quindi appare evidente che vuole colpire noi. Ovviamente conosce anche i nostri spostamenti – illustra Drakan al gruppo
– Mantenete la massima prudenza, usate gli spiriti solo se strettamente necessario. –
I ragazzi si avviano verso l’incognito personaggio, e il gigante incatenato che cerca invano di liberarsi.
– Chi sei e cosa vuoi da noi, dillo immediatamente, oppure sei nei guai – si impone Drakan
– Kronhos perché non ti liberi? – domanda stupita Celine – la tua forza è superiore rispetto ai normali esseri umani, dovrebbe bastare a spezzare le catene più resistenti! –
– No Celine, c’è qualcosa che non va – prosegue pensierosa Shana
– Voi sapete in che luogo vi trovate vero? Questo posto racchiude un antico segreto in sé…. Ma soprattutto un gran potere. Laysa mi stupisce che non sei a conoscenza di ciò .–
– Co… come fai a conoscere il mio nome, e come sai tutte queste cose su Rouge? – Domanda stupita Laysa
– Non importa, cosa sai, ti elimineremo comunque –
– Ah, ah, fermo lì Drakan, se desideri vedere il tuo compagno sgozzato, hai il via libera – dice facendo una leggera pressione con il pugnale sulla gola di Kronhos
– Come fai a conoscerci? Perché non ti mostri per quello che sei? – Intima Leonard, ma il nemico ignora le domande del ragazzo e prosegue con la sua spiegazione
– Il vostro amico non può spezzare queste catene molto speciali, e sapete perché? Sono le stesse catene che tenevano prigioniero il Drago Divino. Non fate quelle facce. Tu, dovresti essere un’alata, se non ricordo male… – il losco personaggio si rivolge inaspettatamente a Rhea
– Sì, e con questo? Dai Kronhos, cerca di liberarti –
– Oh, non è così semplice come credi. La magia dei tuoi antenati creò queste catene resistentissime, le quali sono state in grado di tener a bada il leggendario drago, per millenni. Ora credi che un semplice gigante possa distruggerle? Se accetterete le mie condizioni, potremmo giungere ad una specie di compromesso –
– Quale accordo? Noi non prendiamo parte a simili cose, soprattutto se c’è in gioco la vita di un nostro amico – risponde Leonard ancora più alterato.
– Cerca di calmare i tuoi bollenti spiriti mezzo alato. Se vi azzardate a trasformarvi in dragoni, il vostro amico è morto –
– Maledetto, dobbiamo fare come dice, anche se potrebbe essere solo una trappola –
– Sensata decisione Drakan, come sempre sei il più saggio del gruppo. Anche perché la tattica che hai usato alla prigione di Hellena, non avrebbe nessun efficacia ora. –
– Possibile che non possiamo fare nulla? –
– Shana, abbiamo le mani legate. Siamo costretti a eseguire ciò che dice –
– Brava alata, vedo che sei molto perspicace. Tu avvicinati, mi servirebbe una cosa che ti appartiene – aggiunge indicando Laysa
– Non so perché, ma ho lo strano presentimento che si tratti del mio cimelio… mi sbaglio forse? Se è così puoi rinunciarci, che tu mi conosca non ha la benché minima importanza. Puoi dir tutto ciò che vuoi cappuccetto nero, ma il cimelio rimane a me – risponde stizzita la ragazza
– Uhm, atteggiamento sbagliato – con uno scatto molto rapido, avvicina ulteriormente il pugnale alla gola di Kronhos, il quale sembra essere in evidente difficoltà.
– Fermati – urla Saphira – Laysa per favore, fai ciò che dice. Prometto che recupereremo il cimelio non appena sarà possibile, fidati di me – Laysa consegna il ciondolo nelle mani dell’ avversario
– Finalmente, dopo tutto questo tempo, il mio desiderio diverrà realtà – detto questo lancia il ciondolo in aria, pronunciando delle parole in lingua antica. Inspiegabilmente l’acqua della spiaggia comincia a ritirarsi, rivelando un territorio sconosciuto e misterioso. L’ampia spiaggia desertica si continua con un lungo tratto che tutti percorrono in sacro silenzio; disseminati si trovano i resti di strane creature, che vengono notate da nessuno. Terminato il lungo tratto di spiaggia, il gruppo si trova davanti un’immensa entrata, coperta da varie piante rampicanti resistenti all’acqua e alghe appiccicose che, nascondono parte del portone. Il nemico stacca con avidità gli arbusti, liberando l’antico portone dalla loro morsa. L’entrata sembra prendere vita, e gli spiriti iniziano a risuonare. Con un rumore assordante, l’enorme porta si apre per poter permettere l’accesso ad un luogo misterioso.
Tutto sembra richiamare a qualcosa che è stato sepolto da migliaia di anni. Intorno sono disseminati i resti di ciò che era l’antica Aglis. Gli unici a non rimanere sorpresi di tutto sono Drakan e la misteriosa figura, che restituisce il cimelio a Laysa.
– Dove siamo? E questo che posto è? – Domanda sconcertata. Per poco il ciondolo non le scivola su qualcosa che giace vicino ai suoi piedi – e questo che diavolo… –
Nessuno proferisce parola, finché Rhea rompe il silenzio
– Zeph, questa è ciò che pensiamo? –
– Sì, Rhea. Questo è quello che resta dell’antica città magica Aglis, dove un tempo veniva studiata e potenziata la magia alata – precisa il ragazzo
– Chi lavorava qui? Suppongo che erano presenti luminari e scienziati di ogni genere – azzarda Laysa desiderosa di sapere una parentesi nascosta del suo villaggio natale.
– Non esattamente. Vedi queste immense rovine che ci circondano? Un tempo costituivano Aglis, interamente costruita e gestita da magia alata. Proprio grazie ad essa, poteva rimanere immersa sott’acqua, senza esserne invasa. Grazie a questo, restava “nascosta” agli occhi dei cacciatori di tesori, e da chiunque altro avesse intenzione di impadronirsi della magia, per farne un uso improprio. –
– Uso improprio. Intendi dire come guerre e simili vero? – Chiede Laysa, la quale riceve un cenno d’assenso da Rhea.
– Muovetevi, mi servite tutti per il raggiungimento del mio scopo. Farete i vostri comizi mentre giungeremo alla meta –
– Laysa cosa stai guardando? –
La ragazza è china sui resti di qualcosa, che ricorda vagamente lo scheletro di un bambino.
– Zeph, non so cosa sia, ma ha tutta l’aria di essere… –
– Datevi una mossa se non volete che sgozzi il colosso – nessuno obbietta, e seguono il nemico, il quale si fa strada tra le macerie, calpestando i corpi di quelli che probabilmente erano mostri.
– Ehi Laysa, da quando sei così taciturna? – Domanda Saphira, vedendo l’amica soprapensiero
– Mi sembra strano che in un posto come questo, abbiano lavorato dei bambini. Rhea tu sei un’alata vero? Conosci per caso qualcosa a riguardo? –
– Veramente io ricordo poche cose sulle antiche città alate e di storia antica. Però, ora che mi ci fai pensare, nel diario viene menzionato questo luogo…in realtà, quelli non erano dei bambini veri. Sono stati generati dalla magia, come tutte le cose di questo posto. Più precisamente è stato Savan, grande ricercatore e studioso, a dar loro vita –
– Allora, ci dici o no quello che dobbiamo fare? – sbraita Shana arrivata al limite della sopportazione, vedendo che il fantomatico personaggio, è rimasto fisso a guardare una roccia per molto tempo.
– Taci mocciosa, piuttosto, mettete in bella vista gli spiriti di dragone, tutti quanti –
– Si può sapere cosa cerchi da noi? Come fai a conoscere la nostra destinazione? –
– Non ti è chiaro Celine? Il mio obbiettivo principale è prendere lo spirito del drago di tuono! Altrimenti perché avrei acciuffato questo gigante imbecille? Era l’unico del gruppo a non essere ancora un dragone, metterlo fuori gioco è stato semplice. –
– Kronhos chiedere scusa, io non volere mettere in difficoltà amici –
– Non preoccuparti Kronhos riusciremo a liberarti – sibila Leonard stringendo forte Draco
– Certo, riavrete il vostro amico, quando io avrò nelle mani lo spirito del drago di tuono. Ricordate, una mossa azzardata, e il gigante si trova senza testa –
I ragazzi mettono i loro spiriti vicini, che iniziano a risuonare insieme al cimelio di Laysa, proiettando un fascio di luce, che colpisce una grande portone. Quest’ultimo si apre, provocando un rumore assordante.
La stanza che si prostra davanti loro è alquanto strana, disseminata da parecchie piattaforme, e attraversata da vari corridoi.
– Ehi Zeph, cosa sono questi cosi? – Chiede Laysa momentaneamente distratta dai suoi pensieri, ed esaminando più da vicino una piattaforma.
– Quelli sono antichi teletrasporti, che adesso non sono più funzionanti a quanto vedo – spiega mettendosi sopra uno di essi – erano attivati anche questi dalla magia, con un duplice scopo; teletrasportare chi di competenza nelle varie stanze,e proteggere dai ficcanasi questo luogo, qualora fossero arrivati sin qui. Sono molto numerosi proprio per questa ragione –
Dopo le delucidazioni del compagno un po’ tutti sono presi dall’ammirare quel misterioso e maestoso luogo, trapelante di magia, il quale sembra incutere quasi paura. Puntualmente gli spiriti risuonano, indicando la strada da prendere.
– Senti Saphira, chi era Savan? Se non sbaglio prima Rhea ha detto che lavorava in questo posto – chiede Laysa sottovoce alla compagna
– Beh, lui era un ricercatore che purtroppo fu costretto a sacrificarsi – le risponde l’amica, la quale viene ascoltata con grande attenzione ed interesse
– Per quale motivo fu costretto a sacrificarsi? – Chiede Laysa ancora più curiosa
– Lo fece unicamente per aiutare i nostri predecessori –
– Dici sul serio? – Interviene la ragazza esterrefatta. Dopo una breve pausa Saphira continua nel raccontare la successione degli eventi
– Laysa, vedi quell’ammasso di macerie? – aggiunge indicando un enorme cumulo di sassi coperti da uno spesso strato di polvere – Savan rimase sepolto lì, o almeno è quello che credo, considerando il posto in cui ci troviamo. Prima di morire ha aiutato i precedenti dragoni, a sconfiggere un enorme mostro – conclude la ragazza
– Di un po’, mia cara Saphira, come fai a conoscere tutte queste cose? –
– Merito del diario. Tutte le cose che conosciamo su Aglis, le abbiamo lette lì tutti noi, a tempo debito – le risponde Zeph pensando a tutte le peripezie passate per recuperarlo.
Laysa sembra turbata da qualcosa, anche se cerca di nasconderlo, ma il suo stato d’animo viene percepito da una Saphira molto attenta…
– Laysa mi sembri strana. Non c’è ombra di dubbio, c’è qualcosa che ti impensierisce – bisbiglia Saphira, la quale stava osservando in silenzio Laysa da un po’. – Sicura che sia tutto a posto? Quasi non ti riconosco. Dimmi la verità, stai pensando ancora allo scontro con Drakan vero? – Continua sempre a bassa voce. Saphira cerca di provocare in lei una qualche reazione, senza ottenere il risultato sperato. Laysa sembra totalmente assente, si limita a fare un cenno del capo, per far intendere che niente la turba. Intanto il gruppo procede, seguendo di volta in volta, le vie indicate dal risuonare degli spiriti e del ciondolo di Laysa. Alla fine giungono però in prossimità di un vicolo cieco.
– E adesso? – Chiede Celine abbastanza irritata, la quale non è la sola ad esserlo.
– È impossibile, lo spirito si trova qui, ne sento le vibrazioni –
– Al diavolo le vibrazioni, questo è un vicolo cieco – sbraita Leonard
– Calmati, non risolverai niente agendo d’impulso. Ricorda che lui ha il coltello dalla parte del manico – gli suggerisce Zeph afferrandolo per un braccio.
– Senti un po’ mezzo alato, cerca di calmare i tuoi bollenti spiriti, se non vuoi vedere il tuo amico stramazzare al suolo. E voi, non state li fermi, datevi da fare per trovare la via –
– Darci da fare? Darci da fare? – Ripete strillando una Rhea a dir poco furiosa – tu sei pazzo, ci trascini in un posto sconosciuto minacciando il nostro amico, e quello che sai dire è datevi da fare? Devi essere un folle, io ti faccio a pezzi – l’alata oramai fuori di sé, prepara una sfera di ghiaccio dietro la schiena. Drakan si accorge in tempo di ciò che Rhea sta per fare. L’afferra il braccio, evitando di complicare ulteriormente la situazione.
– Rhea calmati, anch’io vorrei farlo a pezzi, ma se azzardiamo qualche mossa falsa, Kronhos è finito –
L’alata pensa alle parole di Drakan e ricaccia indietro la sfera di ghiaccio, un momento prima che il nemico posi il suo sguardo su di lei
– Finiscila di fare tutto questo baccano e stai buona –
Laysa è ancora pensierosa, non proferisce parola ma osserva il nemico in silenzio, nota qualcosa di famigliare in lui, anche se non capisce bene cosa. Si guarda intorno, e le salta agli occhi uno strano particolare. Un po’ tutti sono presi dal trovare una possibile soluzione, così decide di agire di testa sua. Avvicinandosi ad una parete, nota una strana depressione
– Saphira, non so perché, ma ho la strana sensazione che questa parete nasconda l’accesso allo spirito del drago di tuono –
– Come fai a dire questo? – Le chiede la ragazza esaminando la parete, senza ottenere nessuna risposta. Infatti l’amica è presa nell’esaminare un’incavatura che sembra quasi artificiale, situata al centro della parete. Incuriosita si avvicina alla fessura, che ora si trova solo a pochi centimetri dal suo viso. Improvvisamente il ciondolo inizia ad emettere un forte bagliore, per poi incastonarsi nella fessura. La stanza inizia a tremare, il ciondolo si stacca dalla parete, che si ribalta al suolo per aprire la visione di una nuova via.
– Brava Laysa, non mi aspettavo davvero di finire così in fretta la missione – afferma l’uomo incappucciato in tono stranamente compiaciuto.
In seguito al crollo del muro, viene scoperta un’ulteriore via, rappresentata da un’immensa stanza. Tutto è avvolto dall’oscurità. È difficile anche respirare; l’ossigeno scarseggia in quanto la stanza è rimasta chiusa per millenni.
– Ehm… quello cos’è? – Balbetta Rhea indicando l’imponente scheletro di chissà quale antico mostro.
– Oh, guarda, il famigerato Kraken –
– Si, è proprio il Kraken – continua Nicholas con tono austero – questa creatura aveva il compito di proteggere qualcosa di molto importante, in poche parole era il guardiano di questo posto. –
– Ma quello… – nessuno si è reso conto che all’interno dei resti del Kraken è posto un altare. Nessuno tranne Drakan, che essendo di elemento oscuro, vede benissimo anche in luoghi poco luminosi. Tuttavia il nemico sembra aver capito qualcosa, e avanza a passo spedito verso i resti della creatura. Giunti nelle vicinanze del Kraken, gli spiriti risuonano, e misteriosamente risuona anche qualcosa situato sull’altare e una pietra che il misterioso personaggio detiene.
– Maledetto, tu sei Nicholas non è vero?! – ringhia Drakan
– Nicholas! – esclamano tutti in coro, allarmati e sorpresi allo stesso tempo.
– Restituiscimi immediatamente il mio spirito, subito! – Zeph sembra perdere il controllo. Ora ha la possibilità di vendicarsi di ciò che ha fatto ai suoi genitori, e l’opportunità per riprendersi ciò che è suo di diritto.
I ragazzi vorrebbero intervenire, ma il nemico preme con la lama della sua arma, contro la gola di Kronhos.
– Provate solo a trasformarvi in dragoni, e lui muore – si avvicina al piedistallo tenendo sempre sott’occhio tutti, e prende lo spirito di dragone di tuono soddisfatto – Bene, finalmente sono arrivato al mio obiettivo, ora posso levarmi questo fastidiosissimo travestimento e mettere la parola fine alla mia commedia… anzi, direi la nostra commedia – aggiunge porgendo il pugnale a Kronhos. Laysa rimane pietrificata dal vedere il volto di Nicholas; cade per terra sulle ginocchia, con la testa china iniziando a tremare.
– Kronhos, perché rimani lì? Vieni via ora, il patto è stato saldato, sei libero – il gigante non ascolta ciò che dice Leonard, ma fissa intensamente la pietra violacea nelle mani di Nicholas.
– Leonard non hai ancora capito? Kronhos ci ha traditi – strilla Celine con le lacrime agli occhi
– Come hai potuto prenderti gioco di noi, come? Noi ci fidavamo di te, ti abbiamo accolto nel nostro gruppo, e tu ci ringrazi così? – Continua Rhea ancora più furiosa
– Laysa cosa ti succede, ti senti male? – Chiede Saphira impensierita
– No, non è possibile – si alza di scatto ignorando la compagna vicino – tu, tu non dovresti essere qui, dovresti essere… – non riesce a finire la frase, che viene continuata da Nicholas
– Morto Laysa? Devo confessarti che è stata dura simulare il tutto… –
– Taci! Simulare… – riprende la ragazza sconvolta
–Proprio così, piccola Laysa, hai capito benissimo. Sono stato io a farti quella bellissima sorpresa –
– Laysa di quale sorpresa sta parlando? Rispondi, mi stai facendo preoccupare – la scuote Saphira, la quale sembra parlare con un automa. Nella mente di Laysa balenano strani pensieri; una volta ripresasi dallo shock si rende conto che è tutto vero. Non è un sogno come sembra, è la cruda e amara verità.
Nel frattempo gli altri seguono lo scambio di opinioni senza intervenire, nessuno sa o riesce ad immaginare il motivo delle loro affermazioni.
– Saresti così gentile da spiegarci perché conosci Nicholas? Dicci immediatamente se è anche contro di te che dobbiamo combattere; sei una sua alleata per caso? – La interroga Shana in tono sospettoso. Ma i suoi dubbi non vengono chiariti; quando sta per aggiungere nuovamente qualcosa, si rende conto che Laysa impugna la sua alabarda
– Io ti disintegro maledetto bastardo, ti eliminerò per sempre –
– Cerca di calmarti, non agire di impulso, se ti fai guidare dalla collera…–
– Saphira devo ucciderlo. Non mi faccio assalire dalla rabbia, la sto solo rindirizzando… verso di lui. IO TI UCCIDERO’ NICHOLAS! – Nessuno riesce a bloccare Laysa, che si catapulta sul nemico, il quale prende in mano lo spirito del drago rosso trasformandosi in dragone. Concentra il suo elemento originando un’enorme sfera di fuoco, che viene schivata per un pelo dalla ragazza.
– Trasformiamoci, non avranno la meglio su di noi, siamo sei dragoni, contro due – incita Rhea, abbastanza ferita dal tradimento di Kronhos
– Levati di mezzo Laysa, non sei tu il nostro obbiettivo – replica Nicolas frenando l’avanzata di Laysa
– Come hai potuto, io ti ODIO – la ragazza è troppo presa dallo scontro con Nicholas, per rendersi conto che alle sue spalle Kronhos si è trasformato in dragone di tuono. Con un gesto molto scorretto colpisce Laysa alle spalle, provocandole una ferita molto profonda. La ragazza cade al suolo perdendo conoscenza.
– Ricorda i nostri obbiettivi sono loro tre, il dragone d’oscurità, terra, e non elemento. Le direttive da seguire sono queste. Poveri illusi, anche se vi trasformaste tutti, non avreste nessuna speranza… dovete sapere che io e Kronhos, abbiamo bevuto per giorni pozioni spirito, per cui resteremo trasformati molto più tempo rispetto a voi. –
– Kronhos per quale motivo ci hai traditi? – Chiede Leonard molto amareggiato, il quale non riesce ancora ad accettare la realtà dei fatti. Fu il primo a fidarsi del gigante, essendo che quest’ultimo gli salvò la vita; gli sembra davvero assurdo pensare di combattere contro di lui
– Mio unico scopo da inizio era controllare voi, osservare ogni spostamento e comunicare a mio capo Nicholas. Io entrare in vostro gruppo solo per questo motivo –
– Sei un vile traditore – sibila Shana furente. Kronhos, non fa caso alle parole della ragazza, assestando un potente calcio a Laysa, che finisce vicino ai piedi dei ragazzi. Il gigante le ha provocato una profonda ferita alla schiena. Saphira si trasforma in dragone, come tutto il resto del gruppo, e si avvicina a Laysa per prestarle soccorso.
– Laysa, mi senti? Apri gli occhi… devo concentrarmi, è una ferita abbastanza profonda e se non faccio in fretta… – mentre Saphira si appresta a curare l’amica ferita, il resto del gruppo si prepara allo scontro con Nicholas e Kronhos. Nicholas si presenta un duro avversario, riesce a gestire sia attacchi che magie, generandone anche di potenti. Drakan cerca di elaborare una strategia che possa portare il gruppo alla vittoria.
– Rhea crea un anello di ghiaccio e tienilo fermo. Leonard, sei in grado di produrre una magia d’aria? –
– Si, posso farcela –
– Bene, sbrigati e lanciala verso Nicholas – il compagno ubbidisce, colpendo Nicholas che appare leggermente stordito – Ora Rhea! – L’anello di ghiaccio colpisce in pieno il nemico, facendolo sbattere su una parete. Tuttavia si rialza senza troppi problemi, dirigendosi verso Drakan.
– Dammi lo spirito, “lui” vuole il tuo spirito –
– Prendilo se ne sei capace –
Intanto Kronhos attacca Leonard con un potente colpo d’ascia. Il gigante non sa ancora controllare bene i movimenti a causa dell’imponente armatura di dragone, per cui perde l’equilibrio, ricevendo una bella lesione da parte di un Leonard molto furioso e ferito. Il danno viene attutito in parte dalla possente armatura, che ha una difesa abbastanza elevata. Kronhos però approfitta di un momento di esitazione del ragazzo, che sfortunatamente cade tramortito al suolo. Saphira ha terminato di curare le ferite di Laysa, ritornando nella sua forma normale, si aggrega agli altri arcieri che concentrano un flusso di frecce direttamente ai punti vitali dei nemici. Rhea e Celine, partono per sferrare un attacco combinato contro Nicholas, il quale viene tenuto a bada da Drakan, che ha appena sferrato una palla di oscurità evitata dal nemico. Quest’ultimo prepara prontamente un attacco magico molto potente, creando due sfere di fuoco, una delle quali colpisce Rhea in pieno. Mentre Drakan è occupato a deviare l’attacco magico, il nemico ne approfitta per dirigersi inaspettatamente contro Celine, la quale si sente presa alla sprovvista; Nicholas sta per infliggerle un colpo mortale ma sotto lo sguardo a dir poco incredulo di tutti accade qualcosa di impensabile…
Kronhos che si era momentaneamente liberato della presenza di Leonard, conficca il suo possente spadone nel ventre di Nicholas, provocandogli una ferita mortale. Laysa osserva la scena inorridita, insieme a tutti gli altri che non sanno cosa dire o fare. Celine è un po’ titubante e insicura su come comportarsi; con tutto ciò decide di dar nuovamente fiducia a Kronhos.
– Io avere agito così per proteggere voi e recuperare spirito di Zeph – proferisce il gigante porgendo lo spirito a Zeph, il quale inizia a risuonare. Laysa corre vicino al corpo esanime di Nicholas
– Laysa ti prego perdonami, io non volevo fare ciò che ho fatto, la brama di potere mi ha accecato e annebbiato la vista; devi scoprire la verità, non è come credi… tu –
– Taci, non sprecare inutilmente energie – le lacrime rigano il volto della ragazza, mentre il nemico sta per esalare il suo ultimo respiro
– Laysa, cerca la verità. Tu non sei… –
– Nicholas, io non sono cosa? Apri gli occhi, lo so che puoi sentirmi, svegliati. Apri gli occhi, NICHOLAS – Laysa scuote il suo corpo ormai senza vita, si rassegna all’idea e accetta la realtà: non c’è più nulla da fare. Improvvisamente però, sente l’ira sgorgarle dentro come un fiume in piena.
– Dannato stupido gigante senza cervello. Credi di avere fatto la cosa giusta? Ora ti sentirai un eroe scommetto, il grande e massiccio Kronhos ha ucciso Nicholas. Sei solo un bestione, un enorme montagna di muscoli con la testa vuota, VUOTA. – Strepita rabbiosa
– Laysa calmati, infondo era contro di noi, voleva eliminarci e prendere possesso degli spiriti di dragone. Lo avremmo eliminato ugualmente, con o senza l’intervento di Kronhos. –
– E poi se ben ricordo, era tua intenzione eliminarlo o mi sbaglio? Posso dire con certezza che eri alquanto accanita contro di lui – esordisce Shana, la quale appare dubbiosa nei confronti di Laysa, non riuscendo a trovare una giustificazione al suo comportamento
– Non sono tenuta a dare spiegazioni di nessun genere, né a te, né a nessun altro –
La risposta di Laysa lascia quasi tutti un po’ contrariati, ma nessuno ha intenzione di spingersi oltre. In uno stato di leggera tensione, il gruppo si prepara per abbandonare Aglis, la città magica.
– Sto arrivando! – La ragazza congeda il maestro definitivamente.
– I suoi occhi, sono gli stessi di quattro anni fa – sospira Bael chiedendosi la porta alle spalle.
– Bene, ora possiamo far rotta da Yari! Chissà come passa il tempo quello scansa fatiche –
– Piantala sbruffona, Yari è un bravo maestro –
– Sì, lo so – le risponde Laysa soffocando una risata
– Non smetterai mai di prendermi in giro – Dice quasi esasperata Saphira, ma allo stesso tempo contenta di aver ritrovato l’amica.
– Sentite, non notate che Saphira e Laysa vadano molto d’accordo? –
– È vero Celine, sono leggermente curiosa di sapere qualcosa in più. Però facciamolo con discrezione, senza sembrare troppo invadenti. Tu che ne pensi Rhea? –
– Beh… ok, sono d’accordo, ma niente insistenze –
– Oh, Rhea, sei tornata quella di un tempo! – le dice l’amica
– Così sembra – afferma accennando un sorriso. I ragazzi si trovano dietro a discutere il comportamento delle ragazze
– Ma perché devono essere così impiccione? –
– Mah, Leonard, è nel carattere delle donne forse, io non saprei darmi altra spiegazione! – Gli risponde Zeph titubante. Drakan non prende parte, a quelli che per lui sono futili discorsi; si limita a borbottare qualcosa a proposito dello spirito di dragone di tuono e della missione, ma nessuno lo degna di nota.
– Beh Saphira, che mi racconti di bello? L’ultima volta che ci siamo lasciate, dovevi proseguire la ricerca per trovare i parenti di tuo padre. Hai scoperto qualche novità? – Le domanda curiosa Laysa
– No – Risponde seccamente Saphira
– E il simpaticissimo Helios come sta? Non riesco proprio ad immaginare come sia diventato ora –
– Helios? – Dicono le ragazze sottovoce, le quali stavano seguendo il discorso silenziosamente
– Non sarà per caso un ex fidanzato di Saphira? – Si interroga Celine in tono curioso
– Ragazze che ne dite di avvicinarci un po’? Magari potremmo prendere parte al discorso anche noi – continua Shana
– Ok, ma ricordate, senza esagerazioni! – Sottolinea Rhea pensando alle passate esperienze
– Non credo sia importante parlare di questo adesso – si affretta a dire Saphira, la quale si era accorta dello strano comportamento delle amiche.
– Piuttosto, cosa hai fatto tu in questi anni? Se ricordo bene, hai detto di non essere stata a Rouge – svia la ragazza il discorso, in modo da concentrare altrove l’attenzione.
– Vediamo, sono stata nel continente di Mille Sesau e in quello di Tiberoa. Ma non sono andata alla ricerca di luoghi affollati, solo posticini tranquilli dove incontrare un po’ di mostri da fare a pezzi! –
– Davvero? – Enfatizza Saphira – E quante volte si è fatta battere la mia combina guai preferita? –
– Ehi! Come ti permetti di insultarmi?! Adesso sarai costretta a sopportare le mie lunghissime prediche! –
– No, per favore – supplica Saphira – le ciarlate di Laysa no, tutto ma non quello – Aggiunge mettendosi a ridere animatamente con l’amica; Rhea sta per dire qualcosa, quando Drakan si blocca di scatto
– Fermi tutti, si cambia itinerario – dice il ragazzo tenendo il diario in mano. Gli altri si avvicinano per leggere ciò che è appena apparso
~ “parte del vostro destino sarà svelato sulla spiaggia di Rouge” ~
– Mi dispiace Saphira, ma a quanto pare dovremo rimandare la visita da Yari – replica Laysa un po’ dispiaciuta, aggiungendo improvvisamente – Scusate, ma voi seguite tutto quello che vi dice un pezzo di carta? –
– Beh, sì – risponde Zeph – È uno strumento molto prezioso per il nostro viaggio; ci ha fornito informazioni molto utili per i nostri obbiettivi, senza considerare la fatica che abbiamo fatto per recuperarlo – spiega il ragazzo pensando agli avvenimenti passati.
– Però c’è una cosa che non mi quadra. Se la spiaggia è rimasta come l’ho lasciata, non credo che recarvi lì vi cambierà qualcosa. Diglielo anche tu Saphira –
– In effetti, la spiaggia di Rouge non presenta nulla di particolare… – conferma l’amica
– Però dobbiamo considerare la spiaggia di Rouge, è l’unico posto che non abbiamo visto – interviene Shana
– Io dico di affrettare il passo e fare meno chiacchiere – le interrompe Drakan.
All’arrivo in spiaggia, tutto è come previsto dalla due ragazze; una calma assoluta regna su di essa, nessun segno sembra attirare l’attenzione.
– Come volevasi dimostrare, non c’è niente di niente – esclama Laysa – date troppo peso a quel diario, infondo è solo un inutile pezzo di carta –
– Il diario non ha mai mentito – replica glaciale Drakan
– Hai qualcosa in mente per caso? – Ribatte la ragazza infastidita
– Per essere del posto, sempre se lo sei, conosci veramente poco – aggiunge in tono enigmatico Drakan
– Questo lo credi tu! – Risponde la ragazza a tono
– La lezione di prima non ti è bastata mocciosa?–
– Io non sono una mocciosa, ho diciannove anni, sono grande e vaccinata. E poi chi ti credi di essere? –
Drakan dimostra un evidente disinteressamento per le parole della ragazza
– Lo sai, sei proprio un mostro di simpatia; adesso sarei in grado di darti una sonora lezione –
– Non ho intenzione di continuare a parlare con una mocciosa svampita come te. – Afferma in tono pacato e risoluto il ragazzo, non badando ad una possibile reazione di Laysa
– Giuro che ti faccio a pezzi – continua Laysa, che viene ignorata da Drakan – stai a vedere, io –
La ragazza sta per aggredire nuovamente Drakan, ma viene fermata in tempo da Saphira che la prende per le braccia
– Cerca di calmarti, se tu dovessi diventare in qualche modo una di noi, dovrai far parte del gruppo. Nel gruppo c’è anche Drakan, e poi ha già dimostrato di essere più forte di te, sarebbe inutile combattere ancora contro di lui non credi? Inoltre, non è affatto sensato fare un altro combattimento ora, non sappiamo cosa ci attende – la ragazza sembra tornare tranquilla, ma le parole di Saphira la toccano nell’orgoglio; la sconfitta di Drakan le brucia, e parecchio.
– Abbiamo trovato un’altra sostenitrice di Drakan – esordisce Shana
– Vanno tutte matte per lui – continua Celine, guadagnandosi una gelida occhiata dell’alata
– Che vorresti insinuare – continua Rhea
– Nulla, nulla. Stavo semplicemente scherzando – puntualizza la ragazza innocentemente.
– Saphira non per distruggere il tuo entusiasmo, ma è impossibile che Laysa sia un dragone, ammesso e non concesso che sia vero quello che ha detto Bael. Vi ricordo che sul diario è apparsa una meta ben precisa: Aglis. È a questo che mi riferivo prima – soggiunge guardando Laysa
– Io so poco di quello che dici e poi è solo una le… –
– Laysa, è probabile che non si tratti solo di una semplice leggenda, anzi ne siamo quasi sicuri – assicura Rhea
– Si è vero, nel diario si parlava di Aglis, come una delle più antiche città alate, sede di produzione e studio di una magia molto potente – aggiunge Saphira
– Cos’altro dice di Aglis? – Domanda curiosa Laysa
– Beh, vediamo si parla anche…–
– Ehm, non per interrompere i vostri allegri comizi… ma credo che abbiamo visite – suggerisce Leonard indicando l’altro lato della spiaggia – Sbaglio o quello è Kronhos? – Esclama sorpreso, seguito dall’incredulità degli altri. Tutti, tranne Laysa e Saphira che non hanno avuto l’occasione di conoscere il gigante. La cosa più strana è che Kronhos sembra trovarsi in difficoltà. È tenuto immobile, legato ad una parete da spesse catene; vicino si staglia la figura di un uomo avvolto da un mantello nero.
– Ehilaaa – Laysa passa una mano davanti al volto di Zeph che si riprende dall’apparente shock.
– Quello… è un nostro amico – sono le uniche parole che riesce a pronunciare il ragazzo
– Saphira non ci capisco nulla – si rivolge la ragazza
– Aspettiamo di vedere come si evolvono gli eventi, e cosa decidono di fare gli altri. –
Laysa ignora i suggerimenti di Saphira, cominciando a sfoderare l’arma
– Non fareste prima a combattere, invece di starvene imbambolati a fissarvi come le belle statuine? Se c’è da combattere, sono la prima a buttarmi nella mischia – tira su gli orli del pesante mantello, avviandosi contemporaneamente verso il gigante incatenato.
– Fermati – la blocca Drakan. – Non sappiamo con chi abbiamo a che fare. Fare mosse azzardate ci porterebbe solo dei guai –
– Mi sorprende che il grande ed imbattibile Drakan mostri tanta esitazione –
– Questo non è il momento di fare storie – replica in tono gelido, mettendo a tacere Laysa
– Ragazzi ascoltate, non sappiamo chi abbiamo di fronte; sta di fatto che ha catturato Kronhos, quindi appare evidente che vuole colpire noi. Ovviamente conosce anche i nostri spostamenti – illustra Drakan al gruppo
– Mantenete la massima prudenza, usate gli spiriti solo se strettamente necessario. –
I ragazzi si avviano verso l’incognito personaggio, e il gigante incatenato che cerca invano di liberarsi.
– Chi sei e cosa vuoi da noi, dillo immediatamente, oppure sei nei guai – si impone Drakan
– Kronhos perché non ti liberi? – domanda stupita Celine – la tua forza è superiore rispetto ai normali esseri umani, dovrebbe bastare a spezzare le catene più resistenti! –
– No Celine, c’è qualcosa che non va – prosegue pensierosa Shana
– Voi sapete in che luogo vi trovate vero? Questo posto racchiude un antico segreto in sé…. Ma soprattutto un gran potere. Laysa mi stupisce che non sei a conoscenza di ciò .–
– Co… come fai a conoscere il mio nome, e come sai tutte queste cose su Rouge? – Domanda stupita Laysa
– Non importa, cosa sai, ti elimineremo comunque –
– Ah, ah, fermo lì Drakan, se desideri vedere il tuo compagno sgozzato, hai il via libera – dice facendo una leggera pressione con il pugnale sulla gola di Kronhos
– Come fai a conoscerci? Perché non ti mostri per quello che sei? – Intima Leonard, ma il nemico ignora le domande del ragazzo e prosegue con la sua spiegazione
– Il vostro amico non può spezzare queste catene molto speciali, e sapete perché? Sono le stesse catene che tenevano prigioniero il Drago Divino. Non fate quelle facce. Tu, dovresti essere un’alata, se non ricordo male… – il losco personaggio si rivolge inaspettatamente a Rhea
– Sì, e con questo? Dai Kronhos, cerca di liberarti –
– Oh, non è così semplice come credi. La magia dei tuoi antenati creò queste catene resistentissime, le quali sono state in grado di tener a bada il leggendario drago, per millenni. Ora credi che un semplice gigante possa distruggerle? Se accetterete le mie condizioni, potremmo giungere ad una specie di compromesso –
– Quale accordo? Noi non prendiamo parte a simili cose, soprattutto se c’è in gioco la vita di un nostro amico – risponde Leonard ancora più alterato.
– Cerca di calmare i tuoi bollenti spiriti mezzo alato. Se vi azzardate a trasformarvi in dragoni, il vostro amico è morto –
– Maledetto, dobbiamo fare come dice, anche se potrebbe essere solo una trappola –
– Sensata decisione Drakan, come sempre sei il più saggio del gruppo. Anche perché la tattica che hai usato alla prigione di Hellena, non avrebbe nessun efficacia ora. –
– Possibile che non possiamo fare nulla? –
– Shana, abbiamo le mani legate. Siamo costretti a eseguire ciò che dice –
– Brava alata, vedo che sei molto perspicace. Tu avvicinati, mi servirebbe una cosa che ti appartiene – aggiunge indicando Laysa
– Non so perché, ma ho lo strano presentimento che si tratti del mio cimelio… mi sbaglio forse? Se è così puoi rinunciarci, che tu mi conosca non ha la benché minima importanza. Puoi dir tutto ciò che vuoi cappuccetto nero, ma il cimelio rimane a me – risponde stizzita la ragazza
– Uhm, atteggiamento sbagliato – con uno scatto molto rapido, avvicina ulteriormente il pugnale alla gola di Kronhos, il quale sembra essere in evidente difficoltà.
– Fermati – urla Saphira – Laysa per favore, fai ciò che dice. Prometto che recupereremo il cimelio non appena sarà possibile, fidati di me – Laysa consegna il ciondolo nelle mani dell’ avversario
– Finalmente, dopo tutto questo tempo, il mio desiderio diverrà realtà – detto questo lancia il ciondolo in aria, pronunciando delle parole in lingua antica. Inspiegabilmente l’acqua della spiaggia comincia a ritirarsi, rivelando un territorio sconosciuto e misterioso. L’ampia spiaggia desertica si continua con un lungo tratto che tutti percorrono in sacro silenzio; disseminati si trovano i resti di strane creature, che vengono notate da nessuno. Terminato il lungo tratto di spiaggia, il gruppo si trova davanti un’immensa entrata, coperta da varie piante rampicanti resistenti all’acqua e alghe appiccicose che, nascondono parte del portone. Il nemico stacca con avidità gli arbusti, liberando l’antico portone dalla loro morsa. L’entrata sembra prendere vita, e gli spiriti iniziano a risuonare. Con un rumore assordante, l’enorme porta si apre per poter permettere l’accesso ad un luogo misterioso.
Tutto sembra richiamare a qualcosa che è stato sepolto da migliaia di anni. Intorno sono disseminati i resti di ciò che era l’antica Aglis. Gli unici a non rimanere sorpresi di tutto sono Drakan e la misteriosa figura, che restituisce il cimelio a Laysa.
– Dove siamo? E questo che posto è? – Domanda sconcertata. Per poco il ciondolo non le scivola su qualcosa che giace vicino ai suoi piedi – e questo che diavolo… –
Nessuno proferisce parola, finché Rhea rompe il silenzio
– Zeph, questa è ciò che pensiamo? –
– Sì, Rhea. Questo è quello che resta dell’antica città magica Aglis, dove un tempo veniva studiata e potenziata la magia alata – precisa il ragazzo
– Chi lavorava qui? Suppongo che erano presenti luminari e scienziati di ogni genere – azzarda Laysa desiderosa di sapere una parentesi nascosta del suo villaggio natale.
– Non esattamente. Vedi queste immense rovine che ci circondano? Un tempo costituivano Aglis, interamente costruita e gestita da magia alata. Proprio grazie ad essa, poteva rimanere immersa sott’acqua, senza esserne invasa. Grazie a questo, restava “nascosta” agli occhi dei cacciatori di tesori, e da chiunque altro avesse intenzione di impadronirsi della magia, per farne un uso improprio. –
– Uso improprio. Intendi dire come guerre e simili vero? – Chiede Laysa, la quale riceve un cenno d’assenso da Rhea.
– Muovetevi, mi servite tutti per il raggiungimento del mio scopo. Farete i vostri comizi mentre giungeremo alla meta –
– Laysa cosa stai guardando? –
La ragazza è china sui resti di qualcosa, che ricorda vagamente lo scheletro di un bambino.
– Zeph, non so cosa sia, ma ha tutta l’aria di essere… –
– Datevi una mossa se non volete che sgozzi il colosso – nessuno obbietta, e seguono il nemico, il quale si fa strada tra le macerie, calpestando i corpi di quelli che probabilmente erano mostri.
– Ehi Laysa, da quando sei così taciturna? – Domanda Saphira, vedendo l’amica soprapensiero
– Mi sembra strano che in un posto come questo, abbiano lavorato dei bambini. Rhea tu sei un’alata vero? Conosci per caso qualcosa a riguardo? –
– Veramente io ricordo poche cose sulle antiche città alate e di storia antica. Però, ora che mi ci fai pensare, nel diario viene menzionato questo luogo…in realtà, quelli non erano dei bambini veri. Sono stati generati dalla magia, come tutte le cose di questo posto. Più precisamente è stato Savan, grande ricercatore e studioso, a dar loro vita –
– Allora, ci dici o no quello che dobbiamo fare? – sbraita Shana arrivata al limite della sopportazione, vedendo che il fantomatico personaggio, è rimasto fisso a guardare una roccia per molto tempo.
– Taci mocciosa, piuttosto, mettete in bella vista gli spiriti di dragone, tutti quanti –
– Si può sapere cosa cerchi da noi? Come fai a conoscere la nostra destinazione? –
– Non ti è chiaro Celine? Il mio obbiettivo principale è prendere lo spirito del drago di tuono! Altrimenti perché avrei acciuffato questo gigante imbecille? Era l’unico del gruppo a non essere ancora un dragone, metterlo fuori gioco è stato semplice. –
– Kronhos chiedere scusa, io non volere mettere in difficoltà amici –
– Non preoccuparti Kronhos riusciremo a liberarti – sibila Leonard stringendo forte Draco
– Certo, riavrete il vostro amico, quando io avrò nelle mani lo spirito del drago di tuono. Ricordate, una mossa azzardata, e il gigante si trova senza testa –
I ragazzi mettono i loro spiriti vicini, che iniziano a risuonare insieme al cimelio di Laysa, proiettando un fascio di luce, che colpisce una grande portone. Quest’ultimo si apre, provocando un rumore assordante.
La stanza che si prostra davanti loro è alquanto strana, disseminata da parecchie piattaforme, e attraversata da vari corridoi.
– Ehi Zeph, cosa sono questi cosi? – Chiede Laysa momentaneamente distratta dai suoi pensieri, ed esaminando più da vicino una piattaforma.
– Quelli sono antichi teletrasporti, che adesso non sono più funzionanti a quanto vedo – spiega mettendosi sopra uno di essi – erano attivati anche questi dalla magia, con un duplice scopo; teletrasportare chi di competenza nelle varie stanze,e proteggere dai ficcanasi questo luogo, qualora fossero arrivati sin qui. Sono molto numerosi proprio per questa ragione –
Dopo le delucidazioni del compagno un po’ tutti sono presi dall’ammirare quel misterioso e maestoso luogo, trapelante di magia, il quale sembra incutere quasi paura. Puntualmente gli spiriti risuonano, indicando la strada da prendere.
– Senti Saphira, chi era Savan? Se non sbaglio prima Rhea ha detto che lavorava in questo posto – chiede Laysa sottovoce alla compagna
– Beh, lui era un ricercatore che purtroppo fu costretto a sacrificarsi – le risponde l’amica, la quale viene ascoltata con grande attenzione ed interesse
– Per quale motivo fu costretto a sacrificarsi? – Chiede Laysa ancora più curiosa
– Lo fece unicamente per aiutare i nostri predecessori –
– Dici sul serio? – Interviene la ragazza esterrefatta. Dopo una breve pausa Saphira continua nel raccontare la successione degli eventi
– Laysa, vedi quell’ammasso di macerie? – aggiunge indicando un enorme cumulo di sassi coperti da uno spesso strato di polvere – Savan rimase sepolto lì, o almeno è quello che credo, considerando il posto in cui ci troviamo. Prima di morire ha aiutato i precedenti dragoni, a sconfiggere un enorme mostro – conclude la ragazza
– Di un po’, mia cara Saphira, come fai a conoscere tutte queste cose? –
– Merito del diario. Tutte le cose che conosciamo su Aglis, le abbiamo lette lì tutti noi, a tempo debito – le risponde Zeph pensando a tutte le peripezie passate per recuperarlo.
Laysa sembra turbata da qualcosa, anche se cerca di nasconderlo, ma il suo stato d’animo viene percepito da una Saphira molto attenta…
– Laysa mi sembri strana. Non c’è ombra di dubbio, c’è qualcosa che ti impensierisce – bisbiglia Saphira, la quale stava osservando in silenzio Laysa da un po’. – Sicura che sia tutto a posto? Quasi non ti riconosco. Dimmi la verità, stai pensando ancora allo scontro con Drakan vero? – Continua sempre a bassa voce. Saphira cerca di provocare in lei una qualche reazione, senza ottenere il risultato sperato. Laysa sembra totalmente assente, si limita a fare un cenno del capo, per far intendere che niente la turba. Intanto il gruppo procede, seguendo di volta in volta, le vie indicate dal risuonare degli spiriti e del ciondolo di Laysa. Alla fine giungono però in prossimità di un vicolo cieco.
– E adesso? – Chiede Celine abbastanza irritata, la quale non è la sola ad esserlo.
– È impossibile, lo spirito si trova qui, ne sento le vibrazioni –
– Al diavolo le vibrazioni, questo è un vicolo cieco – sbraita Leonard
– Calmati, non risolverai niente agendo d’impulso. Ricorda che lui ha il coltello dalla parte del manico – gli suggerisce Zeph afferrandolo per un braccio.
– Senti un po’ mezzo alato, cerca di calmare i tuoi bollenti spiriti, se non vuoi vedere il tuo amico stramazzare al suolo. E voi, non state li fermi, datevi da fare per trovare la via –
– Darci da fare? Darci da fare? – Ripete strillando una Rhea a dir poco furiosa – tu sei pazzo, ci trascini in un posto sconosciuto minacciando il nostro amico, e quello che sai dire è datevi da fare? Devi essere un folle, io ti faccio a pezzi – l’alata oramai fuori di sé, prepara una sfera di ghiaccio dietro la schiena. Drakan si accorge in tempo di ciò che Rhea sta per fare. L’afferra il braccio, evitando di complicare ulteriormente la situazione.
– Rhea calmati, anch’io vorrei farlo a pezzi, ma se azzardiamo qualche mossa falsa, Kronhos è finito –
L’alata pensa alle parole di Drakan e ricaccia indietro la sfera di ghiaccio, un momento prima che il nemico posi il suo sguardo su di lei
– Finiscila di fare tutto questo baccano e stai buona –
Laysa è ancora pensierosa, non proferisce parola ma osserva il nemico in silenzio, nota qualcosa di famigliare in lui, anche se non capisce bene cosa. Si guarda intorno, e le salta agli occhi uno strano particolare. Un po’ tutti sono presi dal trovare una possibile soluzione, così decide di agire di testa sua. Avvicinandosi ad una parete, nota una strana depressione
– Saphira, non so perché, ma ho la strana sensazione che questa parete nasconda l’accesso allo spirito del drago di tuono –
– Come fai a dire questo? – Le chiede la ragazza esaminando la parete, senza ottenere nessuna risposta. Infatti l’amica è presa nell’esaminare un’incavatura che sembra quasi artificiale, situata al centro della parete. Incuriosita si avvicina alla fessura, che ora si trova solo a pochi centimetri dal suo viso. Improvvisamente il ciondolo inizia ad emettere un forte bagliore, per poi incastonarsi nella fessura. La stanza inizia a tremare, il ciondolo si stacca dalla parete, che si ribalta al suolo per aprire la visione di una nuova via.
– Brava Laysa, non mi aspettavo davvero di finire così in fretta la missione – afferma l’uomo incappucciato in tono stranamente compiaciuto.
In seguito al crollo del muro, viene scoperta un’ulteriore via, rappresentata da un’immensa stanza. Tutto è avvolto dall’oscurità. È difficile anche respirare; l’ossigeno scarseggia in quanto la stanza è rimasta chiusa per millenni.
– Ehm… quello cos’è? – Balbetta Rhea indicando l’imponente scheletro di chissà quale antico mostro.
– Oh, guarda, il famigerato Kraken –
– Si, è proprio il Kraken – continua Nicholas con tono austero – questa creatura aveva il compito di proteggere qualcosa di molto importante, in poche parole era il guardiano di questo posto. –
– Ma quello… – nessuno si è reso conto che all’interno dei resti del Kraken è posto un altare. Nessuno tranne Drakan, che essendo di elemento oscuro, vede benissimo anche in luoghi poco luminosi. Tuttavia il nemico sembra aver capito qualcosa, e avanza a passo spedito verso i resti della creatura. Giunti nelle vicinanze del Kraken, gli spiriti risuonano, e misteriosamente risuona anche qualcosa situato sull’altare e una pietra che il misterioso personaggio detiene.
– Maledetto, tu sei Nicholas non è vero?! – ringhia Drakan
– Nicholas! – esclamano tutti in coro, allarmati e sorpresi allo stesso tempo.
– Restituiscimi immediatamente il mio spirito, subito! – Zeph sembra perdere il controllo. Ora ha la possibilità di vendicarsi di ciò che ha fatto ai suoi genitori, e l’opportunità per riprendersi ciò che è suo di diritto.
I ragazzi vorrebbero intervenire, ma il nemico preme con la lama della sua arma, contro la gola di Kronhos.
– Provate solo a trasformarvi in dragoni, e lui muore – si avvicina al piedistallo tenendo sempre sott’occhio tutti, e prende lo spirito di dragone di tuono soddisfatto – Bene, finalmente sono arrivato al mio obiettivo, ora posso levarmi questo fastidiosissimo travestimento e mettere la parola fine alla mia commedia… anzi, direi la nostra commedia – aggiunge porgendo il pugnale a Kronhos. Laysa rimane pietrificata dal vedere il volto di Nicholas; cade per terra sulle ginocchia, con la testa china iniziando a tremare.
– Kronhos, perché rimani lì? Vieni via ora, il patto è stato saldato, sei libero – il gigante non ascolta ciò che dice Leonard, ma fissa intensamente la pietra violacea nelle mani di Nicholas.
– Leonard non hai ancora capito? Kronhos ci ha traditi – strilla Celine con le lacrime agli occhi
– Come hai potuto prenderti gioco di noi, come? Noi ci fidavamo di te, ti abbiamo accolto nel nostro gruppo, e tu ci ringrazi così? – Continua Rhea ancora più furiosa
– Laysa cosa ti succede, ti senti male? – Chiede Saphira impensierita
– No, non è possibile – si alza di scatto ignorando la compagna vicino – tu, tu non dovresti essere qui, dovresti essere… – non riesce a finire la frase, che viene continuata da Nicholas
– Morto Laysa? Devo confessarti che è stata dura simulare il tutto… –
– Taci! Simulare… – riprende la ragazza sconvolta
–Proprio così, piccola Laysa, hai capito benissimo. Sono stato io a farti quella bellissima sorpresa –
– Laysa di quale sorpresa sta parlando? Rispondi, mi stai facendo preoccupare – la scuote Saphira, la quale sembra parlare con un automa. Nella mente di Laysa balenano strani pensieri; una volta ripresasi dallo shock si rende conto che è tutto vero. Non è un sogno come sembra, è la cruda e amara verità.
Nel frattempo gli altri seguono lo scambio di opinioni senza intervenire, nessuno sa o riesce ad immaginare il motivo delle loro affermazioni.
– Saresti così gentile da spiegarci perché conosci Nicholas? Dicci immediatamente se è anche contro di te che dobbiamo combattere; sei una sua alleata per caso? – La interroga Shana in tono sospettoso. Ma i suoi dubbi non vengono chiariti; quando sta per aggiungere nuovamente qualcosa, si rende conto che Laysa impugna la sua alabarda
– Io ti disintegro maledetto bastardo, ti eliminerò per sempre –
– Cerca di calmarti, non agire di impulso, se ti fai guidare dalla collera…–
– Saphira devo ucciderlo. Non mi faccio assalire dalla rabbia, la sto solo rindirizzando… verso di lui. IO TI UCCIDERO’ NICHOLAS! – Nessuno riesce a bloccare Laysa, che si catapulta sul nemico, il quale prende in mano lo spirito del drago rosso trasformandosi in dragone. Concentra il suo elemento originando un’enorme sfera di fuoco, che viene schivata per un pelo dalla ragazza.
– Trasformiamoci, non avranno la meglio su di noi, siamo sei dragoni, contro due – incita Rhea, abbastanza ferita dal tradimento di Kronhos
– Levati di mezzo Laysa, non sei tu il nostro obbiettivo – replica Nicolas frenando l’avanzata di Laysa
– Come hai potuto, io ti ODIO – la ragazza è troppo presa dallo scontro con Nicholas, per rendersi conto che alle sue spalle Kronhos si è trasformato in dragone di tuono. Con un gesto molto scorretto colpisce Laysa alle spalle, provocandole una ferita molto profonda. La ragazza cade al suolo perdendo conoscenza.
– Ricorda i nostri obbiettivi sono loro tre, il dragone d’oscurità, terra, e non elemento. Le direttive da seguire sono queste. Poveri illusi, anche se vi trasformaste tutti, non avreste nessuna speranza… dovete sapere che io e Kronhos, abbiamo bevuto per giorni pozioni spirito, per cui resteremo trasformati molto più tempo rispetto a voi. –
– Kronhos per quale motivo ci hai traditi? – Chiede Leonard molto amareggiato, il quale non riesce ancora ad accettare la realtà dei fatti. Fu il primo a fidarsi del gigante, essendo che quest’ultimo gli salvò la vita; gli sembra davvero assurdo pensare di combattere contro di lui
– Mio unico scopo da inizio era controllare voi, osservare ogni spostamento e comunicare a mio capo Nicholas. Io entrare in vostro gruppo solo per questo motivo –
– Sei un vile traditore – sibila Shana furente. Kronhos, non fa caso alle parole della ragazza, assestando un potente calcio a Laysa, che finisce vicino ai piedi dei ragazzi. Il gigante le ha provocato una profonda ferita alla schiena. Saphira si trasforma in dragone, come tutto il resto del gruppo, e si avvicina a Laysa per prestarle soccorso.
– Laysa, mi senti? Apri gli occhi… devo concentrarmi, è una ferita abbastanza profonda e se non faccio in fretta… – mentre Saphira si appresta a curare l’amica ferita, il resto del gruppo si prepara allo scontro con Nicholas e Kronhos. Nicholas si presenta un duro avversario, riesce a gestire sia attacchi che magie, generandone anche di potenti. Drakan cerca di elaborare una strategia che possa portare il gruppo alla vittoria.
– Rhea crea un anello di ghiaccio e tienilo fermo. Leonard, sei in grado di produrre una magia d’aria? –
– Si, posso farcela –
– Bene, sbrigati e lanciala verso Nicholas – il compagno ubbidisce, colpendo Nicholas che appare leggermente stordito – Ora Rhea! – L’anello di ghiaccio colpisce in pieno il nemico, facendolo sbattere su una parete. Tuttavia si rialza senza troppi problemi, dirigendosi verso Drakan.
– Dammi lo spirito, “lui” vuole il tuo spirito –
– Prendilo se ne sei capace –
Intanto Kronhos attacca Leonard con un potente colpo d’ascia. Il gigante non sa ancora controllare bene i movimenti a causa dell’imponente armatura di dragone, per cui perde l’equilibrio, ricevendo una bella lesione da parte di un Leonard molto furioso e ferito. Il danno viene attutito in parte dalla possente armatura, che ha una difesa abbastanza elevata. Kronhos però approfitta di un momento di esitazione del ragazzo, che sfortunatamente cade tramortito al suolo. Saphira ha terminato di curare le ferite di Laysa, ritornando nella sua forma normale, si aggrega agli altri arcieri che concentrano un flusso di frecce direttamente ai punti vitali dei nemici. Rhea e Celine, partono per sferrare un attacco combinato contro Nicholas, il quale viene tenuto a bada da Drakan, che ha appena sferrato una palla di oscurità evitata dal nemico. Quest’ultimo prepara prontamente un attacco magico molto potente, creando due sfere di fuoco, una delle quali colpisce Rhea in pieno. Mentre Drakan è occupato a deviare l’attacco magico, il nemico ne approfitta per dirigersi inaspettatamente contro Celine, la quale si sente presa alla sprovvista; Nicholas sta per infliggerle un colpo mortale ma sotto lo sguardo a dir poco incredulo di tutti accade qualcosa di impensabile…
Kronhos che si era momentaneamente liberato della presenza di Leonard, conficca il suo possente spadone nel ventre di Nicholas, provocandogli una ferita mortale. Laysa osserva la scena inorridita, insieme a tutti gli altri che non sanno cosa dire o fare. Celine è un po’ titubante e insicura su come comportarsi; con tutto ciò decide di dar nuovamente fiducia a Kronhos.
– Io avere agito così per proteggere voi e recuperare spirito di Zeph – proferisce il gigante porgendo lo spirito a Zeph, il quale inizia a risuonare. Laysa corre vicino al corpo esanime di Nicholas
– Laysa ti prego perdonami, io non volevo fare ciò che ho fatto, la brama di potere mi ha accecato e annebbiato la vista; devi scoprire la verità, non è come credi… tu –
– Taci, non sprecare inutilmente energie – le lacrime rigano il volto della ragazza, mentre il nemico sta per esalare il suo ultimo respiro
– Laysa, cerca la verità. Tu non sei… –
– Nicholas, io non sono cosa? Apri gli occhi, lo so che puoi sentirmi, svegliati. Apri gli occhi, NICHOLAS – Laysa scuote il suo corpo ormai senza vita, si rassegna all’idea e accetta la realtà: non c’è più nulla da fare. Improvvisamente però, sente l’ira sgorgarle dentro come un fiume in piena.
– Dannato stupido gigante senza cervello. Credi di avere fatto la cosa giusta? Ora ti sentirai un eroe scommetto, il grande e massiccio Kronhos ha ucciso Nicholas. Sei solo un bestione, un enorme montagna di muscoli con la testa vuota, VUOTA. – Strepita rabbiosa
– Laysa calmati, infondo era contro di noi, voleva eliminarci e prendere possesso degli spiriti di dragone. Lo avremmo eliminato ugualmente, con o senza l’intervento di Kronhos. –
– E poi se ben ricordo, era tua intenzione eliminarlo o mi sbaglio? Posso dire con certezza che eri alquanto accanita contro di lui – esordisce Shana, la quale appare dubbiosa nei confronti di Laysa, non riuscendo a trovare una giustificazione al suo comportamento
– Non sono tenuta a dare spiegazioni di nessun genere, né a te, né a nessun altro –
La risposta di Laysa lascia quasi tutti un po’ contrariati, ma nessuno ha intenzione di spingersi oltre. In uno stato di leggera tensione, il gruppo si prepara per abbandonare Aglis, la città magica.